24oreNEWS Magazine Aprile 2024

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VANITY FAIR

L’iconica Poltrona Frau VIAGGI

Vacanze a Le Havre

«Devo a Banderas la mia carriera di intervistatrice»

Anno 14Aprile 2024 • Periodico di Cultura e Società
CANDIDA MORVILLO
Foto credits Giuseppe Di Piazza
FORTE DI BARD DALLA STORIA VERSO IL FUTURO: ARTE, FOTOGRAFIA E SCIENZA Aperto tutto l’anno Info fortedibard.it T. 0125 833811

LE ORIGINI DELLA

COLOMBA PASQUALE

A cura di PAOLO MINOTTI

La nascita della colomba pasquale ha, come molte ricette famose della nostra tradizione, una spiegazione leggendaria e una storica. Quella storica farebbe risalire la sua nascita agli anni ’30, grazie a un’intuizione di Dino Villani, al tempo direttore della pubblicità della Motta, per sfruttare al meglio i macchinari che già producevano il tradizionale panettone natalizio. La base della ricetta è pressoché identica: farina, uova, burro, zucchero, frutta candita, una lenta e accurata lievitazione e, per finire, una golosa copertura di glassa alle mandorle. Un campione di prodotto venne spedito a famosi giornalisti e scrittori dell’epoca con una lettera personale di Angelo Motta che chiedeva il loro parere sul dolce. Allo stesso tempo partì una campagna di sensibilizzazione al suo acquisto che contribuì a una rapida diffusione del dolce in tutta Italia. Alla colomba, animale dalla natura mite, fin dai tempi più remoti è stato attribuito un forte valore simbolico di pace, rinascita e amore, ed essa è stata citata in vari passi della Bibbia. La forma tipica del dolce sembra riferirsi alla tradizione cristiana, mentre la sua storia è da sempre circondata da miti e leggende. Una tra le più accreditate ci riporta ai primi secoli del Medioevo quando Alboino, re dei Longobardi, giunse in Italia con i suoi barbari per asse-

diare Pavia. L’assedio durò 3 lunghi anni finché, alla vigilia della Pasqua del 572, il re entrò vittorioso in città ricevendo, come segno di sottomissione, vari regali tra i quali 12 bellissime fanciulle. Fu allora che un vecchio artigiano si presentò ad Alboino con un dolce a forma di colomba, quale tributo di pace. Questo dolce piacque così tanto al re che promise la pace e il rispetto per la colomba. Quando il re interrogò le ragazze tutte dichiararono di avere lo stesso nome: “Colomba”. Alboino comprese il raggiro ma rispettò la promessa fatta. Un’altra leggenda riguarda la regina longobarda Teodolinda e il santo irlandese San Colombano. L’abate irlandese, giunto a Bobbio (PC) attorno all’anno 614, fu ricevuto dai sovrani longobardi e invitato con i suoi monaci a un abbondante banchetto. Benché non fosse venerdì, egli rifiutò quelle pietanze troppo ricche servite in periodo di penitenza. Teodolinda, non capendo il gesto, si offese, ma l'abate superò con diplomazia l'incresciosa situazione affermando che essi avrebbero consumato le carni dopo averle benedette. Così benedisse il cibo e questo si trasformò in colombe di pane bianco, come le loro tuniche monastiche. Il prodigio colpì a tal punto la regina che gli donò il territorio di Bobbio, dove sorse l’abbazia di San Colombano. La colomba bianca divenne anche il simbolo iconografico del santo, ed è sempre raffigurata alle sue spalle.

3 24oreNews STORIA, MITI E LEGGENDE

Direttore Responsabile

Dario Bordet

Direttore Editoriale

Alessandro Trani

Art Director

Patrizia Colombo

Impaginazione

Milano Graphic Studio S.r.l.

Hanno collaborato

Ranuccio Bastoni

Patrizia Colombo

Luciano Cravotto

Franco D’Alessandro

Evelina Flachi

Teobaldo Fortunato

Elena Fossati

Carlo Kauffmann

Antonello Martinez

Aldo Martini

Marina Mazzolari

Luca Medici

Paolo Minotti

Sandro Nobili

Andrea Pitrelli

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PERSONAGGIO 6 Candida Morvillo: «Devo a Banderas la mia carriera di intervistatrice» ARTE E CULTURA 10 Donna in scena. Boldini, Selvatico, Martini 12 Picasso. La metamorfosi della figura 14 Cyrano de Bergerac di Arturo Cirillo FASHION 16 Pierpaolo Piccioli lascia la Maison Valentino 18 Accessori: tendenze della P/E 2024 BEAUTY 20 I consigli di Marina Mazzolari MOTORI 22 Piccola, lussuosa ed ecologica: la nuova Lexus LBX DESIGN 24 Vanity Fair, l’iconica Poltrona Frau SPECIALE MILANO 26 Milano a teatro 27 Appuntamenti al Teatro alla Scala 28 Milano in mostra 30 Milano in concerto SPECIALE ROMA 31 Roma in concerto 32 Roma a teatro 33 Roma in mostra 34 Internazionali BNL d’Italia, 81a Edizione DIRITTI E DOVERI 36 Successioni ereditarie: sempre più guerre FINANZA&FUTURO 37 Internazionalizzare: oggi si deve HI-TECH 38 Le novità sul mercato 39 Anguilla: l'isola caraibica guadagna milioni di dollari grazie all'intelligenza artificiale VIAGGI 40 Vacanze a Le Havre AMICI A QUATTROZAMPE 42 Attenti alle insidie della bella stagione ERBARIO MAGICO 44 Astragalo: proprietà e benefici COME STAI? 45 Dal DNA alla prevenzione delle malattie
Anno 14 - N. 4 Aprile 2024

EDITORIALE

IL VALORE DELLE PAROLE

Qualche giorno fa mi sono trovato davanti agli occhi il programma delle conoscono o che troppo spesso si vogliono cancellare nell’oblio del silenzio. Luigi Einaudi è stato il primo Presidente della Repubblica eletto dai due forza dei suoi principi liberali. Ponendo sempre dei paletti precisi a coloro che credevano di potersi affidare ad un liberalismo senza regole. Einaudi è stato un uomo colto, esperto di economia e finanza, materie per le quali ha scritto tanti saggi e tanti articoli su La Stampa e sul Corriere della Sera. Ma l’uomo si è anche sempre considerato un “contadino” che nel tempo libero si dedicava con passione alla sua terra. Avrei potuto chiedergli del suo pensiero così netto sulla Società delle Nazioni, quando ebbe occasione di dire, parlando alla Costituente, che «il vizio era chiaro: la Società delle Nazioni era una lega di Stati indipendenti ognuno dei quali serbava intatti un esercito proprio, un regime doganale autonomo e una rappresentanza sovrana sia presso gli altri Stati sia presso la lega medesima. Era facile prevedere, come a me accadde di prevedere, che essa era nata morta». Non per caso, nei successivi venti anni, la Lega delle Nazioni si dissolse. Oggi penserebbe la stessa cosa dell’ONU. Einaudi fu anche fautore di un'unica politica economica europea, basata sulla libertà economica, in grado di americane. Ricordo a tutti, però, che aveva scritto «È un grossolano errore dire che si comincia dal più facile aspetto economico per passare poi al più

politico, se si vuole l’economico». Oggi noi dobbiamo affrontare molti dei

contro la distruzione del suolo italiano sarà dura e lunga, forse secolare.

Ma è il massimo compito di oggi se si vuole salvare il suolo in cui vivono

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CANDIDA MORVILLO

Candida Morvillo, giornalista di talento e impegno, ha conquistato il mondo del giornalismo con la sua determinazione e passione. Classe 1974, nasce a Sorrento: giovanissima comincia a scrivere per il Mattino di Napoli occupandosi di cronaca e giudiziaria negli anni di Tangentopoli. Milano segna l’inizio

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A BANDERAS LA MIA CARRIERA DI INTERVISTATRICE» A cura di ALESSANDRO TRANI
«DEVO
Ph. Giuseppe Di Piazza

della sua brillante carriera quando vince il concorso che le consente di frequentare il prestigioso Biennio della Scuola di Giornalismo

Walter Tobagi e poi diventare giornalista professionista. Ha lavorato per 5 anni al settimanale Oggi, ha partecipato alla fondazione del settimanale Vanity Fair; quindi, ha lavorato per il settimanale A ed è stata direttore di Novella 2000. Successivamente è stata firma ed editorialista del gruppo Rizzoli lavorando per i settimanali Io Donna e Sette e per il Corriere della Sera. È tuttora una firma del Corriere della Sera e risponde alla Posta del Cuore del Corriere del Mezzogiorno. Ha vinto, fra gli altri, il Premio Ischia Internazionale di Giornalismo “Angelo Rizzoli” e il Premio Comunicazione Giuseppe Sciacca. Il suo ultimo libro è “Sei un genio dell’amore e non lo sai - Amare e farsi amare in sei semplici passi”, edito da HarperCollins. Prima, ha pubblicato per Rizzoli “La repubblica delle veline” e “La signora dei segreti”, scritto a quattro mani con Bruno Vespa. Con Bompiani, ha pubblicato il romanzo “Le stelle non sono lontane”. Ha partecipato a molti programmi tv, è tuttora opinionista in molti talk show delle principali reti televisive.

Il giornalismo è la tua grande passione. Da piccola, cosa sognavi di diventare?

«Io da piccola volevo fare la scrittrice. Sognavo di scrivere dei romanzi, perché leggevo tantissimo. Poi ho perso la mia mamma, da piccolina, avevo sette anni; mi ero proprio rifugiata nella lettura. E

quindi scrivevo tantissimo: c'era una mia vecchia maestra, Gelsomina, che aveva conservato anche tutti i quaderni, poesie, racconti e anche una pièce teatrale che avevamo messo in scena a nove anni nel teatro della parrocchia». Nello stesso tempo Candida iniziava ad appassionarsi al giornalismo: era enormemente affascinata dalle giornaliste che vedeva in tv e si chiedeva come facessero a sapere così tante cose. «Io sono cresciuta a Sorrento e credo che buona parte delle famiglie di Sorrento, così almeno mi dicono quando vado giù, posseggono quei filmini che si facevano ai matrimoni, alle comunioni, e ci sono sempre io col microfono che vado a intervistare gli invitati».

Qualche ricordo di quegli anni nella tua bella Sorrento

Ma, guarda, i ricordi belli iniziano quando ho cominciato a fare questo mestiere: diciamo che fino ai 18 anni io ho sempre pensato che non sarei mai riuscita a fare quello

che volevo. A quel tempo iniziai a scrivere per un giornalino localeIl Golfo - un quotidiano che usciva a Sorrento e a Ischia. Avevo risposto a un annuncio e mi avevano preso come redattrice diciamo “abusiva” ma avevo anche cominciato a guadagnare subito (250mila lire al mese!). Scrivevo di cronaca, cosa che ho fatto per un anno. Insomma, inseguivi il tuo sogno. A 18 anni quel desiderio di intraprendere la professione giornalistica mi sembrava “davvero lontanissimo”. Così mi iscrissi a Napoli alla facoltà di Economia e Commercio, per la quale avevo vinto anche una borsa di studio. Il mio sogno però restava, e decisi di seguirlo rinunciando alla borsa di studio e cambiando la facoltà per frequentare quella di Lettere Moderne.

Lavoravi e nel frattempo studiavi?

Sostanzialmente io poi ho sempre studiato e lavorato, ho fatto due anni di Lettere Moderne alla Federico II di Napoli e intanto nel secondo anno avevo cominciato a lavorare al Mattino di Napoli come corrispondente, sempre ovviamente come precaria, mi svegliavo alle 5 del mattino per studiare, un po' di giorno lavoravo, facevo i miei pezzi e quindi, avanti così, sono diventata pubblicista nel giro di due anni. La svolta arriva a Milano.

A 21 anni succede una cosa totalmente magica e meravigliosa. Ai tempi c'erano soltanto 5 master di giornalismo in tutta Italia, biennali, che ti davano il praticantato e si accedeva con dei concorsi difficilissimi che di solito erano post-lau-

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rea. Quell'anno, come ogni tanto accadeva, il master più importante di tutti, che era quello di Milano, apre anche a persone con il solo diploma. Quindi io partecipo e vinco questo concorso, e mi ritrovo a 21 anni la più giovane del corso a fare il decimo biennio dell'IFG, cioè l'Istituto di Formazione al Giornalismo di Milano, che poi mi porterà anche a fare il praticantato e infine all’iscrizione all'albo dei professionisti.

Gli anni al settimanale Oggi Milano è una grande città e i primi anni sono stati molto faticosi, però mi piaceva tantissimo. Ho fatto uno stage decisivo al settimanale Oggi dove per tre anni mi sono occupata di salute e poi di pensioni, investimenti… insomma di rubriche di servizio. Poi vengo assunta a 25 anni, torno a occuparmi di cronaca, soprattutto di cronaca nera. Allora non c’erano i cellulari, dovevi cercare le persone, dovevi trovare le fonti. Mi sono fatta tutti i delitti, ma era anche un periodo con tanti casi di pedofili e io giravo l’Italia in posti sperdutissimi dove tu chiamavi il giornale dopo 5 giorni per dire “ho il pezzo”. Io pensavo sempre “se mi trova il pedofilo, o l'assassino, il serial killer, non se ne accorgerà nessuno per cinque giorni…”. Allora non c’era internet dove trovavi tutto… erano davvero altri tempi. Poi in contemporanea ho cominciato a occuparmi di costume, società e personaggi. Un’altra esperienza importante: Vanity Fair

Ho circa 29 anni quando partecipo alla startup di Vanity Fair. Allora Vanity Fair esisteva solo negli Stati Uniti come mensile, e noi creiamo

il primo settimanale Vanity Fair, un esperimento pilota a livello mondiale, poi replicato in molti Paesi. Io comincio come vicecaporedattore, poi sarò caporedattore nell'ufficio centrale con Carlo Verdelli, faccio anche tutta la startup e soprattutto lì mi dedico principalmente alle interviste, che avevo già cominciato a fare all'Oggi. Però le interviste diventano proprio la cifra del giornale. È un nuovo modo di fare le interviste, quindi domande e risposte lunghissime, diciamo, dei ritrattoni, a volte dissacranti, comunque sempre il più

possibile veritieri. E io farò queste interviste, insomma, in quei cinque anni in cui sono rimasta lì, capisco che è una cosa che mi piace molto e pertanto continuerò a farle per i vari giornali dove poi ho lavorato. Una intervista che ricordi in modo particolare?

Io ricordo forse la mia prima intervista a un personaggio molto famoso, Antonio Banderas. Avevo 25 anni, ero ancora all'Oggi e mi fece questa intervista, insomma, dove parlava della gelosia della moglie, dell'amore per la moglie. Ciò però accadeva dopo che lei aveva fatto una scenata di gelosia che era stata ripresa da tutte le agenzie, aveva fatto una scenata da pazzi al Grand Hotel di Roma, perché io avevo osato avvicinarla dicendo che ero molto felice di vedere che lei si trovasse a Roma con il marito, mentre tutti i giornali stranieri scrivevano che Banderas la tradiva con una giovane attrice. Lei aveva fatto questa scenata di gelosia da pazzi e mi aveva fatto cacciare poi dalla conferenza stampa dove avrei dovuto intervistare Banderas. Lui,

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vergognandosi per questa sfuriata della moglie, alla fine mi aveva concesso un'intervista in esclusiva. E lì, diciamo, comincia la mia carriera di intervistatrice.

“Sei un genio dell’amore e non lo sai”: com'è nata l'idea di questo libro

Guarda, è nata dopo un'intervista che avevo fatto per il Corriere della

Sera a Marco Giallini che, tra l'altro, già molte altre volte in passato aveva raccontato la storia tragica della amatissima moglie Loredana, che era morta tra le sue braccia all'improvviso, a 48 anni, mentre preparava la valigia delle vacanze. Fu un’intervista molto bella, molto forte, toccante. Inoltre, da diversi anni curo una posta del cuore. Avevo cominciato su Io Donna e ora ce l'ho sul Corriere del Mezzogiorno, sui Dorsi del Sud del Corriere della Sera. Quindi già da otto o nove anni ormai ho un dialogo settimanale sull'amore con i lettori. Quindi avevo messo insieme un piccolo tesoretto di pensieri, testimonianze. Perché veramente io ogni settimana tocco le incertezze delle persone, la disperazione delle persone, le speranze delle persone. Ecco come è nata l’idea di parlarne in questo libro. Come vivi la città di Milano? Milano è diventata la mia città, la città che ho amato, e nella quale sono sempre felice di tornare. È una città che vivo soprattutto per il lavoro. Negli ultimi dieci anni ho fatto poca vita mondana. Avendo fatto molta mondanità per motivi di lavoro, ormai cerco proprio di evitare la mondanità. Anche se ci sono le cose che a Milano comunque è bello fare, perché quando posso vado con gli amici a teatro,

a qualche presentazione di libri, a qualche evento bello, anche di beneficenza. Dopo di che sono una che riceve molto a casa, ho amici che si auto-invitano, soprattutto nel weekend. La sera esco molto poco, però mi piace muovermi a piedi e quando posso, la sera dal Corriere volentieri torno a casa a piedi. Se avessi più tempo libero, cosa ti piacerebbe fare?

Diciamo che un mio grande desiderio sarebbe quello di fare dei lavori manuali, quali dipingere una porta, riparare delle cose, restaurare di mobili, quindi cose che abbiano a che fare con l'estetica della casa. Questo perché con il mio lavoro rimango seduta per troppo tempo. Poi, comunque, mi piace stare in mezzo alla natura. Adesso finalmente ho un giardino vicino a Milano, quindi ecco, il giardinaggio sicuramente. Concludiamo con un sogno nel cassetto.

Ma guarda, non vorrei risultare banale, però la cosa che veramente vorrei è vedere più felicità in giro. E anche in questa città, perché vedo che sta diventando una città in cui molti vivono sempre peggio, che più si apre verso l'esterno ed è attrattiva, per esempio per gli stranieri, per i manager, più rischia di diventare respingente per i milanesi. Quindi io sento molto, sento spesso nervosismo, aggressività e mi piacerebbe che veramente le persone capissero, insomma, riuscissero a trovare un po' di più una chiave di serenità. Io ti devo dire che l'ho trovata, nonostante abbia i miei problemi come tutti, sono veramente una persona molto serena, felice.

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DONNA IN SCENA. BOLDINI, SELVATICO, MARTINI

TREVISO | MUSEO SANTA CATERINA

13 APRILE - 28 LUGLIO 2024

A cura di FRANCO DÊALESSANDRO

Belle, raffinate ed eleganti figure femminili saranno protagoniste di un affascinante racconto - in pittura e scultura - del bel mondo a cavallo tra i secoli ’800 e ’900: ventagli e abiti sontuosi, profumi e bizzarri cappelli ondeggiano sulla tela tra volti e sguardi di donna densi di seduzione. Si tratta di un periodo in equilibrio ma anche in bilico tra tradizione e progresso, in cui la

Sopra: Giulio Ettore Erler, I tre vizi, collezione privata; a sinistra: Alberto Martini, Ritratto del conte Emanuele Castelbarco Pindemonte Rezzonico, collezione privata; a destra: Alberto Martini, RItratto di Wally Toscanini, collezione privata

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ARTE E CULTURA

donna moderna è intenta a conquistarsi spazi di libertà e indipendenza. Testimoni e cantori di questo magico momento per la donna, i più grandi ritrattisti dell’epoca furono chiamati a immortalare i volti e gli sguardi, a trasporre sulle tele il profumo, lo charme, l’erotismo di un’epoca davvero unica e incomparabile. Presso le sale del Museo Santa Caterina di Treviso, a partire dal 13 aprile sarà possibile ammirare alcune grandi dive dell’epoca, tra cui Eleonora Duse, Wally Toscanini, Lydia Borelli e Toti Dal Monte, accanto a eleganti esponenti della borghesia e della nobiltà trevigiana, veneta e nazionale, immortalate dai colori dei più affermati pittori “fin e début du Siècle”, che le ritraggono come figure nuove, slanciate, in pose non convenzionali. Bellissimo in questo senso anche il ritratto che Giulio Ettore Erler fa alla signorina Tibolla, noto anche come “La signorina col cane”, con questo guinzaglio teso e lei nello sforzo composto di trattenere il proprio segugio e al tempo stesso di conservare una postura che si confaccia al rango. Parliamo di un periodo in cui certi artisti, a seguito dell’enorme richiesta, spesso si specializzavano proprio nel grande ritratto femminile, e per questo diventavano celebri, ammirati, e contesi: pensiamo a Giovanni Boldini, Giacomo Grosso, Vittorio Corcos, Cesare Tallone - per citarne qualcuno - per non dimenticare gli Italiens de Paris Giuseppe de Nittis e Federico Zandomeneghi. Importante la selezione dei grandi veneti del momento quali Pietro Pajetta, Ettore Tito, Eleuterio Pagliaro,

Giulio Ettore Erler e Lino Selvatico - il “Boldini Veneto” - campione del ritratto alla moda di primo ’900, tra Venezia, Milano e l’Europa, di cui proprio quest’anno ricorre il centenario della morte. Corona il tutto una selezione di prim’ordine l’eccezionale presenza dei più importanti capolavori dell’opitergino Alberto Martini, precursore del surrealismo e ritrattista dall’atmosfera magica. Corona una selezione di prim’ordine l’eccezionale presenza dei più importanti capolavori di Alberto Martini, precursore del surrealismo e ritrattista dall’atmosfera magica. Attraverso un percorso suggestivo, l’esposizione, a cura di Fabrizio Malachin - direttore dei Civici Musei Trevigiani, guiderà i visitatori tra grandi dipinti e sculture, in gran parte capolavori assoluti, concessi alla mostra da più di cinquanta istituzioni, musei e collezioni pubbliche e private, insieme a disegni, sculture e affiches - dal trevigiano Museo Nazionale della Collezione Salce. Insieme alle magnifiche opere verrà esposta anche tutta una ricca serie di oggetti: abiti, ventagli, cappellini d’epoca che contribuiranno a portare in scena gli anni della Belle Époque. Una rappresentazione certo parziale, in quanto restituisce l’immagine di una parte della società minoritaria e privilegiata, quella protagonista del bel mondo, della mondanità, dei salotti alla moda e della “joie de vivre”, che gareggiava per posare di fronte ai pittori più in voga, ma non una semplice passerella di belle donne e di straordinaria pittura. “Donna in scena” è una mostra che ci porta a riscoprire, rivivere, e sognare, il fascino di un’epoca, proiettata verso la modernità, ma anche decadente e sensualmente romantica.

Il progetto nasce dalla recente acquisizione da parte dei Musei Civici di Treviso dell’ampio nucleo di opere (dipinti, bozzetti, disegni, incisioni, schizzi e lavori giovanili e preparatori) di proprietà della famiglia dell’artista Lino Selvatico, in forma di comodato gratuito e, in parte, di donazione. Si tratta di oltre 50 dipinti e circa 300 opere grafiche, a cui si aggiungono stampe e fotografie usate dall’artista per studio e soprattutto l’archivio privato del pittore, costituito da 25 faldoni di documenti, diari e manoscritti, per lo più inediti, fotografie di famiglia, l’archivio personale e la biblioteca personale di 1200 volumi. Questo nucleo non è attualmente esposto, ma in occasione della mostra sarà effettuata una scelta dei migliori pezzi che saranno presentati per la prima volta.

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Mostre

ARTE E CULTURA

MILANO, MUDEC FINO AL 30 GIUGNO 2024

PICASSO. LA METAMORFOSI DELLA FIGURA

Si potrà visitare fino al 30 giugno la grande esposizione italiana che chiude le celebrazioni del 50° anniversario della morte di Pablo Picasso, frutto di un ambizioso progetto svolto in collaborazione con tutti i principali musei spagnoli che possiedono le opere più importanti del Maestro. Una mostra che indaga la ricchissima opera dell'artista alla luce del suo amore per l’arte primitiva. Picasso

non considerava come ‘primitiva’ l'arte che lo ispirava, che muoveva la sua mente creativa in un desiderio inarrestabile di aprire nuove strade, non vedeva un ‘prima’ e un ‘dopo’ nell'arte, non c’era un’arte “altra”, “diversa”. Egli la concepiva come un “Tutto senza tempo”, come spesso amava sottolineare: «Non c’è né passato né futuro nell’arte. Se un'opera d'arte non può vivere sempre nel presente, non ha significato». Pablo Picasso mostrò sempre un profondo rispetto per le manifestazioni

artistiche di altre culture e di altri tempi e seppe, più di ogni artista della sua generazione, comprenderle e reinventarle con il nobile scopo di dare un impulso e un nuovo percorso di esplorazione all'arte universale. La mostra è prodotta da 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE e promossa dal Comune di Milano-Cultura, con Fondazione Deloitte come Institutional Partner. L’esposizione, curata da Malén Gual, conservatrice onoraria del Museo Picasso di Barcellona insieme a Ricardo

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A cura di ALDO MARTINI

Ostalé, presenta oltre quaranta opere del Maestro spagnolo, tra dipinti, sculture, insieme a 26 disegni e bozzetti di studi preparatori, del preziosissimo Quaderno n. 7 concesso per la mostra dalla Fondazione Pablo Ruiz PicassoMuseo Casa Natal di Malaga. Seguendo il fil rouge costante della ricerca e dello studio della forma, il percorso, in parte cronologico, è suddiviso in sei sezioni.

Uno sguardo verso altre culture (1906)

La mostra si apre con l’anno 1906, cruciale nell’opera di Picasso, poiché corrisponde alla scoperta dell’arte di altre culture, come quella egizia, iberica e l’arte tribale, chiamata in quel periodo “arte nera”. Queste scoperte lo portano a ripensare il modo in cui rappresentare la figura umana, lontano dai canoni occidentali. La sezione è arricchita da fotografie di opere collezionate da Picasso e dei suoi studi affollati di sculture e maschere. Les Demoiselles d’Avignon (1906-1907)

Questa sezione si concentra sull’opera rivoluzionaria di Picasso

Les Demoiselles d’Avignon del 1907, in particolare sui suoi studi preparatori e il successivo passaggio al Cubismo. In mostra è presente un taccuino del 1907 - il cosiddetto Quaderno n. 7 - proveniente dalla Fondazione Pablo Ruiz Picasso – Museo Casa Natal, in cui vengono presentati 26 fogli che ospitano disegni e schizzi preparatori della grande opera; nonché il magnifico dipinto Femme

Nella pagina a fianco: Chéri Samba, Quand il n'y avait plus rien d'autre que...; L'Afrique restait une pensée, 1997, Signé et daté, Acrylique et collage sur toile, 81.5 x 101.5 cm; a destra: l’allestimento della mostra

Nue, in prestito dal Museo del Novecento di Milano. Entrambi, insieme ad alcune maschere africane sono il fulcro della sezione e rappresentano il cuore dell’intero percorso espositivo.

Cubismi (1908-1927)

Picasso non limitò la sua rivoluzione plastica a meri aspetti formali, cercando un'arte non imitativa ma figurativa, lontana dai canoni rappresentativi ma non astratta, stabilendo un nuovo movimento di segni senza referente né identità fissa. Dopo il suo cosiddetto periodo "primitivista", l'artista, insieme a Braque, creò il Cubismo, che assorbì le influenze della statuaria iberica, delle maschere e delle sculture africane e del geometrismo di Cézanne. In questa terza sezione si esaminano opere di Picasso dal 1908 al 1917 che mettono in luce il dialogo tra il Cubismo e le influenze delle sculture e delle maschere africane. Dagli anni ’20 alla Seconda Guerra Mondiale

Dopo la Prima Guerra Mondiale, Picasso abbandona il Cubismo come movimento e ritorna alla rappresentazione classica. Tuttavia, il

contatto con i poeti surrealisti fa sì che Picasso, che durante tutta la sua vita aveva nella sua collezione personale statue iberiche, stampe giapponesi o sculture africane e oceaniche, torni a interessarsi delle culture extraeuropee e a catturarne la magia nella realizzazione delle sue opere pittoriche e scultoree. Questa quarta sezione svela dunque la permanenza nell'opera di Picasso degli stilemi formali ereditati dall'arte dei popoli africani. Metamorfosi della figura

Molti esperti chiamano "metamorfosi" le creazioni di Picasso a partire dal 1925 e fino alla fine della sua vita. Questa classificazione include tutte le rappresentazioni di forme morbide o tettoniche, biomorfe o massicce, organiche e casuali, non imitative e decisamente lontane dall'illusione e dalla rappresentazione mimetica. In questa sezione sono esposte opere di Picasso tra il 1930 e il 1970, distanti dalla rappresentazione geometrica, molto più morbide, in cui gli elementi delle figure vengono strappati e rimodellati, mescolati e distorti, trasformati in forme lontane dalla rappresentazione diretta, ma riconoscibili come elementi umani. Picasso e l’arte africana: un’attrazione reciproca

La sesta e ultima sezione della mostra si concentra sull’importanza che gli artisti africani contemporanei attribuiscono a Picasso. Per esempio, le opere esposte di artisti come il beninese Romuald Hazoumè, Gonçalo Mabunda e Cheri Samba dimostrano il riconoscimento di Picasso come il principale interprete dei fondamenti espressivi del continente africano. Questo dialogo interculturale e intergenerazionale sottolinea ancor più l’importanza dell’opera di Picasso.

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Mostre
Ph. Carlotta Coppo

ROMA - TEATRO AMBRA JOVINELLI 17-28 APRILE 2024

CYRANO DE BERGERAC

A cura di ALDO MARTINI

Non aspettatevi spadaccini guasconi e duelli: il Cyrano de Bergerac di Arturo Cirillo è un musical che parla d’amore. Musica e parole danno voce alla commovente storia d’amore dell’uomo che, a causa di un naso che “di un quarto d’ora ovunque lo precede”, si considera indegno di essere amato. Innamorato della cugina Rossana, ma vergognandosi del proprio aspetto, preferisce nascondere i sentimenti che prova facendo declamare i suoi meravigliosi versi d’amore a Cristiano, piacente giovane per il quale la cugina sospira. A indossare il nasone di Cyrano - personaggio ispirato a uno scrittore seicentesco realmente esistito, Savinien Cyrano de Bergerac - è il regista partenopeo Arturo Cirillo, di recente insignito del premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro (come regista e attore del ‘Cyrano’). Al primo incontro con il guascone spadaccino il Cirillo aveva 14 anni. Il teatro Politeama in cui veniva rappresentata la commedia - in una versione scritta da Riccardo Pazzaglia e musicata da Domenico Modugno - era a pochi passi da casa. Modugno era Cyrano, Catherine Spaak una vibrante Rossana e Paolo Malco un appassionato Cristiano. Cirillo ci andò due volte. Il Cyrano vede in scena oltre a Cirillo, anche Rosario Giglio, Francesco Petruzzelli, Irene Ciani, Giulia Trippetta e Giacomo Vigentini. Scene di Dario Gessati, costumi di Gianluca Falaschi, disegno luci di Paolo Manti, musica originale di Federico Odling. Lo spettacolo ha inoltre ottenuto numerose candidature ai Premi Ubu (regia e costumi) e al Premio Hystrio Twister come miglior spettacolo dell’anno. «Andare con il ricordo ad un musical da me visto da ragazzino a Napoli, nell’ancora esistente Teatro Politeama - racconta Cirillo - è stato il primo moto di questo nostro nuovo spettacolo. Il musical in questione era il “Cyrano”

tratto dalla celeberrima commedia di Rostand. Riandare con la memoria a quella esperienza di giovane spettatore è per me risentire, forte come allora, l’attrazione per il teatro, la commozione per una storia d’amore impossibile e quindi fallimentare, ma non per questo meno presente, grazie proprio alla finzione della scena. Lo spettacolo che almeno trentacinque anni dopo porto in scena non è ovviamente la riproposizione di quel musical (con le musiche di Domenico Modugno) ma una continua contaminazione della vicenda di Cyrano di Bergerac, accentuandone più il lato poetico e visionario e meno quello di uomo di spada ed eroe della retorica, con delle rielaborazioni di quelle musiche, ma anche con elaborazioni di altre musiche, da Èdith Piaf a Fiorenzo Carpi. Un teatro canzone, o un modo per raccontare comunque la famosa e triste vicenda d’amore tra Cyrano, Rossana e Cristiano non solo attraverso le parole ma anche con le note, che a volte fanno ancora di più smuovere i cuori».

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ARTE E CULTURA/T
www.sunrise-resorts.com

Valentino

A cura di PATRIZIA COLOMBO

«Non tutte le storie hanno un inizio ed una fine, alcune vivono una specie di eterno presente che brilla di una luce intensa, così forte da non lasciare ombre. Sono stato in questa azienda per 25 anni, e per 25 anni sono esistito ed ho vissuto insieme alle persone che con me hanno intessuto le trame di questa storia bellissima che è mia e nostra».

Scrive così Piccioli sul suo profile Instagram per annunciare la fine della collaborazione con la Maison Valentino dopo venticinque anni. La storia del designer romano presso l'atelier di Piazza Mignanelli è un racconto fatto di sogni e di poesia, un percorso costellato di successi e di momenti speciali che difficilmente dimenticheremo.

Era il 2016 quando venne nominato Direttore Creativo; ma se facciamo un passo indietro, risale al 1999 il suo ingresso all'interno dell'azienda come responsabile degli accessori insieme a Maria Grazia Chiuri, dal 2016 direttrice creativa della Maison Dior (loro l’idea della borchia Rockstud). Gli anni di direzione creativa hanno valorizzato un'eleganza senza tempo, che lui ha saputo rendere contemporanea mettendola in dialogo con una nuova generazione, nuovamente innamorata di Valentino. Pierpaolo Piccioli si sarà anche allontanato da Valentino ma non dai manuali di storia della moda e, soprattutto, non dai nostri cuori.

«Siamo troppo giovani per esser già senza sogni».

Grazie Pierpaolo, ti aspettiamo presto.

Alessandro Michele prenderà la direzione creativa. La sua collezione di debutto per il marchio sarà quella per la Primavera-Estate 2025.

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Ph. Michael Bailey GatesCourtesy of Valentino Spa
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Collezione A/I 23-24 Collezione A/I 22-23 Collezione P/E 2024 Collezione P/E 2024 Haute Couture Collezione A/I 23-24 Haute Couture Collezione A/I 22-23 Haute Couture

TENDENZE P/E 2024

Le borse della Primavera/Estate 2024 stanno abbandonando il formato mini in favore di modelli ampi e capienti, in grado di contenere tutto il necessario e non solo. Gli stilisti hanno riproposto shopping e tote bag, capienti ed essenziali, per essere abbinate un po' con tutto, ma anche modelli con lavorazioni particolari (come intrecci e ricami) per l’abbinamento alle mise da sera. Le sneakers invece, nel 2024 sono al centro di look minimalisti che vanno dal casul al quiet luxury, fino a sfiorare l'immagine della “rich mum”. Dopo decenni di tacchi altissimi, anche sotto i “zero” gradi, c'è chi ha deciso di scardinare ogni regola per introdurre comodità e versatilità, per interpretare le nuove esigenze.

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A cura di PATRIZIA COLOMBO Prada Ferragamo Dolce & Gabbana
Bottega Veneta
Tod's Emporio Armani
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Adidas Gazelle
New
Adidas Samba Wales Bonner
Balance
Puma Palermo

La Primavera finalmente è arrivata e come sempre porta con sè tanti cambiamenti e novità nell’ambito del trucco e dei cosmetici per noi donne e non solo. Con la primavera torna la voglia di usare (e osare con) i colori, riaccendendo il viso e dando più energia e vivacità al trucco. Non vediamo l’ora di svelarvi quali saranno le tendenze make-up di questa nuova stagione!

PENHALIGON'S AlUla

Eau De Parfum

Una pozione magica che si rivela attraverso ampi deserti di zafferano, un'oasi di prugna succulente si irradia con un patchouli che profuma la strada ad un'incenso aromatico mentre ventate di morbida vaniglia sussurrano all'orizzonte. Le palme si protendono verso il cielo, più alte dell'incenso, accanto a un monolite di spezie e tabacco che resta intriso nel cielo.

AUGUSTINUS BADER

THE BODY CREAM

Crema corpo

Una ricca e lussuosa crema per il corpo che idrata intensamente e aiuta a combattere i segni dell'invecchiamento. Grazie a 30 anni di ricerca e innovazione, il professor Augustinus Bader, uno dei maggiori esperti mondiali di medicina rigenerativa, ricerca sulle cellule staminali e salute della pelle, ha formulato questa crema corpo ricca, lussuosa e intensamente idratante.

GUCCI GLOSS À LÈVRES

Lucidalabbra rimpolpante

Gucci Beauty è un lip gloss che dona all’istante un effetto rimpolpante a lunga tenuta con un finish luminoso. Idratate e lucide a lungo, le labbra appaiono levigate e piene. Disponibile in 6 tonalità, dal trasparente al rosa e al marrone, questo lip gloss dona alle labbra un delicato velo di colore in grado di sublimare tutti gli incarnati.

DIEGO DALLA PALMA

MYPUSHUPTOY LASH PRIMER

Trattamento ciglia

HERELLE

TECLA SIERO GEL - OIL

Un elisir super nutriente e dall’assorbimento rapido che idrata in profondità e mantiene la pelle ricca e lucente. Ammorbidisce e dona brillantezza a pelle e capelli.

AMARANTA CREMA

IDRATANTE

Una ricca crema idratante con un emulsionante biomimetico che ha come obiettivo migliorare il tono della pelle, donare lucentezza e idratazione a lungo e prevenire i segni dell’età.

Una sola passata di MyPushUpToy lash primer e le tue ciglia saranno subito volumizzate e allungate. Applicato come primer prima del tuo mascara abituale, ne migliora tenuta e performance, senza sbavature. Non solo un primer, ma anche un mascara colorato! Usalo da solo come mascara blu per un effetto pop.

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RUOTE & MOTORI

PICCOLA, LUSSUOSA ED ECOLOGICA: LA NUOVA LEXUS LBX

A cura di LUCA MEDICI luca@my-home.biz

Non si era mai vista una Lexus così piccola! Compatta, appena 4,19 metri la sua lunghezza, 13 cm più corta della Lexus CT che, almeno fino ad ora, è stata la Lexus più “tascabile”. La nuova LBX è un concentrato di tutta l’esperienza della casa che, da oltre 30 anni, è un punto di riferimento nel panorama automobilistico premium. La nuova B-Suv punta in alto, non solo tecnologicamente parlando, ma anche a livello di volumi di vendita, l’obiettivo è fissato a 24 mila unità del 2024 solo in Europa. Costruita sulla collaudata piattaforma GA-B, la stessa della Toyota Yaris Cross, la LBX ha un passo allungato di due centimetri, uno sbalzo posteriore più corto di due e offre carreggiate più larghe di ben sei centimetri. Il linguaggio stilistico punta su un design accattivante, ma

non esagerato, che offre al pubblico un inedito design che anticipa le future Lexus. Le forme sono arrotondate e danno la sensazione di guardare un’auto più grande, rassicurante e ben piantata a terra. La piattaforma GA-B è stata modificata per garantire un feeling di guida maggiore, sono state modificate anche le regolazioni degli ammortizzatori ed è stata curata maggiormente l’insonorizzazione, con ampio utilizzo di materiali fonoassorbenti, rendendo la baby Lexus molto silenziosa. Sotto il cofano troviamo una certezza, il famoso powertrait full hybrid made in Toyota che, per la LBX è stato perfezionato per una guida ancora più fluida e risparmiosa. Il motore anteriore trasversale a benzina ha una cilindrata pari a 1.490 cm3, una potenza totale (sistema ibrido più sistema termico) di ben 136 CV (pari a 100 kW) e

una velocità massima di 170 km/h. Pensate che la casa dichiara una percorrenza di ben 21,3 km/l ed emissioni di CO2 pari a 107 g/km, dati eccezionali che strizzano l’occhio all’ecologia, ma soprattutto che rendono meno frequenti le soste dal benzinaio. I prezzi sono da vettura premium, si parte da circa 38mila euro per l’atmosfera Elegant (gli allestimenti della LBX si chiamano atmosfere) per arrivare a circa 42.500 euro per la Cool con la possibilità di avere anche la versione con trazione integrale (2.000€ in più). Prezzi non proprio popolari, ma assolutamente in linea con la qualità costruttiva proposta, inoltre, anche nella versione di accesso alla gamma, troviamo un allestimento completo, anche al reparto sicurezza. Se abbiamo già accennato in apertura al design della carrozzeria, curato sotto ogni profilo, compreso

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quello aerodinamico, il design interno e le finiture generali sono il vero fiore all’occhiello di questa Lexus. Materiali soft touch, rivestimenti in pelle sulla plancia e sui pannelli porta, qualità elevata anche nei dettagli secondati, maniglie con apertura elettrificata, infotainment da 9,8 pollici, cruscotto con pannello digitale da 12,3 pollici, connessione per smartphone Android e Apple, ricarica wireless, clima automatico bizona, prese UsbC, pacchetto ADAS di ultima generazione e comandi vocali, questo è solo un breve elenco di ciò che offre la LBX, ma c’è molto di più. Il design della plancia è semplice, elegante, con poche linee e che restituisce la sensazione di essere avvolti dall’abitacolo. I rivestimenti in pelle, a scelta, sono proposti anche nella versione “eco” e l’ergonomia del posto guida si adatta be-

ne a tutti i guidatori, anche quelli più alti. L’abitabilità anteriore è buona, leggermente meno quella posteriore anche se va detto che la sensazione è quella di luminosità e spazio. Il baule, con portellone ad apertura automatica, conta su 332 litri, non molti, ma ben sfruttati grazie al disegno dei pannelli. Durante i tragitti urbani ed extraurbani si sente la predominanza del motore

elettrico, la guida è molto fluida e le doti della trasmissione e-Cvt si fanno sentire. Sicuramente è un’auto inedita, sicura e molto ben equipaggiata, che farà parlare di sé non solo per la sua qualità costruttiva, ma anche per le sue doti dinamiche e per la sua guida ecologica, una cittadina che si presta volentieri anche a lunghi viaggi, coccolati da tanta qualità e tecnologia.

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LBX
Lexus

DESIGN

Frau è sinonimo di Made in Italy, quello fatto bene, quello che ancora trasmette artigianalità e finiture curate, quel “fatto bene” caratterizzato dal connubio di materiali eccellenti e finiture d’altri tempi. La poltrona Vanity è un’icona, nell’immaginario collettivo quando si dice poltrona, si pensa subito a lei. Ufficialmente denominata “modello 904” ma conosciuta, dal 1984, come Vanity Fair, questa seduta è divenuta nel tempo l’emblema stesso di Poltrona Frau. Il progetto, entrato in produzione nel 1930, pare sia stato rielaborato a partire dai disegni lasciati da Renzo Frau alla moglie Savina. La configurazione fortemente volumetrica della poltrona Vanity Fair l’ha portata a essere una delle icone universalmente riconosciute del design italiano. Oggi è disponibile anche in versione“baby”, due terzi esatti rispetto all’originale. La versione baby trasmette l’irresistibile fascino del modello originale e le sue forme piene e tondeggianti, quasi da disegno animato, si sposano bene con gli ambienti dedicati ai più piccini, ma soprattutto è ergonomicamente perfetta per il pubblico dei bambini. La poltrona Vanity Fair ha la struttura portante in massello di faggio stagionato. L’imbottitura utilizza sia crine vegetale modellato a mano che crine gommato e il cuscino della seduta è in piuma d’oca. Il comfort è eccezionale! Sedile, schienale e braccioli hanno molleggio ottenuto con molle biconiche in acciaio, legate a mano e fissate su cinghie di juta. Una fila di chiodini rivestiti in pelle rifinisce il retro e i fianchi della poltrona. Il rivestimento può essere in Pelle Frau® o in tessuto. Serie a tiratura numerata con targa dorata a bagno galvanico 24 Kt.

Bella, elegante e senza tempo, si adatta a innumerevoli ambienti, ma soprattutto è capace di caratterizzare lo spazio intorno a lei. Misura 94 cm di larghezza, 99 cm di altezza schienale, 91 cm di profondità e si può abbinare al suo pouf che misura 68 cm x 50 cm con un’altezza di 42 cm. Si può rivestire in pelle oppure in tessuto e la scelta cromatica è veramente ampia, difficile offrire di più. Questa splendida poltrona è stata utilizzata in diverse produzioni cinematografiche, ma non solo, è presente presso hotel di lusso e location prestigiose, quasi a voler sottolineare, con la sua eleganza, il rapporto con un lusso sempre contemporaneo. Un evergreen del design italiano che, oggi come 94anni fa, regala relax e bellezza.

VANITY L’ICONICAFAIR, POLTRONA FRAU

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A cura di LUCA MEDICI
luca@my-home.biz

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APRILE

FIORI D’ACCIAIO

2-14 Aprile: Manzoni

Un gruppo di donne dall’età e dai caratteri completamente diversi si ritrovano in un salone di bellezza, tra pettegolezzi e i vari alti e bassi della vita. Storie di donne, grandi figure femminili che crescono, sbagliano, si confrontano, amano, odiano, combattono e qualche volta muoiono.

GIORNI FELICI

2-19 Aprile: Elfo Puccini - Sala Fassbinder

Elena Russo Arman e Roberto Dibitonto sono i protagonisti di questa pièce teatrale di Samuel Beckett. La vita scorre inesorabile, le gioie e i dolori, i ricordi, gli amori e le paure attraversano le parole dei suoi testi, in particolare Giorni felici, come una rapidissima corsa in bicicletta in una giornata d’estate.

L'UOMO PIÙ CRUDELE DEL MONDO

3-7 Aprile: Franco Parenti - Sala Grande

Lino Guanciale e Francesco Montanari in un thriller psicologico tra vittima e carnefice. In un susseguirsi di serrati dialoghi emergeranno le personalità dei due personaggi e il loro passato, fino a un finale che ribalterà ogni prospettiva.

LA MADRE

9-14 Aprile: Carcano

Florian Zeller indaga con estrema acutezza il tema dell’amore materno e le possibili derive patologiche a cui può condurre. La partenza del figlio, ormai adulto, viene vissuta dalla donna come un vero e proprio tradimento, a cui si aggiunge una decadenza dell’amore coniugale in atto da tempo.

INDAGINI LIVE

10-19 Aprile: Degli Arcimboldi

“Indagini Live” è lo spettacolo con cui il giornalista e scrittore Stefano Nazzi porta dal vivo il suo celebre podcast in tour nei principali teatri italiani. Nazzi si è sempre occupato di cronaca per importanti testate, seguendo i casi più conosciuti e di maggiore risonanza, ma anche vicende meno note.

PIGIAMA PER SEI

16-28 Aprile: Manzoni

Il trionfo della commedia degli equivoci con un cast d’eccezione: Laura Curino, Antonio Cornacchione, Max Pisu, Rita Pelusio. Il più classico dei triangoli: lui, lei, l’altra. Un intreccio ricco di capovolgimenti di ruoli, colpi di scena assicurati.

PERFETTA

20-21 Aprile: Lirico Giorgio Gaber

Lo spettacolo di Geppi Cucciari è un esilarante monologo teatrale che racconta un mese di vita di una donna attraverso le quattro fasi del ciclo femminile. Una donna che conduce una vita regolare, scandita da abitudini che si ripetono ogni giorno, e che come tutti noi lotta nel mondo.

VLAD DRACULA

23-28 Aprile: Nazionale

Ario Avecone firma quest’opera innovativa, a metà strada tra prosa e musical, che si serve di una drammaturgia di tipo cinematografico. Un testo originale accompagnato da musiche e canzoni inedite. Una storia esclusiva, ispirata all’opera di Bram Stoker ma che respira di una sua modernità.

A TEATRO MILANO
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LA RONDINE

Dal 4 al 20 aprile 2024

Giacomo Puccini

Direttore: Riccardo Chailly | Regia: Irina Brook

Riccardo Chailly prosegue la sua ricognizione del catalogo pucciniano nell’anno del Centenario con uno dei titoli meno frequentati del compositore. Opera di lunga e difficile gestazione, La rondine nasce dalla proposta di comporre un’operetta avanzata al compositore dal Carltheater di Vienna nel 1914: successivi ripensamenti e avvenimenti esterni, tra cui lo scoppio della Prima guerra mondiale, portano a trasformare il progetto, che vede la luce a Monte-Carlo nel 1917. La natura ambigua dell’opera ne ostacolò la ricezione, ma questa partitura di struggente, disperata malinconia celata sotto una superficie di sublime raffinatezza fu ben compresa per esempio da Gianandrea Gavazzeni, che la diresse nel 1994. Questa nuova produzione si avvale della sensibilità registica di Irina Brook e di alcune delle migliori nuove voci italiane: Mariangela Sicilia come Magda, Matteo Lippi come Ruggero e Giovanni Sala come Prunier.

LA RONDINE APPUNTAMENTI

Aprile: Gi4|9|12|14|20 h20; Do7 h14:30

Opera + Guillaume Tell Me3|6|10 h18:30

+ Cavalleria Rusticana/Pagliacci | Prime delle Prime Gi11 h18

CAVALLERIA RUSTICANA / PAGLIACCI

Dal 16 Aprile al 5 Maggio 2024

Pietro Mascagni / Ruggero Leoncavallo

Direttore: Giampaolo Bisanti | Regia: Mario Martone

Ci sono casi fortunati in cui una lettura registica innovativa è in grado di riproporre un intero repertorio sotto una nuova luce: è stato il caso del percorso di Mario Martone attraverso il verismo, con spettacoli come La cena delle beffe, Andrea Chénier e Fedora. Primo passo di questo cammino è stato il dittico formato da Pagliacci di Ruggero Leoncavallo e Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni, affrontato nel 2011 con essenzialità e realismo. Questo spettacolo ormai storico torna con la direzione sicura di Giampaolo Bisanti e un grande cast in cui spiccano Elīna Garanča come Santuzza, Brian Jagde come Turiddu, Irina Lungu come Nedda, Fabio Sartori come Canio e Amartuvshin Enkhbat come Tonio e Alfio.

CAVALLERIA RUSTICANA / PAGLIACCI APPUNTAMENTI

Aprile: Ma16|18|21|23|26|30 h20; Do28 h14:30

Maggio: Gi2 h20; Do5 h14:30

Balletto + Gala Fracci Ve19 h20 Concerti + Filarmonica della Scala/Myung-Whun Chung Lu8 h20 + Percussionisti della Scala Do7 h11

A cura di Ramtin Ghazavi
A TEATRO MILANO
ALTRI APPUNTAMENTI DI APRILE
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MIRANDA JULY: NEW SOCIETY

Osservatorio Prada | Fino al 14 Ottobre 2024

Fondazione Prada presenta la prima esposizione museale dedicata all’opera dell’artista, regista e scrittrice americana Miranda July, che ripercorre la sua carriera trentennale dagli anni ’90 a oggi, presentando cortometraggi, performance e installazioni. Come afferma la curatrice Mia Locks, «Il lavoro di July prende in esame una serie di relazioni umane e forme di intimità. Mettendo in discussione le gerarchie consolidate e le dinamiche di potere convenzionali, l’artista assume una posizione dichiaratamente femminista che attraversa i diversi media che ha utilizzato nella sua carriera». La mostra, accompagnata da una retrospettiva della filmografia dell’artista al Cinema Godard della Fondazione Prada, è un’occasione unica per conoscere l’ampia produzione artistica di July. www.fondazioneprada.org

DE NITTIS. PITTORE DELLA VITA MODERNA

Palazzo Reale | Fino al 30 Giugno 2024

Palazzo Reale celebra il talento di Giuseppe De Nittis esponendo circa 90 dipinti provenienti da collezioni pubbliche e private, italiane e straniere, con lo straordinario nucleo di opere conservate alla GAM di Milano e una selezione dalla Pinacoteca di Barletta che ne conserva un eccezionale numero a seguito del lascito testamentario della vedova Leontine De Nittis. La mostra intende esaltare la statura internazionale di un pittore che è stato, insieme a Boldini, il più grande degli italiani a Parigi, dove è riuscito a reggere il confronto con Manet, Degas e gli impressionisti, con cui ha saputo condividere, pur nella diversità del linguaggio pittorico, l’aspirazione a rivoluzionare l’idea stessa della pittura, scardinando una volta per sempre la gerarchia dei generi per raggiungere quell’autonomia dell’arte che è stata la massima aspirazione della modernità. www.palazzorealemilano.it

PICASSO. LA METAMORFOSI DELLA FIGURA

Mudec - Museo delle Culture | Fino all’8 Settembre 2024

Picasso non considerava come ‘primitiva’ l'arte che lo ispirava, che muoveva la sua mente creativa in un desiderio inarrestabile di aprire nuove strade, non vedeva un ‘prima’ e un ‘dopo’ nell'arte, non c’era un’arte “altra”, “diversa”: Picasso la concepiva come un Tutto senza tempo. Pablo Picasso mostrò sempre un profondo rispetto per le manifestazioni artistiche di altre culture e di altri tempi e seppe, più di ogni artista della sua generazione, comprenderle e reinventarle con il nobile scopo di dare un impulso e un nuovo percorso di esplorazione all'arte universale. Il Mudec propone al pubblico di leggere la ricchissima produzione dell’artista - dalle opere giovanili fino alle più tarde - alla luce del suo amore per le fonti artistiche ‘primigenie’, per l’‘arte primitiva’, e racconta questa costante rielaborazione intellettuale e l’eredità artistica della sua visione. www.mudec.it

GIOVANNI BELLINI. IL COMPIANTO DAI MUSEI VATICANI. QUATTRO ARTISTI CONTEMPORANEI IN DIALOGO CON UN CAPOLAVORO Museo Diocesano Carlo Maria Martini | Fino all’11 Maggio 2024 In esposizione la preziosa tavola realizzata da Bellini intorno al 1475, che in origine costituiva la cimasa per la pala dell’altare maggiore della Chiesa di San Francesco a Pesaro. Si tratta di uno dei massimi capolavori della pittura italiana, che segna la maturità del pittore e sigla il suo ruolo di caposcuola della pittura veneziana. La mostra si completa con una sezione intitolata Davanti a Bellini. Quattro artisti contemporanei in dialogo con un capolavoro, realizzata in collaborazione con Casa Testori e curata da Giuseppe Frangi, che presenta le opere di quattro autori contemporanei - Letizia Cariello, Emma Ciceri, Francesco De Grandi e Andrea Mastrovito - che si sono confrontati con il capolavoro belliniano, riflettendo sui temi suggeriti dall’opera, per testimoniare quanto la tavola del maestro veneziano sia in grado di toccare al cuore artisti del nostro tempo. www.museodiocesano.it

IN MOSTRA MILANO
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SAMUELE BERSANI

Martedì 2 + 20 aprile: Teatro degli Arcimboldi

Una scaletta inedita coprirà diverse sfaccettature del repertorio trentennale di Bersani: dalle grandi hit fino ai brani del suo ultimo album Cinema Samuele (vincitore della sua quinta Targa Tenco).

THE KOLORS

Mercoledì 3 Aprile: Forum di Assago

Dopo il successo internazionale della scorsa estate di Italodisco, la band capitanata da Stash sarà a Milano per il suo primo live al Forum di Assago, per rivivere l’intero percorso dagli esordi fino ad oggi.

ROBERTO VECCHIONI

Domenica 7+8 Aprile: Teatro Dal Verme

Il cantautore torna a Milano con il suo L’Infinito Tour. La prima parte dello spettacolo sarà dedicata ai brani del nuovo album per poi lasciare spazio ad alcuni classici del suo repertorio.

AMEDEO MINGHI

Sabato 13 aprile: Teatro degli Arcimboldi

Il cantautore romano torna in concerto con la tournée teatrale celebrativa “40 anni da 1950” e presenta anche alcuni brani inediti del suo nuovo album, in uscita il prossimo autunno.

ANGELINA MANGO

Mercoledì 17 Aprile: Fabrique

La vincitrice di Sanremo 2024 è pronta a tornare live con un tour che la vedrà portare on stage un nuovo racconto di sé per mostrare la sua evoluzione personale e artistica nei principali club d’Italia.

ORNELLA VANONI

Sabato 27 aprile: Teatro degli Arcimboldi "Senza fine" è il titolo di questo evento unico, un omaggio commovente alla straordinaria carriera di una delle voci femminili più amate della musica italiana.

GIOVANNI ALLEVI

Sabato 27 Aprile: Teatro Dal Verme

Il nuovo tour del compositore e pianista Giovanni Allevi presenta live i brani della sua ultima opera musicale e della sua carriera, per pianoforte solo.

GIANLUCA GRIGNANI (21:30)

Mercoledì 3 Aprile: Alcatraz (MI)

Giovedì 18 Aprile: Ciampino |Orion (RM)

I due live di Grignani seguiranno l’uscita di un concept album intitolato “Verde Smeraldo”, già anticipato dal singolo “Tu che ne sai di me” che segna il suo ritorno agli inediti dal 2016.

SUBSONICA

Venerdì 4 Aprile: Forum di Assago (MI)

Martedì 8 Aprile: Palazzo Dello Sport (RM)

Il ritorno dal vivo della band torinese con Subsonica 2024 Tour. La tournée, organizzata da Live Nation, vedrà il gruppo torinese esibirsi sui palchi dei principali palazzetti italiani.

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MILANO MILANO IN CONCERTO

ROMA

ROMA

BOBBI SOLO (20:30)

Mercoledì 10 Aprile: Teatro Olimpico

Un’occasione imperdibile per celebrare i grandi successi di Bobbi Solo da “Una lacrima sul viso” che compie 60 anni, ai recenti singoli quali “Rubi il mio cuore” e “Mondo dove sei” usciti nel 2023.

DANIELE SILVESTRI

Giovedì 11 +12+13+14 Aprile: Auditorium Parco della MusicaSala Petrassi

Un modo speciale per festeggiare 30 anni di carriera: "Il cantastorie recidivo" è il titolo dell'evento che vede il cantautore protagonista dei 30 concerti romani che si concluderanno il 14 aprile.

SERGIO CAPUTO

Sabato 13 Aprile: Auditorium Parco della Musica - Sala Sinopoli

Sergio Caputo torna in tour insieme alla sua Big Band con 'Un sabato italiano show 40', a più di 40 anni dall’uscita di “Un sabato italiano”, album d'esordio pubblicato nell’aprile del 1983.

LEVANTE

Martedì 16 Aprile: Auditorium Conciliazione

La cantautrice Levante torna a emozionare il suo affezionato pubblico con la tappa romana del tour “Opera Futura tour” con cui celebra i suoi dieci anni di carriera.

FULMINACCI

Venerdì 4 + 5 Aprile: Fabrique (MI)

Sabato 13 Aprile: Palazzo Dello Sport (RM)

Il “Fulminacci - in Tour” sarà l’opportunità per il cantautore romano di presentare live la sua nuova musica, tra cui i singoli “Filippo Leroy”, “Tutto Inutile”, “Ragù” e “Simile”.

ANNALISA

Mercoledì 10 + 29 Aprile: Forum di Assago (MI)

Domenica 21 Aprile: Palazzo Dello Sport (RM)

Il successo di Annalisa è inarrestabile. La cantante, sempre in vetta alle classifiche con i suoi brani, è pronta per il suo nuovo tour “Tutti nel vortice Palasport”, che attraverserà l'Italia.

TONY HADLEY

Giovedì 18 Aprile: Eur Convention Center La Nuvola - Auditorium

Dopo il tour celebrativo dei 40 anni di carriera, sold out in ogni tappa italiana, Tony Hadley torna con “Mad About you”, un nuovo spettacolo accompagnato dalla sua fedele The Fabulous TH Band.

DIROTTA SU CUBA

Lunedì 22 Aprile: Auditorium Parco della Musica - Sala Petrassi Era il giugno del 1994 quando una band sconosciuta dal nome esotico e affascinante uscì in radio col brano “Gelosia”. I Dirotta Su Cuba celebrano i 30 anni di Gelosia ripercorrendo tutti i loro successi.

FABIO CONCATO

Martedì 23 Aprile: Auditorium Parco della Musica - Sala Sinopoli

Con “Il Musico Ambulante Tour” Concato propone un concerto improntato sulla musica e sulla parola, tra il serio ed il faceto, un lungo viaggio dal 1977 (anno del suo esordio discografico) ad oggi.

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APRILE 2024 • ORE 21

NON È VERO MA CI CREDO

2-7 Aprile: Vittoria

Ereditando la direzione artistica della compagnia di Luigi De Filippo, Leo Muscato inaugura questo nuovo corso partendo proprio dal primo spettacolo che ha fatto con lui, rispettando i canoni della tradizione del teatro napoletano, ma dando a questa storia un sapore più contemporaneo.

CHI È IO?

3-14 Aprile: Ambra Jovinelli

“Chi è io?” di Angelo Longoni che firma anche la regia, è una divertente commedia che va a parare su quello che alla fine vogliono in tanti: essere amati e, all’occorrenza, perdonati. Una commedia che mescola realtà, fantasia e inconscio.

CHI L’HA VISTA

4-21 Aprile: Manzoni

Quella di Isa e Ugo è una famiglia quasi perfetta. Sposati da trentacinque anni con due figli ormai grandi ma ancora molto presenti nella loro casa, i due coniugi vivono nella routine della quotidianità. Isa che si occupa sempre di tutto e di tutti, improvvisamente una sera scompare.

BOLLICINE

11-21 Aprile: Il Sistina

Il nuovo spettacolo di Max Giusti, all’insegna della comicità e del buonumore. È un Max inedito, che racconta al pubblico quello che nella vita di tutti i giorni non direbbe mai nemmeno al suo migliore amico. Confessioni a cuore aperto in un clima di festa, con le immancabili bollicine.

LE VERDI COLLINE

DELL'AFRICA

16-21 Aprile: Olimpico

Un personalissimo tributo di Sabina Guzzanti al testo “Insulti al pubblico” dello scrittore e drammaturgo austriaco Peter Handke. Un testo provocatorio e dissacrante che non racconta deliberatamente nulla, infatti, non c’è una storia, né una scenografia e nemmeno i personaggi.

A TEATRO ROMA APRILE

LA BUONA NOVELLA

16-28 Aprile: Quirino - Vittorio Gassman

Neri Marcorè si confronta con Fabrizio De Andrè in uno spettacolo di teatro canzone che fa rivivere sul palcoscenico La buona novella, album pubblicato nel 1969, in cui De André umanizza i personaggi: i protagonisti perdono sacralità sempre nel rispetto etico e religioso.

CYRANO DE BERGERAC

17-28 Aprile: Ambra Jovinelli

Come riuscire a rappresentare una commedia teatrale che racconta una storia ambientata nel seicento in chiave contemporanea, ci è riuscito Arturo Cirillo, adattamento e regia del Cyrano de Bergerac tratto dall’opera di Edmond Rostand, in scena a Roma dal 17 al 28 aprile.

INTRAMUROS

18-21 Aprile: India

Lo spettacolo affronta il tema della morte in chiave ironica e divertente attraverso un linguaggio non convenzionale del corpo, ancorato al teatro di figura e di maschera. La recitazione e le maschere si muovono con verità e leggerezza su un tessuto drammaturgico originale.

LA LOCANDIERA

19-21 Aprile: Argentina

Un grande classico goldoniano che pone per la prima volta al centro della storia e del palcoscenico una donna, coraggiosa, caparbia, capace di annientare l’aristocrazia e il mondo maschile dell’epoca: Mirandolina, interpretata da Sonia Bergamasco.

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RINO GAETANO

Museo di Roma in Trastevere | Fino al 28 Aprile 2024

Un omaggio a Rino Gaetano, calabrese di nascita ma romano d’adozione, a oltre quarant’anni dalla sua scomparsa. Un’esposizione inedita nata dalla ricerca di materiali, molti dei quali esposti per la prima volta, che documentano l’intero suo cammino artistico: documenti, foto, cimeli artistici, la raccolta dei dischi, video, strumenti musicali, oggetti, abiti di scena come l’accappatoio indossato durante il Festivalbar all’Arena di Verona e la giacca in pelle utilizzata a Sanremo, manifesti e la collezione di cappelli. Una mostra che vuole raccontare a chi lo ha amato e alle nuove generazioni, la contemporaneità e l’originalità del suo pensiero e della sua proposta musicale. Un percorso emozionante e suggestivo che fa rivivere il ricordo di una delle più belle voci della canzone italiana che con ironia e sguardo poetico ha conquistato e continua a conquistare il cuore di tutti. www.museodiromaintrastevere.it

ARCHITETTURE INABITABILI

Musei Capitolini Centrale Montemartini | Fino al 5 Maggio 2024

Un nuovo punto di vista sull’architettura, teso a scoprirne una concezione diversa da quella comunemente legata alla funzionalità abitativa. Nata dal desiderio di esplorare il fascino e la complessità di alcune architetture inabitabili in Italia, la mostra ne illustra otto esempi distribuiti su tutto il territorio nazionale attraverso una scelta di immagini che li ritraggono per tipologia, destinazione d’uso ed epoca di costruzione. Le fotografie e i filmati che le illustrano provengono in buona parte dall’Archivio Luce e da altri archivi e istituzioni. Tra le circa 150 immagini in esposizione, spiccano le foto di grandi autori italiani come Gianni Berengo Gardin, Guido Guidi, Marzia Migliora, Gianni Leone e molti altri. A livello internazionale, si segnalano le immagini di Mark Power, Sekiya Masaaki, Steve McCurry. www.centralemontemartini.org

CARLA ACCARDI

Palazzo delle Esposizioni | Fino al 9 Giugno 2024

FIDIA

Musei Capitolini | Fino al 5 Maggio 2024

La prima esposizione monografica dedicata al più grande scultore greco dell’età classica, Fidia. Una figura importantissima, quasi leggendaria, sebbene circondata da un alone di mistero: la conoscenza della sua opera si basa prevalentemente su repliche e su fonti letterarie. Protagonista dell’Atene di Pericle, il suo nome è noto a tutti per la realizzazione di opere come il Partenone e le sue decorazioni scultoree e i mitici colossi crisoelefantini dell’Atena Parthenos e dello Zeus di Olimpia, una delle sette meraviglie del mondo antico. Il suo genio creativo ha impresso un marchio indelebile nell’immaginario collettivo e continua ad essere fonte di ispirazione per i contemporanei. Un percorso straordinario nella vita e nell’attività dell’artista, con oltre 100 opere, alcune esposte per la prima volta, tra reperti archeologici, dipinti, manoscritti, disegni, installazioni multimediali.

www.museicapitolini.org

Una grande mostra antologica per celebrare Carla Accardi (Trapani 1924-Roma 2014) in occasione del centenario della sua nascita. Figura di assoluto rilievo, è stata per oltre mezzo secolo protagonista della cultura visiva italiana e internazionale. Attraverso la sua pittura ha contribuito in maniera rilevante alla nascita e allo sviluppo di nuovi modi di intendere l’opera d’arte, dall’astrattismo dell’immediato dopoguerra all’informale, dalla pittura-ambiente a un’arte segnata dalle istanze del femminismo, fino alla rinnovata joie de vivre incarnata nei dipinti negli anni ’80 e nei grandi dittici e trittici degli anni ’90 e Duemila. In mostra circa cento opere articolate in un percorso cronologico che include porzioni di allestimenti concepiti dalla stessa Carla Accardi, dedotti dalla documentazione fotografica. www.palazzoesposizioni.it

IN
MOSTRA ROMA
24oreNews 33

INTERNAZIONALI BNL D’ITALIA

A cura di CARLO KAUFFMANN

Cresce l’attesa per gli Internazionali BNL d’Italia 2024. La passione per il torneo che fa battere il cuore degli appassionati è già forte nel centro di Roma, stendardi e gonfaloni resteranno esposti nelle vie più iconiche del cuore della Capitale, che diventeranno le “vie del tennis”. L’abbraccio tra gli Internazionali BNL d’Italia e il centro di Roma, segno di una simbiosi sempre più forte tra la città e il torneo, proseguirà con mostre fotografiche che renderanno ancora più suggestiva l’atmosfera e più completa l’esperienza dell’evento lungo le vie del tennis. Occuperà due settimane nel calendario come gli Slam e avrà tabelloni da 96 giocatori e 96 giocatrici, tutti i migliori del mondo a caccia di uno dei titoli più prestigiosi nell’universo della racchetta. Come dice con orgoglio il Presidente della Federtennis Angelo Binaghi «Ci prepariamo ad accogliere un numero mai visto di persone, abbatteremo il muro delle trecentomila presenze paganti. Già, gli Internazionali BNL d’Italia stanno battendo ogni record, di spettatori, biglietti, incasso e impatto economico. Il torneo incasserà più di venti milioni di euro dalla sola biglietteria e produrrà un impatto economico sul territorio di oltre 400 milioni. Risultati eccezionali, per noi, i nostri partner e per la città di Roma, raggiunti - è bene ricordarlo - senza un euro di soldi pubblici».

ROMA, 6-19 MAGGIO 2024

Il Presidente rivolge poi «Un ringraziamento speciale allo sponsor BNL - Gruppo BNP Paribas. Con il suo supporto, peraltro, arriveremo nel 2025 a equiparare il prize money femminile a quello maschile. Un’altra importante conquista per il nostro Torneo». Il grande successo della manifestazione che negli ultimi anni (al netto del periodo della pandemia) ha battuto ogni record di pubblico e di incasso (nel 2023 gli spettatori sono stati 298.138) poggia su riferimenti molto solidi e

proiettati al futuro. In primis, il grande lavoro di rilancio del movimento tennistico da parte della FITP che fa oggi dell’Italia una delle potenze mondiali della racchetta con una nuova generazione di top players (da Matteo Berrettini e Lorenzo Sonego a Jannik Sinner e Lorenzo Musetti e altri giocatori e giocatrici) che promette di essere protagonista ai massimi livelli per almeno un decennio. Appuntamento quindi a Roma per questi attesissimi Internazionali di tennis.

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ROMA
INCONTRA

DIRITTI & DOVERI

Prof. Avv. Antonello Martinez

Studio Legale Associato

Martinez & Novebaci

www.martinez-novebaci.it

U SUCCESSIONI EREDITARIE: SEMPRE PIÙ GUERRE

na delle cose alla quale noi italiani culturalmente non prestiamo quella che dovrebbe essere l’adeguata attenzione è costituita dal pensare con esatta cognizione di causa a ciò che succederà dopo di noi e a far sì che le proprie volontà vengano rispettate in ogni ambito. La conferma di tale osservazione la si ha proprio vedendo in sempre crescente aumento le cause connesse alle eredità. Le motivazioni di tali cause sono le più disparate e vanno dalla nomina ad erede universale da parte di anziani signori a “badanti” delle più improbabili nazionalità o al letterale “scannamento” che avviene tra eredi proprio perché i testamenti sono fatti in modo lacunoso, impreciso e in molti casi privo di validità. Purtroppo, infatti, molti procedono incautamente alla stesura del cosiddetto testamento olografo, cioè quella tipologia di testamento per la cui redazione non è richiesto l’intervento del notaio ma che può essere redatto autonomamente dal testatore. Tale testamento è infatti quel tipo di testamento disciplinato all’articolo 602 del Codice civile che deve essere necessariamente e integralmente scritto, sottoscritto e datato dal testatore. La violazione di tali requisiti formali determina l’impugnabilità del testamento con la conseguenza della nullità o dell’annullabilità delle volontà testamentarie. Molte persone infatti preferiscono fare da soli non rivolgendosi ad un notaio o a un esperto avvocato affidando quindi tutti i loro beni e le loro sostanze ad un “improbabile” testamento senza però conoscere minimamente i crismi dello stesso, i principi della cd legittima e tutto quanto riguarda e costituisce i cardini propri di una successione che possa realmente andare a concretizzare le esatte volontà e gli intendimenti del de cuius. Basti pensare che moltissimi

non rispettano neanche il basilare requisito determinato dallo stesso termine “olografo”. L’olografia è infatti il primo requisito di questo genere di testamento, il cui difetto determina la nullità dello stesso, come sancito all’articolo 606 del codice civile. Il documento deve essere quindi scritto interamente a mano dal testatore e se scritto con la macchina da scrivere o stampato con il computer, anche se firmato e datato è nullo. Il legislatore fissa questa rigida norma a tutela della volontà del testatore che, qualora fosse espressa con mezzi meccanici sarebbe inevitabilmente molto più facile da alterare, mentre è evidente come sia necessario salvaguardare le volontà testamentarie prevedendo che le stesse debbano essere espresse “di pugno” con la propria grafia. Per tornare all’impressionante numero di cause che vengono quotidianamente radicate presso i vari Tribunali italiani uno degli ulteriori motivi più ricorrenti è costituito anche dai testamenti falsi che peraltro spessissimo vengono utilizzati anche da co-eredi al fine di prevalere su altri eredi e ciò malgrado la formazione o l’uso consapevole di un testamento falso sia causa della cd indegnità a succedere, salvo che colui che viene a trovarsi nella posizione d’indegno non provi di non aver inteso offendere la volontà del “de cuius”.

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Dott. Vincenzo Moscariello

B&C - Business&Consulting

Milano Roma Napoli Budapest Tirana www.businessandconsulting.it

INTERNAZIONALIZZARE: OGGI SI DEVE

In un mondo sempre più piccolo e globalizzato sono sempre di più le imprese, piccole o medio-grandi, che decidono di espandere all’estero il proprio business. Di conseguenza, in Italia così come in altri Paesi d’Europa, sempre più imprenditori con una visione della propria attività proiettata nel futuro decidono di affidarsi ad uno studio di consulenza per l’internazionalizzazione per espandere la propria attività al di fuori dei confini nazionali. In tal modo l’impresa può beneficiare di un team di professionisti preparati e aggiornati sulle varie normative vigenti nei diversi Paesi e capaci di possedere delle competenze ad ampio raggio. Internazionalizzare il proprio business significa fissare degli obiettivi specifici e disporre di una strategia che permetta il loro raggiungimento all’interno di un contesto internazionale. L’impresa deve pianificare la strategia più giusta per poter implementare un processo che possa essere quanto più possibile efficace, sicuro e organizzato, con l’intento di incrementare la propria presenza all’estero a livello commerciale. Per fare il grande passo servono determinati strumenti che solo un team qualificato di consulenti può dare in base agli obiettivi aziendali fissati. Sono skills che fanno parte del bagaglio esperienziale di professionisti che quotidianamente sanno come muoversi in questo ambito, consentendo al cliente un notevole risparmio di tempi e risorse, a fronte di una maggior probabilità di successo del percorso che intende intraprendere. Grazie alla consulenza per l’internazionalizzazione, l’impresa può affrontare in modo ottimale il proprio ingresso in determinati mercati internazionali, risparmiandosi alcuni problemi ed esplorando nuove opportunità.

Business&Consulting è una realtà aziendale nata nel primo trimestre del 2023, con sede in Ungheria, che si presenta ai suoi clienti come ponte di collegamento tra l’Italia e l’Europa orientale. Da quest’anno ha inaugurato una nuova sede a Tirana, in Albania: investire in questo Paese è un’opportunità di sicuro interesse per le aziende italiane, in quanto offre un'opportunità unica di accedere a un mercato in crescita, con vantaggi competitivi significativi come un ambiente fiscale favorevole, una posizione geografica strategica e un ampio spettro di settori di mercato. La Mission di B&C è offrire un supporto completo utile a favorire e sostenere l’intero processo di internazionalizzazione delle aziende che hanno deciso di migrare verso mercati esteri in crescita. L’Azienda fornisce un supporto volto allo studio dei mercati internazionali per garantire all’imprenditore che decide di costruire la propria azienda all’estero una consulenza strategica finalizzata all’ingresso nel mercato del Paese estero scelto, ricercando strumenti finanziari per rafforzare la società ante operazione di insediamento, agevolandone il piano di internazionalizzazione.

37 24oreNews FINANZA& FUTURO

HITECH

SAMSUNG GALAXY S24 ULTRA

Questo smartphone Android ha caratteristiche all'avanguardia che lo rendono una scelta eccellente per ogni tipo di utilizzo. Dispone di un grande display da 6.8 pollici e di una risoluzione da 3088x1440 pixel, fra le più elevate attualmente in circolazione. Le funzionalità offerte da questo smartphone sono innumerevoli e tutte al top di gamma. A cominciare dal modulo 5G che permette un trasferimento dati e una navigazione in internet eccellente, passando per la connettività Wi-fi e il GPS. L'eccellenza di questo Samsung Galaxy S24 Ultra è completata da una fotocamera con un sensore da ben 200 megapixel che permette di scattare foto di alta qualità con una risoluzione di 46330x12247 pixel e di registrare video in 8K alla risoluzione di 7680x4320 pixel. Lo spessore di 8.6mm è contenuto e rende questo smartphone molto interessante. (Prezzo: da 929€)

CUFFIE SUUNTO SONIC

Le nuove cuffie sportive a conduzione ossea di Suunto, realizzate in lega di silicone-titanio, pesano 31 grammi e sono ideali per gli sport che richiedono molto movimento e che necessitano l’uso contemporaneamente di un casco o di un cappello. Possono resistere a temperature dai 60°C a -20°C e sotto a una pioggia leggera grazie alla certificazione IP55. Oltre che per ascoltare la musica, le Suunto Sonic sono in grado di farci riprodurre chiamate vocali chiare anche in caso di vento grazie alla presenza di un algoritmo per la cancellazione del rumore e al doppio microfono. L’autonomia è di 10 ore con un tempo di ricarica di 60 minuti; bastano 5 minuti per ottenere 3 ore di riproduzione musicale. Tramite Bluetooth le cuffie Suunto possono essere abbinate ad altri dispositivi e si possono collegare all’applicazione Suunto.

(Prezzo: ca 149€)

WITHINGS BODY SCAN

Questa bilancia intelligente misura la massa grassa e muscolare in ogni parte del corpo e permette di tracciare questi parametri attraverso l'app dedicata. È dotata di tecnologie rivoluzionarie di segmentazione corporea che garantiscono livelli di precisione altissimi per individuare squilibri nella massa grassa e muscolare. Progettata anche per identificare i cambiamenti nella salute cardiovascolare, offre una varietà di misurazioni cardiovascolari a ogni pesata, tra cui un elettrocardiogramma a 6 derivazioni, misurazioni della velocità dell’onda di polso e della frequenza cardiaca in piedi. Sviluppata da un team di neurologi, Body Scan può anche monitorare la salute dei nervi, per rilevare i segni di neuropatie autonomiche periferiche, facilitare lo screening e aiutare i medici a trattare i problemi in anticipo. (Prezzo: ca 399€)

OURA RING

Negli ultimi anni la popolarità dei dispositivi indossabili è aumentata vertiginosamente, questi dispositivi consentono di monitorare la salute 24 ore su 24, 7 giorni su 7, senza sforzi. Sta infatti emergendo un nuovo fattore di forma: l'anello intelligente. Tra questi spicca l'Oura Ring, un anello elegante e minimalista dotato di sensori avanzati per monitorare il sonno, l'attività fisica, la salute del cuore e la salute generale. Anziché limitarsi a contare i passi, Oura adotta un approccio olistico, monitorando il sonno, il recupero, l'attività e la salute generale. Il design minimalista dell'anello consente un monitoraggio continuo senza ingombranti dispositivi da polso. Oura è più di un semplice fitness tracker o di un anello intelligente: è una piattaforma integrata per ottimizzare la salute personale. Disponibile in vari modelli.

(Prezzo: da 329€)

38 24oreNews

Nel 2023, grazie alla proprietà del dominio .ai, utilizzato da tantissime società che si occupano di AI, una piccola isola dei Caraibi ha guadagnato 32 milioni di dollari. Leggete il sorprendente articolo pubblicato dalla redazione LogIn del Corriere.

ANGUILLA: L'ISOLA CARAIBICA GUADAGNA MILIONI DI DOLLARI GRAZIE ALL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Anguilla è un territorio britannico d’oltremare formato da cinque piccole isole che si trova nei Caraibi, a est di Porto Rico. In questi piccolissimi pezzetti di terra, composti da scogli di corallo e calcare, abitano circa 16mila persone che vivono di pesca, turismo e intelligenza artificiale. Sì, perché nel 2023 Anguilla ha guadagnato 32 milioni di dollari proprio grazie al boom di questa nuova tecnologia, pur senza ospitare grossi server o super computer.

Tutti vogliono il dominio «.ai». A causa di un uragano di proporzioni devastanti che ha colpito le isole nel 2017, e soprattutto a causa delle restrizioni per i viaggi turistici conseguenti alla pandemia di Covid-19, Anguilla ha passato anni difficili. La soluzione per la ripresa dell'economia è arrivata da una fonte inaspettata, da due lettere - ai - che nel 1988 la ICANN (Intenet Corporation for Assigned Names and Numbers) aveva attribuito a questo territorio per occupare la loro porzione della Rete. Ogni Paese ha il suo dominio, o più precisamente il suo «dominio di primo livello nazionale» (la sigla è ccTLD) che è l'ente internazionale ha individuato, assegnato e registrato quasi quarant'anni fa: i siti web italiani finiscono con «.it», quelli francesi con «.fr», quelli americani con «.us». Quelli di Anguilla finiscono invece con «.ai». Se un ente privato, una società, vuole utilizzare questo dominio deve pagare una tassa allo stato proprietario, che vanno da 140 a migliaia di dollari. Con il boom dell'intelligenza artificiale, l'elenco è diventato sempre più fitto, fino a far guadagnare ad Anguilla una cifra pari al 10 per cento del suo Prodotto Interno Lordo. In un solo anno, hanno usato il dominio «.ai» oltre 200mila nuovi siti web. Tra cui ce n'è anche uno di Elon Musk, X.ai, il portale per

la sua nuova società che si occupa proprio di intelligenza artificiale. «Alcuni la chiamano una manna - ha detto al New York Times Ellis Webster, premier di Anguilla - noi la chiamiamo semplicemente Dio che ci sorride».

Nuovi servizi per cittadini e turisti. Il premier ha poi spiegato come intende usare questo inaspettato nuovo flusso di denaro. La sua priorità è il sistema sanitario, poi vuole finire la costruzione di una scuola e di un centro di formazione professionale. Infine, vuole aiutare la ripresa del turismo, con un ampliamento dell'aeroporto e la creazione di nuove strutture sportive e per eventi. Secondo le sue previsioni, anche il 2024 riserverà ancora qualche «sorriso di Dio», con nuovi siti che vogliono utilizzare il loro dominio nazionale. Ma non possiamo sapere quanto questo periodo economicamente positivo durerà.

39 24oreNews HITECH/ Innovazione & Futuro

VACANZE A L

Le Havre

e Havre si sta reinventando con creatività. E ripensa agli edifici della ricostruzione di Auguste Perret in chiave innovativa, immaginando nuove funzioni eco-sostenibili, favorendo i legami/contrasti con il contesto urbano nel paesaggio luminoso e marino della città. Esempiosimbolo La Halle aux poisson, l’ex mercato del pesce, ai margini del Bassin du Roy, non lontano dal Grand Quai dove Monet dipinse “Impression soleil levant”, il quadro che ha segnato l’inizio dell’Impressionismo, è diventato un luogo di vita, di scambi e di convivialità. Installazioni d’arte scandiscono la città… Per un futuro sostenibile tutto da inventare.

Passeggiate ed escursioni

Dal 2017, l’evento chiamato “Un’estate a Le Havre” offre agli artisti l’opportunità di installare opere nel cuore della città. Così è nata una collezione permanente. Per scoprirla e apprezzare l’architettura del centro ricostruito, proponiamo una passeggiata a piedi o in bicicletta. Se preferite l’escursionismo, diverse opzioni: circuiti urbani che combinano ricostruzione e vecchi quartieri o il centro ricostruito e la città alta per un ampio panorama sulla spiaggia e sull’estuario o ancora boschi e giardini. E se partiste alla scoperta dei meravigliosi giardini? Il giardino giapponese, il

giardino dedicato a Santa Teresa d’Avila, i giardini pensili nel forte ’900, offrono un panorama eccezionale sul mare, sull’estuario della Senna e sulla città. Senza dimenticare i Jardins d’Etretat dell’architetto paesaggista di fama internazionale Alexandre Grivko, un percorso complesso e accattivante di sculture vegetali.

Festival della Normandia Impressionista

Parigi, 15 aprile 1874: trentuno artisti rivoluzionari scelgono di “disertare” le regole canoniche della pittura, organizzando una mostra indipendente: la prima mostra dell’Impressionismo. 150 anni dopo la Francia si prepara a rendere omaggio a questa rivoluzione nella storia dell’arte con numerose iniziative su tutto il territorio, coinvolgendo oltre 30 città da nord a sud. Al Museo d’arte moderna André Malraux di Le Havre, si terrà dal 25 maggio al 22 settembre 2024 la mostra «150 anni dalla nascita dell’Impressionismo». Foto-

40 24oreNews
A cura di LUCIANO CRAVOTTO

Nella pagina a fianco: Grande Ecole et Tiny house de Nuit; a sinistra: Les Jardins d'Etretat; sopra: Falaises d'Etretat

grafare in Normandia, un dialogo pionieristico tra le arti 1840-1890 punta a evidenziare il ruolo decisivo svolto dalla Normandia negli esordi della fotografia. La mostra riunisce capolavori della pittura e della fotografia, dai pionieri ai più grandi nomi. Opere di pittori impressionisti provenienti dalle collezioni del MuMa o da importanti istituzioni come il Museo d’Orsay o i Musei di Belle Arti di Lione e Amiens (con Eugène Boudin, Gustave Courbet, Johan Barthold Jongkind, Claude Monet, Camille Pissarro…) insieme alle fotografie di Auguste Autin, Edmond Bacot, Hippolyte Bayard, e molti altri. Terreno di sperimentazione e innovazione per i più grandi fotografi fin dagli anni Quaranta dell’Ottocento, la Normandia è il luogo ideale per misurare l’influenza reciproca delle arti, dai primi anni di diffusione delle tecniche fotografiche, fino all’alba di una nuova era, quella del cinema e della democratizzazione della fotografia.

Il Primo Bouillon di Le Havre

Nel cuore di Le Havre, nel quartiere Danton, vi aspetta un nuovo indirizzo. Ispirato ai famosi bouillon parigini, propone una cucina stagionale utilizzando prodotti locali e un conto molto ragionevole, il tutto in un ambiente dal fascino retrò e in un’atmosfera conviviale e piacevolmente animata, rievocando la storia iconica dei bouillon parigini. Per questo nuovo locale del Gruppo Le Cèdre Hospitality l’idea è far rivivere l’atmosfera di un’epoca passata con l’energia di una Le Havre contemporanea, nel cuore di un quartiere in pieno fermento.

Jost (Joy of speaking together)

Nei pressi della stazione, nell’ex sede del Carcere del 1860, nel cuore di un quartiere in riqualificazione, JOST contribuisce al cambiamento di atmosfera e di immagine di questo settore della città risparmiato dai bombardamenti. Questo nuovo “hotel - ostello della gioventù” ibrido, multiplo e lifestyle offre 72 camere e 10 posti letto in dormitorio e unisce un vero servizio alberghiero e la cordialità di un ostello. Anche uno spazio di coworking, una “foodcourt” di stand culinari tematici, un rooftop con vista a 180°... E un luogo di festa dove si svolgeranno 200 eventi all’anno.

La Grande Ecole

Dopo aver acquistato l’ex casa del direttore della scuola Jean Macé trasformata nel 2015 in un ristorante chiamato “Les enfants sages”, Léa Lassarat ha acquisito nel 2022 l’edificio scolastico situato sullo stesso terreno. Una vecchia scuola costruita nel 1905, che oggi è diventata un luogo unico di esperienza e apprendimento dedicato alla condivisione, a due passi dal vulcano Oscar Niemeyer e ai piedi della nuovissima Torre Alta. Un giardino paesaggistico nel cortile, una “food hall” dall’atmosfera festosa, eventi professionali e privati, corsi di formazione. Questa è la Grande Ecole, una scuola come nessun’altra.

Per informazioni www.lehavre-etretat-tourisme.com

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Vincent Rustuel

AMICI A QUATTROZAMPE

I ATTENTI ALLE INSIDIE DELLA BELLA STAGIONE

n primavera le giornate diventano sempre più luminose e con temperature più gradevoli, e ci invogliano ad attività all’aria aperta insieme ai nostri amici a quattro zampe. Per un ritorno al parco in sicurezza, al riparo da pericoli e insidie, la prevenzione è fondamentale: prima di tutto è buona norma consultare il proprio veterinario di fiducia. Il primo pericolo da scongiurare durante le passeggiate al parco o una gita in campagna è sicuramente la zecca. Questo insetto, pericoloso anche per l’uomo per le malattie infettive che può trasmettere, è infatti ormai presente tanto in aperta campagna, nei boschi o nei campi, quanto nelle aree verdi delle nostre città. È quindi sempre importante fare attenzione e controllare il manto dei nostri animali, per evitare di introdurla anche nelle nostre abitazioni. La bella stagione è poi un forte richiamo per le zanzare, un fastidio non solo per l’uomo ma anche per cani e gatti. Zanzare e pappataci iniziano a diffondersi con l’aumentare della temperatura, un’insidia a cui dobbiamo prestare la massima attenzione perché sono entrambi responsabili di patologie che possono arrecare un grave danno alla salute del nostro cane ed è quindi necessario prevenire. Oggi, a causa dei cambia-

menti climatici zanzare e pappataci si espandono ovunque molto velocemente ed è quindi opportuno affrontare un percorso di protezione per quanto riguarda i cani. Si può per esempio partire dagli antiparassitari repellenti per allontanare gli insetti: parliamo di spot on (pipette con liquido da applicare sulla cute) o i collari. Quale scegliere? Parlatene col vostro veterinario che conosce il vostro cane, le sue abitudini e la soluzione migliore. Per quanto riguarda i nostri gatti, invece, le cose sono diverse. I principi attivi repellenti possono essere gravemente tossici, per loro infatti esistono prodotti appositi. Ce ne sono molti disponibili sul mercato ma per scegliere quello più adatto è sempre meglio farsi guidare dal veterinario. Ma non solo, i parassiti

sono un pericolo per entrambi, cani e gatti e le linee guida di prevenzione sono chiare: la protezione dai parassiti (pulci, zecche e parassiti interni), va fatta preferibilmente tutto l’anno anche se in questo momento è sicuramente obbligatoria. Per cani e gatti la scelta dei prodotti più indicati e il calendario ideale di somministrazione deve essere concordato con il proprio veterinario di fiducia. Come per gli umani, anche per i nostri amici pet la raccomandazione è sempre la medesima: a prescindere dalle stagioni o dall’età del nostro pet, la prevenzione è fondamentale. Sottoporre i nostri amici animali a visite periodiche e accertarsi che siano protetti, in ogni occasione da qualsiasi tipo di attacco esterno, garantirà loro una vita lunga e in salute.

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ERBARIO MAGICO

PROPRIETÀ E BENEFICI

L’ ASTRAGALO (HUÁNG QÍ)

astragalo, pianta medicinale originaria della Cina e della Mongolia, rappresenta un’erba molto importante nella medicina tradizionale cinese dove è noto anche come huáng qí, che letteralmente significa energia gialla. Nella tradizione cinese il colore giallo è associato alla milza: non a caso, quindi, nel sistema medicinale cinese, l’astragalo è indicato per i sintomi di carenza della milza, come diarrea, affaticamento, sudorazione spontanea e mancanza di appetito. L’impiego dell’Astragalo nei moderni integratori trova spazio per la presunta capacità di potenziare il sistema immunitario, aiutare a combattere le infezioni, produrre effetti antiossidanti e antinfiammatori, proteggere i reni e il cuore. Il Ministero della Salute Italiano riconosce l’impiego dell’astragalo per il sostegno alle naturali difese dell’organismo e come rimedio tonico adattogeno: “i polisaccaridi presenti nell'astragalo stimolano il sistema immunitario, rafforzando i meccanismi di difesa naturali dell'organismo nei confronti delle infezioni e delle più comuni malattie da raffreddamento. Riduce l'immunosoppressione causata dalla chemioterapia”. Le parti della pianta utilizzate in fitoterapia sono le radici, poiché esse contengono molti principi attivi benefici: tra i quali risultano di maggiore rilevanza le saponine, i polisaccaridi e i flavonoidi. Le saponine sono note per la loro capacità di abbassare il colesterolo e rafforzare il sistema immunitario. Il

contenuto di saponine presente nel fitocomplesso conferisce all'astragalo un'azione epatoprotettiva. In un recente studio è stata valutata la loro capacità di difendere gli epatociti, le cellule che compongono il fegato. I polisaccaridi sono responsabili delle capacità antimicrobiche, antivirali e antinfiammatorie dell’astragalo. I flavonoidi mostrano qualità antiossidanti e aiutano a prevenire le malattie cardiache e l’immunodeficienza. Alcuni studi dimostrano che l’astragalo può aiutare a combattere la stanchezza nelle persone con sindrome da affaticamento cronico, quando combinato con altri integratori a base di erbe. Sebbene si tratti di un rimedio tonico, questa pianta potrebbe anche favorire il sonno; in particolare, l'astragalo per l'insonnia sarebbe indicato quando i disturbi del sonno sono dovuti a un eccesso di stress. Inoltre, alcune evidenze scientifiche mostrano che l’astragalo può aumentare la produzione di globuli bianchi (che sono le cellule del sistema immunitario responsabili della prevenzione delle malattie). In erboristeria e farmacia si possono trovare diversi tipi di prodotti a base di astragalo: dalla tintura madre da usare in gocce, alla radice essiccata e polverizzata in capsule o compresse, alle fiale.

Nonostante l'astragalo sia conosciuto e utilizzato da lungo tempo, non esistono studi esaurienti circa possibili controindicazioni. Prima di usarlo, quindi, è opportuno consultare il medico.

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DAL DNA ALLA PREVENZIONE DELLE MALATTIE

Nel tempo la medicina è cambiata, si è passati dal curare a cercare di prevenire le malattie. In quest’ottica si inseriscono i test di nutrigenetica che vedono tra i principali esecutori il Gruppo Eurofin Scientific, realtà multinazionale con fatturato multimiliardario che è sbarcata in Italia con l’acquisizione tra l’altro del Gruppo Genoma. Hanno infatti commercializzato il pacchetto Nutrinext che permette attraverso lo studio del DNA di un paziente, tramite un semplice e non invasivo tampone buccale, di individuare a quali patologie il paziente è predisposto e quindi prevedere con una modificazione dell’alimentazione ed eventualmente insieme ad un programma di integratori che la predisposizione si trasformi in malattia. Tra le varie patologie indagabili troviamo l’ipertensione, l’ipercolesterolemia, la trombosi venosa, l’osteoporosi e l’osteoartrosi, la celiachia, il diabete di tipo 2, l’obesità. Sempre con questi test è possibile anche indagare alcune intolleranze genetiche, tra cui la sensibilità all’alcol, la sensibilità alla caffeina, la presenza di una risposta alterata all’esposizione al lattosio all’istamina e al nichel presente in

molti alimenti con la comparsa di molti sintomi annessi come dispepsia, stipsi, dissenteria, insonnia o sonnolenza post-prandiale. È poi indagabile anche la capacità dell’individuo di rispondere all’esposizione ad agenti ossidativi e quindi di accumulare in modo eccessivo radicali liberi che possono poi portare alla comparsa di invecchiamento organico e alla comparsa di varie patologie degenerative. Un ultimo aspetto indagabile è la capacità del soggetto di rispondere agli stress sportivi segnalando la predisposizione genetica al danno muscolare o osseo o tendineo e se il soggetto in esame è più predisposto per un

tipo di esercizio di potenza e di resistenza. Questo permetterà di programmare per atleti agonisti e della domenica di programmare, oltre a un corretto regime alimentare, anche un percorso di allenamento che permetta di esaltare la predisposizione e ridurre al minimo il rischio di infortuni o di crisi prestazionali. Ormai siamo nella medicina 2.0 oltre a curare le malattie in atto si inizierà a prevenire le principali patologie nei soggetti maggiormente esposti con allenamenti, alimentazione e dieta e integratori che ridurranno al minimo la possibilità che le patologie a cui siamo predisposti si possano realmente manifestare.

45 24oreNews COME STAI?

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RIVOLUZIONE TECNOLOGICA
INQUADRA LA FOTO
SCOPRI L’ITALIA PRIMAVERA IN MAREMMA
xpqfib=fq^if^klz INALCA 60 ANNI IN UN LAMPO Anno 11 - Aprile 2024 SCOPRI L’ITALIA PRESENTATA LA FONDAZIONE ANIELLO CALIFANO
Cultura del territorio, Turismo e Benessere

Aprile 2024

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2 Aprile 2024
SALUTE & BENESSERE] 4 Stanchezza in primavera. Cosa fare?
STILE ITALIANO] 6 Inalca, 60 anni in un lampo!
SCOPRI L’ITALIA] 7 Primavera nel cuore della maremma 10 Presentata la Fondazione Aniello Califano Il poeta autore di 'O Surdato ‘Nnamurato 12 Tipicità festival guarda al Giappone 14 Api…amo! [ CINEMA] 15 La zona d’interesse; Dune - Parte due [ LIBRI] 16 La nostra selezione
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PALCOSCENICO ITALIA

TTorna “italiadagustare” e si apre il sipario sul colorato palcoscenico della nostra Primavera. Tornano gli inconfondibili profumi di alberi in fiore su tutto il territorio nazionale. Tornano i sapori dei prodotti da portare in tavola, con l’arrivo della primavera i banchi di frutta e verdura di mercati e supermercati si tingono di colori bellissimi: il rosso acceso delle fragole, il verde di piselli e asparagi, ma anche patate, zucchine e melanzane. Sappiamo quanto è importante consumare frutta e verdura di stagione, non solo perché così riduciamo il nostro impatto sull’ambiente, ma anche perché la natura ci offre tutti i nutrienti necessari. Sta a noi assumerli nel momento giusto. Sì, perché ogni stagione si descrive su questo “palcoscenico” con le sue tipicità che allargando il nostro orizzonte riguardano anche la moda, la musica, l’arte, il turismo. Le manifestazioni fieristiche, la nostra salute o se preferite, il nostro stile di vita. Lo ripetiamo da sempre, “italiadagustare” non è una rivista di cibo, di

ricette, di ristorazione ecc. È una rivista di “cultura del territorio” per valorizzare, segnalare, far comprendere, la sua straordinaria posizione fra monti e mari che permettono una varietà di alberi, di prodotti della terra, di biodiversità che molti ci invidiano. Non siamo stati un popolo particolarmente attento in tutti questi anni, ma abbiamo fatto molto, nonostante la nostra tipica sbadataggine abituati come siamo ad avere tutto da questa nostra terra! Oscar Farinetti l’ideatore di Eataly ci ricorda sempre quanto siamo stati fortunati a poterci muovere all’interno di questo “Palcoscenico Italia” in un famoso discorso agli imprenditori dove diceva «…L’Italia, unica penisola che viaggia da nord a sud su una latitudine perfetta all’interno di un mare buono. Unica situazione geografica del pianeta, succede che i venti buoni dei nostri mari si incontrano con i venti buoni delle Alpi e, grazie a questo privilegio, in Italia abbiamo delle eccellenze, come: il basilico più buono del mondo a Pra, il prosciutto San Daniele, figlio della Bora e delle Dolomiti, il Parma figlio delle Alpi Apuane e dei venti del Mediterraneo, la pasta più buona si fa a Gragnano perché c’è la cosiddetta galleria del vento, dove l’aria fresca di Castellamare di Stabia si incontra con la brezza del Vesuvio, creando un microclima unico. In Abruzzo c’è lo zafferano, in Calabria c’è la liquerizia, in Sardegna il Mirto, in Sicilia i pomodori Pachino. Abbiamo 7mila specie di vegetali mangiabili, il secondo Paese al mondo, il Brasile, ne ha 3300, siamo il Paese con più biodiversità al mondo. Qui è nato il più grande impero, leader nel politico e nel sociale. Abbiamo avuto il Rinascimento. Oggi abbiamo il 70% del patrimonio artistico del mondo, oltre a paesaggi tra i più belli». Questo è il palcoscenico che vi racconteremo mese per mese.

Dario Bordet

3 Aprile 2024
Ph. Prosciuttificio Pro Longo snc San Daniele

STANCHEZZA IN PRIMAVERA. COSA FARE?

CCon l’arrivo della primavera la maggior parte di noi si sente a pezzi, con le pile scariche perché la vita di oggi ci costringe ad andare sempre di corsa, a non concederci mai un momento di relax. Dobbiamo riuscire a sincronizzarci al meglio con il cambio di stagione e per non fare autodiagnosi meglio controllare dopo l’inverno lo stato di salute generale con degli esami del sangue sotto la guida del proprio medico. Così potremo verificare se esistono eccessi o carenze che potremmo bilanciare anche con una dieta più sana abbinata a una quotidiana attività motoria alla luce del giorno benefica per la produzione di serotonina: la sostanza del “buonumore”. Cerchiamo di mantenere le 7/8 ore di sonno perché è sbagliato dormire di più per adeguarci all’allungarsi delle giornate. Inoltre, dovremmo portare in tavola i cibi più ricchi di sostanze antifatica. I nostri menu stagionali, ispirati alla dieta mediterranea, ci forniscono già molti cibi anti-stanchezza che contengono alcuni nutrienti che ci aiutano a ricaricare le batterie. Quali sono? Innanzitutto la vitamina B1, che è fondamentale per la salute delle cellule nervose. Tipici segni di una sua carenza sono infatti spossatezza e perdita del buonumore. La trovi nei semi, nei legumi, nei cereali integrali, ma anche nei molluschi, nel pesce e nelle uova. Inoltre non deve mancare il ferro, che interviene nella composizione dell’emoglobina dei globuli rossi (trasportatori di ossigeno), della mioglobina dei muscoli e in diverse reazioni necessarie alla respirazione delle cellule. La carne, anche quella bian-

ca, ne è la fonte più importante, perché contiene il minerale nella forma che può essere meglio assorbita dall’organismo.

Ecco alcuni alimenti che possiamo considerare energetici

• Uova: sono fonte di proteine di alto valore biologico che aiutano il tessuto muscolare a mantenersi sano ed efficiente. Sono inoltre ricche di vitamine del gruppo B utili alla crescita e a mantenere un buon metabolismo energetico.

• Olio extra vergine di oliva: contribuisce a tenere sotto controllo il livello del colesterolo cattivo, intervenendo in modo positivo sul sistema circolatorio; riduce l’affaticamento mentale e fisico.

• Banane: sono una delle migliori fonti di potassio esistenti. Questo minerale previene la stanchezza cronica e la debolezza muscolare, contribuendo al corretto funzionamento di muscoli e cervello.

• Farina di avena: cereale molto energetico, ideale per combattere la stanchezza.

• Frutta secca: gli olii essenziali e i grassi polinsaturi omega 3-6 in essa contenuti migliorano le condizioni di stress mentale e stanchezza fisica; si consiglia una dose giornaliera di 25/30 gr al giorno se non esistono allergie, ma anche solo 2-3 noci al giorno gioveranno senz’altro al cuore.

• Semi di zucca: una piccola dose di questi semi dà benefici energetici immediati, specialmente nel post allenamento.

4 x= ë~äìíÉ= & ÄÉåÉëëÉêÉ= z Aprile 2024
A cura di Evelina Flachi

• Bacche di Goji: chiamate anche “bacche del benessere”, sono un vero e proprio cibo energetico; ideali per chi fa sport, migliorano la resistenza muscolare grazie al loro alto contenuto di magnesio e potassio.

• Semi di Chia: sono carichi di potassio, magnesio e fanno molto bene a ridurre lo stress e la fatica muscolare e possiamo aggiungerli alle nostre insalate.

• Guaranà: pianta originaria della regione amazzonica, ha effetti più persistenti e duraturi rispetto al caffè, in quanto le sostanze in essa contenute vengono rilasciate più lentamente della caffeina. Prima di utilizzarlo meglio chiedere parere al proprio medico.

• Ginseng: considerato utile per la rivitalizzazione del fisico debilitato e per la riduzione del senso di stanchezza, oltre che per il miglioramento della capacità di resistere alla fatica. Prima di utilizzarlo meglio chiedere parere al medico.

• Germe di grano: è l’embrione del frumento; è consigliato in caso di affaticamento e di carenze nutrizionali, in quanto contiene aminoacidi dall'elevato valore biologico, sali minerali (come calcio, ferro, potassio e zinco) e vitamine del gruppo B, vitamina E, vitamina D e acido folico.

• Tè verde: possiede grandi percentuali di antiossidanti e minerali, fra cui ferro e potassio, che lo rendono ideale per chi soffre di anemie lievi, per la buona funzionalità del cuore e per il migliora-

mento delle prestazioni intellettive perché contiene sostanze nervine. Prima di utilizzarlo meglio chiedere parere al medico.

• Spezie, eccone alcune: zenzero, radice famosa per le sue proprietà digestive, fornendo nel contempo un incremento energetico; cumino, insaporisce i piatti ma è anche un vero e proprio cibo energetico grazie al suo contenuto di zuccheri e grassi ‘buoni”; peperoncino, curcuma e curry danno gusto alle nostre ricette, arricchendole di antiossidanti protettivi contro lo stress cellulare e velocizzandone la digestione.

• Cioccolato amaro (oltre 70% di cacao), influisce su calma e buon umore grazie al contenuto di antiossidanti naturali e di magnesio, minerale prezioso per combattere lo stress mentale e fisico.

5 x ë~äìíÉ= & ÄÉåÉëëÉêÉ z Aprile 2024

INALCA 60 ANNI IN UN LAMPO!

SSono passati oltre 40 anni dal giorno in cui ho potuto visitare con Luigi Cremonini la sua “creatura”, il nuovo stabilimento Inalca a Castelvetro. Ricordo perfettamente lo stupore provato, con l’amico “grande grafico” Luigino Testori con il quale si stava realizzando un libro celebrativo sull’azienda, per la frase di uno dei presenti “qui non si spreca nulla durante la macellazione e le varie lavorazioni delle carni”. Rimasi stupito nel vedere al lavoro non so quanti “macellai” tutti insieme con colpi e tagli quasi perfetti, seppure distanti tra loro, nei rispettivi banchi di lavoro. Organizzai poi per Luigi Cremonini la presentazione della squadra di basket “MARR” quando l’acquisì. Una serata nel cortile dello splendido Palazzo Bagatti Valsecchi a Milano per far provare ai prestigiosi invitati e sportivi, i buonissimi hamburger prodotti a Castelvetro. Tutti questi ricordi mi sono tornati alla mente nel leggere quanto fatto in questi 60 anni di attività da Luigi Cremo-

nini e dai suoi collaboratori. Paolo Boni, Amministratore Delegato Inalca, ha commentato: «60 anni sono un traguardo molto importante per un’azienda, in particolare per un gruppo che da zero ha raggiunto una posizione di leadership internazionale. Abbiamo valutato che il modo migliore di festeggiare fosse quello di dare vita ad un’iniziativa di carattere sociale, con impatti positivi concreti per persone e famiglie in difficoltà. È venuto naturale pensare alla rete del Banco Alimentare, una realtà radicata su tutto il territorio nazionale, con la quale collaboriamo da tempo, e che ci ha permesso di realizzare al meglio un vero festeggiamento solidale, in occasione del Natale 2023». Così, in occasione dei suoi 60 anni, Inalca ha deciso di sostenere il Banco Alimentare con una donazione “straordinaria” consentendo la distribuzione di 300mila kg di alimenti pari a 600mila pasti destinati alle persone in difficoltà. È infatti il 1° luglio 1963 quando

Luigi Cremonini fonda Inalca e inizia l’attività nel settore delle carni bovine, dando vita alla moderna industria della carne in Italia. Alla fine degli anni ’70 avvia una politica di diversificazione, entrando prima nel settore dei salumi e successivamente in due mercati complementari: nel 1979 con l’acquisizione di MARR entra nel settore della distribuzione di prodotti alimentari al foodservice e nel 1982 fa il suo ingresso nel settore della ristorazione in concessione e commerciale (Chef Express e Roadhouse).

Il Gruppo Cremonini in 60 anni di attività si è distinto a livello nazionale ed internazionale come punto di riferimento nel mondo alimentare. Oggi conta più di 19.500 dipendenti, di cui 16.400 in Italia e, con un fatturato che nel 2023 ha raggiunto circa 5,5 miliardi di euro, e rappresenta una delle principali aziende nel settore agroalimentare in Italia. Inalca, 60 anni passati in un lampo!

6 x= ëíáäÉ=áí~äá~åç= z Aprile 2024
A cura di Carlo Kauffmann

PRIMAVERA NEL CUORE DELLA MAREMMA

A cura di Sandro Nobili

SSembrano spazi sconfinati quelli che caratterizzano la Maremma toscana, che si affaccia su uno dei tratti di litorale tirrenico tra i più emozionanti, dove l’assoluto protagonista è l’orizzonte. L’isola d’Elba e quella del Giglio sembrano delimitarne i confini, arginare la sconfinata luce che caratterizza questo splendido angolo d’Italia.

È l’antica terra che fu degli Etruschi, estremo sud della Toscana, quella zona che si interpone tra lo straordinario entroterra e il mare, alternarsi di ampie pianure e poggi dai quali si gode di uno dei panorami più belli della nostra penisola. È un lembo di Toscana che vede le ampie zone di natura selvaggia punteggiate da incantevoli

città e borghi storici e che costituisce il suggestivo confine tra una delle terre italiane più ricche e apprezzate e un mare che sa sempre stupire e regalare nuovi scenari. Castiglione della Pescaia e Talamone sono due dei suoi borghi gioiello affacciati sul mare, Grosseto una delle città storiche dell’entroterra.

7 Aprile 2024 x= ëÅçéêá=äÛáí~äá~= z

Castiglione della Pescaia, immerso nel cuore della Bassa Toscana a circa 20 km da Grosseto, è tra le più esclusive mete turistiche del Tirreno. La parte bassa del paese è quella più nuova, ricca di negozi, boutique, bar e in alta stagione è il luogo dello "struscio", dove concedersi dello shopping di qualità, a partire da Corso delle Libertà, dove si trova la maggior concentrazione di vetrine sfavillanti. LifeStyle Shop in Piazza della Repubblica è uno dei nomi più conosciuti, con un vasto assortimento di oggettistica per

ogni gusto (e portafoglio). Godere del tramonto sul suo lungomare regala un panorama unico dominato dai profili delle isole dell’arcipelago toscano e dell’Argentario. La parte del borgo racchiusa nelle mura è invece quella più antica. Attraversando la porta Urbica si sale percorrendo le strette stradine che si arrampicano verso la sommità del promontorio e ci si immerge in un'atmosfera antica, tra le mura, le archibugiere e le antiche porte. Passo dopo passo il nucleo medioevale di Castiglione svela angoli pittore-

schi e improvvisi scorci di Tirreno, antichi portali lavorati, vecchie stalle recuperate e l’originale lastricato grigio, testimonianza del passato. A dominare il cuore antico c’è l’imponente Castello, con le sue tre torri merlate, simbolo del borgo maremmano: è proprietà privata e quindi visitabile unicamente in occasioni speciali. Da qui si può godere uno spettacolo che ha per protagoniste le isole d’Elba, del Giglio e, nelle giornate più limpide, addirittura la Corsica. Il patrimonio storico-culturale di Castiglione si caratterizza

8 x ëÅçéêá=äÛáí~äá~ z Aprile 2024
Capo Sant’Andrea isola d’Elba Talamone Isola del Giglio

per la presenza di splendidi edifici come la Chiesa della Madonna del Giglio, che custodisce una tela settecentesca della “Madonna col Bambino e due angeli” (molto venerata dagli abitanti della zona in seguito a un evento miracoloso che pare si verificò nella chiesa) e la cinquecentesca Pieve di San Giovanni Battista, che conserva le reliquie del patrono Guglielmo di Malavalle, noto anche come Guglielmo di Aquitania. Per una pausa enogastronomica suggeriamo un carpaccio di pesce spada affumicato, proseguendo con un appetitoso baccalà alla maremmana o un piatto di gamberoni al forno da accompagnare con un bianco di Pitigliano, una delle città del tufo. Per concludere una serata all’insegna del divertimento, Castiglione offre tantissimi locali. Sicuramente il più celebre è la Capannina, un vero simbolo della vita notturna maremmana, da 40 anni uno dei locali più esclusivi d’Italia.

Talamone è un borgo storico ricco di fascino, di storia e tradizioni. La strada tra Castiglione e Talamone costeggia per un lungo tratto il Parco Regionale della Maremma, autentico paradiso naturale dove alla ricca flora si unisce uno straordinario patrimonio faunistico costituito da zone umide, foreste, aree agricole, zone rocciose e dune, dove vivono, tra gli altri, tassi, istrici, cinghiali, volpi, lepri e ricci. Imperdibile una tappa nel parco per chi ama la natura. Circondata dalla vegetazione tipica della macchia mediterranea, Talamone è una balco-

nata sull’Argentario e sull’isola del Giglio. È una meta molto amata per le sue spiagge di sabbia e le scogliere, il mare cristallino e le infinite possibilità di divertimento, relax, sport all’aria aperta. Il borgo e la sua baia presentano le condizioni ideali per la navigazione in barca a vela e per la pratica di diversi sport acquatici come il surf, il kitesurf ed il windsurf. Fiorente città in epoca etrusca, legò il suo nome a Giuseppe Garibaldi e ai Mille che qui fecero scalo prima dello sbarco in Sicilia nel 1860. Oggi Talamone mantiene orgogliosa il suo aspetto di borgo fortificato di pescatori. Il piccolo porto è dominato dall’imponente Rocca degli Aldobrandeschi costruita verso la metà del XIII secolo. Da non perdere, vicino al porto, è l'Acquario della Laguna, che mostra al visitatore le bellezze marine di cui è ricca la zona.

Adagiato in una vasta pianura, Grosseto è uno dei pochi comuni di origine medievale il cui centro è ancora completamente circondato dalle mura medievali. Molti sono i punti d’attrazione per cui vale la pena visitare questa bella città, a partire dalle Mura Medicee del XVI sec., il Palazzo Aldobrandeschi, situato in piazza Dante e il Cassero Senese, imponente fortificazione medioevale risalente al XIV secolo. Il monumento più importante è senza dubbio la Cattedrale di San Lorenzo (costruita a partite dalla fine del XIII secolo) con all’interno un’acquasantiera del 1506. Anche una visita al Museo Archeologico d’Arte Maremmana è d’obbligo: situato in Piazza Baccarini accoglie numerosi reperti archeologici e preistorici della provincia grossetana, nonché dipinti di scuola senese dal sec. XIII al sec. XVII, statue in legno ceramiche e monete. La movida grossetana si svolge in diverse

zone della città. Corso Carducci è la via principale del centro storico, la via delle botteghe e di boutique alternative dove tutti si trovano, passeggiano, conversano, fanno acquisti, una sosta per un aperitivo e la cena. Lungo la via si affacciano svariati palazzi in stile Rinascimentale e Liberty, tra cui Palazzo Marcucci, Palazzo Ariosti, Palazzo Cappelli e Palazzo Tognetti. Passeggiate, arte, cultura, tanta storia ma anche enogastronomia. Di Grosseto vogliamo infatti apprezzare anche i sapori della sua ricca e saporita cucina: un assaggio di pecorino di Pienza, qualche fetta di finocchiona, il salame aromatizzato con semi di finocchio e bagnato con vino rosso, un assaggio di ricotta e di bruschetta al lardo di Cinta Senese sono i formaggi ed i salumi che propone questa terra. I saporiti pici all’amatriciana, i tipici spaghettoni locali, e un buon cinghiale alla cacciatora, da accompagnare con un buon bicchiere di Morellino di Scansano, sono invece tra i migliori primi e secondi da gustare. Un piatto molto rappresentativo è l’acquacotta, che ha sfamato intere generazioni di maremmani ed è il simbolo dell’arte di fare di necessità virtù. Deliziosi poi i cantuccini con il Vin Santo.

Per la gioia del palato

Acquacotta

9 x ëÅçéêá=äÛáí~äá~ z Aprile 2024
Grosseto - Palazzo Aldobrandeschi

PRESENTATA LA FONDAZIONE ANIELLO CALIFANO

IL POETA AUTORE DI 'O SURDATO ‘NNAMURATO

LLa Campania ricorda Aniello Califano, poeta e autore di canzoni che hanno fatto la storia della musica classica napoletana: nasce la Fondazione Aniello Califano, costituitasi ufficialmente lo scorso maggio 2023 e presentata al pubblico alcuni giorni fa a Napoli presso il Teatro Trianon Viviani. Presieduta da Adriano Pepe Califano, e con la direzione artistica di Claudio Niola, la Fondazione nasce dal desiderio di valorizzare la figura e l'opera del grande poeta e paroliere di Sant'Egidio del Monte Albino, autore degli immortali versi di alcune delle più note canzoni classiche napoletane, a cominciare ovviamente da 'O Surdato 'Nnamurato. La mission è l’impegno a promuovere la cultura e l'arte, a preservare il patrimonio storico e a sostenere la creatività e l'innovazione nel campo culturale. I primi progetti della Fondazione sono: un Museo Virtuale, un Contest Musicale per gli artisti emergenti che amano la lingua napoletana e un Museo Itinerante dedicato alla vita, la storia e le opere di Aniello Califano. È intenzione della Fondazione entrare in collaborazione con le scuole e creare con loro, attraverso le nuove tecnologie, progetti innovativi con esperienze immersive per parlare con i giovani nel linguaggio che loro preferiscono: quello digitale. Ad aprire il calendario di eventi che ricorderanno la figura di Califano sarà uno spettacolo, in programma nel mese di luglio 2024, interpretato dalla straordinaria Lina Sastri. La Fondazione Aniello Califano ha inoltre stilato una partnership

10 x= ëÅçéêá=äÛáí~äá~= z Aprile 2024

con l’APS Storie Campane, collettivo di professionisti impegnati nella divulgazione locale che, in tale ottica, intende promuovere la storia della poesia e della musica classica napoletana attraverso la figura dell’artista Califano. «Sono molto commosso oltre per l’interesse mostrato per la figura del mio avo, anche perché questo era un sogno di mio padre. Con la Fondazione vogliamo promuovere l’arte e la cultura, e attraverso le nostre attività diffondere l’amore per la cultura e per le nostre tradizioni per una crescita individuale e collettiva» sono state le parole del presidente e fondatore della Fondazione, Adriano Pepe Califano. «Forse qualcosa sta succedendo, forse. A Palazzo Reale è sorto il museo dedicato ad Enrico Caruso […] Il Trianon sta diventando davvero la casa della canzone napoletana, classica e non: ci ho appena visto i Suonno d’Ajere e Pino Mauro. Ma la canzone napoletana ancora non è patrimonio universale dell’umanità, ancora non merita la protezione e il marchio Unesco. Forse non basta ancora quello che sta succedendo, ma bisogna insistere in questa dimensione di recupero e rilancio: benvenuta in trincea la Fondazione Aniello Califano». Così afferma Federico Vacalebre, capo della redazione Cultura e Spettacoli de Il Mattino, che ha aperto la serata di presentazione della Fondazione Califano con una lectio magistralis sulla storia della musica classica napoletana. Al progetto di ricerca dei materiali storici appartenenti alla vita artistica del poeta ha contribuito in maniera determinante lo storico, professore Antonio Sciotti: «Dopo aver scritto tanti libri sulla storia della canzone napoletana e, in particolare, sul periodo dell’industrializzazione che parte dall’ultimo quarto di secolo dell’Ottocento, mi sono sempre domandato il motivo di

tanto snobbismo trovato nei vari scritti e documenti verso Aniello Califano che, al contrario, reputo un apripista con Di Giacomo, Russo e Bracco dell’epoca d’oro della melodia partenopea. All’invito nel comitato scientifico della Fondazione Califano ho risposto con entusiasmo proprio per ridare la giusta collocazione ad un grande poeta bistrattato. Necessita, infatti, una sua rivalutazione per riportare alla memoria storica tutta la sua arte». «Ho accolto con grande entusiasmo il progetto che ha messo in essere nel suo statuto la Fondazione, per me che lavoro da anni nella musica napoletana poter organizzare momenti artistici e culturali che rinnovano l’attenzione su un periodo straordinario della cultura musicale napoletana e che è stato senza dubbio inizio di un percorso che ha portato Napoli e la sua musica ancora oggi ad essere un punto di riferimento non solo per noi napoletani ma per tutta l’Italia» ha concluso il direttore artistico Claudio Niola.

Info: www.fondazioneaniellocalifano.it

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Ph_Leonardo Marciano

TIPICITÀ FESTIVAL GUARDA AL GIAPPONE

MTesto e foto di Jimmy Pessina Mancano circa 400 giorni a un altro importante appuntamento internazionale: l’Expo 2025 di Osaka. Sarà la terza volta per il Giappone. La prima si svolse nel 1970 a Osaka, fu anche l’esordio per il continente asiatico. L’evento divenne un simbolo della rapida crescita economica del Paese del Sol Levante. A distanza di sette lustri, nel 2005, fu poi la volta di Aichi. L’Esposizione universale di Osaka 2025 riporterà quindi la comunità internazionale in Giappone, trend a livello turistico già ben avviato. Per sei mesi la città si trasformerà in una vetrina mondiale per gli oltre 28 milioni di visitatori attesi. Il sito Expo si trova sull’isola di Yumeshima, un’isola artificiale situata sul lungomare di Osaka. I Paesi partecipanti, circa 150 quelli previsti, presenteranno al mondo il meglio delle loro idee, progetti, modelli esemplari e innovativi

nel campo delle infrastrutture materiali e immateriali sui temi dell’Expo. Nel frattempo, l’Italia scalda i motori e le regioni sono pronte alla sfida, tra queste le Marche, che dopo Expo Milano 2015 e Expo Dubai 2020, vogliono bissare il grande successo ottenuto. La prova è stata la “32a edizione di Tipicità Festival”, proiettata verso Osaka, conclusasi lo scorso 11 marzo. Infatti, chiusi i padiglioni del Fermo Forum con grande successo di pubblico e social, Tipicità e Comune di Fermo hanno già tracciato le traiettorie future, annunciando che nel 2025

“Tipicità Festival” si svolgerà dall’8 al 10 marzo, giusto il tempo per volare in Giappone dove, dal 13 aprile al 13 ottobre ad Osaka, si terrà l’Expo universale. Proprio nei giorni della manifestazione marchigiana sono state delineate le linee della partecipazione italiana ad Expo

12 x= ëÅçéêá=äÛáí~äá~= z Aprile 2024
Angelo Serri, Paolo Calcinaro e Francesco Acquaroli

2025 Osaka dall’Ambasciatore

Mario Vattani e dall’Assessore marchigiano Andrea Maria Antonini, rispettivamente Commissario Generale per l’Italia e Coordinatore delle regioni italiane. «Penso che Tipicità, evento conosciutissimo sulla cultura dell’agroalimentare italiano e internazionale, sia una cornice ideale per presentare il nostro Padiglione in collaborazione con la Regione Marche», il commento dell’Ambasciatore Vattani, il quale ha aggiunto: «Il prossimo anno porteremo a Expo il Sistema Italia e ogni sua declinazione regionale, con uno spazio riservato ai nostri territori. Il Giappone, che è stoto ospite d’onore di questa edizione di Tipicità Festival, conosce e ama la nostra cucina: l’agroalimentare è una delle voci principali della nostra bilancia commerciale verso il Sol Levante».

Secondo Paolo Calcinaro, Sindaco di Fermo «usciamo da questa edizione con la consapevolezza che Tipicità sta cambiando volto. In questi anni abbiamo lavorato intorno ad un Festival in grado di uscire da Fermo, ed anche dalle Marche, per proiettarsi in Italia e nel mondo». Sono stati più di centocinquanta gli espositori che hanno aderito e oltre 180 gli eventi proposti in padiglione, con una moltitudine di volti noti ed esperti di fama internazionale impegnati nei vari settori d’interesse dalla manifestazione. Trentasette i partner ufficiali che hanno supportato l’edizione 2024 insieme alla collaborazione di ben quaranta tra associazioni professionali, di categoria ed altri sodalizi. I numeri dell’edizione 2024 consolidano la soddisfazione del nutrito pool organizzativo, capeggiato dal Comu-

ne di Fermo in collaborazione con Regione Marche, Camera di Commercio delle Marche ed ANCI Marche, insieme all’Unione Montana Catria e Nerone ed ai Comuni di Ascoli Piceno, Porto Recanati, Porto San Giorgio, Sant’Elpidio a Mare e Senigallia. Fondamentale l’apporto delle tre Università di Camerino, Macerata e della Politecnica delle Marche di Ancona, insieme al partner progettuale Banco Marchigiano. Ben due i Ministeri che hanno patrocinato questa edizione, quello del Turismo e quello dell’Agricoltura, insieme al Commissariato per la Ricostruzione Sisma 2016 ed al Consiglio Regionale delle Marche, quest’ultimo per la mostra dedicata agli artisti contemporanei della regione. Nei tre giorni della manifestazione al Fermo Forum, sono stati oltre diecimila i visitatori, stampa, operatori ed espositori, con ospiti anche da Cina, Giappone, Emirati Arabi Uniti, Gambia, Germania, Francia, Norvegia, Sud Africa, Ucraina, oltre che da altre dieci regioni italiane. Nell’ultima giornata del Festival è stata lanciata ufficialmente, insieme ad ANCI Marche, la volata verso l’11ª edizione del Grand Tour delle Marche, che quest’anno si attesterà intorno ai trenta eventi organizzati tra giugno e dicembre in altrettante località della regione. Il commento di Angelo Serri, ideatore e direttore di “Festival Tipicità”: «Con orgoglio mettiamo in campo tutto ciò che la nostra tradizione, la nostra storia, le nostre eccellenze sono riuscite a fare finora, Expo Milano 2015 e Expo Dubai 2020, sono state la prova. Il prossimo obiettivo sarà l’Expo Osaka 2025. Stiamo lanciando un grande piano di investimento e ci prepariamo al palcoscenico mondiale».

13 x ëÅçéêá=äÛáí~äá~ z Aprile 2024

API…AMO!

A cura di Maurizio Varriano

IIl Festival “Tipicità”, giunto alla sua 32ª edizione, raccoglie in un unico abbraccio la bellezza, l’enogastronomia e l’artigianato con conseguente finalità di unire percorsi disegnati dall’esperienza di piccoli produttori, grandi brand, destinazioni turistico-culturali, eccellenze di territori, vera spina dorsale di un’Italia sempre più delle multinazionali che minano biodiversità, sapere e sapori inimitabili. L’occasione per farsi conoscere, raccontarsi, confrontarsi diventa la voce per l’evoluzione di idee, progetti, partecipazioni attive al cambiamento. Il concetto di bioturismo connesso al benessere, alle destinazioni - di qualunque tipo esse siano - diventa sempre più esigenza. La certezza di poter ancora cambiar passo grazie alla naturale condizione di privilegio che solo l’Italia può mostrare al mondo sventolando la bandiera della genuinità e dell’eccellenza, riflette verso tempi passati che hanno consentito di conservare tradizioni che proiettano nel solco dell’infinito. Osare diventa facile e studiare il fenomeno del transumare ci porta a corrisponderci con la migliore biodiversità. Quando parliamo di transumanza ci vengono in mente le greggi di pecore e di mucche. Ma c’è una transumanza, importantissima, che pochi conoscono, quella delle api. Milioni di api vengono spostate con le loro arnie in territori ricchi di fioriture e su zone altamente interessate da una biodiversità unica. La salvaguardia dell’ambiente ne necessita la ragione.

L’inquinamento ambientale dovuto in massima parte all’uso di pesticidi, porta alla ricerca del meglio delle fioriture per permettere alle api di produrre miele naturale di altissima qualità. Le api si spostano di notte, per permettere a tutte le bottinatrici di rientrare nella loro arnia. Il loro ronzio e i profumi della notte hanno il magico potere di risvegliare ricordi della nostra memoria, suscitando emozioni intense. Un linguaggio silenzioso che parla direttamente alla nostra anima e crea magia. La fretta quotidiana viene sconfitta, ogni arnia trova il suo tempo e nuovi spazi. Si prepara il fumo per fare rientrare tutte le api sino ad aspettare l’ultima bottinatrice. Inizia così un viaggio che parte dalle colline e si inerpica sulle montagne fino a raggiungere i 1600 metri di altezza. Un viaggio lento che, in base alle distanze, dura anche tutta la notte. L’alba ristora il mancato sonno e ritorna alla mente il viso caro di chi è felice nel vivere pienamente la vita. Il racconto di Nazario Fania, apicoltore molisano, che dalla vita trae il meglio, ci porta in Molise tra le colline della piccola regione e suoi Monti, quelli dell’Appennino, che fanno breccia in quel che è il giardino della Flora Appenninica di Capracotta. Osare è sinonimo di scellerato amore per la propria terra, e per chiunque da essa voglia trarre beneficio. “Osiamo nella condivisione e guarderemo le api con il giusto piglio di gioia che ci farà perdonare loro, anche qualche malcapitata puntura”.

14 x= ëÅçéêá=äÛáí~äá~= z Aprile 2024

LA ZONA D’INTERESSE

VVorrei però qui spendere qualche parola riguardo a “La zona d’interesse” (Gran Bretagna e Polonia 2023) di Jonathan Glazer, uno dei film premiati. All’inizio solo voci che salgono dal niente. Poi la macchina da presa si sposta e mostra un gruppo di donne, bambini e uomini in un giorno d’estate sulla riva sabbiosa di un fiume. Tutto apparentemente normale. Tornano a casa. Cambia inquadratura: siamo nella casa di Hoess, criminale nazista di guerra. Quella di prima era la sua famiglia. Assistiamo a tutto il quotidiano andare e venire di ogni casa. Vi è un giardino bellissimo con fiori e piante mediterranee che la moglie (un’eccezionale Sandra Hueller, lei sì che meritava l’Oscar di miglior attrice!) cura con amore. Ma su quel giardino si erge un muro, grigio, alto, e dall’altra parte che mai si vede, giungono urla continue e spari ripetuti; nel cielo azzurro si alzano colonne di fumo nero. Quello è il Lager di Auschwitz o, meglio, del sistema di campi cui siamo soliti dare il nome collettivo di Auschwitz. Il regista vuole raccontare la quotidianità, la vita in quello spazio chiuso di 40 km2 che i nazisti chiamavano la “zona di interesse”. Hanna Arendt ha chiamato tutto questo banalità del male, ma in questo film ho percepito un male già insito nei cuori di questa famiglia; quando ad esempio la mamma dei ragazzini dice alla cameriera con la crestina di fare meglio il suo lavoro, altrimenti avrebbe detto a suo marito di farla diventare cenere come quelli al di là del giardino. Tutti sapevano e non provavo la minima colpa. Com’è possibile? Non c’è risposta.

DUNE - PARTE DUE

Un film invece che ho trovato perfetto e dalle scenografie e costumi incredibili è “Dune - Parte due”, molto meglio del primo, Dune (2021). Un film fantascientifico colmo di umana verità, come spesso capita alla fantascienza quando è bella. Già avevamo ammirato il regista Denis Villeneuve in “Arrival”, ma ora sembra surclassare i registi del genere. Una storia creata meticolosamente che pur essendo fantasy affronta temi reali: il fanatismo religioso e il potere. Attori tutti magnetici. È una strana fantascienza: le astronavi spaziali sono come libellule o come strani ragni meccanici che atterrano su Arrakis, il gigantesco pianeta di sabbia, per depauperarlo della spezia, una polvere che permette alle astronavi di viaggiare nello spazio e, se deglutita, di leggere il futuro. Niente computers o aggeggi del genere. I colori sembravano avere una loro propria coscienza. Il film è tratto dal celebre Dune, romanzo del 1965 di Frank Herbert, vincitore dei massimi riconoscimenti della narrativa fantascientifica. Una raccomandazione: vedetelo in un cinema dallo schermo gigante.

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A cura di Valerio Consonni

Anche se Hollywood si dà un allure internazionale, gli Oscar sono e rimangono un affare a stelle e a strisce, sia per un fattore economico che per un fatto di egemonia politicoculturale. Ed è stato un vero peccato l’esclusione di “Io Capitano”, nato dal talento visionario di Garrone e dalla vena favolistica applicata al lato nero dell’immigrazione.

15 Aprile 2024

MISSITALIA

Le donne di Claudia Durastanti sono lupe in una terra selvaggia, streghe, baccanti, esploratrici temerarie: tra calanchi e crateri naturali, la Val d’Agri è un sud magico, una terra di sortilegi e di mistero che affronta gli urti instabili del progresso. Sono donne che attraversano lo spazio e il tempo, accarezzano sassi come pietre miracolose, si riuniscono in comunità, diventano spie, salvano gli scarti dell’umanità, sono capaci di grandi speranze e grandi bugie.

Claudia Durastanti (La Nave di Teseo)

TRA IL SILENZIO E IL TUONO

In questo libro, il suo romanzo più intimo ed emozionante, Roberto Vecchioni racconta gli episodi salienti della sua vita in lettere inviate a un fantomatico nonno che però non risponde mai. In un contesto in cui passato e presente si mescolano, il romanzo esplora le circostanze in cui le vite di Roberto e del nonno si intrecciano in modi sorprendenti, e le lettere conclusive offrono una chiave per comprendere appieno la profondità del loro legame.

Roberto Vecchioni (Einaudi)

IN VETRINA

GLI OCCHI DI MONNA LISA

La piccola Lisa, una bambina parigina di dieci anni che sta per perdere la vista, è la protagonista di questo romanzo. Nonostante non si trovino particolari anomalie, l’oculista suggerisce un consulto psichiatrico. Il nonno Henry, uomo burbero e determinato, la pensa diversamente. Convinto che - nel caso la bambina rischi di perdere la vista - la vera urgenza sia mostrare a Lisa le meraviglie create dall’uomo, ogni mercoledì, fingendo di portarla dallo psichiatra, si reca con lei presso i più importanti musei di Parigi. Questo viaggio nel bello che gli uomini sono stati capaci di realizzare cambierà per sempre le loro vite.

Thomas Schlesser (Longanesi)

CUORE NERO

Ma che amore è quello che tace la verità? All’amore bisogna poter consegnare anche il proprio buio. Il borgo di Sassaia, con le sue quattro case arroccate, è la fuga per chi come loro vuole nascondersi dalla realtà, per chi non accetta di potersi meritare ancora la vita. Sassaia è un utero di pietra nel quale naufragare. Emilia e Bruno sono due esseri segnati, che si puniscono per essere vivi, due cuori che si sono chiusi dentro la pietra per non essere feriti dalla luce.

(Rizzoli)

QUANDO IL CAFFÈ È PRONTO

Un caffè, una sedia e una regola da seguire. Questi pochi passi possono portare alla felicità. Certo solo se si è nel posto giusto. E il posto giusto è una caffetteria di Tokyo dove si può scegliere di vivere nuovamente un preciso momento della propria esistenza. La scelta deve durare il tempo di gustare la bevanda prima che si raffreddi. I personaggi che incontriamo nelle varie storie rappresentano rimpianti quotidiani che potrebbero appartenere a ognuno di noi.

Toshikazu Kawaguchi (Garzanti)

16 Aprile 2024 x= äáÄêá= z

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