L'isola che c'è

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33. Il Nobel

Toronto, ottobre 1923. La mattina di Venerdì 26 ottobre, intorno alle nove, Banting arrivò nel suo ufficio. Aveva appena cominciato a dare un’occhiata alla posta quando squillò il telefono. Rispose. «Chi sei?» «Sono Roy…» «Che vuoi Roy?» «Dove diavolo stavi… è da ieri sera che ti cerco.» «Perché? Che è successo?» «Hai letto i giornali?» «No.» «Allora sono il primo: congratulazioni Fred! È una cosa incredibile» urlò eccitato. «Calmati e dimmi di cosa parli e cosa c’è scritto sui giornali.» «Tu sei pazzo! Non dirmi che non sai che tu e Macleod avete vinto il Premio Nobel?» «Vai all’inferno!» Attaccò la cornetta e aprì freneticamente il Toronto Star: si, c’era la notizia in prima pagina del Nobel vinto con… Macleod! Proprio con lui… Con Macleod! Il figlio di puttana! Inammissibile!!! La rabbia sovrastava completamente la gioia. Si precipitò all’Università perché voleva dire in faccia a Macleod cosa pensasse di lui. Ma oltre a dirgliene quattro, voleva anche spaccargliela, la faccia. Era la volta buona. Incrociò John Fitzgerard, un collega e caro amico, che vedendolo così alterato lo bloccò, impedendogli di arrivare a mettere le mani addosso all’altro. 161


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