Viaggio nell'Arte - Volume B

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Pittura

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7 Il Gotico senese

Duccio di Buoninsegna Duccio di Buoninsegna (1255-1319 ca.) è considerato il caposcuola della pittura gotica senese, maestro di artisti come Simone Martini, Ambrogio e Pietro Lorenzetti. Contemporaneo di Cimabue, Duccio sembra risentire maggiormente dell’influenza del Gotico francese e

tedesco: ha maggiore cura dei dettagli, usa colori più raffinati e linee più morbide, ma al tempo stesso pare dare meno volume ai corpi. Come Cimabue, però, è orientato alla ricerca del naturalismo e si sforza di fare trasparire dai volti e dai gesti i sentimenti dei personaggi. Duccio di Buoninsegna, Maestà, 1308-1311, tempera

su tavola, 370 × 450 cm. Museo dell’Opera del Duomo. Nella Maestà dipinta per il Duomo di Siena, Duccio crea un effetto di spazialità attraverso l’ampio trono sul quale è seduta la Vergine con il Bambino in braccio. Anche gli angeli e i santi disposti intorno al trono su più file dovrebbero dare il senso della profondità, ma di fatto le figure risultano ancora schiacciate sul fondo dorato.

Simone Martini L’erede più noto e più rappresentativo dell’arte di Duccio è Simone Martini (1284-1344). La raffinatezza dei colori e la fluidità della linea collocano questo pittore nel pieno della tradizione gotica d’Oltralpe, ma lo differenziano da quella più tipicamente italiana di Cimabue e di Giotto.

Simone Martini e Lippo Memmi, Annunciazione, 1333, tempera su tavola, 184 × 210 cm. Firenze, Galleria degli Uffizi. Le linee che definiscono le figure appaiono eleganti e delicate, ma i personaggi mancano di profondità. Il mantello svolazzante dell’angelo e le ali ancora aperte suggeriscono il movimento, come se questi si fosse appena posato a terra, ma il suo corpo si distacca a fatica dal fondo oro. I dettagli dei fiori, del marmo del pavimento, del ramo di ulivo, degli intarsi sul seggio nel quale si ritrae la Vergine con un libro aperto in mano sono realistici, ma il fondale d’oro riporta tutta la scena in una dimensione separata dalla realtà. La posizione della Vergine e l’espressione del suo volto rivelano un senso di timore e di sorpresa di fronte all’annuncio dell’angelo, le cui parole sono riportate nello spazio che lo separa da Maria. Pressoché inespressivi rimangono invece i due santi posti ai lati della scena, separati anche dalle sottili colonnine della struttura gotica che fa da preziosa cornice al dipinto.

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