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NASO NASONE

Giacomo era un nano con un naso così brutto e grosso che tutti lo chiamavano “Naso Nasone”. Così lasciò la sua casa nel bosco e divenne cuoco nella cucina del duca. In breve tempo divenne famoso.

Un giorno Naso Nasone portò al castello tre belle oche bianche e grasse. Una delle tre però pareva malata da come stava ferma e triste. “Bisognerà che le tiri il còllo!” pensò il nano.

Ma l’oca, come avesse letto nella mente del cuoco, disse:

– Se mi ucciderai, ti porterò con me.

– Un’oca parlante? – si stupì il nano. – Un tempo io ero Mimì, la figlia del mago Tonante. I maghi nemici di mio padre con un sortilegio mi trasformarono in oca. Soltanto se mangerò il cavolo dell’allegro starnuto, riprenderò il mio aspetto.

– Ti aiuterò io – disse subito Giacomo.

Cercarono sotto ogni castagno, in mezzo all’erba e sui ceppi umidi: niente. Improvvisamente...

Eccolo! – gridò l’oca e se lo rosicchiò.

La bestiola tornò a essere Mimì, una bella fanciulla.

Giacomo allora accompagnò Mimì a casa e il vecchio mago per la felicità regalò al nano un nasino minuscolo nuovo di zecca.

Dentro IL TESTO

Colora le barre a lato del testo con i colori corrispondenti : INIZIO, SVOLGIMENTO, CONCLUSIONE. Rispondi alle domande.

• Chi sono i personaggi di questa storia? ................................................................................ ........................................................................................................................................................................................

• Chi è il protagonista?

• Quali personaggi sono fantastici? ............................................................................................... ........................................................................................................................................................................................

• Dove si svolge la storia?

Comprendo IL TESTO

Segna con una X se le affermazioni sono vere (V) o false (F).

Giacomo aveva un naso brutto e grosso. V F

Naso Nasone non era bravo a cucinare. V F

Un giorno Giacomo incontrò un’oca parlante. V F

L’oca era la figlia di un mago. V F

Un mago dà la vita al cavolo. V F

L’oca, per ritornare una ragazza, doveva starnutire. V F

Il mago regalò a Giacomo un nasino piccolo piccolo. V F

Dentro LE PAROLE

Segna con una X il significato corretto.

Sortilegio significa: dispetto incantesimo sorteggio collegio

Nuovo di zecca significa: vecchio usato nuovissimo consumato

Ascolta attentamente poi svolgi le attività.

CANTA, CICALA!

Cerchia i personaggi della storia.

Metti in ordine di tempo i fatti raccontati con i numeri da 1 a 4.

Colora: L’attività più semplice L’attività più difficile

Evidenzia con colori diversi le parole pronunciate dall’anatra e dal gufo (sono quelle dopo il trattino). Leggi ad alta voce usando un tono adatto a ciascun personaggio.

L’ANATRA E IL GUFO

Un’anatra guardò a lungo in alto verso una betulla. – Ehi tu, là in alto! – gridò.

– Hm – borbottò una voce dall’alto della betulla.

Sei proprio un gufo? – chiese l’anatra.

– Hm – brontolò il gufo e sbadigliò.

– Dici solo “hm”? Non sei capace di dire altro?

– Certo che sono capace – rispose il gufo – ma non ne ho voglia perché stavo dormendo.

Ma come puoi dormire di giorno? È di notte che si dorme – disse l’anatra.

– Io la notte tengo gli occhi bene aperti e aspetto che passi qualcosa da mangiare – dichiarò il gufo.

– Sei matto! – disse l’anatra – Il cibo non ti passa mica davanti. Bisogna nuotare e cercare finché non si trova qualcosa.

– È un modo ridicolo – mormorò il gufo.

L’anatra si arrabbiò: – Non è ridicolo, è normale.

E andarono avanti così per un bel pezzo.

– Ehi, anatra – chiese infine il gufo – ma perché stiamo litigando?

– Perché tu fai tutto in modo sbagliato – rispose l’anatra.

– Non faccio in modo sbagliato, faccio in modo diverso, si può fare anche in questo modo. Faccio come fanno i gufi.

– E io faccio come fanno le anatre. Hai ragione, non c’è bisogno di litigare per questo.

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