36. La prima notte
Toronto, 5 giugno 1924. Marion giaceva nuda sotto il lenzuolo bianco. Il tempo era trascorso, un minuto dopo l’altro, un’ora dopo l’altra. La notte era lentamente svanita, ma lei non si era ancora allungata a spegnere la lampada. Fuori la pioggia era cominciata a scendere, gocciolando dagli spigoli acuti della scala antincendio arrugginita dell’ edificio di fronte. La città era satura di ombre, passando lentamente dall’ oscurità alla luce di una giornata plumbea. Gli occhi di Marion registrarono le sfumature di nero e grigio della stanza, le pareti a piombo ed il grande incombente armadio, cercando di scorgere dei colori, magari un accenno di azzurro, ne avrebbe avuto davvero bisogno. Fred non era venuto a letto. Non era accanto a lei. Ecco, se lo ripeteva a voce alta, Fred non era venuto e non aveva dormito accanto a lei. Ed era stata la loro prima notte di nozze. E nel buio liquido dell’ alba guardava scivolare via fino a scomparire il tempo che avrebbero dovuto passare assieme : la prima notte di matrimonio. Nell’edificio di fronte aprirono una finestra. Marion si alzò dal letto e cominciò a rimettersi i vestiti, lisciando le pieghe dell’abito della cerimonia, spiegazzato. Il senso di libertà provato la sera prima nel togliersi gli strati di indumenti talmente aderenti da privarla quasi del respiro ora le sembrava ridicolo. Il corsetto aveva lasciato due segni rossi sopra i fianchi, mentre lo agganciava sul davanti cercava di convincersi che doveva essere successo qualcosa. Si abbottonò il vestito, si allacciò gli stivaletti. Fred la sera prima aveva detto vai in stanza, ti raggiungo subito, bevo un ultimo bicchierino e arrivo, ma non si era fatto vedere tutta la notte. Venne assalita dai ricordi, e dai presagi, forse aveva sbagliato. Il giorno prima era stata una bellissima giornata, ma come era finita? 177