Milano 24orenews ItaliaDaGustare Giugno 2019

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Massimo Troisi, Philippe Noiret e Maria Grazia Cucinotta ne “Il Postino”

Fotomodella, attrice di cinema, tv, teatro, regista… Una vita intensa e piena di esperienze. Ho dimenticato qualcosa? Beh, hai dimenticato “mamma, amica, moglie” (sorride)… che sono poi le cose più importanti della vita. Tutto inizia con sogno, il sogno di fare la modella. Poi mi capita di fare un provino per la tv, ed è andata bene. Poi da lì sono cresciuta, scoprendo qual era la mia strada, anche perché non è detto che la strada che tu inizi sia quella giusta. La vita ti indirizza secondo le esperienze che fai e anche i successi che hai. Ho imparato che persistere è uno dei più grandi fallimenti se non sei adatto a fare ciò che vorresti fare, e quindi ho avuto sempre il coraggio di ricominciare da zero e di provare con qualcosa di nuovo. “Il Postino” ti ha fatto conoscere come attrice internazionale. Un ricordo di Massimo Troisi. Non c’è un giorno che qualcuno non mi fermi e mi chieda di parlare di “Il Postino”, di Massimo, delle emozioni di quel film. Quindi per me, più che un ricordo, è una costante giornaliera che mi accompagna da 25 anni. E di questo sono felice, perché innanzitutto sono fortunata ad aver fatto questo film e poi perché Massimo ha dato tanto al Cinema italiano ha portato l’Italia in giro per il mondo parlando della cosa più bella, le emozioni. È stato “Il Postino” ad aprirti le porte in America? Assolutamente sì, perché comunque il film ha avuto 5 nomination, ha vinto l’Oscar e per me è stato un modo per oltrepassare l’oceano e atterrare su quello che è il pianeta del Cinema che è Hollywood. Non ce l’avrei fatta senza un film perché l’America è molto meritocratica però devi sempre cominciare da un successo, e quel film è stato un successo mondiale. Che esperienza è stata cimentarsi nella regia? Emozionante… Però io ho sempre avuto il pallino della magia di catturare le emozioni. È molto peri-

colosa la regia perché ti abitui veramente ad avere un controllo, quasi a creare delle vite. Perché questo è ciò che succede, crei delle vite attraverso l’obiettivo, crei dei mondi che magari non esistono, oppure crei il mondo che tu vorresti. Rubi le emozioni più belle, a volte rubi un battito d’occhio che comunque ti dice tutto. Devo dire che la regia è bella, è bella e ti dà un potere assoluto e anche una grande responsabilità perché gli attori si affidano a te e tu non li devi mai deludere, perché deluderli può anche voler dire rovinare la loro vita e carriera. C’è qualche regista o attore con cui ti piacerebbe oggi avere l’occasione lavorare? No, ho scelto di lavorare con i giovani: con i giovani registi come attrice, con i giovani attori come regista. Sarà più facile lavorare con quelli famosi, ma dare possibilità ai giovani è un qualcosa di rischioso che però mi fa sentire viva. Come vivi le “regole” del mondo dello spettacolo? Ma sai, io sono un po’ un “outsider”. Faccio parte di quest’ambiente ma poi alla fine non faccio parte dell’ambiente, perché comunque non ho mai frequentato registi e attori. Ho continuato a frequentare i miei amici di sempre che non fanno parte del mondo dello spettacolo. Quindi sono anche una che non segue le regole di quel mondo. Sono una che passa il proprio tempo libero in mezzo al sociale più che… “in mezzo”. Con la tua bravura unita alla tua bellezza mediterranea hai riempito il vuoto lasciato da icone “d’antan” come la Loren e la Lollo. Che effetto ti fa? (Ride…) È impossibile raggiungere quel livello di “Star system”, perché non esiste più esiste uno Star system. Sai, quando noi guardiamo quelle foto anni ‘50 anni ‘60, c’è sempre una certa malinconia: non passeranno mai di moda perché quegli anni noi li rimpiangeremo sempre. Erano anni bellissimi dove 24oreNews

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