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Gorgonzola
VILLA DEL MAINO-ARRIGONI
Di proprietà dei Marchesi del Maino di Bordoleno, poi degli Oggioni e quindi degli Arrigoni, fu costruita all’inizio del 1800 su un terreno da cui furono ricavati due vasti giardini. É situata perpendicolarmente alla strada, con corte sul lato daccesso. I due giardini sono uno all’inglese e l’altro all’italiana, che si caratterizzano per la presenza e la dimensione di alberi secolari e per una piccola serra. All’interno conserva alcuni soffitti con dipinti. Attualmente è di proprietà privata.
PALAZZO PIOLA
Il Palazzo Policastro Piola ha un atrio a piano terra a tre campate, sale con soffitti a cassettoni al primo piano. La Famiglia Piola è certamente una delle più antiche di Inzago: vanta nei secoli la presenza di militari, ecclesiatici, un famoso matematico (Gabrio Piola) e benefattori. Il palazzo si trova nell’attuale piazza di Vona. La costruzione, attribuibile al secolo XVII (1694), si presenta ancora nella tipica fattura seicentesca malgrado vi siano state apportate aggiunte e modifiche varie. Sono da citare in molti ambienti i soffitti a volte con cassettoni. Il palazzo è stato nel tempo residenza padronale fino agli anni venti quando divenne la sede del municipio e di altri uffici pubblici.
CHIESA DELLA MADONNA DEL PILASTRELLO
La tela raffigura il drammatico momento in cui una donna, caduta in un canale e sul punto di annegare, venne salvata da un uomo prontamente tuffatosi da un ponticello in suo soccorso. Si scorgono sul lato sinistro due donne, sul lato destro la Madonna del Pilastrello, circonfusa di luce, vigilante
sulla scena; sullo sfondo della scena l’edicola votiva all’origine della devozione.
VILLA GNECCHI-RUSCONE
La villa, costruita a partire dal secolo XVII, era la residenza nobiliare della famiglia milanese Franchetti di Ponte, passata in successione a un ramo della famiglia Gnecchi Ruscone che tuttora l’abita. La villa è a due piani con portico a tre campate, due corti interne collegate da un portico e un ingresso barocco. La villa, ubicata in piazza del Comune, è in asse con il Palazzo Piola. Il giardino segue il tracciato della Piazza Maggiore dove si svolgeva un tempo il mercato. Al proprio interno il soffitto è dipinto a cielo. Giuseppe Maria Franchetti fu il fondatore nel 1813 dell’Impresa Generale Diligenze e Messaggerie. Le diligenze effettuavano trasporti non solo in Lombardia (fra Milano e il Veneto), ma anche in tutta l’alta Italia e più oltre fino a Lione e Vienna. La villa non è aperta al pubblico, ma è possibile affittare alcune sale di rappresentanza, la cappella, la serra, la corte nobile e il parco secolare.
VILLA CORNAGGIA - MEDICI
Costruita alla fine del settecento come residenza l’edificio che presenta una forma irregolare, di sviluppa a fianco di un giardino verso la strada con un grande cancello; al suo interno sono da citare dei soffitti con vari dipinti.
VILLA FACHERIS
La villa del XVII secolo ha una facciata eclettica e un cancello in ferro, opera dell’artista Alessandro Mazzucotelli. La villa, che fronteggia Piazza Maggiore, fu rimaneggiata nel XIX secolo ed è oggi vincolata ai sensi della Legge
1089/1939. E’ indubbiamente l’edificio più prestigioso di Inzago per la sua posizione centrale e per il valore architettonico. Costruita nel XVII secolo da una corporazione di Milano, che gestiva un collegio, fu destinata a residenza per le vacanze degli insegnanti. Successivamente la proprietà passò alla famiglia nobili Manzi di Milano e nella seconda metà dell’ottocento ai Facheris, una famiglia di origine spagnola. Sono di fattura ottocentesca il fronte di ingresso e la cancellata in ferro che delimita l’ampio spazio antistante la costruzione. Oggi è la sede della Banca di Credito Cooperativo d’Inzago che ha operato negli anni vari adattamenti e modernizzazioni.
VILLA IMBONATI - BRAMBILLA
La villa è situata nel centro storico del paese in mezzo a caseggiati di vecchia fattura. La costruzione viene fatta risalire alla fine del XVII secolo per opera degli Imbonati. Successivamente, nel 1733, la proprietà fu trasferita alla famiglia Brambilla. Nel 1812 seguì un progetto di ristrutturazione e ammodernamento ad opera dell’architetto Giuseppe Pollak.
CHIESA DI SAN ROCCO
La primitiva costruzione della Chiesa di San Rocco risale al XV e XVI secolo. Intorno al 1600 s’incominciò a costruire una nuova chiesa al cui concorso contribuirono gli stessi abitanti del luogo. Nel 1605, a lavori quasi ultimati, venne in visita il Cardinale Federico Borromeo il quale diede varie indicazioni sulla sistemazione della chiesa. Fu eseguito un affresco sull’ultima cena. Alla morte del Cardinale Federico Borromeo gli successe il Cardinale Monti che concesse ai Confratelli di portare l’abito e di celebrare la messa nella Chiesa di S. Rocco. Nel 1735 iniziarono i lavori di ampliamento su progetto dell’Ingegnere Giuseppe Ferrario che interessarono la volumetria che venne aumentata e l’ingresso principale che fu aperto direttamente sulla piazza. Anche l’interno fu abbellito; parte delle pitture e delle decorazioni scom-
parvero dalla facciata così pure le due nicchie decorate che custodivano le statue di S. Rocco e S. Ambrogio. Nel XVIII secolo le Confraternite furono tutte soppresse e così pure la Chiesa di S. Rocco che passò a tutti gli effetti al patrimonio parrocchiale. Fa da contorno la Parrocchiale “di severa architettura moderna la vasta parrocchiale, ricostruita a spese della tanto benefica marchesa Luigia Castelli”.
CAMMINARE INSIEME A Castellazzo di Bollate
PARTENZA ARRIVO: Villa Arconati LUNGHEZZA: Km. 6,2
START START Inizio percorso
Fine percorso
Punto d’interesse
Parcheggi
Accesso agevole con il passeggino Raggiungibile/percorribile in bicicletta
Accesso autorizzato ai cani
Descrizione
Camminando nei sentieri di Castellazzo si nota subito che il terreno è rossastro, argilloso, con ristagni di acqua. Queste caratteristiche sono tipiche della brughiera, termine che descrive un terreno argilloso, povero di humus e povero di sali, ricco di acidità e di idrossidi di ferro, poco fertile, adatto solo a vegetazione bassa a lenta crescita la bruga, (Calluna vulgaris) comunemente chiamata erica, che nella tarda estate conferisce alla brughiera un bel colore rosa granata. La brughiera è considerata habitat di interesse dall’Unione Europea: quella di Castellazzo è la più meridionale delle brughiere europee. Dal 1976 Castellazzo di Bollate fa parte del Parco delle Groane. Nelle zone boscate crescono querce, betulle, aceri, carpini bianchi, biancospini; robinie, ailanto e ciliegio serotina come infestanti. I boschi di pino silvestre, presenti soprattutto verso Cesate, non sono autoctoni ma messi a dimora dai forestali di Maria Teresa d’Austria nel XVIII secolo nella speranza di rendere coltivabile il terreno argilloso. Nel Parco vivono animali come la volpe, lo scoiattolo, il coniglio selvatico, il picchio rosso maggiore, il ghiro, il gheppio, il gufo. Il territorio è ricco di corsi d’acqua e permette piacevoli e lunghe passeggiate a contatto con una natura incontaminata. Quattro bei laghetti abbelliscono le numerose vie d’acqua presenti nel percorso: la maggior parte sono invasi di proprietà privata di associazioni di pescatori ma anche dalla recinzione il colpo d’occhio è particolarmente piacevole.
PUNTI DI INTERESSE
VILLA ARCONATI
E’ collocata al confine nord del territorio di Bollate, nella frazione di Castellazzo e rappresenta un superbo esempio di barocchetto lombardo. Nei primi anni del ‘600 la villa, il borgo e la piccola chiesa divennero proprietà degli Arconati, che trasformarono la villa in una splendida “piccola Versailles” e dettero grande impulso al borgo contadino, strutturalmente integrato con la villa. Un’elegante cancellata, due ampie rampe d’accesso e un prato con aiuole fiorite valorizzano la maestosa facciata impreziosita da ricca statuaria. Ancora oggi nella villa si possono ammirare splendide sale affrescate con scene mitologiche incorniciate da grandiose architetture trompe-l’oeil, opere dei famosi fratelli Galliari, pittori e futuri scenografi del teatro alla Scala di Milano. Gessi, calchi, bassorilievi e statue marmoree tra cui quella monumentale di Tiberio, detta un tempo di Pompeo Magno, a cui piedi una leggenda narra venne pugnalato Giulio Cesare nel 44 a.C. possono essere apprezzati dai moderni visitatori. Nel 1772 con l’estinzione del ramo Arconati la proprietà passò prima ai Busca, poi ai Sormani e infine alla marchesa Beatrice Crivelli. Nel 1989, molti beni di pregio custoditi all’interno della Villa (arredi, quadri, libri antichi) vennero svenduti all’asta dall’ultimo erede. La Villa è ora sede della Fondazione Augusto Rancilio che si è impegnata in un importante progetto di recupero e riconversione culturale della struttura dopo un lungo periodo di declino.
CHIESA DI SAN GUGLIELMO
Alla sinistra della Villa si trova la piccola Chiesa di San Guglielmo, inglobata nel progetto architettonico della villa. Determinante nella costruzione di una chiesa sull’area di un vecchia cappelletta fu l’arcivescovo San Carlo Borromeo che nella visita pastorale del 1573 né ordinò l’ampliamento e l’ammodernamento.