URBE MAGAZINE n2 2022

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“LA CITTÀ COME CURA E LA CURA DELLA CITTÀ” di Chiara Spinato Il Presidente di Health City Institute e Direttore del Dipartimento di Medicina sperimentale e Unesco Chair on Urban Health di Sapienza, Professor Andrea Lenzi, è intervenuto il 1° giugno presso la Sala della Protomoteca del Campidoglio in occasione della presentazione della collana “La città come cura e la cura della città” che raccoglie i contributi di una ricerca condotta da sei dipartimenti universitari che vuole mettere maggiormente in relazione la trasformazione urbana indirizzata alla sostenibilità con le questioni che riguardano la salute.

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“Il fenomeno dell’urbanizzazione è una dinamica inarrestabile e incontrovertibile che molto incide sul fardello che le malattie croniche non trasmissibili comportano. Per pianificare una health city, una città che ponga al centro della propria programmazione la salute come bene comune, è necessario innovare la concezione del luogo e dello spazio che finora abbiamo visto prevalere nel tempo. L’ambiente urbano può comportare rischi, ma anche molte opportunità nel momento in cui sarà in grado di generare e promuovere salute e benessere. I laboratori, molto diversi fra loro, tenutisi a Roma, Napoli e Venezia hanno, tuttavia, evidenziato alcuni tratti comuni: l’urgenza di mappare le nostre città come strumento preliminare di costruzione della policy e la necessità di adottare un approccio intersettoriale e multidisciplinare in grado di affrontare disuguaglianze di salute e vulnerabilità sociali in maniera strutturale. In questo senso il ruolo del Sindaco e dell’Amministrazione comunale è un perno fondante di questo nuovo approccio, una dinamica che, come Health City Institute, abbiamo potuto testare attraverso il coordinamento nazionale dell’iniziativa globale denominata Cities Changing Diabetes che trova in Roma Capitale la prima città italiana a entrare, nel 2016, nel network internazionale che ha l’obiettivo di prevenire e contrastare il diabete urbano attraverso una mappatura e un action plan condivisi che intervengano sull’offerta dei servizi ma anche sugli strumenti pianificatori e partecipativi degli spazi pubblici, e privati. Il ruolo dell’Università e della Cattedra UNESCO sul-

l’Urban Health che Sapienza ha inaugurato solo un mese fa, rappresenta una ricchezza a disposizione di progetti come questo PRIN, per generare e agire il cambiamento.” Partendo dalla considerazione secondo cui le qualità dello spazio urbano influenzano i comportamenti e il benessere delle persone, architetti, paesaggisti, esperti del trasporto urbano, biologi, medici e sociologi hanno affrontato, con un approccio transdisciplinare, il tema delle relazioni tra mobilità lenta e benessere psicofisico, ragionando sulla forma urbana e la valorizzazione delle risorse naturali, avendo come obiettivo ultimo la stesura di un “protocollo” di riferimento, esito delle diverse sperimentazioni su alcuni casi studio italiani. Riflessioni di carattere teorico e tre casi studio di Roma, Venezia e Napoli sono stati affrontati attraverso i volumi della collana che illustrano i molteplici aspetti relazionali ed ecosistemici che concorrono alla cura della città. Il Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale (PRIN), avviato nel 2015, è come documento di background la Risoluzione ONU Transforming our world: the 2030 Agenda for Sustainable Development (09/2015), il quale pone tra gli obiettivi della sostenibilità la garanzia di vita sana e di benessere alla popolazione di tutte le età. Anche gli assi portanti dei principali programmi europei riguardano, in molti casi, la gestione dell’invecchiamento e la correzione degli stili di vita, mirati a prevenire patologie croniche, e si snodano intorno al concetto che salute e benessere siano strettamente integrati alla nozione di città sostenibile e siano incoraggiate azioni trasversali che rafforzino questi obiettivi coinvolgendo molteplici attori. In quest’ottica ha preso le mosse il progetto di ricerca, che ha inteso mettere in relazione la trasformazione urbana indirizzata alla sostenibilità con la prevenzione delle patologie croniche del XXI secolo, determinate da stili di vita inadeguati. Di fatto l'obesità, il diabete, le allergie e l'asma sono nuove epidemie, generate non da virus, ma in gran parte da ambienti e comportamenti inadeguati: inquinamento, sedentarietà, errata


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