Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsiasi mezzo compresa stampa, fotocopia, microfilm e memorizzazione elettronica se non espressamente autorizzate dal titolare del copyright.
L’Editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti.
Indice
Unità Formativa n. 3
Unità Formativa n. 4
So perché ridi... Perciò...
Unità Formativa n. 1
Il
Unità Formativa n. 5
Il
Unità Formativa n. 2 Tempo...
Unità Formativa n. 6
Le ore 215
I minuti 218
Le caratteristiche dell’orologio 222
La durata reale delle azioni 230
L’orologio nel tempo 233
Unità Formativa n. 7
Ieri ero... Oggi sono così!
La storia personale 239
Percorso di apprendimento -
Quando ero piccolo 240
Unità Formativa n. 1
Ricordando... l’estate
Le attività per... ricominciare 355
Percorso di apprendimento -
Progettiamo... lo spazio 356
Giochi estivi 374
Unità Formativa n. 2
Da uno spazio... all’altro
Le caratteristiche dello spazio 375
Percorso di apprendimento -
Che cosa è lo spazio? 376
Gli oggetti nello spazio 379
Quali posizioni? 384
Destra o sinistra? 393
Unità Formativa n. 1
Sulla strada con attenzione!
Le norme dell’Educazione Stradale 257
Percorso di apprendimento -
Che cosa devo sapere? 258
Tanti mezzi... per le vie 267
Le persone della strada 278
Il linguaggio della strada:
la segnaletica orizzontale 283
La segnaletica verticale 286
I comportamenti sulla strada 296
Unità Formativa n. 2
Essere e ben... essere!
Igiene e pulizia del corpo 311
Percorso di apprendimento - La pulizia 312
Problemi aperti 318
Unità Formativa n. 3
Mangiare perché... Come... cosa!
Una corretta alimentazione per una crescita sana ........................................ 327
Percorso di apprendimentoI giochi della tradizione 614
621
CHE COSA C’È NELLA GUIDA
In cammino verso:
La Guida, mettendo insieme tre aspetti fondamentali dell’insegnamento-apprendimento quali:
- la conoscenza epistemologica delle discipline;
- la conoscenza degli alunni;
- la conoscenza del loro contesto di vita; presenta un percorso didattico strutturato in UNITÀ FORMATIVE che, per comodità di consultazione, riguarda alcuni aspetti specifici della disciplina presa in esame.
Gli itinerari didattici possono essere presentati nella sequenzialità proposta nella Guida, ma anche con ordine diverso e/o interconnessi con altre UNITÀ che, pur presentando altri percorsi, concorrono anch’esse al raggiungimento del medesimo obiettivo.
All’inizio della Guida è presente una riflessione approfondita sui contenuti delle “Indicazione Nazionali per il Curriculo” del novembre 2012 ed è presentato un approfondito itinerario per la stesura della progettazione didattica annuale.
In ciascun segmento didattico viene indicato:
- il titolo dell’UNITÀ FORMATIVA;
- il CONTENUTO preso in esame;
- le COMPETENZE da sviluppare;
- gli OBIETTIVI di apprendimento;
- il PERCORSO
Dalle Indicazioni Nazionali per il Curricolo
della Scuola dell’Infanzia e del Primo Ciclo d’istruzione
Le autrici, dopo un’attenta lettura delle Indicazioni Nazionali per il Curriculo (novembre 2012), hanno ritenuto opportuno evidenziare gli aspetti più significativi del documento, rielaborandolo liberamente e individuando:
• i compiti del sistema scolastico;
• i compiti del docente;
• i principi metodologici fondamentali per un’efficace azione formativa.
A) I compiti del sistema scolastico
• Sostenere i bambini nella capacità di dare senso alla varietà delle loro esperienze scolastiche ed extrascolastiche, di ricomporre la frammentazione delle informazioni, di unificare lo sviluppo della loro formazione personale.
• Fornire supporti adeguati a realizzare percorsi formativi sempre più rispondenti alle inclinazioni personali degli studenti nella prospettiva di valorizzare gli aspetti peculiari della personalità di ognuno.
• Considerare e valorizzare:
- il dinamismo e la competitività indotti dalla commistione di culture differenti;
- la rapida proliferazione dei saperi;
- la compresenza di competenze, motivazioni, interessi sempre più differenziati tra i singoli alunni.
• Fornire le chiavi per apprendere ad apprendere, per costruire e trasformare le mappe dei saperi, rendendole continuamente coerenti con la rapida e spesso imprevedibile evoluzione delle conoscenze e dei loro oggetti.
• Mettere in relazione la complessità dell’apprendimento, anche derivante dai nuovi strumenti informatici, con un’azione quotidiana costante di alfabetizzazione sulle metodologie di utilizzo di tali strumenti.
• Curare e consolidare le competenze, i saperi, i linguaggi di base, che rendono possibile ogni tipo di apprendimento nel corso della vita.
• Impegnarsi per il successo scolastico di tutti gli studenti con particolare attenzione al sostegno delle varie forme di diversità, svantaggio, disabilità, utilizzando l’esperienza dell’altro come opportunità di conoscere le proprie specificità e vocazioni.
• Porre le basi per l’esercizio della cittadinanza attiva, attraverso la promozione di esperienze significative che consentano di apprendere concretamente a prendersi cura di se stessi, degli altri e dell’ambiente.
• Formare cittadini in grado di partecipare consapevolmente alla costruzione di collettività più ampie, siano esse quella nazionale, quella europea, quella mondiale.
• Fornire supporti, affinché ogni persona possa sviluppare un’identità consapevole e aperta.
• Insegnare le regole del vivere e del convivere in collaborazione con le altre agenzie educative che concorrono alla formazione dell’alunno.
• Costruire un’alleanza educativa con le famiglie, pur riconoscendo e rispettando i reciproci ruoli.
• Promuovere la condivisione di quei valori che fanno sentire i membri della società come parte di una comunità vera e propria.
• Educare alla convivenza attraverso la valorizzazione delle diverse identità e radici culturali di ogni alunno.
B) I compiti del docente
• Pensare di realizzare il proprio progetto educativo e didattico tenendo conto della singolarità e complessità di ogni alunno, della sua identità, delle sue aspirazioni, delle sue fragilità, dei suoi bisogni.
• Curare la formazione della classe come gruppo: promuovere i legami cooperativi tra i componenti, gestire i conflitti come momenti di crescita nella socializzazione.
• Coinvolgere gli alunni nella strutturazione della classe e della scuola, come luogo accogliente e piacevole da vivere.
• Elaborare con attenzione e competenza i percorsi didattici finalizzati a fornire agli alunni gli strumenti necessari a conoscere il mondo nei suoi aspetti naturali, sociali, culturali e antropologici.
• Progettare percorsi per la promozione, la rilevazione, la valutazione delle competenze.
• Giungere alla certificazione delle competenze solo dopo aver messo in atto un serio processo di osservazione, documentazione e valutazione delle stesse.
• Arricchire la propria professionalità attraverso la formazione continua in servizio, la riflessione sulle “buone pratiche didattiche”, il rapporto adulto con i saperi e la cultura.
C) I principi metodologici fondamentali per una efficace azione formativa
• Ancorare i nuovi apprendimenti all’esperienza e alle conoscenze pregresse degli alunni, alle diverse modalità di apprendere.
• Impedire che le diversità diventino disuguaglianze, attraverso interventi adeguati che prevedano la progettazione, la realizzazione di percorsi didattici specifici rispondenti ai bisogni educativi degli alunni anche con cittadinanza non italiana.
• Promuovere il gusto per la ricerca di nuove conoscenze, favorendo l’esplorazione e la scoperta.
• Incoraggiare l’apprendimento collaborativo, promuovendo esperienze di aiuto reciproco, di apprendimento e di apprendimento tra pari.
• Favorire la consapevolezza dei punti di forza e di debolezza, nel modo di apprendere, da parte di ogni bambino.
• Aiutare l’alunno a riflettere sul percorso di conoscenza che sta compiendo e sulle modalità che utilizza per comprendere e portare a termine correttamente il compito assegnato.
• Promuovere esperienze di tipo laboratoriale, anche all’esterno della scuola, che coinvolgano gli alunni nel progettare-realizzare-valutare attività vissute in modo condiviso e partecipativo con gli altri.
• Attivare forme di conoscenza della realtà attraverso processi di problematizzazione, rappresentazione, sistematizzazione.
• Seguire gli alunni nella costruzione di schemi e mappe di sintesi che raccolgano e mettano a confronto le osservazioni e le scoperte effettuate all’interno dei diversi percorsi di apprendimento.
ITER PER LA PROGETTAZIONE DIDATTICA
Per organizzare e articolare il piano di lavoro annuale, gli insegnanti di classe dovranno necessariamente confrontarsi sui rifermenti culturali che ispirano le Indicazioni Nazionali per il Curriculo (novembre 2012) e quindi:
• assumere come idea basilare la centralità della persona-alunno tenendo conto “della singolarità e complessità di ogni soggetto, della sua articolata identità, delle sue aspirazioni, delle sue capacità e delle sue fragilità”;
• operare per garantire a tutti determinati livelli di competenza, facendo però attenzione a creare le condizioni idonee a valorizzare la specificità, le predisposizioni e ciascun alunno;
• differenziare le strategie didattiche partendo dal diverso patrimonio di conoscenze, abilità e competenze raggiunte da ogni alunno, nonché dai diversi ritmi e stili cognitivi di apprendimento.
La progettazione didattica dovrà prevedere:
Analisi della situazione
a) Analisi del contesto socio-culturale
- caratteristiche del luogo in cui è ubicata la scuola;
- rilevazione delle risorse della zona e delle agenzie educative presenti, con le quali potrebbero essere possibili rapporti di collaborazione;
- tipologia delle famiglie.
b) Analisi dell’ambiente scolastico
- docenti: il numero degli insegnanti e le loro competenze specifiche, funzione di coordinamento, cenni sull’organizzazione delle attività didattiche, dei laboratori, delle scelte di collaborazione con l’extrascuola, del coinvolgimento di esperti necessari all’attuazione di specifici “progetti”;
- risorse strutturali: stato di salute e capienza dell’edificio scolastico, numero delle aule, presenza di laboratori, condizioni dello spazio esterno e possibile utilizzo;
- alunni: numero delle classi e degli alunni per classe, analisi del livello di competenza raggiunto, eventuali difficoltà emerse, individuazione delle capacità da potenziare, livello di impegno nel lavoro a casa e a scuola, bisogni formativi espressi o letti dagli adulti.
Definizione delle Competenze da attivare
All’inizio dell’anno scolastico i docenti, dopo aver rilevato dalle Indicazioni Nazionali le finalità della scuola, dovranno riflettere, assumere e ridefinire le competenze-chiave Europee significative per gli alunni della classe, nonché le competenze di Cittadinanza e disciplinari
A tal punto si dovranno indicare i Traguardi per lo sviluppo delle Competenze relativi a ciascuna disciplina.
Prima che si definiscano le competenze, però, è importante che i docenti si confrontino sul concetto di “competenza”.
Pietro Boscolo in Continuità, apprendimento e competenze in un curricolo verticale in Gli istituti comprensivi, Studi e documenti degli Annali della Pubblica Istruzione pubblicato da Le Monnier nel 1999, così definisce la competenza: “[...] l’insieme delle conoscenze, abilità e atteggiamenti che consentono ad un individuo di ottenere risultati utili al proprio adattamento negli ambienti per lui/lei significativi [...] e che si manifesta come capacità di affrontare e padroneggiare i problemi della vita attraverso l’uso di abilità cognitive e sociali”.
Definizione degli Obiettivi di Apprendimento
Gli Obiettivi di Apprendimento, elencati nelle Indicazioni per la classe quinta, costituiranno la base sulla quale ridefinire gli Obiettivi per ogni classe della Scuola Primaria.
- argomenti (segni di punteggiatura - tecniche di lettura - i diversi tipi di testo...).
Delineazione delle Unità Formative annuali
All’inizio dell’anno scolastico, i docenti progetteranno, a livello di massima, le U.F. che verranno proposte nel corso dell’anno e che saranno maggiormente definite, precisate e documentate in itinere, in base alle concrete situazioni operative e ai relativi feedback. A seconda delle necessità, dei momenti, dei percorsi, si potranno progettare Unità Formative:
- semplici: si riferiranno a una sola disciplina o ambito disciplinare senza sotto-unità al lavoro interno;
- sequenziali: interessano una sola disciplina, ma saranno scomposte in sotto-unità successive e propedeutiche le une alle altre;
- articolate: coinvolgeranno diverse discipline, che lavoreranno contemporaneamente sulla stessa competenza mediante sotto-unità semplici;
- complesse: coinvolgeranno diverse discipline, chiamate a lavorare contemporaneamente sulla stessa competenza mediante sotto-unità sequenziali.
In questa fase è necessario che gli insegnanti stabiliscano e condividano la struttura della U.F. e del relativo schema che può essere articolato in:
a) Rilevazione delle preconoscenze e del bisogno formativo (fase preattiva dell’Unità Formativa).
In questa fase si procede a:
- conoscere lo stato cognitivo di partenza degli alunni rispetto alle conoscenze nuove e alle operazioni previste;
- esplicitare il bisogno formativo che può essere definito come lo “scarto” tra il livello di competenze che il soggetto, in relazione ad un determinato compito di vita, già manifesta e il livello che, educativamente, si ritiene legittimo attendersi da lui e alla cui maturazione concorre attraverso il processo di acculturazione.
Il bisogno formativo può essere espresso dall’alunno in forma esplicita o più velata, attraverso una tensione-desiderio verso il sé ideale o può essere letto dall’adulto.
b) Delineazione delle competenze come orizzonte verso il quale dirigere il percorso.
c) Individuazione degli Obiettivi di Apprendimento.
Si ricercano, all’interno delle discipline, le conoscenze e le abilità che rappresentano, per gli alunni, le risorse indispensabili per svolgere correttamente il compito cui sono stati chiamati.
In questa fase si innestano le differenziazioni e si possono prevedere percorsi diversi per gruppi di allievi o per il singolo, precisando gli standard di approfondimento delle varie conoscenze e abilità.
d) Organizzazione dell’attività.
A questo punto i docenti strutturano la fase organizzativa del lavoro individuando i percorsi che ciascun insegnante può effettuare, in base alle discipline di cui è responsabile. È proprio in questa fase che i docenti, tenendo conto dei diversi stili e ritmi di apprendimento degli alunni, delle esperienze di vita che possono risultare significative nel contesto formativo in oggetto, delle particolari dinamiche relazionali, prevedono l’organizzazione del lavoro all’interno della classe e/o per gruppi e decidono i possibili laboratori di interclasse.
Ciascun docente, durante la realizzazione della parte di U.F. che gli compete, annota nel proprio “diario di bordo” l’andamento dei lavori verificando costantemente il raggiungimento delle conoscenze e abilità applicate, osservando le modalità di relazione e di collaborazione, il livello di impegno personale con i quali ciascun alunno affronta il lavoro.
Nell’organizzazione dell’attività didattica, i docenti dovranno annotare comportamenti comuni di fronte a situazioni “straordinarie ” e di routine che non solo contribuiranno a realizzare l’unitarietà dell’azione educativa, ma garantiranno agli alunni chiarezza e sicurezza e li abitueranno a vivere un’effettiva esperienza di condivisione e cooperazione. È molto importante che il docente di riferimento concordi, con gli altri insegnanti che operano nella classe, le modalità atte a promuovere il rispetto verso le persone che operano nella scuola, verso i materiali, verso le regole condivise: saluto, rispetto dell’orario, puntualità nell’esecuzione di compiti, uso del grembiule, cura e rispetto del materiale individuale di lavoro, degli arredi, degli ambienti...
Modalità di raggruppamento degli alunni
Le attività verranno svolte attraverso le seguenti modalità di raggruppamento degli alunni:
a) Lavoro individuale
- libero;
- con assistenza dell’insegnante;
- programmato su materiale autocorrettivo e strutturato.
b) Lavoro a due
- insegnante/alunno;
- alunno/alunno (alla pari);
- l’alunno più capace aiuta il compagno.
c) Lavoro in piccolo gruppo
- interno alla stessa classe;
- fra alunni di classi non parallele;
- omogeneo per livello di rendimento;
- integrato con criteri sociometrici;
- per attività libere;
- con assistenza dell’insegnante/i;
- per attività programmate.
d) Lavoro in classe
- alunno/alunni;
- insegnante/alunni (a senso unico);
- insegnante/alunni (a senso multiplo).
e) Lavori in grandi gruppi
- due o più gruppi provenienti da varie classi;
- tutte le classi del plesso al completo.
Modalità di lavoro
All’interno dei diversi percorsi di insegnamento-apprendimento, verranno utilizzate molteplici modalità di lavoro:
1) esplorazioni
- esplorazioni finalizzate alla presa di contatto con la realtà;
- esplorazioni secondo un piano d’osservazione;
- ricostruzione dell’esperienza vissuta;
- esplorazione per controllo delle conoscenze acquisite.
2) conversazioni
- conversazioni occasionali, a senso multiplo, su tutto ciò che può interessare, su un episodio di attualità...;
- conversazione clinica, tendente ad individuare le conoscenze e i concetti spontanei degli alunni,
intorno a determinati problemi;
- discussione finalizzata a chiarire informazioni, a illustrare aspetti particolari di un problema o a motivare al lavoro;
- discussione orientata mediante domande proposte dall’insegnante o risposte suggerite dagli interventi degli alunni, ad analizzare e/o comparare fatti e fenomeni;
- discussione sistematica finalizzata a verbalizzare concetti, a definire ipotesi, a sintetizzare l’attività svolta.
3) lezioni
- commento dell’insegnante su cronache, racconti, articoli, brani letterari;
- lettura guidata di testi proposti dall’insegnante per problematizzare, per integrare, per approfondire le attività precedentemente svolte;
- esposizione finalizzata alla presentazione metodica di un elemento, un fatto, un particolare testo, un’attività specifica;
- esposizione centrata alla messa in evidenza di una regola, di un concetto, di una relazione, di un principio...;
- proiezione e commento di audiovisivi quali illustrazioni, diapositive, film, lucidi, cartelloni.
4) esercitazioni
- attività libere con materiali vari e scarsamente strutturati, volti alla realizzazione di prodotti creativi;
- manipolazione di materiali predisposti per la “scoperta” di somiglianze, differenze, regolarità, e per la definizione di concetti;
- disegni spontanei e preordinati;
- codificazione grafico-figurativa di eventi di complessità crescente;
- schematizzazione di conoscenze, di esperienze e di concetti appresi nei diversi percorsi di apprendimento;
- attività ordinate a riprodurre vissuti per verbalizzare le proprie esperienze per mettersi “nei panni degli altri” (role-play);
- simulazioni e giochi in cui gli alunni, sulla base di vincoli e di canovacci predisposti, sono orientati a comprendere relazioni di vasta complessità.
Verifica e valutazione
Per procedere alla valutazione, è importante che gli insegnanti offrano a ciascun alunno l’opportunità di manifestare il suo essere competente in una nuova situazione problematica, nell’esecuzione di un compito inerente al percorso effettuato.
A conclusione del lavoro i docenti osservano, descrivono, valutano il livello di conquista delle conoscenze e delle abilità, quindi il livello di competenza raggiunto nel percorso didattico.
In questa fase, vengono altresì annotati e valutati gli atteggiamenti nei confronti dell’esperienza scolastica: disponibilità all’apprendimento, costanza nell’assunzione degli impegni, consapevolezza dei propri diritti e doveri, qualità dei rapporti interpersonali..., capacità di cooperazione...
I docenti dovranno inoltre assicurare agli alunni e alle famiglie “un’informazione tempestiva e trasparente” sui criteri e sui risultati delle valutazioni effettuate nei diversi momenti del percorso didattico, promuovendone con costanza la partecipazione e la corresponsabilità educativa,” così come evidenziato nelle Indicazioni Nazionali.
Le strategie
Per la valutazione si adotteranno tre strategie specifiche:
• l’autovalutazione: nella quale alunni e docenti valuteranno ciascuno la propria attività. Tale strategia aiuta l’allievo nella sua formazione integrale, rendendolo responsabile e dando fiducia alla sua autonomia (autocorrezione di prove realizzate e di lavori eseguiti - selezione autonoma dei lavori propri ritenuti più significativi);
• la covalutazione: valutazione reciproca che fanno i componenti di un gruppo (alunni-insegnanti) per riconoscere capacità, risultati, mancanze, al fine di trovare i mezzi idonei per migliorare;
• la eterovalutazione: strategia atta a misurare il rendimento degli allievi da parte dei docenti (valutazione verticale).
I tempi
In linea con i principi metodologici indicati, le operazioni di verifica/valutazione dovranno consentire il rilevamento delle conoscenze e delle abilità possedute da ciascun alunno nei tre momenti che scandiscono l’iter formativo – iniziale, in itinere, finale – e la loro organizzazione sarà collegata alla funzione che la verifica assolve in questi tre momenti: diagnostica - formativa - sommativa. Le prove di verifica forniranno costantemente al docente elementi per rivedere e riadattare il percorso e all’alunno indicazioni per l’autovalutazione.
La valutazione delle prove terrà conto:
- del livello di partenza di ciascun alunno;
- delle modificazioni evidenziate nel processo di insegnamento/apprendimento/formazione;
- della documentazione e dei prodotti realizzati;
- dell’orientamento e delle decisioni emerse durante l’attività.
Presentazione
Gli strumenti
Per realizzare la valutazione in questa visione più moderna e ampia, saranno utilizzati molteplici strumenti:
• l’osservazione, esame in forma attenta dei processi di formazione degli allievi, tanto in aula come fuori di essa;
• l’intervista, il colloquio che segue uno schema prestabilito e permette di centrarsi su determinati aspetti;
• il questionario, l’applicazione di una successione di domande al fine di ottenere informazioni su un determinato problema, tema o situazione;
• la sociometria, proposta di un test al fine di identificare la posizione e il compito dei membri di un gruppo all’interno di esso;
• il colloquio, dialogo tra diverse persone in relazione a un tema predeterminato, nel quale chiunque può essere emittente o ricevente;
• i lavori degli allievi, tutte le attività, compiti, esercizi, progetti, prove oggettive (di completamento - di corrispondenza - vero falso - a scelta multipla), saggi, prove scritte a tema assegnato ma libere nella forma, prove a libro aperto, biografie di lavoro, che gli alunni realizzano in forma individuale o in gruppo, in aula o fuori di essa.
Le caratteristiche della valutazione
La valutazione dovrà necessariamente precedere, accompagnare e seguire i percorsi curricolari, quindi essere:
• continua: realizzarsi in modo permanente sulla base di una successione che permetta di dare un valore tanto al progresso quanto alle difficoltà di ciascun allievo;
• integrale: tenere conto di tutti gli aspetti e delle diverse dimensioni dell’individuo;
• sistematica: essere organizzata sulla base di principi pedagogici e messa in relazione con gli scopi dell’educazione;
• flessibile: essere in accordo con i ritmi di sviluppo dell’individuo, considerando perciò la “storia” dell’allievo, i suoi interessi di base e le sue capacità, i suoi limiti e i suoi cambi d’interesse;
• interpretativa: cercare di comprendere il significato dei processi e dei risultati e non solo la loro evidenza finale.
STORIA
Premessa
Ma perché la Storia? A che cosa serve?
Sono domande che ancora oggi rivolgono alla scuola genitori e bambini preoccupati per lo studio. La Storia non è certo “utile” come la grammatica italiana o come la matematica: nel senso che “serve” meno immediatamente e direttamente di queste discipline a comunicare nella vita quotidiana. Essa è anche meno “utile” di qualunque disciplina a carattere filosofico o scientifico, in quanto a differenza di esse non favorisce alcuna informazione nella struttura direttiva del mondo e della realtà. Essa non è neppure magistra vitae, come un tempo si diceva; lo sarebbe solo se fossimo in grado di dimostrare che fatti, problemi, istituzioni, strutture della Storia si presentano e si evolvono secondo schemi razionalizzabili e intelligibili ben precisi. E non siamo in grado di dimostrare nulla del genere.
Quel che si può dire è che lo “studio delle storie, insieme alla memoria delle generazioni viventi, alla percezione del presente e alla visione del futuro, contribuisce a formare la coscienza storica dei cittadini e li motiva al senso di responsabilità nei confronti del patrimonio dei beni comuni” (dalle Indicazioni Nazionali per il Curricolo, novembre 2012).
La Storia davvero aiuta a non ripetere errori già commessi, concorre a chiarire la nostra identità comunitaria, a formare l’autocoscienza relativa a quello che ciascuno di noi rappresenta nei contesti: culturale, linguistico, poetico, etnico, sociale, religioso, nei quali è inserito.
La Storia, quindi, serve. Al pari dell’Antropologia e delle altre Scienze umane, essa ha come oggetto l’uomo, studiato nei suoi contesti alla luce dei suoi concreti condizionamenti, considerata pertanto alla luce della compresenza di quanto in lui è basilare, fondante, qualificante, e di quanto è invece relativo, dinamico, soggetto al mutamento. La Storia è in questo senso scienza pratica, sperimentale. Essa non dà risposte generali e normative, bensì particolari e indicative. Senza essere magista vitae, insegna a vivere e a scegliere.
Compito degli insegnanti è abituare gli studenti a distinguere tra storie come complesso degli avvenimenti e dei loro significati nelle vicende umane e storie come ricerca di esposizione relativi ad essi: fra Storia vera e propria da una parte e storiografia dall’altra.
È importante liberare i ragazzi dalla comoda e ambigua idolatria di una Storia concepita come lineare progresso e abituarli all’idea di una Storia intesa, invece, come articolato progresso.
L’insegnante di Storia dovrà proporre, in sintesi, preliminarmente i grandi fatti, il loro significato, le istituzioni e le strutture che li sostengono, per mostrare poi come avvengono e si articolano le scelte che conducono il mondo a diventare quello che ora è.
Un tale metodo aiuta a riconoscere nel cammino delle cose umane l’uomo e la sua libertà.
1 Presentazione
La Storia nel primo biennio
Lo studio della Storia nel primo biennio deve necessariamente partire dall’esperienza diretta del bambino, dal suo vissuto, dalle sue memorie, valorizzando le conoscenze e i comportamenti acquisiti nell’ambito della famiglia, della scuola, della comunità di appartenenza.
All’alunno verranno proposti percorsi finalizzati al sapersi orientare nel tempo, alla ricostruzione di semplici sequenze di fatti, alla comprensione del concetto di trasformazione.
L’alunno:
Progettazione annuale
STORIA
COMPETENZE DA ATTIVARE
• Organizza fatti secondo criteri di successione, di contemporaneità, utilizzando gli indicatori temporali e la linea del tempo.
• Padroneggia i concetti del presente, passato e futuro e la logica della causalità.
• Riconosce le tracce storiche e le utilizza per riflettere su trasformazioni e cambiamenti.
• Misura il tempo con strumenti di vario tipo.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
Organizzazione delle informazioni
Successione
• Riconoscere fatti ed eventi legati alla vita quotidiana e ordinarli in successione applicando in modo appropriato gli indicatori temporali.
Presente - passato
• Distinguere fatti presenti e fatti del passato.
• Capire le principali differenze tra il mondo del passato recente e quello attuale, cogliendone i mutamenti.
Contemporaneità
• Riconoscere la contemporaneità tra azioni, fatti ed eventi nel presente e nel passato, nello stesso luogo e in diversi luoghi.
• Rilevare la contemporaneità di fenomeni aventi durate differenti.
Irreversibilità
• Rafforzare il concetto di irreversibilità di un evento in rapporto alla storia personale e degli oggetti.
Causalità
• Identificare il rapporto di causalità tra due o più eventi, utilizzando opportunamente i nessi necessari per la relativa verbalizzazione.
• Formulare ipotesi sugli effetti possibili di una causa.
Ciclicità
• Riconoscere i fenomeni che si ripetono ciclicamente e usare espedienti grafici adeguati per rappresentarli.
Durata
• Cogliere e indicare la durata di un evento distinguendo durata soggettiva e oggettiva.
Misurazione
• Effettuare operazioni di misurazione del tempo adoperando sistemi di misurazione convenzionali e non.
• Utilizzare l’orologio nelle sue funzioni.
• Riconoscere la relazione tra orario e attività quotidiana.
Uso delle fonti
Fonte storica
• Riconoscere il valore della fonte come strumento di ricostruzione del passato.
• Saper raccogliere dati, documenti e testimonianze significative nell’ambito dell’esperienza personale e dell’ambiente in cui si vive, per ricostruire semplici eventi.
• Saper distinguere e classificare le fonti orali, iconiche e scritte.
Documento
• Saper leggere e interpretare documenti e classificare i dati ricavati.
• Saper ordinare cronologicamente i documenti e scoprirne i rapporti.
• Saper verbalizzare le ricostruzioni e stenderne brevi monografie.
• Saper formulare ipotesi di conclusione indotte dai dati e saperle verificare.
• Individuare fatti ed eventi appartenenti al passato personale, a quello della propria famiglia e/o a quello della classe e ordinarli sulla linea del tempo.
Strumenti concettuali
Simbolizzazione
• Utilizzare strisce temporali per rappresentare le operazioni di ricostruzione storica.
• Utilizzare grafici e tabelle per comunicare i risultati di esperienze fatte e di attività svolte.
• Organizzare le conoscenze acquisite in semplici schemi temporali.
Produzione scritta e orale
• Rappresentare le conoscenze apprese mediante linee del tempo, grafici, disegni, semplici testi scritti.
• Riferire in modo semplice le conoscenze acquisite.
CONTENUTI E NUCLEI FONDANTI
• I rapporti temporali tra fatti e situazioni: successione, contemporaneità.
• Anteriorità e posteriorità.
• Causa ed effetto.
• La struttura temporale di un racconto: le sequenze, le situazioni.
• Riconoscimento dei rapporti temporali e causali.
• La misurazione della durata: ora, giorno, settimana, mese, anno.
• La misura del tempo arbitraria e convenzionale: gli orologi, i calendari, le linee del tempo.
• La storia personale.
• La storia della classe.
• Le fonti: testimonianze, fonti iconografiche, fonti scritte, fonti materiali.
• I segni del tempo.
CITTADINANZA E COSTITUZIONE
Premessa
La Legge 169/08 riprende in esame il tema dell’Educazione civica anche nella Scuola Primaria, sollecitando ad “attivare azioni di sensibilizzazione e di formazione del personale finalizzate all’acquisizione nel primo e nel secondo ciclo di istruzione delle conoscenze e delle competenze relative a ‘Cittadinanza e Costituzione’, nell’ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale e del monte ore complessivo previsto per le stesse”.
Viene confermato il primato della persona nelle sue varie espressioni, si guarda con interesse allo sviluppo delle potenzialità di ciascuno, affinché ogni alunno possa essere e diventare cittadino impegnato e presente nella società. Perché ciò avvenga è fondamentale che fin dall’età della Scuola Primaria il bambino acquisisca gradualmente autonomia nei diversi contesti sociali, partecipi attivamente alla vita di gruppo, sperimenti situazioni di cooperazione e gestione dei conflitti, conosca e rispetti le principali norme di comportamento. È proprio quest’ultimo aspetto che caratterizza il percorso da proporre ai bambini in classe seconda, nell’ambito dell’educazione alla Cittadinanza. Infatti verranno affrontati in questa annualità in maniera specifica l’educazione stradale, l’igiene e la pulizia del corpo, l’alimentazione per una crescita sana.
Progettazione annuale
Cittadinanza e Costituzione
COMPETENZE DA ATTIVARE
L’alunno:
• Conosce e sa rispettare le principali norme di comportamento stradale.
• Prende coscienza che l’igiene personale e la pulizia dell’ambiente circostante sono indispensabili per la salute del corpo.
• Scopre che una sana e corretta alimentazione è indispensabile per una crescita armonica.
Identità personale
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
• Avviare una costruzione progressiva della propria identità personale in riferimento all’identità fisica, all’identità anagrafica, all’identità psicologica.
• Percepire l’altro nella sua identità e recepire la “diversità” nelle sue accezioni positive.
Relazione
• Intuire il valore e l’incidenza dell’azione del singolo in relazione al gruppo, utilizzando situazioni esperienziali.
• Individuare dinamiche dei propri comportamenti nell’ambito di vita, scuola, famiglia, parrocchia, gruppi sociali e sportivi... e valutarne gli aspetti positivi e/o negativi.
1 Presentazione
Regole
• Adeguare le regole concordate l’anno precedente a nuove esigenze emerse nella classe.
• Comprendere le possibili conseguenze provocate dalla trasgressione delle regole.
• Individuare, riconoscere e descrivere la presenza di regole in ambienti diversi da quello scolastico.
• Identificare e descrivere le occupazioni lavorative dei genitori, individuandone la funzione sociale.
Indagine
• Saper indagare semplici fenomeni relativi al lavoro, all’istruzione, alla vita associata nel proprio ambiente:
- problematizzare e individuare il campo d’indagine;
- formulare eventuali ipotesi;
- verificare con interviste e raccolta di informazioni sul campo di indagine.
• Visualizzare i dati attraverso ideogrammi, grafici a mattoni, a canne d’organo.
• Individuare le ipotesi conclusive relative ai dati posseduti.
• Verbalizzare le indagini condotte.
CONTENUTI E NUCLEI FONDANTI
• Percezione del sé: le proprie emozioni, i propri affetti.
• L’accettazione della diversità come ricchezza.
• La vita di gruppo: la classe, la famiglia, gli amici.
• Le regole del gruppo: i ruoli e la funzione.
• Dalla norma alla regola: necessità di rispettare le regole.
• L’indagine sociale: strumenti e metodologie.
• L’organizzazione del territorio, i servizi sociali.
GEOGRAFIA
Premessa
Per poter insegnare bene la Geografia, bisogna avere le idee chiare su cosa essa sia oggi a livello scientifico e sulla recente evoluzione del pensiero geografico.
Le Indicazioni Nazionali per il Curricolo, novembre 2012 affermano che la Geografia studia i rapporti delle società umane tra loro e con il pianeta che le ospita [...] riguarda i processi di trasformazione progressiva dell’ambiente ad opera dell’uomo o per cause naturali di diverso tipo [...] abitua ad osservare la realtà da punti di vista diversi che consentono di considerare e rispettare visioni plurime in un approccio interculturale dal vicino al lontano”.
La vera Geografia è educazione geografica, con un grande scopo sociale: fornire una metodologia integrata di strumenti materiali e, soprattutto, concettuali, che consentano a donne e uomini di leggere e interpretare la sempre più complessa realtà territoriale, di decodificarla, di darle un senso, di “appropriarsene” e, così facendo, di non sentirsi stranieri in casa loro, nel loro territorio: dal piccolo spazio vicino e vissuto al mondo intero.
È una geografia che può e deve proporsi di formare cittadini del mondo consapevoli, autonomi, responsabili e critici, che sappiano convivere con il loro ambiente e sappiano modificarlo in modo creativo guardando al futuro.
Tale finalità non si può certo raggiungere per intero nella Scuola Primaria, in essa, però, si debbono porre le basi e si deve cominciare a camminare in questa direzione.
Nello stendere il curricolo della Geografia e nell’identificare gli obiettivi da perseguire è importante partire sempre dai problemi e dalle attività dell’ambiente più vicino al bambino, che riveste per lui un significato percettivo-oggettivo importante.
Proporre itinerari di conoscenza, prima descrittiva, poi interpretativa, del proprio ambiente di vita, che prevedano esperienze di esplorazione, di scoperta, di costruzione dello spazio.
Al termine della classe seconda, l’alunno, dopo averne fatta l’esperienza, dovrà conoscere e utilizzare correttamente i termini che indicano relazioni spaziali e topografiche, dovrà saper individuare gli elementi costitutivi dello spazio vissuto, le sue funzioni specifiche e le relazioni tra ambienti geografici diversi. Dovrà quindi saperli rappresentare mentalmente grazie a mappe mentali con un disegno utilizzando dei simboli concordati (primo approccio alla cartografia), iniziando a utilizzare la terminologia specifica delle discipline.
Ruolo dell’insegnante sarà quello di porsi come “ponte di curiosità” tra il bambino e l’ambiente senza tralasciare elementi attuali che possono essere molto significativi: terremoti, inondazioni, cambiamenti climatici, iniziative ambientali.
Tali elementi saranno molto utili a stimolare l’interesse reale verso i problemi ambientali di cui tanto si parla.
L’alunno:
Progettazione annuale GEOGRAFIA
COMPETENZE DA ATTIVARE
• Osserva e analizza territori vicini.
• Si orienta nello spazio vissuto utilizzando riferimenti topologici.
• Coglie il rapporto tra realtà geografica e la sua rappresentazione.
• Progetta, sperimenta e realizza semplici percorsi a livello grafico.
• Individua i caratteri distintivi dei diversi paesaggi.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
Orientamento
Posizione relativa
• Definire la posizione relativa degli oggetti presenti in uno spazio limitato utilizzando convenientemente gli indicatori topologici.
• Riconoscere il valore dei punti di riferimento per l’orientamento.
Spazio organizzato
• Osservare gli spazi organizzati dei vari ambienti di vita, la loro funzione e gli elementi costitutivi.
• Ipotizzare trasformazioni degli spazi organizzati in virtù di nuove esigenze.
• Effettuare semplici percorsi, descriverli correttamente e rappresentarli.
Rappresentazione mentale
• Utilizzare la rappresentazione mentale dello spazio esperienziale.
Paesaggio
• Conoscere gli elementi presenti nel proprio territorio.
• Classificare e confrontare gli elementi caratterizzanti dei vari ambienti.
• Suddividere gli elementi paesaggistici in naturali e antropici.
• Cogliere i principali cambiamenti dell’ambiente di vita dai nonni ad oggi.
Linguaggio della Geografia
Pianta
• Disegnare oggetti di diverse dimensioni e forme, tracciandone il contorno a grandezza naturale.
• Disegnare oggetti e persone da diversi punti di vista, privilegiando il punto di vista “dall’alto”.
Mappa
• Collocare oggetti nel reticolo cartesiano ed effettuare spostamenti.
• Realizzare semplici mappe e piante con simboli arbitrari e relative legende.
Legenda
• Saper produrre e interpretare una legenda.
Simbolizzazione
• Avviare l’uso di semplici tecniche rappresentative per la codificazione dello spazio mediante l’utilizzo di simboli convenzionali.
Regione e sistema territoriale
• Comprendere la stretta relazione esistente tra l’uomo e l’ambiente e la necessità di stabilire rapporti armonici.
• Riconoscere nel proprio ambiente di vita le funzioni dei vari spazi e le loro connessioni.
• Progettare uno spazio come risposta a specifici bisogni.
CONTENUTI E NUCLEI FONDANTI
• I rapporti topologici e le relazioni spaziali.
• La lateralizzazione.
• Direzione e percorsi: le coordinate - il reticolo cartesiano.
• Confini di spazi e ambienti conosciuti.
• Rappresentazioni cartografiche: mappe mentali, la pianta, gli elementi fissi e mobili.
• Ambienti: il mare, la montagna, il lago, la città.
• Organizzazione degli spazi in relazione ai bisogni.
Opzioni metodologiche
L’esperienza di insegnamento-apprendimento nell’ambito della Storia, della Geografia e dell’Educazione alla cittadinanza, vede l’insegnante quale regista educativo volto a facilitare, mediare e favorire il processo di costruzione dell’apprendimento da parte degli alunni. In questo contesto si inseriscono l’approccio sensoriale, che rispetta e consente l’esplicazione delle diverse modalità conoscitive degli alunni, e il metodo dei contrasti, che consiste nel far vivere due situazioni successive similari dove un elemento viene sostituito dal suo contrario. Tali approcci metodologici, mutuati dalla psicomotricità, vanno letti in un’ottica di continuità con la scuola d’infanzia, cui affiancare progressivamente e sistematicamente altri metodi quali l’osservazione e la ricerca. Occasioni fondamentali di apprendimento risulteranno l’utilizzo dei diversi spazi della scuola, le uscite nel territorio, la fruizione di strumenti e materiali di diverso tipo: materiale multimediale, DVD, registratori, macchine fotografiche...
CRITERI DI VERIFICA
Al termine dei percorsi di apprendimento, verranno utilizzate le seguenti modalità di verifica:
• Osservazione sistematica dei modi di partecipazione e delle abilità individuali messe in atto.
• Uso di schede.
• Giochi motori, disegni, cloze.
• Rappresentazioni grafiche.
• Semplici questionari strutturati.
• Classificazioni di informazioni in schemi conosciuti.
• Riconoscimento e uso di strumenti e carte.
• Lettura di strisce temporali.
• Rappresentazioni mentali di ambienti.
La valutazione riguarderà inoltre l’apprendimento nel suo verificarsi, interesserà i contesti in cui avviene l’insegnamento-apprendimento, le strategie utilizzate dall’alunno in modo da individuare dove e su quali aspetti si evidenziano difficoltà, per poter di conseguenza programmare interventi tempestivi e personalizzati.
EDUCAZIONE FISICA
Premessa
Le attività motorie e sportive forniscono agli alunni le occasioni per riflettere sui cambiamenti del proprio corpo, per accettarli e viverli serenamente come espressione della crescita e del processo di maturazione di ogni persona.
Partecipare alle attività motorie e sportive significa condividere con altre persone esperienze di gruppo, promuovendo l’inserimento anche di alunni con varie forme di diversità ed esaltando il valore della cooperazione del lavoro di squadra.
Il gioco e lo sport sono, infatti, mediatori e facilitatori di relazioni e “incontri”.
Le Indicazioni Nazionali per il Curricolo ribadiscono come, attraverso un serio “progetto” di attività motorie, personalizzato sulle specifiche capacità di ciascun alunno e rispondente ai suoi bisogni specifici, possa:
• favorire la maturazione armonica di ciascun bambino che si appresta a vivere l’avventura della crescita;
• contribuire all’eliminazione o contenimento di un 20-25% di criticità motorie, in modo particolare di quelle direttamente correlate con gli apprendimenti scolastici (esempio: corretta strutturazione dello schema corporeo, affermazione decisa della lateralità, armonica funzione tonica, strutturazione delle coordinazioni, miglioramento dell’abilità di destrezza, prerequisiti tutti necessari all’apprendimento della lettura, della scrittura e delle abilità di numerazione e calcolo).
L’attività motoria costituisce, inoltre, una situazione privilegiata per la reale integrazione sia degli alunni appartenenti a culture differenti (esempio: bambini di provenienza comunitaria o extracomunitaria), sia dei soggetti diversamente abili e di quelli in forte difficoltà di apprendimento il cui numero, negli ultimi anni, è in continuo aumento.
L’esperienza ludico-motoria, infatti, lontana dai “precocismi” delle discipline sportive, permette ad ogni alunno di esprimersi liberamente nei vissuti motori, favorisce la capacità di conoscere se stesso, di rapportarsi con il mondo esterno, facilitando l’evoluzione dell’equilibrio psico-fisico e promuove inoltre la conoscenza e l’acquisizione dello schema corporeo, il rapporto tra il bambino, l’ambiente e le persone circostanti, che costituiscono la base indispensabile per la costruzione e l’organizzazione della personalità e, di conseguenza, per ogni apprendimento.
1 Presentazione
È indubbio che l’esperienza motoria risulti incisiva nello sviluppo di competenze espressive, linguistiche, logico-matematiche, artistiche e sociali.
È fondamentale, però, che siano sollecitati negli alunni:
• Una forte motivazione.
• Un intenso coinvolgimento emotivo.
• Adeguati livelli di difficoltà.
• Un clima di fiducia reciproca.
• Familiarità e sensazione nei confronti dell’ambiente in cui si svolge l’attività.
• Valorizzazione delle capacità e delle risorse di ciascuno.
• Percezione (personale e condivisa) dei propri progressi e del loro riscontro nel tempo attraverso modalità di valutazione oggettive.
In ciascun vissuto proposto risulterà determinante:
• Contestualizzare ogni proposta di gioco.
• Privilegiare i metodi induttivi (libera esplorazione, scoperta guidata, risoluzione di tutti i problemi).
• Lasciare in ogni attività uno spazio per valorizzare risposte motorie originali e creative.
• Utilizzare la più ampia varietà di materiali e, quando possibile, far creare dai bambini stessi l’occorrente per lo svolgimento dei giochi.
• Consentire, al termine di ogni proposta, una riflessione su quanto sperimentato.
• Attivare diversi espedienti per fissare il ricordo di momenti significativi dell’attività (fotografie, riprese, disegni, commenti scritti).
Progettazione annuale EDUCAZIONE FISICA
COMPETENZE DA ATTIVARE
L’alunno:
• Acquisisce consapevolezza di sé attraverso la percezione del proprio corpo e la padronanza degli schemi motori di base.
• Utilizza il corpo per comunicare ed esprimere i propri stati d’animo.
• Sa strutturare lo spazio conosciuto.
• Conosce e rispetta le regole dei giochi collettivi.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
Il corpo e la sua relazione con lo spazio e il tempo
• Scoprire gli elementi corporei attraverso la manipolazione e il loro utilizzo.
• Produrre, con l’uso della mano e del piede, tracce, stampi, grafici, disegni, opere plastiche.
• Prendere coscienza delle grandi articolazioni: caviglie, polsi, anche, spalle, collo.
• Conoscere e utilizzare la parte destra e sinistra del corpo.
• Conquistare un’adeguata dominazione laterale.
• Designare su di sé e sull’altro parti del corpo in maniera speculare e incrociata, prima per imitazione, poi solamente su ordine.
• Individuare e indicare su immagini le parti del corpo.
• “Mettere graficamente” il corpo in situazione (a tavola...).
• Utilizzare il corpo per mimare la realtà.
• Modellare il corpo assumendo atteggiamenti e pose immobili o mobili.
• Vivere situazioni di contrazione e decontrazione dei segmenti corporei.
• Prendere coscienza della tonicità segmentale e globale del corpo.
• Raggiungere un comportamento tonico individuale ottimale.
• Prendere coscienza dei due momenti che caratterizzano l’atto respiratorio: inspirazione ed espirazione.
• Controllare i tempi di inspirazione ed espirazione.
• Sperimentare la respirazione ritmata.
• Prendere globalmente coscienza della respirazione diaframmatica e addominale.
• Assumere e mantenere posizioni di equilibrio statico e dinamico.
• Conoscere le norme igieniche fondamentali.
• Camminare in modo armonico per periodi di tempo sempre più lunghi.
• Rotolare in ogni senso.
• Correre con varie andature e velocità diverse.
• Saltare in alto.
• Adoperare adeguatamente le gambe e i piedi per respingere, colpire, calciare.
• Realizzare prassie più complesse, coordinando vari schemi motori.
• Adoperare adeguatamente le mani per accartocciare, strappare, infilare, allacciare, tagliare, incollare, afferrare, lanciare...
• Tamburellare in successione con le dita della mano dominante.
• Opporre in successione ordinata il pollice alle altre dita.
• Finalizzare, padroneggiare, utilizzare economicamente il gesto.
• Individuare su se stesso e sugli altri le posizioni e le direzioni spaziali.
• Spostarsi all’interno di uno spazio tenendo conto degli elementi presenti.
• Prevedere le azioni spaziali di oggetti lanciati, spinti, tirati.
• Prendere coscienza del comportamento degli oggetti nello spazio: traiettoria, distanza, velocità...
• Organizzare lo spazio con gli elementi a disposizione.
• Riconoscere e riprodurre forme e figure di complessità crescente.
• Organizzare lo spazio grafico.
• Riconoscere, memorizzare, riprodurre spazi e ambienti.
• Organizzare le percezioni secondo la loro successione nello spazio.
• Prendere coscienza dei ritmi interni: respirazione, battito cardiaco.
• Prendere coscienza dei ritmi esterni che organizzano la successione degli avvenimenti.
• Sperimentare le trasposizioni strutturo-ritmiche da un comportamento comunicazionale all’altro: da ritmi motorio-visivi a ritmi uditivo-visivi, a ritmi visivi-uditivi.
Il linguaggio del corpo come modalità comunicativo-espressiva
• Prendere coscienza delle proprie possibilità corporee e dei propri limiti.
• Percepire e conoscere l’altro con contatti corporei.
• Vivere con il corpo situazioni emotivo-relazionali individuate in racconti, in esperienze concretamente vissute.
• Vivere a livello corporeo alcuni tipi di relazioni con l’altro: dare e ricevere, domandare e ottenere, chiedere e rispondere, spiegare e comprendere, accettare e rifiutare, amare e odiare.
• Riconoscere l’altro come diverso da sé.
• Decodificare i messaggi corporei altrui.
• Vivere situazioni motorie a coppie, in piccoli o grandi gruppi.
• Conoscere, vivere, padroneggiare le distanze che regolano le relazioni umane (distanza intimapersonale - sociale - pubblica).
Il gioco, lo sport, le regole e il fair play
• Operare creativamente con gli altri per raggiungere un obiettivo comune.
• Partecipare attivamente ai giochi di gruppo rispettandone le regole.
• Introdurre una regola nuova in un gioco conosciuto.
• Inventare regole per strutturare giochi.
Salute e benessere, prevenzione e sicurezza
• Rispettare le cose proprie e altrui.
• Muoversi correttamente negli ambienti, rispettando le persone e gli oggetti presenti.
• Utilizzare in modo appropriato gli attrezzi ginnici.
CONTENUTI E NUCLEI FONDANTI
• Percezione e scoperta del proprio corpo.
• Strutturazione dello schema corporeo.
• Schemi posturali.
• Gli schemi motori dinamici.
• L’organizzazione spazio-temporale.
• Lateralità e dominanza.
• Equilibrio statico e dinamico.
• Comunicazione mimico-gestuale.
• Capacità condizionali (forza, rapidità, resistenza).
• Ritmo e danza.
• Vissuti polivalenti.
• Attività ludiche.
• Giochi tradizionali, liberi, con regole.
INDICAZIONI METODOLOGICHE
La metodologia che verrà adottata nell’insegnamento/apprendimento dell’educazione fisica può essere sintetizzabile nei seguenti punti:
• Rendersi conto della situazione di partenza degli alunni.
• Organizzare e predisporre situazioni-stimolo aperte, flessibili, diversificate, per offrire a ciascun alunno opportunità di successo e di valorizzazione del sé.
1 Presentazione
• Utilizzare strategie specifiche per valorizzare il prodotto degli alunni, sollecitando l’uso dei diversi linguaggi verbali e prevedendo, all’interno del percorso didattico, situazioni atte alla comunicazione.
• Proporre attività da vivere non solo a livello individuale, ma anche a coppia, in gruppo, in squadra.
• Utilizzare metodi sia di tipo induttivo (libera esplorazione, scoperta guidata, risoluzione dei problemi) sia deduttivo (assegnazione di compiti e metodo misto).
• Creare un’atmosfera stimolante e coinvolgente.
• Dare spazio a momenti di riflessione e rielaborazione di ciò che è stato fatto.
CRITERI DI VERIFICA
Durante lo sviluppo delle esperienze motorio-corporee verrà data grande importanza all’osservazione in situazione, che permette di:
• Cogliere il livello di competenza evidenziato da ogni singolo alunno e, di conseguenza, modulare in itinere le situazioni didattiche presentate.
• Cogliere aspetti comunicativo-relazionali all’interno del gruppo e scoprire lo status sociometrico di ciascun alunno.
• Individuare la capacità di risolvere problemi o di inventare situazioni.
Verranno altresì usate altre modalità di verifica:
• Svolgimento di prove strutturate.
• Osservazioni mirate (su determinate competenze e specifici alunni).
La capacità e la possibilità di usufruire di ogni opportunità di studio della Storia, a scuola e nel territorio circostante, permettono un lavoro pedagogico ricco, a partire dalle narrazioni e dalle attività laboratoriali e ludiche con i più piccoli per attraversare molte esperienze esplorative sul passato: un lavoro indispensabile per avvicinare gli alunni alla capacità di ricostruire e concepire progressivamente il “fatto storico” per indagarne i diversi aspetti, le molteplici
DALLE INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA
IL TEMPO... DELLE VACANZE
I principali concetti temporo-spaziali
In cammino verso:
In cammino verso:
Competenze da attivare
• L’alunno:
- Consolida il concetto di tempo nelle sue diverse accezioni.
- Utilizza consapevolmente i principali indicatori temporo-spaziali.
Obiettivi di apprendimento
• Riconoscere i rapporti di successione, contemporaneità e durata in un fatto, un evento, una storia.
• Individuare le cause e le conseguenze di un fatto.
• Analizzare i valori di verità di un evento.
• Scoprire l’importanza e la funzione delle testimonianze di un fatto.
• Comprendere che solo la ricerca di prove può stabilire e dimostrare la veridicità di un fatto.
INTRODUZIONE
All’inizio della seconda classe è importante controllare le conoscenze che ciascun alunno ha acquisito in riferimento al concetto di TEMPO
Prima di programmare la scansione delle varie Unità di lavoro è indispensabile, infatti, verificare non tanto l’utilizzo di precise abilità strumentali quanto piuttosto le modalità con cui l’alunno ripensa alle esperienze vissute lo scorso anno e le concettualizza.
L’insegnante, quindi, guiderà la classe in un percorso che porti i bambini a riflettere sui seguenti aspetti:
a. definire il termine “tempo” nelle diverse accezioni;
b. discriminare i diversi “campi temporali”;
c. comprendere le locuzioni linguistiche temporali;
d. intuire il trascorrere del tempo.
Naturalmente le osservazioni in tal senso devono essere effettuate attraverso situazioni giocose motivanti che, pur essendo stimolate dai docenti, dovranno risultare libere e spontanee.
PERCORSO DI APPRENDIMENTO
Che cosa è il tempo?
Disporsi in cerchio e chiedere agli alunni:
Che cosa è il tempo?
Annotare in un cartellone le risposte date dagli alunni.
Scorre all’infinito (Filippo)
Non si vede (Benedetta)
Non si ferma mai (Alessandro) il tempo
È quello che è passato (Ludovico)
Passa veloce (Edoardo)
Non torna indietro (Maddalena)
Il tempo... delle vacanze
Commentare insieme le risposte e chiedere nuovamente ai bambini come è possibile rappresentare il tempo che, come loro hanno detto, “scorre veloce”, “non si ferma mai”... Costruire un nuovo cartellone con le idee espresse.
ESEMPIO:
vento
Il tempo somiglia a:
fiume
strada
Domandare ora quali sono le parole che fanno pensare al tempo. A mano a mano che gli alunni intervengono, scrivere tali parole all’interno di un insieme.
Le parole del tempo
prima dinosauri oggi pioggia adesso poi
intanto stagione notte dopo temporale mentre
infine ora tuoni primitivi lampi giorno
molto tempo fa contemporaneamente nel frattempo mattina
sera pomeriggio nello stesso momento quando ero piccolo
sereno neve quando sono nato vento mese ieri
guerra anno domani settimana nebbia
freccia
Gli alunni individueranno tantissime parole, per cui sarà necessario fare ordine e passare a una ulteriore classificazione, tenendo anche conto dei concetti temporali sviluppati lo scorso anno. Trovare innanzitutto le parole che indicano la SUCCESSIONE e la CONTEMPORANEITÀ e ricercarle nel cartellone, legarle con colori diversi, trascriverle in insiemi.
Le parole della SUCCESSIONE
prima adesso poi
Le parole della CONTEMPORANEITÀ
intanto mentre nel frattempo
Leggere attentamente le parole rimaste, riflettere sul loro significato e decidere insieme ai bambini come potrebbero essere classificate. Individuare i tre simboli idonei a rappresentare le diverse classificazioni e procedere nella costruzione di un nuovo cartellone, aggiungendo anche altri termini temporali via via individuati.
IL TEMPO del CIELO
IL TEMPO dell’OROLOGIO
IL TEMPO della STORIA
pioggia notte molto tempo fa sereno giorno quando sono nato temporale mattino quando ero piccolo grandine pomeriggio dinosauri neve sera pietre lampi ieri ferro tuoni oggi guerra mondiale nebbia domani primitivi vento settimana mese stagione anno
Riflettere sulla specificità di ogni insieme individuato e sulle accezioni della parola “TEMPO”.
Il tempo... delle vacanze
Inventare, insieme agli alunni, una filastrocca come quella proposta di seguito, utilizzando le parole del tempo che sono state scoperte.
Filastrocca dell’estate
A LUGLIO al mare sono andato, tante conchiglie a casa ho riportato.
Ad AGOSTO in montagna sono salito, PIOGGIA , NEVE e VENTO freddo ho patito.
TEMPO bello, TEMPO brutto, ho visto un po’ di tutto.
Ogni GIORNO con gli amici a giocare senza i compiti da dover fare, ma da IERI la scuola è cominciata e tutti i GIORNI mi vedrà impegnato.
Tante cose anche quest’ANNO imparerò e i compiti, senza capricci, il POMERIGGIO farò.
(R. Cameli, P. Maurizi)
Invitare gli alunni a circondare con il colore blu le parole che indicano il “tempo del cielo” e con il colore verde le parole che si riferiscono al tempo “dell’orologio”. Partire dalla filastrocca inventata insieme per parlare del tempo delle vacanze; utilizzare i contenuti per verificare l’acquisizione dei principali concetti storici. Durante una conversazione chiedere ai bambini dove hanno trascorso le vacanze e proporre la seguente scheda.
I LUOGHI DELLE NOSTRE VACANZE
1- Colora il luogo o i luoghi in cui hai trascorso le vacanze.
Il tempo... delle vacanze
Analizzare ora il “QUANDO” sono andati in vacanza utilizzando sia i nomi dei mesi sia gli indicatori temporali PRIMA • DOPO • INFINE.
Gianni dirà:
Io a GIUGNO sono andato al mare con i nonni, a LUGLIO ho partecipato al campo scuola con gli scout, ad AGOSTO mi sono recato in montagna con i miei genitori.
Chiedere a un bambino della classe di verbalizzare le vacanze di Gianni utilizzando le parole: PRIMA • DOPO • INFINE.
ESEMPIO:
Gianni...
PRIMA è andato al mare...
DOPO ha partecipato...
INFINE si è recato...
Marco dirà:
Io sono andato in vacanza al mare solo ad AGOSTO , a LUGLIO e a GIUGNO sono rimasto a casa.
Chiedere ancora di verbalizzare con gli indicatori temporali. Continuare fino a che tutti gli alunni non avranno raccontato il “QUANDO” delle loro vacanze e simbolizzarlo in un grafico come questo, aggiungendo i loro disegni.
DEI BAMBINI
1
Il tempo... delle vacanze
Domandare ai bambini di documentare quanto raccontato e disegnato, invitarli a portare in classe tutti i materiali di cui è possibile servirsi per attestare la veridicità delle loro affermazioni: fotografie, cartoline, scontrini, oggetti trovati, biglietti aerei, ferroviari, del traghetto, ingressi a mostre e musei.
Questi materiali potranno essere oggetto di: brevi descrizioni; classificazioni in base a svariati criteri.
Certamente costituiranno un materiale prezioso per iniziare a lavorare sui concetti di: fatto vero o inventato; testimonianza; prova.
Si suggerisce un possibile percorso.
Le testimonianze
Prendere una fotografia portata a scuola da un bambino.
Esempio: ecco la fotografia di Luca...
Chiedere poi a Luca:
Che cosa era accaduto?
Perché avevi quell’espressione?
Che cosa sta facendo il bagnino?
Rivolgersi ora alla classe domandando se ciò che ha raccontato Luca è un fatto vero o inventato e perché possiamo affermare che l’avvenimento narrato è successo realmente.
I bambini risponderanno che il fatto è realmente accaduto perché c’è una TESTIMONIANZA: la fotografia.
Proporre all’attenzione degli alunni delle brevi storie all’interno delle quali ciascuno dovrà individuare il FATTO, il PROTAGONISTA, le CAUSE e/o le CONSEGUENZE, la VERIDICITÀ.
1
Il tempo... delle vacanze
Disubbidienza in montagna
Mauro non ascolta mai le raccomandazioni dei grandi e fa sempre di testa sua.
Durante una passeggiata in montagna si è messo a raccogliere le stelle alpine, che sono fiori protetti.
Un guardiaparco lo ha visto e, dopo averlo sgridato, ha multato i suoi genitori che non si erano accorti di nulla perché Mauro era andato avanti da solo. La sera il papà ha mandato il figlio a letto senza cena, per punirlo della disubbidienza.
Chiedere agli alunni:
Quale FATTO è accaduto?
Chi è il PROTAGONISTA?
Il fatto DOVE è accaduto?
QUANDO?
È un FATTO VERO o INVENTATO?
Perdersi al mare
A Rimini, dove Francesco si trova in vacanza con i genitori, un bimbo di quattro anni si è smarrito sulla spiaggia. Tutti i bagnanti, dopo aver sentito la notizia diffusa dagli altoparlanti degli stabilimenti, si sono messi a cercarlo. In breve tempo, il bambino è stato trovato sotto un ombrellone ed è stato riportato ai suoi genitori.
Per comprendere, rispondere individualmente alle seguenti domande:
Quale FATTO è accaduto?
A CHI?
DOVE?
QUANDO?
È un FATTO VERO o INVENTATO?
Per far scoprire agli alunni l’importanza e la funzione del “testimone oculare” di un fatto, proporre il seguente testo, che ha come oggetto lo smarrimento di un bambino sulla spiaggia.
Che paura!
Il diario:
Silvia, mentre stava raccogliendo le conchiglie sulla riva con il nonno, ha visto tante persone che si stavano agitando e ha chiesto che cosa fosse successo. Nel suo diario Silvia ha, poi, scritto:
Rimini, 10 agosto 2016
Questa mattina, verso le 11, sulla spiaggia di Rimini, dove mi trovo in vacanza, si è smarrito un bambino di quattro anni. Io ho visto molte persone che lo cercavano. Per fortuna il piccolo è stato ritrovato dopo poco tempo sotto l’ombrellone di un bagnino.
Chiedere agli alunni perché è importante ciò che ha scritto Silvia nel suo diario e se quello che ha raccontato è un fatto vero o inventato. Discutere collettivamente, poi fissare sul quaderno la scoperta effettuata:
Il racconto orale o scritto di un fatto da parte di una persona che era presente è una testimonianza orale o scritta.
Per mettere a confronto una testimonianza e una cronaca giornalistica, analizzare ora il seguente articolo.
Il testo giornalistico:
Il quotidiano romagnolo, nelle pagine di cronaca locale, così ha scritto:
Corriere della Romagna
Rimini, 11 agosto 2016
Ieri, dieci agosto, verso le 11 di mattina, un bimbo di quattro anni, Alessandro Morini, allontanatosi dai genitori si è smarrito sulla spiaggia di Rimini, all’altezza dei bagni “Rivazzurra”. Il piccolo ha percorso più di un chilometro. È stato ritrovato
sotto l’ombrellone del bagnino di uno stabilimento balneare. Quando due bagnanti gli si sono avvicinati, il piccolo Alessandro è scoppiato a piangere. Un medico, in vacanza nel luogo, ha subito detto che il bambino stava bene, si era solo un po’ spaventato. Dopo poco Alessandro è stato riconsegnato ai genitori che hanno tirato un sospiro di sollievo.
Confrontare, insieme ai bambini, il testo del diario e la cronaca giornalistica e realizzare uno schema come quello proposto di seguito.
CHE PAURA!
Riflessioni
Che cosa è accaduto?
A chi?
Dove?
Quando?
Chi ha partecipato alle ricerche?
Come si è concluso il fatto?
Chi racconta era presente al fatto?
Che cosa dice Silvia
Un bambino si è smarrito.
A un bambino di quattro anni.
Sulla spiaggia di Rimini.
10 agosto 2011.
I bagnanti.
Il bambino era sotto l’ombrellone di un bagnino.
Sì.
Che cosa dice il Corriere della Romagna
Un bambino si è smarrito.
Ad Alessandro Morini, un bambino di quattro anni.
Sulla spiaggia di Rimini.
10 agosto 2011.
I bagnanti.
Alessandro è stato ritrovato sotto l’ombrellone di un bagnino.
No.
Le prove
Invitare gli alunni a illustrare un fatto che è loro realmente accaduto (una gita, un viaggio, una vacanza... ) e a verbalizzarlo.
Chiedere, poi, di portare a scuola qualche “PROVA” che può documentare l’esperienza vissuta: fotografie, filmati, cartoline...
Per far comprendere ulteriormente l’importanza del “documento” e della “testimonianza”, lavorare sulla ricerca di prove per stabilire la veridicità di un fatto. Leggere a tale proposito uno dei testi scritti dai bambini.
Marica ha scritto:
Durante l’estate sono andata con i miei genitori in un bel paesino di montagna e mi sono divertita molto.
Dopo la lettura del testo l’insegnante dirà:
Io non credo che Marica sia andata davvero in montagna. Come potrà fare per convincermi del contrario?
Gli alunni discutendo arriveranno alla conclusione che, per dimostrare la veridicità di un fatto, sono necessarie delle prove.
Marica verrà invitata a portare a scuola qualcosa che possa convincere tutti.
Il giorno successivo si analizzeranno le “prove” prodotte dalla bambina.
Esempi: fiori di montagna, fotografie, cartoline, pigne, funghi secchi raccolti dalla mamma, filmato girato dal papà...
Le prove verranno analizzate a una a una e, sempre collettivamente, si stabilirà quanto sono convincenti. Continuare a lavorare sulle prove, sottoponendo all’attenzione degli alunni situazioni come quelle riportate dalla scheda seguente.
LE PROVE
1- Per dimostrare alla mamma che hai trascorso la mattinata in biblioteca quali prove le mostreresti?
2- Osserva attentamente ciò che ha portato a scuola Agnese. Hai capito dov’è andata e che cosa ha fatto?
Agnese è andata
Una giornata in vacanza
Le diapositive e le fotografie scattate durante le vacanze offrono l’opportunità di lavorare sulle esperienze vissute in una giornata.
Di fronte alla prima fotografia chiedere al bambino:
Chi ti ha scattato questa fotografia?
Chi sono le persone vicino a te?
Come si chiama il luogo in cui è stata scattata questa fotografia?
Che cosa facevi durante la giornata?
E i tuoi genitori?
Che cosa c’è di diverso nella giornata trascorsa a casa?
Individuare, insieme agli alunni, tre momenti di una giornata: MATTINA
Consegnare ai bambini una striscia di carta con le piegature, divisa in otto spazi: quattro in alto, quattro in basso.
LUOGHI
in villeggiatura a casa
MATTINA SERA POMERIGGIO
Chiedere loro di disegnare nei riquadri in alto i momenti di una giornata-tipo trascorsa in villeggiatura e, nei riquadri in basso, quelli di una giornata-tipo trascorsa a casa.
Al termine del lavoro, disporsi in cerchio e invitare ogni bambino a mostrare e a raccontare ai compagni il contenuto dei propri disegni.
Le strisce potranno essere fissate sul quaderno di ognuno, in modo che si possano chiudere e aprire a fisarmonica, oppure incollate su un cartellone collettivo appeso alle pareti.
Il tempo... delle vacanze
La successione
Le fotografie delle vacanze e i racconti dei bambini offrono anche lo spunto per lavorare sul concetto di successione, cioè sulla capacità di ordinare cronologicamente più azioni utilizzando locuzioni linguistiche specifiche.
Sollecitare gli alunni a mettere in sequenza temporale le fotografie a disposizione e a verbalizzare il contenuto utilizzando gli indicatori: PRIMA • DOPO • INFINE.
Giacomo dirà:
Io PRIMA sono andato in campagna dai nonni, POI al mare con mia sorella e la mamma, INFINE tutti insieme siamo andati in montagna.
Proporre agli alunni le schede seguenti:
RIORDINA I FATTI
1- Leggi le frasi, poi riordinale dalla prima (1) all’ultima (3). Infine riscrivile in ordine, usando: PRIMA • DOPO • INFINE. Osserva l’esempio poi continua tu sul quaderno.
a) 2 Giulia cambia il costume.
1 Giulia fa il bagno.
3 Giulia si mette al sole sulla spiaggia.
PRIMA Giulia fa il bagno, DOPO cambia il costume, INFINE si mette al sole sulla spiaggia.
b) Matteo prepara lo zaino.
Matteo arriva in cima alla montagna.
Matteo sale lungo i sentieri ripidi con gli amici.
c) Letizia torna a casa e va a dormire.
Letizia esce di casa e va a prendere il gelato al bar sulla spiaggia.
Letizia cena con i suoi genitori e i cuginetti.
d ) Laura ha visitato il castello sopra alla collina.
Laura è arrivata a Ischia con l’aliscafo.
Laura è salita sul bus.
e ) Giordano entra in acqua con il papà.
Giordano si mette la maschera da sub.
Giordano vede tante stelle marine e tantissimi coralli.
f ) Mauda è ritornata a casa.
Mauda ha fatto un picnic.
Mauda la mattina è arrivata al parco.
POMERIGGIO AL MARE
1- Leggi le frasi del racconto in disordine e su un foglio realizza un piccolo disegno per ognuna. Incolla in ordine sulla linea del tempo i disegni e infine scrivi sotto le rispettive frasi.
• Caterina e la mamma vedono un negozio di abbigliamento che sta facendo una svendita.
• Caterina e la mamma passeggiano sul lungomare.
• Le stanno proprio bene e la mamma glieli compra.
• Entrano e Caterina misura una tuta rossa e un vestito celeste.
Caterina e la mamma passeggiano sul lungomare
LINEA DEL TEMPO
Nome e Cognome
La successione temporale TEMPO... DA NON PERDERE!
In cammino verso:
In cammino verso:
Competenze da attivare
• L’alunno:
- Consolida il concetto di tempo nelle sue diverse accezioni.
- Utilizza consapevolmente i principali indicatori temporo-spaziali.
Obiettivi di apprendimento
• Conoscere i diversi significati della parola “tempo”.
• Individuare la dimensione temporale in azioni, fatti ed esperienze appartenenti al vissuto personale dell’alunno.
• Esprimere le relazioni temporali nei propri vissuti, utilizzando indicatori appropriati.
• Rappresentare e verbalizzare gli eventi in successione ordinata.
• Valutare i cambiamenti prodotti nel tempo nel proprio ambiente di vita.
INTRODUZIONE
All’inizio del secondo anno di Scuola Primaria è importante verificare non tanto la quantità di conoscenze acquisite, quanto il livello raggiunto da ciascun alunno nel suo personale percorso di maturazione del concetto di tempo.
Proporre alla classe un’attività simbolica per “recuperare” conoscenze e abilità logico-temporali acquisite e sperimentate quotidianamente.
PERCORSO DI APPRENDIMENTO
Quale tempo?
Presentare agli alunni due simboli: un sole che appare dietro una nuvola (tempo meteorologico) e il quadrante di un orologio (tempo cronologico).
Chiedere ai bambini tutto ciò che viene loro in mente riferito alla parola “ TEMPO” e scrivere alla lavagna le espressioni significative che di volta in volta emergeranno.
ESEMPI:
Al mare quest’estate il tempo era bello.
Stamattina, in palestra, il tempo è passato in fretta.
Durante le vacanze ho avuto molto tempo per giocare. Mia nonna dice sempre che non c’è tempo da perdere.
In montagna, ad agosto, è stato sempre tempo brutto.
Mio cugino ha festeggiato i sei anni.
Domenica parto con i miei alle otto per Roma.
Costruire poi una scheda-tipo con le affermazioni degli alunni.
IL TEMPO
1- Collega con una freccia ogni frase al disegno corrispondente. Finisci di colorare.
• Al mare quest’estate il tempo era bello.
• Stamattina, in palestra, il tempo è passato in fretta.
• Durante le vacanze ho avuto molto tempo per giocare.
• Mia nonna dice sempre che non c’è tempo da perdere.
• In montagna, ad agosto, è stato sempre tempo brutto.
• Mio cugino ha festeggiato i sei anni.
• Domenica parto con i miei alle otto per Roma.
2 Tempo... da non perdere!
In questa prima fase dell’anno scolastico dovranno, in modo particolare, essere presi in considerazione i seguenti aspetti: leggere e scoprire nei propri vissuti la dimensione temporale, individuando azioni, fatti, esperienze; cogliere tra tali eventi le principali relazioni temporali; esprimere tali relazioni tramite corretti “indicatori temporali”; rappresentare graficamente gli eventi in successione anche attraverso l’uso di semplici grafici temporali.
La successione logico-temporale
Poiché in classe prima sono stati ampiamente consolidati i concetti di “PRIMA”, “ADESSO” e “POI”, è bene ampliare il discorso introducendo il concetto di “successione logico-temporale”. Azioni, fatti ed eventi che accadono ogni giorno all’interno della classe costituiranno il “materiale” sul quale iniziare a lavorare.
Scegliere un’azione abituale.
Individuare, collettivamente, le micro-azioni che ciascun alunno dovrà compiere nel giusto ordine. Tale esercizio, che potrebbe risultare banale, è in realtà indispensabile perché gli alunni trovano ancora enorme difficoltà a elencare e a descrivere nella giusta successione i vari momenti di un evento. Molti, infatti, hanno bisogno di sperimentare direttamente le azioni di un fatto per individuare tutti i gesti necessari e ordinarli nella giusta maniera.
ESEMPIO:
Predisporre il materiale sul banco all’inizio della lezione.
Prendo la zaino.
Lo apro.
Tiro fuori il quaderno di Storia.
Prendo l’astuccio.
Chiudo lo zaino.
Mi siedo.
Apro il quaderno.
Prendo le penne e la gomma dall’astuccio.
Scrivo la data.
Ogni alunno rappresenterà se stesso intento a preparare il materiale occorrente al lavoro in una serie ordinata di disegni, che saranno completati da una breve didascalia riferita a ciascuna microazione rappresentata.
Fornire ora alla classe un elenco di micro-azioni e chiedere di ordinarle in successione logica.
TEMPERARE LA MATITA
1- Metti in ordine le azioni che compi per temperare la matita scrivendo nella casella i numeri da 1 (prima azione) a 6 (ultima azione). Poi rispondi alla domanda.
Faccio ruotare la matita più volte.
Infilo la matita nel foro del temperamatite.
Raccolgo i trucioli.
Prendo il temperamatite.
Tiro fuori la matita dall’astuccio. 1 Butto i trucioli.
Tutti seguono questo ordine? SÌ NO
Nome e Cognome
Per far sì che i bambini padroneggino il concetto di successione logico-temporale sarà opportuno esercitarsi considerando sia fatti abituali che accadono nella classe (un gioco in palestra, un’attività specifica nel laboratorio di pittura, un micro-percorso di lingua inglese...), sia eventi particolari che abbiano lasciato un ricordo vivo negli alunni (un’uscita sul territorio, uno spettacolo teatrale, la visita a una mostra...).
Per analizzare tali eventi, si utilizzerà la stessa metodologia: discussione collettiva per individuare i momenti più significativi dell’evento analizzato; mimo dei momenti significativi presi in considerazione; ricostruzione delle sequenze in successione; rappresentazione grafica delle sequenze; descrizione dei vari momenti illustrati con brevi didascalie.
Per consolidare il concetto di “successione temporale” e l’uso di “indicatori ” appropriati proporre l’esercitazione illustrata alla pagina seguente.
PRIMA, ADESSO, DOPO O POI
1- Completa le frasi scrivendo sui puntini PRIMA, ADESSO, DOPO o POI.
• leggo un libro.
• ho fatto i miei compiti.
• giocherò con gli amici.
• Riccardo ha corso.
• si riposa.
• riprenderà la corsa.
• l’albero si spoglia.
• ha perso le foglie.
• si ricoprirà di foglie nuove.
Per consolidare ulteriormente il concetto di successione si potranno prendere in esame altre azioni riferite al tempo giornaliero.
Disporsi in cerchio e, nel corso di una conversazione collettiva, far individuare ai bambini i momenti più significativi di una giornata lavorativa tipo.
Si potranno avere all’incirca tre momenti:
Siamo a casa a fare colazione.
Adesso siamo in classe.
Siamo fuori dove ci aspetta la mamma.
Riflettere insieme, con attenzione, sul fatto che tutti i giorni lavorativi già trascorsi hanno avuto la sequenza tipo individuata e che tali saranno i ritmi delle future giornate perché così prevede l’organizzazione quotidiana.
Divertirsi ora ad individuare e a rappresentare graficamente la mattinata tipo di persone conosciute.
ESEMPIO:
collaboratore scolastico
Il mio papà
(Ogni alunno dovrà disegnare e scrivere le didascalie)
Riflettere ancora sulle azioni che si compiono ogni giorno, dal momento in cui si arriva a scuola alle 8 e 15 fino a quando se ne esce alle ore 13 e 15 o alle 16 e 15.
Fissare alcuni momenti particolari:
l’ora di entrata e di uscita dalla scuola;
l’ora di inizio e di fine dell’intervallo;
l’ora del pranzo e degli altri momenti fissi della giornata.
Ciò permetterà agli alunni di intuire che i vari momenti si succedono secondo precise scadenze orarie, che il tempo, quindi, si può scandire e misurare.
Più avanti, nel corso dell’anno scolastico, verrà affrontato il concetto di misura convenzionale del tempo, anche attraverso la scoperta dei vari strumenti utilizzati dall’uomo nel corso dei secoli.
Proseguire ora l’attività scegliendo insieme più momenti significativi della giornata scolastica per comporre una sequenza standard:
l’entrata a scuola; il gioco; il lavoro scolastico; ancora il lavoro; la ricreazione; l’uscita da scuola.
Anche in questo caso i diversi momenti saranno disegnati e sistemati a formare poi una striscia piegabile a fisarmonica; ciascun disegno sarà completato da una didascalia e collegato al successivo con la colla o con il nastro adesivo.