MASSA CARRARA Book Finale

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CAMPIONATO GIORNALISMO

VENERDÌ 3 FEBBRAIO 2012

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Scuola media

«Taliercio» Carrara

Uno zio, un capo, un grande uomo La storia di Giuseppe Taliercio raccontata dalla nipote professoressa — CARRARA —

ABBIAMO intervistato la professoressa Cappè, una delle nostre insegnanti, nonché nipote di Giuseppe Taliercio; ci ha fatto commuovere parlandoci di lui proprio come si parla di uno zio. «Amava fare! Un giocherellone, simpatico e con un soprannome degno delle sue caratteristiche: Pinuccio. Lo zio Pinuccio era lo zio più giovane, stava sempre con noi, i suoi nipoti e, quando d’estate veniva in vacanza a Marina, ricordo che andavamo al mare tutti insieme, al bagno Sirena. Raccontava tante barzellette ed era lo zio che giocava di più con noi: costruivamo castelli, vulcani e razzetti, con lui era divertente tutto!».

INDIMENTICATO Il monumento a Taliercio a Marina di Carrara

«NATO a Marina di Carrara, era il più giovane dei suoi fratelli; la mamma di “zio Pinuccio”, cioè la nonna, aveva fatto solo la seconda elementare ed era rimasta vedova molto giovane e con quattro figli piccoli; aveva trasmesso loro l’importanza della scuola e dello studio per poter affermarsi nella vita e zio Pinuccio ci riuscì: frequentò

il liceo scientifico e poi si laureò in ingegneria, all’università di Pisa, fino a diventare direttore del Petrolchimico di Porto Marghera. Sposò Gabriella, la zia “Lella”, e con lei si stabilì a Mestre. Dal matrimonio nacquero cinque figli». Fu rapito il 20 maggio 1981 dalla Brigate Rosse. L’unica sua colpa fu quella di trovarsi a capo

della direzione del Petrolchimico. Era domenica quando arrivò la notizia alla nipote: «Non mi sembrava che dovesse succedere proprio alla nostra famiglia. Speravamo in una trattativa ma, niente da fare, eravamo convinti che l’avessero sequestrato per un riscatto, ma non fu così. Mia madre e la zia si recarono a “Tele Tosca-

na Nord”, una nota tivvù privata, per un appello: eravamo disposti a tutto per riavere indietro zio Pinuccio ma, dopo 46 giorni di prigionia, lo uccisero. Il corpo fu ritrovato il 5 Luglio 1981. Ricordo la frase che pronunciò mia mamma: ‘Tutto è compiuto’». Per concludere l’intervista, la ‘prof’ ci ha raccontato alcuni episodi della vita dello zio: «Durante la seconda guerra mondiale, Marina era stata “sfollata”, allora Pinuccio, i fratelli e la madre si erano trasferiti a Colonnata. Quando arrivarono, i tedeschi separavano le donne, che venivano salvate, dagli uomini, che invece venivano portati in Germania. Per proteggere suo figlio, la zia lo travestì da donna. In questo modo Pinuccio si salvò, al contrario di un suo amico sedicenne, che fu portato a Berlino e da cui si ricevette soltanto una cartolina, ma poi non se ne seppe più nulla. Aveva molte capacità, era intelligente e i valori in cui credeva erano: la provvidenza, la solidarietà, la cultura, la scienza, la famiglia. Tutti noi desideravamo che il suo ricordo rimanesse vivo».

LA TESTIMONIANZA L’ASSOCIAZIONE SAN VINCENZO DE PAOLI AIUTA CHI NE HA PIU’ BISOGNO

«I poveri sono i nostri padroni, ogni sorriso un gol» — CARRARA —

LA MANIFESTAZIONE Note di solidarietà

TALIERCIO amava fare ma non solo per sé, per lui non esisteva soltanto un ‘io’ ma anche un ‘voi’, un ‘te’, un ‘loro’; era un attivo volontario della San Vincenzo. Dopo l’intervista con la professoressa Cappé, abbiamo ascoltato il signor Mazzoni, presidente della S.Vincenzo de’Paoli. L’associazione, dedicata all’opera di S. Vincenzo de’ Paoli, ha il compito di unire la preghiera all’azione. Il suo intento è di rendere ognuno autosufficiente, e di dare a ciascuno la giusta dignità. E’ una grande famiglia, nata nel 1600, ed agisce capillarmente anche a livello internazionale. «I poveri sono i nostri padroni», così ha commentato il presidente, spiegando

che l’associazione aiuta gratuitamente chi si trova in difficoltà. Solidarietà è la parola fondamentale: uguaglianza tra chi dà e chi riceve. Lo scopo di tutti coloro che aderiscono alla S. Vincenzo è rendere autonoma ogni persona, tramite la solidarietà. Gli occhi di Mazzoni si illuminano mentre descrive il lavoro di tutta una vita. «Cosa prova ad aiutare le persone?»chiede un alunno; lui lo guarda e sorride: «Mi sento come te quando la tua squadra fa goal». Il presidente si mostra gentile con tutti e continua sottolineando: «Non veniamo pagati, questo non è un lavoro, ma uno stile di vita». «La nostra paga è il sorriso della persona aiutata», afferma sereno, poi ci saluta ripetendo: «I poveri sono i nostri padroni!».

LA REDAZIONE Ecco i cronisti in erba della Taliercio: Federica Albani, Monica Bianchi, Michael Biscetti, Isabella Bogazzi, Perla Borghini, Sara Bottari, Brian Brozzo, Giacomo Camilli, Goran Ceccopieri, Joshua Chiarotti, Njcole Diamanti, Teresa Giannarelli, Gianmarco Giovanelli, Matteo Iardella, Eleonora Luna Iovino, Robert Espertin, Daniele Pieroni, Elisabetta Marrucci, Rebecca Moretti, Gianmarco Moretto, Costanza Morotti, Adriana Nistor, Arianna Santini, Caroli-

na Torri, Benedetta Vassallo, Giacomo Andrei, Giorgia Badano, Gabriele Bassi, Andrea Beghè, Sonny Bruzzi, Elena Calevro, Nocolò Coppedè, Noemi, Danesi, Lorenzo Domenichelli, Irene Donnini, Rebecca Fedele, Filippo Grassi, Simona Lieto, Stefano Lo Cicero, Valentina Pedrelli, Gabriele Pezzica, Alessia Piolati, Alessio Raffo, Matteo Ricci, Leonardo Stangoni, Diana Tarasenko, Lorenzo Tonazzini, Robin Vatteroni, Beatrice Venè, Andrea Villano, Alessia

Andrei, Daniele Barattini, Martina Bottici, Matteo Ciampi, Evelina Devoti, Denisa Doda, Federica Donnini, Sara Lorenzini, Chantal Manfredi, Alessio Marciasi, Gaia Marrucci, Emanuela Mustone, Francesca Panizzi, Carlotta Piaggio, Carolina Poggi, Andrei, Stahiie Ioan, Caterina Viaggi. I docenti sono Erica Biglioli, Francesca Costa, Rita Tonarelli, Maria Raffaella Ratti. Dirigente: professoressa Mirella Cocchi.

RIFLESSIONE

Seguiamo le orme di ‘Pinuccio’ — CARRARA —

IN RICORDO di Taliercio è stata eretta una statua a Marina di Carrara, nell’omonimo largo a lui intitolato, in località Paradiso; nel marmo sono scolpiti dei fori, segno delle pallottole che lo uccisero. Portano il suo nome anche la biblioteca del liceo scientifico Marconi di Carrara, il Palasport di Mestre e un’aula dell’università di Padova. Già dal 1982 la nostra scuola è stata intitolata a lui, per ricordare la figura di un uomo che costituisce, soprattutto ai nostri giorni, un modello per i valori che rappresenta. Tra questi emergono la cultura e la solidarietà, ideali che lui ha perseguito per tutta la vita e che noi alunni ci impegniamo a coltivare, seguendo le sue orme. Non sono rare tra noi, compagni di scuola, situazioni in cui ci si aiuta gli uni con gli altri e questa disponibilità si esplica anche al di fuori del nostro ambito scolastico. Recentemente ci è sembrato naturale intervenire a sostegno della popolazione della Lunigiana colpita dall’alluvione, in particolare contribuendo alla ricostruzione della scuola di Aulla, andata distrutta. L’iniziativa, partita dai ragazzi della III A ad indirizzo musicale, è stata subito accolta dalla maggior parte degli alunni dell’Istituto comprensivo Carrara 5. E’ stato così organizzato il concerto “Note di Natale”, che ha permesso, con la collaborazione del comitato genitori, di raccogliere una somma destinata all’acquisto di materiale scolastico, una fotocopiatrice e gli strumenti per il laboratorio scientifico-ambientale, per i nostri amici di Aulla.

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