RadiocorriereTv N.22 - anno 94

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UN MARE DI ANIMAZIONE

SOMMARIO

CARTOONS ON THE BAY

L’Italia protagonista a Pescara con cinque riconoscimenti (tre Pulcinella Awards e due menzioni speciali) di cui due per Rai Kids. Pulcinella per il miglior lungometraggio al lussemburghese “A boat in the garden”

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ROB MINKOFF

Il regista de “Il Re Leone” e di tanti atri successi a cui Cartoons

On The Bay ha assegnato il Pulcinella Career Award, si racconta al RadiocorriereTv

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CHI PUO’ BATTERCI?

Da sabato 7 giugno su Rai 1 il family game con Marco Liorni che mette in sfida il pubblico e le celebrità

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UNOMATTINA ESTATE

Alessandro Greco e Carolina Rey danno il buongiorno ai telespettatori dalle 8.30 dal lunedì al venerdì su Rai 1

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PINO INSEGNO SPECIALE ULISSE

Torna il game dell’estate televisiva. L’intervista al conduttore romano alla guida di “Reazione a Catena”, ogni giorno alle 18.45 su Rai 1

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RADIOCORRIERETV

SETTIMANALE DELLA RAI

RADIOTELEVISIONE ITALIANA

Reg. Trib. n. 673 del 16 dicembre 1997

Numero 22 - anno 94 02 giugno 2025

DIRETTORE RESPONSABILE

FABRIZIO CASINELLI

Redazione - Rai

Viale Giuseppe Mazzini 14 00195 ROMA Tel. 0633178213

Hiroshima e Nagasaki: i giorni che cambiarono il mondo. Alberto Angela ripercorre le tappe fondamentali di un evento che ha segnato la storia dell’umanità. Lunedì 2 giugno in prima serata su Rai 1

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CAMPER

A mezzogiorno sull’ammiraglia Rai per tutta l’estate. Dal 2 Giugno, in onda dal lunedì al venerdì alle 12.00

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www.radiocorrieretv.rai.it www.ufficiostampa.rai.it

Collaborano Laura Costantini

Cinzia Geromino

Tiziana Iannarelli Vanessa Penelope Somalvico

JACOPO VENEZIANI

Lo storico dell’arte conduce il nuovo programma di Rai 3 “Vita da artista”. Dal lunedì’ al venerdì alle 20.15

MUSICA

Spirito DiVino 30th Anniversary. Zucchero celebra i 30 anni dell’album con un’edizione speciale

MURALE PER ILARIA E MIRAN

Realizzato nella sede Rai di Saxa Rubra a Roma ricorda la giornalista e l’operatore uccisi il 20 marzo del 1994 a Mogadiscio

IN LIBRERIA

Anteprima della puntata in onda su Rai Radio 1

“Il silenzio della marea”, il nuovo romanzo di Antonella Frontani

Da John Williams a Nino Rota. In diretta giovedì 5 giugno su Rai 5 con la Filarmonica della Scala

DONNE IN PRIMA LINEA

Il commissario capo della Polizia di Stato Grazia Guadagno della Questura di Foggia racconta la sua esperienza con la Polizia di Stato

Vita da giungla: alla riscossa! Tutti i giorni alle 18.45 su Rai Gulp 50 RAI RAGAZZI

Tutto il meglio della musica nazionale e internazionale nelle classifiche di AirPlay 52 LE CLASSIFICHE DI RADIO MONITOR

La Rai si racconta in digitale

Quel che si cela dietro una storia letteraria

L'arte, la musica, la storia, la danza, il teatro, i libri, la bellezza raccontati dai canali Rai

CINEMA IN TV

Una selezione dei film in programma sulle reti Rai

Incontri e progetti per diffondere CREATIVITÀ E SPERANZA

Grande successo per l’edizione del Festival appena conclusa a Pescara. La soddisfazione dell’ad Rai Giampaolo Rossi: «La missione del Servizio Pubblico è anche quella di essere al fianco delle nuove generazioni, restando contemporaneo e affrontando le sfide del domani»

Significativi i numeri della 29esima edizione di Cartoons On The Bay, il Festival internazionale dell’animazione, transmedia e media art, promosso da Rai e organizzato da Rai Com a Pescara. Sono stati oltre 1.000 gli addetti ai lavori accreditati al Programma professionale all’Aurum, tra registi, animatori, produttori, che hanno partecipato ai panel e alle tavole rotonde. Trecento le opere provenienti da 50 paesi iscritte al concorso Pulcinella Awards, 16 le statuette assegnate tra i vincitori delle nove categorie, Career Awards, Special Awards. Oltre 1.000 le presenze al Cinema Massimo per il Programma scuole, almeno 8.000 per il Programma pubblico, con gli eventi in scena sul grande palco di piazza della Rinascita – tra questi i concerti del Banco del mutuo soccorso e di Greg & the Frigidaires – le retrospettive e le anteprime cinematografiche, le mostre dedicate all’arte di Quentin Blake e alla passione modellistica di Lillo Petrolo. Diverse centinaia di bambini e ragazzi hanno preso parte alle attività organizzate nell’area “Cartoons On The Bay Fun & Comics” nell’emiciclo dell’Aurum. Grande la soddisfazione dell’Amministratore Delegato della Rai Giampaolo Rossi: “Tre giornate di incontri e progetti per diffondere un messaggio di creatività e speranza. La missione del Servizio Pubblico è anche quella di essere al fianco delle nuove generazioni, restando contemporaneo e affrontando le sfide del domani. Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questa manifestazione: la Rai, Rai Com, le Istituzioni che ci hanno affiancato in questo viaggio, gli artisti, i partecipanti e tutti coloro che hanno contribuito con entusiasmo e talento.” 

L’Italia protagonista a

Cinque riconoscimenti in tutto, due di questi per Rai Kids. Menzione Speciale Best Soundtrack a “Bartali’s bicycle”, Targa Pallavicini a “Balentes” e i Pulcinella Awards a “Crush-The story of Matilde”, “The soldier of Crimson Mountain”, “Dagon”

Due i premi ottenuti dall’Italia per i lungometraggi nella 29esima edizione di “Cartoons On The Bay”, il festival di animazione diretto da Roberto Genovesi, promosso da Rai e organizzato da Rai Com, in collaborazione con la Regione Abruzzo ed il Comune di Pescara.

La giuria formata da Rob Minkoff (regista de “Il Re Leone”), Alberto Rigoni (Head of Content and Productions di Lucca Crea, società che organizza Lucca Comics) e Flavio Natalia (direttore di “Ciak” e “ciakmagazine”) ha assegnato la Menzione Speciale Best Soundtrack a “Bartali’s bicycle”, Italia, diretto da Enrico Paolantonio e prodotto da Lynx Multimedia Factory in collaborazione con Rai Kids. “Per la sua straordinaria fusione di musica e narrazione, quest’opera si distingue per la sua forza emotiva e la rilevanza sociale”. La Giuria ha inoltre assegnato la Targa Renato Pallavicini a “Balentes”, Italia, diretto da Giovanni Columbu e prodotto da Luches, “per la sua rappresentazione coinvolgente degli eventi storici attraverso una prospettiva inve-

a Pescara

stigativa avvincente”. Nelle altre categorie, per decisione della giuria internazionale di “Cartoons On The Bay” 2025 - formata da Noah Falstein, Patricia Hidalgo, Irene Pothecary-Huse, Vicky Schroderus, Pierre Siracusa - l’Italia si aggiudica tre Pulcinella Awards. Il Pulcinella Award Live Action tv series or hybrid va a “Crush-The story of Matilde”, Italia, diretto da Raffaele Androsiglio e prodotto da Stand by me in collaborazione con Rai Kids. “Questa serie coraggiosa accende i riflettori su un tema di rilevanza internazionale e importante da raccontare: come mantenere il focus su sé stessi e sulla realtà, senza lasciarsi influenzare all’interno di una relazione. Adatto alla visione in famiglia e recitato con autenticità”. Il Pulcinella Award Pilot tv series va

invece a “The soldier of Crimson Mountain”, Italia, diretto e prodotto da Danila Trapani. “La storia romantica, l’alta qualità e lo stile cinematografico dell’animazione hanno colpito la giuria, che ha apprezzato anche il fatto che il progetto è basato su una collezione di libri”. Il Pulcinella Award Short films, infine, premia “Dagon”, Italia, diretto da Paolo Gaudo e prodotto da Emma Film, “per l’impressionante qualità dell’animazione, una narrazione efficace e un’ottima regia”. La Giuria Internazionale ha assegnato il Pulcinella Award Best Animated Feature Film a “A boat in the garden”, Lussemburgo, diretto da Jean-François Laguionie, che “con la sua incredibile narrazione e contenuti avvincenti, è un film che davvero tutti possono apprezzare”. Il

film lussemburghese vince anche il Ciak D’Oro con questa motivazione: “Un film innovativo e geniale, che rappresenta un vero successo nel mondo della cinematografia”.

Gli altri premi della Giuria internazionale

Pulcinella Award Preschool Tv Series (2-4 anni) a “Tiny toot”, Danimarca, diretto da Maria Mac Dalland, “per la capacità di offrire una ventata di freschezza, un’animazione colorata e originale e un tocco simpatico nella narrazione, rivolto con la giusta chiave al target dei più piccoli”.

Pulcinella Award Upper Preschool Tv Series (4-6 anni) a “Lena’s farm: a pain in the butt”, Germania, diretto da Elena Walf, “per il

suo design meraviglioso e originale, una storia dolce e allegra che coinvolge il pubblico senza bisogno di dialoghi, e un ottimo utilizzo della musica classica. Grazie a questi elementi, la serie si presta perfettamente alla visione in famiglia”.

Pulcinella Award Kids Tv Series (7-11 anni) a “Belfort & Lupin”, Francia, diretto da Philippe Vidal, con questa motivazione: “La serie tv è scritta e animata in modo eccellente ed è in grado di raccontare in modo coinvolgente le avventure di un gruppo di amici.

Pulcinella Award Youth Tv Show (+11anni) a “Jorel’s brother”, Brasile, diretto da Juliano Enrico. La Giuria ha spostato il titolo in questa categoria e lo ha premiato per essere perfettamente indirizzato a un pubblico giovane. “Grazie a un’animazione bril-

lante e a un ritratto ironico della famiglia, lo show conquista il suo target con un approccio surreale, creando uno spazio ideale per una narrazione efficace”.

Pulcinella Award Interactive Multimedia Work a “Indiana Jones and the great circle”, Svezia, diretto da MachineGames, “per l’incredibile animazione in CGI, gli effetti speciali perfettamente integrati con la narrazione e il forte coinvolgimento nell’avventura”.

Pulcinella Award Short films a “Dagon”, Italia, diretto da Paolo Gaudo e prodotto da Emma Film, “per l’impressionante qualità dell’animazione, una narrazione efficace e un’ottima regia”.

Menzione Speciale Best Screenplay a “Link click: bridon arc”, Cina, diretto da Haolin, che “con la sua sceneggiatura, si distingue per l’efficace padronanza della narrazione”.

Menzione Speciale Best Director a “Memory hotel”, Germania, diretto da Heinrich Sabl, “per la sua narrazione coinvolgente, l’eccezionale esecuzione cinematografica e le immagini visive accattivanti”.

Menzione Speciale Best Animation a “The light of Aisha”, Spagna, diretto da Shadi Adib. “Per la sua animazione divertente e creativa, questo film stimola l’immaginazione dello spettatore”.

CARTOONS ON THE BAY

Il Festival dell’animazione promosso da Rai e organizzato da Rai Com ha assegnato il Pulcinella Career Award al regista statunitense, che nel 1994 co-diresse “Il Re Leone”. In questa intervista racconta i suoi inizi alla Disney, il dietro le quinte del film che ha segnato intere generazioni e riflette sull’impatto dell’intelligenza artificiale nel mondo dell’animazione

Quando ha iniziato a disegnare?

Ho iniziato a disegnare quando ero molto piccolo. Era qualcosa che mi veniva naturale, mi piaceva farlo anche durante le lezioni a scuola. A volte finivo nei guai con gli insegnanti, perché mi mettevo a disegnare invece di seguire la lezione. Ma non riuscivo a farne a meno, era più forte di me.

Com’è proseguito il suo percorso nell’animazione?

Dopo quegli inizi da autodidatta ho deciso di studiare animazione seriamente e mi sono iscritto alla “California Institute of the Arts”. È lì che ho imparato davvero la tecnica e la disciplina del mestiere. Poi ho avuto la fortuna di iniziare a lavorare alla Disney, nel dipartimento di animazione. Ho partecipato a diversi progetti importanti, come “La Sirenetta” e “La Bella e la Bestia”. Il mio primissimo lavoro, però, è stato su un cortometraggio con Roger Rabbit, “Tummy Trouble”. Dopo quell’esperienza, mi sono stati assegnati altri progetti e incarichi di regia, e infine ho fatto il mio debutto come regista proprio con “Il Re Leone”.

Ricorda la sua prima volta in Italia?

Fu nel 1994, proprio l’anno in cui è uscito “Il Re Leone”. È stato un momento spettacolare, indimenticabile. Da allora sono tornato molte volte, perché ho un legame speciale con questo paese. Però è la prima volta che vengo a Pescara. Non c’ero mai stato prima e devo dire che è davvero bellissima. È stato emozionante poterla visitare finalmente.

Quando ha capito che “Il Re Leone” avrebbe avuto un successo così grande?

Quando abbiamo iniziato a lavorare al film, in realtà non si chiamava ancora così. Era solo un progetto in fase iniziale, con un titolo provvisorio. Ovviamente speravamo di realizzare un buon film, ma non potevamo immaginare che sarebbe stato

ROB MINKOFF: L’A.I. CAMBIA MA RESTANO

MINKOFF: CAMBIA TUTTO, RESTANO LE STORIE

accolto così bene dal pubblico. Solo quando fu completato e cominciammo a mostrarlo alle persone, ci rendemmo conto dell’impatto che aveva. La reazione della gente è stata incredibile. Ancora oggi, quasi 31 anni dopo l’uscita, il film continua a toccare il cuore delle persone. È qualcosa che mi riempie di gratitudine.

Che effetto ti fa vedere che “Il Re Leone” è ancora così amato?

È meraviglioso. Tutti noi che abbiamo lavorato a quel film lo sentiamo ancora molto vicino. I nostri figli, in un certo senso, sono cresciuti con quella storia che è diventata parte della nostra vita. Vedere che continua a emozionare nuove generazioni è davvero una soddisfazione enorme.

Cosa pensa dell’intelligenza artificiale nell’ambito dell’animazione? La sta usando nel suo lavoro?

L’A.I. è un tema molto attuale e interessante. Negli ultimi anni ha fatto enormi progressi. Allo stesso tempo, però, c’è una certa preoccupazione, perché potrebbe causare grandi cambiamenti – o meglio, vere e proprie distruzioni – nel settore. Quando ho iniziato a lavorare alla Disney, tutto si faceva a mano: disegni, pennelli, carta. Era un processo molto tradizionale. Poi, col tempo, i computer sono diventati sempre più presenti nella produzione. Ho già vissuto quella prima trasformazione dell’industria. E oggi, con l’arrivo dell’intelligenza artificiale, stiamo entrando in una nuova rivoluzione tecnologica.

La spaventa questo cambiamento oppure lo vive come una nuova opportunità?

Un po’ entrambe le cose. Da un lato può fare paura, perché cambia il modo in cui lavoriamo, ma è anche molto eccitante, perché apre possibilità nuove, incredibili. Ci saranno strumenti che ci aiuteranno a fare cose che prima erano impossibili. Alla fine, però, quello che conta davvero, sono le storie che raccontiamo. È su questo che le persone si emozionano, non tanto sul mezzo tecnico con cui la storia viene realizzata.

Quindi la tecnologia è un mezzo, ma il cuore resta la creatività?

Esattamente. Pensate alla Monna Lisa: siamo affascinati da ciò che ha creato Leonardo da Vinci, non tanto dal tipo di pennello o di vernice che ha usato. Allo stesso modo, nell’animazione o nel cinema, la tecnologia è uno strumento. Ma ciò che rimane nel tempo è la forza della narrazione, l’emozione, il messaggio. Credo che, anche in mezzo a tutti i cambiamenti, sarà proprio questo a guidarci e a farci evolvere nel modo giusto.

PINO, OLTRE DI INTESA

OLTRE 40 ANNI VINCENTE

Dall’esordio televisivo con Bramieri a inizi anni Ottanta sulla Rai alla conduzione di uno dei game più amati della televisione,“Reazione a catena” (ritorna l’8 giugno su Rai 1). La Tv, il cinema, il doppiaggio, il teatro, quello dell’attore romano è un successo che dura da quattro decadi

Un’estate al lavoro, domenica 8 giugno alle 18.45 torna “Reazione a catena”…

Questo è il mio sesto anno di “Reazione a catena”, quattro più due, sembra uno sconto al supermercato (sorride). Abbiamo rinfrescato tantissimo, una scena nuova, due giochi nuovi, un ritmo pimpante giusto per questi tempi, è una figata. Grazie al lavoro di tutti gli autori, di tutti i tecnici, qui a Napoli c’è un’atmosfera bellissima. È una famiglia.

Cosa le ha insegnato, negli anni, questo programma?

Prima di tutto come si conduce un game, cosa completamente diversa dall’essere un attore, un doppiatore, un presentatore e basta. Il fatto di essere un po’ tutte queste cose mi arricchisce molto e può arricchire anche il programma, è un po’ il mio valore aggiunto al programma. Quando sento che c’è bisogno della battuta, la trovo, quando c’è bisogno di essere empatici, lo sono, come quando c’è bisogno di essere solo una voce, nella fase finale, e accompagno l’ultima catena, l’ultima parola, come se si trattasse di una voce fuori campo. “Reazione a catena” mi ha insegnato anche a fare dei passi indietro per valorizzare sempre di più i concorrenti, i protagonisti sono loro e non sei tu. È un game bellissimo che non ha rivali, dentro c’è tutto: il divertimento, la goliardia, l’approfondimento culturale, la filologia delle parole, i vari significati. Questo fa bene a tutti.

Come sono cambiati, nel tempo, i concorrenti?

Ci sono squadre forti, anche se è sempre più difficile trovare persone che abbiano tempi, ritmi. Il telefonino ha un po’ distrutto tutto, anche la voglia di pensare. Se non ti viene in mente una cosa clicchi su un motore di ricerca, se non ti ricordi una strada metti il navigatore, e questo spegne un po’ la curiosità, la mente. “Reazione a catena” invece accende la mente.

Quale valore dà alla parola “squadra”?

La parola squadra è il segreto, non è solo uno strumento geometrico. Il segreto è far sentire, se ci fosse mai un ultimo, primo. Fare sentire parte di una squadra anche una persona che tende un cavo è fondamentale, deve sentirsi parte di un successo come di un insuccesso. Tutti devono remare nella stessa direzione.

E alla parola “successo”?

Il successo bisogna saperlo interpretare e gestire. L’ho capito sin dall’inizio, quando cominciai a essere riconosciuto per le strade tra il 1985 e il 1986 con “Pronto chi gioca?”. All’inizio fu un po’ una febbre, andavo in macchina la sera con la luce accesa per farmi riconoscere. L’anno successivo l’attenzione della gente calò un po’ e cominciai a chiedermi cosa volessi fare da grande: essere riconosciuto o fare questo mestiere? Per esserci nel tempo devi avere rispetto degli altri e di te stesso. Se vivi così, non sarai mai solo. Vivo ogni esperienza come se fosse il primo giorno: il primo doppiaggio, il primo film che faccio, la prima puntata che conduco.

La parola che nella sua vita non può mancare?

Sono due, amicizia e rispetto.

Che cosa significa trovare nella vita un’intesa vincente?

È il segreto della vita stessa ma è complicatissimo (sorride), è la ricerca del sacro Graal. Esiste, devi saperla gestire, mantenere, un po’ come il successo. Il rischio è di perderla, parlo dell’amicizia come dell’amore, in tutto. Bisogna saperla annaffiare, gestire, perché l’intesa vincente non è un sempreverde.

Si sente più analogico o digitale?

Analogico tutta la vita. Digitale solo quando serve, certo, ti aiuta, ma se perdi il telefonino è finita. Io sono un LP, non un CD, e come vede gli LP sono tornati di moda. Gli anni Settanta non moriranno mai.

Fa parte della generazione del “Tuttocittà” in auto…

… quello ci ha allungato la vita. Facevamo la tournée con la Premiata Ditta chiedendo la strada… fortunatamente veniamo da quegli anni.

Ci regala un ricordo incancellabile dei suoi esordi?

A teatro con l’Allegra Brigata, dieci ragazzi che sono poi diventati grandi, eravamo al Teatro Testaccio di Roma con “Giulio Cesare è… ma non lo dite a Shakerspeare”. Lì incontrammo Massimo Cinque, poi Bramieri e Garinei che ci portarono su Rai 1. Era il 1982, facemmo tre edizioni di “G.B. Show” il sabato in prima serata.

Un pensiero (e una promessa) al pubblico che le vuole bene da quarant’anni…

Torna la parola “rispetto”, che ho avuto sempre nei confronti di tutti. Per me le persone non sono un gruppo informe senza un nome, senza un cognome, senza una storia, non sono genericamente il pubblico. Ho sempre rinverdito questo rapporto, mettendomi sempre in gioco, con educazione, la gente riconosce i valori veri. Quando cammino per strada, anche a costo di metterci dieci minuti per fare cento metri io mi fermo con tutti. Mia moglie mi dice che mi fermo anche con chi la foto non me l’ha chiesta. E io a quel punto rispondo: ma me la stava per chiedere (sorride). 

PRIMA SERATA

CHI PUÒ BATTERCI?

Dal 7 giugno su Rai 1 il family game con Marco Liorni che mette in sfida il pubblico e le celebrità

Dopo una speciale anteprima andata in onda a settembre, dal 7 giugno torna in prima serata su Rai 1 “Chi può batterci?”, prodotto in collaborazione con Blu Yazmine, il family game show condotto e capitanato da Marco Liorni, pronto a rimettersi in gioco in tre nuove, imperdibili puntate. Lo studio è pronto e porta con sé molte novità. Un restyling dal forte impatto visivo: la scenografia, completamente ripensata da Riccardo Bocchini, e la fotografia, firmata da Mario Catapano, contribuiranno a valorizzare ritmo e atmosfere con uno stile immersivo e raffinato. Un’evoluzione che racconta lo show con uno sguardo nuovo, contemporaneo e calibrato per il prime time. E, ora, il format. Sarà coinvolgente, dove una squadra di sei celebrità capitanata da Marco Liorni affronterà in ogni puntata 101 agguerriti concorrenti del pubblico in studio. Una sfida unica nel suo genere: il presentatore, nell’inedito duplice ruolo di conduttore e giocatore, guiderà la sua squadra in una serie di quiz, intuizioni brillanti e colpi di scena. Il programma si articola in diverse manche, ciascuna ispirata a temi di cultura generale e capaci di stimolare non solo la conoscenza, ma anche il vissuto, la prontezza e la logica dei partecipanti. Tutto si svolge in un clima di leggerezza, emozione e spettacolo, con una narrazione dinamica e aperta alla partecipazione del pubblico da casa. Grande pathos, inoltre, nella sfida finale, in cui il miglior concorrente della serata proverà uno a uno a battere i sei componenti della squadra vip di Marco Liorni per conquistare il jackpot in palio. Riuscirà a spuntarla su tutti? A fare da arbitro imparziale sarà una voce fuori campo che dall’alto lancerà le domande, svelerà le risposte e interagirà con i protagonisti con ironia e complicità. “Chi può batterci?” è un programma che mescola gioco, spettacolo e intelligenza emotiva, riportando al centro dell’intrattenimento il valore della sfida collettiva e della partecipazione. Un’occasione per divertirsi, riflettere e – perché no – provare a battere i propri limiti, insieme. 

HIROSHIMA E NAGASAKI: I GIORNI

In occasione degli ottant’anni dal lancio delle bombe atomiche avvenuto nell’agosto del 1945, Alberto Angela ripercorre le tappe fondamentali di un evento che ha segnato la storia dell’umanità. Lunedì 2 giugno in prima serata su Rai 1

“Hiroshima e Nagasaki: i giorni che cambiarono il mondo” è il titolo dello speciale di “Ulisse, il piacere della scoperta”, il programma di Alberto Angela che Rai Cultura propone lunedì 2 giugno alle 21.30 su Rai 1. In questa puntata si cercherà di capire come la bomba atomica venne realizzata e come si arrivò alla decisione di sganciarla sul Giappone. Si ripercorreranno le ragioni militari e politiche che hanno portato alla nascita del “progetto Manhattan”, con l’eccezionale gruppo di scienziati che vi lavorò, tra cui Oppenheimer ed Enrico Fermi, che svolse un ruolo decisivo, e di cui si visiterà la storica palazzina che un tempo era il suo laboratorio di ricerca, in via Panisperna, a

GIORNI CHE CAMBIARONO IL MONDO

Roma. In Giappone Alberto Angela accompagnerà gli spettatori in alcuni dei luoghi protagonisti di questa pagina della storia: Hiroshima e Nagasaki, le due città che furono scelte come obiettivo delle prime bombe atomiche. Ricostruzioni filmate faranno rivivere ciò che accadde sull’Enola Gay, l’aereo che il 6 agosto 1945, effettuò la missione su Hiroshima, grazie anche alla testimonianza di chi era a bordo. A Hiroshima Alberto Angela racconterà gli effetti dello sgancio della prima bomba nucleare, attraverso alcuni dei luoghi simbolo di quella tragedia come il Genbaku Dome, la Cupola della bomba atomica, e il Museo della Pace di Hiroshima che contiene alcune delle più toccanti testimonianze di quei giorni. Ulisse si sposterà quin-

di a Nagasaki, la città che sarà colpita dalla seconda bomba atomica, per ripercorrere le tappe che portarono alla sua distruzione il 9 agosto del 1945. Una puntata durante la quale si ascolteranno le voci degli hibakusha, i sopravvissuti delle due bombe atomiche, tra i quali Terumi Tanaka, rappresentante dell’associazione Nihon Hidankyo che nel dicembre 2024 è stata insignita del premio Nobel per la Pace per i suoi sforzi per realizzare un mondo libero dalle armi nucleari e aver portato avanti la testimonianza dei sopravvissuti. 

UNOMATTINA ESTATE

Alessandro Greco e Carolina Rey danno il buongiorno ai telespettatori a partire dalle 8.30 dal lunedì al venerdì

Torna “Unomattina Estate”, lo storico contenitore mattutino di Rai 1 che accompagnerà il pubblico fino al 5 settembre, dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 12.00. Alla conduzione Alessandro Greco, confermato dalla precedente edizione, al suo fianco Carolina Rey, attrice e conduttrice ben nota al pubblico del mattino. Insieme offriranno ogni giorno un’informazione puntuale, un racconto vivido dell’attualità, uno spazio aperto al confronto e alla curiosità. Protagoniste Al centro della narrazione le storie delle persone, i temi sociali, economici e ambientali che attraversano la quotidianità. Tra i temi attenzionati la salute, il lavoro, la famiglia, i diritti, ma anche la cultura, la scienza, innovazione e spettacolo, con ospiti e collegamenti in diretta da tutto il territorio. Un’attenzione particolare sarà dedicata al racconto dei fatti di cronaca che animano ogni anno l’estate italiana. Non mancheranno rubriche dedicate al risparmio domestico, all’alimentazione consapevole, al turismo di prossimità, ai buoni esempi che fanno crescere le comunità. In un’estate segnata da sfide globali, Unomattina Estate continuerà a essere una bussola affidabile e un punto d’incontro per il pubblico, tra approfondimenti, consigli utili e momenti di leggerezza. “Unomattina estate” è una finestra aperta sul Paese, animata da spirito di servizio pubblico e voglia di raccontare il presente con rigore e chiarezza.

CAMPER

CAMPER

A mezzogiorno sull’ammiraglia Rai per tutta l’estate. Dal 2 Giugno, in onda dal lunedì al venerdì dalle 12.00 alle 13.25

Il “Camper” di Rai 1 si rimette in viaggio per portare in ferie anche quest’anno i telespettatori. Alla guida, Peppone Calabrese. Per tutta l’estate il popolare conduttore animerà il mezzogiorno con collegamenti in diretta e reportage dalle più svariate località vacanziere, grazie alla ricca squadra di inviati. Fra questi: Elisa Silvestrin incontrerà i vacanzieri nelle più belle spiagge e nei più iconici luoghi di vacanza; Lorenzo Branchetti offrirà un racconto dei borghi più belli e caratteristici d’Italia; Valentina Caruso andrà alla scoperta dei tesori archeologici del Bel Paese; Annalisa Baldi sarà protagonista di una serie di incursioni nelle feste di paese e laddove si svolgeranno eventi dal tipico sapore estivo; Marco Di Buono ci condurrà alla ricerca delle più genuine e divertenti sagre paesane; Fabrizio Nonis darà suggerimenti per realizzare gustosi quanto spettacolari barbecue estivi; Antonella Ferrari ci mostrerà che l’estate è una stagione possibile ed accessibile anche per le persone con disabilità; Ma non solo: gli altri inviati “vacanzieri” Cristina Rinaldi, Marco Scorza, Daria Luppino, Angela Achilli, Roberta Paris, Dado Coletti, Gloria Aura Bortolini e Guido Pacifici parleranno di tante altre buone abitudini estive. Sentieri naturalistici, cammini sacri, ville e giardini storici, orti botanici, concerti di piazza, moda, chiacchiere da spiaggia, aperitivi… insomma, l’estate italiana declinata a 360°. A far da contraltare a tutte queste “finestre” in esterna, Peppone accoglierà in studio ogni giorno diversi ospiti, alcuni fissi, altri occasionali, con i quali parlerà di cibo, enogastronomia, musica, sport, estati del passato, salute e animali domestici, dando consigli e suggerimenti per godere al meglio delle vacanze estive. 

JACOPO VENEZIANI

Da Carducci a Manzoni, da Leopardi a Michelangelo. Dal 2 giugno, dal lunedì al venerdì alle 20.20 su Rai 3, “Vita d’artista”, il nuovo programma che porta nelle case dei grandi protagonisti dell’arte e della cultura italiana. Il conduttore esplora luoghi autentici in cui gli oggetti diventano chiavi per raccontare storie intime

Cosa l’ha spinta a ideare un programma che entra nelle case private degli artisti?

È nata un po’ come una scommessa. Nelle piazze italiane ci sono tanti monumenti in bronzo che un tempo erano esseri umani: Manzoni, Leopardi, Michelangelo, Canova. Ci siamo detti: “E se provassimo a entrare nelle loro case, per restituire loro un po’ di quella umanità che il tempo e la fama hanno trasformato in mito?”. Aprendo cassetti, osservando armadi, strumenti, oggetti personali… L’idea è proprio questa: riportare all’umanità figure che oggi sembrano quasi scollegate dal nostro mondo, congelate nel tempo come statue.

Come ha scelto gli artisti protagonisti del programma? Cosa li rendeva particolarmente adatti a questo tipo di narrazione?

Siamo partiti dalle case. Cercavamo luoghi che fossero rimasti il più possibile intatti, autentici, come se l’artista fosse appena uscito un attimo. A Casa Canova, ad esempio, sembra che lui sia uscito a comprare il pane; la stessa sensazione l’abbiamo avuta a Casa Leopardi e a Casa Manzoni. Non volevamo case diventate musei, con teche e didascalie, ma ambienti ancora caldi, abitati, vivi. Il nostro è stato un lavoro di ricerca quasi archeologica della vita quotidiana.

Il programma punta a un linguaggio moderno e accessibile. Come avete lavorato per rendere la storia dell’arte fruibile a un pubblico ampio?

Abbiamo cercato di mettere in primo piano le storie, non le nozioni da manuale. Ad esempio, parlando di Leopardi, non ci siamo limitati a descrivere un suo ritratto dal punto di vista stilistico. Ci siamo chiesti: come si vedeva lui? Si sentiva bello o brutto? Che immagine aveva di sé? E siamo andati a fondo, leggendo lettere, testimonianze, per scoprire questo aspetto personale. Per me l’arte è sempre un tentativo di comunicazione: qualcuno che vuole dire qualcosa a qualcun altro, usando non le parole ma un oggetto, un’opera. Il foto di Enrico Panina

LE CASE, E GLI ARTISTI

CASE, L’ARTE ARTISTI

nostro lavoro è stato quello di amplificare quel messaggio, renderlo più umano, quindi più universale.

Qual è stata la scoperta più sorprendente o emozionante visitando questi spazi privati?

A Casa Pascoli, ad esempio. Pascoli è un nome che molti associano solo alle antologie scolastiche. Ma scoprirne il lato intimo è stato davvero emozionante. In casa sua c’è una stufa che non è mai stata accesa perché, nella canna fumaria, aveva trovato un nido di api e non voleva disturbarle. E ancora oggi, in quella canna, vivono le loro discendenti. È il segno di un Pascoli tenero, sensibile, che nel giardino disegnava tombe per il suo cane e per un merlo con cui viveva. Dietro a ogni oggetto si nasconde una storia che parla.

Come riesce a raccontare la personalità degli artisti attraverso oggetti e ambienti domestici?

Mi chiedo sempre: in che momento quell’oggetto è entrato nella vita dell’artista? Cosa ci racconta di lui?

Sulla scrivania di Carducci a Bologna, ad esempio, c’è un orso intagliato nel legno. Un souvenir delle sue vacanze a Courmayeur. E uno pensa: “Davvero Carducci sciava come un milanese?”. Sì, lo faceva. Oppure la tabacchiera di Manzoni: sempre con lui, tanto che il pittore Francesco Hayez l’ha dipinta nel suo ritratto, nascosta ma presente. Ogni oggetto è un grumo di storie, come quelli che abbiamo nelle nostre case: ricordi, regali, tracce di vita.

Come siete riusciti a trasformare queste storie in un racconto televisivo contemporaneo e pop?

Anche la musica ha avuto un ruolo fondamentale. Volevo che il programma avesse ritmo, non fosse il classico documentario patinato. Così, ad esempio, per raccontare il tempio neoclassico di Canova a Possagno, invece di usare musica d’epoca abbiamo scelto Billie Eilish. Immagini col drone, musica moderna: è un modo per dire che anche Canova può essere vicino a noi. La regia, le scelte sonore, tutto ha contribuito a dare un linguaggio più fresco, immediato.

Quali temi o messaggi spera che il pubblico porti con sé dopo aver visto Vita d’Artista?

Spero che riesca a sentire questi grandi nomi meno lontani. A volte li percepiamo come statue irraggiungibili, ma in realtà erano persone. Con un talento immenso, certo, ma anche con paure, abitudini, amori, stranezze. Se riusciamo a vederli come simili a noi, ci avvicineremo anche alla loro arte in modo più diretto e spontaneo. Alla fine, sono persone che ci hanno lasciato qualcosa per comunicare con noi. E noi possiamo ancora rispondere.

ILARIA E MIRAN SONO TORNATI A CASA

Un murale nella sede Rai di Saxa Rubra a Roma ricorda la giornalista e l’operatore uccisi il 20 marzo del 1994 a Mogadiscio

Il colpo d’occhio è, anche, un colpo al cuore. Ilaria e Miran, coloratissimi, sorridenti, campeggiano sulla facciata della palazzina C di Saxa Rubra, lì dove si trova da sempre la redazione del Tg3 che ha atteso invano il loro ritorno. Ilaria Alpi e Miran Hrovatin sono stati uccisi il 20 marzo del 1994. Una morte che non ha ricevuto giustizia, nonostante le energie profuse dai genitori di Ilaria fino alla fine. Per questo una delle rose bianche nel murale reca le parole: “Noi non archiviamo”. L’Usigrai, il sindacato unitario dei giornalisti Rai, e il comitato di redazione del Tg3 si sono fatti artefici, in perfetta sintonia con i vertici aziendali, di questa iniziativa che va oltre il semplice ricordo e diventa memoria viva e impegno quotidiano per un’informazione fondata sulla verità, altra parola che incorni-

cia i volti dei due giornalisti. Autrice del bozzetto Laika, street artist romana che ha fatto dell’anonimato la propria cifra. La realizzazione dell’opera è stata quindi affidata alla sua squadra che ha lavorato, all’interno del Centro radiotelevisivo Biagio Agnes, a partire dal 24 maggio, giorno in cui Ilaria avrebbe compiuto 64 anni. “Abbiamo voluto tatuarceli addosso” hanno dichiarato i membri del CdR del Tg3. Messe a dimora anche le rose bianche che un floricultore ha ibridato in onore di Ilaria e che erano state piantate nel giardino della sede di Viale Mazzini, attualmente chiusa.

Laura Costantini

Lunedì 2 giugno alle 23.05 circa andrà in onda Radio1 Plot Machine, il programma di scrittura interattiva condotto da Vito Cioce e Marcella Sullo. Ospite Cosimo Lardiello, presidente del Centro di Cultura Renoir di Taranto. Si sfidano due racconti selezionati per la Gara 2025. Il tema è la Palestra. Tutti i racconti selezionati e andati in onda saranno pubblicati alla fine in un podcast originale di RaiPlay Sound. Al Vincitore della Gara una targa speciale di Radio1 e la partecipazione da protagonista a una puntata del programma.

Blanco

Alfa feat. Manu Chao

Achille Lauro

Kolors, The

Cesare Cremonini, Elisa

Annalisa

Pinguini Tattici Nucle..

Fabri Fibra, Tredici P..

Jovanotti

Piangere a 90

A me mi piace

Amor

Pronto come va

Nonostante tutto

Maschio

Bottiglie vuote

Che gusto c’è

Occhi a cuore

Non sono io

IL LIBRO DELLE VISIONI

Eva, una dottoressa e ricercatrice di Storia della Medicina, scopre un manoscritto di Johan Anmuth, un medico del 18° secolo. Nel suo

“Book of Vision”, Anmuth trascrive i sentimenti, le paure e i sogni di 1800 pazienti, il loro spirito vaga ancora tra le sue pagine. Immergendosi in questi racconti e in queste visioni, Eva mette in discussione la separazione tra passato, presente e futuro, mentre si scontra con le sfide della medicina moderna e i suoi limiti in rapporto al proprio corpo. Un film che affronta il divenire partendo dal corpo. Regia: Carlo Hintermann

LEONARDO

Leonardo Da Vinci è un giovane pittore ventenne, figlio illegittimo di un notaio e abbandonato dalla madre, che lavora a Firenze nella bottega di Andrea Del Verrocchio. Da sempre curioso nei confronti della scienza e della natura, l’artista esprime in tutte le sue opere la sua personalità complessa ed enigmatica che lo porta, negli anni, a creare i capolavori che tutti conosciamo ma anche a vivere grossi conflitti interiori. L’uomo dietro al genio, per la regia di Dan Percival, Alexis Sweet. Interpreti: Aidan Turner, Matilda De Angelis, Freddie Highmore, Giancarlo Giannini, Carlos Cuevas, Alessandro Sperduti.

Basta un Play!

I RAGAZZI

DELLE SCORTE

DA trent’anni dalle stragi di mafia di Capaci e via D’Amelio, Rosaria Costa, vedova dell’agente

Vito Schifani, e Salvatore Lopresti, in forze al Reparto Scorte della Questura di Palermo, ripercorrono quei tragici eventi che hanno segnato e cambiato per sempre le loro vite. Rosaria a soli 22 anni resta sola a crescere un figlio di quattro mesi e vede infrangersi i sogni e progetti fatti con Vito. Salvatore, invece, vede uno dopo l’altro cadere i suoi colleghi e amici. Oltre a Vito: Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Emanuela Loi, Eddie Walter Cosina, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli, Agostino Catalano. Rosaria e Salvatore, ancora oggi, sperano che l’affermazione della verità e della giustizia riescano a mettere fine a quella puzza di tritolo e carne bruciata che ancora sentono. Docu-serie vincitrice del Premio Borsellino 2023.

ALICE & LEWIS

Ispirato all’omonimo romanzo di Lewis Carrol, la serie racconta le stravaganti avventure di Alice, sei anni, che, grazie ad una chiave magica, riesce ad aprire qualsiasi porta e ad arrivare nel Paese delle Meraviglie. Qui incontra un coniglio accattivante, Lewis, e i due diventano amici per la pelle. Alice ama giocare con Lewis e gli altri suoi amici, anche se questo significa vedersela con la capricciosa regina dai capelli rossi, con castelli di carte in bilico sulla collina, e soprattutto con le regole e le convenzioni eccentriche di questo regno parallelo. I nuovi episodi disponibili anche in lingua inglese. Regia: Bernard Ling.

Il silenzio della marea

Antonella Frontani torna con un nuovo romanzo con il quale condurci per mano nel mondo sotterraneo delle fragilità. Edito da Garzanti, disponibile nelle librerie e negli store digitali

Una scrittura ritmata, descrittiva, a tratti asciutta, che sembra assecondare i vortici dell’animo umano. Ne “Il silenzio della marea”, edito da Garzanti, l’autrice scandaglia gli abissi emotivi dei suoi personaggi, intenti alla ricerca di un senso, riuscendo nell’arduo tentativo di coinvolgere il lettore fino all’immedesimazione. Ogni volta che si legge un libro di Antonella, è impossibile non finirne partecipi, in apprensione per le sorti delle anime dannate che tanto ci assomigliano, rincuorati dalla sorte che gli destina. Tutto d’un fiato, in una lettura che non molla mai la presa, lontano dal finale buonista, centrato sulla reale possibilità di riscatto che ognuno sogna per sé. Anche per questo romanzo, come per i precedenti, l’autrice cura con grande attenzione la descrizione dell’ambientazione, parte fondamentale nella costruzione dei suoi personaggi. Una sorta di scrittura sensoriale per trasmettere il profumo dei cespugli di lentisco che punteggiano il parco della villa (realmente esistente) di Rapallo in cui ha ambientato la storia. Sarà proprio questa meravigliosa dimora storica ad ospitare i protagonisti: Leandro, anziano collezionista colto, agorafobico, asociale, in realtà, profondamente sensibile e segnato dalle ferite del passato; Nera, quarantenne apparentemente serena, che affronta la vita con una certa leggerezza ma tormentata da un’inspiegabile sensazione di vuoto; Zenab, trentenne approdata dalla Guinea su un barcone, bellissima, nonostante gli evidenti segni di tortura, dotata di uno sguardo segnato dal dolore e dalla nostalgia. La convivenza tra loro, improvvisa e forzata all’interno della villa e nel grande parco che la circonda, cambierà per sempre la loro esistenza. Fatevi portare da Antonella di fronte al più bel panorama del Golfo del Tigullio per provare l’inebriante sensazione di perdervi e ritrovarvi. 

Effeci

SPIRITO DIVINO 30TH ANNIVERSARY

Zucchero celebra i 30 anni dell’album con un’edizione speciale. In estate il tour negli stadi e a settembre il grande ritorno all’Arena di Verona

Il 20 giugno 2025 sarà una data significativa per tutti i fan di “Sugar” Fornaciari: esce infatti in formato fisico e digitale “Spirito DiVino 30th Anniversary”, l’attesissima edizione celebrativa di uno degli album più iconici della musica italiana. Pubblicato nel 1995, “Spirito DiVino” segnò una svolta decisiva nella carriera dell’artista, sancendo il ritorno discografico dopo tre anni dal precedente lavoro di inediti, “Miserere”. A distanza di trent’anni, quel disco che ha saputo fondere con originalità blues, soul e melodia italiana, torna in una veste completamente rinnovata e impreziosita da contenuti inediti. Il preorder dell’album è già attivo, la nuova edizione sarà disponibile in vari formati: in doppio vinile crystal, in doppio CD digipack (con l’album originale e un secondo disco con versioni in inglese e spagnolo) e in un raffinato Box Deluxe numerato a tiratura limitata. Quest’ultimo include anche un vinile 7” con due remix inediti di “X Colpa Di Chi?”, un esclusivo book fotografico 30x30 cm di 16 pagine e un set di sottobicchieri personalizzati. Un omaggio ai fan, pensato per restituire il sapore autentico e profondo di un’opera che ha segnato un’epoca. “X Colpa Di Chi?”, “Il volo” e “Così celeste” sono solo alcune delle perle contenute in “Spirito DiVino”, brani diventati immediatamente dei classici e ancora oggi tra i più richiesti dal pubblico nei concerti. Zucchero li riproporrà anche questa estate durante il tour “Overdose D’Amore”, che lo vedrà protagonista sui più importanti palchi italiani, dagli stadi al suggestivo scenario del Circo Massimo a Roma. Sei concerti tra il 19 e il 28 giugno, che si preannunciano come un’esplosione di emozioni, passione e musica senza tempo, all’insegna di un rapporto speciale che unisce da sempre Sugar e il suo pubblico. A settembre, il legame unico tra Zucchero e l’Arena di Verona, si rafforza con otto nuove serate da vivere con il fiato sospeso. Un traguardo speciale attende il pubblico: Sugar festeggerà sul palco i suoi 70

anni, rendendo ogni data un evento irripetibile. È proprio l’Arena il luogo dove l’artista ha scritto pagine straordinarie della sua carriera, con numeri da record: 54 concerti, oltre 600 mila spettatori e primati come le 22 serate in un solo anno (tra il 2016 e il 2017) e le 14 consecutive tra aprile e maggio 2022. A condividere con lui queste celebrazioni sarà una super band di musicisti d’eccezione, ormai compagni inseparabili di viaggio e parte integrante del suo universo sonoro. Insieme proporranno uno show che si preannuncia coinvolgente, energico, capace di attraversare le generazioni, restituendo l’anima più profonda del rock blues e la poesia che da sempre caratterizza la scrittura di Zucchero. Con “Spirito DiVino 30th Anniversary” e un tour che si preannuncia memorabile, Zucchero rinnova il suo patto d’amore con il pubblico. Un viaggio lungo quarant’anni, che non ha mai smesso di stupire, raccontare e soprattutto cantare. Zucchero è oggi riconosciuto come uno degli artisti italiani più apprezzati a livello internazionale, con oltre 60 milioni di dischi venduti nel mondo e collaborazioni leggendarie con artisti del calibro di Eric Clapton, Sting, Bono, Ray Charles, B.B. King, Luciano Pavarotti, Andrea Bocelli, e tantissimi altri. È stato il primo artista occidentale a esibirsi al Cremlino dopo la caduta del Muro di Berlino e l’unico italiano ad aver partecipato al Festival di Woodstock del 1994. Le sue performance nei luoghi simbolici del mondo – dal Colosseo deserto durante la pandemia a Piazza San Marco – sono entrate nella storia. La sua voce, ruvida e autentica, è diventata simbolo di un’Italia musicale che guarda oltre i confini, che sa emozionare e reinventarsi.

STORIE DIETRO LE STORIE

«Sono laureato in filosofia, appassionato di musica – anche rock un po’ estremo – e suonatore amatoriale di pianoforte blues. Lavoro in comunicazione strategica ma, appena posso, “fuggo” dalle regole istituzionali dello scrivere per dare voce alle mie storie, che pescano dal mio background psicologico e dal mio amore per il simbolismo.»

Marco Fornaro, classe 1980, genovese di nascita e milanese di adozione.

La scrittura creativa è parte integrante del suo lavoro di consulente di comunicazione. Ma la scrittura narrativa lo aspettava al varco, al punto da rendere gli studi filosofici fondamenta del suo essere autore.

«In un periodo difficile, dettato da motivi di salute durante il covid, inizio a comporre un romanzo che, inizialmente, voleva essere tutt’altro. Ma mi esplode tra le mani, approfittando di un bel po’ di notti insonni e del bisogno di esorcizzare qualche demone. Lì scopro che la mia professione, che mi ha reso tecnicamente capace di scrivere, può essere messa al servizio di una scrittura tutta mia.»

La storia che gli è esplosa in mano ha un titolo che è tutto un programma: “Talk show con il Diavolo”

«È un romanzo che usa un evento grottesco come metafora portante – uno specchio che si anima, costringendo le persone a parlare con un lato scomodo di sé – ma tocca temi contemporanei come il rapporto fra fede e scienza, fra il bene e il male, conducendo in modo ritmico le vite dei diversi protagonisti sul filo comune che, senza fare spoiler, ne rappresenta la morale: imparare a perdonare

MARCO FORNARO:

FORNARO:

se stessi. Mi sono ispirato a Dino Buzzati, che mi perdonerà, e a “La casa degli Spiriti” di Isabel Allende. Poi, anche grazie alle bellissime serie di Sorrentino – The young e The new Pope –arriva l’elemento sorpresa: un nuovo Papa, molto diverso da quello appena nominato, che racconta questo mondo come da un’altra dimensione del multiverso.»

Eloquio filosofico e uno sguardo sul mondo e sulle storie che sia indulgente verso i difetti dei protagonisti e teso a smontare il senso di colpa e inadeguatezza che spesso infetta le vite umane. Ma Fornaro non si limita alla scrittura.

«No, infatti mi sono avvicinato al mondo dell’editoria grazie al progetto piratidellacultura.it, che ha l’ambizione di dare alle storie dei piccoli editori nuovi spazi di visibilità e di vita, nelle case dei lettori italiani. Da autore di piccola editoria indipendente, ho capito che il ciclo di vita di un romanzo è troppo corto per il valore che ha nella vita di uno scrittore. Con il mio editore abbiamo quindi pensato a un progetto che consenta a libri non più nuovi, ma che hanno ancora molto da dire, di rientrare prepotentemente sul mercato, facendo il bene di diverse persone. Degli autori, ovviamente, ma anche degli editori, che hanno tante piccole perle da rigenerare. E dei lettori, che possono accedere a storie sorprendenti a prezzi più ragionevoli rispetto al mercato della grande editoria e, più in generale, delle ultime uscite. Con un meccanismo di tesseramento, “I pirati della cultura” vogliono creare una grande piattaforma che unisca i piccoli editori virtuosi e i lettori affamati, disintermediando la grande distribuzione e creando un “club” in cui le storie viaggino più a lungo e con costi più sostenibili.»

Recita la quarta di copertina: Pochi anni dopo lo scoppio della pandemia in Italia, l’esorcista Don Davide viene inviato come parroco nella cittadina abruzzese di Atri, per indagare sulla presunta possessione di Sara, moglie di Aurelio Angiolieri, importante avvocato e parlamentare. Dopo l’esorcismo, uno specchio antico, appartenuto da sempre alla famiglia Angiolieri, si impregna di una strana presenza: chiunque lo osservi vede il proprio riflesso animarsi e gettargli contro peccati e sensi di colpa. Opera del diavolo o proiezione del subconscio?

Questa domanda finirà per generare conflitto e intrecciare le vite apparentemente slegate dei protagonisti: il Papa, il Segretario di Stato Vaticano, i figli di Sara e Aurelio e l’esorcista stesso, relativista e oppositore della visione dogmatica della Santa Sede.

Se dovessi applicare al tuo romanzo una fascetta per convincere i lettori a darti fiducia, cosa scriveresti?

«Il romanzo che aveva previsto un nuovo mondo e un nuovo Papa. Senza indovinarli del tutto.» 

Laura Costantini

LA GRANDE MUSICA

Da John Williams a Nino Rota. In diretta giovedì 5 giugno su Rai5 con la Filarmonica della Scala, Riccardo Chailly e Emmanuel Tjeknavorian

ISotto le guglie illuminate del Duomo, torna il Concerto per Milano, l’appuntamento open air con la Filarmonica della Scala in Piazza Duomo che Rai Cultura trasmette in diretta su Rai5 giovedì 5 giugno a partire dalle 21.15. Arrivato alla dodicesima edizione, il tradizionale appuntamento porta

la musica sinfonica nel cuore di Milano, in un abbraccio senza barriere come in un grande concerto rock. Sul podio il direttore principale della compagine scaligera Riccardo Chailly, mentre ospite solista quest’anno è il violino di Emmanuel Tjeknavorian, musicista che ha un lungo legame da solista con la Filarmonica e con Chailly e che dal 2024 è alla guida dell’Orchestra Sinfonica di Milano come direttore musicale. Il programma della serata è basato sull’attrazione reciproca tra musica sinfonica e grande cinema, ed è costellato di brani e autori che hanno accompagnato la storia della settima arte. Emmanuel Tjeknavorian è solista per la suite dal balletto “Le boeuf sur le toit” op.

INCONTRA IL CINEMA

58 di Darius Milhaud, trionfo di ritmi e colori carnevaleschi su temi popolari brasiliani, che reca “Fantasia cinematografica su motivi sudamericani” nel sottotitolo e che Milhaud avrebbe voluto come colonna sonora di un film di Charlie Chaplin. Si prosegue con pagine di John Williams, dal celebre tema del violino da Schindler’s List affidato ancora al lirismo di Tjeknavorian, a Adventures on Earth, da “E.T. l’extra-terrestre” a “Scherzo for Motorcycle and Orchestra” da “Indiana Jones”. Chi rappresenta un pezzo di storia musicale e cinematografica mondiale è sicuramente Nino Rota, di cui sarà eseguita la suite e una selezione di ballabili da “Il Gattopardo” di Luchino Visconti. In apertura

l’energia creativa di “Lollapalooza” di John Adams, divertimento musicale sulla parola che dà il titolo al brano: “cosa fenomenale, straordinaria” nello slang americano. Anche quest’anno particolare cura sarà riservata alle riprese tv, con dieci telecamere in HD e l’utilizzo di due telecamere su braccio e di binari aerei che consentiranno di valorizzare al meglio non solo la musica, ma anche lo straordinario scenario di piazza Duomo. Circa 70 persone tra personale tecnico e di regia lavoreranno alla ripresa. La regia televisiva è affidata a Stefania Grimaldi, mentre a condurre la serata sarà Elena Biggioggero. 

DONNE IN PRIMA LINEA

Un esempio eccelso di donna di talento e costanza. Il commissario capo della Polizia di Stato Grazia

Guadagno della Questura di Foggia racconta la sua esperienza in divisa

La sua tenacia instancabile, la sua perseveranza e professionalità le hanno permesso di costruirsi un percorso professionale eccellente: il rigore, il senso di responsabilità, la ponderatezza, abbinate ad uno spiccato senso pratico le consentono di affrontare le situazioni, anche quelle più difficili in poco tempo, usando il grande spirito di analisi che l’accompagna. “L’effettiva vocazione di indossare la Divisa della Polizia di Stato – racconta – è maturata sin da piccolissima” – afferma Grazia Guadagno. Curiosità, entusiasmo, perseveranza, impegno, lavoro di squadra caratteristiche fondamentali che le hanno permesso di raccontare un’esperienza di lavoro di grande valore per tutta l’Amministrazione e di grande esempio per tutte le donne in divisa

Perché ha deciso di entrare in Polizia?

Ho avuto la fortuna di entrare in Polizia quando ero ancora molto giovane, a soli 23 anni ho superato prima il concorso da agente e successivamente un secondo concorso, da ispettore, che erano stati banditi a distanza di poco tempo l’uno dall’altro. All’epoca studiavo Economia all’università, ma non era mai stata la mia passione, amavo la vita dinamica e poiché possedevo un innato senso di giustizia e di rispetto per le regole, ho pensato che abbracciare la professione di poliziotto sarebbe stata la scelta giusta, che avrebbe consentito di farmi sentire realizzata nel rispetto dei valori in cui credevo: l’onestà, la rettitudine, la difesa dei deboli. Il corso di polizia si svolse a Trieste, durò sei mesi da settembre a marzo nel lontano 1989 e si concluse con la cerimonia del giuramento; ho ancora in mente quando indossai per la prima volta la divisa, ebbi la percezione di essere parte di una grande costruzione, dove ogni singolo “elemento” ha un ruolo importante per sostenere l’intera struttura; da questo senso di appartenenza e di responsabilità per il proprio ruolo, nasce “lo spirito di corpo” che accomuna gli appartenenti alla Polizia di Stato.

Ci racconta le tappe più importanti della sua carriera?

Il lavoro da agente svolto a Roma è stato il punto di partenza della mia carriera e sebbene sia durato poco più di un anno, ha gettato le basi per strutturare il carattere e darmi

UNA SCELTA DI VITA

SCELTA VITA

spunti di crescita personale man mano che aumentava il bagaglio di esperienze lavorative. Ho svolto i servizi più disparati, dal posto fisso davanti alle ambasciate, al turno di volante al Commissariato P.S. di San Basilio, servizi di polizia giudiziaria presso l’Università durante le occupazioni studentesche. Successivamente, avendo superato il concorso da Ispettore, ho frequentato il corso presso la Scuola di Nettuno e alla fine sono stata assegnata al Commissariato di P.S. di Cerignola, dove ero responsabile della Digos e dell’Amministrativa. Dopo circa quattro anni, sono stata trasferita a Foggia alla Squadra Mobile ove ho maturato un’esperienza ventennale occupandomi di atti di Polizia Giudiziaria, di reati contro la persona e minori e infine della gestione del personale. Nel 2018 superato il concorso, sono transitata nel ruolo dei commissari della Polizia di Stato. Questo passaggio ha segnato una svolta nella mia carriera, in quanto sentivo di aver acquisito una responsabilità ancora più grande; difatti sono stata nominata “Portavoce” della Questura di Foggia, ruolo che ho svolto con grande passione, in un momento storico per la provincia molto delicato, dovuto alla pervicacia della cosiddetta “quarta mafia” che aveva portato gli eventi criminosi di Foggia alla ribalta delle cronache nazionali.

Qual è il suo ruolo attuale?

Attualmente svolgo il mio servizio presso la Divisione Anticrimine, in qualità di responsabile dell’Ufficio Minori e dell’Analisi Criminalità. Sono due settori completamente diversi, nel primo mi occupo di seguire casi che riguardano minori che vivono situazioni di disagio e che richiedono un approccio di tipo psicosociologico, mentre il settore dell’analisi criminalità mi impegna in un campo prettamente statistico che riguarda lo studio della delittuosità nella provincia di Foggia e nell’ambito di specifiche realtà territoriali. Esso rappresenta un importante strumento di supporto delle attività decisionali e della pianificazione di servizi specifici di controllo del territorio. I servizi di ordine pubblico che mi impegnano, sono i più svariati dallo stadio, alle manifestazioni, ai servizi di controllo del territorio e altro ancora. È una professione che richiede dinamicità e versatilità.

C’è un episodio particolare che ha segnato la sua carriera?

Motivo di grande soddisfazione è partecipare ad indagini che terminano con l’arresto del responsabile. Quando ero in servizio alla squadra mobile nel 2004, una ragazza minorenne fu trovata morta in una scarpata a Manfredonia e dopo estenuanti indagini, durate alcuni mesi si arrivò ad arrestare il responsabile. Ma oltre questo, ciò che mi ha colpito profondamente è un episodio accaduto di recente. Un pomeriggio, mi trovavo in un ufficio pubblico per svolgere delle incombenze private, e nell’attesa, incrociavo lo sguardo di una donna che mi sembrava avere già visto. Difatti,

dopo un reciproco cenno d’intesa, mi si avvicinava sorridendomi e nello stringermi la mano, mi bisbigliava all’orecchio “grazie”. Vent’anni prima era stata vittima di maltrattamenti e minacce da parte dell’ex coniuge e dopo le indagini di Polizia Giudiziaria era riuscita finalmente a riappropriarsi della propria vita. Ecco, quel “grazie” è la ricompensa per tutto il lavoro, i sacrifici fatti in ogni singola attività svolta in tanti anni di servizio.

Un suggerimento ai giovani che vogliono entrare in Polizia. I giovani che vogliono far parte della Polizia di Stato devono essere consapevoli che entrare in Polizia significa “spo-

sare” i valori che essa persegue: legalità, giustizia, correttezza; significa rispettare un codice comportamentale che vale in ogni ambito della vita, perché indossare una divisa richiede coerenza, altrimenti si rischia di non essere credibili di fronte alla collettività. Dopo questa premessa posso aggiungere che la professione del poliziotto è variegata, fatta di molteplici specialità e reparti che permettono di assecondare le specifiche attitudini, con la possibilità, per altro, di poter cambiare ufficio nel tempo. Fare il poliziotto, di sicuro è un lavoro che non annoia mai, e che dà stimoli e soddisfazioni.

Io sono Venezia

GioveSpeciale in onda sabato 7 giugno alle 21.15 su Rai 5. Realizzato da Rai Cultura in 4K

Venezia e la sua terra. Venezia e il suo mare. Ma anche i personaggi che hanno contribuito a renderla – nei secoli - una città unica. Storie e luoghi che prendono vita in “Io sono Venezia” – lo speciale firmato da Davide Savelli, Massimiliano Griner, Marta La Licata, Alessandro Chiappetta con la regia di Graziano Conversano – in onda sabato 7 giugno alle 21.15 su Rai 5. Realizzato da Rai Cultura in 4K, con mezzi interni, lo speciale va alla scoperta di Venezia dando voce ad alcuni personaggi storici, interpretati da attori

e attrici che testimoniano in prima persona le trasformazioni della città, in monologhi basati su memorie, diari e materiali di archivio. E accanto alle ricostruzioni – con gli interventi di storici ed esperti come Gherardo Ortalli, consulente del progetto – ci sono anche le immagini della città contemporanea, delle sue attività e delle sue opere d’arte. Il racconto parte dalle origini, quando la città ancora non esisteva e, sulle acque della laguna, il funzionario reale Cassiodoro narra delle popolazioni che iniziano a popolare la zona, mentre il Doge Pietro II Orseolo rievoca le prime mosse espansionistiche, quando lo stendardo di San Marco comincia a campeggiare sull’Adriatico e poi sul Mediterraneo orientale con le Crociate, che non sono solo contro i musulmani, ma anche contro i bizantini. 

La settimana di Rai 5

Documentario

I giganti del Quirinale

La quotidianità delle guardie del Presidente della Repubblica svelata e raccontata per la prima volta. Lunedì 2 giugno alle ore 15.40

Il potere delle idee

Jaques Séguéla

L’uomo che, in Europa, ha rivoluzionato il linguaggio della pubblicità e della comunicazione. Di Maria Latella martedì 3 giugno in seconda serata in prima visione

Concerto

Sotto il cielo di Milano

Con la Filarmonica della Scala, Riccardo Chailly e Emmanuel Tjeknavorian. Giovedì 5 giugno in diretta in prima serata

Sapiens Un solo Pianeta

Il terremoto del pensiero

Il 1° novembre 1755 Lisbona trema. Onde sismiche di 8.5 gradi della scala Richter si abbattono sulla città. Venerdì 6 giugno alle 21.15 il programma di Mario Tozzi

Documentario

Andrea Mantegna. Passione di pietra

In onda mercoledì 4 giugno alle 21.15 per “Art Night” con Neri Marcorè

Cronache dall’Antichità

Le idi di Marzo

Cristoforo Gorno sulle rive del Rubicone, nella casa di Giulio Cesare, nella Curia, nel Foro Romano e nel luogo del delitto, raccontano il destino di un uomo il cui nome è diventato sinonimo di potere. In onda sabato 7 giugno in seconda serata

Opera

L’italiana in Algeri

Le domeniche mattine di giugno sono dedicate a Rossini

È “L’italiana in Algeri” di Rossini con la direzione del M° Bruno Campanella, dal Teatro dell’Opera di Firenze, l’opera proposta domenica 8 giugno alle 10

1946 la nascita della Repubblica

È dal 1944, a guerra ancora in corso, che in Italia si discute della questione istituzionale; se il Paese, cioè, debba continuare ad essere una monarchia o diventare una repubblica. In onda lunedì 2 giugno alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia, ne parlano Paolo Mieli e la professoressa Isabella Insolvibile

Ipartiti che formano il Comitato di Liberazione Nazionale chiedono al re Vittorio Emanuele III di abdicare, per la troppa contiguità avuta con il regime fascista durante il ventennio. A “Passato e Presente”, in onda lunedì 2 giugno

alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia, ne parlano Paolo Mieli e la professoressa Isabella Insolvibile. A sorpresa è Palmiro Togliatti, appena tornato in Italia dall’Unione Sovietica, a proporre di rimandare la questione istituzionale a dopo la fine della guerra. È la cosiddetta “svolta di Salerno”. Al termine del conflitto si decide che a decidere tra monarchia e repubblica debba essere un referendum. La data scelta è il 2 giugno. Quel giorno l’89% degli italiani aventi diritto si reca alle urne per votare. Lo spoglio delle schede è lungo e tormentato e gli esiti non privi di contestazioni, ma alla fine la repubblica prevale con oltre 12 milioni e 700 mila voti, due milioni più della monarchia.

La settimana di Rai Storia

Nel secolo breve

Enrico Fermi, una vita atomica

Un ritratto di quello che viene definito - dopo Galileo - il più grande scienziato italiano. In onda lunedì 2 giugno alle 21.10

RAInchieste

Noi e l’automobile (1962)

Il programma Rai Cultura, in onda giovedì 5 giugno alle 21.10 ripercorre vent’anni di inchieste a puntate che hanno caratterizzato la Televisione della RAI, dagli anni 60 agli anni 80, presentate da Giorgio Zanchini

Italiani

Fernando Aiuti

Un uomo e una vita per la medicina al centro dello speciale in onda domenica 8 giugno alle 17.45 a 90 anni dalla nascita

Inferno nei mari

Attacco al Giappone

Luglio 1944: dopo un’operazione poco brillante, un comandante di sommergibile americano penetra nelle difese di un convoglio giapponese nello stretto di Luzon. In onda martedì 3 giugno alle 21.10

Passato e presente

Lo sbarco in Normandia

Inverno 1941. I tedeschi iniziano a costruire il Vallo atlantico, un’imponente serie di fortificazioni lungo la costa europea, a difesa dei territori occupati. Con Paolo Mieli e Alessandro Barbero. In onda venerdì 6 giugno alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia

Passato e presente

1944 Roma città liberata

Domenica 4 giugno 1944. Le truppe della Quinta Armata dell’esercito americano entrano a Roma e pongono fine ai 271 giorni di occupazione nazifascista. In onda mercoledì 4 giugno alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia

Cinema Italia

Ho fatto splash

Film di Maurizio Nichetti, con Carlina Torta, Maurizio Nichetti, Luisa Morandini. In onda sabato 7 giugno alle 21.10

RAGAZZI

Vita da giungla: alla riscossa!

La serie segue le strambe avventure di un variopinto drappello di animali con una sola missione: combattere l’ingiustizia nel cuore della giungla.

Tutti i giorni alle 18.45 su Rai Gulp

Il leader della squadra è Maurice, pinguino agguerrito e intraprendente convinto di essere una tigre. Maurice ha sempre sottobraccio il figlio adottivo Junior, un pesce tigre che sguazza fiducioso nella sua ampolla. Li seguono, senza troppe esitazioni e spesso inconsapevoli della difficoltà dell’impresa, il fedele Miguel, un gorilla dall’aspetto massiccio ma dal cuore tenero e affettuoso, Gilbert, un tarsio apprensivo

e sempre all’erta, i due rospi Al e Bob, il facocero canterino Fred e Batricia, il pipistrello che ha paura del buio. I nostri protagonisti non hanno certo le tipiche caratteristiche degli eroi, perché sono spesso timorosi, buffi e goffi, ma in qualche modo riescono sempre a fronteggiare il pericolo e a completare le loro missioni. Per questo se un animale della giungla ha un problema, non esita a ricorrere al loro aiuto. Con questa squadra di eroi in azione la vita nella giungla non è più la stessa e il divertimento per piccoli e grandi è assicurato. Le prime due serie hanno vinto numerosi premi, tra cui il prestigioso Kids Emmy Award per la migliore animazione nel 2014, due Pulcinella Awards nel 2012 e 2014, e due Kidscreen Awards nel 2013 e 2014. Tutti i giorni alle 18.45 su Rai Gulp..

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CLASSIFICHE AIRPLAY per Radiocorriere TV

I FILM DELLA SETTIMANA

CINEMA IN TV

– Martedì 3 giugno ore 21,20

Ambientato negli anni ‘60, il film racconta l’incontro fatale tra Diabolik, il celebre ladro dal volto coperto, e Eva Kant, affascinante e misteriosa dama del crimine. Il Re del Terrore sta pianificando un colpo audace: impossessarsi del prezioso diamante rosa della ricca ereditiera Eva. Ma tra i due nascerà un’intesa profonda e inaspettata che cambierà le regole del gioco. Mentre l’ispettore Ginko è sulle loro tracce, tra inseguimenti, travestimenti e colpi di scena, Diabolik ed Eva diventano una coppia invincibile. Il film è un omaggio elegante e stilizzato al fumetto noir italiano creato dalle sorelle Giussani, con atmosfere rétro, colonna sonora d’impatto e una scenografia che restituisce perfettamente il fascino dell’epoca. Suspense, passione e ingegno si fondono in un’avventura ad alta tensione.

Il professor Jack Gramm, noto psichiatra forense dell’FBI, riceve una telefonata anonima che gli comunica che gli restano soltanto 88 minuti di vita. Mentre cerca di scoprire l’identità del suo potenziale assassino, deve affrontare una corsa contro il tempo per dimostrare la sua innocenza. Un serial killer che ha contribuito a condannare è in attesa di esecuzione, ma nuovi omicidi mettono in dubbio la sua colpevolezza. Con il sospetto che qualcuno a lui vicino possa essere coinvolto, Gramm si trova in un vortice di tradimenti, inganni e tensione crescente. Ogni minuto che passa aumenta il rischio, mentre la verità sembra sempre più sfuggente. Al Pacino interpreta un uomo brillante ma vulnerabile, costretto a confrontarsi con i fantasmi del passato e la pressione del presente. Un thriller psicologico ad alta tensione che esplora il tema del tempo come nemico implacabile.

88 minuti – Mercoledì 4 giugno ore 21,10 –

Diabolik
– Anno 2020 – Regia Antonio e Marco Manetti
Anno 2007 – Regia Jon Avnet

Escape Room – Giovedì 5 giugno ore 21,20 – Anno 2019 – Regia Adam Robitel

Sei sconosciuti ricevono un invito misterioso a partecipare a una escape room molto speciale, con in palio un premio in denaro. All’inizio sembra un’esperienza ludica, ma presto scoprono che il gioco è letale: ogni stanza nasconde trappole mortali e solo chi riesce a risolvere gli enigmi può sperare di sopravvivere. Intrappolati in un complesso di stanze sempre più inquietanti e pericolose, i partecipanti dovranno fare squadra e affrontare i propri traumi personali per trovare una via d’uscita. Le tensioni aumentano e la fiducia vacilla, mentre si fa strada il sospetto che dietro tutto ci sia un disegno oscuro. Con una regia serrata e atmosfere claustrofobiche, il film è un thriller ad alta tensione che gioca con l’intelligenza e la paura. Una riflessione inquietante sul voyeurismo e il limite tra intrattenimento e crudeltà.

Nel selvaggio West, il bounty killer Travis, interpretato da Terence Hill, riceve un incarico speciale: catturare suo fratello Moses, fuorilegge dal cuore buono impersonato da Bud Spencer, e consegnarlo alla giustizia per incassare la taglia. Ma la vera missione è ben diversa: farlo tornare a casa in tempo per passare il Natale con la famiglia. Tra scazzottate esilaranti, inseguimenti rocamboleschi e dialoghi pungenti, i due fratelli si ritrovano a fare i conti con il loro passato e con l’affetto che, sotto le apparenze, non è mai venuto meno. Il film è un western comico dal sapore natalizio, che segna anche l’ultima collaborazione tra Hill e Spencer sul grande schermo. Un’avventura ironica e affettuosa, che unisce azione e sentimenti, perfetta per tutta la famiglia.

ore

Botte di Natale – Sabato 7 giugno
21,10 – Anno 1994 – Regia Terence Hill

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