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“LA DOLCE ALA DELLA GIOVINEZZA”
A cura di SANDRO NOBILI
Attrice di Cinema, di fiction tv, di teatro e ora anche regista di uno spettacolo teatrale. Parliamo della bella, brava e molto amata attrice Elena Sofia Ricci. Nata a Firenze, figlia dello storico Paolo Barucchieri e della scenografa Elena Ricci Poccetto, classe 1962, Elena Sofia ha fin da piccola un destino segnato. Da giovane frequenta gli ambienti del mondo dello spettacolo, se ne innamora e decide di voler diventare un’attrice. È una persona molto riservata tuttavia non le dispiace raccontarsi e in più di una occasione si è persino auto-definita “logorroica”. L’abbiamo vista di recente sul palco dell’Ariston all’ultimo Sanremo, ospite di programmi tv Rai e, solo qualche giorno fa, anche al Teatro Manzoni. Qui, per la prima volta sul prestigioso palco milanese, Elena Sofia ha vestito i panni della protagonista - Alexandra Del Lago - di “La dolce ala della giovinezza”, uno dei capolavori del drammaturgo statunitense Tennessee Williams, con la regia di Pier Luigi Pizzi, dal 20 marzo in replica fino al 2 aprile. «Sono appassionata di Williams. Sin da ragazza - racconta - ossia da quando ho deciso di fare l’attrice, specialmente i primi anni quando ero in tournee, mi sono letta tantissimi testi di autori classici perché cercavo di individuare quale personaggio mi sarebbe piaciuto interpretare, e sia che leggessi Shakespeare, Cechov o Pirandello, ero sempre più attratta dalle figure di donne “grandi”. Poi iniziai a leggere Williams, un autore che ho amato subito profondamente. I suoi testi contengono tematiche esistenziali che riguardano tutti e che sono quantomai attuali». «Questa è la quinta donna di Williams che porto in scena, ma che aspettavo da molti anni di poter fare. Quando lessi “La dolce ala della giovinezza” avevo 25-26 anni e non vedevo l’ora di diventare abbastanza grande da poter interpretare Alexandra. Il tempo è volato e finalmente adesso ho l’età e sono felicissima di poterla interpretare. Era necessario, non solo per ragioni di età. Alexandra è un personaggio molto difficile, un’attrice che si rappresenta continuamente, non sappiamo mai quando recita e quando è se stessa, non lo sa lei e non lo so nemmeno io che la interpreto». «Quello che è certo è che Alexandra è una donna in fuga - conclude l’attrice -. Da quello che crede un insuccesso del suo ultimo film, da se stessa, dalla fine, dalla morte e dalla paura di scomparire perché la sua vita si basa sull’applauso, sul consenso». Così spiega come è nata la sua passione per il teatro: «Tutto in realtà nasce dalla danza e dalla musica. Da bambina avevo i piedi storti e quindi mia nonna, con cui sono principalmente cresciuta durante i primi anni della mia vita, mi iscrisse a danza, poiché avevo le piante dei piedi chiu- se all’interno, e anche tutta la pianta ruotata all’interno. Quindi consigliavano la danza, poiché per danzare bisognava proprio aprire la pianta del piede. Pertanto mangiavo pane e musica, e ballavo da quando ero bambina». Nella mia casa a Firenze c’era un salotto che era diviso in due parti; una parte era rialzata rispetto all’altra con un gradino. Ecco, quello è stato il mio primo palcoscenico. Io costringevo i miei cugini, le mie amiche, tutti a fare con me le recite e i balletti, dove tutti suonavano, ballavano, cantavano. Poi ho studiato chitarra classica per sette anni e danza classica e contemporanea. Non avevo molto il fisico della ballerina, però in qualche modo dovevo esprimermi… Tutto è nato da lì, dalla danza». Nella sua lunga carriera, l’attrice ha sempre alternato Cinema, TV e Teatro.
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