Il tempo di una favola

Page 1


Si ringraziano Lorenzo Visi e Manola Stizza. Realizzazione audioletture Voxitaly.

Inquadra il QR code per ascoltare l’audiolettura integrale di tutte le favole.

Direttore di collana: Patrizia Ceccarelli

Adattamento testi a cura di: Paola Valente

Coordinamento redazionale: Lorenzo Augelli

Team grafico: Raffaella De Luca

Illustrazioni: Chiara Bordoni

Ristampa

7 6 5 4 3 2 1 2031 2031 2030 2029 2028 2027 2026

Tutti i diritti sono riservati

© 2026

Raffaello Libri S.p.A. Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.raffaelloragazzi.it info@raffaelloragazzi.it www.facebook.com/grupporaffaello

È assolutamente vietata la riproduzione totale o parziale di questo libro senza il permesso scritto dei titolari del copyright.

tempo favola una di Il

illustrazioni di Chiara Bordoni

IL FALCO E IL GALLO

Un falco era molto affezionato al suo padrone e si posava fiducioso sulla sua mano quando lo chiamava. Il gallo invece, quando vedeva arrivare l’uomo, fuggiva schiamazzando per la paura.

Il falco era molto colpito dal comportamento del gallo e un giorno gli disse: – Sei una bestia ingrata. Ti avvicini al padrone solo quando ti dà da mangiare. Io invece volo a posarmi sulla sua mano quando lui mi chiama perché gli sono riconoscente.

Il gallo scrollò le ali e rispose: – Tu non hai mai visto un falco arrosto, vero? Mentre io, di galli arrostiti ne vedo in continuazione.

Bisogna imparare a scoprire i punti di vista degli altri.

IL CANE E LA SUA IMMAGINE

Un cane aveva ricevuto in premio un pezzo di carne e, tutto contento, cercava un posticino per mangiarselo in pace.

Mentre attraversava il fiume su un ponticello, vide la propria immagine riflessa nell’acqua.

Non si riconobbe e gli sembrò che, lì sotto, ci fosse un altro cane con in bocca un pezzo di carne più grosso del suo.

Allora lasciò cadere il suo pasto nell’acqua e si avventò contro la propria immagine per rubargli il boccone. Quella carne però era solo un riflesso, mentre la sua cadde in acqua e fu portata via dalle onde. Così il cane restò a bocca asciutta.

È meglio accontentarsi di ciò che si possiede senza invidiare ciò che possiedono gli altri.

LA ZANZARA E IL LEONE

Una zanzara tormentava un leone, lo punzecchiava sul naso e sulle guance, non voleva proprio lasciarlo in pace. E, mentre lo stuzzicava, gli diceva: – Credi di avere più forza di me perché sei il re della foresta? Dai, facciamo la guerra e vediamo chi vincerà!

Il leone, per scacciarla, si dava delle zampate sul muso, si rotolava nella polvere, ma non riusciva a liberarsene.

Alla fine si ritrovò sfinito dalla stanchezza e pieno di graffi.

La zanzara volò via strombettando di felicità: lei, così piccina, aveva vinto il re della foresta! Si sentiva forte e potente.

Poco dopo, però, si impigliò in una ragnatela che pendeva, quasi invisibile, dai rami di un albero.

Cercò di liberarsi in tutti i modi, ma più si agitava, più rimaneva invischiata. Allora, scoraggiata, disse: – Ho vinto il leone, la fiera più forte che ci sia, ma io muoio uccisa da un miserabile ragno.

È meglio non vantarsi troppo delle proprie vittorie perché a volte si vince, a volte si perde.

IL LUPO E LA CAPRA

Un lupo notò una capretta che pascolava in cima a una roccia. Nel vederla così giovane e grassottella, gli venne l’acquolina in bocca e decise di mangiarsela.

Provò a salire, ma per lui era impossibile arrampicarsi tanto in alto su una roccia così liscia e scivolosa.

Allora le disse: – Amica mia, perché non scendi quaggiù? Dove sono io è più facile camminare e c’è un prato di erba succulenta, molto più gustosa di quella che trovi là in cima.

La capra alzò appena la testa per rispondere: – Amico lupo, non credo che tu ti stia preoccupando per il mio cibo, ma per il tuo. Se scendessi, infatti, mi mangeresti in un solo boccone! Così dicendo, continuò il suo pasto modesto, ma sicuro.

Bisogna prestare attenzione a chi cerca di ingannarci con belle promesse.

IL CANE E IL LUPO

Nel cortile di una fattoria, un cane stava schiacciando un pisolino. Un lupo affamato lo sorprese e gli si avventò contro con l’intenzione di fare un bel pranzetto.

Il cane, risvegliato all’improvviso e pieno di paura, lo pregò:

– Non farlo, amico lupo! Guarda come sono magro, più ossa che carne. Se hai un po’ di pazienza, la mia padrona sta per sposarsi. Durante il pranzo di nozze potrò mangiare a volontà e diventerò bello grasso. Torna fra qualche giorno.

Il lupo gli credé e si allontanò senza mangiarlo. Alcuni giorni dopo, ritornò pregustando un grasso e grosso boccone. Questa volta però, al suo arrivo, il cane era disteso sul tetto della fattoria.

Il lupo, che non poteva raggiungerlo, gli chiese: – Allora, la tua padrona si è sposata? Il cane gli rispose ridendo: – La prossima volta che mi troverai a dormire in cortile, non aspettare la festa di nozze.

Quando capita una buona occasione, è meglio non lasciarsela scappare.

LA CHIOCCIA E I PULCINI

Una bella mattina di primavera, i pulcini ruppero il guscio con l’aiuto della chioccia e uscirono dall’uovo. Erano dodici, gialli e perfetti. La madre li ammirò tutta orgogliosa, ma quasi subito iniziò a preoccuparsi.

“Il mondo è pieno di pericoli.

Come posso proteggere i miei piccoli?” pensò. I pulcini avevano già cominciato a girellare nei dintorni e volevano esplorare il mondo. Si infilavano dappertutto e si nascondevano fra i cespugli.

La chioccia temeva che si facessero male o che un gatto li catturasse. Allora li chiamò e disse: – Presto, rientrate nei gusci. Io mi accovaccerò sopra di voi come quando vi covavo. Così sarete al sicuro.

I pulcini tentarono invano di obbedire, ma non era proprio possibile rientrare nell’uovo. L’unica cosa che ottennero fu di sciuparsi le alucce.

Allora uno dei pulcini, il più saggio di tutti, disse alla mamma: – Se dovevamo rimanere per sempre nell’uovo, era meglio che tu non ci avessi fatto uscire dal guscio!

Per diventare grandi e forti, bisogna affrontare i pericoli del mondo.

IL LUPO E LA GRU

Un lupo aveva trovato un osso succulento. Mentre lo rosicchiava, un frammento gli si conficcò in gola. Provò a tossire per liberarsene, ma non ci riuscì. La gola gli faceva molto male e gli sembrava di soffocare. In quel mentre, vide passare una gru e la pregò così: – Per favore, tu che hai un becco lungo e sottile, toglimi l’osso dalla gola. Ti ricompenserò come si deve.

La gru, pregustando un bel premio, infilò la testa nelle fauci del lupo, afferrò l’osso con il becco e lo tirò fuori. Il lupo si sentì subito meglio. L’uccello allora gli chiese: – Ora mi dai la ricompensa che avevi promesso?

Il lupo rise con ferocia e rispose: – La mia ricompensa è che non ti ho staccato la testa con un morso quando l’hai ficcata nella mia bocca. Ti ho lasciato la vita. Che cosa vorresti di più?

Chi fa del bene non deve aspettarsi una ricompensa specialmente da chi, per sua natura, non conosce la gratitudine.

LA FORMICA E LA COLOMBA

Una formica, che aveva lavorato tutto il giorno portando chicchi di grano nel formicaio, si ritrovò la sera stanca e assetata. Giunta vicino a un ruscello, si sporse dalla sponda per bere, ma un’onda la investì e la trascinò via.

Una colomba, che passava di lì portando nel becco un rametto, vide la formica e si accorse che stava per annegare.

Impietosita, fece cadere il rametto nell’acqua; la formica vi si aggrappò e fu salva.

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.