Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda

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solo alcuni dei tanti personaggi straordinari che popolano il ciclo arturiano, un insieme di racconti meravigliosi, alcuni molto lontani nel tempo e legati al paganesimo celtico, altri più recenti e influenzati dal cristianesimo. Artù, il re leggendario che fondò la Tavola Rotonda, è una delle figure più affascinanti della saga. Poco importa se sia davvero esistito: la sua nascita misteriosa, la sua spada invincibile Excalibur, il suo amore tormentato per Ginevra, il suo rapporto d’amicizia con il mago Merlino sono motivi mitologici dal profondo significato simbolico che avvincono e appassionano lettori di ogni età. Annalisa Molaschi vive e lavora a Cremona. Ha pubblicato vari libri di narrativa per ragazzi, adottati nelle scuole, racconti per lettori adulti, testi teatrali e musicali. Da anni collabora con il Gruppo Editoriale Raffaello in qualità di autrice.

Un progetto didattico completo e innovativo: – Caratteristiche grafiche e tipografiche che favoriscono la leggibilità. – Audiolibro

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Re Artu e i cavalieri della Tavola Rotonda

Re Artù, Ginevra, Lancillotto, mago Merlino e Parsifal sono

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Re Artu e i cavalieri della Tavola Rotonda Annalisa Molaschi con Prove INVALSI

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Annalisa Molaschi

Questo volume sprovvisto del talloncino a fronte è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE GRATUITO, fuori commercio. Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n°633, art. 2 lett. d).

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I racconti del mito


Editor: Paola Valente Redazione: Emanuele Ramini Team grafico: Claudio Campanelli Illustrazioni: Inklink Illustrations Ufficio stampa: Salvatore Passaretta Presentazione di Paola Valente Approfondimenti e schede didattiche di Michele Santuliana 1a Edizione 2014 Ristampa 5 4 3 2 1 2019 2018 2017 2016 2015 Tutti i diritti sono riservati © 2014 Font leggimi © Sinnos editrice Raffaello Libri Srl Via dell’Industria, 21 60037 – Monte San Vito (AN) e–mail: info@ilmulinoavento.it www.grupporaffaello.it Printed in Italy È assolutamente vietata la riproduzione totale o parziale di questo libro senza il permesso scritto dei titolari del copyright.


Annalisa Molaschi

Re Artu+ e i Cavalieri della Tavola Rotonda

ARTÙ, UN RE LEGGENDARIO I CAVALIERI, LE ARMI E GLI AMORI LA RICERCA DEL SANTO GRAAL


In copertina: il giovane Art첫 estrae la spada Excalibur dalla roccia.


PRESENTAZIONE Gli storici hanno molto dibattuto sull’esistenza di re Artù: chi fu veramente, come visse e come morì. Sono state formulate varie ipotesi che non hanno avuto smentite o conferme. Forse egli era un capo tribù, famoso per il coraggio in battaglia, vissuto in Gran Bretagna nella seconda metà del quinto secolo; forse invece la sua figura umana corrisponde a un’antica divinità pagana, gli attributi della quale passarono a un uomo leggendario, un re invincibile che recava nel nome il simbolo della sua forza. È probabile infatti che “Artù” significhi “orso”, l’animale che nei miti nordici sostituisce il leone dei miti mediterranei. Che sia esistito o meno, comunque, il personaggio è uno dei più affascinanti delle saghe antiche. I luoghi del mito arturiano sono a volte identificabili nelle terre brumose della Britannia ma, altrettanto spesso, sono spazi ultramondani: paradisi, dimensioni fatate, terre dove sorgono castelli d’oro e di cristallo, torri d’aria, colonne di luce. Allo stesso tempo, boschi, sorgenti, scogliere o grotte sono l’ingresso che conduce al mondo dei sogni, alle radici dell’immaginazione.


Re Artù rappresenta la sovranità esercitata con saggezza per conquistare la quale occorre un lungo percorso iniziatico: dalla nascita illegittima al riconoscimento dell’origine regale per mezzo dell’estrazione della spada dalla roccia, dalla difesa del territorio all’istituzione della Tavola Rotonda, dall’amore al tradimento e infine alla morte apparente. Alle gesta di Artù sono intrecciate le vicende dei cavalieri: Lancillotto, Galvano, Galaad e molti altri, accomunati dal giuramento della cavalleria, dal desiderio di purezza e di avventura. Fra gli artefici del suo destino, spicca Merlino, il mago che con ogni probabilità incarna le qualità dei sacerdoti druidi. La donna più importante per Artù, la regina Ginevra, è anche colei che lo fa soffrire e lo perde, un’immagine forse della Grande Dea pagana che tutto crea e tutto distrugge. Questo libro presenta una scelta meditata del mito arturiano, scelta che offre le pagine più appassionanti e significative del racconto, narrate con linguaggio incisivo e nello stesso tempo poetico. I giovani lettori che si avvicinano per la prima volta alle gesta di Artù troveranno, in queste storie intramontabili, nutrimento per la mente e per il cuore.


PARTE PRIMA ARTÙ, UN RE LEGGENDARIO



ARTÙ, UN RE LEGGENDARIO

TUTTO INIZIÒ CON UN INCANTESIMO Nella Britannia del V secolo d.C., in un paesaggio sfumato dalle nebbie e dalla pioggia battente, nacque la storia del leggendario re Uther Pendragon. Soprannominato “Testa di Drago” per l’immagine che aveva disegnata sul suo scudo e sugli stendardi, Uther fu un sovrano coraggioso e un condottiero abile, che si impegnò a rendere sicuri i confini della Britannia. Riuscì a sconfiggere più volte i Sassoni, un popolo germanico assetato di conquiste che da molto tempo invadeva e saccheggiava le fredde terre del nord. Durante una festa, re Uther conobbe Lady Igraine, la donna più avvenente della Britannia, e si innamorò profondamente di lei. Igraine era però la moglie di Gorlois, il cancelliere di Britannia, uomo importante e vendicativo. Tra i due scoppiò subito una cocente rivalità. Gorlois, irritato dal corteggiamento di Uther, abbandonò il palazzo reale e portò via sua moglie, violando così le leggi di obbedienza e di lealtà al suo sovrano. – Gorlois mi ha sfidato, è un traditore! – proclamò Uther. – Deve ritornare immediatamente qui con Igraine e chiedere perdono. 9


PARTE PRIMA

Il cancelliere, invece, condusse la moglie nella fortezza di Tintagel, situata in cima a una scogliera a picco sul mare. Quindi, insieme a un’armata di fedeli cavalieri, dichiarò guerra al re. Uther era così innamorato che non avrebbe potuto rinunciare a Igraine perciò si rivolse al suo fidato consigliere, il mago Merlino, l’uomo che conosceva l’arte della profezia e sapeva leggere nel cuore degli uomini. – Ti prego, fammi incontrare almeno una volta Igraine, non riesco a stare senza di lei. Il mago ci pensò a fondo e alla fine acconsentì: con uno straordinario incantesimo diede a Uther le sembianze di Gorlois, così da permettergli di entrare nella fortezza dov’era rinchiusa l’amata. – Ti concedo di far visita alla donna che ami, ma tu dovrai affidarmi il primo figlio che avrete – impose Merlino. – Deciderò io della sua sorte. – Qualsiasi cosa pur di stare con lei – fu la risposta decisa del sovrano. Assunte le sembianze di Gorlois, Uther si mise in sella al suo cavallo e attraversò i fitti boschi della Britannia umidi di pioggia. Sfidò il forte vento proveniente dal mare, quindi raggiunse finalmente Igraine. 10


ARTÙ, UN RE LEGGENDARIO

In una stanza segreta del castello di Tintagel, i due si amarono con passione. Nel frattempo, il vero Gorlois fu ucciso in battaglia. Quando Igraine scoprì la verità, si sentì libera di amare Uther. In una notte scura, illuminata solo dalle torce, mentre il mare batteva impetuoso sugli scogli e il vento ululava come una musica di sottofondo, fu concepito Artù, il più grande ed eroico re che la Britannia abbia mai avuto.

LA MALEDIZIONE DI MORGANA Quando nacque Artù, Merlino pretese che il re rispettasse la sua promessa. Uther non mancò alla parola data e, nonostante il dispiacere, gli consegnò suo figlio. All’alba di un giorno grigio e piovigginoso, il mago prese il bambino e lo affidò a Sir Ector, un nobile cavaliere che viveva a pochi chilometri da Londra. Lui e la moglie accolsero amorevolmente il piccolo, disponibili ad accudirlo e a crescerlo insieme a Kay, il figlio di cinque anni che già avevano. Artù visse così la sua infanzia spensieratamente, interessandosi ai giochi e alle attività fisiche che lo avrebbero preparato a diventare un abile condottiero. 11


PARTE PRIMA

All’età di quattro anni iniziò a frequentare l’abbazia dei monaci, così fu istruito ed educato alla fede cristiana. Come tutti i ragazzi di quel tempo, il giovane s’impratichì nel tiro con l’arco e con la balestra, imparò la lotta corpo a corpo e il combattimento con la spada. A tredici anni era abilissimo nella corsa, nel salto e nel maneggiare la lancia. Merlino andava a trovarlo spesso ed era soddisfatto di vederlo crescere robusto e intelligente. – Cosa ne dici, Merlino? Hai mai visto un ragazzo più forte di me? – domandò Artù un pomeriggio scendendo da cavallo con un sorriso sicuro. Aveva appena battuto un suo compagno in un torneo con la spada. Merlino guardò orgoglioso i suoi lineamenti fieri, il fisico scattante e longilineo e i capelli dai riflessi dorati. Gli occhi del mago si velarono però subito di tristezza: aveva da poco saputo che il re Uther Pendragon era morto improvvisamente. Si diceva che i Sassoni, da sempre nemici della Britannia, avessero avvelenato una sorgente da cui il re era solito bere. Merlino però era convinto che la morte di Uther rappresentasse la vendetta di Morgana, la figlia minore di Igraine e Gorlois. 12


ARTÙ, UN RE LEGGENDARIO

Morgana era soprannominata “la fata” per i suoi poteri magici: era infatti capace di assumere le sembianze di un’altra persona o perfino di un animale e poteva prevedere il futuro interpretando i sogni. Era una fanciulla avvenente, con lunghi capelli neri, grandi occhi verdi, attenti e intelligenti. Aveva un carattere forte, dominatore, ed era molto perfida.

LA SPADA NELLA ROCCIA Tutti credevano che re Uther Pendragon fosse morto senza aver lasciato un erede degno di lui. Quante incertezze e problemi avrebbe dovuto affrontare la Britannia mentre i Sassoni minacciavano ancora le sue terre? Chi sarebbe stato il nuovo sovrano? Sarebbe mai riuscito a difendere il territorio come aveva fatto l’intrepido Uther? Questi erano i pensieri ricorrenti nella mente di tutti gli uomini di Britannia. In breve, dai pensieri si passò ai fatti e subito iniziarono le rivalità, che sfociarono in lotte cruente tra i potenti signori e i baroni per contendersi il titolo: erano in molti a desiderare la corona, ma nessuno riusciva a imporsi sugli altri. Alla fine chiesero il parere del mago Merlino. 13


PARTE PRIMA

– Dobbiamo pregare Dio e attendere il giorno di Natale. In quell’occasione il Signore farà conoscere la sua volontà – rispose Merlino. Non aggiunse altro, suscitando molta curiosità nelle persone. Quando arrivò la santa notte di Natale, tutti gli abitanti di Camelot, la capitale del regno di Logres, si riunirono nella cattedrale per la solenne messa di mezzanotte. L’arcivescovo salì sull’altare e iniziò la celebrazione, esortando alla preghiera con il cuore puro, l’unico modo per essere esauditi dal Signore. I presenti ascoltarono la celebrazione con animo fiducioso, auspicando una nuova pace che avrebbe cancellato la minaccia di una guerra civile. Al termine della cerimonia, dopo la benedizione, quando le grandi porte della cattedrale si aprirono e i cittadini di Camelot uscirono composti dalla chiesa, con immenso stupore si accorsero che era avvenuto un prodigio: nel mezzo della piazza era apparsa, come dal nulla, una roccia con un’incudine in cui era infissa una spada lucente. Sulla pietra erano incise, in lettere d’oro, le seguenti parole:

Colui che estrarrà questa spada sarà eletto re in nome di Gesù Cristo 14


ARTÙ, UN RE LEGGENDARIO

Commenti meravigliati correvano tra la folla lì radunata. L’arcivescovo, impressionato dallo scompiglio, corse fuori dalla chiesa e, dopo aver letto la scritta sulla pietra, proclamò: – Non c’è alcun dubbio: è un segno del Signore! Chi riuscirà a estrarre questa spada dall’incudine sarà il re di Britannia per volontà di Dio! Subito, gli uomini più nobili e potenti vollero provare a estrarla, ma nessuno ci riuscì. Afferravano l’elsa, la muovevano, la tiravano con quanta forza avevano… una, due, tre volte… ma la lama incantata e scintillante non si sfilava di un solo millimetro. Allora mago Merlino parlò alla folla e dichiarò che, per conoscere il nuovo re, era necessario attendere il giorno di Capodanno. In quella ricorrenza infatti, com’era tradizione, alle porte della città si teneva un grande torneo: i baroni, i signori e i migliori cavalieri del regno si sarebbero sfidati secondo le regole della cavalleria e avrebbero potuto tentare, ancora una volta, di estrarre la spada. Il primo giorno dell’anno, anche Sir Ector, con i suoi due figli Kay e Artù, arrivò a Camelot. Kay aveva da poco compiuto ventuno anni ed era diventato cavaliere. Galoppava sul suo destriero da battaglia, indossando una maglia d’acciaio sopra cui 15


PARTE PRIMA

portava un pettorale. Il suo elmo splendente lo faceva sembrare ancora più alto. Il fratello Artù aveva solo sedici anni e, data la sua giovane età, lo accompagnava come scudiero. Egli non sapeva di essere il figlio di Uther Pendragon. Ector e i due giovani arrivarono nel luogo dove si disputava il torneo. Kay, confuso nell’eccitazione del suo nuovo ruolo, si accorse di aver dimenticato la spada nella locanda dove avevano dormito e chiese ad Artù di andare a riprendergliela. Il fratello acconsentì, ma quando arrivò trafelato all’alloggio, vide che la porta era chiusa. Nessuno gli avrebbe aperto perché tutti erano andati ad assistere al torneo. Il ragazzo, avvilito, stava per ritornare sui suoi passi: come avrebbe fatto suo fratello a gareggiare? In preda a un grande sconforto, si voltò e si accorse di una bellissima spada infilata in una roccia. Piano piano si avvicinò incuriosito e, mentre ammirava l’arma, un pensiero gli balenò nella mente: avrebbe potuto prenderla per poi restituirla senza che nessuno se ne accorgesse! Si guardò intorno, la piazza era deserta, allungò la mano, strinse forte le dita attorno all’impugnatura e… tirò. In un attimo, senza alcuno sforzo, la spada scivolò fuori dall’incudine. 16


ARTÙ, UN RE LEGGENDARIO

Artù rimase per un istante senza fiato. Fu invaso da una grande forza, da una misteriosa energia. Che strano prodigio era accaduto? Non riusciva a comprendere bene le insolite sensazioni che provava, ma al pensiero del fratello che lo attendeva trepidante, corse al campo del torneo e gli consegnò l’arma. – Ma questa non è la mia spada – disse Kay non appena l’ebbe impugnata, – dove l’hai presa? – Era conficcata in una roccia nella piazza dell’abbazia – rispose esitante Artù, – l’ho presa in prestito perché volevo esserti utile e… Sir Ector lo guardò sbalordito poiché aveva capito di quale spada si trattava. – Aspettate! Dobbiamo correre a rimetterla nell’incudine, subito! – esclamò facendo cenno ai figli di seguirlo. Tornarono nella piazza principale. Artù intuiva che era accaduto qualcosa di straordinario. Cercando di dominare l’apprensione, ripeté, davanti agli occhi increduli del padre, gli stessi gesti di poco prima. Dopo aver inserito la spada nell’incudine, di nuovo la estrasse con grande facilità. A quella vista, Sir Ector pianse lacrime di commozione e di gioia e si inginocchiò di fronte ad Artù. 17


PARTE PRIMA

– Maestà! – riuscì solo a mormorare, al culmine dell’emozione.

IL GIOVANE RE Il tramonto illuminava con una luce cremisi le brughiere britanniche, mentre il torneo di Capodanno stava ormai volgendo al termine. A quel punto, i nobili signori si recarono di nuovo nella piazza della cattedrale per riprovare a estrarre la spada misteriosa. A uno a uno, secondo il loro rango, fecero un tentativo. Nessuno riuscì a tirarla fuori. Sir Ector chiese allora all’arcivescovo di permettere anche ad Artù di cimentarsi. – Quel ragazzino? – domandò l’arcivescovo dubbioso. – È troppo giovane, non è nemmeno cavaliere! Sir Ector insistette e lo pregò a tal punto che alla fine riuscì a convincerlo. Una folla molto numerosa, radunata nella vasta piazza, accolse Artù con grida di scherno e risate. Mentre si avvicinava alla roccia, il ragazzo avvertiva 18


ARTÙ, UN RE LEGGENDARIO

un certo tremore alle gambe e il battito del cuore che accelerava. La sua mente era confusa. Aveva letto la scritta d’oro incisa sulla pietra e si domandava incredulo se davvero potesse essere lui il nuovo re. La tensione gli faceva contrarre i muscoli e, nonostante il freddo, il sudore gli correva lungo la schiena. A un tratto, come a creare un’arcana atmosfera, calò un silenzio carico di attesa. Sentendosi addosso gli sguardi curiosi di tutta quella gente, Artù si fermò e respirò a fondo per riprendere le forze. Afferrò l’impugnatura della spada. Esitò per qualche secondo. Poi si decise. Con leggerezza, fece scivolare la spada fuori dall’incudine senza alcuna fatica. Quindi, la tenne alta davanti a sé, affinché tutti potessero vederla. Molti si inginocchiarono in segno di rispetto: il popolo, i signori e anche qualche barone. Non tutti però reagirono in quel modo; non tutti furono contenti. – È solo un ragazzino! – gridò qualcuno. – Non può essere lui il re di Britannia! – Non sappiamo nemmeno chi è e da dove viene! – aggiunse qualcun altro. 19


PARTE PRIMA

– È solo un trucco! – ribadì un terzo. – Sì, una maledetta stregoneria! – fecero eco alcuni. – Catturiamolo! L’arcivescovo alzò le mani per placare gli animi e ordinò ad Artù di rimettere la spada nell’incudine. Appena riposta, esortò: – Venga avanti chi vuole riprovare! Ancora una volta, i baroni, che non volevano accettare quel re sconosciuto, tentarono. Neppure questa volta ci riuscirono. Allora Artù riprovò e di nuovo estrasse la spada con grande facilità. A quel punto la piazza intera, colma di meraviglia, si inginocchiò di fronte al giovane re, con la sua spada scintillante tra le mani. Egli sembrava ora più alto e più potente. – Viva Artù, viva il nostro re! – gridava ormai tutto il popolo. Solamente undici baroni ribelli non vollero riconoscere in lui il nuovo sovrano. – Noi non accetteremo mai un uomo che non abbia discendenze reali! – dichiararono aggressivi. – Ma non potete opporvi alla volontà del Signore – li rimproverò l’arcivescovo. 20


ARTÙ, UN RE LEGGENDARIO

– Quel ragazzino è di oscuri natali e noi non lo vogliamo come re! – ripeterono convinti. Fu allora che il mago Merlino si fece largo tra la folla. – Uomini senza fede, voi vi sbagliate! – gridò rivolto ai baroni ostili. – Nelle vene di Artù scorre il sangue reale... A queste parole seguì un brusio di sorpresa. – Udite bene – continuò Merlino alzando la sua voce profonda, – Artù è il figlio legittimo del grande re Uther Pendragon e di Lady Igraine. Osservate i suoi lineamenti nobili e fieri, simili a quelli di suo padre. Fui io che alla sua nascita affidai il bambino al cavaliere Sir Ector, che lo ha cresciuto come fosse stato suo figlio. – È vero… – confermò Ector mentre tutti si voltavano verso di lui. Artù rimase immobile, turbato da quella rivelazione. La scoperta improvvisa di non essere il figlio di coloro che aveva sempre considerato genitori lo lasciò sbigottito, ma gli eventi si susseguirono tanto velocemente da non concedergli neanche il tempo per riflettere. Un mormorio corse tra le persone lì riunite, poi ci fu solo un grido unanime: – Lunga vita ad Artù! Lunga vita al nostro re! 21


PARTE PRIMA

I baroni ostili gli lanciarono sguardi carichi di odio e se ne andarono minacciando guerra, mentre il popolo, felice di aver trovato il nuovo sovrano, rientrò nella cattedrale. L’arcivescovo, nell’esultanza generale, pose la corona sul capo di Artù, proclamandolo re scelto da Dio.

UNA SPADA DI NOME EXCALIBUR Alcuni giorni dopo, Merlino fece ad Artù una nuova rivelazione: la spada che aveva estratto dalla roccia si chiamava Excalibur. Essa lo avrebbe protetto e reso invincibile. – Excalibur significa “in grado di tagliare il ferro e l’acciaio”. La spada non si può spezzare in nessun modo – gli spiegò il mago. – Preparati, tra brevissimo tempo la dovrai usare. Molto presto, infatti, i baroni ribelli lanciarono la loro sfida e attaccarono Camelot con truppe agguerrite e ben armate. All’alba di un mattino freddo e grigio, il giovane re indossò per la prima volta la sua armatura e, radunati attorno a sé i cavalieri e i baroni fedeli, impugnò Excalibur. 22


ARTÙ, UN RE LEGGENDARIO

Quando la battaglia iniziò, egli si distinse per il suo incredibile valore: roteava Excalibur con abilità e astuzia e abbatteva gli avversari con forza eccezionale. Anche se i nemici lo assalivano ferocemente e lo circondavano per ucciderlo, lui, imponente a cavallo del suo destriero, riusciva sempre a liberarsi e a sconfiggerli. – Non ci arrenderemo mai! – gridavano i soldati uniti nella lotta, seguendo l’esempio del loro sovrano. La battaglie, lunghe ed estenuanti, furono vinte da Artù, che ridusse all’obbedienza tutti i re della Britannia. Il nuovo signore dei Britanni andò ad abitare nel castello di Camelot insieme al padre Ector. Suo fratello Kay divenne l’addetto alle funzioni militari e di giustizia. Al suo fianco, Artù volle sempre il mago Merlino, che continuava a elargirgli utili consigli. Regnò così con saggezza e accolse a corte re di altri regni e cavalieri di ventura, attratti dalla sua fama crescente. Le guerre si susseguirono e Artù si distinse con azioni coraggiose, sempre incurante dei pericoli e delle ferite: dopo un anno decise di accorrere in aiuto dell’anziano Leodagan, re di Carmelide, minacciato da Claudas, perfido sovrano del Galles del Nord. 23


PARTE PRIMA

La nebbia del primo mattino avvolse i cavalieri venuti da Camelot nel momento in cui sorpresero i loro avversari negli accampamenti. Artù maneggiò ancora la spada Excalibur con sicurezza, schivando i fendenti dei nemici e incitando i suoi soldati. Lo scontro durò tutto il giorno e, prima del calare della sera, migliaia di uomini giacevano a terra. Tra gli alleati del re Claudas, sovrano del Galles del Nord, c’era anche Frollo, il duca d’Alemagna, un uomo gigantesco che incuteva terrore al solo vederlo. Impugnava Marmiadoise, una spada portentosa che maneggiava con grande destrezza. Per le sorti della battaglia fu decisiva una lotta all’ultimo respiro tra lui e Artù. I colpi di entrambe le spade furono terribili, l’esito dello scontro fu incerto fino alla conclusione. L’agilità e l’intelligenza di Artù misero in difficoltà lo spietato Frollo, ma possente e massiccio com’era, l’uomo riuscì in più riprese a rialzarsi e a infierire con violenza sul giovane re. A un tratto, Artù colpì il duca così forte con Excalibur da fargli cadere la spada Marmiadoise di mano. Frollo, disarmato e ferito, scappò verso il bosco mostrando la sua codardia. 24


ARTÙ, UN RE LEGGENDARIO

– Ora la vittoria è definitiva! – gridò Artù con quanto fiato aveva in gola.

GINEVRA, UN AMORE IRRESISTIBILE Re Leodagan fu molto riconoscente ad Artù e ai suoi uomini e organizzò un grande banchetto per festeggiare la vittoria. Tra gli invitati c’era anche Ginevra, la giovane figlia di Leodagan, una ragazza dalla bellezza straordinaria e dalla grazia sublime. Artù fu attratto fin dal primo sguardo dall’avvenenza di Ginevra e si innamorò dei suoi lunghi capelli biondi e degli occhi limpidi color del mare. Quando gli sguardi di Artù e di Ginevra si incrociarono, tra i due giovani sbocciò il fuoco dell’amore. Passarono pochi giorni e il giovane re la chiese in sposa. – Se mia figlia sarà d’accordo, io acconsentirò con grande piacere – rispose Leodagan. Con tutto l’entusiasmo della loro giovane età, i fidanzati trascorsero giorni colmi di dolcezza, tra feste e passeggiate a cavallo nei boschi. Artù rimandò più volte la sua partenza per restare in compagnia dell’amata. 25


PARTE PRIMA

Un pomeriggio, Merlino arrivò improvvisamente a Carmelide portando con sé una terribile notizia: i Sassoni erano sbarcati sulla costa della Britannia. Arrivati alla città di Clarence, nel regno di Logres, la stavano stringendo d’assedio, saccheggiando e razziando raccolti e bestiame con inumana crudeltà. Urgeva affrontarli subito. Re Artù dovette così partire facendo fronte, con saggezza e coraggio, ai suoi doveri di sovrano. Lasciò con rammarico la sua innamorata per assicurare ancora una volta la pace alla sua terra.

UN AIUTO DIVINO PER ARTÙ – Questa volta il combattimento sarà molto difficile, mio sire – esordì Kay preoccupato, mentre cavalcava a fianco di Artù verso Clarence. – Perché devi essere così pessimista, Kay? – disse Artù. – Sono solo realista, maestà. – Noi possiamo contare sull’aiuto di Dio… – Sì, però i Sassoni sono tantissimi e il nostro esercito è decimato dalle passate battaglie. Gli uomini sono pochi e stanchi. Non so come fai a essere così tranquillo. 26


ARTÙ, UN RE LEGGENDARIO

All’improvviso incontrarono alcuni giovani a cavallo, armati e vestiti con eleganza. Dai modi pacati e dalle vesti sontuose, si intuiva che erano cavalieri di grande onore. Artù e Kay, in testa al piccolo gruppo di soldati, si fermarono. – Sire! – esordì uno di loro. – Noi siamo qui per metterci al vostro servizio. Artù lo guardò attento, l’uomo continuò: – Mi chiamo Galvano e questi sono i miei fratelli Agravain, Gareth e Gaheris. – Io sono Galassino, accompagnato da mio fratello Ivan il Chiaro – si presentò un altro. – Bene, e cosa vi spinge a seguirmi? – chiese Artù sorpreso. – La volontà di ottenere la gloria salvando le nostre terre – rispose deciso un altro ancora. – Allora siete i benvenuti! Quali sono le vostre discendenze? Galvano si schiarì la voce, emozionato. Ciò che stava per dire avrebbe potuto cambiare la benevolenza dimostrata fino a quel momento dal re. – Sire, io sono figlio di Lot delle isole Orcadi. Mio padre era uno dei baroni a voi ostili, volle combattervi e morì in battaglia, ma io vi giuro obbedienza e lealtà. 27


PARTE PRIMA

Artù rimase molto colpito da quelle parole. Quindi disse: – È vero, Lot era mio nemico ma dimostrò di essere un uomo d’onore. Per questo io ti accetto al mio servizio. Galvano allora chinò la testa in segno di rispetto. – Vi giuro che non ve ne pentirete mai. Artù annuì, quindi, senza perdere altro tempo, annunciò: – Adesso però dobbiamo proseguire, stiamo marciando in battaglia contro i Sassoni. – Maestà, noi vorremmo mostrarvi fin da ora la nostra lealtà e combattere con voi per difendere la Britannia. Artù si voltò verso Kay. – Hai visto? Che ti avevo detto? Il Signore ci ha inviato il suo aiuto, non dobbiamo deluderlo. E riprese il galoppo sul suo possente cavallo bianco, accompagnato dai nuovi cavalieri. Il mattino seguente, Artù e i suoi uomini arrivarono nei pressi della città di Clarence e si fermarono ai margini di un grande campo. Le loro lance e le spade protese per l’imminente battaglia furono presto avvistate dall’esercito dei Sassoni che spronarono i cavalli verso di loro. 28


ARTÙ, UN RE LEGGENDARIO

– Forza! – gridò Artù. – Armiamoci di coraggio e abbattiamo i nemici pagani! Si lanciò quindi con veemenza contro agli avversari. – Per il nostro re e per Excalibur! Avanti! – fu la risposta delle truppe che lo seguivano. Lo scontro sul campo di battaglia fu durissimo. I Sassoni avevano un esercito numeroso e spietato, ma re Artù e i suoi prodi cavalieri seppero difendersi con efficacia. Su tutti si distinse Galvano, che riuscì a uccidere un feroce capo sassone lasciando disorientati i soldati del suo schieramento. I cittadini di Clarence, resisi conto delle difficoltà dei cavalieri che combattevano in loro difesa, cercarono di aiutare l’esercito di re Artù. Uscirono dalle mura e sorpresero alle spalle i Sassoni che, incalzati da ogni parte, furono in gran parte sconfitti. Molti perirono, qualcuno riuscì a ripiegare verso le navi. Alla conclusione della battaglia, Artù fu molto soddisfatto dei suoi uomini e soprattutto di Galvano. Per premiare l’abile cavaliere e sancire la loro amicizia, il re gli regalò la spada Marmiadoise, appartenuta al duca Frollo.

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APPROFONDIMENTO DEL TESTO


APPROFONDIMENTO DEL TESTO

IL CICLO ARTURIANO Con il termine “ciclo arturiano” ci si riferisce all’insieme di miti, leggende e racconti collegati alle imprese di re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda. Esso viene chiamato anche “ciclo bretone” e si distingue per temi e contenuti dall’altra grande saga epico-cavalleresca medievale, il “ciclo carolingio”. Come tutti i cicli di narrazioni epiche, le vicende narrate hanno varia origine e spesso offrono versioni diverse del medesimo racconto, mettendo in scena personaggi, lotte e imprese dai forti contenuti simbolici. Allo stesso tempo il ciclo arturiano, pur calato in un tempo mitico, presenta punti di incontro con la società in cui esso nacque e si sviluppò. Le vicende dei cavalieri erranti alla ricerca di imprese gloriose, i loro amori spesso contrastati ma in cui permane la dedizione completa al sentimento e all’amata, il tema della fede non di rado contrastata e sofferta riflettono infatti valori tipici della società cortese del XII secolo.

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APPROFONDIMENTO DEL TESTO

Santo Graal Con questo termine a partire dal Medioevo viene identificato il calice utilizzato da Gesù Cristo durante l’ultima cena. Numerosi sono i racconti e le leggende che ne tramandano l’esistenza, anche se la storicità dell’oggetto non è stata mai confermata da dati o ritrovamenti archeologici. Di esso ci parla per la prima volta Chrétien de Troyes, autore del XII secolo che si dedicò al ciclo arturiano. Nel “Romanzo di Perceval”, detto anche “Racconto del Graal”, l’autore cita la coppa, ma non ne rivela l’origine e anzi sembra parlarne come di un oggetto generico. Tuttavia, a partire dall’opera di Chrétien, fiorirono i racconti sul Graal e sui mitici cavalieri partiti alla sua ricerca. Interessante risulta il fatto che l’aspirazione a scoprire una delle reliquie più celebri della religione cristiana si inserisce nell’interesse medievale per le reliquie in genere, considerate segni concreti della presenza divina. Esse si caricavano poi, specie a livello popolare, di contenuti magici e arcani, contenuti che, non a caso, ritroviamo anche nei racconti del ciclo bretone.

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APPROFONDIMENTO DEL TESTO

Merlino e i druidi Tra i numerosi personaggi che popolano il ciclo arturiano spicca per importanza Merlino, consigliere del re Uther Pendragon e, in seguito, di Artù. Molti sono i filoni leggendari che lo vedono presente e nei quali egli viene descritto come una figura complessa e dai contorni tutt’altro che limpidi. Merlino è infatti al contempo consigliere fidato e detentore di saperi arcani, amico dei sovrani e insieme indagatore dell’occulto che non dà spiegazione del proprio agire misterioso. La sua figura, lontana dalla tradizione cristiana, ricorda semmai quella degli antichi druidi della tradizione celtica. Élite sacerdotale e intellettuale, i druidi custodivano le tradizioni culturali e religiose dei Celti, esercitando anche le pratiche astrologiche e di divinazione e affiancando il potere politico detenuto dai capi villaggio. Dei druidi abbiamo testimonianza sin dall’epoca di Giulio Cesare, il quale li descrisse nel suo “De bello gallico”.

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APPROFONDIMENTO DEL TESTO

Excalibur e le spade leggendarie Nel ciclo arturiano, Excalibur è la fida spada del sovrano, compagna di tante battaglie fino alla morte del re. Riguardo alla sua origine diverse sono però le versioni tramandate: secondo un filone leggendario essa sarebbe la spada che il giovane Artù avrebbe estratto dalla roccia, mentre, secondo un altro filone, Artù avrebbe ricevuto Excalibur dalla Dama del Lago. Il nome dato alla spada è una caratteristica delle saghe medievali, specie di ambito nordico, secondo alcuni dovuta alla carenza di armi resistenti nell’Alto Medioevo. Esso la caricava di poteri magici e la rendeva imbattibile, tanto che gli eroi dei cicli cavallereschi, sia bretone sia carolingio, sono inseparabili dalla propria spada. Accanto a quello di Artù, esemplare è il caso di Orlando, paladino del ciclo carolingio, il quale possiede a sua volta un’arma eccezionale, la celeberrima Durlindana.

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APPROFONDIMENTO DEL TESTO

Isola di Avalon Tra i luoghi leggendari del ciclo arturiano, menzione particolare merita l’isola di Avalon. Isola mitica e inaccessibile, Avalon non sarebbe solo il luogo misterioso in cui riposerebbe Artù, ma anche il luogo ove fu portato il Santo Graal da parte di Giuseppe d’Arimatea. Avalon rappresenta così un esempio dei tanti luoghi fantastici citati nei cicli cavallereschi medievali: spesso mescolati a luoghi reali, essi ci offrono una geografia a volte non del tutto chiara e coerente, ma ricca di fascino e suggestioni. Sulla scia delle leggende connesse all’isola, non sono mancati i tentativi di identificazione con località reali, ma la mancanza di prove storiche rende oltremodo difficile l’individuazione del sito.

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DOMANDE DI COMPRENSIONE E GRAMMATICA Le seguenti domande sono proposte con l’intenzione di aiutare gli studenti ad esercitarsi e prepararsi ad affrontare la prova scritta predisposta dall’INVALSI.


DOMANDE DI COMPRENSIONE E GRAMMATICA

TUTTO INIZIÒ CON UN INCANTESIMO COMPRENSIONE A1. Q uando e dove si svolge la storia del re Uther Pendragon? nella Britannia del V secolo a.C. nella Germania del V secolo d.C. nella Britannia del V secolo d.C. nella Scozia del V secolo d.C. A2. P erché il re Uther Pendragon fu soprannominato “Testa di Drago”? A3. Quale popolo Uther Pendragon sconfisse più volte? i Galli i Sassoni i Britanni i Celti A4. Chi era Lady Igraine? A5. C ome reagì Gorlois al corteggiamento di Igraine da parte di Uther ne fu orgoglioso ne fu sorpreso ne fu entusiasta ne fu irritato 124


DOMANDE DI COMPRENSIONE E GRAMMATICA

A6. Dov’era situata la fortezza di Tintagel? A7. Quale arte conosceva il mago Merlino? la profezia l’ipnosi la musica la poesia A8. Q uale condizione impose Merlino a Uther in cambio del suo aiuto? GRAMMATICA B1. Quali sono il modo e il tempo del verbo “riuscì”? modo indicativo tempo presente modo congiuntivo tempo passato modo indicativo tempo passato remoto modo indicativo tempo passato prossimo B2. T rova almeno un sinonimo dell’aggettivo “cocente”. B3. Nella frase “Ti prego”, cos’è “ti”? aggettivo dimostrativo pronome personale pronome possessivo aggettivo indefinito 125


DOMANDE DI COMPRENSIONE E GRAMMATICA

B4. D a quali elementi è formata la parola “permettergli”? un verbo e un aggettivo un avverbio e un aggettivo un verbo e un pronome un avverbio e un pronome B5. A nalizza i seguenti verbi: conosceva: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . entrare: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . concedo: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . attraversò: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . proveniente: .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . B6. N ella frase “Nel frattempo, il vero Gorlois fu ucciso in battaglia”, che cos’è “nel frattempo”? locuzione avverbiale avverbio congiunzione preposizione B7. N ell’espressione “In una notte scura”, che cos’è “in”?

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DOMANDE DI COMPRENSIONE E GRAMMATICA

LA MALEDIZIONE DI MORGANA COMPRENSIONE A1. A chi venne affidato il piccolo Artù? A2. Come fu l’infanzia di Artù? triste spensierata avventurosa monotona A3. Quali attività imparò il giovane Artù? A4. Q uali voci circolavano sulla morte del re Uther Pendragon? si diceva che fosse stato pugnalato si diceva che fosse morto di vecchiaia si diceva che fosse stato avvelenato i diceva che fosse stato ucciso in un duello segreto A5. Chi era Morgana? A6. Perché Morgana era soprannominata “la fata”?

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DOMANDE DI COMPRENSIONE E GRAMMATICA

A7. G razie a quale attività Morgana era in grado di prevedere il futuro? A8. C om’era il carattere di Morgana? avvenente forte debole incerto GRAMMATICA B1. Q uali sono il modo e il tempo del verbo “rispettasse” modo congiuntivo tempo imperfetto modo condizionale tempo passato modo congiuntivo tempo passato modo gerundio tempo presente B2. Q uale delle seguenti parole NON è un aggettivo qualificativo? grigio piovigginoso pochi abile B3. Che complemento è “a tredici anni”?

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DOMANDE DI COMPRENSIONE E GRAMMATICA

B4. L a parola “però” è una congiunzione? Se sì, di quale tipo? B5. Q uale delle seguenti parole è un avverbio? sembianze perfino interpretando avvenente LA SPADA NELLA ROCCIA COMPRENSIONE A1. C om’era la situazione della Britannia alla morte di re Uther Pendragon? sicura insicura prospera disastrosa A2. C osa avvenne dopo la morte di re Uther Pendragon? A3. Quale responso diede Merlino?

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DOMANDE DI COMPRENSIONE E GRAMMATICA

A4. C ome si chiamava la capitale del regno di Logres? Britannia Londra Avalon Camelot A5. Q uale prodigio era avvenuto mentre si svolgeva la celebrazione di Natale? A6. D a chi venne sancito il prodigio avvenuto? dai baroni dall’arcivescovo dai nobili da Merlino A7. I n quale giorno, secondo Merlino, si sarebbe conosciuto il nuovo re? A8. C he cosa si teneva il giorno di Capodanno? una festa un ballo un torneo un concerto A9. Dove si teneva?

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DOMANDE DI COMPRENSIONE E GRAMMATICA

A10. Q uanti anni aveva Kay? ventuno venti ventidue diciannove A11. Quale mansione aveva Artù? A12. Cosa aveva dimenticato Kay? la spada lo scudo l’elmo la corazza A13. C om’era la piazza quando Artù vide la spada conficcata nella roccia? affollata piuttosto affollata semideserta deserta A14. D a cosa fu invaso Artù dopo aver estratto la spada? da una grande forza da una grande paura da una misteriosa paura da una misteriosa apprensione

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