Per esigenze didattiche alcuni testi sono stati ridotti e/o adattati. L’Editore è a disposizione per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsiasi mezzo, compresa stampa, fotocopia, microfilm e memorizzazione elettronica, se non espressamente autorizzata.
PERCORSO DI LETTURE con lavoro sul testo
Come usare il testo
Le letture sono suddivise in tipologie testuali, ma un dettagliato indice finale le raggruppa in sezioni tematiche, legate al vissuto del bambino e alla fantasia.
L’approfondimento e l’arricchimento lessicale caratterizzano il percorso operativo.
Una sezione finale raccoglie racconti e testi poetici dedicati alle stagioni e alle festività.
Un puzzle colorato, all’inizio di ogni sezione, inquadra le principali caratteristiche di ogni tipologia . Gli obiettivi di ogni pagina permettono di comprendere la gradualità e l’efficacia del progetto didattico.
Indica con una X
- I fatti di questo racconto: possono accadere nella realtà.
non possono accadere nella realtà.
ALICE CASCHERINA
Questa è la storia di Alice Cascherina che cascava sempre dappertutto. Un giorno il nonno la cercava per portarla ai giardini e non la trovava.
– Alice, dove sei Alice?
– Sono qui, nonno.
– Qui, dove?
– Nella sveglia.
Proprio così, aveva aperto lo sportello della sveglia, per curiosare un po’, ed era finita tra gli ingranaggi e le molle. Una volta il nonno andò ad infilarsi le scarpe e la trovò lì dentro, che dormiva.
Un’altra volta ancora la cercava per darle la merenda, ma non la trovava: Alice aveva preso una bottiglia per bere e ci era cascata dentro. Il nonno la trovò che nuotava affannosamente per tenersi a galla. Le calò una cordicina dentro la bottiglia e Alice, aggrappandosi e arrampicandosi, uscì fuori sana e salva.
G. Rodari, Favole al telefono, Einaudi
- Secondo te, Alice Cascherina:
è una bambina minuscola. è una bambina come te.
è una bambina gigantesca.
- Questo racconto è: fantastico. realistico.
Solo tre di questi disegni illustrano i fatti del racconto: cancella il fatto intruso.
SUI PATTINI
Sabato Sara è andata, con la mamma e il suo fratellino Matteo, alla pista di pattinaggio sul ghiaccio.
Mentre Sara cercava di rimanere in equilibrio tutta curva in avanti, con le ginocchia piegate e le braccia allargate, sua madre e Matteo la osservavano comodi su una panca.
Quel pomeriggio c’erano pochi bambini sulla pista e Sara poté vedere subito Alex. Anche Alex la vide, le sfrecciò accanto e le urlò: – Sembri un angelo!
Il cuore di Sara si allargò e il suo viso si aprì in un sorriso pieno di felicità. Mai le aveva detto una cosa così carina.
Il giro dopo Alex le sfrecciò ancora accanto:
– Che cosa hai capito? Sembri un angelo per come muovi quelle braccia. Vuoi forse decollare? – le disse ridendo. Il sorriso di Sara si spense all’istante. Cercò con gli occhi sua madre e Matteo e si diresse verso di loro.
– Mi si sta staccando un pattino – mentì Sara. Si sedette sulla panca, si rimise gli occhiali che aveva dovuto togliere per pattinare e finse di aggiustare le cinghie del pattino. In realtà avrebbe voluto piangere.
S. Gandolfi, La scimmia nella biglia, Salani
Leggi il puzzle del racconto realistico , completa e lavora sul testo.
I racconti narrano fatti reali (che sono accaduti o potrebbero accadere nella realtà), o fatti fantastici (che non possono accadere nella realtà).
Questo racconto è: realistico fantastico
I personaggi possono essere principali o secondari: il personaggio più importante è il protagonista.
Cerchia: di rosso il protagonista del racconto, di blu gli altri personaggi.
Dividere
Nei racconti realistici: il tempo è ben definito e il luogo è ben precisato.
Sottolinea nel testo: di blu le parole del tempo, di rosso il luogo dove si svolgono i fatti.
I racconti si sviluppano in tre momenti fondamentali: inizio (si presentano il luogo, il tempo e i personaggi); svolgimento (si raccontano i fatti); conclusione (si racconta come finisce la storia).
Con delle righe laterali dividi il testo in: inizio, svolgimento, conclusione.
racconto: personaggi, tempo, luogo.
Rifletti e rispondi.
E tu da che cosa ti accorgi che il tuo corpo cresce?
Quali emozioni provi?
I MIEI PANTALONI
Questa mattina, quando Matilde si veste per andare a scuola, ha una buffa sorpresa… i pantaloni si sono accorciati! Dove prima arrivava l’orlo, ora spuntano le sue caviglie ossute e si vedono i calzini colorati.
Matilde corre dalla mamma tutta preoccupata urlando:
– Mamma, mamma, guarda che cosa è successo ai miei pantaloni! Li hai lavati con un detersivo accorciante?
La mamma scoppia a ridere e le risponde:
– Tesoro, non si sono rimpiccioliti i tuoi pantaloni, sono le tue gambe che sono cresciute!
Matilde rimane stupita dalle parole della mamma e un po’ pensierosa riesce a dire soltanto: – Davvero?
– Sicuro! – insiste la mamma.
E così, nel pomeriggio, Matilde e la mamma vanno a fare compere. Dopo due ore, tornano a casa piene di sacchetti; dentro ci sono: pantaloni, gonne, camicie e scarpe nuove. Posano tutto sul tavolo della cucina ed esauste si siedono a bere un tè. La mamma guarda i sacchetti e sospira:
– Uff, fra qualche mese di tutte queste cose non ti entrerà più niente e ci toccherà un altro giro di shopping!
Matilde guarda la mamma preoccupata:
– Ma quanto devono crescere ancora le mie gambe?
Secondo te, che cosa prova Matilde nei vari momenti del racconto?
Sottolinea nel testo le frasi che te lo suggeriscono.
P. Gentile, A spasso con Luni e Tuni 3, Raffaello Rispondi.
- Quale sorpresa ha Matilde? ......................................................................................................................
- Che cosa le spiega la mamma? ...............................................................................................................
- Come risolvono il problema?
- Che cosa preoccupa la mamma? ............................................................................................................
- Che cosa preoccupa Matilde?
PAOLINO INSALATA
Il contadino Pietro rimase molto meravigliato quando gli nacque un bambino con i capelli verdi. Pietro aveva visto gente con i capelli neri, biondi e rossi; aveva anche sentito parlare di una certa fata con i capelli turchini, ma capelli verdi non ne aveva proprio mai visti. Le donne che venivano a vedere il bambino dicevano: – Sembra che abbia in testa l’insalata!
Così il bambino fu battezzato: “Paolino” lo chiamò il padre, “Paolino Insalata” lo chiamarono le donne. Un giorno, quando era più grande, portò a pascolare una capretta nel prato. Ed ecco, ad un tratto, la capretta gli si avvicinò e gli brucò via in quattro e quattr’otto tutti i capelli, lasciandogli la testa rasata come un prato falciato. Così si poté capire che i capelli verdi di Paolino non erano capelli, ma erba, una bella erbetta fresca e soffice che cresceva molto in fretta.
Con il tempo, cominciò a crescere in mezzo all’erba anche una pianticina che gli dava un’ombra ventilata e... freschi pensieri.
G. Rodari
Leggi il puzzle del racconto fantastico , completa e lavora sul testo.
I racconti narrano fatti reali (che sono accaduti o potrebbero accadere nella realtà), o fatti fantastici (che non possono accadere nella realtà).
Questo racconto è: realistico fantastico
Nei racconti realistici: il tempo è indefinito e il luogo è imprecisato.
Sottolinea nel testo: di blu le parole del tempo, di rosso il luogo dove si svolgono i fatti.
I personaggi possono essere principali o secondari: il personaggio più importante è il protagonista.
Cerchia: di rosso il protagonista del racconto, di blu gli altri personaggi.
I racconti si sviluppano in tre momenti fondamentali: inizio (si presentano il luogo, il tempo e i personaggi); svolgimento (si raccontano i fatti); conclusione (si racconta come finisce la storia).
Con delle righe laterali dividi il testo in: inizio, svolgimento, conclusione.
Ob. • Individuare gli elementi essenziali di un racconto: personaggi, tempo, luogo. • Dividere un racconto secondo lo schema tripartito. • Discriminare racconto realistico e racconto fantastico.
Passarono tutti di corsa sotto l’albero, senza incidenti. Ma quando toccò a Totò passare, fu catturato da un ramo. Il Boscaiolo tagliò prontamente il ramo e liberò il cagnolino.
La comitiva proseguì, senza difficoltà alcuna, in mezzo agli alberi, finché non giunse all’altro lato della foresta. L. Frank Baum, Il mago di Oz, Piccoli
Indica con una X .
Il luogo del racconto: non è descritto. è appena tratteggiato. è descritto in modo dettagliato.
Colora i nomi dei personaggi del racconto, poi rispondi.
Il Leone Lo Spaventapasseri Gli alberi Il Boscaiolo La foresta Totò
- Sono personaggi realistici o fantastici?
- Chi prova per due volte a superare gli alberi? ..........................................................................................
- Chi riesce a superare gli alberi?
- Chi viene catturato da un ramo? ..................................................................................................................
Ob. • Individuare i personaggi e il luogo di un racconto. • Intuire il significato di parole difficili dal contesto.
BUONGIORNO!
La famiglia di Anna è seduta a colazione.
– Ma dov’è il miele? – chiede il papà.
– È finito – risponde la mamma, mentre scalda il latte.
– Lo sai che senza miele non riesco a fare colazione – dice il papà aprendo il giornale.
Anna mescola il suo latte sbadigliando, poi ne beve un sorso.
– Uffa! – dice ........................ – È freddo!
– Certo, se continui a mescolarlo – dice la mamma.
Anna va alla credenza: – Dov’è la marmellata? – dice
– Se ben ricordo – le dice la mamma – l’hai finita ieri.
– E perché non hai comprato un barattolo nuovo?
– Perché non ne ho avuto il tempo, ecco perché!
Il papà piega il giornale e sbigottito esclama:
– Non hai avuto tempo? Ma se stai a casa tutto il giorno!
– Ah, è questo che pensi? Che non faccio nulla tutto il giorno? – dice la mamma offesa.
– Volevo dire – dice ........................ il papà – che occorre programmare.
– E tu al posto mio programmeresti tutto in modo perfetto, immagino.
– Certamente!
– Bene, allora puoi dimostrarlo oggi stesso – dice la mamma.
Poi si alza e aggiunge: – Io mi prendo un giorno libero! – e se ne va.
Anna guarda il papà un po’ timorosa.
– Mi sa che stavolta l’hai fatta proprio arrabbiare.
– Colpa tua e della tua marmellata! – dice il papà.
M. Mai, Il giorno libero della mamma, La Scuola
Nel testo si usa spesso la voce verbale dice . Quando è seguita dai puntini, sostituiscila con i seguenti verbi: esclama • spiega • urla chiede • risponde • borbotta
Rileggi con i compagni il dialogo assegnandovi le parti dei personaggi. I verbi che avete aggiunto vi aiuteranno ad usare il tono della voce più giusto per ogni battuta.
Ob. • Ricavare dal contesto il significato specifico di una parola di significato generico. • Leggere in modo espressivo.
La signora Pandolfi aveva l’abitudine di portare i suoi figli in spiaggia la mattina, molto presto. Appena arrivata cominciava: – Valentina, spogliati… Franco, non buttarti in acqua vestito… Roberta, lascia stare il secchiello e togliti le scarpe… Franco dov’è? Franco, vieni a spogliarti… Roberta, mettiti all’ombra… Franco, ho detto vieni a spogliarti! Valentina, metti il costumino a Lorenzo. Franco dov’è? Franco, torna indietro, il bagno si fa più tardi! Roberta, vieni qui, il bagno si fa più tardi! Franco, dov’è Franco?
Se ti azzardi a fare il bagno senza chiedermelo, ti butto in acqua vestito!… Lorenzino di mamma sua che si mangia la sabbietta… Non si mangia la sabbietta, brutta la sabbietta! Franco, non vedo più Franco! Quello si affoga, poi chi lo sente il padre! Ah, sei qui! Potevi rispondere, senti che ti chiamo! Valentina, dai la paletta a Lorenzo! Non senti che piange? Franco, torna indietro, altrimenti niente gelato! – e continuava così per ore.
A. Amurri, Piccolissimo, Mondadori
Dai un titolo appropriato al testo.
Indica con una X
- Questo testo ti sembra: realistico. fantastico.
- Il personaggio che parla è: Valentina. la mamma di Valentina. Franco.
- La signora Pandolfi si rivolge: a due amici. a tre bambini. ai suoi quattro figli.
- La signora Pandolfi continua a parlare: per meno di un’ora. per più di un’ora. per pochi minuti.
- Secondo te, Franco è il figlio: più grande e più obbediente. più piccolo e più obbediente. più grande e meno obbediente.
Ob. • Dare un titolo appropriato ad un testo. • Discriminare racconto realistico e racconto fantastico.
• Riconoscere i personaggi e ricavare informazioni esplicite e implicite che li riguardano.
Immagina di essere Valentina e scrivi nei fumetti le risposte che daresti alla mamma.
Valentina, spogliati!
Valentina, metti il costumino a Lorenzo.
Valentina, dai la paletta a Lorenzo! Non senti che piange ?
Ob. • Assumere il punto di vista di un personaggio del racconto e produrre un messaggio adeguato alla situazione comunicativa.
Riordina i disegni, numerandoli.
LA VASCA DA BAGNO
Una volta, a scuola, durante la ricreazione, Michele chiese a Gianni se sapeva costruire le barchette con i fogli di carta. L’amico gli rispose che non aveva la più pallida idea di come si facessero e allora con pazienza, Michele glielo insegnò. Tutti e due si misero all’opera e nel giro di poco tempo erano pronte ben dieci barchette. Il pomeriggio seguente, Michele si presentò a casa di Gianni e gli chiese di mostrargli la vasca da bagno. Gianni lo guardò, ci pensò su un attimo, poi lo invitò a seguirlo. Nel bagno c’era una grande vasca idromassaggio. Avrebbero potuto giocarci alla flotta con le barchette di carta, sai che spasso!
Il giorno dopo ancora Michele tornò a casa dell’amico, portando con sé le barchette di carta. Gianni prese le sue e il gioco iniziò. Michele faceva le onde con le braccia e accendeva l’idromassaggio. Gianni faceva il capitano e spingeva le barche tra le bolle dell’idromassaggio, come in un mare in tempesta.
All’improvviso arrivò la mamma di Gianni. L’idromassaggio era acceso, c’era acqua dappertutto e sul pavimento c’era come del fango. Quando vide il bagno, diventò tutta rossa, strabuzzò gli occhi e corse a telefonare alla mamma di Michele per chiederle di venirlo a prendere subito.
La sera stessa Michele telefonò alla mamma di Gianni per chiederle scusa. Sapeva che se non lo avesse fatto, non sarebbe più potuto tornare a giocare a casa dell’amico.
J.J. Sempè, R. Goscinny
Immagina di essere nei panni di Michele: che cosa diresti alla mamma di Gianni per chiederle scusa? Come immagini ti risponderebbe?
Seguendo le parole del tempo evidenziate nel testo, racconta cosa accade con brevi frasi. Una volta
I¿l ¿pomeriggio seguente
I¿l ¿giorno ¿dopo ¿ancora
¿All’¿improvviso
La sera stessa
Sottolinea nel testo la similitudine “leggera come una piuma” e completa.
- Furbo come
- Lento come ............................................ .
- Veloce come
- .............................................. come il sole.
- .............................................. come uno stecchino.
come un macigno.
IL PIANETA VAGABONDO
Tommassino era un venditore di palloncini. Viveva nel Parco del Ventaglio al centro di una bella città. In quel parco¹ tutti i bambini giocavano e correvano in piena libertà e Tommassino vendeva loro i suoi palloncini. Un brutto giorno, però, si svegliò con un gran freddo² e, alzandosi dalla panchina che gli faceva da letto, si accorse che il mattino era gelido e buio. Aspettò un’ora, ne aspettò un’altra, ma niente, il sole non arrivava. Tutta la città, a poco a poco, capì che era accaduto qualcosa di grave³ .
Finalmente alla TV spiegarono che un misterioso pianeta, “il Pianeta Vagabondo” si era avvicinato al Sole rubando alla Terra luce e calore.
Gli scienziati si misero subito al lavoro, ma senza alcun risultato.
Tommassino era avvilito perché il parco era vuoto e silenzioso. Improvvisamente ebbe un’idea4: avrebbe legato un messaggio a un palloncino e lo avrebbe mandato in cielo, fino al Pianeta Vagabondo. Il mattino dopo, svegliandosi, Tommassino ebbe una sorpresa5: di fronte a lui c’era una graziosa creatura spaziale, tutta avvolta in una sciarpa di lana.
– Buongiorno amico – disse la bimba – sono Vanina del Pianeta Vagabondo6. Ho trovato il tuo messaggio. Mentre parlava, Vanina starnutiva in continuazione.
Spiegò a Tommassino che il loro pianeta si era avvicinato troppo al Sole perché i Vagabondiani soffrivano molto il freddo. Ma non era nella loro intenzione rubare calore e luce ai bambini della Terra.
– Tornerò da mio padre, re Vagabondo, e gli dirò di spostare il pianeta un po’ più in là. – lo rassicurò.
Tommassino felice regalò tutti i suoi palloncini a Vanina e la vide volare via, leggera come una piuma.
da Partire dal testo, Raffaello
Leggi le frasi sottolineate nel testo, fai attenzione ai numeri e rispondi alle domande.
1 Di quale parco si parla? ...........................................................................................................................
2 Perché Tommassino ha freddo? ............................................................................................................. ....................................................................................................................................................................
3 Che cosa era accaduto di grave? ...........................................................................................................
4 Quale idea ebbe Tommassino? .............................................................................................................. ....................................................................................................................................................................
5 Quale sorpresa ebbe Tommassino? ......................................................................................................
6 Quali notizie puoi raccogliere su Vanina? (Chi è? Com’è?)................................................................... .................................................................................................................................................................... ma perciò perché
Collega le frasi con le seguenti parole-gancio
- Il parco era vuoto e silenzioso Tommassino era avvilito.
Rifletti e indica con una
Questo testo:
ti ha dato delle informazioni: è un testo informativo.
ti ha descritto qualcosa: è un testo descrittivo.
- Il Pianeta Vagabondo rubava luce e calore alla Terra si era avvicinato troppo al Sole.
ti ha raccontato dei fatti irreali: è un racconto fantastico. ..........................................
- Gli scienziati si misero al lavoro non trovarono una soluzione.
Segui le indicazioni.
1. Prima leggi il racconto solamente con gli occhi o a voce bassa, se preferisci, così da comprenderne bene il significato.
2. Poi leggi ad alta voce, rispettando i segni di punteggiatura: , = pausa breve ? = fai una domanda . = pausa lunga ! = alza un po’ il tono della voce
3. Infine, se vuoi essere davvero bravo, accompagna la lettura con qualche sbadiglio, dove trovi il simbolo
Allora proviamo ad accendere questa noiosa TV , Sempre quelle noiose canzoni e quei noiosissimi annunciatori che le presentano. Beh, vi siete annoiati anche voi? Io vi avevo avvertiti che Ermenegilda era una ragazza noiosissima!
M. Argilli, Il gioco delle cose, Bompiani
Rispondi disegnando nei riquadri.
- Che cosa ti annoia? - Che cosa, invece, ti diverte?
Ob. • Riconoscere i segni di punteggiatura. • Utilizzare forme di lettura diverse, funzionali allo scopo. • Esprimere attraverso il disegno la propria personalità.
DIVENTARE AMICI
Mario ed io diventammo amici un giorno d’estate, quando ci inoltrammo nel bosco per andare al fiume. Mario faceva da battistrada e io lo seguivo sicuro.
Ci fermammo a ...............................................................................
Era la cosa più divertente che avessi mai fatto!
Riprendemmo il cammino e raggiungemmo il fiume dove l’acqua era bassa e chiara. Decidemmo di fare il bagno. Ci buttammo, ma l’acqua al primo tuffo era gelida. Fui costretto a raggiungere la riva ed osservare Mario che, invece, nuotava tranquillamente. Mi fece un cenno. Sebbene mi ripugnasse tuffarmi, mi calai nel fiume piano piano e lo raggiunsi a nuoto.
– Ciao, campione! – mi disse e mi strizzò l’occhio.
Fu a quel punto che diventammo amici.
Poi mi sfidò: – Facciamo una gara!
T. Capote, L’arpa d’erba, Garzanti
Immagina di essere il bambino del racconto e completa il testo con le parti mancanti.
Il bambino e Mario sono diventati amici perché: Mario gli ha strizzato l’occhio. Mario sa nuotare bene. si divertono molto insieme.
Ob. • Comprendere un testo e completarlo con i fatti mancanti.• Associare ad un personaggio aggettivi che lo descrivono.
HARRY E IL SERPENTE
Era un sabato assolato e lo zoo era pieno di famigliole. I Dursley, Dudley, il suo amico Piers e Harry entrarono. Fu la mattinata più felice che Harry avesse avuto da molto tempo. Ebbe cura di camminare ad una certa distanza da Dudley e Piers di modo che non tornassero al loro passatempo preferito: prenderlo a pugni.
Dopo pranzo, andarono al serpentario. Dudley e Piers volevano vedere i giganteschi e velenosi cobra e i grossi pitoni capaci di stritolare un uomo. Dudley fu molto veloce nell’individuare il serpente più grosso di tutti. Avrebbe potuto benissimo avvolgersi due volte intorno alla macchina dello zio e ridurla alla dimensione di un bidone della spazzatura, ma al momento era profondamente addormentato.
Dudley rimase con il naso spiaccicato contro il vetro, a contemplarne le spire brune e lucenti.
– Fallo muovere – chiese piagnucolando al padre. Zio Vernon picchiò sul vetro, ma il serpente non si mosse.
– Ancora! – ordinò Dudley. Zio Vernon tornò a bussare forte con le nocche sul vetro, ma il serpente continuò a ronfare.
– Che noia! – disse Dudley con voce lagnosa. E corse via.
D’un tratto il serpente aprì gli occhi piccoli e luccicanti. Lentamente, molto lentamente, sollevò la testa finché si trovarono all’altezza di quelli di Harry. Gli fece l’occhiolino. Harry lo fissò stupito e ricambiò la strizzatina d’occhi. Il serpente girò la testa di scatto verso zio Vernon e Dudley, poi alzò gli occhi al cielo:
– Questo è quel che mi tocca sempre sentire.
– Ma tu da dove vieni? – gli chiese Harry.
Il serpente colpì con la coda il cartellino sul vetro:
BOA CONSTRICTOR - BRASILE
svolgimento
In quel momento un grido assordante li fece trasalire: – Signor Dursley! Venite a vedere questo serpente.
– Fuori dai piedi, tu! – intimò Dudley mollando un pugno nelle costole ad Harry. Quel che seguì avvenne così in fretta che nessuno si rese conto del come: un attimo prima Piers e Dudley erano chini vicinissimi al vetro, e un attimo dopo erano saltati all’indietro tra grida di orrore: il vetro anteriore della teca del boa constrictor era scomparso. Il grosso serpente stava scivolando sul pavimento.
conclusione
Mentre gli scivolava accanto a tutta velocità, Harry avrebbe giurato di aver udito una voce bassa e sibilante dire: – Brasile, aspettami che arrivo… Grrrrazie, amigo.
J. K. Rowling, Harry Potter e la pietra filosofale, Salani
Rispondi con una X
- Come finisce il racconto?
Harry parla con il boa constrictor.
Harry arriva al serpentario.
Il boa constrictor fugge dalla teca.
- Quali emozioni ti ha suscitato?
Mi ha commosso.
Mi ha annoiato.
Mi ha divertito.
- Quante sequenze ci sono nello svolgimento della storia?
Quattro Una Tre
La parte di testo sottolineata ti spiega come è stato liberato il boa?
Secondo te, chi lo ha liberato? Come ha fatto? Scrivi la parte di testo mancante.
La zia Carolina scoppiava a piangere ogni volta che, senza pensarci, qualcuno pronunciava “Otto”, il nome del suo antico innamorato. Attraverso i vetri della finestra si vedeva un vecchio castello.
Così, a casa, decisero tutti di farci attenzione. Il fatto era che non solo la parola “otto”, nuda e cruda, ma qualsiasi altra parola, che contenesse quel terribile suono, aveva il potere di scatenare, nella povera signorina, crisi di pianto disperato.
lessico lessico lessico lessico lessico lessico
lessico lessico lessico
lessico lessico lessico
lessico lessico lessico
– Vorrei un altro biscotto – diceva Malvina all’ora del tè.
lessico lessico lessico
E la zia giù a piangere.
lessico lessico lessico
– Dove trovo un cerotto? – chiedeva Filiberto.
lessico lessico lessico
lessico lessico lessico
E quella via a singhiozzare.
lessico lessico lessico
– Questo cane è un bassotto?
lessico lessico lessico
E la zia Carolina giù a piangere come una disperata.
lessico lessico lessico
lessico lessico lessico
lessico lessico lessico les-
In famiglia, quando si voleva indicare una persona con le lacrime facili, si diceva:
Poi, col tempo, le due parole finali si unirono, e la frase “piangere a dirotto” passò a significare qualcuno che piange, a lungo e disperatamente, una grande quantità di lacrime: la zia Carolina piangeva spesso a dirotto.
• Comprendere il significato di alcuni modi di dire.
...BISC OTTO
IL PAPPAGALLO VERDE
Le sorelle avevano regalato al nonno, tre anni prima, un grande pappagallo verde. Il negoziante aveva assicurato che si trattava di un pappagallo parlante e, perciò, glielo aveva fatto pagare molto caro. Anche Thabita giurava di aver sentito l’animale pronunciare chiaramente alcune frasi in buon italiano.
– E ne imparerà molte altre! – aveva assicurato il venditore.
– Come ti chiami? – chiedevano. E lui zitto.
– Di’ buon giorno al tuo padrone – supplicava il nonno. E quello niente.
E forte della sua esperienza con i bambini testardi, decise di dargli un ordine contrario a quello che voleva fargli fare. Gli si mise davanti e, guardandolo con cipiglio severo, disse: – Zitto!
– Zitta tu! – rispose severo il pappagallo.
– Sa parlare! Sa parlare! – gridarono le bambine allegre e contente.
Infatti il pappagallo non si lasciò convincere a dire né una frase, né una parola, né una sillaba diversa da quel “Zitta tu!”. Anzi, per l’esattezza, quando ad apostrofarlo era un maschio, si concedeva una variante e rispondeva “Zitto!”.
B. Pitzorno, Streghetta mia, Elle Edizioni
Dal testo sono state tolte le seguenti frasi: inseriscile tu al posto giusto.
• Ma la loro gioia risultò esagerata e prematura.
• Un giorno Diomira pensò: “Tacerà per spirito di contraddizione”.
• Ma una volta a casa del nonno, il pappagallo si ammutolì.
Rifletti sulla seguente frase, presente nel testo, e completa.
Gridarono le bambine allegre e contente - ¿Gridarono ¿i ¿bambini - ¿Gridò ¿il ¿bambino - ¿Gridò ¿la ¿bambina
Ob. • Completare un testo in modo logico e pertinente. • Comporre frasi rispettando le concordanze.
– Forza! – gridò in quel momento Anselmo – Ora si balla! Sentii una fitta allo stomaco: non avevo proprio previsto che si potesse ballare. Figuriamoci se uno impacciato come me, già terrorizzato solo per essere lì fermo in piedi, si sarebbe lanciato in un ballo!
– Non vieni a ballare, William? – mi chiese Morena. – No, grazie. – risposi imbarazzato Temevo che insistesse, dicendomi: “Dai, non essere timido, balliamo tutti, vieni anche tu!”. Invece disse:
– Oh, peccato! Spero che nel frattempo non ti annoi. Poco dopo, la musica finì e Anselmo chiese a tutti silenzio e attenzione. Disse che avevano preparato un gioco e lo spiegò: ognuno, con un palloncino legato alla caviglia, avrebbe dovuto cercare di pestare il palloncino altrui, e di farlo scoppiare. Carlo mi impose di giocare e io decisi di accettare. Anselmo diede il via facendo partire la musica a tutto volume. Alla prima pausa, il gruppo si trovò dimezzato, ma io ero salvo. Tornò la musica e il gioco riprese. Io pensavo solo a difendermi e a fuggire, e in questo modo mi mantenni in vita fino a quando rimanemmo in due: io e Carlo. Ecco la musica. Io indietreggio, Carlo salta sul mio palloncino e lo annienta. Alza le braccia da vincitore, poi le stende verso di me e mi abbraccia.
Quando il gioco finì, riprese la musica. Io mi trovavo nel centro della sala e fui immediatamente circondato dai ballerini. Cominciai a saltare, come avevo fatto fino a quel momento per giocare. Stavo ballando? Non so se si possa dire così, certo è che mi muovevo a ritmo di musica, spaurito e sorpreso. Spiavo con estrema attenzione lo sguardo degli altri, perché mi sentivo deriso. In realtà mi accorsi, con mia grande sorpresa, che nessuno sembrava interessato ai miei movimenti, ognuno badava solo a divertirsi.
N. Cinquetti, La mano nel cappello, Edizioni Piemme
Rispondi.
- Dove si trova William?
- Si sente a suo agio? Perché? ............................................................................................. ....................................................................................................................................................
- Come si comporta Morena con lui?
- Perché, secondo te? ............................................................................................................
- Quando il gioco finisce, come si comporta William? Perché? ....................................................................................................................................................
- Che cosa nota con sua grande sorpresa? ....................................................................................................................................................
Cosa dovrebbe imparare William da questa esperienza?
Immagina di essere con lui alla festa e scrivi nel fumetto cosa vorresti dirgli. ................................................. ................................................
Racconta.
E a te è mai capitato di sentire una fitta allo stomaco? In quale occasione?
EVARISTO SI ARRABBIA
C’era una volta una grande nave traghetto sulla quale venne imbarcato un gruppo di passeggeri molto speciale. Erano otto animali, che provenivano da diverse parti del mondo: l’elefante Arturo, la formica Rosalia, il leone Evaristo, il riccio Gino, lo struzzo Giacinto, lo squalo Ivo, il coccodrillo Ubaldo e il serpente Oreste.
La nave viaggiava e gli animali apprezzavano sempre più i loro nuovi amici e i momenti divertenti che trascorrevano insieme. Ma ogni tanto qualcosa andava storto. Ad esempio Gino si arrabbiava con Rosalia perché durante le loro discussioni non lo faceva mai parlare; Ubaldo e Ivo bisticciavano con Arturo perché ogni volta che entrava in piscina occupava tutto lo spazio... e così, ogni giorno, scoppiavano bisticci di ogni genere.
Ognuno di loro aveva un modo diverso di reagire alla rabbia. Rosalia tirava fuori tutta la sua vocina e non faceva parlare nessuno... non era proprio capace di ascoltare! Evaristo sollevava la criniera, tirava fuori le unghie e spaventava tutti. Giacinto non riusciva a fare altro che nascondere la testa sotto la sabbia, per non farsi vedere da nessuno. Invece ad Arturo veniva da sbattere la sua lunga proboscide dappertutto, e con la sua mole gigantesca gli capitava anche di rompere le cose. Oreste aveva imparato a difendersi bene con la sua lingua biforcuta e aveva la tendenza a ferire gli altri con le sue parole velenose.
Ivo non si controllava e con i suoi denti forti e aguzzi, spesso faceva male agli altri animali. Gino si chiudeva in un angolino. E infine Ubaldo, grande e grosso, si metteva sempre a piangere.
Un giorno, però, scoppiò un grande litigio: la nave rischiò di ribaltarsi e tutti, a quel punto, si resero conto che le cose dovevano cambiare. Il capitano, allora, li radunò tutti sul ponte della nave e disse:
– Provate a trovare voi stessi delle regole per stare meglio insieme.
Scrivi sotto ogni disegno il nome proprio dell’animale, poi collegalo alla sua reazione quando si arrabbia.
Sollevava la criniera e tirava fuori le unghie.
Nascondeva la testa sotto la sabbia.
Tirava fuori la sua vocina e non faceva parlare nessuno.
Sbatteva la sua lunga proboscide.
Faceva male agli altri animali.
Feriva gli altri con le sue parole velenose. Si chiudeva in un angolino. Piangeva.
Quali situazioni ti fanno arrabbiare molto? Come reagisci quando sei arrabbiato?
Ob. • Distinguere i nomi propri dai nomi comuni. • Comprendere il significato globale di un testo. • Trarre inferenze. • Raccontare la propria esperienza ed esprimere i propri stati d’animo. Racconta.
I CORVI SONO NERI
Tanti anni fa, quando i treni andavano a vapore e buttavano fuori dalla locomotiva grandi sbuffi di fumo nero, i corvi erano gialli.
Due corvi non riuscivano a rassegnarsi alla loro voce gracchiante e morivano di invidia verso gli altri uccellini con voci squillanti. Nella valle passava ogni giorno il treno fischiando e sbuffando. I due corvi si appostarono su un albero vicino alla ferrovia e, quando passò il treno, lo inseguirono per acchiapparne il fischio.
Per giorni e giorni i due corvi inseguirono il fischio del treno, volando in mezzo agli sbuffi di fumo nero, ma ogni volta ritornavano delusi e stanchi. Diventarono neri come il carbone, ma la loro voce rimase gracchiante come prima. Passarono gli anni e i due corvi gialli diventarono sempre più neri. Quando nacquero, i loro piccoli erano neri anche essi e ancora oggi i corvi sono neri.
L. Malerba, Storiette, Einaudi
Rispondi con una X
- Chi sono i personaggi di questo racconto?
I due corvi Il treno Gli uccellini
- Come erano prima i corvi?
Neri Gialli
- Come erano dopo i corvi?
Neri Gialli
- Questa narrazione è reale o fantastica?
Reale Fantastica
Sottolinea le frasi che te lo indicano.
- Che cosa vuole spiegare questa narrazione?
L’origine dei treni.
Il motivo per cui i corvi sono neri.
Il motivo per cui i corvi erano gialli.
Ob. • Comprendere il significato globale di una leggenda.
GLI UOMINI DI ARGILLA
Viene dunque il giorno in cui la dea Nü Wa raccoglie da uno stagno un po’ di argilla e la modella con destrezza.
Modella così esseri fino ad allora sconosciuti: uomini e donne, simili a noi in ogni dettaglio, con teste rotonde e piedi di forma rettangolare.
Ne modella un certo numero, poi si limita ad immergere una corda nel fango e a scuoterla. Ogni goccia che cade a terra diventa un uomo o una donna. Ben presto sono una moltitudine
Appena modellati, i nuovi esseri non sanno fare assolutamente nulla, neppure dei figli.
Dovranno impararlo da Nü Wa.
C. Helft, La mitologia cinese, Motta Junior
Collega ogni parola colorata al suo significato: aiutati rileggendo nel testo la frase di cui fa parte.
argilla
destrezza
dettaglio
Abilità nel fare qualcosa.
Rispondi con una X .
- Chi è la dea Nü Wa?
Un uomo travestito da donna.
Folla, gran quantità.
Roccia, che unita all’acqua, si modella con facilità. moltitudine
Una donna povera.
Particolare, piccola parte del tutto.
Una divinità con poteri soprannaturali. - Questa narrazione che cosa vuole spiegare?
L’origine dell’uomo e della donna.
L’origine dell’Universo.
L’origine della dea Nü Wa.
Ob. • Comprendere il significato globale di un mito. • Intuire in base al contesto il significato di parole difficili.
Tanti e tanti anni fa, gli animali che vivevano in una grande foresta decisero di eleggere il loro re.
Decisero che a governare sarebbe stato l’animale dall’aspetto e dal mantello più belli. Leoni, scimmie, orsi e lepri fecero a gara per rendere il loro aspetto più piacevole.
Per la vergogna, da quel giorno, il riccio, tutto ricoperto di spine, esce dalla sua tana solo di notte. Ma di notte escono anche i gufi, che vanno a caccia di ricci per vendicarsi dell’imbroglio subito.
Matal, Siamo insieme, Edibimbi
Leggi il puzzle della leggenda , completa e lavora sul testo.
Le leggende danno spiegazioni fantasiose sull’origine di elementi naturali.
Il titolo indica, fin da subito, l’argomento trattato nella leggenda.
Scrivi sui puntini il titolo di questa leggenda.
I personaggi delle leggende possono essere: animali, personaggi fantastici, divinità o elementi naturali.
Cerchia: di rosso il protagonista del racconto, di blu gli altri personaggi.
Nelle leggende spesso si narrano fatti straordinari che avvengono in un tempo e in un luogo indefiniti.
Sottolinea nel testo il tempo del racconto.
Le leggende sono racconti fantastici e si sviluppano in: inizio (si presentano il luogo, il tempo e i personaggi); svolgimento (si raccontano eventi straordinari); conclusione (l’avvenimento straordinario viene ricondotto alla realtà che tutti conosciamo).
Con delle righe laterali dividi il testo in: inizio, svolgimento, conclusione.
Ob. • Identificare i generi del racconto: la leggenda.
PERCHÉ LE CORNACCHIE GRACCHIANO
Metti in ordine, con i numeri, le parti di questa leggenda.
Scrivi sul quaderno una diversa conclusione della leggenda.
Ob. • Individuare e ordinare gli enunciati compositivi di un testo.
• Produrre la conclusione di una leggenda in base al contesto.
I. Calvino, Il mare delle leggende, Fabbri
LA LEGGENDA DEI PASSERI
Una volta i passerotti abitavano nei boschi, avevano un bel vestito di piume variopinte ( ) e cantavano meravigliosamente.
Venne una grossa nevicata. Il bosco restò sepolto; i campi scomparvero sotto la bianca coltre ( ).
I passerotti non avevano più da mangiare. Morivano di fame.
Allora pensarono di emigrare ( ) nel paese dove abitavano gli uomini. I primi passerotti partirono, così, in direzione del fumo che usciva dai camini accesi.
Gli uomini, nel vedere quegli uccelli così variopinti e a sentirli cantare così bene, si invaghirono ( ) di loro e cominciarono a cacciarli. Parte ne ammazzarono, parte ne fecero prigionieri.
Un solo passerotto riuscì a sottrarsi ( ) a quella terribile fine. Il povero uccellino tornò nel bosco tutto spaurito ( ) e disse ai suoi simili:
– Il nostro bel vestito e il nostro canto melodioso attraggono ( ........................... ) troppo il desiderio degli uomini. Se si vuole vivere in pace, bisogna essere più modesti ( ).
Lì per lì i passerotti del bosco protestarono: non volevano rinunciare al loro vestito variopinto e al loro bel canto.
Ma la fame si faceva sentire sempre più forte e fu così che i passerotti, per non tirare le cuoia ( ), mutarono sembianza ( ).
Si misero un vestito di piume cenerine ( ) e si presentarono alla casa dell’uomo come tutti i mendicanti ( ........................... ), facendo un solo verso:
– Cip, cip! – che vuol dire: “Buon dì! Buon dì!”.
Allora l’uomo si impietosì ( ) alla vista di quei
poveri uccellini affamati e dette loro da mangiare.
Da quel giorno i passerotti non abitarono più nel bosco, ma vissero attorno alle case degli uomini, abbigliati ( ........................... ) modestamente e senza canto.
da Partire dal testo, Raffaello
Dopo aver letto il testo, scrivi vicino a ciascuna parola evidenziata il sinonimo adatto. Scegli
multicolori spaventato morire si innamorarono
vestiti coperta grigie semplici trasferirsi
Gli uomini si invaghirono degli uccellini e diedero loro la caccia,
aspetto si commosse sfuggire attirano poveri
Individua per ogni causa il suo effetto, passando per la parola-gancio
I passerotti avevano fame, i passerotti mutarono sembianza.
L’uomo ebbe pietà dei poveri uccellini,
Indica con una X
Questo leggenda: descrive come sono fatti i passeri. racconta dei fatti realmente accaduti. spiega in modo fantastico l’origine dei passeri.
dette loro da mangiare.
pensarono di emigrare nel paese degli uomini.
PERCHÉ LE PUZZOLE PUZZANO
Collega ogni parola a quella di significato contrario che trovi nel testo.
Una volta le puzzole erano animali molto educati. Sorridevano, davano la zampa, salutavano tutti con gentilezza. A scuola erano le prime della classe, ma la ginnastica era la loro materia preferita. A quei tempi le puzzole erano delle campionesse nate e non puzzavano mai.
Ma, un brutto sabato, una puzzola incontrò per strada un grande scimpanzé che la sfidò a una gara di salti mortali. Il primo salto mortale era come quelli che si vedono al circo, con un bel volo e due piroette prima di atterrare. La puzzola salì sul ramo ed eseguì. Anche lo scimpanzé fece la sua figura.
– Salti molto bene – gli disse lei. – Ora proviamo con il secondo salto. Bisognava raggiungere un ramo sottile e da là lanciarsi facendo vibrare il trampolino come un elastico. Lo scimpanzé era molto più pesante della puzzola. Tentennò, esitò, spiccò il volo, ma il ramo si ruppe e per poco anche lui non cadde a terra mezzo rotto. La puzzola si preoccupò: – Oh, amico, mi dispiace, il terzo salto lo facciamo un’altra volta. Ti saluto.
– Uno scimpanzé non si tira mai indietro! – insistette arrabbiato.
– Ora ti mostro io un triplo salto mortale con avvitamento!
Così si arrampicò sul ramo più alto e si lanciò nel vuoto, ma calcolò male i movimenti e cadde a terra tutto rotto. Allora la puzzola cercò di soccorrerlo, ma lo scimpanzé, che non sapeva perdere, raccolse una cacca di zebra molto puzzolente e gliela spiaccicò sulla pelliccia. E poi andò alla ricerca delle altre puzzole della foresta e a ogni puzzola che trovava fece lo stesso trattamento.
Da allora le puzzole puzzano un po’. E qualcuno le prende in giro per il loro profumo. Per questo sono diventate timide.
E. Nava, La tigre con le scarpe da ginnastica, Salani
maleducati
piccolo spesso ultime profumata estroverse leggero allegro basso
Conosci la spiegazione scientifica per cui le puzzole emanano un cattivo odore? Esponila ai compagni.
Ob. • Individuare relazioni lessicali: i contrari. • Comprendere la differenza tra spiegazione scientifica e spiegazione fantastica di un fenomeno.
Miti e leggende
Quando ancora non esistevano il cielo e la terra, c’erano solo la nebbia, l’acqua e le nubi che, mescolate tra loro, avevano l’aspetto di grandi mostri, e c’era il disordine dappertutto.
Allora Marduk, il dio del vento, e tanti altri dèi decisero di mettere ordine tra le cose. Così, con l’aiuto del vento, dei lampi e della tempesta, del diluvio e dell’arcobaleno, essi vinsero i mostri e ordinarono ogni cosa: misero l’acqua salata nell’oceano, collocarono le nubi in cielo e l’acqua dolce nei ruscelli.
Dopo questa fatica, gli dèi non ebbero più voglia di lavorare.
– Signore Marduk – gridarono – tu hai affidato un compito a ciascuno di noi, ma non hai dato a nessuno l’incarico di servirci e di sostentarci dopo il lavoro.
Intese queste parole, Marduk cadde in profonda meditazione. Poi, d’improvviso, il suo volto s’illuminò.
– Ora so ciò che debbo fare – disse fra sé, – prenderò sangue ed ossa e formerò un piccolo fantoccio. Il suo nome sarà “Uomo”. Uomo servirà gli dèi e accudirà ai loro bisogni.
Mito babilonese
Leggi il puzzle del mito , completa e lavora sul testo.
I miti danno spiegazioni fantasiose sull’origine e l’evoluzione dell’uomo e del mondo. Il titolo indica fin da subito l’argomento trattato nel mito.
Scrivi sui puntini il titolo di questo mito.
I personaggi dei miti sono esseri superiori agli uomini con poteri straordinari, cioè dei o eroi
Cerchia: di rosso il protagonista del racconto, di blu gli altri personaggi.
Nei miti spesso avvengono trasformazioni straordinarie in un tempo e in un luogo indefiniti.
Sottolinea nel testo il luogo del racconto.
I miti sono racconti fantastici e si sviluppano in: inizio (si presentano il luogo, il tempo e i personaggi); svolgimento (si raccontano eventi straordinari); conclusione (l’avvenimento straordinario viene ricondotto alla realtà che tutti conosciamo).
Con delle righe laterali dividi il testo in: inizio, svolgimento, conclusione.
L’ARCOBALENO
Tanto tempo fa gli dei e le dee passavano molta parte del loro tempo sulla Terra, insieme agli uomini.
Un giorno Bathala, re degli dei, volle tornare nella sua casa celeste e sellò il suo cavallo. Il cavallo cominciò a galoppare senza mai fermarsi, ma quando arrivò sulla riva dell’oceano puntò i piedi e indietreggiò, perché quel salto era troppo difficile anche per lui, che sapeva volare con facilità oltre enormi burroni.
Allora Bathala ordinò ai suoi servi celesti di calare dall’alto un lungo nastro di sette colori. Quando il nastro toccò terra diventò un ponte robusto sul quale il cavallo e il cavaliere galopparono fino al cielo.
Così nacque l’arcobaleno che nelle Filippine si chiama “baghaghari”, ossia “il ponte del re”.
Mito delle Filippine
Rispondi con una X
Chi è il protagonista del mito? Un uomo. Una divinità.
Quando si svolgono i fatti?
Al tempo delle origini del mondo.
Qualche anno fa.
Qual è lo scopo di questo mito?
Descrive scientificamente la nascita dell’arcobaleno. Racconta dei fatti realmente accaduti.
Spiega in modo fantasioso l’origine dell’arcobaleno.
Trova la frase minima all’interno delle seguenti frasi e riscrivila.
- Tanto tempo fa gli dei e le dee passavano molta parte del loro tempo sulla Terra. ........................................................................................................
- Bathala volle tornare nella sua casa celeste.
- Il cavallo arrivò sulla riva dell’oceano.
Ob. • Leggere e comprendere un mito. • Individuare gli elementi principali di un mito. • Individuare la frase minima.
Un contadino aveva una vite bella e rigogliosa. I suoi rami, carichi di foglie, si allungavano sempre più e coprivano con la loro ombra le pianticelle vicine.
Un giorno il contadino tagliò energicamente tutti i rami lunghi della bella vite e tolse molte foglie degli altri. La vite ne soffrì e pianse.
Quando scese la sera, un usignolo si posò delicatamente sopra un piccolo ramo della pianta e cominciò a cantare per consolarla. Il canto dell’usignolo era così dolce che le stelle si commossero e fecero discendere la loro energia sulla vite. Allora la pianta sentì scorrere in sé una linfa nuova. Le sue gemme si aprirono e tante foglioline verdi spuntarono sui rami quasi spogli.
Le sue lacrime, belle come perle, si trasformarono a poco a poco in piccoli frutti. Al sorgere del sole dai rami pendevano i primi grappoli di uva.
La vite era diventata così una pianta fruttifera. I suoi frutti avevano l’energia delle stelle, la dolcezza del canto dell’usignolo e il colore del cielo all’aurora.
Prometeo era un dio giusto e pietoso e sentiva una grande compassione per gli uomini, che a quel tempo vivevano allo stato selvaggio. Inoltre Zeus, il padre degli dei dell’Olimpo, aumentò le loro sofferenze.
– Che mangino la carne cruda! – disse un giorno. – Io vieto agli uomini l’uso del fuoco.
Così portò via il fuoco agli uomini e lo riservò agli dei.
Perciò gli uomini si cibavano di carni crude, come fanno gli animali, vivevano nelle loro grotte buie, gelavano di freddo in inverno, non avevano mezzi per difendersi dalle belve.
Senza fuoco sarebbero morti.
Prometeo pianse lacrime amare. Sapeva che non sarebbe mai riuscito a dare l’assalto all’Olimpo e ad affrontare il padre degli dei.
Mentre rifletteva, una gru emerse dalla notte e sussurrò:
– Quello che cerchi è nella fucina di Efesto, il fabbro degli dei. Prometeo si recò da Efesto, rubò una scintilla dal suo fuoco e la nascose dentro un bastone, internamente cavo. Ma il fabbro degli dei, alzando gli occhi, si accorse del furto. – È per i miei figli! – disse Prometeo in tono disperato. – È per l’umanità!
– Prendilo e vattene! – borbottò il dio Efesto.
Così Prometeo, protettore degli uomini, restituì loro il fuoco, insegnò loro a usarlo per lavorare i metalli, per riscaldarsi, per cucinare i cibi, per illuminare le notti.
Gli uomini ebbero, allora, un benessere che non avevano mai conosciuto.
AA. VV., Al principio erano gli dei greci, Nuove Edizioni Romane
Sottolinea le voci verbali presenti nella parte di testo colorata.
Il tuo mondo
Alice Cascherina
I miei pantaloni
Buongiorno!
Senza titolo
La vasca da bagno
Piangere a dirotto
Il pappagallo verde
Cecilia e Melania
Lo zio Ubaldo
La signora Pratchett
I maghi della nonna
La signora Spezzindue
Una stanza per due
Per le vie della città
Calendario
I programmi in TV
Gli animali
Il pappagallo verde
Evaristo si arrabbia
I corvi sono neri
Senza titolo
Perché le cornacchie gracchiano
La leggenda dei passeri
Perché le puzzole puzzano
Il leone e il cinghiale
La formica e la colomba
Tra i due litiganti…
Il pipistrello furbo
Il ghiro giudizioso
Le due verità
L’asino vestito da leone
Il dromedario e il cammello
L’avaro - Al lupo!
Il lupo e il cane
Il bruco e la lumaca
I cani
Tonfete
Lumini nel buio
La strana cosa
La chiocciola
Le farfalle
Il re della foresta
Senza titolo
Il riccio
Il delfino
La natura
L’arcobaleno
L’origine dell’uva
Prometeo e il fuoco
Tonfete
Un’isola da sogno
L’isola della Paura
Sera d’estate
Mare
Il vento
Scherzi di nuvole
Mesi in rima
Amo l’acqua
Le piante intorno a noi
Il castagno
Il paesaggio alpino
Magia e fantasia
Alice Cascherina
Paolino insalata
Gli alberi viventi
Il pianeta vagabondo
Harry e il serpente
I corvi sono neri
Gli uomini di argilla
titolo
Perché le cornacchie gracchiano
La leggenda dei passeri
Perché le puzzole puzzano
Senza titolo
L’arcobaleno
L’origine dell’uva
Prometeo e il fuoco
Il principe e l’orco
Il calzolaio
La bella addormentata
Il contadino astrologo
La regina della neve
Il principe che sposò una rana
Storie a colori rappresenta un utile compendio per integrare e approfondire gli itinerari di educazione linguistica per la Scuola Primaria. Lo scopo dei percorsi proposti è quello di portare gli alunni e le alunne a sviluppare competenze linguistiche, leggere con piacere, comprendere a fondo un testo, individuarne le caratteristiche principali, scrivere con uno scopo
I testi offrono letture vivaci, motivanti e adeguate all’età dei lettori, selezionate dalla migliore letteratura per ragazzi. Bambine e bambini si incontrano con le cose, gli animali, le persone che rappresentano il loro vissuto quotidiano e i modelli culturali che fanno parte della loro vita.
Ampio spazio trova anche l’ambito fantastico, che contribuisce a stimolare ulteriormente la dimensione cognitiva, affettiva e relazionale.
All’interno dei volumi:
• SEZIONE ANTOLOGICA dedicata alle stagioni e alle festività