Leggere l’opera d’arte
La rappresentazione di Apollo Apollo era una delle divinità che gli Etruschi avevano conosciuto attraverso i loro contatti con i Greci e che adattarono al proprio culto identificandola con il dio dei tuoni Aplu, o Apulo, ma forse anche con il dio della profezia, Suri. Sono giunte a noi diverse statuette votive raffiguranti Aplu/Apollo e due statue più grandi in terracotta, entrambe parte di edifici dedicati al culto. Si tratta di due sculture che testimoniano l’evoluzione della scultura etrusca la quale, venendo a contatto con i canoni tipici dell’arte greca, ne risulta influenzata e si modifica accogliendone le linee di sviluppo fino allo stile ellenistico. La prima scultura è detta Apollo di Veio, un acroterio che era collocato sulla sommità del tempio di Portonaccio, a Veio. È stata realizzata in un periodo compreso fra il 610 e il 590 a.C. probabilmente da uno scultore di nome Vulca, uno dei pochi artisti etruschi di cui ci è stato tramandato il nome. La seconda statua, invece, è il busto di Apollo che si trovava nel frontone del tempio dello Scasato, nei pressi di Civita Castellana, costruito tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C.
Aruspici, VI sec. a.C.,
bronzo. Roma, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Questa statuetta votiva rappresenta un sacerdote nell’atto di fare offerte al dio.
Il volto di questo Apollo ha perso le caratteristiche tipiche delle sculture etrusche e risulta invece più vicino ai modelli ellenistici, come testimoniano la definizione dei capelli e i lineamenti morbidi.
I lineamenti del viso sono fortemente accentuati e caratterizzati da un sorriso sereno e al tempo stesso enigmatico.
L’impianto della statua ricorda i kuroi greci, ma in questo caso la posizione delle braccia suggerisce maggiore senso del movimento.
Il panneggio della tunica risulta più elaborato rispetto ai modelli greci e lascia intravvedere le forme del corpo. La posizione delle gambe contribuisce ad accentuare la dinamicità della figura.
La precisione nel descrivere i dettagli anatomici e le proporzioni del corpo corrispondono ai canoni della scultura greca della tarda Età classica.
Canopo in terracotta
(proveniente da Chiusi), VII sec. a.C., terracotta. Firenze, Museo Archeologico Nazionale.
Apollo di Scasato, IV-III sec. a.C., terracotta. Roma, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.
Apollo di Veio, 610-590 a.C.,
terracotta policroma, h 181 cm. Roma, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.
U3 - L’arte etrusca e romana
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