Architettura
U10
3 Il ritorno all’antico:
Neoromanico e Neogotico
L’attenzione verso il Medioevo Negli stessi anni in cui molti architetti si dedicavano a progettare edifici completamente nuovi non solo per il tipo di materiali impiegati, ma anche per la struttura e le forme, altri traevano ispirazione da stili risalenti al Medioevo, dando vita al Neoromanico e al Neogotico. I motivi di questo ritorno al passato erano diversi. Anzitutto, era ancora ben vivo lo spirito romantico, che rivalutava il patrimonio culturale e le atmosfere medievali. In Italia, poi, questa ripresa alimentava gli ideali del movimento risorgimentale e contribuiva a fare riscoprire le radici dell’identità nazionale. In altri casi ancora, il ritorno al Medioevo costituiva una reazione contro gli sconvolgimenti e i turbamenti provocati dallo sviluppo industriale e da una modernità che suscitava entusiasmo ma anche inquietudine.
Angelo da Cassano d’Adda, Chiesa di San Francesco d’Assisi (facciata neogotica), 1899. Ancona.
Costruzioni e ricostruzioni Architetti italiani, come Camillo Boito (1836-1914) e Alfredo D’Andrade (1839-1915), e francesi, come Eugène-Emmanuel Viollet-le-Duc (1814-1879), non solo progettarono nuovi edifici in stile neoromanico e neogotico, ma ristrutturarono edifici medievali, talvolta intervenendo in maniera poco rispettosa delle forme originali o addirittura aggiungendo elementi fino ad allora assenti.
Scorcio della cinta muraria e delle torri di Carcassonne.
L’esempio più famoso è il restauro della città fortificata di Carcassonne, nella Francia meridionale, operato da Viollet-le-Duc tra il 1852 e il 1879. L’intervento sollevò perplessità per la quantità e il tipo di interventi di ricostruzione, che hanno prodotto alla fine un borgo medievale «artificiale». Analoga operazione, peraltro, venne fatta dall’architetto Luca Beltrami (1854-1933) nel restauro del Castello Sforzesco di Milano.