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TEORIA MUSICALE
La scrittura musicale Fin dall’antichità l’uomo ha sentito l’esigenza di fissare i suoni attraverso una rappresentazione grafica per poterli trasmettere, memorizzare e tramandare. Gli antichi Greci, per esempio, abbinarono i diversi suoni alle lettere dell’alfabeto. Questo metodo è tuttora utilizzato nella scrittura musicale anglosassone, anche per gli accordi: • A = La; • B = Si; La prima strofa dell’inno liturgico Ut queant laxis, in notazione quadrata su tetragramma. • C = Do; • D = Re; • E = Mi; • F = Fa; • G = Sol. Nell’XI secolo Guido d’Arezzo fissò i suoni su un tetragramma, formato da quattro linee. Il monaco benedettino definì inoltre il nome delle note e il loro valore. Il tetragramma costituì la base per il sistema che utilizziamo oggi: il pentagramma.
Il pentagramma Per misurare l’altezza delle note si usa una serie di righe e spazi chiamata pentagramma. Il pentagramma è composto da cinque linee (come suggerisce la parola stessa) e quattro spazi. A ogni linea e a ogni spazio corrisponde una nota musicale. Più in alto è posizionata la nota, più il suo suono è acuto. Più in basso è collocata la nota, più il suo suono è grave. Il pentagramma.
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SCIENZE
L’ALTEZZA DI UN SUONO Ogni oggetto, quando produce un suono o un rumore, emette una serie di frequenze caratteristiche, determinate dalla sua struttura fisica. Nel linguaggio musicale la parola «frequenza» è normalmente sostituita dal termine «altezza». In base a questa, come abbiamo visto, un suono può essere acuto, medio o grave. Sono acuti i suoni con una frequenza molto elevata, come per esempio la sirena di un’ambulanza; sono medi quelli con una frequenza media, come per esempio la centrifuga della lavatrice; sono gravi i suoni con una frequenza bassa, come per esempio il rombo di un camion. L’altezza di un suono si determina calcolando la sua distanza da un suono di riferimento. Il suono di riferimento adottato dalle orchestre moderne corrisponde alla nota La, che vibra alla frequenza di 440 Hz.
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