Antonella Meiani


Antonella Meiani
• Tipologie testuali e generi con mappe
• Tematiche
• Strategie di lettura
Laboratori per le competenze con brani inediti di scrittori e scrittrici per l’infanzia
• Educazione civica 2025
• Agenda 2030
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Nelle pagine del libro troverai indicate tante risorse interattive che ti accompagneranno nel corso di tutto l’anno scolastico. Puoi usarle in classe con l’insegnante oppure a casa, in autonomia. Puoi accedere tramite il tuo dispositivo mobile, inquadrando i QR code.
I percorsi multimediali RAF LAB ti introducono agli argomenti di studio, all’insegna dell’inclusività: organizzerai meglio le tue conoscenze precedenti e i nuovi contenuti, per partecipare alla lezione in modo attivo e consapevole.
Guarda le videomappe, i video didattici e le video pillole per diventare un esperto.
Con le attività interattive de GLI ANTIRUGGINE potrai ripassare, recuperare e rinforzare le conoscenze acquisite. Mettiti alla prova con le domande a risposta multipla, vero/falso, completamento o abbinamento e controlla i risultati ottenuti.
Con gli esercizi e i giochi interattivi potrai metterti alla prova divertendoti.
LEGGERE
6 L COME
7 Luoghi
8 L COME
10 L COME
10 Le parole
11 Il mio
12 L COME
13 È tardi!
14 Alla
16 Campeggio
17 La mia preistoria d’amore
18 La fata Melusina
20 La rana e il bue
21 Così nacque il girasole
22 I dieci soli
24 Un papero speciale
25 Filastrocca della pazienza
26 Il geco
27 Il gioco della campana
EDUCAZIONE CIVICA
28 Parole per ritrovarsi
29 Il clima della classe
30 DENTRO LE STORIE
31 Pippi supercuoca
DIDATTICA INCLUSIVA
32 La mappa
33 Angela va a scuola
34 La biblioteca dei papà
36 Lettere per la felicità
38 Uno scherzo
39 Mix e Max
40 Così ho imparato a nuotare
41 La zanzara triste
vendeva il tempo
RIPASSO CON LA MAPPA • Arturo e la cimice
I MIEI TRAGUARDI • Ciro in cerca d’amore
RACCONTO REALISTICO
DIDATTICA INCLUSIVA il nonno compleanno più bello
Patato
RIPASSO CON LA MAPPA • La gara ciclistica
I MIEI TRAGUARDI • La drilla
IL RACCONTO FANTASTICO
DIDATTICA INCLUSIVA
60 La mappa
61 Il mago delle comete
62 La bambina di piume
64 La locomotiva magica
66 Cara formica…
68 RIPASSO CON LA MAPPA
Adelmo e il canto dal mare
70 I MIEI TRAGUARDI
Il drago che aveva paura del buio
EDUCAZIONE CIVICA
72 Voi esseri umani
73 Fantasia per l’ambiente
IL RACCONTO DI AVVENTURA
DIDATTICA INCLUSIVA
74 La mappa
75 Un pitone!
76 La sfida di Yu
78 Picnic alle grotte
80 Una montagna d’acqua
82 RIPASSO CON LA MAPPA
84 I MIEI TRAGUARDI
LABORATORIO PER LO SVILUPPO
DELLE COMPETENZE
con testi inediti di Daniela Cologgi
86 Per ascoltare • Ottantotto passi
87 Per parlare
88 Per leggere • Il problema di Myros
90 Per scrivere
91 Per riflettere sulle parole
DIDATTICA INCLUSIVA
92 La mappa
93 La signora delle stelle
94 Poeta per piccoli e grandi
95 Una passione sola: i libri
96 Non solo attrice
98 La mia prima esibizione
99 Jannik Sinner
100 Splendide creature
102 RIPASSO CON LA MAPPA • Vincent van Gogh
104 I MIEI TRAGUARDI • Uno scrittore di libri “magici”
IL DIARIO
DIDATTICA INCLUSIVA
106 La mappa
107 Al canile
108 Un’amica di carta
110 Mai stato così felice!
111 L’escursione nella terra degli orsi
112 RIPASSO CON LA MAPPA • A letto con la febbre
114 I MIEI TRAGUARDI • Scherzi e paure
LA LETTERA
DIDATTICA INCLUSIVA
116 La mappa
117 È nata
118 Frankie e Damian
120 Tanti auguri… papà!
121 Il prestito è scaduto
122 Caro figlio
123 Indovina dove sono
124 RIPASSO CON LA MAPPA • Lettera al giornale
125 I MIEI TRAGUARDI • Cara Eugenia, Caro Chariza
126 RITRATTI DI PAROLE
127 Viaggio alle Cinque Terre
DIDATTICA INCLUSIVA
128 La mappa
129 Tra palme e mare
130 Che bello il luna
132 Lungo il fiume
133 Le Tre Cime di
134 Il gatto William
135 Il bradipo
136 L’asina Giorgia
137 Arriva Marley
138 Anton Wanzl
139 Rachele
140 Questo sono io
142 Nella Baia di Martinfranta
143 Il giardino di zia Donata
144 RIPASSO CON LA MAPPA • Il temporale
146 I MIEI TRAGUARDI • Il signor Wonka
LABORATORIO PER LO SVILUPPO
DELLE COMPETENZE
con testi inediti di Fulvia Degl’Innocenti
148 Per ascoltare • Qualcosa di nuovo
149 Per parlare
150 Per leggere • Il filo magico
152 Per scrivere
153 Per riflettere sulle parole
154 COMPOSIZIONI DI PAROLE
155 A passo d’uomo
DIDATTICA INCLUSIVA
156 La mappa
157 Tu leggi a me, io leggo a te
158 Giochi di suoni • Filastrocca della lentezza
159 C’è una lepre • Una nobile dama vicentina
160 Versi in rima • Scoglio
161 Paura • Girotondo
162 Se io potrò
163 La pioggia
163 Click
164 Ho visto i fuochi d’artificio
164 La zanzara
165 Il risveglio del vento
166 Solitudine
166 Sere d’aprile
167 Le nuvole
168 RIPASSO CON LA MAPPA • Luna
170 I MIEI TRAGUARDI • Notte
172 SCOPRIAMO IL MONDO
173 Il potere dell’invisibilità
DIDATTICA INCLUSIVA
174 La mappa
175 Perché i fiori profumano?
176 Tutti pazzi per i droni
177 Allegria
178 La foresta
180 Due modi di vivere: gli anfibi
182 Sul Mediterraneo
184 Rita, la vagabonda
EDUCAZIONE CIVICA
185 Natura da proteggere
186 RIPASSO CON LA MAPPA Una scoperta archeologica
188 I MIEI TRAGUARDI • Gli animali e il sonno
190 CON LE REGOLE È PIÙ FACILE
191 Operazione acqua
DIDATTICA INCLUSIVA
192 La mappa
193 Tiramisù ai frutti di bosco
194 Vaso di fiori pieghevole
196 Staffetta
198 Rispettiamo la natura
EDUCAZIONE CIVICA
199 I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza
200 RIPASSO CON LA MAPPA • L’anello volante
202 I MIEI TRAGUARDI • In biblioteca
203 COMPITO DI REALTÀ Dai, leggiamo!
LABORATORIO PER LO SVILUPPO
DELLE COMPETENZE
con testi inediti di Cinzia Capitanio
204 Per ascoltare • Viaggiare su… rotelle!
205 Per parlare
206 Per leggere • Voglio un monopattino elettrico!
208 Per scrivere • Regole a rotelle
210
CRESCERE INSIEME
211 Voglio bene a te
212 Grazie, fratellone!
214 Il coraggio di dire non mi piace
215 Andremo d’accordo!
216 In gita
218 Con una femmina no…
220 Si vince e si perde insieme
222 Non è sempre facile…
222 Una riga per terra
223 Quando fai finta di non sentirmi
223 Filastrocca della pace
EDUCAZIONE CIVICA
224 Vita di gruppo
226
227 A rifare il mondo
228 L’ambiente è una casa preziosa
229 Mestieri per salvare il mondo
230 Uno sguardo amico sulla natura
230 Grande
231 Interrompere la corsa, fermarsi
231 Filastrocca del mare
232 Amiche verdi
234 I benefici degli alberi in città
EDUCAZIONE CIVICA
235 Agenda… verde!
236 Affetto sì, ma responsabile
EDUCAZIONE CIVICA
238 Rispettiamo gli animali
240 COMPITO DI REALTÀ
Ti uso e ti riuso!
Consapevolezza di sé: pp. 25, 95, 141
Gestione delle emozioni: pp. 29, 139
Relazioni efficaci: pp. 39, 95, 221, 225
Risolvere problemi: p. 53
Pensiero creativo: pp. 53, 112, 229
Empatia: pp. 63, 177, 217
Prendere decisioni: p. 81
Comunicazione efficace: pp. 120, 166
Gestione dello stress: p. 234
Fai amicizia con le parole! Seguimi tra le pagine del libro e ne scoprirai di tanti tipi diversi: simpatiche, originali, emozionanti...
La Didattica Inclusiva Digitale Integrata consente la personalizzazione dell’apprendimento attraverso percorsi innovativi e flessibili, che supportano e valorizzano i diversi bisogni educativi.
Risorse digitali
Alta leggibilità
Audiobook
Questo Sussidiario dei linguaggi raccoglie per voi tanti assaggi di libri diversi. Se i brani che leggerete vi piaceranno potrete cercare i libri in biblioteca o in libreria e leggerli per intero.
Sono come addormentato, ma se mi apri e mi leggi mi risveglio e... ti parlo! Con un intornofiocchetto sono un bel regalo!
Sfogliando le mie pagine puoi sognare a aperti!occhi
A tutti i libri piacerebbe vedere bambine e bambini, ragazze e ragazzi immersi nelle loro pagine, nel silenzio di una cameretta o di una biblioteca o... perché no? in un prato verde all’ombra di un albero.
Posso far morire dal ridere o dalla paura.
Sono un piacevole compagno di viaggio.
Mi portano da una casa all’altra, ma non perdo neanche una parola!
• Rispondi con una X.
Dove preferisci L EGGERE ?
A casa.
All’aperto.
In biblioteca.
Dove prendi i L IBRI ?
In biblioteca.
In libreria.
Me li regalano.
• A piccoli gruppi immaginate di progettare l’area dedicata ai libri per ragazze e ragazzi in una biblioteca. Disegnate il vostro progetto, su carta o al computer, e confrontatevi con il resto della classe.
Sicuramente tra voi ci sono tanti tipi di L ETTRICI e L ETTORI : chi legge poco, chi legge tanto, chi ama fantasticare, chi ama informarsi, chi si lascia prendere per mano dai libri per viaggiare e immaginare.
Mi piace leggere per fantasticare!
Leggo per conoscere personaggiche misomigliano.
Leggo per vivere avventure sempre nuove.
Leggere mi fa esplorare il mondo senza correre nessun pericolo!
• E tu, che tipo di lettrice o lettore sei? Scrivilo nel fumetto.
• Rispondi con una X.
Che cosa preferisci L EGGERE ? Libri.
Giornalini a fumetti.
Albi illustrati.
Di che cosa parlano i tuoi L IBRI preferiti?
Parlano di animali.
Spiegano fenomeni naturali. Raccontano storie.
Come preferisci L EGGERE ?
Da solo/a.
In gruppo.
Con un amico o un’amica.
Quali formati di L IBRI preferisci?
Di carta.
E-book.
Audiolibri.
Nei libri è sempre possibile incontrare parole nuove, serie, divertenti, difficili, insolite…
Parole che emozionano, spiegano, descrivono… Sono parole che scrittrici e scrittori hanno scelto con cura. I libri ce le regalano, così il nostro L INGUAGGIO diventa sempre più ricco e abbiamo parole per dire tutto.
G. Rodari
Abbiamo parole per vendere,
Parole per comprare,
Parole per fare parole.
Andiamo a cercare insieme
Le parole per pensare.
Andiamo a cercare insieme
Le parole per pensare.
Abbiamo parole per fingere,
Parole per ferire,
Parole per fare il solletico.
Andiamo a cercare insieme
Le parole per amare.
Andiamo a cercare insieme
Le parole per amare.
Abbiamo parole per piangere,
Parole per tacere,
Parole per fare rumore.
Andiamo a cercare insieme
Le parole per parlare.
Andiamo a cercare insieme
Le parole per parlare.
Come dice il poeta, le parole si possono raggruppare: immaginiamole come goccioline di vapore che condensano e formano nuvole di significato. La loro pioggia leggera può far fiorire i nostri pensieri e i nostri testi.
Ecco la nuvola delle PAROLE PER PENSARE… aggiungi tu una parola!
Realizza il tuo nuvolario per conservare le parole che incontrerai e che ti piacciono o ti emozionano di più.
• Ritaglia la nuvola che trovi nella bandella di questo libro. Puoi personalizzarla con disegni colorati o attaccando piccoli materiali (bottoni, piume, perline...).
Sarà la copertina del tuo nuvolario.
• Procurati almeno 12 fogli di album, appoggiaci sopra la nuvola, traccia il suo contorno e ritaglialo. Avrai così le pagine del tuo nuvolario.
• Scegli come tenere insieme le nuvole (puoi usare cordini, punti metallici, fermacampioni…). Considera che devi riuscire a:
• sfogliare il nuvolario e aprirlo per scrivere comodamente;
• aggiungere altre nuvole.
Guarda il video tutorial
Scrivi un titolo su ogni nuvola. Eccone alcuni, puoi aggiungerne altri.
PAROLE BUFFE
PAROLE STRANE
PAROLE LEGGERE
PAROLE EMOZIONANTI
PAROLE SONORE
PAROLE ALLEGRE
Quando mi incontrerai nelle pagine del libro, segui i miei consigli e completa il tuo NUVOLARIO!
Sei in quarta e sai già L EGGERE abbastanza bene. I suggerimenti di questa pagina ti aiuteranno a scegliere la strategia di lettura più adatta per svolgere facilmente e con piacere le attività proposte nelle pagine del libro.
La LETTURA VELOCE è efficace per esplorare un testo nel suo insieme e ti permette di comprendere in modo rapido di che cosa parla ciò che stai leggendo.
La LETTURA ATTENTA ti permette di comprendere in modo approfondito il contenuto di un testo perché è lenta e ti aiuta a cogliere il senso di ogni parola, riga per riga.
La LETTURA A SALTI è selettiva perché ti permette di leggere saltando tra le righe e cogliendo a colpo d’occhio solo le informazioni che ti servono.
La LETTURA ESPRESSIVA ha lo scopo di comunicare, attraverso la voce, l’emozione che il testo ci trasmette e di coinvolgere chi ci ascolta. Per leggere in modo espressivo:
1. rispetta le pause della punteggiatura; 2. utilizza il tono della voce per esprimere le emozioni dei personaggi, soprattutto nei dialoghi;
3. regola il volume della voce, dal bisbiglio alle parole urlate.
Quando mi incontri rileggi il testo velocemente e svolgi l’attività indicata. Quando mi incontri rileggi il testo lentamente e svolgi l’attività indicata.
Quando mi incontri rileggi il testo saltando tra le righe e svolgi l’attività indicata.
Quando mi incontri rileggi il testo ad alta voce e in modo espressivo.
allenati con il testo della pagina accanto
E. Galiano, La Società Segreta dei Salvaparole, Salani Editore
Papà era già fuori, la macchina accesa.
E io? Il solito disastro: ci stavo mettendo una vita a uscire e gli stavo facendo fare tardi, perché ho questa cosa che mi distraggo sempre.
Per dire: mi capita che un attimo prima ho la fetta biscottata in bocca,
no? E un attimo dopo, invece, è passata mezz’ora e io sono ancora in pigiama, con lo sguardo fisso su una fogliolina rimasta appesa al ramo, fuori dalla finestra.
Insomma, mi ero preparato di corsa, non avevo finito neanche di allacciarmi le scarpe, mi ero lanciato fuori e…
I DENTI!
Io, se non mi lavo i denti, poi è meglio se mi state lontani.
“Devo tornare dentro a lavarli!” pensai.
– Ma come fai a dimenticarti sempre tutto, Samu?
– Scusa papà, faccio subito!
Mi lavai i denti. Non li sciacquai neanche.
Uscii di nuovo.
LO ZAINO!
Mio padre, intanto, scuoteva la testa.
– Un attimo! – gli gridai di nuovo, ruotando sui tacchi e correndo in casa.
Tornai dentro.
Presi lo zaino.
Ritornai fuori.
Poi arrivammo a scuola. Uscii dalla macchina e salutai papà.
Lì ad aspettarmi c’erano Nico e Talpa, i miei migliori amici.
• Rispondi alle domande applicando le strategie di lettura suggerite dagli animaletti.
• Di che cosa parla questa storia?
• Chi sono i due personaggi principali?
• Perché il protagonista di solito ci mette tanto a uscire?
• Che cosa ha dimenticato di fare il protagonista prima di uscire?
• Leggi il racconto ad alta voce in modo espressivo.
Esistono tanti tipi di testi che hanno caratteristiche diverse in base allo scopo per cui sono stati scritti. Principalmente i testi si dividono in: TESTI NARRATIVI e TESTI NON NARRATIVI
CLASSE 4a
IL RACCONTO REALISTICO
Storie che parlano di noi
Raccontano storie di diverso genere. Alcuni generi li hai scoperti in terza: LA FIABA, LA FAVOLA, LA LEGGENDA E IL MITO.
Leggi nella mappa quelli che scoprirai in quarta e quinta.
CLASSE 5a
LA BIOGRAFIA E
L’AUTOBIOGRAFIA
Storie di personaggi famosi
IL RACCONTO FANTASTICO
Storie per volare nel regno della fantasia
IL DIARIO
Fatti e riflessioni di tutti i giorni.
IL RACCONTO D’AVVENTURA
Viaggi e imprese con pericoli e imprevisti
LA LETTERA
Scambio di esperienze e confidenze
IL RACCONTO GIALLO
Indagini a caccia del colpevole
IL RACCONTO UMORISTICO
Storie che fanno ridere
IL RACCONTO DEL BRIVIDO
Storie di mistero e di paura
IL RACCONTO
DI FANTASCIENZA
Avventure nello Spazio tra alieni e robot
IL RACCONTO FANTASY
Storie fantastiche in mondi paralleli
IL RACCONTO STORICO
Storie ispirate al passato
Non raccontano storie, ma descrivono, informano, forniscono istruzioni, divertono, esprimono opinioni ed emozioni.
CLASSI
4a E 5a
TESTO ARGOMENTATIVO
Presenta opinioni e punti di vista
TESTO DESCRITTIVO
Fotografa con le parole personaggi, luoghi e oggetti
TESTO REGOLATIVO
Fornisce regole e istruzioni per fare, giocare, costruire
TESTO POETICO
Esprime in versi emozioni e sentimenti
TESTO INFORMATIVO
Fornisce informazioni e notizie in ogni campo
MI RICORDO
• Sottolinea il completamento corretto.
Questo testo è un racconto realistico / fantastico perché narra fatti che possono /non possono accadere nella realtà.
G. Adams, Un anno pieno di storie, Mondadori
Era una calda sera di fine agosto. Ben e il suo amico Joshua avevano deciso di dormire in una tenda in giardino.
La mamma di Ben aiutò i bambini a portare le loro cose nella tenda: sacchi a pelo, cuscini, pigiama e pantofole. Ben si portò un libro di enigmistica, la sua macchinina da corsa e un barattolo di caramelle.
Joshua prese un robot e della cioccolata.
Quando ebbero portato ogni cosa nella tenda, la mamma di Ben disse: – Caspita! Non c’è quasi più spazio per voi, bambini.
– Lasceremo la porta aperta, non si sa mai... – disse il papà di Ben. Poi chiusero la cerniera della tenda e tornarono in casa.
Di colpo fu buio. I bambini si rannicchiarono nei loro sacchi a pelo.
Ridacchiavano e bisbigliavano, quando a un tratto Ben udì un rumore...
Snaff, snaffol, snap!
– Che cos’è? – chiese Joshua, schizzando a sedere.
Ben e Joshua ascoltarono in silenzio. La luna brillava attraverso i rami degli alberi, riflettendo sulla tenda ombre di ramoscelli che parevano dita ossute. Poi un gufo volò basso urlando: Uiiip! Uiiip!
Lentamente i due bambini aprirono la tenda e guardarono fuori. La casa di Ben sembrava lontana, ma c’erano le luci accese e la porta aperta. Ben e Joshua strisciarono fuori dalla tenda e corsero attraverso il giardino buio e spaventoso, fino alla casa.
• Quale strategia di lettura hai utilizzato per rileggere il testo e svolgere l’attività?
Tende, capanne, rifugi, angoli nascosti hanno il sapore delle avventure, come per Ben e Joshua. Piacciono anche a te? Hai avuto esperienze simili? Racconta alla classe.
G.
Solotareff, La mia preistoria d’amore, Lapis Edizioni
• Osserva le immagini, rifletti sul titolo, poi formula le tue ipotesi sulla storia che ascolterai e rispondi.
• Di che cosa parlerà la storia?
• Sarà una storia realistica o fantastica?
• A che cosa ti fa pensare la parola "preistoria" inserita nel titolo?
• Chi saranno i personaggi?
• Come sarà la storia? Allegra, triste o spaventosa?
• Avrà un lieto fine?
• Rispondi con una x.
• Chi sono i protagonisti della storia?
Alcuni elefanti. Alcuni mammut.
• Che cosa li rende fantastici?
Parlano e si comportano come esseri umani. Vivono in una grotta nella foresta.
• Chi sono i nemici dei protagonisti?
Gli esseri umani. Gli animali feroci.
• Indica quale elemento non compare nella storia.
B. Masini, Che fata che sei, Einaudi Ragazzi
La fata Melusina era più una strega che una fata: viveva nel cuore di una fitta foresta, dentro una fontana. Era donna fino all’ombelico, e poi serpente. Un serpente d’acqua che se ne stava al fresco nella sua vasca di pietra. Il problema era che a star lì si annoiava abbastanza.
Così, quando passava qualcuno lei cercava di stregarlo (era una fata, ma le fate fanno anche le stregonerie, non solo le faterie) per tenerselo lì a farle compagnia. Di solito gli faceva un indovinello, e chi non indovinava doveva stare lì come se fosse incatenato, perché se provava a muoversi gli crescevano attorno dei lacci di ortica che gli imprigionavano mani e piedi.
Con questo metodo Melusina si era già procurata la compagnia di un cavaliere, di un drago e di un nano.
– Lasciaci liberi – la supplicavano a turno i tre prigionieri.
– Nemmeno per idea. Deve ancora nascere l’essere che possa battermi...
Lei non lo sapeva, ma in verità era già nato. Era una bambina piccola e bionda che si chiamava Emma e un giorno si perse proprio in quella foresta. Per nulla spaventata, si guardò intorno e camminò finché si trovò davanti alla fontana da cui spuntava Melusina. La riconobbe subito, perché la mamma le aveva raccontato di quella fatastrega acquatica... Così, le fece un bell’inchino, dicendo:
– Ti saluto, Melusina, signora dell’acqua e delle foglie.
Colpita dalle buone maniere della bimba, Melusina fu lì lì per lasciarla andare, ma poi si disse che sembrava un tipo interessante: ormai cavaliere, drago e nano la annoiavano tanto.
Così le recitò il solito indovinello:
Ti piacciono le parole faterie e fatastrega?
Scrivile nel tuo nuvolario.
Nella prima puzzano e mangiano bambini, la seconda è divina, bella senza confini.
L’intero è fiore raro che viene da lontano e assomiglia a farfalla. Ci siamo o non ci siamo?
Emma ci pensò un po’ su. La soluzione non la sapeva. Ma in compenso cavaliere e nano cercarono di suggerirgliela mimando qualcosa di molto buffo. Ma guarda guarda, il cavaliere stampava a terra dei passi pesanti, arricciava le mani come se avesse gli artigli, e faceva la faccia cattiva... e il nano si pavoneggiava come se fosse una bella fanciulla... – ORCHIDEA! – esclamò Emma. – È giusto, vero?
MI RICORDO
• Colora il completamento corretto.
Questo testo è una fiaba, cioè un racconto realistico / fantastico , in cui compaiono personaggi immaginari / avventurosi e oggetti preziosi /magici . La fiaba finisce sempre bene / male , cioè con il lieto fine.
L’espressione nuvolosa di Melusina le disse che sì, era giusto. I tre complici si misero a balzare su e giù e si accorsero che riuscivano a muoversi, e guardando in basso videro che non erano più imprigionati dai lacci di ortica: Emma aveva risolto l’enigma salvando se stessa e regalando anche a loro la libertà. Il cavaliere la prese in braccio, montò sul drago, fece salire sulla coda il nano e insieme si alzarono in volo sopra la foresta.
– La mamma mi sta aspettando – disse Emma molto piano. –Ma prima facciamo un bel giro. Melusina, sotto di loro, diventò sempre più piccola, fino a diventare un puntino. Se per caso finisci proprio in quella foresta e vedi una specie di sirena immersa in una fontana di pietra, tieni pronta la soluzione: lei ha poca fantasia, e di indovinelli ne sa solo uno, sempre quello lì.
• Completa.
• Il personaggio buono è
• Il personaggio malvagio è
• Gli aiutanti del personaggio buono sono
........................................................
• Cerca nel testo la parola “mimando”, rileggi la frase che la contiene e rispondi.
• Che cosa mima il cavaliere?
• Che cosa mima il nano?
Favole di Esopo, Einaudi Ragazzi
Una rana vide un bue forte e bello vicino a uno stagno.
– Se solo fossi così! – esclamò.
– Sentitela – commentò un’altra rana dal canneto. – Non sa far altro che sogni di grandezza.
La rana era tanto piccola che il bue non la vedeva neppure. Ma lei vedeva il bue molto bene e ne ammirava le dimensioni al punto che quasi crepava d’invidia.
Così si gonfiò quanto poté e chiese alle altre rane se adesso non era più grande del bue.
– Non ancora – risposero quelle. La rana si gonfiò ancora e richiese:
– E adesso chi è il più grande fra noi?
– Il bue – risposero le rane. Indignata, la rana si gonfiò ancora di più. Questa volta si gonfiò tanto da farsi scoppiare la pelle.
– Vedete – commentò una delle altre rane – non c’è modo di farsi più grandi di quel che si è.
MI RICORDO
• Colora il completamento corretto.
Questo testo è una favola, cioè un racconto realistico / fantastico , in cui compaiono animali parlanti / realistici . La favola ha lo scopo di trasmettere un’informazione /uninsegnamento , cioè la morale.
Sottolinea nel testo la morale della favola, poi spiegala con parole tue. Confronta la tua spiegazione con il resto della classe e scegliete quella su cui siete tutte e tutti d’accordo.
Enciclopedia della fiaba, Principato
• Osserva l’immagine e rifletti sul titolo, poi formula le tue ipotesi sulla storia che ascolterai e rispondi.
• Di che cosa parlerà la storia che ascolterai?
• Chi saranno i personaggi?
• Sarà una storia realistica o fantastica?
• Rispondi.
• Chi sono i personaggi?
• Sono realistici o fantastici? Perché?
• In quali luoghi si svolgono i fatti?
• Quale di queste scene non avviene nella storia? Indicala con X.
• Colora il completamento corretto. Questo testo è una leggenda, cioè un racconto che spiega in modo scientifico / fantastico l’origine di fenomeni o elementi naturali.
Miti cinesi. Il fascino dell’Oriente, Demetra
Nei tempi antichi, quando ancora regnava l’imperatore Yao, di sole non ce n’era uno, ma dieci.
I dieci soli erano figli dell’imperatore celeste Tiandi e della dea Xihe. Ogni giorno Xihe li conduceva presso le sponde di un lago sacro in fondo alla Valle della Luce, nell’estremo oriente della Cina.
Qui, la dea li lavava amorevolmente, e li metteva ad asciugare fra i rami di un enorme albero di gelso.
Ogni giorno della settimana uno dei dieci soli si levava dal gelso e, percorrendo l’intera volta celeste, raggiungeva il confine opposto del mondo. Qui Xihe lo attendeva per ricondurlo alla Valle della Luce.
I dieci soli erano legati da grande affetto, e per questo motivo non amavano viaggiare in solitudine per tutto il giorno e rivedere gli altri fratelli solo la notte.
Così, un giorno, disobbedendo agli ordini del padre e della madre, decisero di levarsi in cielo tutti insieme. Fu un capriccio dagli effetti devastanti: nel cielo e sulla terra il loro calore si fece sentire con un’intensità dieci volte maggiore di quella abituale.
Gli alberi e le coltivazioni cominciarono ad avvizzire, le persone e gli animali, prostrati dal gran caldo, caddero a terra boccheggianti, le foreste e le montagne vennero devastate da terribili incendi, mentre i fiumi e i mari evaporavano.
I pochi sopravvissuti si rifugiarono nelle grotte, nei templi e nei monasteri, dove invocavano a gran voce gli dèi. L’imperatore del cielo si rivolse ai suoi figlioli con parole benevole, tentando di convincerli a tornare all’antica abitudine di solcare il cielo uno alla volta. Ma quelli erano troppo felici di essere uniti e troppo grande era il divertimento di scorrazzare insieme per la volta celeste... e così non diedero ascolto alla richiesta del padre. Allora, seppure a malincuore, l’imperatore celeste decise di inviare il principe Hou Yi, l’arciere divino, a dare loro una lezione. Con l’arco e le frecce ricevuti da Tiandi, Hou Yi discese sulla terra. Al principio, l’idea del principe era di spaventare i dieci soli con le sue frecce, in modo che tornassero a seguire gli ordini dell’imperatore. Quando però si accorse delle condizioni in cui avevano ridotto la terra, Hou Yi si infuriò. Mise una freccia nel suo arco poderoso, la puntò verso il cielo e, con un solo colpo, abbatté̀ il primo dei dieci fratelli. Quindi fu il turno del secondo, e del terzo, e del quarto, e così via fino al nono. Hou Yi stava per lanciare la decima freccia, quando l’imperatore gli si avvicinò e lo pregò di risparmiare almeno uno dei dieci soli. Infatti, gli spiegò, la vita delle persone su una terra senza nessun sole sarebbe stata ancora più misera. Illuminato da quelle sagge parole l’arciere risparmiò l’ultimo sole, quello che ancora oggi splende sulla Cina e sul resto del mondo.
MI RICORDO
• Colora il completamento corretto.
Questo testo è un mito, cioè un racconto che spiega in modo scientifico / fantastico l’origine del mondo e dell’Universo.
I personaggi spesso sono personecomuni / divinità ed eroi che compiono imprese straordinarie.
• Sottolinea nel testo con i colori corrispondenti le risposte a queste domande.
• Perché i soli decidono di levarsi tutti insieme?
• Perché l’imperatore manda il principe sulla terra?
• Perché il principe non colpisce l’ultimo sole rimasto?
• Collega ogni personaggio al suo nome. Usa i colori corrispondenti.
Il principe arciere
L’imperatore, padre dei soli
MI RICORDO
• Colora il completamento corretto.
Questo è un testo descrittivo perché descrive un animale / racconta la storia di un animale
• Sottolinea con questi colori le informazioni sul papero: il suo aspetto fisico da piccolo; il suo aspetto fisico da adulto; il suo modo di comunicare; i suoi comportamenti.
M. Anderlini, Piccole storie di animali, BookSprint Edizioni
Un giorno il babbo tornò a pranzo e mi consegnò una scatola di cartone: fu con grande emozione che accolsi quel simpaticissimo gomitolo di penne folte, morbide e gialle da cui spuntava un becco quasi arancio. Da lì usciva un quaqua continuo.
Appena posato per terra, si lanciò sul naso dei cani che cercavano di fare la sua conoscenza e che, fin dal primo momento, ebbero timore delle sue beccate, anche se era piccolissimo. Non fu possibile metterlo nel pollaio, perché correva dietro alle galline a cui strappava le penne e così stabilì la sua residenza intorno alla casa, senza allontanarsi mai.
Quando andavo per i campi a fare le mie passeggiate, mi seguiva con il suo eterno quaqua e con la sua andatura dondolante. Con noi era particolarmente affettuoso, fino a chiedere di essere preso in braccio, soprattutto quando camminando si stancava e allora si sedeva in mezzo al sentiero urlando quaqua a squarciagola. Crebbe velocemente e diventò una grossa e grassa anatra maschio. Era quel tipo di anatre basse e larghe con le gambe corte e robuste e si faceva rispettare da tutti. Girava intorno alla casa tutto il giorno e quando arrivava qualcuno lui lanciava un acuto strillo e beccava le gambe del malcapitato. Dormiva in una specie di cuccia di legno, per conto suo. Al mattino era il primo a chiamare per uscire e cominciare i suoi giri di ricognizione.
C. Marconi, Poesie del camminare, Lapis Edizioni
La strada si fa passo dopo passo la casa con mattone su mattone di piume e molle è fatto il materasso di note e di parole la canzone.
Colore e poi colore fa pittura la primavera è fiore accanto a fiore la zuppa ortaggi spezie più verdura la vita sono battiti del cuore.
Riprendere il cammino fa partenza: le imprese sono fatte di pazienza.
IDEE PER... PARLARE
Il verso finale “le imprese sono fatte di pazienza” quale messaggio trasmette? Quali sono le imprese che il poeta ha scelto per parlare della pazienza? Confronta le tue idee in classe.
MI RICORDO
• Colora il completamento corretto.
Questo è un testo poetico perché è breve / scritto in versi Le parole con lo stesso colore hanno le lettere finali uguali / diverse : sono parole in rima.
• Completa.
Continua tu a evidenziare con lo stesso colore le parole in rima.
Pensi di essere paziente? Lo sei di più con le persone oppure quando sei in attesa di qualcosa d’importante, come una festa?
Consapevolezza di sé
MI RICORDO
• Colora il completamento corretto.
Questo è un testo informativo perché spiegal’originedelgeco / fornisce informazionisulgeco .
L’immagine aiuta a capiremeglio / renderepiùvivace il testo.
• Di che cosa parlano i tre paragrafi del testo?
Scrivi un titoletto per ciascuno.
focusjunior.it
In estate capita di trovare un geco sul terrazzo o addirittura in casa. Non è né velenoso né pericoloso, è un animale innocuo e anzi utile: mangia zanzare e piccoli insetti notturni, aiutando a eliminare compagnie fastidiose. Si nutre anche di grilli e bachi.
Se ne hai visto uno arrampicato su una parete, avrai potuto osservarlo mentre caccia le sue prede: quando ne avvista una, è davvero velocissimo a catturarla prima che lei faccia in tempo a scappare.
Un esemplare di geco dai colori brillanti tipico delle zone tropicali.
Il geco è un animale notturno, le prede di cui si nutre infatti sono quasi tutte in giro di notte.
Durante il giorno quindi il geco si riposa e se ne sta nascosto, al riparo da possibili pericoli o minacce. Di solito si può trovare in qualche buco o fessura lungo la parete, oppure in tane sotterranee in giardino o, ancora, in mezzo alla vegetazione quando è folta a sufficienza per ripararlo.
Il geco è un cugino lontano della lucertola e il colore della sua pelle varia dal grigio al maculato, ai colori brillanti e variopinti (soprattutto i gechi che vivono nei paesi caldi).
È addirittura in grado di cambiare colore per mimetizzarsi con l’ambiente che lo circonda e nascondersi così alla vista dei predatori!
Questo gioco si fa all’aperto ed è antichissimo. È conosciuto in tutto il mondo e in Italia ha nomi diversi: “mondo”, “settimana” o “campana”.
Con il gessetto si disegna a terra il percorso illustrato e si scrivono i numeri da 1 a 10.
Svolgimento del gioco
Materiale:
• uno spazio grande a terra
• un gessetto
• un sassolino
Il primo giocatore lancia nella casella numero 1 il proprio sassolino che deve cadere all’interno della casella senza toccare nessuna linea, altrimenti il giocatore passa il turno.
Il giocatore saltella su un piede nelle caselle singole e a gambe aperte sulle caselle affiancate; non deve entrare nella casella in cui c’è il suo sassolino e neanche toccare le linee, altrimenti perde immediatamente il turno.
Nella casella del 10 il giocatore si ferma e si volta, effettuando mezzo giro, poi ripete il percorso al contrario, rispettando le stesse regole.
Quando arriva nel riquadro prima della casella con il suo sassolino, il giocatore si ferma, raccoglie il sassolino senza entrare nella casella, poi completa il percorso fino al punto di partenza.
A questo punto se non ha commesso errori può lanciare il suo sassolino nella casella numero 2 e così via.
Vince chi per primo arriva a lanciare il sassolino sul numero 10 e a completare il percorso.
MI RICORDO
• Colora il completamento corretto.
Questo è un testo regolativo perché fornisceistruzioniperungioco / descriveilcomportamentodibambiniebambine .
Ecco, è cominciato un altro anno insieme. Per la maggior parte di voi è un ritrovarsi, per qualcuno forse è una nuova avventura, ma il gruppo classe è bello proprio per questo: ha le porte sempre aperte!
Quali sono le parole più belle quando ci si rincontra dopo l’estate?
Formiamo una nuvola con le parole per ritrovarsi
• Alcune parole ci sono già, altre trovatele insieme e scrivetele nella nuvola
Un bel gruppo classe è un gruppo in cui si collabora!
Che cosa significa per te collaborare?
• Leggi la nuvola di parole della collaborazione ed elimina gli intrusi.
Ogni mattina vi ritrovate nella vostra aula. Quando cominciano le attività vi accorgete che le giornate non sono tutte uguali: un giorno si crea un clima allegro, un altro c’è nervosismo, un altro ancora stanchezza.
Ecco la nuvola grigia della giornata di nervosismo: è piena di parole che allontanano e non fanno stare bene.
Ma il clima può sempre cambiare!
• Trasformate insieme le parole della nuvola grigia in parole della serenità.
Se arrivi a scuola di cattivo umore, riesci a cambiarlo? Cancelli tutto e riparti da zero in autonomia? Oppure ti aiuta stare insieme ai compagni e alle compagne?
Gestione delle emozioni
Le storie ci aiutano a crescere: ci fanno conoscere il mondo della realtà e quello della fantasia, ci fanno vivere avventure, immaginare luoghi, incontrare personaggi di ogni genere e anche viaggiare nel tempo. Possono essere scritte o raccontate a voce, trasformate in film, fumetti, rappresentazioni teatrali…
I testi che raccontano storie sono TESTI NARRATIVI . T
Non ti dimenticare di cercare parole per il tuo nuvolario.
A. Lindgren, Pippi Calzelunghe, Salani Editore
– Che cosa ne pensate di venire tutti a fare colazione da me? –propose Pippi ai suoi nuovi amici.
– E perché no? – disse Tommy. – Andiamoci subito!
– Sì, sì! Subito, subito! – esclamò Annika.
Così entrarono dal cancello sgangherato di Villa Villacolle, percorsero
il viale finché giunsero alla villa e si trovarono nella veranda dove il cavallo stava mangiando dell’avena da una zuppiera.
– Ma come, tieni un cavallo nella veranda? – chiese Tommy. Tutti i cavalli di sua conoscenza abitavano in una stalla.
– Proprio così – confermò Pippi. – In cucina darebbe fastidio, e in salotto non si trova a suo agio.
Intanto erano entrati in cucina, e Pippi tirò fuori tre uova e le gettò per aria: un uovo le cadde in testa e si ruppe, ma le altre due finirono in una casseruola. Pippi tolse molto abilmente, con le dita, i gusci d’uovo dalla casseruola; staccò poi dalla parete, dove stava appesa, una spazzola da bagno, e con questa si mise a frullare le uova, facendone schizzare un bel po’ sulle pareti. Quel che si salvò venne versato in una padella che si trovava sul fuoco; quando una frittella era ben cotta da una parte, Pippi la faceva saltare rivoltandola in aria, e poi la riacchiappava. Quando era pronta, la faceva volare attraverso la cucina, direttamente in un piatto posto sulla tavola.
– Mangiate! – strillò Pippi tutta eccitata. – Mangiate, prima che si raffreddino!
Tommy e Annika mangiarono, e trovarono le frittelle veramente squisite.
La celebre storia di una bambina straordinaria che vive senza famiglia in una villa, in compagnia di un cavallo e di una scimmietta. È allegra e generosa e fa amicizia con Tommy e Annika, con cui condivide molte avventure.
LA STRUTTURA
Si divide in 3 parti:
• l’inizio come comincia la storia;
• lo sviluppo quali fatti avvengono e come si sviluppa la vicenda;
• la conclusione come finisce la storia.
I PERSONAGGI
Possono essere realistici, cioè persone e animali comuni, oppure fantastici, cioè creature inventate dotate di poteri magici o animali e oggetti parlanti.
IL TEMPO
È preciso oppure indefinito.
I LUOGHI
Sono posti che possono esistere nella realtà o essere frutto della fantasia.
I FATTI
LA NARRAZIONE
Sono le azioni compiute dai personaggi e le vicende che accadono.
Può essere in prima persona o in terza persona.
R. Grazzani, F. Trabacchi, Il nostro piccolo Tom, Edizioni Arka
Tutte le mattine, quando Angela prende la cartella per andare a scuola, Tom si mette vicino alla porta di casa, scodinzolando. E quando Angela esce, il cane esce con lei. La accompagna correndo, tre metri avanti, girandosi continuamente per controllare che arrivi.
Per strada Angela incontra dei compagni e Tom li saluta saltando, agitando la coda, dando piccole abbaiate di gioia.
E poi cammina con loro, affrettandosi, come un piccolo scolaro. È felice. Quando arriva davanti al cancello della scuola, Angela si china su Tom. – Adesso vai a casa, Tom. Ci vediamo più tardi. Il cane, allora, appoggia la fronte sul grembo di Angela e resta immobile qualche minuto, solo la coda ha un leggero dondolio.
Angela sa che in questo momento Tom vuole sentire il suo calore e prendersi una coccola. – Tom, adesso vai... – ripete lei, e Tom ubbidisce.
Alza il muso e le sorride, in quel suo modo speciale, poi si gira e se ne va tutto solo sul marciapiede, fermandosi ogni tanto ad annusare qualche piacevole odore.
Rispondi alle domande con l’aiuto dei colori.
• Chi sono i personaggi del racconto?
• Dove succedono i fatti? All’inizio ........................................................................., poi ...........................................................................
• Quando succedono i fatti?
• L’ inizio di solito presenta i personaggi principali, il tempo, il luogo e il fatto che dà avvio alla storia;
• lo sviluppo narra i fatti che accadono nella vicenda;
• la conclusione racconta come finisce la storia.
D. Whelehan, La biblioteca dei papà, Bompiani
Una mattina Joseph salì i gradini ed entrò nella biblioteca.
– Nome e indirizzo. – La voce proveniva da dietro la scrivania. Era la bibliotecaria. Portava un cappello di paglia addobbato con della frutta. Attorno al collo, attaccato a una catenella, le penzolava un paio di occhiali rosa a forma di cuore.
– Quanti papà in una volta posso portare via? – chiese Joseph. La bibliotecaria abbassò la testa per poi sollevarla di colpo. Quindi si raddrizzò gli occhiali sul naso.
• Traccia tre barre colorate a lato del testo per indicare l’inizio, lo sviluppo e la conclusione.
Scrivi le parole delle nuvolette nel tuo nuvolario dove preferisci e cercane altre.
– Soltanto uno! E ti avverto che se sgarri nella restituzione le multe sono astronomiche: per un solo giorno di ritardo, tutte le tue paghette di un anno.
Si mise a battere velocemente sulla tastiera del computer e alla fine porse a Joseph un tesserino dentro una custodia di plastica verde.
Joseph la ringraziò e si addentrò tra gli scaffali della biblioteca. Era piena zeppa di papà!
Joseph si mise a camminare in mezzo a quei papà perfettamente immobili, esposti su scaffali leggermente sollevati da terra. Sui cartellini si leggeva: papà Giardinieri, papà Sportivi, papà Organizzati, papà Vacanzieri, papà Che Sanno Tutto, papà Generosi. Joseph esaminò più da vicino un papà Sportivo.
Indossava una tuta sportiva arancione, e invece di stare immobile correva sul posto, facendo nello stesso tempo palleggiare un pallone da football sulla testa.
Un avviso diceva: “Non parlate ai papà”, ma Joseph lo ignorò. – Io gioco a calcio nella squadra della mia scuola – disse
Joseph tutto contento.
– Allenati sempre – disse un po’ affannato il papà sportivo. –Alzati all’alba e corri per 30 chilometri al giorno.
Joseph pensò che quel papà non aveva l’aria di uno che va volentieri al parco a tirare semplicemente due calci al pallone, così proseguì verso i papà Organizzati. C’era una vasta scelta: papà in grembiule, in uniforme, in vestito serio, con pennelli e martello, con valigetta e cellulare.
Joseph alla fine scelse quello che aveva un sacco di cose utili che gli sbucavano dalle tasche, tipo matite colorate, pezzi di spago, batterie e rotoli di scotch. Portò il papà Organizzato alla scrivania della bibliotecaria, che timbrò il cartellino di uscita appuntato sul petto del papà.
Proprio in quel momento arrivò trafelato in biblioteca il vero papà di Joseph.
– Siamo in ritardo – disse, ma prima che riuscisse ad afferrare
Joseph per un braccio, la bibliotecaria lo piazzò su un carrello assieme ad altri papà che erano stati restituiti e ora aspettavano di essere rimessi sugli scaffali.
• In quale parte del testo trovi le informazioni contenute nelle seguenti frasi? Colora il quadratino con i colori corrispondenti: inizio, sviluppo, conclusione.
La bibliotecaria porge a Joseph un tesserino.
Joseph si addentra tra gli scaffali.
Joseph entra in biblioteca.
Joseph sceglie un papà Organizzato.
Joseph esamina un papà Sportivo.
La bibliotecaria timbra il cartellino di uscita del papà Organizzato scelto da Joseph.
La bibliotecaria mette il vero papà di Joseph nel carrello.
SCOPRO i personaggi
Il protagonista è il personaggio principale
• Sottolinea in rosso il protagonista e in verde i personaggi secondari, poi indica il completamento corretto.
I personaggi di questa storia sono: realistici. fantastici. alcuni realistici, altri fantastici.
U. Stark, Il Club dei Cuori Solitari, Iperborea
Un giorno in cui non ha niente da fare, visto che le maestre sono a un corso di aggiornamento, Tor va con la mamma all’ufficio postale dove lavora. Per un po’ dà una mano a prendere i pacchi dagli scaffali. Poi si mette a riempire moduli.
– E adesso cosa faccio? – chiede quando ha finito. Allora il capoufficio, che si chiama Rune, gli regala un vecchio timbro e anche una matita.
– Che bello! – dice Tor. – Adesso posso scrivere delle lettere. Ormai sono capace di scrivere qualsiasi cosa.
– Quando facevo il postino – racconta Rune – non facevo che correre su e giù per le scale.
– Doveva essere bello portare in giro la posta – dice Tor sorridendo. – Quando riceve la posta, la gente è felice.
– Proprio così – interviene la mamma. – Poveretti quelli che sono soli e non ricevono mai niente. E non hanno nessuno con cui parlare.
Quella sera Tor rimane sveglio nel suo letto fino alle dieci. Continua a pensare alle persone sole che non ricevono mai lettere e non hanno nessuno con cui parlare. Le immagina avvicinarsi alla cassetta della posta. “Chissà se ho ricevuto una lettera, oggi?” bisbigliano. “Magari una letterina d’amore...”.
E invece trovano soltanto una fattura o un volantino.
Il giorno dopo, finite le lezioni, Tor si trova con Arne, Olson e Isabel nel cortile della scuola.
– Dobbiamo parlare – annuncia. – Ma serve un posto tranquillo. Così vanno nella cantina di Arne. È un posto perfetto per le riunioni. Ci sono un sacco di scatoloni e di valigie su cui sedersi.
– Allora, sentiamo di cosa devi parlarci – dice Isabel.
– C’è un problema – spiega Tor.
– Allora sarà meglio risolverlo – dice Olson. – Che cos’è?
– La solitudine della gente – risponde Tor. – Certe persone non hanno nessuno con cui parlare. E non ricevono mai lettere. Per un po’ nella cantina cala il silenzio. Poi Olson alza la mano.
– Parleremo noi con loro – propone tutto contento. – E faremo in modo che ricevano delle lettere.
– Potremmo fondare un club – dice Arne.
– Il Club dei Cuori Solitari – sussurra Isabel. Poi mette la mano su quella di Tor. E Arne e Olson aggiungono le loro. È una bella sensazione, calda e morbida.
Il giorno dopo si ritrovano di nuovo nella cantina di Arne.
– Adesso ci serve uno statuto – dice Arne. – Se si fonda un club bisogna avere uno statuto.
– Be’, certo – concorda Olson. – È buono da mangiare?
– Lo statuto non è roba che si mangia – spiega Arne. – Si scrive su un foglio. È un elenco di regole che dicono cosa vuole fare il club. Poi prende carta e penna e li dà a Tor. Dopo mezz’ora sono già riusciti a mettere giù tre regole.
Statuto del Club dei Cuori Solitari
1. Dobbiamo trovare chi è solo al mondo.
2. Dobbiamo renderlo più felice che possiamo.
3. Alle riunioni dobbiamo fare merenda.
L’ultima è una trovata di Arne.
– Cosa dite, dovremmo metterci anche una regola su cosa bere? –chiede.
– No, bastano queste – dice Isabel. – Adesso andiamo fuori a cercare qualche cuore solitario.
• Indica se ogni affermazione è vera (V) o falsa (F).
• Tor è convinto che la gente sia felice quando riceve la posta. V F
• Tor è preoccupato perché la posta arriva in ritardo. V F
• La riunione tra Tor, Arne, Olson e Isabel si svolge nel cortile della scuola. V F
• Il gruppo decide di parlare con le persone sole e inviare loro delle lettere. V F
• Isabel propone di fondare un club. V F
• Arne propone di scrivere uno statuto. V F
I fatti di una storia si possono svolgere in un tempo preciso o indefinito, nel presente, nel passato o nel futuro.
• Sottolinea le parole riferite al tempo che ti permettono di rispondere a queste domande. Poi rispondi.
• Quando succedono i fatti?
• Secondo te, quanto durano?
CAPISCO
• Sottolinea nel testo con i colori corrispondenti le risposte a queste domande.
• Quale problema comunica Laura ai bambini?
• Come si risolve la situazione?
• Perché lo scherzo non viene fatto il primo aprile?
S. Bordiglioni, Il capitano e la sua nave, Einaudi Ragazzi
Quando siamo scesi a mensa oggi, Laura, l’inserviente che ci distribuisce i pasti, ci è venuta incontro allargando le braccia. – Fino all’una non arriva niente oggi. La mensa è in ritardo.
– Nooo! – abbiamo esclamato noi tutti insieme, disperati per via dell’appetito che bussava impaziente nello stomaco
Mezz’ora senza cibo è un tempo incredibilmente lungo quando ti aspetti di mangiare da un secondo all’altro! Succede qualcosa che non so spiegare bene: forse, basta l’idea che sta per arrivare il cibo e lo stomaco si prepara a riempirsi. Oppure si prepara il cervello... Non so. Quello che so è che alle dodici e trentacinque di oggi mi sembrava di avere un gatto arrabbiato dentro la pancia e avevo quasi voglia di piangere per la fame.
Poi tutto si è improvvisamente risolto. Laura si è messa a ridere e ha detto: – Pesce d’aprile!
Il pranzo era già stato portato e ci aspettava tranquillamente nei soliti contenitori verdi di polistirolo.
– Ma oggi non è il primo di aprile! – ha protestato Tiziana con Laura.
– È vero, – ha risposto lei – ma il primo di aprile era sabato e la mensa non c’era. Come facevo a farvelo sabato lo scherzo?
Abbiamo riconosciuto tutti che il suo ragionamento non faceva una grinza e ci siamo seduti a tavola ad aspettare il primo. Quello di Laura, anche se in ritardo, è stato il pesce d’aprile riuscito meglio.
Spiega a voce il significato delle espressioni colorate: secondo te, sono divertenti? Perché?
L.
Sepúlveda, Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico, Guanda
Max e Mix, o Mix e Max, vivevano in una casa di Monaco di Baviera e la casa era in una strada fiancheggiata da alti ippocastani.
Quando Mix era piccolino, approfittando di una distrazione di Max e dei suoi fratelli, uscì in strada, sentì il richiamo dell’avventura e si arrampicò sui rami più alti di un ippocastano. Una volta lassù, scoprì che scendere era più difficile che salire, perciò tenendosi ben stretto al ramo cominciò a miagolare per chiedere aiuto. Max, che era altrettanto piccolino, salì sull’albero deciso a riportare giù Mix, ma quando arrivò ai rami più alti guardò in basso, e scoprì che nemmeno lui era capace di scendere.
Un vicino di casa chiamò i pompieri, che arrivarono con un grande camion rosso pieno di scale. Il capo dei pompieri aveva un casco splendente e prima di salire sulla scala telescopica volle sapere chi si chiamava Max e chi si chiamava Mix.
Nel frattempo, sul ramo più alto dell’ippocastano, Max teneva stretto Mix e gli diceva:
– Accidenti, guarda che guaio abbiamo combinato... Mix, promettimi che non ti arrampicherai mai più in cima a un albero senza aver prima imparato a salire e scendere dai rami più bassi. Questo Max lo disse sul ramo più alto dell’ippocastano, perché
Mix era suo amico e gli amici si danno man forte, si insegnano tante cose, condividono i successi e gli errori
Una volta a terra, Max e Mix ascoltarono gli ammonimenti del capo dei pompieri e tornarono a casa tutti coperti di polline di ippocastano.
SCOPRO dove accade
I fatti di una storia possono succedere in luoghi chiusi o aperti, piccoli o grandi, reali o immaginari.
• Dove succedono i fatti?
All’aperto.
Al chiuso.
• Sottolinea la parte del testo che te lo fa capire.
• Inserisci nel disegno i nomi Mix e Max al posto giusto.
Leggi la frase evidenziata in verde. Nelle tue amicizie ti comporti in quel modo? Sai riconoscere se gli altri fanno lo stesso con te?
Relazioni efficaci
Una storia può essere narrata in prima persona da uno dei personaggi; oppure in terza persona da una narratrice o un narratore esterno alla storia.
A. Petrosino, Quattro gatti per Valentina, Piemme Junior
Un giorno d’estate, i miei genitori mi hanno portato sul lago d’Orta. Nel mezzo del lago c’è l’isola di San Giulio. Ci siamo arrivati in barca, e quello è stato il mio primo contatto con l’acqua. Mi sarebbe piaciuto tuffarmi e nuotare come un pesce.
Ma nessuno mi aveva mai insegnato a farlo.
– Che caldo! – ho detto quando siamo sbarcati sull’isola. Mi sono tolto la maglietta e la canottiera, e sono rimasto in pantaloncini.
– Togliti anche i pantaloncini – ha detto mia madre.
• Osserva le espressioni in blu. Ti fanno capire che i fatti di questa storia sono narrati:
in prima persona, cioè da un personaggio della storia.
in terza persona, cioè da qualcuno esterno alla storia.
Arrivare a tiro significa arrivare vicino in modo da essere toccato.
Così sono rimasto in mutande e mi sono messo a camminare lungo un minuscolo tratto di spiaggia.
Quando lei e mio padre si sono seduti ai piedi di un albero e hanno chiuso gli occhi, mi sono avvicinato all’acqua. L’ho toccata con un piede, poi sono entrato, allontanandomi piano piano dalla riva. A un certo punto ho gettato un urlo e sono sprofondato nell’acqua. Ho cominciato a sbracciarmi e ad agitare le gambe, ma non facevo altro che peggiorare le cose.
All’improvviso ho sentito uno sciacquìo alla mia destra. Mi sono voltato e ho visto un cane. Un cane enorme. Nuotava verso di me e sembrava dirmi “Resisti, Stefano, sto per arrivare!”. Quando è arrivato a tiro, gli ho gettato le braccia al collo, ho posato la testa sul suo dorso e mi sono lasciato trascinare. Dopo un tempo interminabile abbiamo raggiunto la riva. Il cane ha scosso il pelo, mi ha leccato la fronte e se n’è andato. Ecco come ho imparato a nuotare e ad amare i cani.
A. Vivarelli, Piccole storie matte, Interlinea
La zanzara era triste. Aveva letto tutti i libri di fiabe e non riusciva a darsi pace: “Non una storia che parli di zanzare, non una! Cani, gatti, topi, perfino animali feroci come i leoni, per non parlare delle mosche o delle formiche. Ma zanzare niente”. Così andò da uno scrittore di storie fantastiche che per prima cosa cercò di colpirla con una ciabatta.
– Ecco, lo sapevo! – piagnucolò lei. – E io che pensavo che gli scrittori di fiabe fossero persone di cuore!
– È proprio così – si difese lo scrittore. – Solo che tu... quando hai fame pungi di qua, succhi di là... Hai già mangiato stasera?
– No, sono troppo triste per pensare alla cena – rispose.
– E perché sei triste?
– Perché... – e spiegò allo scrittore il motivo della sua tristezza. Lui l’ascoltò, poi ci pensò un po’ su.
– Hai ragione. Ma il fatto è che a nessuno piace svegliarsi con un ponfo sul braccio...
– Che c’entra? A nessuno piace farsi sbranare da un leone, eppure i leoni hanno un mucchio di storie. E non venirmi a raccontare che a qualcuno piace trovare le formiche che passeggiano nel cestino del pane. Eppure ci sono storie che parlano di formiche, topi e serpenti.
Lo scrittore non trovò niente da ridire. Così le promise che avrebbe scritto una bella storia sulle zanzare.
– Che sia divertente, però. E che finisca bene.
Lo scrittore è ancora lì: passa le sere d’estate a provare e riprovare, a scrivere e a cancellare: non gli è ancora venuta in mente una storia in cui le zanzare facciano bella figura.
IDEE PER... SCRIVERE
In coppia suggerite allo scrittore una bella storia fantastica sulla zanzara.
• I fatti di questa storia sono narrati: in prima persona. in terza persona.
• La frase “E perché sei triste?" è pronunciata: dalla zanzara. dallo scrittore. da chi narra.
Ogni storia si può dividere in sequenze. Una sequenza inizia quando avviene un cambiamento:
• entrano in scena uno o più personaggi nuovi;
• avviene un fatto nuovo;
• cambiano il luogo o il tempo in cui si svolge la vicenda;
• inizia una descrizione, una riflessione o un dialogo.
L. Cognolato, L’uomo che vendeva il tempo, Terre di mezzo editore
1 Ogni mattina e ogni pomeriggio fino all’ora di chiusura, nel Grande Negozio Temperia, Vettore vende il tempo a chi non ne ha. Lo sceglie con cura, lo soppesa con un bilancino di precisione, lo incarta in bustine azzurre con un fiocco giallo.
2 Davanti al suo bancone c’è sempre molta gente che ha bisogno di tempo in più.
C’è il fornaio che chiede ancora cinque minuti per dormire, prima di alzarsi e andare a impastare il pane.
C’è l’anziana scienziata che ogni giorno chiede ancora un giorno, per inventare la pillola che guarisce ogni infelicità.
C’è la giovane manager che invece chiede 6 ore in più per poter fare le sue 1200 telefonate e inviare 800 messaggi. E poi ci sono i bambini che chiedono ancora mezz’ora per giocare.
Anche la casa di Vettore avrebbe bisogno di un po’ di tempo. Il vento ha spostato le tegole del tetto e alcune si sono rotte.
3 Un giorno nel Grande Negozio Temperia arriva un messaggio: Attenzione, vento in quota, le mongolfiere che trasportano i carichi di tempo subiranno ritardo.
Entra in scena il protagonista. VETTORE VENDE IL TEMPO.
“Poco male”, pensa Vettore, “ne ho di riserva dietro il bancone”. Quel giorno però tutti chiedono un pochino di tempo in più.
A fine giornata, sugli scaffali dietro al bancone non è rimasto più nulla. Vettore chiude la porta del negozio e appende il cartello TEMPO ESAURITO
4 Il giorno dopo arriva la tempesta. Le gocce picchiano fitte. Le tegole del tetto di Vettore volano da una parte e dall’altra.
Che disastro! E poi bisogna asciugare tutta l’acqua che è entrata in casa.
Un fine settimana di certo non basterà per rimettere tutto a posto. Ci vorrebbe del tempo in più.
Vettore si rovescia le tasche, cerca nei cassetti, controlla sotto il letto, ma niente: di tempo non ne è rimasto nemmeno un pizzico.
5 Poi suonano alla porta. Vettore apre e… C’è il fornaio, che gli ha portato quindici minuti e si alzerà un pochino prima per impastare il pane.
C’è l’anziana scienziata che gli ha portato un giorno intero.
La pillola della felicità forse la scoprirà la prossima settimana.
La giovane manager ha portato un quarto d’ora. Per oggi farà solo 1198 telefonate e invierà solo 789 messaggi.
E poi ci sono i bambini: tutti insieme hanno racimolato quasi mezz’ora di tempo da regalargli.
6 Ecco fatto. Il tetto è riparato. Le grondaie sono pulite. L’acqua asciugata. Ci credereste? È avanzato persino un po’ di tempo per far festa tutti assieme.
• Il racconto è diviso in sequenze. In alcune è già indicato il cambiamento che avviene, aggiungi tu quelli mancanti.
• Scrivi un titolo per ogni sequenza, come nell’esempio.
Cambia il tempo e avviene un fatto nuovo.
Tornano in scena i personaggi.
Inizia una descrizione.
Inventa il nome di un negozio che vende fantasia. Scrivi le parole delle nuvolette nel tuo nuvolario.
Scuola Holden, 100 storie per quando è troppo tardi, Feltrinelli
Arturo era un bambino che amava gli animali. Li amava tutti, senza eccezione alcuna. Amava elefanti e leoni, conigli e mucche, lupi e ranocchie, iene e salamandre.
Ma soprattutto, di un amore speciale, amava gli animali infinitamente piccoli, come gli insetti. Adorava i lombrichi e aveva decisamente un debole per gli scarafaggi.
– Sono cuccioli – diceva. – Hanno bisogno di coccole.
Un giorno, in spiaggia, scovò sotto un sasso una piccola cimice. Era sola soletta e aveva l’aria triste.
“Si è persa” pensò.
La prese in mano e, mentre le parlava con voce dolce, la faceva giocare. Avvicinava le dita per costruire ponti che la cimice potesse attraversare e le allargava per farle trovare valli sulle quali si divertisse a scivolare.
Quando la sera il sole inondò la spiaggia di arancione e il mare prese lo stesso colore del cielo, Arturo, indicando l’animaletto che gli trotterellava sul braccio, disse alla mamma:
– Si è affezionata, non possiamo lasciarla qui!
E tutti insieme presero il treno per tornare in città.
IDEE PER... PARLARE
Chi tra voi ama gli animali senza eccezioni come Arturo?
Nella vostra classe quali sono gli animali non domestici più amati?
Analizza il racconto appena letto e svolgi le attività indicate nella mappa. Sottolinea nel testo con i colori corrispondenti le parole che ti aiutano.
Si divide in 3 parti:
• l’ inizio come comincia la storia;
• lo sviluppo quali fatti avvengono;
• la conclusione come finisce la storia.
• Indica con una barra laterale la conclusione della storia.
Sono persone e animali realistici oppure esseri fantastici.
• I personaggi di questa storia sono .........................................
IL TEMPO
È preciso oppure indefinito.
• Questa storia si svolge in un tempo ........................................
I LUOGHI
Sono posti che possono esistere nella realtà o essere frutto della fantasia.
• I fatti si svolgono .
I FATTI
LA NARRAZIONE
Sono le azioni compiute dai personaggi e le vicende che accadono.
• I fatti di questa storia sono: realistici. fantastici.
Può essere in prima persona o in terza persona.
• La narrazione di questa storia è in persona.
B. Masini, Ciro in cerca d’amore, Edizioni Arka
Di notte tutti i gatti sono grigi perché il buio cancella i colori, anche quello del pelo di gatto. Ma non a Venezia nelle notti di luna piena. Perché è in quelle notti che i gatti di Venezia mostrano tutti i loro colori. Perché è in quelle notti che i gatti di Venezia vanno in cerca d’amore. Anche Ciro andava in cerca d’amore. Ma le gattine di Venezia preferivano i gatti di velluto nero, i gatti rossi che sono un po’ matti, i gatti bianchi come il latte e altrettanto dolci. Ma a Ciro non piaceva quel genere di amore. E lui, Ciro, restava sempre solo. Eppure aveva bisogno d’amore. Un giorno vide un bambino avanzare verso di lui. Ciro non scappò. Sapeva che i bambini sono seccanti: ti prendono in braccio, ti accarezzano, ti strizzano come un cuscino, ma per metterli in fuga basta tirar fuori le unghie. Il bambino lo guardò appena e andò oltre. Che bambino strano. Incuriosito, Ciro lo seguì. Il bambino entrò in una casa e salì una scala. Ciro lo seguì. Il bambino entrò in una stanza, si sedette su una poltrona e aprì un libro. Era un libro pieno di gatti. Ciro balzò sullo schienale della poltrona e guardò le pagine che guardava il bambino: c’erano gatti bianchi che sono dolci come il latte, gatti rossi che sono un po’ matti, gatti neri come il velluto nero, gatti tigrati che sembrano ferocissimi. Ma niente gatti grigi. Fu allora che il bambino si voltò e gli disse:
– Lo sai che sei un gatto speciale, tu?
Ciro miagolò. Era un gatto grigio senza amici e senza amore. È essere speciali questo? Il bambino disse:
– Tutti questi gatti sono così normali che li trovi dappertutto, anche nei libri. Tu no. Tu sei unico.
Unico? Che cosa voleva dire? Il bambino riprese:
– Nessun gatto è come te. Non hai paura, perché non sei scappato. E sei curioso perché mi hai seguito. – E poi: – Vuoi essere il mio gatto?
Non posso essere tuo. Sono un gatto. Non sono di nessuno.
– Farai quello che vuoi – disse il bambino. – Se vuoi stare in casa stai in casa, se vuoi uscire esci. Ti darò da mangiare. Ma sarai libero di andartene quando vuoi. E quando vuoi, giochiamo. Ma decidi tu.
Ecco, quello era il genere di amore che piaceva a Ciro. Amore di cibo, ma con le porte aperte. Amore di giochi e di carezze, ma solo se vuoi tu.
E così balzò in grembo al bambino e fece le fusa. Non sono tuo, diceva, ma posso stare vicino a te.
1 Chi sono i protagonisti del racconto?
Un bambino di nome Ciro e il suo gatto.
Il gatto Ciro e un bambino.
Le gattine di Venezia.
2 Quando Ciro incontra il bambino?
Una notte.
Un giorno.
Una mattina.
3 Dove succedono i fatti raccontati nella storia?
In una casa.
Prima in una strada, poi in una casa.
Sulle scale di una casa.
4 Chi narra la storia?
Ciro.
Il bambino.
Una narratrice o un narratore esterno.
5 Quando Ciro vede il bambino che cosa fa?
Scappa.
Non scappa.
Tira fuori le unghie.
6 Quando Ciro guarda il libro con il bambino, che cosa non vede?
Gatti bianchi.
Gatti rossi.
Gatti grigi.
7 Che cosa ci dice il racconto a proposito dell’incontro tra Ciro e il bambino (righe 9-13)?
Completa inserendo una parola in ogni spazio.
Ciro vede il e, nonostante sia convinto che i bambini siano , non scappa. Il bambino lo guarda appena e ........................................................
Per questo Ciro è e lo segue.
8 Leggi la conclusione del racconto (righe 32-35) e indica se le affermazioni sono vere (V) o false (F).
Ciro resta con il bambino perché ha fame. V F
Ciro resta con il bambino perché capisce che sarà amato, ma anche libero. V F
Il bambino vuole tenere Ciro perché è un gatto grigio. V F
Il bambino vuole tenere Ciro perché è un gatto speciale, curioso e senza paura. V F
LA MIA VALUTAZIONE
• Il testo mi è sembrato: facile da comprendere. in parte difficile da comprendere. difficile da comprendere.
• Le attività mi sono sembrate: facili difficili
Lo indico colorando i cerchietti con i numeri.
Alcune storie ci presentano personaggi ed esperienze vicini alla nostra realtà, sembra quasi che parlino di noi! Altre storie ci raccontano un mondo che non conosciamo.
Con i racconti realistici scrittrici e scrittori ci fanno immedesimare nei personaggi e nelle loro emozioni, ci incuriosiscono, ci fanno divertire o riflettere.
Si divide in 3 parti:
• l’inizio come comincia la storia;
• lo sviluppo quali fatti avvengono;
• la conclusione come finisce la storia.
I PERSONAGGI
Sono persone e animali che si possono incontrare nella vita di tutti i giorni.
IL TEMPO
È spesso indicato con precisione.
I LUOGHI
Sono posti che esistono o possono esistere nella realtà.
I FATTI
LA NARRAZIONE
Sono realmente accaduti o potrebbero accadere nella realtà.
Può essere in prima persona o in terza persona.
A.
Nanetti, Mio nonno era un ciliegio, Einaudi Ragazzi
Un giorno in cui faceva molto caldo, il nonno mi propose: – Che cosa ne diresti se ce ne andassimo al fiume?
L’idea mi sembrò bellissima, così prendemmo gli asciugamani e ci avviammo verso il fiume.
Il nonno e io ci spogliammo, e in mutande entrammo in acqua. Poi io cominciai a dare la caccia ai pesci. A un certo punto, quando mi trovavo al centro del fiume, me ne passò davanti uno bello grosso e io mi lanciai all’inseguimento. Ma avevo bisogno che il nonno mi desse una mano, così mi misi a urlare: – Nonno! Nonno! Vieni!
E mi sbracciavo per chiamarlo.
– Arrivo, Tonino, non ti muovere! – rispose il nonno e si affannò a raggiungermi al più presto.
Proprio allora passò la signora Maria in bicicletta; si fermò a guardare, poi schizzò via come un siluro. Cinque minuti dopo, sull’argine del fiume c’erano i pompieri con le sirene spiegate.
– State calmi, vi aiutiamo noi! – gridò uno di loro.
Allora il nonno cacciò la testa fuori dall’acqua, tossendo. – Non serve, grazie, l’ho già preso io! – esclamò mostrando il pesce che era riuscito ad acchiappare.
Rispondi.
I fatti narrati nella storia potrebbero accadere nella realtà? Sì. No.
Osserva gli elementi colorati nel testo e indica il completamento corretto.
• I personaggi della storia: possono esistere nella realtà. non possono esistere nella realtà.
• I fatti succedono in luoghi che: esistono nella realtà. non esistono nella realtà.
Scrivi nei cartellini: inizio – sviluppo – conclusione.
Persone o animali dei racconti realistici sono del tutto simili a quelli che si incontrano nella vita di ogni giorno.
• Sottolinea in arancione i personaggi, poi indica il completamento corretto.
I personaggi di questa storia sono:
tutti realistici.
tutti fantastici. alcuni realistici, altri fantastici.
• Rispondi.
• Chi è la protagonista del racconto?
• Chi narra la storia?
Per me il mio compleanno e la vigilia di Natale sono i due giorni più belli dell’anno. Il mio compleanno più bello di tutti è stato quando ho compiuto sette anni. Ecco com’è andata. Mi sono svegliata presto. A quell’epoca stavo ancora nella camera di Lasse e Bosse, che dormivano. Avevo un letto che cigolava e mi sono girata un sacco di volte per farlo cigolare così tanto da svegliarli.
Non potevo chiamarli, perché quando si compiono gli anni bisogna far finta di dormire finché non si viene festeggiati, e loro invece di preparare tutto se ne stavano lì addormentati. Ho fatto cigolare il letto tanto forte che alla fine Bosse si è alzato a sedere e si è grattato la testa. Poi ha dato uno scossone a Lasse e in punta di piedi sono passati dalla soffitta per scendere le scale. Sentivo la mamma che faceva tintinnare le tazze giù in cucina e quasi non riuscivo a stare ferma per l’emozione.
Alla fine ho sentito i passi lungo le scale e ho chiuso gli occhi più forte che potevo. E poi, pam, si è aperta la porta ed ecco lì papà e mamma e Lasse e Bosse. La mamma portava il vassoio. Sopra c’era una tazza di cioccolata e un vasetto di fiori e una grande torta ricoperta di zucchero e uvette e la scritta “Lisa sette anni” fatta con la glassa.
Però non si vedeva nemmeno un regalo e io ho cominciato a pensare che era uno strano compleanno.
Ma papà ha detto: – Finisci la cioccolata, così poi andiamo a vedere se troviamo in giro qualche regalo.
Ho bevuto la cioccolata il più in fretta possibile. Poi la mamma mi ha bendato gli occhi con un asciugamano e papà mi ha fatto girare su me stessa, mi ha preso in braccio, mi ha portato giù per le scale e ha continuato a girare e a un certo punto siamo stati anche fuori, si sentiva, e dopo un po’ siamo risaliti lungo una scala. Alla fine la mamma ha tolto l’asciugamano. Eravamo in una stanza che non avevo mai visto. Almeno, pensavo di non averla mai vista. Poi però ho guardato fuori dalla finestra e ho capito che ero nella vecchia camera della nonna e che papà aveva fatto tutto quel lungo giro per confondermi. La nonna abitava con noi, quando ero piccola, ma da un paio di anni si era trasferita da zia Frida e la mamma aveva messo nella sua stanza il telaio con cui tessere i tappeti. E invece, niente più telaio: era una stanza così bella che sembrava fosse passato di lì un mago.
La mamma ha detto che era papà che per magia l’aveva trasformata in una camera tutta per me, ed era quello il mio regalo di compleanno. Era davvero il più bel regalo che avessi mai ricevuto.
• La protagonista prova diverse emozioni nel giorno del suo compleanno. Colora i nomi adatti a descriverle.
TRISTEZZA IMPAZIENZA
GIOIA DELUSIONE
CURIOSITÀ STUPORE
• Rispondi sul quaderno.
• Qual è stato il più bel compleanno di Lisa?
• Perché Lisa fa cigolare il letto?
• Perché a un certo punto Lisa pensa che quello sia uno strano compleanno?
• Quale regalo riceve Lisa per il settimo compleanno?
Anche a te piace festeggiare il compleanno? Qual è il modo di festeggiare che preferisci? Ricordi un compleanno più bello degli altri? Racconta.
A. Chardin, La mia fuga sugli alberi, Mondadori
Il tempo è sempre ben definito e gli indicatori temporali permettono di capire con precisione quando avvengono i fatti (stamattina...), in che ordine succedono ( prima, dopo...), quanto durano (dopo un’ora...).
• Cerchia nel brano parole ed espressioni che si riferiscono al tempo e rispondi.
• Quando avvengono i fatti?
• Quanto dura la punizione di Tine?
– Tine! Cosa stai combinando? – esclama mio fratello Sylvain, vedendomi diretta verso la porta che dà sul giardino. – C’è buio... Pato si arrabbierà tantissimo!
C’è chi ha una tata. Noi abbiamo un tato. Da piccola lo chiamavo Patato. Poi mio fratello l’ha ribattezzato Pato.
– Senti, Sylvain, ne abbiamo già parlato. Noi adoriamo Pato, ma le verdure che ci costringe a buttar giù tutti i santi giorni... no!
La grande pendola della cucina indica le tre e venti.
Usciamo. Facciamo il giro intorno alla casa per raggiungere l’orto. L’orto, il regno di Pato. Carote, barbabietole, insalate varie, zucchine, pomodori, cetrioli, ravanelli e altri veleni crescono rigogliosi sotto i suoi occhi amorevoli. Corro fino al compost, con mio fratello alle calcagna. Perché il compost? Perché è il paese delle lumache. Ce n’è una vera collezione: grosse rosse, piccole nere, grigie a righe...
– Sylvain, metti trenta lumache su ognuna di quelle schifezze verdi e adios zuchinas! Forza. Apri le mani.
– Trenta... lumache? Con... le mani? Oh... nooo!
Sylvain chiude gli occhi e tende le mani, che tremano.
– Muoviti! – gli ordino. – Tu pensa alle zucchine, io alle carote.
Il compost è un fertilizzante che si ottiene: con gli scarti organici. con la raccolta della plastica.
Alle calcagna significa: davanti. dietro.
Il mattino dopo
Apro gli occhi. È giorno. Le urla salgono proprio da sotto la mia finestra. Un rumore di passi precipitosi su per le scale. Inspiro e mi preparo all’assalto. Pato mi fissa con il suo peggior sguardo.
– Siete stati voiii! – grida. – Non c’è più nemmeno una carota! In compenso ci sono buchi dappertutto! E non è colpa delle talpe, ho controllato: niente gallerie! No, sono mani quelle che hanno fatto il disastro! E le zucchine? Annientate, pure quelle! Divorate! Io vi nutro con alimenti sani e voi mi fate... questo!
Mi rivolge uno sguardo folle e chiude la porta. Per riaprirla un attimo dopo, mentre io mi sto già infilando un calzino. – Tu non metti piede fuori da questa camera! – sbraita, con un dito teso.
Pato smaltisce la rabbia rasando il prato. Ma non può impedirsi di lanciare sguardi verso la mia finestra, dove rimango immobile, con una maschera di disperazione sulla faccia.
Ora della merenda
Pato cede e sospende la punizione. Posiziona nel prato una linea di partenza, una d’arrivo e una serie di ostacoli, e ci cronometra con la massima serietà.
Pato ci tiene a farci avere “una mente sana in un corpo sano”.
Sulla linea di partenza, Pato mi dice: – Cominci tu, Tine. Pronta...? VIA!
Supero il traguardo e Pato non si trattiene. Alza le braccia in alto e grida: – Quarantotto secondi e ventiquattro centesimi per la signorina Tine de Furetière, che batte ogni recooord! Ci diamo il cinque e abbraccio Pato fortissimo. Il profumo di Pato. Gli incoraggiamenti di Pato. Il sorriso dolce e i baffi di Pato. Da quando ho memoria è lui che ci rassicura e ci fa sentire amati. Lui che ci cura l’influenza e ogni dispiacere. Sempre.
SCOPRO dove accade
I luoghi sono sempre reali, cioè esistenti, o realistici, cioè che potrebbero esistere nella realtà.
• Cerchia i luoghi del racconto nel testo e rispondi.
• Dove avviene l’incontro tra Tine e suo fratello?
• Tine quale luogo ha deciso di raggiungere?
Tine ha risolto temporaneamente il problema delle verdure a tavola tutti i giorni. Poi ricresceranno e Pato le cucinerà. Quali altre soluzioni avrebbe potuto pensare?
Risolvere problemi - Pensiero creativo
• Dove si svolge il dialogo tra Tine e Pato?
• Dove si svolge la gara?
• I luoghi elencati sono tutti realistici?
J. K. Jerome, Tre uomini in barca, Rizzoli
I fatti sono raccontati in ordine cronologico, cioè uno dopo l’altro nell’ordine in cui sono avvenuti.
• Numera i fatti per disporli in ordine cronologico, come nel testo.
Harris invita alcune persone a seguirlo.
Il custode non è esperto e si perde.
Il gruppo esce dal labirinto grazie all’arrivo di un custode esperto.
Harris propone al cugino un giro nel labirinto.
Harris decide di consultare la mappa. Il gruppo grida per chiamare il custode.
Il gruppo vede per terra una merendina e si accorge di essere già passato per quel punto.
– Entriamo un momento – aveva detto Harris al cugino – tanto perché tu possa dire che sei stato nel labirinto di siepi di Hampton Court. Ma vedrai, è molto semplice. È assurdo parlare di labirinto. Basta prendere sempre la prima a destra. Facciamo un giretto di dieci minuti, poi andiamo a pranzo.
Poco dopo essere entrati, incontrarono alcune persone le quali dissero che si trovavano lì dentro da tre quarti d’ora e ne avevano abbastanza. Harris rispose che, se volevano, potevano andare dietro a lui.
Harris continuò a girare sempre a destra, ma il cammino sembrava piuttosto lungo e il cugino osservò allora che doveva trattarsi di un labirinto immenso.
– Ah, sì, uno dei maggiori d’Europa – precisò Harris.
– Dev’essere proprio così – confermò il cugino – perché abbiamo già percorso tre chilometri buoni.
Harris cominciò a pensare che la cosa era piuttosto strana, ma continuò ad andare avanti finché scorsero per terra una mezza ciambellina che il cugino di Harris giurava di aver già visto sette minuti prima.
– Impossibile! – esclamò Harris.
Ma una donna col bambino intervenne dicendo:
– Impossibile un bel niente! – perché l’aveva gettata in terra lei stessa togliendola di mano al bambino. Aggiunse anche che sarebbe stato meglio se non avesse mai incontrato Harris. Ciò mandò su tutte le furie Harris, che tirò fuori la mappa e spiegò la sua teoria.
– La mappa sarà giustissima – osservò uno del gruppo – ma occorre sapere in quale punto ci troviamo della mappa stessa.
Harris non lo sapeva, e suggerì allora di ritornare al punto di partenza e di ricominciare da capo.
Scrivi le parole nel tuo nuvolario dove ti piace di più e cercane altre.
Nel parco del palazzo reale di Hampton Court si trova il più antico labirinto di siepi del Regno Unito.
Dopo circa dieci minuti, si ritrovarono al centro. Ora sapevano almeno dove si trovavano.
Consultarono ancora la mappa e si misero in marcia. Tre minuti dopo, erano nuovamente al centro.
Dopo di che, non riuscirono più a trovare una via che li portasse altrove. Da qualunque parte girassero, andavano sempre a finire al centro. Finirono per gridare tutti quanti chiamando il custode, il quale ordinò loro di fermarsi dove si trovavano perché così li avrebbe raggiunti.
Per combinazione, era un giovane custode nuovo del mestiere, per cui, quando fu dentro, non riuscì a raggiungere la comitiva e si smarrì anche lui. Di quando in quando lo vedevano passare di corsa al di là di una siepe; anch’egli li vedeva e si affrettava a raggiungerli. Lo aspettavano per cinque minuti, e poi ricompariva esattamente nel punto di prima. Prima di poter uscire, dovettero aspettare il turno di servizio di uno dei vecchi custodi.
Harris osservò che da quanto aveva potuto giudicare quello era un magnifico labirinto.
• Indica come completare ogni affermazione.
• Il labirinto è formato da: siepi. muretti. alberi.
• La mappa di Harris: è utile per risolvere la situazione. non permette di risolvere la situazione.
• Il punto che il gruppo raggiunge più volte è: il centro del labirinto. l’ingresso. il punto in cui è caduta la merendina.
M. Dompè, Mamma parla con lo specchio, Mondadori
Il mio papà tutti gli anni partecipa a un’importante gara ciclistica organizzata nel nostro quartiere. E oggi, domenica, è il gran giorno. Papà si infila i superpantaloncini nuovi e fa gli esercizi di riscaldamento. Mamma, mio fratello Babo e io lo guardiamo immobili, in silenzio, sprofondati sul divano. Siamo in tuta e cappellino, con fischietti e binocoli appesi al collo. Poi usciamo in fila indiana. Vincerà. Vincerà? Sono partiti in una nuvola di polvere. Papà pedala con grinta mentre noi facciamo un tifo da stadio. Fra un’ora saranno di nuovo qui, ma la linea di partenza sarà il traguardo.
Io, Babo e mamma, lungo il bordo della strada, aspettiamo che arrivino papà e gli altri. Baffo Bill, il nostro micione, è sull’altro lato della strada, semiaddormentato in un quadrato di sole.
Dovrebbe mancare poco. Quando l’altoparlante comunica i nomi del gruppetto in testa e sentiamo quello di papà, ci mettiamo a urlare.
Ed eccolo, il brillio metallico in fondo alla strada!
Urliamo, saltiamo. Proprio in quel momento, Baffo Bill fa uno sbadiglio e ci viene incontro con tutta calma. Le bici stanno arrivando!
C’è un grande stridere di freni... Io trattengo il respiro... Papà inchioda davanti a Baffo Bill che, nel frattempo, si è accucciato e si lecca le zampine in mezzo alla strada. Tutti gli altri tagliano il traguardo. Lui invece è arrivato ultimo. Povero papà, ci sperava tanto!
Analizza il racconto appena letto e svolgi le attività indicate nella mappa. Sottolinea nel testo con i colori corrispondenti le parole che ti aiutano.
Si divide in 3 parti:
• l’ inizio come comincia la storia;
• lo sviluppo quali fatti avvengono;
• la conclusione come finisce la storia.
• Indica con una barra laterale l’inizio della storia.
Sono persone e animali che si possono incontrare nella vita di tutti i giorni.
• Il protagonista di questa storia è ..........................................
IL TEMPO
È spesso indicato con precisione.
• I fatti di questa storia accadono ...............................................
I LUOGHI
Sono posti che esistono o possono esistere nella realtà.
• I fatti si svolgono .........................................................................
I FATTI
Sono realmente accaduti o potrebbero accadere nella realtà. Spesso sono narrati in ordine cronologico.
• Racconta a voce i fatti narrati nella storia.
Può essere in prima persona o in terza persona.
• La narrazione di questa storia è in .................. persona.
A. Clements, Drilla, Rizzoli
Nick e Janet erano arrivati all’angolo della loro via. Janet scivolò e la penna d’oro che aveva in mano cadde sull’asfalto tintinnando.
Nick si chinò e raccolse la penna: – Ecco la tua... la tua... drilla.
Janet prese la penna e lo guardò come se fosse pazzo: – Cos’è una drilla?
Nick fece un sorriso strano e disse: – Lo scoprirai. Ci vediamo dopo.
Fu lì, che a Nick venne l’idea. Il giorno dopo, finita la scuola, Nick entrò al Paradiso dello Studente e chiese alla signora dietro il banco una drilla.
Lei lo guardò storto. – Una che cosa?
– Una drilla, per favore. Nera – le disse Nick sorridendo.
Lei si curvò di più e tese un orecchio verso di lui. – Vuoi che cosa?
– Una drilla – e questa volta Nick indicò le penne sullo scaffale. – Nera.
La signora diede la penna a Nick. Lui le diede 49 cent e uscì dal negozio.
Sei giorni dopo Janet si presentò al banco del Paradiso dello Studente. Stesso negozio, stessa signora. John era venuto il giorno prima, e Pete il giorno prima ancora, e Chris il giorno prima, e Dave il giorno prima.
E quando Janet chiese una drilla, la signora subito disse: – Blu o nera?
Nick era uno scaffale più in là, e aveva stampato in faccia un sorriso grande così. Drilla era una parola vera.
Mezz’ora dopo, i sei scolari di quinta s’incontrarono nella tavernetta di Nick. Tutti lessero e firmarono il giuramento che Nick aveva preparato: D’ora in poi, non userò mai più la parola PENNA ma la parola DRILLA
La scuola era il posto ideale per lanciare una nuova parola.
Così, il giorno dopo, nella lezione di lingua Nick alzò la mano e disse: – Mrs. Granger, ho dimenticato la drilla.
John, che era seduto dietro, sbottò: – Io ne ho una in più. Te la presto.
Mrs. Granger e tutti i bambini della classe colsero il messaggio. Quella cosa di plastica nera che Nick aveva preso in prestito da John aveva un nome buffo... un nome diverso... un nome nuovo: drilla. Ci furono un sacco di risatine, ma Mrs. Granger ridusse la classe al silenzio: – È un’idea buffa, Nicholas, ma non voglio che la mia lezione venga più disturbata. È chiaro? – Idea? Quale idea? – chiese Nick.
– Sai cosa intendo, Nicholas. Parlo di questa – e prese la sua stilografica. – Ma non avevo davvero la drilla – disse Nick, stupito della sua spavalderia.
Mrs. Granger si arrabbiò moltissimo. Ma l’unico risultato fu che tutti usarono ancora più spesso la nuova parola di Nick.
* attività di comprensione con inferenze
1 Quale tra queste affermazioni si riferisce al testo che hai letto?
I personaggi sono realistici, ma i fatti si svolgono in luoghi che non esistono nella realtà.
I personaggi, i luoghi e i fatti sono realistici.
Il protagonista è realistico ma utilizza un oggetto inesistente.
2 In quali luoghi si svolgono i fatti?
Prima a scuola, poi per la strada e infine in un negozio.
Prima per la strada, poi a scuola, infine a casa di Nick.
Prima per la strada, poi in un negozio e a casa di Nick, infine a scuola.
3 Alla riga 6 leggiamo “a Nick venne l’idea”. A quale idea si riferisce la frase?
All’idea di inventare una parola nuova.
All’idea di andare uno alla volta nel negozio a fare la stessa richiesta.
All’idea di scrivere e far firmare il giuramento al gruppo.
4 Che cos’è la drilla?
Un oggetto magico.
Un oggetto reale con un nome di fantasia.
Un personaggio della storia.
LA MIA VALUTAZIONE
• Il testo mi è sembrato: facile da comprendere. in parte difficile da comprendere. difficile da comprendere.
5 Alla riga 33 nell’espressione “stupito della sua spavalderia”, a chi si riferisce l’aggettivo “sua”?
A Nick stesso. A Mrs. Granger. A John.
6 Cerca nel testo gli indicatori temporali e riordina i fatti con i numeri da 1 a 6.
Nick va in negozio a chiedere una drilla.
John, Pete, Chris e Dave vanno tutti nello stesso negozio a chiedere una drilla.
Nick pronuncia per la prima volta la parola drilla parlando con Janet.
Nick lancia la parola drilla a scuola.
Janet va in negozio a chiedere una drilla.
I sei scolari si trovano nella tavernetta.
7 Indica con X se ogni affermazione è vera (V) o falsa (F).
Il protagonista del racconto è uno scolaro. V F
I fatti del racconto accadono lo stesso giorno. V F
Il giuramento è firmato solo da Nick e Janet. V F
Mrs. Granger capisce subito che cos’è la drilla. V F
8 Che cosa ci dice il racconto a proposito del lancio della nuova parola a scuola?
Durante la lezione di Nick si a Mrs. Granger usando la parola . L’insegnante capisce lo scherzo e lo invita a non la lezione.
Nick finge di non e usa ancora la parola
L’insegnante si , ma tutti cominciano a la parola nuova.
• Le attività mi sono sembrate: facili difficili
Lo indico colorando i cerchietti con i numeri.
Ci sono storie capaci di prenderci per mano e trasportarci in mondi inesistenti ed emozionanti, creati dall’immaginazione di una scrittrice o di uno scrittore. In queste storie basta che un solo elemento (un personaggio, un luogo, un fatto) sia inverosimile, per farci volare nel regno della fantasia.
Si divide in 3 parti:
• l’inizio come comincia la storia;
LA STRUTTURA
• lo sviluppo quali fatti avvengono;
• la conclusione come finisce la storia.
Sono esseri fantastici ma anche persone e animali comuni che vivono esperienze fantastiche.
IL TEMPO
È di solito indicato in modo generico, non è definito.
I LUOGHI
I FATTI
LA NARRAZIONE
Sono posti realistici oppure fantastici.
Alcuni sono immaginari e non potrebbero accadere nella realtà.
Può essere in prima persona o in terza persona.
Il progetto SIAMO PARI del Gruppo Editoriale Raffaello sostiene e promuove il codice POLITE (Pari Opportunità nei LIbri di TEsto) per la formazione di una cultura delle pari opportunità e del rispetto di tutte le differenze.
Coordinamento: Emilia Agostini
Coordinamento didattico: Roberto Morgese
Coordinamento grafico: Mauro Aquilanti
Consulenza didattica: Ilaria Balducci, Tiziana Bartolucci, Silvia Bocchini, M.L. Gagliardini, Francesca Iencinella, Paola Papalini
Redazione: Emilia Agostini, Aurion servizi editoriali - Milano
Progetto grafico: Mauro Aquilanti
Impaginazione: Aurion servizi editoriali - Milano
Illustrazioni: Roberta Cavaliere, Clarissa Corradin, Maria Luisa Petrarca, Claudia Ranucci, Elisa Rocchi, Francesca Rosa
Copertina: Mauro Aquilanti
Referenze fotografiche: AdobeStock, Alamy, iStock, Shutterstock
Coordinamento digitale: Paolo Giuliani
Supervisione contenuti digitali: Katia Buccelli, Francesca Baiardi
Redazione digitale: Bianca Sagretti
Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello
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Ristampa:
Pack 4a
• Letture 4
• Scrittura 4
• Grammatica 4 con Quaderno degli esercizi
• Stagioni, Arte e Musica 4-5
• Guida ai testi 4-5
• Quaderni per la valutazione formativa: Speciale Focus valutazione classi 4 e 5
• Guida alla valutazione
• Poster attivi Giornate per il futuro classi 4 e 5
• Poster pack letture
• Eserciziari annotati con soluzioni: Italiano a 360° classi 4 e 5
• Fascicolo Le regole di Italiano 4-5
PER L’INCLUSIONE
• Volumi con percorsi semplif icati Io imparo facile, anche in versione audiolibro e con contenuti digitali.
Codice per l’adozione
Nuvole di parole
Pack 4a
ISBN 978-88-472-4885-4
Pack 5a
• Letture 5
• Scrittura 5
• Grammatica 5 con Quaderno degli esercizi
FORMAZIONE “NUVOLE DI PAROLE”
• Videolezioni formative in pillole
• Progetto Scuola a 360°:
- tavole rotonde
- articoli di approfondimento
- casella di posta Voci dal mondo della scuola
• Laboratori per le classi
• Letture ad alta voce Io leggo Raffaello
IN DIGITALE
• Crea o scarica percorsi di apprendimento personalizzati per la tua classe con l’abbonamento gratuito al servizio
• Volumi sfogliabili con contenuti digitali integrati e numerose schede operative per il consolidamento, stampabili.
• Volumi Nuvole di parole GRAMMATICA 4 e 5 annotati con soluzioni