Ravenna&Dintorni 476 23 febbraio 2012

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CRONACA& CULTURA

giovedì 23 febbraio 2012 | RAVENNA& DINTORNI

FOTOGRAFIA

L’INTERVENTO

Quello spazio sperimentale in centro: «Ma è durissima solo coprire le spese»

«Disattenzione verso la fotografia? Bisognerebbe chiedere al Mar»

Tra i nomi più importanti attivi in città nel campo della fotografia c’è senza dubbio anche quello di Alessandra Dragoni che dopo aver lavorato all’estero tra Amsterdam e Parigi e collaborato con le più importanti riviste italiane ha aperto a Ravenna una piccola galleria fotografica in via Pasolini, MyCamera. «Si tratta – ci racconta – del mio studio che ho deciso di utilizzare anche come spazio espositivo, per mostrare lavori che considero interessanti e utili alla conoscenza e alla diffusione del linguaggio fotografico contemporaneo. Mostro e vorrei mostrare autori italiani o stranieri che lavorano sulla ricerca. Vuole essere uno spazio sperimentale, dove propongo agli artisti di provare un lavoro, un progetto, che poi va a debuttare magari in un luogo più grande o istituzionale. È successo con Broomberg e Chanarin, per esempio». In questi giorni (e fino all’8 marzo) è in corso la mostra di Marcello Galvani, giovane autore che fa parte di Osservatorio Fotografico, associazione ravennate per la promozione della cultura fotografica di cui anche la stessa Dragoni fa parte. Ma come si sostiene un luogo del genere? «Sarebbe auspicabile riuscire a coprire almeno le spese – continua Dragoni – ma è durissima. Mi piacerebbe creare delle piccole pubblicazioni per l’uscita di ogni mostra per avere un documento che lasci una traccia del lavoro fatto, ma non posso sostenerne i costi. Gli stessi fotografi che espongono da me devono autoprodursi i lavori. Il problema grave è che non ci sono mai le risorse. In questo senso, se la fotografia fosse meno relegata a mostre estemporanee ma fosse parte integrante dei grandi progetti, se fosse considerata come indispensabile e “naturale” nella costruzione della storia di un luogo, se il tessuto economico della città volgesse il suo sguardo verso questa disciplina, si potrebbero costruire esperienze importanti». «Produrre un libro fotografico o una mostra o un progetto di documentazione sul territorio – spiega ancora la fotografa – significa produrre materiale di valore destinato a durare nel tempo. A Ravenna non mancano i fotografi. Manca la controparte, manca la committenza». Come dichiarava Guido Guidi la scorsa settimana su queste pagine, anche Dragoni attribuisce «il problema della fotografia in città alla mancanza di cultura. È certamente sottovalutato il suo ruolo nell’ambito contemporaneo – conclude –. Proprio a Ravenna, che invece si dimostra molto attenta e all'avanguardia in altri contesti come teatro e musica».

«La fotografia è al centro dell’interesse dello staff di Ravenna 2019». Parola di Franco Masotti, direttore artistico del Ravenna Festival e come noto membro del comitato artistico-organizzativo sorto a fine 2010 per costruire la candidatura della nostra città a capitale europea

altro che constatare quello che lui stesso definisce un «problema» riguardo «la mentalità della città nei confronti della fotografia». «È strano – continua Masotti – ma è così. Si tratta di una sorta di disattenzione, una rimozione. Qualche volta, diciamola tutta, trattasi di sana ignoranza o arretratezza provinciale, ma Modena o Savignano (dove la fotografia viene molto valorizzata, ndr) non sono così lontane. Forse, ancora, è un’incapacità di guardarsi e vedersi. Poi nascono fotografi così importanti… sarà un caso?». In questa difficoltà, secondo Masotti, «vi deve essere un elemento antropologico di qualche natura che potrebbe essere indagato. Comunque si tratta di una strana dialettica tra il genius loci e il Nemo profeta in patria in questa città così propizia agli ossimori. Voi – continua – avete fatto benissimo ad avviare un dibattito e almeno qualcuno ora inizia a percepire che non c’è “solo” il mosaico, e anzi potrebbe essere proprio la fotografia la chiave di volta dell’immagine di Ravenna in Europa». Malanca e Guidi lamentavano in particolare il disinteresse delle istituzioni. «Che però non si devono identificare con Ravenna2019 e il suo staff, che è operativo da meno di un anno – conclude Masotti –; esiste un’istituzione di riferimento per quanto concerne le arti visive a Ravenna che è il Mar. Bisognerebbe chiedere al direttore Spadoni…». Lo abbiamo fatto nella pagina qui a fianco. (lu.ma.)

Franco Masotti dello staff 2019 sull’ottava arte: «È al centro del nostro interesse» della cultura. Lo abbiamo interpellato alla luce della nostra inchiesta della scorsa settimana, quando abbiamo riportato le dichiarazioni di autorevoli esponenti del mondo della fotografia come Alex Majoli, Ettore Malanca e Guido Guidi, che denunciavano una sorta di disinteresse da parte della città e, più o meno direttamente, anche dello staff di Ravenna 2019. «Fin dagli incontri delle “Cinquetracce” – ci dice invece Masotti – Guido Guidi compare in una pubblicazione piccola ma preziosa curata da Silvia Loddo ed edita in occasione della traccia “Verso il mare aperto” (curata dallo stesso Masotti, ndr). Quella pubblicazione offriva le immagini (vagamente di tema “marino”) di 18 fotografi di area romagnola e voleva essere un primo

segno di attenzione proprio per la fotografia e i fotografi che hanno lavorato sul nostro territorio, anche se non ravennati di nascita. Ne cito uno per tutti, grandissimo, Luigi Ghirri». Replicando anche alla provocazione di Guidi – che ricordava sul nostro giornale il fatto di essere stato invitato a Guimaraes capitale europea della cultura di quest’anno e di non essere invece stato ancora contattato dallo staff di Ravenna – Masotti chiede, giustamente, tempo. «Siamo all’inizio del percorso, siamo ancora solo candidati, e al 2019 mancano 7 lunghi anni…». Anche il direttore artistico del Ravenna Festival non può però fare

Una foto di Guido Guidi inserita nella pubblicazione realizzata in occasione delle Cinquetracce per Ravenna capitale

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informazioni nutrizionali, riportate sulle etichette, sono reali e aggiornati – illustrano Antonio e Nadia –. Il nostro punto di forza è la disponibilità di 45 marchi, italiani ed internazionali, oltre a otto linee in esclusiva Vitamin Store. Dall’ideazione alla produzione, al

Antonio Carmellini e Nadia Lombardi, titolari del nuovo Vitamin Store Ravenna, professionisti nel campo del fitness, integrazione alimentare per sportivi e nutrizione

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