Scultura
U9
2 La scultura neoclassica
«Nobile semplicità e quieta grandezza» Nel 1755 lo studioso tedesco Johann Joachim Winckelmann (1717-1768) pubblicò un libro dal titolo Pensieri sull’imitazione delle opere greche nella pittura e nella scultura, nel quale esaltava le sculture greche per la «nobile semplicità e una quieta grandezza, sia nella posizione che nell’espressione». Le statue greche comunicano infatti la nobiltà interiore attraverso le posizioni composte e la quiete dei volti, privi però di sentimenti. Gli scultori neoclassici avrebbero quindi dovuto imitare quelli greci, arrivando alla stessa perfezione formale e alla medesima serenità imperturbabile. Uno dei più fedeli interpreti delle indicazioni di Winckelmann fu il danese Bertel Thorvaldsen (1770-1844). Nelle sue sculture i personaggi hanno pose semplici ed eleganti, le forme sono perfette e dai volti non traspaiono sentimenti o turbamenti di nessun tipo. Bertel Thorvaldsen, Adone, 1808-1832, marmo, h 182 cm. Monaco, Neue Pinakothek.
Ritratto d’artista nome Antonio Canova nato l’1 novembre 1757 a Possagno (Treviso) morto il 13 ottobre 1822 a Venezia attività scultore e pittore Fu grande perché...
. ..seppe interpretare in modo personale il ritorno agli antichi canoni classici. Ricercò la perfezione e la rappresentazione della bellezza ideale senza privare le sue figure di umanità. Raffigurò personaggi mitologici e a lui contemporanei in pose semplici ed eleganti, ma originali. I tratti dei volti, seppur privi di imperfezioni, quindi ideali, sanno trasmettere sentimenti e serenità.
Canova: perfezione e sentimento Antonio Canova (1757-1822) è considerato l’artista più rappresentativo della scultura neoclassica. Egli, tuttavia, non si limitò a imitare le opere degli antichi. Trattando i temi della mitologia (o della storia antica) e ritraendo persone viventi, seppe unire alla semplicità e all’eleganza delle pose una spiccata originalità. A differenza di quanto raccomandato da Winckelmann, Canova tese alla bellezza ideale riuscendo però a trasmettere calore e un senso di movimento. I volti delle sue statue non sono inespressivi, ma comunicano sentimenti e rivelano il carattere psicologico dei personaggi. Per lui «quiete» non è imperturbabilità, ma una serena delicatezza con cui si manifestano i moti dell’animo. Antonio Canova, Dedalo e Icaro, 1778-1779, marmo, h 220 cm. Venezia, Museo Correr.
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