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LE LUCCIOLE E LA VOLPE

La volpe invitò al suo compleanno parenti e amici in gran numero e, approfittando del bel tempo, fece apparecchiare grandi tavolate all’aperto. Poi, per fare più bella figura, chiamò la rinomata impresa delle lucciole per l’illuminazione

La festa riuscì a meraviglia:

– Dacci il compenso promesso – dissero le lucciole quando la festa finì.

Ma la volpe si mise a cercare scuse per non pagare:

– Bella la luce, non lo nego. Però un po’ troppo fioca... un po’ troppo artificiale... – insomma, non pagò.

La bella stagione ritornò e a primavera uno dei volpacchiotti andò a nozze. Di nuovo le lucciole curarono le luminarie e anche questa volta gli invitati rimasero a bocca aperta. Soltanto che, nel bel mezzo della cena, le lucciole si spensero di botto tutte insieme. La festa continuò ancora per un poco, ma, ormai ridotta al buio, era triste come un mortorio

Finì che gli invitati andarono via prima del taglio della torta e, il giorno dopo, della festa parlarono male.

Non aspettarti di essere servito bene, se sei un cattivo pagatore.

N. Maggiarra, Favole a tracolla, Paoline Edizioni

Dentro IL TESTO

Completa i fatti della favola inserendo le seguenti parole: lucciole • servito • compleanno • debito • nozze • pagò

La volpe organizzò la sua festa di , le lucciole curarono l’illuminazione.

La volpe non le lucciole. La primavera successiva, durante le di uno dei volpacchiotti, le si spensero tutte insieme.

Se non paghi il tuo non aspettarti di essere bene.

La favola solitamente termina con una morale che ha lo scopo di fornire un insegnamento.

La Lepre E La Tartaruga

In campagna viveva un giovane leprotto bello e agile che si divertiva a prendere in giro gli altri. Se la prendeva in modo particolare con una tartarughina lenta e placida.

– Non hai proprio niente di elegante – le diceva – guarda che zampette corte hai e come ti muovi lentamente!

Un giorno la tartaruga ne ebbe abbastanza dei suoi continui scherni.

– Tu credi di correre veloce con le tue gambe lunghe; ma le mie, anche se sono corte, mi portano forse più velocemente. Scommettiamo che ti batterò nella corsa?

Il leprotto le rise in faccia:

– D’accordo! – rispose sicuro di vincere

La volpe fece da arbitro e la corsa incominciò.

La piccola tartaruga non perse tempo e si mise a correre più veloce che poteva. La lepre, sottovalutando il suo avversario, decise di fare prima un pisolino sull’erba. Avrebbe avuto tutto il tempo per arrivare prima, pensava tra sé. Ma, quando si svegliò, la tartarughina aveva già tagliato il traguardo.

– Così imparerò che non è bene rimandare sempre tutto all’ultimo momento! – esclamò il leprotto sconsolato. Non serve correre, bisogna partire in tempo!

AA. VV., 365 Storie, Classica Licorne Edizioni

Dentro IL TESTO

Dividi il testo in: INIZIO, SVOLGIMENTO, CONCLUSIONE colorando la barra con i colori corrispondenti .

Sottolinea la morale.

Ripeti con parole tue l’insegnamento dato da questa favola.

Dentro DI ME

Ti sei mai comportato come il leprotto?

Quali sono state le conseguenze del tuo comportamento?

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