IoArch 41 - Mag/Giu 2012

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il museo di Casa Natale Enzo Ferrari adottano molte delle tecnologie più avanzate in campo impiantistico. Geotermia (25 sonde a 100 metri di profondità) e pannelli fotovoltaici installati sulle schermature della facciata; distribuzione del calore in tutti gli ambienti mediante pavimenti radianti; sistema domotico che regola le aperture in copertura per provvedere al ricambio d’aria e favorire il raff rescamento estivo

INGEGNERIA NAVALE Costruire una struttura monoscocca come quella della nuova galleria non è semplice e comporta un approccio a metà tra ingegneria civile e ingegneria meccanica, adottando soluzioni più simili alle tecniche nautiche che a quelle edilizie. La facciata ad esempio, che nasce progettualmente dall’intersezione di due coni, è retta da cavi nautici in acciaio pretensionati (diametro 30 mm, portata 40 ton ciascuno). Anche la copertura, a doppia curvatura, ha tratto ispirazione dalla tecnologia navale. Dopo una prima consulenza, affidata da Kaplický ad Arup in fase di concorso, l’incarico per la progettazione strutturale del nuovo museo (oltre che per la sicurezza e la direzione lavori) è stato affidato a Politecnica, importante società di ingegneria specializzata nella gestione di processi complessi con 200 addetti nelle 4 sedi di Modena, Bologna, Firenze e Catania,. Politecnica si è occupata anche delle soluzioni energetiche e impiantistiche (geotermia a sonde verticali, climatizzazione radiante, ventilazione controllata). http://politecnica.it

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IL CANTIERE La Cooperativa di Costruzioni di Modena (CDC), capogruppo della A.T. di imprese appaltanti, ha coordinato l’intera commessa e i complessi aspetti costruttivi e gestionali sotto la guida delll’ingegnere Giuseppe Coppi, direttore tecnico del cantiere. I lavori principali hanno riguardato: Sottofondazioni e fondazioni Circa 200 pali trivellati di sottofondazione a sostegno della “vasca bianca” impermeabile di fondazione in calcestruzzo armato, con platea in pendenza e setti verticali ad andamento irregolare. Sistema strutturale iperstatico L’intera struttura portante in elevazione è stata rimodellata e ricalcolata per ottimizzarne le prestazioni statiche, in particolare per il sostegno del portale e della tensostruttura di facciata (460 mq) e della copertura. Facciata in vetro Il portale è stato realizzato con tubolare curvo in acciaio (diametro 1.000 mm) ad andamento sinusoidale per i 60 m. di lunghezza composto da conci saldati in opera e pilastri a Y inclinati. Le lastre in vetrocamera sono sostenute da mensole in acciaio inox ottenute per microfusione fissate a cavi inox inclinati e pretensionati a 20 ton. e sono distanziate con giunti siliconici spessi 4 cm. Copertura a doppia curvatura Costituita da una tripla orditura di arcate metalliche reticolari a spinta eliminata, montata impiegando contemporaneamente 2 autogru, la gru a torre e 2 cestelli per le operazioni in quota.

Isolamento termico e impermeabilizzazione L’installazione del pacchetto di coibentazione della copertura si è rivelata particolarmente impegnativa a causa delle elevate pendenze e della forma tridimensionale: i pannelli (spess. 16 cm) sono stati incollati a formare una superficie sfaccettata a giunti saturati, su cui sono state conficcate, con l’ausilio di 2 stazioni totali gps per garantirne la precisione, quasi 5.000 piastre in acciaio per fissare l’orditura di supporto delle doghe gialle di copertura. Manto di copertura I 3.300 mq di superficie in doghe d’alluminio estruso, calandrate lungo i 12 cm di larghezza e adattate alla curvatura in opera nel senso della lunghezza, sono state incastrate lungo i fianchi e di testa mediante guarnizioni a tenuta d’acqua. Il montaggio delle due orditure di sottostruttura, in particolare di quelle poste sopra i lucernari, è stata l’operazione più complessa, con l’impiego di speciali carrelli-biella progettati ad hoc per consentire movimenti a carrello e a cerniera nelle diverse direzioni, assecondando le dilatazioni termiche senza alterazioni alla statica e alla tenuta all’acqua. Pavimentazione cementizia interna Realizzata in porzioni continue molto ampie, con pochi giunti di dilatazione coincidenti con i cambi di pendenza, secondo il disegno della Direzione Artistica. La miscela super-additivata impiegata è stata rigorosamente controllata per l’intera filiera produttiva fino alla posa in opera, superando addirittura gli obiettivi prefissati. Con 170 milioni di produzione annua la Cooperativa di Costruzioni di Modena, in attività da 104 anni, si colloca tra le prime 30 imprese di costruzioni in Italia.


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