CASA&CLIMA #100

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www.casaeclima.com Anno XVII I NOVEMBRE-DICEMBRE 2022 I Bimestrale Organo ufficiale Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE ISSN: 2038-0895 INTERVISTA 100 di questi numeri! TRANSIZIONE ECOLOGICA Dal Superbonus alle Comunità Energetiche Rinnovabili DENTRO L’OBIETTIVO Il campus che si smonta WORK IN PROGRESS L’importanza dei materiali SPECIALE BIM Come la digitalizzazione sta cambiando il modo di lavorare EDIFICIO “GALLEGGIANTE”

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PNRR 29

SPECIALE

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TRANSIZIONE ECOLOGICA

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COPERTINA

Comitato consultivo Carla Tomasi (Finco)

Angelo Artale (Finco)

Giorgio Albonetti (Quine)

Comitato scientifico Dario Amici (Assoroccia)

Antonio Arienti (Aif)

Alfio Bonaventura (Aifil)

Cesare Boffa (Fire)

Sergio Fabio Brivio (Finco)

Francesco Burrelli (Anaci)

Paolo Cannavò (Fecc)

Innocenzo Cipolletta (Aifi)

Italo Cipolloni (Anisig)

Daniela Dal Col (Anna)

n. 100 novembre-dicembre 2022 www.casaeclima.com

Caterina Epis (Fondazione Promozione Acciaio)

Emilio Fadda (Ansag)

Guido Faré (Unicmi)

Nicola Antonio Fornarelli (Acmi)

Roberto Frassine (Assocompositi)

Fabio Gasparini (Assites)

Gabriella Gherardi (Aises)

Hans Paul Griesser (Ancca)

Iginio Lentini (Union)

Giuseppe Lupi (Aipaa)

Luca Marzola (Zenital)

Laura Michelini (Anfit)

Aurelio Misiti (Cnim)

Fabio Montagnoli (Pile)

Francesco Morabito (Assografene)

Daria Pasini (Archeoimprese)

Marco Patruno (Fisa)

Massimo Poggio (Fias)

Giuseppe Riello (Afidamp)

Walter Righini (Fiper)

Kristian Schneider (Ari)

Rosi Sgaravatti (Assoverde)

Angelo Sticchi Damiani (Aci)

Daniele Succio (Anipa)

Paolo Taglioli (Assoidroelettrica)

Eleonora Testani (Ancsa)

Redazione Giorgio Albonetti | Direttore Responsabile Silvia Martellosio | Coordinamento Editoriale s.martellosio@lswr.it - Cell. 349.1801063

Collaboratori Assocaaf, Massimo Bosetti, Antonio Coschignano, Fondazione Promozione Acciaio, Davide Gigli, Bryan Greguol, Davide Luraschi, Vanessa Martina

Pubblicità Costantino Cialfi | Direttore Commerciale c.cialfi@lswr.it - Cell. 3466705086 Elena Genitoni | Ufficio traffico e.genitoni@lswr.it

Servizio abbonamenti abbonamenti.quine@lswr.it - Tel. 02.864105 Abbonamento annuale (6 fascicoli): 40 € Costo copia singola: 2,30 € (presso l’Editore)

Produzione Antonio Iovene | Procurement Specialist a.iovene@lswr.it - Cell. 349.1811231

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Testata associata

IN QUESTO NUMERO 100 NOVEMBRE-DICEMBRE 2022 33 56
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Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE 100 di questi numeri! TRANSIZIONE ECOLOGICA Dal Superbonus alle Comunità Energetiche Rinnovabili DENTRO L’OBIETTIVO campus che si smonta WORK IN PROGRESS L’importanza dei materiali SPECIALE BIM Come la digitalizzazione sta cambiando modo di lavorare EDIFICIO “GALLEGGIANTE” SERVIZIO A PAGINA 50 IN
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NOVITÀ PRODOTTI
TECH
EVENTI
PARTI DI CITTÀ CHE RINASCONO: IL FOCUS A URBANPROMO a cura di Urbanpromo INTERVISTA
100 DI QUESTI NUMERI! di Silvia Martellosio
LE SCUOLE SICURE CHE TUTTI VORREMMO di Massimo Bosetti e Davide Luraschi
BIM
COSA BISOGNA SAPERE SUL BIM? di Marzia Bolpagni
LA RIVOLUZIONE DEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI di Patrizia Ricci DENTRO L’OBIETTIVO
EDIFICIO “GALLEGGIANTE” CON TETTO A SBALZO a cura della redazione
IL CAMPUS CHE SI SMONTA di Fondazione Promozione Acciaio WORK IN PROGRESS
RIQUALIFICAZIONE E RISANAMENTO DI UN EDIFICIO ANNI ’50: L’IMPORTANZA DEI MATERIALI di Davide Gigli
DAL SUPERBONUS ALLE COMUNITÀ ENERGETICHE RINNOVABILI di Vanessa Martina CONSULENZA FISCALE 74 COMUNICAZIONE IN CCIAA DEL TITOLARE EFFETTIVO a cura di Assocaaf CARO ENERGIA 76 FOTOVOLTAICO INDUSTRIALE, DISPONIBILITÀ DI MATERIALI E NOLEGGIO OPERATIVO di Antonio Coschignano RINNOVABILI 77 IL MERCATO DELL’ENERGIA IN LIBIA di Bryan Greguol
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Le fiere sono ancora (più) strategiche (quelle qualificate naturalmente...)

FINCO ha deciso di patrocinare l’edizione 2023 di Made Expo

Abbiamo più volte sostenuto che il “Made in Italy” – e l’export in generale – è uno dei pochi punti saldi (termine quanto mai adatto...) dell’economia del nostro Paese. In questo senso, sono importanti sia le operazioni che gli scambi con l’estero delle nostre imprese, sia il recupero, a livello nazionale, di quella centralità fieristica nel settore delle costruzioni che ha rappresentato per tanti anni un valore per l’economia italiana.

È per questo che FINCO (insieme a Federbeton, Federlegno e Unicmi) ha deciso di patrocinare ME 2023, l’edizione del nuovo Made Expo che – dal 15 al 18 novembre –vedrà due Saloni altamente specializzati: costruzioni e involucro.

Come noto, FINCO rappresenta un vasto campo di imprese specialistiche e superspecialistiche del settore delle costruzioni, inteso nel senso più ampio e non solo in relazione all’edilizia; “campo” non adeguatamente valorizzato sotto il profilo del brand e consistente, talvolta, in comparti di eccellenza industriale poco raggiunti da promozioni e visibilità di vario ordine e grado.

Perché partecipare alle fiere?

Il recupero della centralità fieristica italiana a livello di partecipazione è, come detto, necessario, in particolare in questa fase perché:

■ ancora oggi durante le fiere vengono concluse transazioni commerciali per miliardi di euro;

■ quasi il 50% delle esportazioni scaturisce da contatti originati dalla partecipazione alle manifestazioni fieristiche;

■ circa il 75% delle imprese (dati ICE) vede nella fiera (reale e non virtuale nel nostro caso) uno strumento fondamentale per il proprio sviluppo, utile al contatto diretto con il mercato e alla comunicazione della specifica competenza aziendale.

In questo senso, ME 2023 si attiverà, tra l’altro, per:

■ il coinvolgimento di giornalisti delle più importanti testate di settore e architetti esteri di importanti studi di progettazione e interior design;

■ una Conferenza Stampa Internazionale di lancio;

■ un incoming che interessi tutto il periodo della manifestazione, coinvolgendo gli operatori in un intenso programma di incontri con le imprese italiane presenti in fiera ed eventuali visite aziendali presso gli stabilimenti produttivi.

L’estero in Italia: una necessità Attualmente FINCO, grazie al Progetto CaseItaly e con il supporto ICE, ha operato soprattutto verso il mercato estero; in particolar modo è stata presente a Barcellona, Casablanca, Dubai, Norimberga, Parigi, Poznan, Stoccarda e, a breve, Nairobi e nuovamente a Dubai.

ANGELO ARTALE, Direttore Generale Finco
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MADE EXPO 2023

“Work for progress” (lavorare per il progresso) è il claim della manifestazione per rappresentare la visione di futuro che si ha del settore. La fiera si articolerà in due Saloni. Il Salone Costruzioni sarà incentrato su: sistemi costruttivi e soluzioni per strutture e infrastrutture; attrezzature per la sicurezza e il cantiere; proposte per la riqualificazione energetica, l’isolamento termico e il comfort; materiali e finiture per l’architettura d’interni; soluzioni per l’integrazione tra edificio e impianto.

Il Salone Involucro, invece, si concentrerà su serramenti, finestre e porte; facciate e coperture; componenti e accessori; macchine per la produzione di serramenti; vetro; chiusure e soluzioni per l’oscuramento e l’automazione; outdoor, protezioni solari e antiinsetto.

ME 2023 si rivolgerà a una platea italiana e internazionale composta da progettisti, tecnici, imprese di costruzione e manutenzione, serramentisti, artigiani, rivenditori e distributori, grossisti, studi professionali e showroom , rappresentanti della pubblica amministrazione e delle associazioni di categoria, scuole e università.

Nuova vita anche per gli Award che, passando per una mostra dedicata,

Ma non avrebbe senso promuovere gli scambi solo all’estero e non in Italia. La manifattura italiana nel settore in questione rappresenta un’eccellenza che va valorizzata.

La sua crescita di produttività è stata marcatissima e, in questo periodo di crisi, ha controbilanciato il non altrettanto esaltante andamento degli altri settori, portando la ripresa italiana nel 2021 al 6.5%. Occorre dare respiro e sviluppare queste capacità. È necessario non solo che le nostre imprese vadano all’estero, ma che l’estero venga da noi.

assegneranno un riconoscimento alle aziende più innovative nell’ambito dei Saloni, con uno spazio speciale per le novità sostenibili. I premi – tra cui un riconoscimento specifico per le startup – saranno assegnati da una giuria tecnica e dalle migliaia di follower che seguiranno la manifestazione sui canali social

Una serie di roadshow sul territorio, in programma a partire dal prossimo autunno, fornirà agli operatori e ai professionisti spunti e contenuti sulle novità del settore, con particolare riferimento ai progetti attivati grazie al PNRR e al Programma nazionale per la qualità dell’abitare (PINQUA).

Del resto, il nostro debito pubblico si avvicina al 150%, con tutte le conseguenze – anche in termini di spread e di tensione finanziaria – che ciò comporta. Un fardello che riusciamo, almeno in parte, a controbilanciare con l’export. In un passo fondamentale delle considerazioni finali del Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, viene affermato: “La posizione netta sull’estero è robusta. I produttori italiani competono con successo sui mercati di sbocco…”.

L’accordo FINCO-Made vuole fortificare questa direzione, che è la migliore possibile per il nostro Paese.

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Pompe di calore ibride controllabili da remoto

Mitsubishi Electric presenta due novità nella famiglia Ecodan Multi (PXZ-4F75VG e PXZ-5F85VG), la serie di pompe di calore ibride aria/aria, aria/acqua che fonde i vantaggi della pompa di calore idronica e i benefici di un sistema multisplit. Particolarmente adatte per gli edifici di nuova costruzione, le pompe di calore sono un modello full electric “ibrido” capace di unire in un’unica macchina il comfort tipico delle soluzioni ad acqua insieme alla massima efficienza energetica e i ridotti consumi della climatizzazione a espansione diretta. Le novità della famiglia Ecodan Multi vantano la possibilità di dialogare con un’ampia gamma di unità interne dell’azienda giapponese, oltre che una facilità di installazione unica nel suo genere poiché è necessario il collegamento a una sola unità esterna, riducendo così i tempi di realizzazione dell’impianto, ma anche le opere murarie richieste per l’installazione del sistema. Disponibili in due taglie: il modello PXZ-4F75VG da 7,5 kW consente di collegare un massimo di 4 unità interne (1 idronica + 3 a espansione diretta), mentre il modello PXZ-5F85VG da 8,5 kW permette di aggiungere un massimo di 5 unità interne (1 idronica + 4 a espansione diretta). In termini di performance , invece, le due pompe di calore garantiscono allo stesso tempo non solo riscaldamento in classe A++ e raffrescamento, ma anche la produzione di acqua calda sanitaria in classe A+. Comfort, silenziosità e funzionalità sono garantiti fino a -20 °C e la temperatura acqua in mandata fino a 55 °C permette di adattarsi a ogni configurazione impiantistica. Il sistema può essere controllato sia in locale che da remoto tramite la piattaforma MelCloud: con un dispositivo mobile l’utente è in grado di regolare la temperatura in ogni singola stanza, comandare l’acqua calda sanitaria e monitorare i consumi energetici.

it.mitsubishielectric.com

Termocamera mobile wireless

Teledyne FLIR, parte di Teledyne Technologies Incorporated, ha annunciato il lancio di FLIR One® Edge Pro, termocamera wireless per dispositivi mobili. La nuova termocamera offre la massima flessibilità per le ispezioni termiche perché, a differenza dei modelli precedenti, non ha bisogno di essere collegata fisicamente a un dispositivo mobile e non prevede modelli separati per diversi sistemi operativi.

Design flessibile, ma robusto

Flir One Edge Pro, conforme “RESNET” e con grado di protezione IP54 , è dotata di una clip a molla che consente agli operatori di agganciare la termocamera a molti tipi di telefoni cellulari e tablet. Grazie alla connessione combinata Bluetooth e WiFi, gli utenti possono utilizzare Edge Pro fino a 30 metri di distanza dal proprio dispositivo mobile, con tutta la flessibilità necessaria per ispezionare efficacemente luoghi difficili da raggiungere o lavorare in ambienti che richiedono distanze maggiori per garantire la sicurezza dell’operatore.

La qualità e l’elaborazione delle immagini permettono di produrre risultati efficaci, grazie alla combinazione di una fotocamera e di una termocamera radiometrica Lepton® con risoluzione 160×120. Le immagini vengono riunite tramite MSX®, insieme a VividIRÔ, che combina più fotogrammi per ottenere un’immagine finale più nitida. La funzione brevettata di miglioramento dell’immagine MSX sovrappone i dettagli dei contorni della telecamera visibile all’immagine termica senza compromettere i dati termici, fornendo così un contesto e una chiarezza maggiori per facilitare il processo decisionale. Edge Pro è inoltre dotata di una batteria di maggiore durata rispetto alle precedenti generazioni Flir One e di un indicatore di autonomia facilmente riconoscibile. Queste caratteristiche la rendono ideale per le ispezioni più prolungate, come il risanamento in caso di calamità, le ispezioni in abitazioni, i controlli energetici e la diagnostica delle apparecchiature industriali.

Elaborazione immagini e reportistica

Per lo storage in cloud, l’elaborazione delle immagini e la creazione di report, Edge Pro impiega una potente suite di software Teledyne Flir, tra cui Tools Mobile , Ignite cloud e il software desktop FLIR Thermal Studio. Questi strumenti permettono agli utenti di condividere facilmente le immagini termografiche acquisite da Edge e di integrarle alla perfezione in rapporti professionali. Inoltre, gli sviluppatori di app possono accedere all’SDK (Software Development Kit) Flir One per creare app personalizzate da utilizzare esclusivamente con Flir One Edge Pro. www.teledyneflir.com

NOVITÀ PRODOTTI
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L’acqua è il bene più prezioso

Tropea S è progettata all’insegna della tutela delle risorse idriche. Può utilizzare soltanto 4 litri d’acqua per un risciacquo completo. Per fare un semplice paragone con le cassette tradizionali con scarico da 9 litri, una famiglia di 4 persone può risparmiare fino a 72 litri al giorno: stiamo parlando, in un anno, di oltre 26.000 bottiglie d’acqua da 1 litro!

Scegliendo Tropea S, puoi installare Ariapur. Grazie all’aspirazione combinata dal vaso WC e dall’ambiente, cattivi odori e umidità non saranno più un problema!

TROPEA
S
www.valsir.it
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Sistemi per porte in alluminio che coniugano funzionalità e design

Un connubio di comfort, design e funzionalità: con le soluzioni per porte in alluminio Schüco gli ingressi sono parte integrante dell’architettura degli edifici, sia in ambito residenziale che commerciale, definendo l’estetica dei progetti e offrendo la massima accessibilità in piena sicurezza. Il nuovo sistema Schüco ADS 65 HD Gen2 (dove HD sta per Heavy Duty e 65 indica la profondità costruttiva di 65 mm) rappresenta la nuova generazione dei sistemi per porte in alluminio. Soluzioni evolute e affidabili, caratterizzate da elevati livelli di resistenza agli agenti atmosferici e isolamento termico, progettate in ogni dettaglio per garantire la migliore stabilità anche in caso di utilizzo intenso e ripetute sollecitazioni. Il sistema è improntato a un’estrema semplicità di utilizzo: la soglia a filo pavimento, per esempio, consente un accesso senza barriere a tutti gli utenti, dagli anziani ai bambini, alle persone diversamente abili e il drenaggio dell’acqua di superficie integrato nel sistema ne preserva le performance di tenuta. Grazie al nuovo sistema di guarnizioni centrali, Schüco ADS 65 HD Gen2 soddisfa le esigenze in termini di resistenza agli agenti atmosferici. In combinazione con la battuta di finecorsa integrata nel listello isolante, può raggiungere un valore di permeabilità all’acqua fino a 300 Pa di pressione (Classe 7A), la classe 3 di permeabilità all’aria e la classe C2 di resistenza al carico del vento. Anche il bilancio energetico del sistema a guarnizione centrale è notevole, grazie alle ampie camere isolanti con valori U(d) inferiori a 1,4 W/(m2K).

Grazie a solidi profili in alluminio, alla presenza di particolari componenti di protezione a scomparsa e a precise regole di lavorazione tutti i prodotti Schüco sono progettati per garantire ottima durabilità nel tempo e agli agenti atmosferici. In più, per ottenere il massimo della sicurezza, il controllo accessi può avvenire anche tramite biometrica, integrando il lettore di impronte digitali Schüco Fingerpint Easy , che si integra direttamente nei profili delle porte Schueco. In questo modo non sarà più necessario sostituire la serratura in caso di chiavi perse o rubate. Grazie ai contatti interni al relè, inoltre, il sistema offre protezione anche contro tentativi di sabotaggio: una soluzione ideale in contesti residenziali di ampie dimensioni o di uffici privati con ingressi riservati.

Compatta e silenziosa

Bosch Termotecnica annuncia la nuova pompa di calore aria/acqua Compress 3400i AWS disponibile sul mercato italiano a partire dalla metà del 2023. Particolarmente compatta e silenziosa, Compress 3400i AWS è la nuova soluzione per il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione di acqua calda sanitaria a basso impatto ambientale, adatta sia per le nuove costruzioni sia per la ristrutturazione di villette

Per facilitare il contenimento dei costi di fabbricazione e favorire la rapidità di installazione da parte dei serramentisti, Schüco ADS 65 HD Gen2 prevede processi di lavorazione e montaggio praticamente identici a quelli del collaudato sistema di porte di prima generazione ADS 65 HD. Un aspetto fondamentale per efficientare i processi, parte integrante del costante impegno di Schüco nel supportare attivamente i propri partner La piena compatibilità con i sistemi per finestre e facciate in alluminio Schüco offre flessibilità in termini di soluzioni applicative, impieghi e progetti, con la possibilità di realizzare molteplici design e combinazioni personalizzate. www.schueco.com

mono e bifamiliari. Temperature di mandata fino a 60 gradi, quattro diverse taglie da 4 a 10 kW e classe di efficienza energetica di riscaldamento “a bassa temperatura” A+++, la pompa di calore è ancora più sostenibile grazie all’uso del refrigerante R32. Oltre alle nuove unità esterne, Compress 3400i AWS offre tre diversi modelli di unità interne per rispondere alle diverse esigenze domestiche. Con un’altezza di 1,80 metri, la variante a basamento con bollitore integrato da 190 litri, è l’unità interna più grande. L’unità interna murale elettrica per sistemi monoenergetici con resistenza elettrica integrata garantisce grande flessibilità di applicazione con varie soluzioni di accumulo. I clienti che invece optano per l’unità interna murale ibrida possono facilmente abbinarla ad altri generatori di calore come una caldaia a condensazione. La variante ibrida è, inoltre, disponibile in due modelli: la versione HC3400iAW compatta con compensatore idraulico integrato da abbinare alle taglie di unità esterna da 4, 6 e 8 kW, e la versione CS3400i AWS B in abbinamento all’unità esterna da 10 kW. Grazie al modulo Internet K30 RF, disponibile come accessorio, la nuova Compress 3400i AWS può essere controllata in modalità wireless tramite il WiFi di casa utilizzando l’app dedicata HomeCom Easy. In questo modo è possibile gestire anche da remoto i parametri di riscaldamento, raffrescamento e produzione di acqua calda sanitaria e visualizzare i consumi. Dal punto di vista dell’installazione, risulta particolarmente agevole grazie al peso ridotto e alle dimensioni compatte delle unità esterne che presentano un unico ventilatore per tutte le taglie. www.bosch.it

NOVITÀ PRODOTTI
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freeAir: ventilazione on demand

Grazie agli otto sensori di serie, bluMartin freeAir è in grado di modificare in continuo le portate di rinnovo, garantendo un’eccellente qualità dell’aria interna

Gestione dell’umidità e della qualità dell’aria sono ormai elementi imprescindibili per avere abitazioni confortevoli. Gli impianti di ventilazione meccanica sono senza dubbio lo strumento strategico per raggiungere tali obiettivi. Ma come vengono gestiti gli impianti? Gli utenti sono in grado di variare in modo adeguato le portate delle macchine durante la giornata?

Molto spesso le VMC vengono lasciate a una portata fissa che può risultare inadeguata. Se troppo bassa vi è rischio che ristagni aria umida e viziata; se troppo elevata si creano problemi di eccessiva secchezza dell’aria. L’impianto bluMartin freeAir supera tale criticità con la “demand ventilation”, ovvero la ventilazione al bisogno. Grazie agli otto sensori di serie è in grado di modificare in continuo le portate di rinnovo, garantendo un’eccellente qualità dell’aria interna.

In particolare, freeAir100 è dotata di quattro sensori di temperatura (interna, esterna, esausta e di mandata), due sensori di umidità relativa (interna ed esterna), un sensore di pressione atmosferica e uno di anidride carbonica. L’unità di trasferimento interna freeAirPlus ha anche il sensore VOC. L’intelligenza della macchina è in grado di elaborare in continuo i dati e di modificare le portate in base al fabbisogno reale. Ciò comporta i seguenti vantaggi:

• aria di eccellente qualità quando serve; • mantenimento di livelli ideali di umidità interna; • riduzione del consumo di elettricità; • miglioramento dell’efficienza dello scambiatore; • prolungamento della durata dei filtri; • riduzione automatica della ventilazione in situazioni di caldo afoso; • gestione automatica del bypass estivo.

Tutti i dati sono monitorabili tramite PC (con cavo USB) e online tramite il portale dedicato freeAir Connect che comprende anche il servizio di mail alert gratuito.

www.ventilazionecasa.it

HDS s.r.l. via Piave 24/E 31031 – Caerano di San Marco (TV) Tel. 0423-65 11 59 info@ventilazionecasa.it www.ventilazionecasa.it

VMC INFORMAZIONE DALLE AZIENDE

Cassetta idronica con layer di luce led integrato

Galletti ha presentato il suo ultimo prodotto, progettato internamente dalla sua Advanced Design Unit , EFFETTO AirClissi. Alla base di questa nuova creazione la volontà di elevare il concept di cassetta idronica a un livello estetico maggiore così da creare una maggiore interazione emozionale tra un elemento “tecnico” e l’ambiente da climatizzare.

Il layer di luce led

Il terminale integra all’interno del modulo di aspirazione aria a effetto Coandā , un sottile layer di luce led, studiato appositamente per esaltare al massimo lo stile dell’ambiente in totale sinergia con i dispositivi di illuminazione principali. EFFETTO AirClissi, infatti, permette di regolare l’intensità luminosa del terminale idronico a proprio piacimento per adattarsi al meglio alle esigenze estetiche, indipendentemente dalle regolazioni di comfort climatico in uso. I moduli luminosi, disponibili nella colorazione calda 3000 K e in quella neutra 4000 K, possono essere modulati sia attraverso il controllore a microprocessore EVO di Galletti, sia tramite l’applicazione Casambi (scaricabile su qualsiasi smartphone). Anche attraverso l’uso dei materiali Galletti ha voluto differenziare la sua nuova proposta in modo inedito per il settore. Tra i protagonisti del nuovo terminale EFFETTO AirClissi di Galletti troviamo, infatti, il Dibond®: un materiale composto da una lastra con struttura a sandwich costituita da due lamine di alluminio che, oltre ad avere un’ottima tenuta alla formazione della condensa, ha consentito all’Advanced Design Unit di sviluppare il design lineare e pulito dell’oggetto e di offrire agli utilizzatori

tre differenti soluzioni cromatiche: Grey (con rivestimento in alluminio naturale spazzolato), White (bianco RAL 9010) e Black (nero RAL 9005). Il modulo si abbina alla tecnologia Acqvaria di Galletti ed è stato concepito per garantire il massimo comfort. Grazie alla tecnologia dell’effetto Coandā , il lancio dell’aria è stato ottimizzato attraverso simulazioni fluidodinamiche computazionali (CFD), validate anche dalle prove sperimentali effettuate nei laboratori Galletti e la speciale geometria dei convogliatori consente al getto d’aria di lambire il soffitto e le pareti senza mai investire direttamente le persone diventando la soluzione ideale nelle installazioni in ambito light commercial , uffici e hotel. www.galletti.com

Tubazioni flessibili preisolate per il trasporto di fluidi negli impianti

Microflex di Watts è il sistema di tubazioni flessibili preisolate per il trasporto di fluidi negli impianti di riscaldamento, raffrescamento centralizzato e per l’acqua sanitaria e potabile. Adatto a molteplici applicazioni, sia in singole strutture residenziali che in grandi impianti di teleriscaldamento, Microflex permette il trasporto interrato di fluidi caldi, in impianti centralizzati di riscaldamento con temperatura di picco fino a 95 °C, e di fluidi freddi (acqua potabile, alimentazione impianti industriali). Può anche essere utilizzato per gli impianti di climatizzazione.

I vantaggi di Microflex Prima di tutto grazie al peso contenuto e all’alta flessibilità le tubazioni Microflex sono facilmente installabili e consentono all’installatore di realizzare lunghe tratte e di superare con agilità eventuali ostacoli, creando curve e cambi di direzione senza utilizzare raccordi o giunti. Inoltre, questa gamma di prodotti è stata progettata per essere interrata: flessibilità e dimensioni compatte riducono lo spazio di scavo a vantaggio di tempi e costi di installazione.

Le tubazioni preisolate sono costituite da tubi in PEX-a reticolato conformi alle norme DIN 16892/16893 e ISO 15875. L’ampio strato di isolamento in espanso di polietilene reticolato a cellule chiuse mantiene nel tempo il grado iniziale di isolamento termico, mentre la guaina esterna – in corrugato di polietilene ad alta densità – ha la doppia funzione di assicurare una protezione da agenti esterni e garantire un’ottima flessibilità.

Il tubo Microflex HP

Il tubo Microflex HP è utilizzato per il collegamento di pompe di calore esterne come, per esempio, quelle aria-acqua monoblocco. Il design intelligente di Microflex HP riunisce i tubi di mandata e ritorno per il riscaldamento/raffrescamento con due tubi corrugati per i cavi di alimentazione di rete e di comando nella stessa guaina esterna. I tubi corrugati vuoti consentono il passaggio sicuro dei cavi. In ragione del peso contenuto, dell’estrema flessibilità e solidità, questa soluzione consente una posa facile e rapida, anche in presenza di ostacoli o di condizioni disagevoli. Il sistema di tubazioni preisolate Microflex è composto da un tubo di servizio isolato termicamente e rivestito da una guaina protettiva a “camera chiusa” in polietilene ad alta densità (HDPE) resistente ai raggi UV e realizzata secondo il principio della “camera chiusa” per proteggere dagli urti il tubo interno e il materiale isolante. Le nervature della guaina esterna corrugata, inoltre, sono completamente chiuse rendendo così impossibile l’ingresso dell’acqua in caso di danneggiamento della parete esterna. wattswater.it

NOVITÀ PRODOTTI
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con il minimo ingombro

La nuova serie di apparecchi di ventilazione a tetto, per aria immessa, aria di ricircolo e aria miscelata, garantisce la massima flessibilità per la climatizzazione ottimale di grandi ambienti, completando la gamma di sistemi di climatizzazione decentralizzati Hoval per grandi ambienti. Montaggio e manutenzione vengono effettuati dal tetto. Le unità installate a tetto Hoval TopVent® sono appositamente concepite per soddisfare i requisiti previsti dai moderni ambienti di grandi dimensioni con destinazione commerciale, produttiva e logistica. Le sei versioni dei nuovi apparecchi a tetto, per aria di ricircolo o di mandata per riscaldamento e/o raffrescamento, con aria di ricircolo, di miscelazione o aria esterna, ciascuna delle quali disponibili in due fasce di potenza, soddisfano tutti i possibili requisiti per una climatizzazione ideale di grandi ambienti. Combinando differenti tipi di apparecchi, il sistema decentralizzato può essere dimensionato in modo ottimale e risultare così estremamente economico nell’esercizio. La regolazione di differenti apparecchi, articolata a zone, con modalità di funzionamento combinabili in modo flessibile, consente di soddisfare anche le esigenze più complesse in fatto di orari lavorativi e temperature. L’Air-Injector integrato garantisce, inoltre, una diffusione ottimale dell’aria e una bassa stratificazione della temperatura.

Manutenzione e montaggio dal tetto Gli apparecchi vengono interamente montati dal tetto sui relativi zoccoli prefabbricati e in aperture appositamente predisposte. Tutti i componenti soggetti a manutenzione sono accessibili dal tetto e non è quindi necessario accedere dall’interno del grande locale sottostante. Tutti gli interventi di assistenza e manutenzione possono quindi essere eseguiti senza compromettere l’infrastruttura e i processi di lavoro all’interno degli ambienti. Solamente il collegamento elettrico e idraulico dell’apparecchio deve avvenire dall’interno.

Personalizzazione di grandi locali I sistemi di climatizzazione per grandi ambienti di Hoval® sono concepiti come soluzioni personalizzate, indipendenti energeticamente e liberamente scalabili. Si possono progettare velocemente e con facilità e si integrano in modo ottimale in qualsiasi ambiente, senza dover effettuare interventi edilizi di grande entità. Gli apparecchi decentralizzati vengono installati in posizioni scelte accuratamente, in modo da garantire le migliori condizioni climatiche possibili all’interno dei grandi ambienti. Hoval® accompagna i clienti lungo l’intero ciclo di vita dell’impianto: dalla progettazione, alla fase di esercizio, fino alla sua modernizzazione.

www.hoval.it

SCEGLI IL RISPARMIO ENERGETICO

Dall’idea di risparmio energetico, comfort e benessere è nato originariamente in Roverplastik il concetto di monoblocco come elemento di integrazione e continuità tra l’involucro ed il serramento.

www.roverplastik.it

Ventilazione
tetto per la climatizzazione di grandi ambienti

Un’app che agevola i CEO nella gestione della propria PMI

In uno scenario globale sempre più complesso e competitivo, in cui dominare l’ingente mole di informazioni, Thauma diventa un asset indispensabile. Si tratta del primo assistente digitale di business management con design e user experience Pininfarina e tecnologia Microsoft che semplifica la vita dei CEO delle Piccole e Medie Imprese. Frutto di uno sviluppo lungo due anni, è un software che lavora in piena sinergia con i sistemi ERP delle aziende: raccoglie tutti dati, li elabora in tempo reale attraverso l’intelligenza artificiale e restituisce – tramite una dashboard intuitiva disegnata da Pininfarina – oltre 300 KPI aziendali, ossia indicatori che riflettono i fattori critici di successo dell’azienda e che permettono di misurare i risultati conseguiti. Per l’Amministratore Delegato questo significa avere, in ogni momento, luogo e in poco tempo, il timone della propria azienda in un palmo di mano, con la possibilità di consultare i dati di andamento aziendale, estrapolando quelli più significativi e confrontandoli con quelli dei competitor. La semplicità di utilizzo e la conoscenza incorporata portano a un risultato di grande valore: uno strumento che non esiste sul mercato e che definisce una nuova categoria di software: la Digital Performance Intelligence. Se ne sono accorti anche in Microsoft, partner i cui ERP (Microsoft Navision e Business Central) sono compatibili con il modulo Thauma. Non solo, la tecnologia del loro cloud Azure permette di salvare i dati raccolti da Thauma in estrema sicurezza. Thauma è una piattaforma orgogliosamente Made in Italy che incorpora Business Intelligence , ERP, servizi cloud e intelligenza artificiale. Nasce dall’esperienza di Kauri (ex Corvallis), azienda specializzata nello sviluppo di servizi digitali a sostegno delle imprese, potenziata dal contributo di partner leader dei propri settori come Pininfarina e Microsoft, e collaborazioni strategiche, tra cui l’Università di Bolzano e Fraunhofer Italia. www.thauma.com

Impianti HVAC monitorati da remoto con un sistema di IAQ

I sistemi di trattamento aria aspirano grandi quantità di aria dall’esterno e le introducono negli edifici: il particolato può così accumularsi negli apparati e contaminarli, nonostante la presenza di filtri. In tal senso, Alisea potenzia le performance di Remotair®, il sistema di monitoraggio da remoto degli impianti HVAC, con l’introduzione di nuove feature , tra cui figura un apposito sensore per la rilevazione del PM. In dettaglio, Remotair® esegue il controllo in continuo delle unità di trattamento aria e delle condotte, grazie a un nucleo di Intelligenza Artificiale Cloud-based e all’utilizzo di dispositivi avanzati per la registrazione puntuale dei parametri microclimatici e di eventuali anomalie. In aggiunta, mediante l’elaborazione di immagini ad alta risoluzione, è in grado di determinare la quantità di polveri presenti delle superfici interne e di inviare un alert qualora il limite di 0,75 mg/100cm2, definito dallo Standard NADCA ACR 2013, venga superato. Al fine di rendere la sorveglianza di Remotair® ancora più completa e performante, Alisea ha implementato la soluzione con sensori dedicati alla rilevazione dei due PM. Inoltre, su richiesta, è possibile monitorare anche PM1 e PM4. Il sistema invierà quindi una segnalazione al raggiungimento di determinate soglie, preimpostate direttamente dall’utilizzatore. Tra le nuove funzionalità, degna di nota anche l’apposita sezione del portale multipiattaforma online, accessibile da PC, tablet e smartphone , che consente all’utente di personalizzare autonomamente uno o più device Remotair®, in funzione delle esigenze. Inoltre, per assicurare la massima sicurezza e affidabilità, i software alla base di Remotair® sono stati sviluppati mediante Amazon Web Services (AWS), il provider di servizi cloud più avanzato e diffuso al mondo. Avvalersi delle tecnologie avanzate di AWS rappresenta un importante plus in termini di scalabilità e flessibilità, poiché semplifica le attività, da quelle più basic , come lo storage , fino a quelle più complesse relative all’Internet of Things e all’Intelligenza Artificiale. aliseaitalia.com

NOVITÀ PRODOTTI
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Spark One e Spark Two: nuovo business district a Milano

Saint-Gobain ha contribuito alla realizzazione delle facciate continue con vetrate isolanti e alla costruzione di pareti interne a secco, leggere e performanti

Spark Business District è un innovativo complesso architettonico che rientra in un ampio progetto di rigenerazione urbana a destinazione mista che negli ultimi anni ha coinvolto il nuovo quartiere milanese di Santa Giulia. Sviluppati su di una superficie totale di circa 52.000 metri quadrati, i due immobili denominati Spark One e Spark Two sono frutto di un lavoro integrato tra urbanistica, analisi dei flussi, disegno degli spazi esterni e architettura, grazie a un progetto ideato per creare ambienti in grado di favorire la socialità e donare una nuova identità all’area. Spark Business District è, inoltre, progettato per rispondere ai più elevati standard di qualità Leed e Well – Spark One ha ottenuto la certificazione Leed CS Platinum – intercettando

le esigenze emerse dopo la pandemia e le tendenze più all’avanguardia in termini di sostenibilità e di risparmio energetico.

PANNELLO IN VETRO A CONTROLLO SOLARE

Una delle richieste progettuali prevedeva l’installazione di facciate continue con vetrate isolanti a controllo solare e a elevate prestazioni in termini di selettività e di trasmissione luminosa. Saint-Gobain Italia ha rispettato la richiesta con la posa di sistemi per vetrate a controllo solare COOL-LITE® XTREME 60/28 II e COOL-LITE® SKN 176 II, contraddistinti da alti valori di selettività, con un incredibile rapporto tra luce naturale e protezione solare. Entrambi i sistemi rappresentano la soluzione ideale da utilizzare in tutto il territorio italiano, perché offrono un’elevata trasmissione luminosa e assicurano il massimo comfort termico in tutte le stagioni: in estate i vetri minimizzano il disagio dato dal surriscaldamento, mentre in inverno riducono notevolmente le perdite di calore, contribuendo all’abbattimento dei consumi energetici.

SISTEMI A SECCO LEGGERI E PERFORMANTI

Il progetto ha richiesto, inoltre, l’installazione di pareti interne a secco, leggere e

performanti, studiate per garantire massime prestazioni acustiche, un’elevata resistenza meccanica e un miglioramento della qualità dell’aria degli ambienti interni. I sistemi a secco Saint-Gobain Italia realizzati per l’opera sono costituiti da lastre standard Gyproc Wallboard e lastre speciali Gyproc DuraGyp Activ’Air® e Gyproc Habito® Forte, abbinate a pannelli isolanti in lana minerale Isover PAR 4+ e Isover Arena31. Le pareti così assemblate consentono di ridurre notevolmente i tempi di esecuzione e di facilitare il passaggio delle numerose parti impiantistiche, senza gravare staticamente sulle strutture portanti e semplificando le operazioni di stoccaggio e di movimentazione dei materiali in cantiere.

Saint-Gobain Italia S.p.A.

Via Giovanni Bensi, 8 20152 Milano sg-italia@saint-gobain.com www.saint-gobain.it www.sg-gallerylive.it

RIGENERAZIONE URBANA INFORMAZIONE DALLE AZIENDE

Un modello per prevedere la produzione degli impianti fotovoltaici

Il software messo a punto da Politecnico di Milano e Mipu, azienda specializzata in tecniche predittive, prevede in maniera accurata quanta energia riuscirà a produrre un impianto fotovoltaico giorno per giorno

Un sistema di intelligenza artificiale che prevede in maniera accurata quanta energia riuscirà a produrre un impianto fotovoltaico giorno per giorno, ora per ora, con un margine di errore inferiore al 5%. È questo il cuore del complesso software di intelligenza artificiale, che sarà disponibile sul portale del progetto Platoon per la digitalizzazione del settore energetico, finanziato dal programma Horizon 2020 e realizzato da Politecnico di Milano e Mipu – azienda italiana specializzata in tecnologie predittive.

“Grazie alla collaborazione con il Politecnico di Milano, sede pilota del progetto – spiega Davide Paganini, Energy Product Owner di Mipu – siamo riusciti a realizzare un modello valido e accurato, con attendibilità superiore al 95%, che sfrutta dati (meteo e di produzione energetica) sia storici sia previsionali, rendendo disponibile la previsione di energia prodotta attraverso un’app sulla piattaforma Platoon. Un lavoro complesso, che Mipu ha portato a termine con anticipo rispetto alla tempistica prevista”.

SFRUTTARE LE FONTI RINNOVABILI A PARTIRE DAI DATI RACCOLTI

Sfruttando i dati raccolti sull’impianto fotovoltaico in funzione al Politecnico di Milano, è stato possibile calcolare con precisione quanta energia produce un singolo modulo fotovoltaico in un anno, in un mese, in una settimana, in un giorno. Il tutto, sfruttando una

Questo modello servirà alle aziende produttrici e consumatrici di energia per avere una previsione precisa di quanta corrente serve produrre in determinati giorni, per evitare spreco di risorse, per massimizzare lo sfruttamento delle fonti rinnovabili, in un’ottica di sostenibilità e basse emissioni, nell’ambito delle iniziative volte alla transizione energetica

serie di dati come le previsioni meteo, i parametri elettrici degli inverter e i dati storici di produzione energetica. Insomma, una serie di dati messi a sistema attraverso software di intelligenza artificiale e tecniche predittive, che hanno portato a un calcolo preciso che tiene conto di una serie di varianti.

MIGLIORARE LA GESTIONE DELLE RETI ENERGETICHE

Con EIT InnoEnergy e il progetto Platoon sono in corso di implementazione alcune iniziative per aumentare lo sfruttamento di energia rinnovabile, migliorare la gestione delle reti energetiche smart, l’efficienza energetica e l’ottimizzazione delle risorse. “Per fare ciò – prosegue Paganini – è necessario avere un alto grado di prevedibilità delle fonti, perché sapendo in anticipo quanta energia serve sarà possibile programmare quanto produrre per garantire il giusto consumo di elettricità, senza sprechi. Ciò servirà anche alle aziende per sapere quando programmare una determinata produzione, in relazione al quantitativo di energia necessario. In questo modo, si potrà entrare davvero in una strategia di politica energetica di un Paese, aiutando a diminuire gli sprechi, aumentare la produzione da fonti rinnovabili e unendo un’alta dispacciabilità dell’energia, cioè portarla dove e quando serve. Allora riusciremo a mettere in atto una vera transizione energetica”.

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AUTOPRODUZIONE ENERGETICA: ABBATTI SUBITO IL CARO ENERGIA! RICHIEDI AL TUO INSTALLATORE DI FIDUCIA. SOLO FOTOVOLTAICO FOTOVOLTAICO E BATTERIA FOTOVOLTAICO E FOTOVOLTAICO,BATTERIA E Autoconsumo 30% Autoconsumo 50% Autoconsumo 80% Autoconsumo 90% = MASSIMO AUTOCONSUMO, MASSIMO RISPARMIO, MASSIMO COMFORT. Energy Smart System Per maggiori informazioni visita il sito www.aspechome.it photovoltaic intelligent energy system Dati elaborati da report pubblici e impianti test proprietari monitorati nel tempo. GESTIONE INTELLIGENTE DEI CARICHI, MONITORAGGIO ECONOMICO, DOMOTICA WI-FI, BUILDING AUTOMATION E ASSISTENZA ON-LINE, TUTTO IN UN UNICO PRODOTTO. Doppio brevetto UE/USA SISTEMA ABBINATO AL FOTOVOLTAICO

CNR, sperimentato nuovo tipo di termoelettricità dai superconduttori

Ricercatori Cnr-Nano hanno realizzato un circuito superconduttivo che produce energia elettrica dal calore

Generare energia elettrica direttamente dal calore in un dispositivo composto solo da materiali superconduttivi. È quanto hanno ottenuto ricercatori dell’Istituto nanoscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Nano), dimostrando per la prima volta un fenomeno, chiamato termoelettricità bipolare, finora mai osservato sperimentalmente. I risultati, pubblicati su Nature Nanotecnology, aprono allo sviluppo di tecnologie quantistiche superconduttive, per esempio nuovi sensori, e alla ricerca di nuovi materiali per l’aumento dell’efficienza energetica. La termoelettricità è la capacità dei materiali di convertire una differenza di temperatura direttamente in energia elettrica, sotto forma di corrente o di tensione. “Nei metalli superconduttori, fino a ora la termoelettricità era ritenuta trascurabile; solo recentemente si è riusciti a generare fenomeni termoelettrici accoppiando superconduttori ad altri materiali – spiega Francesco Giazotto di Cnr-Nano. Il dispositivo che abbiamo realizzato, invece, è in grado di generare una tensione o una corrente elettrica in modo spontaneo, una volta che due superconduttori sono accoppiati con una semplice giunzione sottoposta ad un forte differenza di temperatura”. Un fenomeno, come detto, mai osservato prima. “Si tratta della prima evidenza sperimentale di quella che noi definiamo termoelettricità bipolare, predetta teoricamente dal nostro gruppo solo qualche anno fa, e in grado di fornire ottime prestazioni”, continua Giazotto che ha condotto l’esperimento insieme a Gaia Germanese, Federico Paolucci, presso il Laboratorio NEST di Cnr-Nano e Scuola Normale Superiore di Pisa, con il contributo teorico di Alessandro Braggio di Cnr-Nano e Giampiero Marchegiani del Technology Innovation Institute di Abu Dhabi.

IL FENOMENO CHE GENERA POTENZA ELETTRICA

Il cuore del circuito è una giunzione costituita da due metalli superconduttori separati da un materiale isolante. Una volta raffreddato a qualche frazione di grado sopra lo zero assoluto, il circuito è in grado di generare una potenza elettrica, partendo solo dalla differenza di temperatura impostata tra i superconduttori.

“La peculiarità dell’effetto termoelettrico realizzato è legata

alla sua natura bipolare, che permette di generare una tensione elettrica positiva o negativa senza invertire le temperature –spiega Braggio. Alla base vi è un fenomeno noto come rottura spontanea della simmetria tra elettrone e buca, che consiste nello sbilanciamento del numero di portatori di carica, appunto elettroni e buche, in presenza di forti differenze di temperatura applicate alla giunzione. I nostri studi indicano che questo fenomeno è replicabile in altre classi di materiali finora considerati poco interessanti per la generazione termoelettrica”.

POTENZIALI SBOCCHI APPLICATIVI

La ricerca ha un importante potenziale scientifico e applicativo. “Da un punto di vista teorico dimostra che è possibile generare effetti termoelettrici rilevanti in materiali che si pensavano inerti, come i superconduttori – afferma Giazotto. Sul fronte delle applicazioni, la tecnologia alla base del dispositivo, ora coperta da un brevetto, apre alla possibilità di progettare una generazione di dispositivi termoelettrici innovativi per le tecnologie quantistiche, la computazione quantistica e nel campo dei sensori di radiazione; non ultimo apre alla ricerca di nuovi materiali capaci di produrre energia elettrica dal calore dissipato”.

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Raffrescamento degli edifici: un progetto europeo mira a contrastare l’aumento della domanda

Eurac Research coordina il nuovo progetto LIFE CoolLIFE, strumento open source per contrastare l’aumento della domanda di raffrescamento degli edifici

Uno strumento facile e open source per contrastare l’aumento della domanda di raffrescamento. È questo il cuore del nuovo progetto CoolLIFE, della durata di tre anni, che sarà coordinato da Eurac Research. Nello specifico, l’obiettivo è quello di fornire uno strumento di facile utilizzo e open source che sarà in grado di mappare la domanda di raffrescamento degli ambienti degli edifici europei a partire da un ettaro (ha – 100 x 100 m) fino a livello continentale. All’utente verranno fornite indicazioni su come coprire al meglio la domanda individuata, promuovendo l’implementazione di tecnologie innovative e integrate ai fini del raffrescamento degli ambienti, nonché le relative considerazioni economiche e legali. Oltre allo strumento, il progetto creerà un “hub della conoscenza”: un archivio online di fonti eque e di qualità per affrontare la mancanza di dati sul raffrescamento degli spazi, inclusa una revisione delle opzioni di finanziamento disponibili. Infatti, si deve considerare che i sistemi di riscaldamento e

raffrescamento negli edifici e nell’industria rappresentano quasi la metà del consumo energetico dell’Unione Europea. Dunque, è essenziale puntare a modernizzare questi sistemi per decarbonizzare il parco immobiliare europeo, sfruttare il potenziale locale di energia rinnovabile e ridurre la dipendenza dell’Unione Europea dai combustibili fossili importati. Questa è la prima volta che un’istituzione locale coordina un progetto del programma europeo LIFE CET (Clean Energy Transition). Il raffrescamento naturale, passivo e gratuito (comprese le naturebased solutions) costituirà una parte importante dell’indagine, poiché finora il suo elevato potenziale di implementazione è in gran parte ancora inesplorato. Lo strumento sarà convalidato dai partner coinvolti e ci saranno dei veri casi studio in Europa meridionale, centrale e settentrionale per fornire un software testato e di facile utilizzo basato sulle esigenze degli utenti. Il progetto ha preso il via l’8 novembre presso il NOI Techpark di Bolzano.

Questo progetto è particolarmente rilevante nel contesto dell’attuale crisi energetica poiché dimostrerà fino a che punto il raffrescamento degli spazi nell’Unione Europea può essere generato consumando poca o nessuna energia

SIMON PEZZUTTO, coordinatore del progetto CoolLIFE, a capo di un gruppo di lavoro di sette partner europei

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L’energia migliore per la tua impresa? La produci

tu.

Nell’ultimo anno la spesa energetica delle imprese è aumentata del 140% *. La migliore risposta è investire nell’indipendenza energetica. Giulia, scegliendo un sistema Viessmann con fotovoltaico e pompa di calore, produce l’energia per il suo laboratorio.

Fai come Giulia, produci la tua energia e diventa indipendente.

*Fonte:

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Indagine Confcommercio-Nomisma 2022

Produzione di biodiesel algale, i doppi benefici dei fondi di caffè

Due ricercatori dell’Aston University hanno prodotto un biocarburante di alta qualità a partire da microalghe “nutrite” e fatte crescere grazie a fondi di caffè avanzati

Questa è una svolta nel sistema di coltivazione delle microalghe. Produrre biodiesel dalle microalghe attaccate ai fondi di caffè esauriti potrebbe essere una scelta ideale per la commercializzazione di nuove materie prime, evitando la concorrenza con le colture alimentari

L’Italia ha un originale primato: la seconda bevanda più bevuta nel Paese, dopo l’acqua, è il caffè. Una passione che porta gli italiani a consumare oltre 80 milioni di tazzine al giorno, generando una quantità altrettanto importante di fondi. Come gestirli? Questi rifiuti sono ottimi per il compost domestico dal momento che contengono potassio, fosforo e magnesio. Caratteristiche che li rendono adatti anche in un altro campo: la produzione di biodiesel algale. Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori dell’Aston University, in Inghilterra. La dott.ssa Vesna Najdanovic, docente di ingegneria chimica, e la dott.ssa Jiawei Wang fanno parte di un team che coltivava microalghe di Chlorella vulgaris da trasformare in combustibile. Nei loro esperimenti hanno scoperto che gli scarti del caffè possono regalare

alla produzione di biodiesel un doppio vantaggio: da un lato, come nel caso del compost, forniscono nutrienti importanti; dall’altro offrono alle alghe una struttura fisica dove crescere e svilupparsi. Finora, il team ha sempre coltivato la Chlorella vulgaris su materiali come schiuma poliuretanica e nylon aggiungendo nutrienti dall’esterno. Nel loro lavoro, Najdanovic e Wang hanno dimostrato di poter far crescere le cellule algali direttamente sui fondi senza nessun ulteriore apporto nutritivo. E hanno anche scoperto che esporre le alghe alla luce per 20 ore al giorno e al buio per quattro ore creava biodiesel della migliore qualità. Il risultato? Lo studio ha generato un biocarburante potenziato a basse emissioni e con buone prestazioni del motore, in grado di soddisfare le specifiche statunitensi ed europee.

“ “ n.100 www.casaeclima.com 20 TECH
VESNA NAJDANOVIC, docente di ingegneria chimica dell’Aston University

Il comfort è di casa sempre.

Innovativo sistema integrato ad incasso in pompa di calore elettrica aria–acqua che ottimizza il risparmio energetico

Bollitore ad altissima efficienza con sistema di scambio termico a piastre brevettato, privo di sistemi di circolazione forzata.

Senza resistenze elettriche. No gas metano

CARATTERISTICHE

• Impostazione di potenza per riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria grazie ad una elettronica dedicata

• Facilità di installazione

• Trattamento acqua a richiesta integrabile nell’unità

• Stacco acqua non addolcita con contatore divisionale (opzionale)

• By pass con impostazione micrometrica di portata

• Puffer inerziale impianto riscaldamento/raffrescamento (20 litri)

• Affidabilità Enolgas

ENOLGAS BONOMI S.p.A.

Ispirati dal passato, proiettati nel futuro.

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Ristrutturazione Edilizia e Riqualificazione energetica

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INSTALLAZIONE PRATICA E VELOCE

Parti di città che rinascono: il focus a Urbanpromo

Durante la manifestazione un focus è stato dedicato alle strategie per ridare la vita a parti di città in abbandono o sottoutilizzate

a cura di URBANPROMO

AUrbanpromo Progetti per il Paese – manifestazione organizzata dall’Istituto Nazionale di Urbanistica e da Urbit, che si è svolta dall’11 al 14 ottobre a Torino a Cascina Fossata – tra i numerosi convegni un focus è stato dedicato alle strategie per ridare vita a parti di città in abbandono o sottoutilizzate. Amministratori pubblici, progettisti e operatori privati hanno presentato progetti che intervengono su parti di

PIAZZA D’ARMI | ANCONA

Tra gli obiettivi del Piano Strategico di Ancona 2025 rientra la rigenerazione di Piazza d’Armi, nata su un vasto vuoto urbano originariamente dedicato alle esercitazioni militari convertito nell’area mercatale più importante della città tramite una giustapposizione negli anni di interventi e funzioni. Nel 2019 il Comune ha bandito un concorso di progettazione per trasformare la piazza in una nuova centralità urbana nel settore agroalimentare

città abbandonate dalle attività per cui erano state edificate, prefiggendosi di trasformarle nuovamente in componenti vitali della città. Per raggiungere il successo, i progetti predisposti devono possedere forti contenuti innovativi: il genius loci , il concept progettuale, il mix funzionale, il rapporto partenariale tra l’amministrazione e i promotori privati, le modalità di finanziamento, i benefici pubblici generati, etc.

ed enogastronomico. Il progetto vincitore prevede due edifici destinati a ospitare un mercato indoor e altri locali commerciali. Complementare ai volumi costruiti, una piazza aperta a molteplici usi manifesta la volontà di creare uno spazio pubblico generoso e facilmente accessibile. Con la partecipazione al bando “Italia City Branding 2020” sono state acquisite risorse utili a finanziare la progettazione. Per il reperimento delle risorse per la realizzazione degli interventi l’ambito è stato inserito nel 2021 all’interno del bando PINQuA del Comune di Ancona.

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MIRALANZA | GENOVA

Il Comune di Genova ha presentato “Genova Nuova”. L’ex complesso industriale Miralanza, a margine del quartiere di Rivarolo in Valpolcevera, ha cessato la sua attività nel 1999 e da allora la vasta area di quattro ettari non ha più trovato una destinazione funzionale. Si sono succedute diverse proposte urbanistiche, che non hanno mai trovato concreta attuazione, e che prevedevano di riconvertire il complesso a funzioni residenziali con metrature e volumi decisamente importanti. L’inefficacia di tali previsioni era dovuta all’errata lettura della reale vocazione del territorio, in posizione baricentrica per i traffici commerciali della città, lambita dalla ferrovia e vicina ai collegamenti principali su gomma. Nel 2020 l’amministrazione comunale intuisce le potenzialità di quest’area e con una modifica allo strumento urbanistico generale prevede nuove destinazioni d’uso che confermano l’identità produttiva del luogo, ma in un’ottica green e non rinunciando ad aprire gli spazi al quartiere circostante, appesantito da una lunga storia di degrado urbano. La Cospe s.r.l., su progetto di Domus Ing.&Arch. s.r.l. e di Ferrando Architetti, dopo aver abbattuto i muri della fabbrica sta realizzando un nuovo polo logistico al quale unirà una viabilità del tutto rinnovata per decongestionare il quartiere, spazi verdi pubblici e aree sportive completamente accessibili, inserite in un nuovo tessuto urbano, coniugando armoniosamente lo sviluppo economico con la rigenerazione urbana.

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Un traguardo importante che abbiamo deciso di celebrare tramite il racconto del suo fondatore, Andrea Notarbartolo Organo ufficiale di APA www.casaeclima.it Rivista sull’EFFICIENZA ENERGETICA e il COMFORT ABITATIVO N. Anno Marzo 2007 DENTRO L’OBIETTIVO Ristrutturazione energetica vincoli artistici Fare a meno del riscaldamento PACCHETTO ENERGIA UNA “LENZUOLATA” CHE LASCIA SCOPERTI PIEDI PROGETTARE ILLUMINAZIONE NATURALE FIERE SEMPRE PIÙ RECUPERO ENERGETICO GEOTERMIA Aria temperata tutto l’anno RISCALDAMENTO Centralizzato o autonomo? BLOWER DOOR TEST La casa sotto pressione Rivista sull’EFFICIENZA ENERGETICA e COMFORT ABITATIVO N. Anno Aprile/maggio 2007 DENTRO L’OBIETTIVO Una Banca Etica per davvero Municipio in Classe B PROGETTARE PROTEGGERSI DAL SOLE MATERIALI TECNOLOGIE MANGIA SMOG RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA CLIMATIZZAZIONE A PORTATA VARIABILE FIERE ISH guarda avanti IMPIANTI Nuovo cuore per La Sapienza TETTI VERDI TERMODINAMICO, FOTOVOLTAICO/TERMICO, H24 COSI CAMBIA IL COLLETTORE SOLARE Organo ufficiale di APA www.casaeclima.it Rivista sull’EFFICIENZA ENERGETICA e COMFORT ABITATIVO N. 8 Anno Luglio/agosto 2007 Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. 27/02/2004 n.46) art.1, comma1 DCB DENTRO L’OBIETTIVO Trigenerazione e solar cooling. Insieme PROGETTARE IL CAPPOTTO IN EPS MITI DA SFATARE COLLETTORI SOTTOVUOTO. SEMPRE MIGLIORI? IMPIANTI L’accumulo stagionale SOLARE Integrazione, finalmente! CERTIFICAZIONE ENERGETICA COMPRAVENDITA IMMOBILIARE Organo ufficiale APA www.casaeclima.it Rivista sull’EFFICIENZA ENERGETICA e COMFORT ABITATIVO N. Anno II ottobre 2007 Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. 27/02/2004 n.46) art.1, comma1 DCB DENTRO L’OBIETTIVO Un cubo di vetro…temperato La scuola passiva fa scuola ATTUALITÀ CAPPOTTO IN CERCA DI REGOLE PROGETTARE SE LA PELLE DIVENTA IMPIANTO SCHERMATURE SOLARI Quando sono efficienti per davvero TECNOLOGIE Serramento innovativo multifunzionale IMPIANTI Si avvicina l’era dell’idrogeno di questi numeri! www.casaeclima.com n.100 25 INTERVISTA
SILVIA MARTELLOSIO

Frutto di una buona intuizione, Casa&Clima è giunta al suo centesimo numero. Cento numeri in cui da sempre ci impegniamo a diffondere progetti “green”, nuove soluzioni per il costruito e non solo, con l’intento di far lavorare insieme per tutta la durata del progetto – cosa che purtroppo non sempre avviene – progettista e architetto. Un traguardo importante che ci fa capire quanto non manchi il supporto dei professionisti del settore e delle aziende, ma anche dei nostri lettori, che ancora oggi, dal 2006, continuano a leggere i nostri contenuti. “Non esisteva una rivista che trattasse tali argomenti. Ed è proprio in questo vuoto che Casa&Clima si è inserita ed è stata ben accolta”, ci racconta Andrea Notarbartolo, fondatore e già editore della rivista.

Come è nata la rivista?

A.N.: A essere sincero tutto è iniziato “per caso”. Nella primavera del 2005 ricevetti una telefonata da un’amica che mi raccontò di lavorare per l’APA di Bolzano, Associazione Provinciale degli Artigiani che al suo interno raccoglieva circa una trentina di aziende specializzate in costruzioni sostenibili, risparmio energetico e comfort. Dato che questa Associazione voleva uscire dai confini altoatesini, proprio in quanto editore, mi

La necessità di affrontare in modo razionale il problema dell’energia è ormai un imperativo che non riguarda solo gli specialisti. O si imbocca senza indecisioni la strada di un processo virtuoso, capace di coniugare comfort e risparmio energetico, o l’habitat, il territorio, il clima, e lo stesso sistema economico in cui viviamo, sono destinati progressivamente a collassare. I sempre più frequenti disastri naturali e le ricorrenti crisi energetiche provvedono a richiamare alla realtà anche i più distratti.

Una realtà che vuole dire non solo capire, ma anche fare. Concretamente e subito. Riguarda tutti: chi legifera, chi governa, chi lavora in questo campo e, sempre di più, il semplice cittadino. E qui le cose si complicano. Parole e frasi quali sostenibilità, risparmio energetico, dispersione termica, energie rinnovabili etc. sono ormai entrate nel lessico comune. Ma portare nel nostro quotidiano ciò che queste parole sottendono, utilizzandole per vivere diversamente da come si è comunemente fatto sinora, il passo da compiere è ancora lungo.

Se questo è vero in generale, lo diventa ancor più quando si stringe sull’abitare, sulla casa. Qui il “Vorrei, ma non so come fare” è fortissimo. Proprio nel senso di cosa e come fare, e soprattutto a chi chiedere, con fiducia di avere risposte competenti in termini di risultati, prodotti, tempi e costi. Chiaramente questa incertezza genera l’inattività, il non fare, o meglio, il fare come si è sempre fatto.

Ci attende un compito affascinante. I nostri edifici devono trovarsi pronti per il giorno in cui non ci sarà più petrolio

Una risposta a queste domande può – deve essere? – data solo da chi gestisce a livello pubblico e privato e da chi opera professionalmente nel settore. Tocca a loro non solo rispondere, ma anche sensibilizzare e attivare in tal senso l’opinione pubblica. Ma per farlo è necessario conoscere, e aggiornarsi sia sotto l’aspetto scientifico-tecnico, sia, ed è ciò che soprattutto oggi manca in Italia, sul piano delle concrete possibilità e realizzazioni.

A questa esigenza vuole rispondere CASA&CLIMA, dando ai responsabili e ai professionisti del settore edile l’aggiornamento periodico su quanto si è fatto, si fa e su chi lo fa, nel nostro Paese, circa il grande tema dell’abitare razionale e compatibile.

EDITORIALE |
Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art.1, comma1 DCB MI INCHIESTA CERTIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI Dove sono le regioni italiane DOSSIER INTEGRAZIONE DEGLI IMPIANTI Come cambia la progettazione C ASACLIMA Quanto si risparmia C OSTRUIRE IN LEGNO O MURATURA Solo questione di gusto? BENESSERE DELL’ABITARE Quali i fattori DENTRO L’OBIETTIVO Le case a basso consumo energetico Rivista sull’EFFICIENZA ENERGETICA e il COMFORT ABITATIVO N. Anno Marzo 2006 Euro 5
MARZO 2006
L’Editore Andrea Notarbartolo
“ “ n.100 www.casaeclima.com 26 INTERVISTA

chiese di indicarle delle riviste a cui poter mandare un comunicato stampa di presentazione.

Riferii della conversazione al mio socio, Marco Zani, e d’accordo con lui mi recai dal capo dell’Associazione, Hanspeter Munter, per proporgli non la diffusione di un comunicato, ma la realizzazione di un’intera rivista. E così, nell’estate del 2005, combinammo l’incontro. La proposta fu semplice: Quine, in quanto editore, si impegnava a diffondere la rivista in Italia, mentre APA avrebbe dovuto fornire tecnica e contenuti. Da allora, Marco Zani assunse il ruolo di diret-

tore della rivista e nei primi anni, coadiuvato dai tecnici APA, ricoprì anche il ruolo di fotografo ufficiale di tutti i progetti pubblicati sulla rivista.

Quando è stata presentata la rivista al pubblico?

Mentre il primo numero di Casa&Clima era in lavorazione, nel gennaio del 2006 siamo stati al Klimahouse di Bolzano dove APA aveva un grande stand a forma di casa. Da lì l’idea di proporre lo stesso format a marzo anche a Milano, durante Mostra Convegno Expocomfort dove è avvenuta la presentazione di Casa&Clima. Ricordo un grande successo di pubblico e le code chilometriche. In quella settimana abbiamo creato il nostro primo database di professionisti. Casa&Clima è nata così: da un’intuizione.

A cosa si deve il nome “Casa&Clima”? E come è stata accolta la rivista?

L’APA aveva un progetto e un marchio che si chiamava Casaclima e, dato che loro tenevano molto a questo legame, da lì il nome della rivista. Mentre in Alto Adige non abbiamo avuto alcun problema in merito a diffusione e raccolta pubblicitaria, nel resto d’Italia è stato faticoso. Inizialmente il problema principale per il successo della rivista furono i commerciali e le loro capacità di spiegare le potenzialità/diversità della rivista rispetto a quel che era già presente sul mercato. Non ci fu quindi il decollo pubblicitario sperato. La rivista nei primi anni fu molto apprezzata dai professionisti, meno dagli operatori/aziende, che però col tempo ne capirono il valore sino ai livelli odierni.

Quanto si parlava allora di sostenibilità e cambiamento climatico?

È doveroso premettere che nei primi anni 2000 l’attenzione e la sensibilità verso le tematiche “green” (sostenibilità ambientale, cambiamento climatico, pannelli solari, pompe di calore etc…) – tuttora trattate all’interno della rivista – era diversa: se ne parlava molto a livello scientifico, ma a mancare era proprio la traduzione di questi concetti a livello operativo (in particolare, l’aspetto sostenibilità nel mondo delle costruzioni). Insomma, non esisteva una rivista che trattasse tali argomenti e la piccola Greta Thunberg – che allora aveva 2 anni –non aveva ancora smosso l’opinione pubblica. Ed è proprio in questo “vuoto” che Casa&Clima si è inserita ed è stata ben accolta.

Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art.1, comma1 DCB MI DENTRO L’OBIETTIVO Due case a basso consumo energetico Rivista sull’EFFICIENZA ENERGETICA e il COMFORT ABITATIVO N. 2 · Anno I Giugno 2006 Euro 7 TAVOLA ROTONDA INTEGRAZIONE EDIFICIO-IMPIANTI Parlano gli esperti REPORTAGE CAMPIONE DI EFFICIENZA La città di Friburgo COSTRUIRE MEGLIO IN MURATURA? RISTRUTTURAZIONE All'insegna del recupero energetico IMPIANTI Raffrescare risparmiando INCHIESTA SILICIO PER TUTTI? trimestrale – Organo ufficiale di APA
ANDREA NOTARBARTOLO, fondatore Casa&Clima
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Le scuole sicure che tutti vorremmo

Strutture obsolete, maltenute e inefficienti che, in caso di emergenza, possono rivelarsi trappole per chi si trova al suo interno.

A peggiorare il tutto è la mancanza di adeguamento alla norma

*Presidente FOIM, Fondazione Ordine Ingegneri di Milano

**Presidente CIAM, Collegio Ingegneri e Architetti di Milano

Le scuole sono centro di formazione, ma anche centro di aggregazione comunitaria e fucina delle nuove generazioni. È certamente fondamentale puntare sulla qualità degli insegnamenti, sull’efficientamento energetico e sul retrofitting, così come sul miglioramento architettonico e distributivo, trovando nuove modalità di insegnamento. Tuttavia, è altrettanto imprescindibile garantire che le scuole siano ambienti sicuri. Nel 2019 è risultato che appena il 28% delle scuole italiane era in possesso del CIS (Certificato di Collaudo Statico), mentre solo il 19% circa, nemmeno una su cinque, era a norma con la certificazione antincendio (gli altri non ave-

vano nemmeno presentato la Segnalazione Certificata di Inizio Attività antincendio). Ad oggi la situazione è migliorata, anche se i dati più recenti indicano che almeno il 50% degli edifici scolastici italiani non è ancora a norma. Siamo ben lontani dall’avere le scuole sicure che tutti vorremmo. Molte sono inadeguate ad accogliere in sicurezza ogni giorno studenti, docenti e personale scolastico. Si tratta troppo spesso di strutture obsolete, maltenute e inefficienti che, in caso di emergenza, possono rivelarsi trappole per chi si trova al suo interno.

A peggiorare il tutto è il fatto la mancanza di adeguamento alla norma, il più delle volte, è dovuta semplicemente alla carenza

www.casaeclima.com n.100 29 PNRR

di risorse economiche per fare fronte all’impegno normativo, piuttosto che a negligenza. Frequentemente, infatti, emerge una reale difficoltà nel recuperare quelle risorse che, di norma, sono elargite con il contagocce, oppure vengono destinate ad altre attività, magari reputate più urgenti o più inerenti al contesto didattico. L’adeguamento alla norma di un impianto di illuminazione di emergenza funzionante, per esempio, può essere valutato di secondaria importanza rispetto all’acquisto di un proiettore o di una nuova lavagna.

COMPRENDERE LA SICUREZZA

Solo con la consapevolezza dell’utilità di questi interventi nasce la volontà di adattarsi e nell’ambito delle scuole ciò passa anche attraverso l’informazione e la formazione a tutti i livelli. Solo quando la sicurezza è compresa e sentita nasce il desiderio di raggiungerla.

Qualche anno fa si era lanciato un accorato appello alla politica per richiedere una proroga proporzionata alle scadenze temporali di adeguamento e fondi con durate temporali differenziate a seconda della valutazione del rischio.

Ebbene, oggi abbiamo la possibilità di accedere a dei fondi che possono e devono poter essere messi a disposizione per risolvere queste prioritarie necessità. Oggi con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) si presenta un’occasione unica e irripetibile per rendere questi spazi privi di pericoli e accoglienti, lavorando prima di tutto sul patrimonio esistente e pensando poi alla costruzione di nuove strutture. Il Piano, infatti, prevede lo stanziamento di 3.9 miliardi di euro per la realizzazione di interventi di adeguamento sismico e dei sistemi antincendio, per opere di efficientamento energetico e di sostituzione edilizia. A questi si aggiungono altri 800 milioni di euro per la realizzazione di nuovi edifici destinati all’istruzione di primo e secondo grado, oltre ai fondi indirizzati ad asili nido e scuole dell’infanzia, nonché al potenziamento delle infrastrutture per lo sport, per le mense e per la costruzione di “Scuole 4.0”.

I primi due sono interventi essenziali – in alcuni casi complessi e strutturali, in altri di più semplice attuazione – accomunati dal fondamentale obiettivo di preservare e proteggere la vita umana. Per esempio, facendo in modo che le vie di esodo siano facilmente individuabili, accertandosi che siano sempre sgombre e sicure e rendendo i piani di evacuazione applicabili in modo intuitivo anche in situazioni critiche. Oppure, adeguando gli impianti elettrici, che da soli sono la causa di circa il 30% degli incendi in edilizia civile, e quelli di emergenza.

Essendo la scuola, dal punto di vista della sicurezza, una macchina complessa, occorre immaginare una distribuzione degli adeguamenti su base prioritaria, dando la precedenza a quelli ritenuti più importanti. Azioni concrete potrebbero includere il mantenimento in perfetta efficienza e funzionalità dei dispositivi già esistenti, come estintori, idranti,

porte d’esodo e porte tagliafuoco, ma soprattutto l’aumento della conoscenza, con l’aiuto di prove e simulazioni e con una manutenzione efficiente, ma anche efficace delle infrastrutture. Più del 70% delle scuole non ha ancora attivato contratti di piccola manutenzione e poche di queste hanno definito i dispositivi di protezione individuale (DPI) necessari per il personale. La maggior parte dei fruitori delle scuole non è a conoscenza delle procedure d’esodo e, più in generale, di come comportarsi in caso di un evento problematico. Basterebbero anche poche istruzioni, coordinate e ragionate, per aumentare sensibilmente la sicurezza: studenti, corpo docente e tutto il personale presente saprebbero così come agire per rendere più sicuri gli ambienti. Una conoscenza e una cultura della sicurezza diffuse a tutti i livelli, quindi, devono essere la base di partenza.

INVESTIRE SUL FUTURO

Sul territorio italiano esistono oltre 55.000 strutture dedicate alla scuola: sono circa 43.000 istituti scolastici statali e 12.000 istituti paritari e la maggior parte di questi (circa il 60 % del totale) ha un’età ben superiore ai 50 anni. Appare evidente, dunque, che pur avendo un elevato tasso di copertura dell’edilizia scolastica, si tratti perlopiù di strutture datate, inefficienti e spesso anche poco sicure (dal “Rapporto sull’edilizia scolastica”, Fondazione Agnelli). Stando alla più recente “Elaborazione dati anagrafe edilizia scolastica” del Ministero dell’Istruzione, la maggior parte delle strutture non rispetta gli standard imposti dalla normativa vigente. Considerando i soli parametri energetici, all’85% delle scuole viene attribuita una classe energetica molto bassa (E, F o G). In particolare, la maggioranza degli edifici risale al periodo compreso tra il 1960 e il 1975 e rispondeva quindi alle necessità di un Paese che oggi è profondamente mutato: allora, in un periodo di benessere, si assisteva a una crescita importante della natalità, mentre oggi le nascite sono sempre meno e le previsioni segnalano un ulteriore calo. Urge quindi un riadattamento di questi edifici che, ove possibile, devono essere rimodulati, oppure ricostruiti. Proprio per questo, il PNRR appare oggi ancor più essenziale.

Noi ingegneri e architetti siamo chiamati a una sfida più alta: disegnare oggi la scuola di domani, una scuola sicura, sostenibile e inclusiva. Infatti, per adeguare un edificio non possiamo limitarci a metterlo in sicurezza, verificarne la tenuta e la qualità dei materiali o installare luci d’emergenza. Dobbiamo anche ripensare gli spazi, ridisegnare l’aspetto di aule, laboratori, mense, creare luoghi per l’incontro e la condivisione. Le scuole rinnovate e le nuove scuole devono essere funzionali a soddisfare le mutate esigenze didattiche e di studio.

Ciò significa dare ai bambini e ragazzi di oggi, gli adulti del domani, le migliori condizioni possibili per imparare, esprimersi e relazionarsi in assoluta sicurezza. In definitiva, siamo chiamati a investire sul futuro.

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per discutere dei temi cruciali e delle principali sfide che attendono il mondo dell’edilizia. Un appuntamento fondamentale per professionisti, aziende e stakeholder, per confrontarsi sul futuro di un mercato in continua evoluzione, con la partecipazione dei massimi esperti in ambito accademico, istituzionale, associativo e del mondo imprenditoriale. Il convegno prevede l’erogazione di CFP per ingegneri e architetti

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SPECIALE BIM

Cos’è il BIM? Come cambia il ruolo dei professionisti? Il BIM è obbligatorio in Italia? In questo articolo risponderemo a tali quesiti, introducendo i principali aspetti relativi al Building Information Modelling (BIM): tecnologia, processi, procedure e persone. Sebbene diversi lettori adoperino il BIM quotidianamente, altri colleghi non sono ancora a conoscenza dei concetti base e della rilevanza per il proprio lavoro.

DEFINIZIONE

Il BIM è stato definito a livello internazionale come “utilizzo di una rappresentazione digitale condivisa di un cespite immobile per facilitare i processi di progettazione, di costruzione e di esercizio, in modo da creare una base decisionale affidabile” (UNI EN ISO 19650-1). Il termine “cespite immobile” è la traduzione del termine inglese “asset” e comprende diversi manufatti tra cui edifici, ponti, strade e impianti industriali. Esistono molteplici definizioni in letteratura, ognuna delle quali mette in risalto diversi aspetti. Tuttavia i principali concetti da ricordare sono:

1. il BIM riguarda la creazione e gestione di una rappresentazione digitale dell’opera;

2. il BIM si applica a diversi tipi di opere, non solo edifici, ma anche opere civili o impianti industriali;

3. la rappresentazione digitale può essere usata in tutte le fasi del ciclo di vita dell’opera, non solo nella progettazione;

4. il BIM non riguarda solo l’uso di nuove tecnologie, ma, soprattutto, la definizione di nuovi processi e procedure.

BIM E PROFESSIONI

Il BIM, quindi, può aiutare diverse categorie di professionisti tra cui:

■ cliente: controllare tempi,costi e qualità in fase di progettazione e costruzione, e ottenere dati per la manutenzione e gestione delle opere;

■ architetto e ingegnere: coordinamento e gestione della progettazione e del cantiere;

■ impresa: gestione del cantiere con riduzione tempi, costi e aumento qualità e sicurezza;

■ produttore: gestione dei prodotti a supporto della progettazione, cantiere e manutenzione;

■ sviluppatore software: creazione di applicazioni e script per automatizzare progettazione, analisi e gestione opere e connessione a sensori.

Il BIM può essere usato per supportare più di cinquanta diverse attività tra cui visualizzazione del progetto, estrazione automatica di tavole 2D e computo metrico, identificazione

n.100 www.casaeclima.com 34 SPECIALE
TEKLA STRUCTURE

delle interferenze con altre discipline e supporto ad analisi energetiche.

LA NORMATIVA ITALIANA E INTERNAZIONALE

Il nuovo DM 312 del 2 agosto 2021 del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile modifica e aggiorna il Decreto Baratono n. 560 del 2017. Le attuali scadenze temporali dell’obbligatorietà del BIM, sono:

■ 1° gennaio 2022: per le opere di nuova costruzione e interventi su costruzioni esistenti, fatta eccezione per le opere di ordinaria manutenzione di importo a base di gara pari o superiore a 15 milioni di euro;

■ 1° gennaio 2023: per le opere di nuova costruzione, ed interventi su costruzioni esistenti, fatta eccezione per le opere di ordinaria e straordinaria manutenzione di importo a base di gara pari o superiore alla soglia di cui all’articolo 35 del Codice dei Contratti Pubblici;

■ 1° gennaio 2025: per le opere di nuova costruzione, ed interventi su costruzioni esistenti, fatta eccezione per le opere di ordinaria e straordinaria manutenzione di importo a base di gara pari o superiore a 1 milione di euro

Tuttavia, in altri paesi come il Regno Unito non esistono soglie e il BIM è richiesto per tutte le opere finanziate dal Governo. Altri Paesi, invece, come Francia e Portogallo, non hanno ancora un mandato governativo.

TECNOLOGIA

Uno dei principali errori che il professionista commette è pensare che sia sufficiente acquistare software e relativa formazione per ottenere benefici dal BIM. Sebbene l’uso di software sia fondamentale, questo non è sufficiente, in quanto è necessario capire a fondo gli aspetti relativi alla gestione informativa secondo la serie di norme UNI EN ISO 19650. L’aspetto tecnologico, infatti, deve essere associato alla definizione di standard e processi adeguati. Sebbene l’interoperabilità tra diversi applicativi non sia sempre immediata, attualmente sul mercato esistono decine di software a supporto delle attività svolte dal professionista. Ad esempio, DDScad o Magicad per la parte impiantistica, Tekla Structure e PontiSicuri per quella strutturale, Midas per calcoli strutturali a elementi finiti. Inoltre, è possibile acquistare software per eseguire diverse analisi come quella solare,

www.casaeclima.com n.100 35 BIM
Nuovo ospedale in NZ

illuminotecnica, accessibilità e antincendio. Il professionista può visualizzare le fasi costruttive associando a un modello 3D il programma lavori grazie ad applicazioni come Synchro e BIMO. Inoltre, grazie ai sensori è possibile collegare le rappresentazioni digitali alle opere costruite per monitorare le prestazioni (es. energetiche e strutturali).

PROCESSI

Il BIM non è efficace se non si ripensa ai processi aziendali e alla gestione dei progetti. Per questo motivo è necessario prima di tutto mappare e analizzare i processi attuali e successivamente valutarne apposite modifiche. Per esempio, usare rappresentazioni digitali senza una chiara definizione dello scopo per le quali verranno prodotte (visualizzazione, analisi, computi etc), può portare a sprechi e inefficienze. Bisogna quindi partire dall’analisi delle necessità, definizione dei requisiti informativi considerando la gestione delle informazioni poi prodotte, creando così processi end-to-end

PROCEDURE

Prima di digitalizzare un processo, è necessario standardizzarlo. Per questo motivo è essenziale definire e adottare standard per la gestione informativa che definiscano processi e convenzioni (es. nomenclatura dei file e degli elementi progettuali). Gli standard sono solitamente definiti prima a livello internazionale ed europeo e successivamente adottati in Italia

da UNI, e ulteriormente dettagliati dalle diverse aziende, ove necessario. In Italia troviamo la serie UNI 11337 nelle sue diverse parti e più di venti standard inizialmente pubblicati dal gruppo europeo CEN TC 442 e successivamente adottati a livello nazionale (es. serie UNI EN 19650 per la gestione informativa in ambito BIM e UNI EN 17412-1 per la definizione del fabbisogno informativo).

PERSONE

L’avversione e l’inerzia al cambiamento sono ritenute i principali ostacoli all’implementazione di ogni nuovo approccio. Per questo motivo, la chiave per ottenere benefici dall’adozione del BIM è lavorare con persone competenti. Per ottenere questo è possibile sia formare il proprio personale o assumere profili formati o lavorare con consulenti specializzati. Sul mercato esistono numerosi corsi di formazione dedicati all’uso del BIM per l’ingegneria. Inoltre, la norma UNI 11337-7 definisce i requisiti di conoscenza, abilità e competenze delle figure professionali coinvolte nella gestione e modellazione informativa ed è un testo di riferimento per il mercato. Infine, è fondamentale collaborare con professionisti competenti nel BIM in altre discipline. La gestione di un progetto e in particolar modo la progettazione, infatti, richiedono uno stesso livello di comprensione e competenza da parte di tutti i soggetti coinvolti, non solo gli ingegneri. Per questo motivo è fondamentale valutare la competenza dei propri collaboratori. Il giusto gruppo di lavoro fa la differenza.

n.100 www.casaeclima.com 36 SPECIALE
INFRAKIT

Product Line Calculator: massima libertà di progettazione

La diffusione dell’approccio BIM alla progettazione costituisce una nuova sfida, ma apre anche moltissimi nuovi orizzonti per chi progetta nel mondo dell’impiantistica. Valsir ha sempre supportato i professionisti del settore ITS, sviluppando strumenti di lavoro in grado di soddisfare le esigenze del mercato, sulla base dei feedback degli addetti ai lavori. Nel tempo ha contribuito al rilascio di specifici tool con l’obiettivo di snellire il processo di modellazione e dimensionamento degli impianti. Uno di questi è Product Line Calculator (PLC), strumento gratuito che mette a disposizione di chi utilizza Autodesk® Revit® una ricca libreria di modelli parametrici basati sul proprio catalogo prodotti, spaziando a quelle dei sistemi scarico come Triplus, Silere, PP3/PP, Blackfire e HDPE alle gamme per l’adduzione idrica con le tubazioni multistrato Pexal e Mixal, fino ai raccordi in ottone Pexal Brass e a quelli in tecnopolimero come Bravopress e Pexal Easy.

FUNZIONALITÀ

Oltre che del posizionamento dei modelli, PLC si occupa anche di gestire le preferenze di instradamento predefinite che ottimizzano il tempo di modellazione degli impianti, inserendo automaticamente raccordi a T, curve, giunzioni e riduzioni mentre l’impianto viene disegnato. Naturalmente è prevista anche una personalizzazione di tali preferenze per configurare l’impianto secondo le più specifiche esigenze.

Valsir PLC propone un’innovativa funzionalità di calcolo e dimensionamento degli impianti di scarico secondo la normativa UNI

EN 12056-2, che permette di modellare l’impianto di scarico utilizzando un unico diametro: sarà il plugin a dimensionarlo in funzione dei parametri idraulici inseriti nel disegno. Per dettagliare ogni apparecchio sanitario presente nell’impianto può essere utilizzato l’elemento “Sanitario Generico”, uno strumento estremamente flessibile, che permette di simulare porzioni di impianto inserendo in un solo punto tutti gli apparecchi sanitari da collegare. Altri parametri che possono essere settati per il dimensionamento sono il coefficiente di contemporaneità, la pendenza delle tubazioni orizzontali e il grado di riempimento delle tubazioni. Una volta conclusa la configurazione, si può lanciare il processo di calcolo che modificherà automaticamente i diametri, ed inserire i nuovi raccordi – come prescritto dalla normativa UNI EN 12056-2: sarà il software a rendere disponibile un report di calcolo esportabile relativo al progetto appena dimensionato. Valsir Product Line Calculator punta quindi a diventare uno strumento di lavoro in grado di fare davvero la differenza in termini di produttività e fluidità operativa, differenza che per il professionista si traduce nel risparmio di numerose ore di calcolo e sviluppo, nel caso di progetti di grande complessità.

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Valsir ha lanciato un nuovo plugin gratuito per Revit con la promessa di abbattere i tempi di progettazione dei sistemi di scarico
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La rivoluzione del settore delle costruzioni

Una rappresentazione digitale e tridimensionale dell’intero ciclo di vita di un’opera, dalla progettazione alla costruzione fino al facility management, elemento chiave per l’ottimizzazione dei processi di tutta la filiera delle costruzioni e il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale ed energetica

di PATRIZIA RICCI
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Da gennaio 2025, in Italia, il BIM (Building Information Modeling) sarà obbligatorio nelle opere pubbliche per interventi oltre il milione di euro. Partiamo da questa tempistica, introdotta con il decreto n. 312/2021 del Mims, per parlare di quella che viene considerata la più importante rivoluzione dell’industria delle costruzioni degli ultimi anni, il BIM appunto. Una rivoluzione digitale che sta cambiando la maniera tradizionale del progettare e che in pochi anni, grazie a una forte accelerazione, ha già apportato profonde trasformazioni nel settore dell’architettura, dell’ingegneria e delle costruzioni (AEC), attraverso l’uso della tecnologia dell’informazione e l’introduzione dei metodi e degli strumenti elettronici di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture, aumentando la produttività, l’efficienza, la qualità e la sostenibilità del costruito. Una crescente potenza di calcolo e capacità di elaborazione dati, insieme allo sviluppo di nuove e più pervasive tecnologie, stanno portando a una visione sempre più digitalizzata dell’edilizia, che inevitabilmente contribuisce a una reale crescita e un decisivo rilancio del settore delle costruzioni. In futuro, l’innovazione tecnologica coinvolgerà in misura sempre maggiore il mondo dell’edilizia e il BIM, compendio di digitalizzazione, big data e realtà virtuale, ne rappresenterà la massima espressione. I temi della sostenibilità ambientale e dell’efficienza energetica sono oggi di grande rilievo per tutta la filiera delle costruzioni. Insieme alle politiche di efficienza energetica, ai Green Public Procurement (GPP) e alle comunità energetiche, la digitalizzazione dell’edilizia è una delle misure per accelerare il processo di decarbonizzazione dell’economia entro il 2050, obiettivo UE. Il BIM, infatti, è una metodologia che, mediante una progettazione integrata, consente ai professionisti dell’architettura, dell’ingegneria e delle costruzioni di generare un modello digitale con tutte le informazioni sull’intero ciclo di vita dell’opera, in un’ottica di economia circolare, “from cradle to cradle” (dalla culla alla culla): dalla progettazione e costruzione, al funzionamento e alla dismissione, fino al riuso o riciclo. Per questo, può incidere positivamente sul processo edilizio in termini di riduzione dei consumi, delle emissioni di gas alteranti e di rifiuti prodotti dalle attività di costruzione, utilizzo, ristrutturazione e demolizione. L’evoluzione del settore della progettazione e realizzazione degli edifici e delle opere in generale, ha portato i costruttori alla necessità di processare un gran numero di dati relativi non solo ai singoli componenti della struttura ma anche al monitoraggio, pianificazione e gestione di tutte le fasi della sua realizzazione. Questa mole di dati può essere gestita in maniera efficace e produttiva proprio attraverso il BIM, che diventa elemento chiave nell’integrazione dei requisiti

di sostenibilità nei progetti e può costituire un paradigma importante nell’ottica di ottimizzare i processi e raggiungere importanti obiettivi sul fronte ambientale ed energetico. Solo digitalizzando ogni fase del ciclo di vita di un’opera, dalla progettazione alla costruzione fino al facility management, possono essere raggiunti gli obiettivi di risparmio energetico ed economico.

CHE COS’È IL BIM?

Nel 2008, il National Building Information Modeling Standard (NBIMS) – organo facente parte del National Institute of Building Sciences (NIBS) – ha definito il BIM come “la rappresentazione digitale delle caratteristiche fisiche e funzionali di una struttura, che crea una risorsa di conoscenza condivisa per ottenere informazioni sulla struttura stessa, e una base affidabile per tutte le decisioni nel corso del suo ciclo di vita, dall’ideazione iniziale alla demolizione”. In realtà, non esiste una vera e propria definizione del BIM, ma oggi l’accezione universalmente accettata per il Building Information Modeling è quella che fa riferimento al processo di progettazione, costruzione e gestione di un edificio o una infrastruttura – più in generale un’opera di ingegneria – svolto utilizzando informazioni elettroniche object-oriented. Con questa definizione si pone l’accento sull’oggetto che viene creato in ambito BIM. In effetti, il BIM non è né un software né un elaborato in 3D, ma piuttosto una metodologia, ovvero un insieme di tecnologie, processi e metodi che permettono una rappresentazione virtuale dell’edificio, unitamente alla creazione di un ambiente virtuale, in cui diversi soggetti possono partecipare alle fasi di progettazione, costruzione e gestione dell’opera in modo collaborativo. Si arriva così alla creazione di un’accurata riproduzione digitale di ogni singolo componente, che consente attività di controllo e analisi lungo tutto il processo edilizio, permettendo di estrarne quei dati e documenti necessari durante le fasi progettuali, esecutive e di gestione.

Un modello tridimensionale parametrico dell’edificio, nel quale ogni elemento possiede delle proprietà e si relaziona con gli altri elementi nel rispetto di determinate regole. Quindi, la principale caratteristica del BIM è quella di generare un singolo modello 3D corredato da una vasta mole di informazioni e documenti, con le quali ogni elemento viene perfettamente identificato e univocamente legato al suo corrispettivo reale. La sostanziale differenza tra BIM e CAD-2D sta nella possibilità di associare agli oggetti informazioni che riguardano le sue caratteristiche fisiche, materiali, geometriche, strutturali, meccaniche, energetiche e produttive come, per esempio, il costo e l’azienda. Più precisamente, mentre

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nei modelli 2D, i file digitali sono oggetti vettoriali ai quali vengono associati dei parametri di visualizzazione, nel BIM vengono create entità di tipo parametrico, nelle quali la variazione di uno dei parametri provoca, in automatico, il cambiamento di tutte le entità a esso associate e le viste 2D e 3D del modello sono consistenti tra loro, perché fanno riferimento allo stesso modello informativo caratterizzato dalla definizione di attributi degli oggetti. Queste informazioni possono essere sfruttate per una moltitudine di analisi e verifiche sul modello virtuale: analisi energetiche, di sostenibilità e impatto ambientale, oppure verifiche strutturali, computi metrici per la stima dei costi, cronoprogrammi delle lavorazioni nella fase di cantiere e di gestione dell’opera. Non da ultimo, per le previsioni dei futuri interventi di manutenzione e dismissione. L’adozione della metodologia BIM influisce quindi notevolmente sull’andamento del processo progettuale e sull’intero ciclo di vita dell’opera.

L’EVOLUZIONE DAL CAD AL BIM, PASSANDO PER IL CAAD. BREVE STORIA DEL BIM

Il CAD, acronimo di Computer-Aided Design, deve la sua origine a Ivan Sutherland che, nel 1963, per la sua tesi di dottorato di ricerca al MIT, sviluppò Sketchpad, primo prototipo di software con un’interfaccia grafica che aprì le porte all’era del disegno digitale. Grazie alla progettazione assistita dal computer (CAD), il progettista, assistito da strumenti informatici, riesce a realizzare più velocemente disegni di progetto e grafici 2D o 3D di qualità superiore dell’edificio. Il software CAD sostituisce il disegno manuale con un processo automatizzato. Il CAAD (Computer Aided Architectural Design), invece, nasce qualche anno più tardi, tra la fine degli anni ’60 e gli inizi degli anni ’70, come tentativo di tradurre la generica progettazione assistita da computer, il CAD, in procedure che potessero essere utilizzate con finalità progettuali nell’ambito dell’architettura, nel tentativo di avvicinare gli architetti alla elaborazione computerizzata dei progetti. Come riportato nel saggio dal titolo “Dal CAAD al BIM” di Alberto Sdegno, del Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Trieste, “l’aspirazione del CAAD era dunque quella di accompagnare il progettista nella fase più delicata delle decisioni progettuali”. Dal semplice disegno automatico, il CAD, si passa quindi a uno strumento per progettare, il CAAD. Tuttavia, nonostante gli sforzi, il CAAD “ha sempre mantenuto una genericità di impiego degli algoritmi e non è riuscito a trasformarsi in un sistema generale di rappresentazione che potesse essere impiegato da tutti, limitandosi a una sperimentazione teorica sul rapporto tra progettazione architettonica ed elaborazione computerizzata”. A differenza

del CAAD, il BIM, invece, “si basa su protocolli standard di utilizzo di un sistema di modellazione parametrica, tali da poter essere impiegati su piattaforme software differenti”. Un tentativo per superare i limiti del tradizionale disegno informatico CAD, fino ad allora utilizzato per descrivere un edificio, venne effettuato da Chuck Eastman, considerato il padre del BIM, nel 1974, con l’introduzione del BDS o Building Description System, una nuova modalità di rappresentazione grafica che deve essere considerata lo schema di lavoro iniziale del Building Information Modeling, il cui obiettivo, secondo Eastman, era “sviluppare un archivio computerizzato capace di descrivere edifici al dettaglio della costruzione e una potente serie di operazioni per tale archivio”. Infatti, nel documento intitolato “ An Outline of the Building Description System ” Eastman descriveva il BDS come “un sistema informatico utile per archiviare e manipolare le informazioni di progettazione in un dettaglio che consente la progettazione, la costruzione e l’analisi operativa. Un edificio è considerato come la composizione spaziale di un insieme di parti. Al sistema, chiamato Building Description System (BDS), sono associati: (1) un mezzo per un facile inserimento grafico di forme di elementi arbitrariamente complesse; (2) un linguaggio grafico interattivo per la modifica e la composizione di disposizioni di elementi; (3) capacità grafiche cartacee in grado di produrre disegni

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prospettici o ortografici di alta qualità; e (4) una capacità di ordinamento e formato che consente l’ordinamento della base di dati per attributi, per esempio, tipo di materiale, fornitore o composizione di un insieme di dati per l’analisi”. Eastman proponeva quindi un software che gestisse elementi di libreria contenenti la propria descrizione geometrica e altri dati specifici, aggregabili in un modello di edificio completo. Un altro sistema, anticipatore del BIM –si legge ancora nel saggio del prof. Sdegno – “può essere individuato nello General Space Planner (GSP), sviluppato dallo stesso autore, per pianificare lo spazio abitativo con l’utilizzo di algoritmi di ottimizzazione”. Ad ogni modo, la descrizione di BDS di Eastman si avvicina molto a quella odierna di BIM, che arriverà soltanto diversi anni dopo. Infatti, nonostante queste premesse, per la sua definizione, il BIM “ha dovuto attendere la definizione di un protocollo univoco di modellazione, basato sulla rappresentazione per contorni (Boundary Representation, B-rep), il metodo che consentiva di visualizzare le superfici in maniera da realizzare un solido con forma definita, e sulla Constructive Solid Geometry (CSG) che associava a modelli tridimensionali le equazioni relative e i comandi testuali, senza prevedere la realizzazione di superfici di contorno nella visualizzazione. L’unione di queste due attività permise di dare inizio alla modellazione solida che, acquisendo l’interattività della

parametrizzazione, ha permesso di affrontare le tematiche proprie del Building Information Modeling”. Il termine BIM, inteso come Building Information Modeling, è però divenuto di uso comune solo nel 1987, quando ArchiCAD Graphisoft sviluppò il concetto di “edificio virtuale” e la prima concreta implementazione di BIM. Tuttavia, il primo a divulgare ampiamente l’acronimo fu Jerry Laiserin, all’interno delle sue pubblicazioni negli USA (2002). Nel 1994 viene fondata la IAI – International Alliance of Interoperability (USA), per lo sviluppo integrato di applicazioni e viene creato il primo standard di scambio, l’IFC – Industry Foundation Classes. Due anni dopo, nel 1996, dalla IAI viene fondata la BuildingSmart, l’associazione internazionale che si occupa della regolamentazione del BIM e di contribuire alla trasformazione dei processi costruttivi attraverso l’adozione a livello mondiale di standard di tipo “aperto”. Tra le sue attività, BuildingSmart certifica l’interoperabilità dei software attraverso la ISO 16739:2013. L’elenco dei software certificati IFC si trova sul sito di BuildingSmart

BIM, UN NUOVO MODO DI PROGETTARE

La rappresentazione digitale e tridimensionale delle opere edili e dei relativi servizi ottenuta con il BIM consente di disporre di una mole di informazioni attendibili, trasmissibili e condivisibili, come non era possibile in precedenza, tali da definire anche il più piccolo elemento della scala gerarchica del complesso sistema di definizione di un’opera costruita. La metodologia BIM, infatti, prevede una forma di progettazione integrata, aperta e collaborativa, al centro della quale c’è la creazione di un “ambiente di condivisione dati” (Common Data Environment – CDE) la cui funzione è quella di raccogliere, archiviare e organizzare dati ed elaborare le conseguenti informazioni e il cui funzionamento logico è esplicitato dalla parte 1 della UNI 11337. I vantaggi della progettazione integrata sono legati a una riduzione degli errori, una maggiore produttività e minori costi e tempi di realizzazione e gestione dell’opera. Rispetto a una metodologia di progettazione tradizionale (CAD), con il BIM è infatti possibile conseguire notevoli risparmi, sia nei tempi che nei costi, a seguito di una qualsiasi modifica o variante in corso d’opera. Ciò è dovuto alla creazione di un modello virtuale dell’edificio o dell’opera che, contenendo tutte le informazioni della struttura reale, permette attività di controllo e analisi nell’intero ciclo di vita della stessa e una progettazione più efficiente. Il BIM trova una naturale corrispondenza nel “digital twin”, o gemello digitale, con il quale si intende appunto la trasposizione virtuale del modello di un’opera reale. I dati trasmessi da una fase all’altra del ciclo di vita della struttura, accurati,

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L’EVOLUZIONE DEL QUADRO NORMATIVO BIM IN ITALIA

I primi a richiedere l’uso del BIM per tutti i grandi progetti che ricevono finanziamenti pubblici sono stati gli Stati Uniti, nel 2007. In Europa, nel 2011, è l’Inghilterra, sull’esempio di Norvegia e Finlandia, la prima a redigere il Piano Nazionale per l’utilizzo del BIM in tutti i progetti pubblici, con l’obiettivo di raggiungere il livello 2 nel 2016. Ma solo nel 2014, l’Unione Europea, con la Direttiva Appalti 2014/24/EU, al comma 4 dell’art. 22, introduce l’uso del BIM negli stati membri: “Per gli appalti pubblici di lavori e i concorsi di progettazione, gli Stati membri possono richiedere l’uso di strumenti elettronici specifici, quali gli strumenti di simulazione elettronica per le informazioni edilizie o strumenti analoghi”, fissando un periodo di trenta mesi per il recepimento di tale direttiva da parte degli Stati membri.

In Italia, il BIM viene introdotto nel 2016 con il D.Lsg. 50/2016 o Nuovo Codice Appalti che, all’art.23, disciplina l’introduzione di metodi e strumenti elettronici, nella progettazione di opere pubbliche: “La progettazione in materia di lavori pubblici si articola, secondo tre livelli di successivi approfondimenti tecnici, in progetto di fattibilità tecnica ed economica, progetto definitivo e progetto esecutivo ed è intesa ad assicurare: la razionalizzazione delle attività di progettazione e delle connesse verifiche attraverso il progressivo uso di metodi e strumenti elettronici specifici quali quelli di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture (BIM)”.

Tuttavia, è il 2019 l’anno decisivo per l’affermazione del BIM in Italia, con la prima applicazione agli appalti pubblici (con importo pari o superiore a 100 milioni) del Decreto Baratono, anche denominato Decreto BIM (DM 560/2017), decreto attuativo del D.Lsg. 50/2016, e l’introduzione obbligatoria dell’uso di metodi e strumenti elettronici per gli appalti pubblici operata dal suddetto decreto.

Il DM 560/2017 ha infatti definito tempi e modi per le stazioni appaltanti, le amministrazioni concedenti e gli operatori economici della progressiva introduzione dell’obbligo di utilizzo di metodi e

integri e veritieri, consentono a tutte le parti interessate di intervenire ed essere informate in modo attendibile. L’adozione del BIM consente, inoltre, il monitoraggio in tempo reale dello stato della struttura. Ciò permette di individuare rapidamente eventuali problemi e di trovare prontamente una soluzione. Alla base del valore del BIM ci sono dunque i dati, che costituendo la vera ricchezza del modello, devono essere sfruttati per l’intero ciclo di vita dell’asset, compresa la fase di manutenzione. Attribuendo, per esempio, a ogni singolo “oggetto” del modello il relativo piano manutentivo ordinario, la tempistica della sua garanzia, l’azienda di riferimento, le sostituzioni che sono state effettuate e altro ancora, è stata stimata una percentuale di risparmio dei costi di gestione pari a circa il 15%. A livello progettuale, il BIM offre anche una maggiore chiarezza nella comprensione di disegni statici bidimensionali tradizionali, la possibilità di identificare potenziali conflitti di spazio tra i diversi sistemi costruttivi, così come quella di individuare e conoscere in ogni istante le quantità, le caratteristiche, le posizioni di materiali e attrezzature, il produttore etc. con notevoli benefici e vantaggi per le imprese di costruzioni nella fase esecutiva e nella gestione del cantiere. Grazie all’uso di sensori IoT (Internet of Things) si può inoltre costantemente monitorare il funzionamento di impianti e sistemi, provvedere tempestivamente in caso di guasti, intervenire per evitare sprechi e ottimizzare i consumi energetici rendendo possibile l’elaborazione di statistiche in tempo reale.

L’INTEROPERABILITÀ DEL BIM

La trasversalità dell’approccio BIM richiede necessariamente la massima accessibilità di tali informazioni di progetto e di processo a tutti i soggetti coinvolti. Come affermato da Autodesk, uno dei maggiori produttori di software BIM, “l’interoperabilità tra programmi e strumenti informatici diversi, quindi tra team di lavoro e competenze diversi, è uno degli elementi fondamentali che distinguono ciò che è BIM da ciò che non lo è”. Lo standard attraverso il quale è possibile garantire a tutti gli operatori l’accessibilità ai dati è l’IFC, acronimo di “Industry Foundation Classes”. Creato e gestito da BuildingSmart, è un modello di dati aperto standardizzato, supportato dalla maggior parte dei software di modellazione tridimensionale che condividono l’approccio BIM alla realizzazione dell’opera, la cui “caratteristica principale è la massima interoperabilità, cioè la capacità di trasmettere e ricevere, per e da altre piattaforme, le informazioni senza bisogno di ulteriori trasformazioni, garantendo il mantenimento e l’invariabilità delle stesse rispetto all’originale”.

Obiettivo principale della logica BIM è l’ottimizzazione del processo, che contribuisce a qualificare l’intera filiera delle costruzioni. L’integrazione nel modello tridimensionale del progetto di tutti i dati relativi a tecniche, materiali, attrezzature, risorse umane e, più in generale, delle attività necessarie alla realizzazione concreta dell’opera, consente non solo di realizzare rapidamente elaborati grafici e documenti, ma soprattutto, grazie all’integrazione, di rendere più fluide e costantemente controllabili tutte le fasi successive, dalla computazione alla programmazione lavori,

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dall’analisi dei costi e del budget al controllo tecnico ed economico degli stati di avanzamento del progetto.

I LIVELLI E LE DIMENSIONI DEL BIM

Negli anni, a seguito della progressiva diffusione della metodologia BIM, è cresciuta l’esigenza di individuare dei criteri con i quali misurare la maturità e le performance di questa metodologia. Per valutare quali criteri siano richiesti per essere ritenuti conformi alle necessità minime di produzione digitale del mercato è stato introdotto il concetto di “maturità BIM”. “Il livello di maturità rappresenta la qualità, la ripetibilità e il grado di eccellenza nella produzione e gestione di modelli di dati BIM” (Bilal Succar, 2010).

In letteratura scientifica sono presenti molti studi finalizzati all’individuazione della metrica più adeguata a misurare la maturità nell’adozione del BIM. Come riportato nell’e-book “Analisi dei livelli di maturità nell’approccio BIM” edito da ASSOBIM, si va dai 5 livelli previsti dal BIMMI (BIM Maturity Index) di Bilal Succar, al punteggio attribuito per punti dalla BIM Proficiency Matrix dell’Università dell’Indiana, ai criteri “hard and soft” dell’olandese TNO con il suo Bim QuickScan; o ancora ai 6 livelli di competenza del BIM-Cat catalano. Per tutti questi diversi approcci, il livello di maturità rappresenta la qualità, la ripetibilità e il grado di eccellenza nella produzione e gestione di modelli di dati BIM. Nel 2008, in Inghilterra, Mark Bew e Mervyn Richards definirono quattro livelli di BIM (da 0 a 3) che

strumenti elettronici specifici, come la modellazione informativa per l’edilizia e le infrastrutture, nelle fasi di progettazione, costruzione e gestione delle opere inclusa la dismissione.

Il decreto prescrive la definizione di un ambiente di condivisione dei dati, la definizione del piano di gestione informativa (art. 2) e la definizione dei criteri di interoperabilità (art 4). In base a esso, dal 1° gennaio 2019 è scattato l’obbligo del BIM per lavori complessi relativi a opere di importo a base di gara pari o superiore a 50 milioni di euro; dal 1° gennaio 2020 per importo pari o superiore a 50 milioni di euro; dal 1° gennaio 2021 per importo pari o superiore a 15 milioni di euro. Dal 1° gennaio 2022 sarebbe diventato obbligatorio per importo a base di gara pari o superiore alla soglia di cui all’art.35 del Codice dei contratti pubblici; mentre dal 1° gennaio 2023, per importo pari o superiore a 1 milione di euro; infine, dal 1° gennaio 2025 per importo inferiore a 1 milione di euro. Quindi per tutti. In realtà, come vedremo più avanti, il successivo Decreto 2 agosto 2021, n. 312 emanato ai sensi dell’art. 48, comma 6 del Decreto Semplificazionibis e Governance PNRR, ha modificato il decreto del MIT n. 560/2017 sul BIM, introducendo una diversa tempistica di introduzione dei metodi e degli strumenti elettronici di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture negli appalti pubblici e, in particolare, punteggi premiali per l’uso del BIM negli appalti pubblici finanziati dal PNRR e dal PNC.

Nel 2018 viene rilasciata la prima norma internazionale (ISO 19650) sugli standard BIM, tradotta in italiano nella UNI EN ISO 19650-12:2019, con la quale si definiscono regole e standard internazionali che possano consentire un utilizzo trasversale della metodologia BIM. In Italia, il recepimento della norma internazionale vede l’applicazione congiunta della stessa con la UNI 11337 che, sebbene sia stata adottata in precedenza, nel 2017, è stata poi aggiornata e definita come allegato nazionale della stessa ISO, per la sua funzione normativa complementare. La UNI 11337 - “Gestione digitale dei processi informativi delle costruzioni”, composta da più parti, costituisce la prima vera norma tecnica italiana sul BIM e, di fatto, un impianto normativo in continuo aggiornamento.

Nella prima parte (UNI 11337-1) vengono definiti i modelli, gli elaborati e gli oggetti informativi

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per prodotti e processi; la norma interessa gli aspetti generali della gestione digitale del processo informativo nel settore delle costruzioni. Nella UNI 11337-4, che riguarda gli aspetti qualitativi e quantitativi della gestione digitalizzata del processo, vengono introdotti i LOD (Level of Development) cioè i livelli di sviluppo degli oggetti digitali e definiti gli stati di lavorazione e approvazione del contenuto informativo.

Attualmente, il testo della norma UNI 11337-4 è in fase di aggiornamento, in quanto dovrebbe recepire la norma UNI EN 17412-1, che riguarda concetti e principi per la definizione del Livello di Fabbisogno Informativo LOIN (Level of Information Need) in ambito BIM (vedi paragrafo sui “livelli e le dimensioni del BIM”) e quindi contenere le indicazioni pratiche su come applicare tali livelli nel mercato italiano.

La UNI 11337-5 definisce i requisiti per la produzione, gestione e trasmissione di contenuti informativi attraverso tre documenti: il capitolato informativo (CI), l’offerta per la gestione informativa (oGI) e il piano per la gestione informativa (pGI). La norma introduce inoltre i concetti di analisi delle incoerenze e interferenze informative e di ambiente di condivisione dati (ACDat).

La UNI 11337-6 definisce la struttura del capitolato informativo (CI), ovvero il documento contrattuale di commessa tra un soggetto proponente (committente) e un soggetto contraente (affidatario) e traccia le linee guida per la sua stesura fornendo indicazioni procedurali e uno schema generale dei contenuti.

La UNI 11337-7 riguarda la definizione dei requisiti relativi all’attività professionale delle figure coinvolte nella gestione e nella modellazione informativa e individua quattro figure in ambito BIM: il CDE Manager, gestore dell’ambiente di condivisione dei dati, il BIM Manager, gestore dei processi digitalizzati, il BIM Coordinator, coordinatore dei flussi informativi, e il BIM Specialist, operatore avanzato della gestione e della modellazione informativa. Per ciascun ruolo sono definiti chiaramente ambiti di competenza e limiti gestionali e operativi correlati all’attività professionale degli stessi.

vanno dall’approccio cartaceo, Livello 0, a quello collaborativo, integrato e interoperabile, Livello 3 (“iBIM”).

Per quanto riguarda l’Italia, il livello di “maturità digitale del processo delle costruzioni” è definito dalla norma UNI 11337-1:2017, nella quale, al capitolo 5, sono introdotti i seguenti 5 livelli in ragione delle differenti regole di trasferimento dei contenuti informativi a essi ascritti: ■ livello “0”, non digitale. Il trasferimento di contenuti informativi avviene tramite elaborati informativi non digitali (grafici, documentali, multimediali), su supporto prevalentemente cartaceo; ■ livello “1”, base. Il trasferimento di contenuti informativi avviene attraverso elaborati informativi digitali, ma permane la prevalenza contrattuale della riproduzione su supporto cartaceo del contenuto informativo dell’elaborato digitale. L’insieme di elaborati informativi digitali e non digitali costituisce un progetto digitale di base; ■ livello “2”, elementare. Per gli ambiti disciplinari ambientale e tecnico il trasferimento di contenuti informativi avviene prevalentemente attraverso modelli informativi grafici, eventualmente accompagnati da elaborati informativi grafici digitali per specifiche necessità di dettaglio. Per tutti gli ambiti disciplinari, il trasferimento degli ulteriori contenuti informativi (non trasferibili attraverso i citati modelli grafici) avviene attraverso elaborati informativi digitali. La prevalenza contrattuale si affida al supporto cartaceo del contenuto informativo degli elaborati, accompagnato dal supporto digitale con riferimento al modello grafico;

■ livello “3”, avanzato. Per favorire la connessione dei dati tra modelli informativi grafici ed elaborati informativi possono essere impiegate apposite schede informative digitali di prodotto e di processo. Le schede informative digitali possono dialogare direttamente con i modelli grafici ambientali e tecnici. La prevalenza contrattuale riguarda la riproduzione su supporto digitale dei contenuti informativi; ■ livello “4”, ottimale. Il trasferimento di contenuti informativi avviene attraverso modelli informativi virtualizzabili in senso grafico, documentale, multimediale.

Dato che il BIM non è solo modellazione 3D, ma consente di gestire molte informazioni differenti, le dimensioni del BIM servono a schematizzare le “potenzialità” che l’informatizzazione del progetto permette. Per rappresentare tutti gli ambiti di informazione, quindi, non bastano le sole 3 dimensioni relative alla modellazione geometrica; ecco perché nella UNI 11337 sono state introdotte altre dimensioni che definiscono un vero e proprio sistema di classificazione:

■ 1D: concept design;

■ 2D: produzione elaborati 2D (piante, prospetti e sezioni);

■ 3D: modellazione tridimensionale del manufatto;

■ 4D: analisi dei tempi (gestione della programmazione); ■ 5D: analisi dei costi (gestione informativa economica); ■ 6D: fase di gestione dell’opera: ciclo di vita = uso, manutenzione e dismissione; ■ 7D: valutazione della sostenibilità.

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Alle dimensioni definite dalla norma UNI 11337, vanno aggiunte altre 3 dimensioni che comprendono tutta la parte inerente alla sicurezza in fase di progettazione e di realizzazione dell’opera, la digitalizzazione degli step necessari a realizzare un’opera in un’ottica di ottimizzazione dell’intera catena di produzione e il miglioramento del processo produttivo in ogni sua singola fase per spiegare i benefici complessivi dell’edilizia industrializzata.

■ 8D: sicurezza;

■ 9D: lean construction;

■ 10D: costruzione industrializzata.

L’utilizzo del Building Information Modeling consente un approccio collaborativo nel quale i disegni e i documenti relativi al progetto dell’opera sono generati in modo automatico e dettagliato in funzione del livello di dettaglio o di definizione (LOD – Level of Detail/Definition , definizione inglese) del modello, e aggiornati, sempre in modo automatico, contestualmente alle modifiche apportate al progetto. Il “livello di definizione” ( Level of Definition ) del modello architettonico BIM inglese è un concetto introdotto dalla “BS PAS 1192-2:2013”, oggi ritirata e sostituita dalla BS EN ISO 19650:2019 (parti 1 e 2). Nell’approccio BIM, i LOD ( Level Of Detail ) definiscono il livello di approfondimento delle informazioni disponibili con il modello. Il LOD si compone di 2 elementi: ■ la geometria o rappresentazione visiva di un progetto – LOG (Level of Geometry);

■ i dati allegati agli oggetti del modello BIM – LOI (Level of Information).

I LOD, contenuti nella formulazione del protocollo standard BIM dell’AIA (American Institute of Architects), “G202-2013, Building Information

La norma UNI 11337-7 definisce inoltre i requisiti minimi di conoscenza, abilità e competenza per la certificazione delle figure professionali BIM coinvolte nella gestione e nella modellazione informativa. Vengono anche definiti, per ogni figura, il grado di istruzione e l’esperienza necessari per essere ammessi all’esame di certificazione.

La UNI/PdR 78:2020 “Requisiti per la valutazione di conformità alla UNI 11337-7:2018 Edilizia e opere di ingegneria civile – Gestione digitale dei processi informativi delle costruzioni – Parte 7: Requisiti di conoscenza, abilità e competenza delle figure professionali coinvolte nella gestione e nella modellazione informativa”, è un documento tecnico frutto della sinergia lavorativa tra UNI e Accredia, che affianca la norma nazionale e definisce la prassi di riferimento per la valutazione e certificazione dei professionisti del Building Information Modeling.

Per quanto riguarda l’aggiornamento della UNI 11337, sono in fase di completamento anche le parti 8, 9 e 10 della norma, che fanno riferimento ai processi di integrazione tra attività e figure informative e attività e figure tradizionali del settore costruzioni (parte 8), alla gestione informativa in fase di esercizio con la normazione della Due Diligence e il rilievo digitale, della Piattaforma collaborativa e del “Fascicolo del Costruito” digitale, che comprende non solo il fascicolo del fabbricato ma anche quanto attiene alle infrastrutture e l’ambiente antropomorfo (parte 9). La parte 10 attiene alle Linee guida per la gestione informativa digitale delle pratiche amministrative, ovvero quello che in Building Smart International (BSI) prende il nome di E-permit BIM

Come già anticipato, il 2 agosto 2021 è stato adottato il Decreto Ministeriale n. 312 “Modifiche al decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 1° dicembre 2017, n. 560”, ribattezzato “Nuovo Decreto BIM”, che ha parzialmente modificato il panorama legislativo della disciplina con una serie di nuove disposizioni.

Il principio ispiratore del legislatore è il raggiungimento di un sempre più alto consenso sul BIM, perseguito attraverso la revisione della gradualità temporale di implementazione della metodologia e l’introduzione dei punteggi premiali, per tenere conto del periodo emergenziale causato dalla pandemia da Covid-19, e delle difficoltà

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riscontrate da parte di numerose stazioni appaltanti nella necessaria riorganizzazione della propria struttura e nell’adeguata formazione del personale coinvolto. All’art. 2, il punteggio premiale viene indicato come “punteggio che le stazioni appaltanti attribuiscono ai criteri di aggiudicazione inerenti all’utilizzo dei metodi e strumenti elettronici di cui all’articolo 23, comma 1, lettera h), del codice dei contratti pubblici”. A fronte di ciò, in base all’art. 6 del DM, le nuove tempistiche e relative soglie (alcune già operanti) per l’adozione obbligatoria del BIM, in relazione alle diverse tipologie di opere e interventi, diventano: dal 1° gennaio 2022, per le opere di nuova costruzione e interventi su costruzioni esistenti, fatta eccezione per le opere di ordinaria manutenzione di importo a base di gara pari o superiore a 15 milioni di euro; dal 1° gennaio 2023, per le opere di nuova costruzione, e interventi su costruzioni esistenti, fatta eccezione per le opere di ordinaria e straordinaria manutenzione di importo a base di gara pari o superiore alla soglia di cui all’articolo 35 del codice dei contratti pubblici (5,35 milioni di euro); dal 1° gennaio 2025, per le opere di nuova costruzione, e interventi su costruzioni esistenti, fatta eccezione per le opere di ordinaria e straordinaria manutenzione di importo a base di gara pari o superiore a 1 milione di euro.

Quindi, l’obbligatorietà del BIM a far data dal 1° gennaio 2025 non sarà più, come originariamente previsto dal D.M. 560/2017, per tutte le tipologie di opere di qualsiasi importo esse siano, ma esclusivamente per le opere sopra la soglia del milione di euro. Un’altra novità introdotta dall’art. 2 del Decreto è la definizione del Modello Informativo, inteso ora come “insieme di contenitori di informazione strutturata, semistrutturata e non strutturata”, in riferimento a quanto contenuto nella norma ISO EN UNI 19650. Dalla lettura dell’art. 5 del Decreto emerge chiaramente una volontà di indirizzo e stimolo alle Amministrazioni pubbliche. Viene infatti stabilito che le Amministrazioni che intendano adottare facoltativamente il BIM per appalti non rientranti nella soglia dell’obbligatorietà non devono più aver obbligatoriamente adempiuto agli adempimenti preliminari indicati nell’art. 3 ma semplicemente “programmato di adempiere”. (fonte: “Il BIM negli appalti pubblici dopo il Decreto 312/2021”, di ASSOBIM).

Modeling Protocol”, costituiscono un riferimento per gli operatori utile definire i livelli di sviluppo degli elementi. Sono stati individuati 5 livelli per definire il grado di sviluppo ottenibile attraverso la redazione di un modello di edificio definito attraverso un approccio di tipo BIM:

■ LOD 100 – concept design. Rappresentazione concettuale;

■ LOD 200 – schematic design. Modelli generici e indicazione di volume, quantità, posizione;

■ LOD 300/350 – design model;

■ LOD 400 – construction. Progettazione costruttiva;

■ LOD 500 – as built (come realizzato);

■ LOD 600 – facility management (gestione).

La classificazione americana dei LOD è stata adattata in Italia dalla norma UNI 11337, nella quale i Level of Development non sono indicati con numeri (come avviene negli USA o in UK), ma con lettere (dalla A, alla G). I più interessanti, anche perché introducono un elemento di novità rispetto alla normativa europea e internazionale, sono i LOD F e G nei quali il concetto di BIM viene applicato alla conservazione/ manutenzione e al restauro degli edifici. Per ovviare a un eccesso di informazioni, a volte anche inutili, in alcuni casi trasmesse e condivise dal professionista, la ISO 19650-1 ha introdotto il concetto di LOIN ( Level of Information Need ), superando il concetto di LOD. Con il LOIN viene evidenziato come il grado di approfondimento di un modello sia un parametro da valutare in base a diverse condizioni e non assoluto. Il livello di fabbisogno informativo descritto dai LOIN è dato dalla combinazione di informazioni di tipo geometrico, alfanumerico e di documentazione ed esprime la granularità delle informazioni scambiate. Ricordiamo che la ISO 19650:2018 (parti 1 – Concept and principles e 2 – Delivery phase of assets ) rappresenta la norma di processo del BIM, nel mondo.

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BIM & IOT IN EDILIZIA

L’evoluzione tecnologica ha reso disponibili tecniche evolute per il rilievo, il monitoraggio e la diagnostica degli edifici. Grazie ai sensori IoT e alla possibilità di acquisire e elaborare dati per restituire informazioni utili all’ottimizzazione della gestione dei cantieri edili, è possibile migliorare le modalità di lavoro, ottimizzare i tempi e le risorse umane e aumentare il livello di sicurezza del cantiere e di coloro che vi operano.

Sempre grazie alla sensoristica e all’introduzione degli scanner 3D, è notevolmente aumentata la precisione dei rilievi di terreno e dei manufatti edilizi rispetto ai metodi tradizionali. Le misurazioni e la nuvola di punti georeferenziati generate dai sensori si prestano infatti a una modellazione estremamente precisa, utile anche al monitoraggio nel tempo delle geometrie, ai fini della ricerca di eventuali dissesti, e della mappatura dell’evoluzione di fenomeni ambientali e di degrado, a una elaborazione in tempo reale e a una immediata condivisione con tutti gli operatori del cantiere. Tutto ciò, consente la riduzione del personale impiegato per le operazioni di rilievo, misura e livellamento e quindi garantisce una massimizzazione del profitto.

Quando applicata alla modellazione 3D dei manufatti storici, artistici e monumentali, questa tecnologia, che necessita di

competenze qualificate, dà vita all’HBIM, o Heritage BIM, che delinea una nuova frontiera del restauro. Un’attività finalizzata all’integrazione dei dati con modalità BIM e alla collaborazione interdisciplinare per lo studio e la conservazione delle opere, nonchè alla divulgazione al pubblico mediante realtà aumentata. L’Heritage Building Information è una disciplina ancora agli inizi ma dall’enorme potenziale, soprattutto nel nostro Paese, così ricco di edifici dall’incommensurabile valore storico.

Un’altra applicazione possibile grazie all’uso dei sensori IoT è il monitoraggio continuo di impianti e sistemi con il quale si può intervenire tempestivamente in caso di guasti, evitare sprechi, ottimizzare i consumi energetici e abilitare una manutenzione di tipo predittivo, attività che contribuisce alla riduzione dei tempi di fermo degli impianti, limitando i costi di inutilizzo e per interventi eseguiti in emergenza. In sinergia con le tecnologie evolute, l’uso di modelli BIM rende inoltre più efficiente e reattiva l’organizzazione del portafoglio edilizio e impiantistico dell’asset immobiliare e i processi aziendali tipici del facility management, ovvero della gestione dell’intero ciclo di vita. La metodologia e gli strumenti BIM sono di supporto ai processi decisionali e alle procedure operative, relative agli asset e alla loro utilizzazione, ai diversi livelli. Un tema strettamente collegato all’interazione tra BIM e facility management, è quello della gestione

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delle informazioni per la sostenibilità energetica in edilizia finalizzata al contenimento dei consumi perché grazie al BIM, è possibile disporre di strumenti utili per effettuare delle stime del rapporto costi/benefici di uno o più interventi.

BIM E BLOCKCHAIN

Un’idea che si sta sempre più diffondendo è l’applicazione della metodologia blockchain, la più avanzata tecnologia di tracciamento e certificazione oggi disponibile, al BIM. Per comprendere le ricadute positive di questa tecnologia in ambito BIM, occorre darne una precisa definizione. Wikipedia definisce la blockchain (letteralmente “catena di blocchi”) come “una struttura dati condivisa e “immutabile”. Un registro digitale le cui voci sono raggruppate in “blocchi”, concatenati in ordine cronologico, e la cui integrità è garantita dall’uso della crittografia. Sebbene la sua dimensione sia destinata a crescere nel tempo, è immutabile nel concetto di “quanto”. Il suo contenuto una volta scritto tramite un processo normato, non è più né modificabile né eliminabile, a meno di non invalidare l’intero processo”. Si tratta di un’architettura che consente una sempre maggiore acquisizione e potenziale disponibilità di dati, alla quale corrisponde una sempre maggiore frammentazione nella gestione delle informazioni che vengono distribuite tra molteplici soggetti. In questo senso, sono evidenti le

connessioni con il BIM, nel quale si dispone di un numero sempre maggiore di informazioni relative al ciclo di vita di un’opera quando essa è gestita attraverso processi BIM oriented e le informazioni e basi di dati sono distribuiti e condivisi tra uno o più modelli. È facile quindi prevedere che nei prossimi anni l’impatto della blockchain sulla gestione dei flussi informativi avrà un ruolo sempre più centrale. Il sistema della blockchain, che si basa su un registro distribuito delle transazioni (DLT), consente di poter gestire e registrare le modifiche apportate ai modelli BIM, ai processi ed eventi e più in generale agli avanzamenti durante tutte le fasi di progettazione e costruzione, senza la necessità di un’autorità terza, permettendo così agli attori della filiera di aggregare informazioni qualificate sulla base delle quali prendere decisioni efficienti ed efficaci. Un altro possibile utilizzo della blockchain è come protocollo digitale contenente tutte le informazioni specifiche degli accordi contrattuali e le condizioni alle quali i contratti saranno considerati come completati ed eseguibili, o ancora, come supporto di memorizzazione dei dati sensibili dei sensori nella fase di manutenzione della struttura. Infine, un’ulteriore possibile applicazione potrebbe essere l’e-permitting, cioè una procedura che consenta di ottenere una valutazione immediata e automatica della correttezza di un progetto presentato con la tecnologia BIM Blockchain, con notevole risparmio di tempo sia per l’ente pubblico che per l’impresa costruttrice.

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BIM&GIS, DALLA SCALA DELL’EDIFICIO A QUELLA TERRITORIALE

La grande quantità di dati e le numerose possibilità di gestione delle informazioni contenute in un modello BIM possono essere utilizzate sia nell’ambito della progettazione architettonica, alla scala del singolo edificio o del manufatto, sia nell’ambito della progettazione urbanistica, territoriale e delle infrastrutture. In particolare, l’integrazione fra BIM e Sistemi Informativi Geografici (GIS) consente di ridurre notevolmente le tempistiche correlate al calcolo di standard urbanistici, superfici e volumetrie, e di apportare in tempo reale tutte le modifiche necessarie per la realizzazione del progetto territoriale con significativi risparmi di tempo e risorse. Infatti, i dati GIS sono in grado di contestualizzare il singolo manufatto rispetto alla scala territoriale in cui deve essere inserito, consentendo una migliore pianificazione e gestione delle sue interazioni e fornendo informazioni utili a determinare la posizione, l’orientamento e le correlazioni fra infrastruttura, territorio e altre reti e infrastrutture in esso presenti. La possibilità di referenziare un progetto all’interno del contesto geografico di destinazione permette di evitare gli eventuali imprevisti connessi con la sua realizzazione, legati, per esempio, a processi autorizzativi e rischi ambientali. Inoltre, i benefici derivanti dall’integrazione BIM e GIS non si esauriscono nella fase di realizzazione dell’opera ma si esplicano anche e soprattutto durante l’intero arco di vita dell’opera, in particolare nell’ambito della sua gestione, perché la georeferenziazione consente anche di pianificare meglio le attività di controllo e manutenzione.

Anche in questo ambito, sono determinanti le tecnologie IoT che consentono la raccolta e la successiva elaborazione dei dati, in funzione del monitoraggio dell’opera. Fondamentali sono anche i droni, che oggi svolgono un ruolo chiave sin dalla fase di progettazione territoriale. L’integrazione tra BIM e GIS è un metodo di modellazione ampiamente utilizzato

per il City Information Modeling (CIM), che utilizza dati raccolti da diverse fonti e li combina insieme per creare un modello globale di città 3D. Grazie al CIM potranno essere rivoluzionate la pianificazione urbana, la governance e le infrastrutture, e progettisti e costruttori potranno trarre ispirazione da questa tecnologia per creare soluzioni migliori e più adattabili al contesto geografico e sociale. Se con il modello BIM è possibile definire e dettagliare parti di edifici o altre parti funzionali della città, con il CIM, considerato qualcosa di più della fusione di tutti i modelli BIM, è possibile rappresentare un livello superiore di rete infrastrutturale, amministrazione e attività umana. Questo modello abilita la visualizzazione, l’analisi e il monitoraggio dell’ambiente urbano, al fine di supportarne il progetto e la pianificazione, dalla scala locale a quella regionale. I due modelli BIM e GIS, apparentemente così distanti, possono dialogare attraverso lo standard IFC, che nel BIM consente l’interscambio di un modello informativo, e lo standard SIF (Standard Input Format) per il GIS. In realtà, è CityGML (City Geography Markup Language) lo standard di riferimento per integrare i due mondi in quanto definisce un modello concettuale e un formato di scambio per la rappresentazione, l’archiviazione e lo scambio di modelli virtuali di città in 3D. Il BIM dovrà fornire i dati che riguardano il rapporto tra l’edificio e il territorio e le informazioni relative all’impatto di un edificio sull’ambiente circostante e in questo modo tutti i dati relativi alle città potranno essere disponibili e allegati alle rappresentazioni georeferenziate delle costruzioni presenti nella banca dati CIM. Sarà quindi possibile, in futuro, ottenere informazioni direttamente dal modello virtuale, per monitorare e valutare le prestazioni dei servizi pubblici, e rispondere alla ISO 37120, la norma internazionale che definisce gli indicatori per i servizi cittadini e la qualità della vita per uno sviluppo sostenibile delle comunità. I dati del Building Information Modeling e del CIM possono infatti essere utilizzati per definire gli indicatori dell’ISO 37120.

BIBLIOGRAFIA E FONTI PRINCIPALI

■ “Dal CAAD al BIM”. Saggio di Alberto Sdegno, Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Trieste. Atti del Workshop “3D Modeling & BIM. Applicazioni e possibili futuri sviluppi” della Facoltà di Architettura - Sapienza Università di Roma, 2016, DEI - Tipografia del Genio Civile.

■ “Il BIM negli appalti pubblici dopo il Decreto 312/2021”, e-book edito da ASSOBIM.

■ “Analisi dei livelli di maturità nell’approccio BIM”, e-book edito da ASSOBIM.

■ Succar, B. (2010). Building information modelling maturity matrix. In Handbook of research on building information modelling and construction informatics: Concepts and technologies, J. Underwood and U. Isikdag, eds., IGI Publishing, 65-103.

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Edificio “galleggiante” con tetto a sbalzo

L’edificio futuristico a pianta triangolare, progettato da Foster + Partners, adibito a sede centrale della società farmaceutica Ferring Pharmaceuticals A/S, sorge su un lembo di terra circondato dall’acqua

a cura della REDAZIONE

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Ferring Pharmaceuticals A/S occupa una posizione strategica sul lungomare di Copenaghen, all’incrocio con Øresund e non molto distante dell’aeroporto internazionale della capitale danese. Caratterizzato da uno sviluppo prevalentemente basso, l’edificio futuristico a pianta triangolare – progettato da Foster + Partners – offre una vista fantastica su Malmö e la costa svedese, terra natia dell’azienda.

L’edificio in vetro “galleggia” su un grande plinto in pietra che funge da prima linea di difesa contro le inondazioni e integra il disegno dell’arredo urbano e degli elementi paesaggistici. I sei piani sovrapposti e la pensilina del tetto sono a sbalzo per catturare le viste circostanti e creare spazi auto-ombreggiati su ogni piano. Il tutto è sovrastato da una cupola vetrata capace di far filtrare la luce naturale, assicurando anche alle stanze interne sempre la massima luminosità e ben adattandosi alla latitudine di Copenaghen. Ogni singolo pannello in triplo vetro della cupola è stato piegato a freddo per creare la sorprendente forma.

Al centro dell’edificio è stato realizzato un ampio atrio interno con vista panoramica, che comprende una hall d’ingresso, una caffetteria e uno spazio per le pause, oltre a strutture per conferenze e spazi per eventi sociali. L’accesso ai piani superiori avviene tramite una caratteristica scala o ascensori in vetro che animano ulteriormente lo spazio dell’atrio.

Abbiamo lavorato con Ferring per sviluppare una comprensione approfondita del loro modo di lavorare: attraverso interviste mirate abbiamo acquisito informazioni preziose sui processi coinvolti nello sviluppo dei loro farmaci. A nostra volta, abbiamo progettato un edificio che risponde alle esigenze specifiche dell’azienda e riunisce la gamma delle attività di Ferring sotto lo stesso tetto

“ “ www.casaeclima.com n.100 51
DAVID KONG, Foster + Partners
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Da non sottovalutare la flessibilità del progetto: gli spazi, infatti, possono essere facilmente riconfigurati in ogni istante, anche dal personale stesso, favorendo il lavoro agile e dinamico.

Dato che necessitano di tranquillità e privacy, uffici e laboratori occupano il perimetro della struttura per sfruttare al meglio la luce naturale, mentre le sale riunioni e gli ambienti collettivi si affacciano sull’atrio.

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Nuova Edizione

La settima edizione di quest’Opera, riveduta e aggiornata, raccoglie in un unico, agile strumento di lavoro tutte le norme cardine che sovraintendono al governo del territorio.

Tra i provvedimenti recepiti, scelti fra quelli che rivestono maggiore interesse per il lettore, segnaliamo:

– il DL 31 maggio 2021, n. 77, convertito, con modificazioni, dalla Legge 29 luglio 2021, n. 108, Governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure, recante numerose e significative modifiche al Testo Unico dell’Edilizia;

– il DLgs 8 novembre 2021, n. 207, che modifica, fra l’altro, le norme sul certificato di agibilità e introduce le regole per l’infrastrutturazione digitale degli edifici;

– la Legge 9 marzo 2022, n. 22, Disposizioni in materia di reati contro il patrimonio culturale, recante modifica al Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.

L’insieme dei provvedimenti approvati recentemente conferma l’obiettivo del Legislatore di rilanciare gli investimenti pubblici e di promuovere l’accelerazione degli interventi di rigenerazione urbana e di ricostruzione del territorio nazionale.

Un esaustivo indice analitico-alfabetico rende questo volume un supporto indispensabile per i Tecnici, i Progettisti e i RUP della Pubblica Amministrazione che necessitano di strumenti sempre aggiornati e coordinati con le ultime norme che disciplinano questa complessa materia.

Il campus che si smonta

Il campus Salvagnini verrà riciclato a fine vita. Il nuovo lavoro di Traverso-Vighy Architetti a impatto zero

Fondazione Promozione Acciaio
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L’

azienda Salvagnini nasce a Milano alla fine degli anni ’60. Nel 1974, grazie a sovvenzioni per l’industrializzazione delle zone agricole, costruisce ai piedi dei colli berici, nel mezzo della campagna veneta, il suo stabilimento: una campata produttiva, collegata a uffici e parcheggio attraverso un lungo corridoio, futuro asse di sviluppo di un’estesa area industriale, che oggi conta 44.000 mq di superficie coperta e 900 dipendenti.

EDIFICI REVERSIBILI

Il nuovo Campus dell’azienda produttrice di macchine per la lavorazione della lamiera è un luogo di visita e ricerca su industria 4.0; un complesso di edifici pensato in continuità con il paesaggio e concepito attraverso la rigenerazione di esistenti manufatti industriali, sostituiti da nuovi volumi leg-

ALCUNI NUMERI

■ Lamiere da taglio laser: 40 tonnellate

■ Profili tubolari da taglio laser: 1,9 km

■ Pannelli in lamiera piegata: 1.000 mq

geri e totalmente reversibili. Il Campus è parte di un più esteso progetto dell’area direzionale di rigenerazione industriale che trae energia e valore della ricucitura ambientale e sociale con il proprio territorio e che ha visto la riduzione delle superfici coperte a favore dell’aumento di spazi verdi. Un insieme di nuovi edifici solari trasparenti al paesaggio circostante, ragionati per massimizzare la qualità dell’esperienza di chi lavora e di chi visita l’azienda. Un metodo di progettazione e costruzione digitale e “leggero”, che – unito all’uso di materiali tradizionali quali acciaio, legno e vetro – legano l’intervento ai concetti di economia di risorse, sostenibilità e futura reversibilità. Una struttura prefabbricata mirata all’economia delle risorse e in cui ogni componente, assemblato a secco, deriva da un processo di produzione digitale: lamiere e profili tubolari tagliati al laser, pannelli in Xlam lavorati a controllo numerico, architettura tessile. Un metodo costruttivo modulare e pensato per essere reversibile e riciclabile a fine vita. Il nuovo complesso potrà infatti essere interamente smontato e riciclato a fine vita.

ENERGETICAMENTE AUTONOMI

I nuovi luoghi di lavoro sono riorganizzati secondo l’orientamento solare e sono energeticamente autonomi. Il campus è costituito da una serie di edifici interconnessi attraverso percorsi e assi visivi all’interno di un ampio parco verde pubblico. Il percorso di visita inizia da un parcheggio all’interno del parco, che si affaccia sui corpi della reception e i volumi showroom e academy. Una rossa vela in acciaio, struttura indipendente rispetto agli edifici e realizzata con profili laminati a caldo ad H per un totale di circa 15 tonnellate e lamiere metalliche architettoniche, accompagna i visitatori verso l’accoglienza, locale disposto su due piani che collega i corpi principali.

Lo showroom è un grande spazio tecnologico dove la luce naturale esalta la visione delle attività dell’azienda. La struttura è interamente assem-

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blata a secco e ingegnerizzata in officina ed è in carpenteria metallica, con profili tubolari e travi composte saldate a costituire l’ossatura principale.

La copertura mantiene l’aspetto degli edifici industriali tradizionali, presentando capriate a shed in profili cavi circolari con correnti superiori di Ø 219,1 x 8 mm, correnti inferiori

di Ø 139,7 x 10 mm e puntoni Ø 139,7 con spessori di 6 e 6,3 millimetri. Sulle reticolari di copertura sono saldati bracci in lamiera su cui poggia il pacchetto di copertura. L’edificio è completato da soppalchi panoramici in carpenteria metallica. il peso totale delle carpenterie metalliche dello showroom ammonta a circa 185 t.

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PIAZZA DIDATTICA, GIARDINO E TEATRO PUBBLICO

Opposto allo showroom sorge il volume academy, luogo degli incontri commerciali e della formazione, sviluppato con il medesimo sistema costruttivo stratificato a secco e con strutture portanti in acciaio. L’academy nasce dalla ristrutturazione di una pre-esistenza, radicalmente ridisegnata dai progettisti (salvo l’involucro metallico) per offrire sale riunioni, un bar ristorante, spazi di smart working, aule didattiche e un grande teatro di forma circolare che si pone al centro del volume. Di grande impatto scenografico sono le colonne a “y” che contornano questa piazza coperta, realizzate con piatti saldati in acciaio e successivamente rivestite in elementi lignei. Su questi elementi si innestano le strutture in carpenteria metallica d’interpiano a sostegno dei solai a vista in legno. le carpenterie metalliche degli uffici, della zona conference e del soppalco ammontano a 85 t. In copertura sono presenti reticolari metalliche in travi in profili aperti laminati a caldo. Esternamente i corpi di fabbrica sono caratterizzati per la pulizia delle linee e per facciate in parte vetrate in parte in lamiere metalliche con ottime performance di resistenza e di isolamento termico. La scelta dei materiali, infine, è stata ponderata in base alla futura reversibilità: ne consegue che acciaio e vetro sono tra i protagonisti di questo progetto iconografico e d’avanguardia.

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www.casaeclima.com n.100 61 COMMITTENTE Salvagnini Italia spa PROGETTO ARCHITETTONICO Traverso-Vighy architetti - Giovanni Traverso e Paola Vighy con Cristina Baggio, Stefania Dal Bianco, Elena Panza e Valeria Pesavento PROGETTO STRUTTURALE ACCIAIO E LEGNO Alberto Crosato PROGETTO STRUTTURALE C.A. Massimo Nardi PROGETTO IMPIANTI MECCANICI Paolo Lucatello PROGETTO IMPIANTI ELETTRICI Cristiano Stellin GESTIONE CANTIERE Massimo Nardi, Daniele Bertoldo (D.L.); Luca Gonnella (sicurezza e D.C.) GENERAL CONTRACTOR Pichler Projects Srl IMMAGINI AC Alessandra Chemollo SCHEDA PROGETTO

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Riqualificazione antisismica 4 Incentivi fiscali 38,00 €

Nel volume vengono affrontati tutti i diversi aspetti degli interventi in facciata, con indicazioni molto dettagliate dall’analisi dei degradi alla progettazione dei lavori, dalle check list per il posatore fino all’esecuzione delle opere – con tutte le illustrazioni per la cantierizzazione, comprese diverse illustrazioni che chiariscono le modalità operative delle attività da eseguire.

Un Manuale dedicato a Progettisti, Tecnici e Imprese che operano nell’ambito del recupero e restauro di facciate degradate, nella riqualificazione energetica degli edifici civili e negli interventi di adeguamento e miglioramento sismico. 4 Isolamento a cappotto 4

Riqualificazione e risanamento di un edificio anni ’50: l’importanza dei materiali

Oltre che una riqualificazione estetica e funzionale, l’obiettivo generale è il recupero in termini di efficienza energetica dell’edificio. In questa puntata, microclima e umidità relativa

scendono, soprattutto in orario notturno, mentre dentro casa non è consentito accendere il riscaldamento. Il controllo della temperatura è, insomma, “fuori controllo”. Che fare? Potendolo fare, si possono provare a sfruttare gli elementi passivi, come gli apporti solari e la ventilazione. WORK IN PROGRESS

DAVIDE GIGLI
Passato il caldo dei mesi estivi, abbiamo la possibilità di descrivere il microclima di questo appartamento nella prima parte di questa mezza stagione, ovvero un periodo in cui la gestione della temperatura può risultare più difficile per diversi motivi. All’esterno le temperature www.casaeclima.com n.100 63

TEMPERATURA

In condizioni di tempo soleggiato, la massimizzazione degli apporti solari (apertura completa di tende e oscuranti) permette di sfruttare l’irraggiamento verso l’interno, magari aprendo anche le finestre esposte a sud-sud ovest nelle ore più calde, sempre se la temperatura dell’aria è più calda all’esterno. Questo consente di sfruttare l’effetto serra dovuto alle superfici vetrate. La luce visibile attraversando una superficie vetrata modifica la lunghezza dell’onda elettromagnetica e diventa radiazione infrarossa, che tende a riscaldare le superfici e i materiali presenti all’interno. Col triplo vetro questo effetto è ridotto rispetto a un vetro singolo o doppio (il Fattore g delle vetrocamere), ma comunque utilizzabile. Non essendoci una fonte di calore interna che alimenta lo scambio termico e il recupero di calore delle macchine di ventilazione, per non disperdere il calore accumulato, l’utilizzo della ventilazione meccanica può essere ridotto in orario notturno. In questo caso è sufficiente tenere d’occhio il tenore di umidità relativa interna all’appartamento e massimizzare il ricambio d’aria nelle ore più calde. Per il ricambio dell’aria viziata è sufficiente un’apertura completa e contemporanea di tutti i serramenti per pochi minuti. Questo ricambio raffredda la temperatura dell’aria, ma non la temperatura degli elementi edilizi, che hanno un’inerzia molto alta. Pertanto, la dispersione di calore è molto ridotta. Soprattutto, è ridotto il fabbisogno di calore per tornare alla condizione iniziale. Un altro aiuto! Banalmente, basta letteralmente “rispolverare” alcuni tappeti per limitare la sensazione di freddo data dal pavimento non riscaldato. Anche se i tappeti su un sistema radiante in funzione ne penalizzano l’efficienza complessiva, in quanto riducono la conduzione del calore dal pavimento verso l’interno. Sarebbe interessante calcolare in maniera più precisa questo fenomeno, verificando la resistenza termica del centimetro di lana e confrontandolo con la possibilità di accumulo e inerzia che questo centimetro consente. Riassumendo, questi piccoli accorgimenti sono serviti a mantenere una temperatura interna compresa tra 19,5 e 20,5 gradi nei giorni più soleggiati di ottobre, fino praticamente al giorno seguente alla data di accensione consentita degli impianti, 23 ottobre, giornata in cui la temperatura interna non è mai salita oltre i 19 °C. Pertanto, si è scelto di accendere l’impianto, tarando l’accensione in questo modo: due fasce di temperatura: 20,5 °C nelle ore del mattino (6.00-7.30) e della sera (18.30-21), 18,5 °C nelle ore restanti (probabile assenza di persone in appartamento). La temperatura di mandata dell’acqua è stata impostata a 36 °C per il riscaldamento e 42 °C per l’acqua calda sanitaria. Queste impostazioni consentono di controllare le oscillazioni della temperatura interna

in maniera soddisfacente e sfruttare l’inerzia del sistema per non avere accensioni troppo intense e oscillazioni troppo ampie della temperatura del vettore termico nei circuiti (e di conseguenza in ambiente).

UMIDITÀ RELATIVA

Ci sono stati alcuni giorni con umidità dell’aria molto alta. A causa di condizioni meteo caratterizzate da bassa pressione atmosferica e pioggia persistente, che hanno portato a un innalzamento dell’umidità relativa generale, anche all’interno dell’appartamento si è registrato un forte aumento dell’umidità dell’aria.

Non si sono avuti fenomeni di condensa interna (tipici sui vetri tradizionali) e anzi, è stato possibile notare come alcune fessure presenti nell’intonaco di argilla, che si sono formate nel periodo estivo, sono scomparse. Questo è dovuto alla capacità dei materiali scelti di gestire questi “picchi” delle condizioni microclimatiche interne. Non si è avuta infatti la percezione di ambiente umido, anche limitando la ventilazione meccanica, ma questo dato è soggettivo pertanto non valido a fini scientifici.

In ogni caso, è stato possibile osservare empiricamente l’adattamento, la risposta, il bilanciamento igrotermico dei materiali utilizzati (non a caso) al variare delle condizioni climatiche esterne e interne. Se mi è possibile sdoganare un termine, la “micro-fisica” dei materiali edili dovrebbe essere un argomento molto più valutato di quanto non sia (probabilmente).

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A tutti gli effetti è un mezzo per il risparmio energetico e la riduzione dei consumi, oltre che per il comfort ambientale (e a lungo termine per la nostra salute).

FENOMENI RARI

Abbiamo, inoltre, avuto la possibilità di assistere a dei fenomeni piuttosto rari in appartamento. E che ci hanno in effetti sorpreso. La prima è la condensa superficiale esterna. Come si può vedere dalle foto, abbiamo assistito a un fenomeno di condensa superficiale sui vetri, sulla faccia esterna però. Cosa significa? In questo caso, la faccia esterna del triplo vetro è risultata essere più fredda della temperatura dell’aria esterna che, essendo molto umida, ha facilmente raggiunto il punto di condensa. Questo fatto è dovuto alla limitata trasmissione del calore attraverso le vetrocamere, dall’interno verso l’esterno, e dall’irraggiamento del vetro (camera esterna) verso la volta celeste. In particolare, nei giorni sereni, delle mezze stagioni, di notte l’irraggiamento

si muove in direzione del cielo limpido, simile a un corpo nero. Il vetro si raffredda notevolmente, più della stessa aria, e questo porta alla formazione della condensa. Sebbene possa dare un po’ fastidio (dipende dal panorama a disposizione), questo fenomeno è indice dell’ottimo isolamento termico che il triplo vetro consente. Soltanto un sistema di vetrocamere molto performante può dare luogo a questo risultato. Tale fenomeno scomparirà con la progressiva diminuzione delle temperature esterne che, inevitabilmente, tenderanno ad abbassarsi al di sotto della temperatura superficiale esterna della vetrocamera (doppia o tripla). Il secondo fenomeno raro è la rugiada in casa. Sicuramente correlata ai fenomeni appena descritti, ma ancora difficile dare una spiegazione completa, è stata osservata una gocciolina di rugiada su una pianta di Pothos, vicino a una finestra. Probabilmente una zona dell’appartamento con un locale picco di umidità (presenza di talee in vasetti pieni di acqua) vicino a un punto di dispersione (la finestra), hanno dato luogo a questo fenomeno, una tantum

CONDENSA ESTERNA
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COMFORT AMBIENTALE

E USO DEL VERDE

Abbiamo scelto di ottenere un elevato comfort ambientale anche attraverso l’uso del verde. Seguendo le indicazioni dei noti (e ormai datati) studi di Bill Wolverton per la Nasa, riguardanti le capacitá di purificazione dell’aria, la scelta delle piante è stata orientata verso piante facili da gestire (in termini botanici) ma allo stesso tempo specifiche per la purificazione dell’aria. Nella zona giorno sono presenti piante di Pothos, di cui sono state realizzate molte talee per moltiplicarne il numero, di Chamaedorea Elegans (palma nana), di Zamioculcas, di Dracaena; queste piante, unite a quelle presenti in bagno e zona notte, sono da un lato piante depurative, dall’altro le specie vegetali che meglio si adattano alle condizioni di luce dell’appartamento (esposizione e ombreggiamenti). Per aumentare la varietà (senza particolari proprietà depurative) sono state aggiunte anche diverse piante di Tradescantia (tra cui una zebrina e una pallida), ricadenti quasi infestanti, di gestione abbastanza facile.

In bagno, il Falangio (nastrino o pianta ragno) sfrutta una discreta luminosità e l’umidità dell’aria per crescere in maniera rigogliosa insieme ad alcune piante di Pothos. Nella zona notte sono state scelte piante di Sansevieria e Aloe, piante in grado di produrre ossigeno anche durante le ore notturne. In ogni caso, le piante (di qualsiasi genere) presenti in zona notte, non sono in grado di produrre una quantità di anidride carbonica significativa per la salute umana, in confronto per esempio alla produzione di CO2 di un essere umano.

CONSIDERAZIONI FINALI

Da quanto descritto in questo progetto, appare ovvio che dal nostro punto di vista la “macchina per abitare” è un qualcosa che dovrebbe funzionare grazie a sistemi passivi in maniera maggiore e solo alla fine di questo processo, integrare sistemi attivi. Come mi spiegò anni fa un docente, con una frase che ha raggiunto la dimensione (personale) di mito, “il fotovoltaico non serve, prima bisogna isolare”. In queste

poche parole è racchiuso un metodo. Un approccio. Un modo di vedere (quando ci viene concesso) l’architettura in senso generale. Primigenio a qualsiasi aspetto estetico o spaziale, è il comportamento dei materiali o degli elementi che scegliamo di utilizzare, perché è in essi che noi compiamo il primo passo verso la sostenibilità; è solo in questo modo che noi possiamo definire un fabbisogno e il modo in cui lo soddisfiamo. Personalmente ritengo che la sostenibilità non sia solo un numero o il rispetto di una normativa; è un concetto organico, non facile da sostenere e motivare, ma che dovrebbe essere perseguito in modo più semplice e concreto. Spero che questo percorso sia stato utile a compiere qualche piccolo passo in questa direzione.

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Manuale operativo: tutte le procedure per accedere al Superbonus 110%

Un manuale operativo che delinea dettagliatamente le procedure per i Professionisti Tecnici per l’applicazione del Superbonus 110%, aggiornato con le novità introdotte dalla legge 29 luglio 2021, n.108 di conversione del DL Semplificazione e il nuovo Decreto Prezzi: un’occasione di crescita per il Paese e, soprattutto, per i Professionisti Tecnici e le imprese edili.

Il testo è un vero e proprio supporto, concepito per una gestione in project management del Superbonus, fornendo gli strumenti per efficientare i processi, rendere più snelle le procedure che portano dalla ideazione e alla effettiva realizzazione degli interventi.

Per ogni protagonista del Codice Superbonus, indicazioni chiare e circostanziate delle attività che devono essere esperite per la realizzazione di interventi che possano usufruire delle agevolazioni.

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Dal Superbonus alle Comunità Energetiche Rinnovabili

Invertire il classico paradigma di “bene individuale”, con le CER cittadino diventa produttore e consumatore di energia. Ma non sarà la panacea di tutti i mali

Rilancio e, purtroppo, anche alla guerra e al prezzo del gas. È bene ricordare che l’introduzione giuridica delle CER, Comunità Energetiche Rinnovabili, è stata sancita dal D.Lgs. 1100/2021, pubblicato in G.U. il 15 dicembre 2021 che recepisce le due TRANSIZIONE ECOLOGICA

Oggi le comunità energetiche rappresentano poche decine di unità, ma nei prossimi anni ne sono previste oltre 30.000. Questo è un argomento di forte interesse per i professionisti, legato anche alle modifiche del Decreto n.100 www.casaeclima.com 68

direttive RED II (2018/2001) e IEM (2019/944). Dunque, come possono essere costruite le comunità energetiche e quali saranno i risvolti futuri? Senza dimenticare la questione del caro prezzi, che influirà certamente al momento dell’investimento. Ne hanno parlato al Saie di Bologna gli ingg. Juan Pedro Grammaldo e Martina Viscogliosi durante uno dei quattro seminari organizzati da DEI Consulting.

PARTIAMO DAL SUPERBONUS

Per agganciarci al discorso del fotovoltaico e delle Comunità Energetiche Rinnovabili è necessario partire dal Superbonus: tra gli interventi trainati (e non trainanti, si veda Figura 1) – che avrebbero l’aliquota al 50%, ma che agganciati ai trainanti fanno passare tutto al 110% – abbiamo, appunto, i cambi degli infissi e il fotovoltaico, Per quest’ultimo, in particolare, come citano le modifiche all’art. 119 del Decreto Rilancio al comma 5: “Per l’installazione di impianti solari fotovoltaici connessi alla rete elettrica […] la detrazione di cui all’articolo 16-bis, comma

1, del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, spetta, per le spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021, nella misura del 110%, fino a un ammontare complessivo delle stesse spese non superiore a euro 48.000 e comunque nel limite di spesa di euro 2.400 per ogni kW di potenza nominale dell’impianto solare fotovoltaico, da ripartire tra gli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo, sempreché l’installazione degli impianti sia eseguita congiuntamente a uno degli interventi di cui ai commi 1 o 4 del presente articolo”.

E, a proposito delle CER, cita il comma 16-bis: “L’esercizio di impianti fino a 200 kW da parte di comunità energetiche rinnovabili costituite in forma di enti non commerciali o da parte di condomini che aderiscono alle configurazioni di cui all’art. 42-bis del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162 non costituisce svolgimento di attività commerciale abituale. La detrazione prevista dall’articolo 16-bis, comma 1, lettera h) del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 917, per gli impianti a

Dal SUPERBONUS alle CER – DEI Consulting – GRAMMALDO MAZZIOTTI Soc. Ing Srl
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FIGURA 1. Interventi trainanti e trainati

fonte rinnovabile gestiti da soggetti che aderiscono alle configurazioni si applica fino alla soglia di 200 kW e per un ammontare complessivo di spesa non superiore a euro 96.000”.

TIPOLOGIE DI AUTOCONSUMO

Fatte queste premesse, occorre precisare che al momento esistono ben tre tipologie di autoconsumo (Figura 2):

■ Individuale (AC) che riguarda naturalmente una singola unità immobiliare, grazie a cui si può raggiungere l’indipendenza dal gas e dall’energia elettrica;

■ Collettivo (ACC) che arriva fino ai 20 kW e in cui avviene la condivisione dell’energia generata da diversi utilizzatori (es. condomìni);

■ Comunità energetica rinnovabile (CER) che supera i 20 kW, dunque un insieme di utenti che collaborano con l’obiettivo di produrre e gestire l’energia attraverso uno o più impianti locali.

Queste sono le tre configurazioni in uso per quanto riguarda l’autoconsumo, e in particolare l’ACC e la CER che permettono di valorizzare, incentivare e sensibilizzare i singoli cittadini sempre di più al concetto di transizione ecologica, verso i miglioramenti della qualità ambientale, sociale ed economica. Infatti, si inizia a parlare di energia condivisa proprio per gli impianti che hanno una potenza inferiore a 200 kW, quindi generatori di elettricità, entrati in vigore dopo marzo 2020 con il Decreto Mille Proroghe – che aveva anche introdotto i primi concetti di CER, pensando alla condivisione di una rete virtuale con la rete esistente.

Mentre l’autoconsumo collettivo si può fare anche tra due utenti, basta stabilire uno statuto privato, e adottare questo metodo di scambio di energia, quando si parla di CER ci si riferisce proprio a un ente giuridico che deve essere costituito, non a scopo di lucro, in cui vi possono partecipare sia piccole che medie imprese, avente un proprio amministratore o un legale rappresentante che gestirà l’energia rimessa in rete, nonché i ricavi (Figura 3).

Dal SUPERBONUS alle CER – DEI Consulting – GRAMMALDO MAZZIOTTI Soc. Ing Srl � Produzione di energia destinata al proprio consumo con impianti alimentati da fonti alternative con P<200kW � Entrati in esercizio dopo marzo 2020 � In condivisione in modo virtuale con rete esistente � I consumatori conservano la propria utenza elettrica Autoconsumo (AC) Autoconsumo Collettivo (ACC) Comunità Energetica di Rinnovabili (CER) FIGURA 2. Tre tipologie di autoconsumo n.100 www.casaeclima.com 70 TRANSIZIONE ECOLOGICA

Confronto modello virtuale ACC e modello virtuale CER

Questi due sistemi sono alternativi

La CER inverte il classico paradigma del “bene individuale”: è con la produzione collettiva che si ottiene il beneficio individuale. Ma è davvero la panacea di tutti i mali? Come tutte le cose occorre verificarne la fattibilità tecnica (chi progetta deve tener conto anche di vincoli paesaggistici e/o architettonici) e non da ultimo tutto ciò che concerne il ritorno da un punto di vista dell’investimento effettuato, e la modalità dello stesso investimento. Inoltre, anche se attualmente esistono delle piccole CER, tuttavia, non vi è una delibera vera e propria che regolamenti il tutto. Quindi, chi già sta costituendo una comunità rinnovabile è in sub iudice tramite autorizzazione con decreto da parte di un ente locatore (come ARERA, Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente).

FACCIAMO I CALCOLI

Ritornando, dunque, al discorso degli incentivi, come scritto in precedenza, vi sono due tipologie di incentivi fiscali che permettono di realizzare il fotovoltaico, da parte fino a 20 kW di

impianto con un massimale di 48.000 € che può essere portato in detrazione con il Superbonus, e poi la restante parte può essere portata in detrazione attraverso il Bonus Ristrutturazioni al 50%. Secondo queste due divisioni, la Direttiva del MISE permette di dare degli incentivi in 10 anni e in 20 anni avere delle tariffe incentivate in:

■ 100 € per megawatt di potenza per quanto riguarda il consumo collettivo;

■ 110 € per megawatt di potenza per quanto riguarda le CER.

L’incentivo sulle tariffe del MISE non è previsto per la parte di potenza che viene portata in detrazione con il 110; mentre la direttiva di ARERA, che prevede una restituzione minore costi di sistema derivanti dalla condivisione prevede:

■ 10 € a megawatt per l’autoconsumo collettivo;

■ 8 € a megawatt per le comunità energetiche.

Ovviamente, anche per l’energia immessa in rete, sempre per il consumo collettivo, ci sarà poi la parte di incentivo poiché cre-

Dal SUPERBONUS alle CER – DEI Consulting – GRAMMALDO MAZZIOTTI Soc. Ing Srl FIGURA 3. Confronto modello virtuale ACC e modello virtuale CER
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ando un sistema circolare interno, che non va a gravare su una rete energetica comune, o comunque quella che normalmente fornisce energia alle abitazioni, si avrà un costo di gestione minore (soprattutto nei casi di maggiore incremento di richiesta di energia, come l’utilizzo dei condizionatori nel periodo estivo).

L’ESEMPIO DI UN CONDOMINIO CON IMPIANTO DA 30 KWP

Prendiamo il caso di un condominio, in cui sono realizzati degli interventi trainanti, e che ha a disposizione un terrazzo da 180 mq in cui possiamo allacciare la realizzazione di un impianto fotovoltaico (trainato) da 30 kWp. Ipotizziamo che annualmente vengano prodotti 33.000 kW di potenza, che serviranno sia una parte di utenze condominiali e sia una parte di utenze private. Ipotizzando degli appartamenti di 90 mq circa con un computer, due televisori, forniture di frigorifero, congelatore, lavastoviglie, apparecchiature elettroniche, ogni appartamento consumerà complessivamente 2700 kWp/anno. Ipotizziamo sempre che il

20% di energia prodotta dall’impianto fotovoltaico sia assorbita fisicamente per fornire tutte le utenze condominiali (Figura 4), e che la restante parte venga suddivisa in:

■ potenza assorbita poi dalle singole unità immobiliari (20%);

■ potenza che viene poi ricondivisa e rimessa in circolo (60%); ■ una quota parte (20%), che viene poi ceduta dalla rete, e gestita attraverso il GSE (si veda Box 1).

Computi metrici, costo impianto e ritorno dei ricavi Una volta impostato, ipotizzato i vari consumi, si passa dalla progettazione alla realizzazione dei computi metrici, che ci permettono di stabilire la spesa con la quale realizzare l’impianto fotovoltaico, con l’investimento iniziale e stimare i tempi di ritorno (per il progetto sono stati utilizzati i Prezzari Impianti Tecnologici 2022 della DEI, in cui sono presenti tutte le voci che permettono di realizzare un impianto partendo dai moduli fotovoltaici, inverter per trasformare l’energia da continua a energia alternata, e vari cavi che collegano e realizzano tutto l’impianto e l’allaccio alle utenze, ndr.).

FIGURA 4. Esempio di bilancio energetico di energia prodotto grazie a intallazione impianto fotovoltaico da 30 kWp n.100 www.casaeclima.com 72 TRANSIZIONE ECOLOGICA Dal SUPERBONUS alle CER – DEI Consulting – GRAMMALDO MAZZIOTTI Soc. Ing Srl 2.700 2.700 2 700 33.000 20%: 6 600 80%: 26 400 Energia Ceduta 20%: 6 600 Energia Condivisa 60%: 19.800 � Bilancio energetico energia prodotta: - Autoconsumo «fisico»: 20% - Energia condivisa: 60% - Quota energia ceduta in rete: 20%

La stima è di circa 76.000 euro per l’impianto da 30 kW. Considerando, come ribadito, che fino a 20 kW per un massimo di 48.000 € è possibile portare in detrazione la realizzazione dell’impianto attraverso il Superbonus. Restano 28.000 € che possono accedere alle detrazioni del Bonus Ristrutturazione al 50%; perciò la quota base che dovrà essere investita da parte del condominio saranno i 14.000 €. Aggiungiamo anche un costo per la manutenzione tecnica dell’impianto (1.200 € annui). Su questa spesa bisogna poi fare un calcolo sui ricavi derivanti l’energia condivisa e rimessa in rete attraverso il Decreto del MISE e la Direttiva ARERA, spiegata nella Figura 5, per un ricavo annuo di 2.838 €. Concludendo, dai 14.000 € iniziali, aggiungendo ogni anno la quota di manutenzione di 1.200 €, e con un però con un guadagno annuo complessivo di 282.838 €, il tempo di ritorno dell’investimento è di 9 anni. Un risultato buono, ma non ancora sufficiente. Perché? I prezzi di mercato sono aumentati e sono elevati; partendo da un costo di realizzazione inferiore il range di ritorno dell’investimento sarebbe inferiore. Non solo, la quota di energia che viene pagata attualmente è anch’essa elevata: se le condizioni di mercato dovessero cambiare, ovviamente i tempi di investimento sarebbero ridotti.

CONCLUSIONI

Possiamo dire che nel caso presentato ci sono due limiti. Il primo è che una parte di quegli impianti è legata al Superbonus (e sappiamo che il Superbonus allo stato attuale tenderà forse a scomparire); non solo, cambieranno le aliquote, tanto che si parla di aliquota unica dal 2024. E poi, il secondo, ovvero lo studio di fattibilità: cessione del credito o non cessione del credito? Avvalendosi del 110% gli oneri di ammortamento sono diversi, poiché quinquennali e più bassi (dal momento che lo Stato già eroga un 10%), se sono decennali si parla di un 28-30%. Basandoci poi sulle bollette odierne (duplicate, se non triplicate), bisogna tener sempre in mente che l’impianto fotovoltaico ha una durata di circa 20 anni (con un revamping anche di 30 anni): è chiaro che occorre ponderare la scelta guardando al

L’INTESTAZIONE DEI CONTATORI

Attenzione: nel caso di accumulo all’interno di un condominio, l’impianto fotovoltaico ha i contatori intestati o al condominio o una sola utenza. Nel caso in esame preso a esempio, parliamo di autoconsumo collettivo e comunità energetica, dove l’energia prodotta viene tutta immessa nella rete. Il risparmio sussiste già nel momento in cui si aderisce all’autoconsumo collettivo e/o alla CER e di cedere l’energia. L’esempio con accumulo non prevede la possibilità di cedere l’energia al GSE: l’innovazione della CER (che diventa produttore e consumatore allo stesso tempo, ovvero l’innovazione introdotta dalla prima citata RED II) è il poter utilizzare l’energia prodotta solo per le parti comuni (20%), e di conseguenza, l’energia derivante da fonti rinnovabili non può essere utilizzata per singoli condòmini. È forte il cambiamento di paradigma: se in un paesino – ipotizziamo – installassimo 10 impianti fotovoltaici sugli edifici pubblici, sarebbero i cittadini a utilizzare l’energia prodotta non pagando l’aliquota di trasporto (vera innovazione), e questo risparmio viene restituito dallo Stato sotto forma di incentivo.

picco dei prezzi di oggi dell’energia e a quello che sarà poi fra tre anni. Il caso in esame del condominio con impianto fotovoltaico a 30 kW è legato sempre a due aspetti, quello del Superbonus e quello della fattibilità della CER e di autoconsumo collettivo (si stima che i condomìni ad autoconsumo collettivo nei prossimi 5 anni saranno quasi 100.000).

FIGURA 5. I ricavi
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Comunicazione in CCIAA del titolare effettivo

La normativa in materia di contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo impone l’obbligo di comunicazione del “titolare effettivo” al Registro delle Imprese tenuto dalle Camere di Commercio

a cura di ASSOCAAF

Il Decreto Antiriciclaggio (D.Lgs. n. 231/2007) impone ai titolari effettivi di alcune categorie di soggetti l’obbligo di comunicazione della propria qualifica al Registro delle Imprese, identificato dal legislatore come Registro ufficiale dei dati e delle informazioni concernenti il titolare effettivo. Con la pubblicazione dei decreti attuativi del D.M. 11 marzo 2022, n. 55, tale comunicazione diventa obbligatoria; essa deve essere effettuata tramite l’invio di una pratica telematica al Registro delle Imprese, utilizzando la firma digitale dell’interessato. Sono obbligati all’adempimento gli amministratori di società di capitali, i fondatori, i rappresentanti e gli amministratori delle persone giuridiche private e i fiduciari di trust. Non è prevista la possibilità di delegare l’adempimento a un professionista, per cui i soggetti obbligati dovranno essere in possesso della firma digitale.

CHI È IL TITOLARE EFFETTIVO

Il titolare effettivo è la persona fisica che, in ultima istanza, possiede o controlla un’entità giuridica ovvero ne risulta beneficiaria. L’art. 20 del D.Lgs. 231/2007 stabilisce che: “Il titolare effettivo

di clienti diversi dalle persone fisiche coincide con la persona fisica o le persone fisiche cui, in ultima istanza, è attribuibile la proprietà diretta o indiretta dell’ente ovvero il relativo controllo”. Esistono tre criteri per individuare il titolare effettivo, uno conseguente all’altro.

Il primo criterio è quello dell’assetto proprietario per cui vengono individuati i titolari effettivi in coloro che possiedono direttamente o indirettamente la titolarità di una partecipazione superiore al 25 per cento del capitale sociale.

Il secondo criterio è quello del controllo; qualora l’esame dell’assetto proprietario non consenta l’individuazione della persona fisica o delle persone fisiche a cui è attribuibile la proprietà, il titolare effettivo è la persona fisica o le persone fisiche a cui è attribuibile:

1) il controllo della società tramite il controllo della maggioranza dei voti esercitabili in assemblea ordinaria;

2) il controllo di voti sufficienti per esercitare un’influenza dominante in assemblea ordinaria;

3) l’esercizio di un’influenza dominante a causa dell’esistenza di particolari vincoli contrattuali.

CONSULENZA FISCALE n.100 www.casaeclima.com 74

Il terzo criterio residuale individua il titolare effettivo in colui che esercita il potere di rappresentanza legale, di amministrazione o direzione della società. Nei Trust, l’art. 22 del D.Lgs. 231/2007 identifica i titolari effettivi in tutte le persone che sono coinvolte nel trust, quindi il disponente, il beneficiario, il trustee e tutte le persone fisiche che esercitano un controllo sul trust, oppure che esercitano un controllo sui beni conferiti nel trust

I soggetti che devono comunicare il titolare effettivo al Registro Imprese sono:

■ le imprese dotate di personalità giuridica quindi, per esempio, tutte le SRL (ordinarie, semplificate, start-up innovative, etc.), le SPA, e altre società di capitali;

■ le persone giuridiche private, come le fondazioni e le associazioni riconosciute;

■ i trust e gli istituti giuridici affini ai trust

Pertanto, sono escluse le società di persone (società di semplici, le società in nome collettivo e le società in accomandita semplice).

TERMINI PER LA COMUNICAZIONE E SANZIONI

Le imprese già esistenti avranno 60 giorni di tempo, per inviare la relativa comunicazione, a partire dalla data di pubblicazione dell’ultimo decreto attuativo in Gazzetta Ufficiale; decreto attuativo che attesta l’operatività dei sistemi di comunicazione del titolare effettivo.

Le società e le persone giuridiche private, costituite successivamente alla data di pubblicazione in G.U. del Provvedimento MiSE, dovranno provvedere alla comunicazione dei dati e delle informazioni sulla titolarità effettiva entro 30 giorni dall’iscrizione nei rispettivi registri, mentre i trust e gli istituti giuridici affini entro 30 giorni dalla loro costituzione. Inoltre, eventuali variazioni dei dati e delle informazioni relative alla titolarità effettiva, devono essere comunicate entro 30 giorni dal compimento dell’atto che ha dato luogo alla variazione.

Entro i dodici mesi dalla prima comunicazione o dalla comunicazione della variazione, i soggetti obbligati devono comunicare ogni anno la conferma dei dati e delle informazioni riguardanti i titolari effettivi. Le imprese dotate di personalità giuridica possono confermare i dati contestualmente al deposito del bilancio. Il mancato adempimento degli obblighi di comunicazione sulla titolarità effettiva nei termini sopra indicati comporterà l’applicazione di una sanzione (prevista dall’art. 2630 c.c). La sanzione può variare da un minimo di 103 euro fino a un massimo di 1.032 euro che si riducono a 1/3 se la comunicazione viene effettuata entro 30 giorni dalla scadenza originaria.

COME SI COMPONE IL REGISTRO DEI TITOLARI EFFETTIVI

Il registro è composto da due sezioni. La sezione autonoma, che accoglierà le informazioni e i dati riguardanti le imprese dotate di personalità giuridica e le persone giuridiche private. La sezione speciale, che accoglierà le informazioni e i dati riguardanti i trust produttivi di effetti giuridici rilevanti ai fini fiscali e gli istituti giuridici affini.

I dati e le informazioni dei titolari effettivi devono essere comunicati al registro delle imprese della Camera di Commercio territorialmente competente:

■ da parte degli amministratori, per quanto riguarda le imprese dotate di personalità giuridica;

■ da parte dei soggetti cui è attribuita la rappresentanza e l’amministrazione, per quanto riguarda le persone giuridiche private; ■ dal fiduciario del trust o di istituti giuridici affini, per quanto riguarda il trust e gli istituti giuridici affini.

Nel registro dovranno essere indicati i dati anagrafici dei soggetti che risultano essere titolari effettivi.

Per le persone giuridiche dovrà essere indicata: ■ l’entità della partecipazione al capitale sociale determinata ai sensi dell’art. 20 del D.Lgs. 231/2007; ■ le modalità di esercizio del controllo, ovvero i poteri di rappresentanza legale, di amministrazione e di direzione.

Inoltre, per le persone giuridiche private, dovrà essere indicata: ■ la denominazione dell’ente; ■ la sede legale e amministrativa; ■ l’indirizzo di posta elettronica certificata.

Ancora, per i trust e gli istituti affini, dovrà essere indicata: ■ la denominazione; ■ la data, il luogo e gli estremi dell’atto costitutivo. La comunicazione è resa in forma di autodichiarazione, ai sensi degli articoli 46 e 47 del D.P.R. n. 445/2000, e presentata in modalità telematica, pertanto è necessario che i soggetti tenuti alla comunicazione siano provvisti di firma digitale.

MODALITÀ DI CONSULTAZIONE

Le modalità di consultazione saranno diverse a seconda dei soggetti che vi possono accedere. Le autorità pubbliche potranno, in genere, consultare entrambe le sezioni del registro. I soggetti obbligati alla identificazione della clientela, ai sensi del D.Lgs. 231/2007, potranno consultare entrambe le sezioni del registro ai fini dell’adeguata verifica della clientela, previa procedura di accreditamento; l’accesso di altri soggetti è consentito purché si rispettino determinate condizioni e in particolari circostanze, come previsto dall’art. 7 del decreto interministeriale n. 55 del 11/03/2022.

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Fotovoltaico industriale, disponibilità di materiali e noleggio operativo

Una soluzione immediata al Caro Energia senza investimenti da parte dell’azienda

di Ing. ANTONIO COSCHIGNANO | E2030 Srl

Con le bollette aumentate di tre volte nel giro di un anno, le imprese del commercio lanciano l’allarme sui rincari energetici: a rischio – sostengono – ci sarebbero 120.000 aziende e 370.000 posti di lavoro. Queste le previsioni, da qui ai primi sei mesi dell’anno prossimo, presentate dalle principali associazioni della grande e piccola distribuzione. Nel solo mese di ottobre, dopo un primo aumento nel periodo pre-estivo, le bollette elettriche degli italiani sono cresciute del 29,8%.

La soluzione potrebbe essere la produzione di energia elettrica “in proprio” grazie a un impianto fotovoltaico sul tetto: chi usa l’energia autoprodotta ora può risparmiare circa il 40% in più rispetto a un anno fa. Ed è proprio il Gestore dei Servizi Energetici che vede nelle rinnovabili una delle principali soluzione al problema dell’aumento dei costi dell’energia, indicando quale priorità da perseguire a tutela dei prezzi sostenuti dai consumatori la stipula di Power Purchase Agreement, ovvero contratti di acquisto di energia da rinnovabili a prezzi fissi e l’utilizzo dell’energia elettrica prodotta dal proprio impianto fotovoltaico o da un impianto di una Comunità Energetica di cui si fa parte. Del resto, è evidente che maggiore è l’aumento dei prezzi dell’energia e maggiore sarà la convenienza e il valore del kWh autoconsumato e non acquistato dalla rete. Con l’elettricità ai prezzi attuali, il risparmio ottenibile nell’arco dell’anno con un impianto fotovoltaico per un’azienda è cresciuto del 43%, a cui si dovranno poi aggiungere le entrate derivanti dalle tariffe incentivanti (Scambio sul Posto), dalle tariffe previste per le Comunità Energetiche o dalla remunerazione dell’energia immessa in rete attraverso il Ritiro Dedicato.

E2030 srl – società del gruppo Sinergica Engineering srl e holding con pluriennale esperienza nella realizzazione di impianti “chiavi in mano” nel settore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica, forte anche delle ottimizzazioni attuate nel corso degli anni nella gestione dei propri parchi fotovoltaici e agli accordi quadro per approvvigionamento materiali in essere con i principali fornitori del settore – è in grado di proporre innovative ed efficienti soluzioni nella realizzazione di impianti fotovoltaici su tetto e ha immediata disponibilità nel proprio magazzino di materiali per poter avviare da subito la costruzione di impianti fotovoltaici per il settore industriale. Inoltre, grazie a una convenzione con Leasing Solutions del Gruppo BNP Paribas, E2030 srl è in grado di proporre la formula del noleggio operativo (senza investimenti da parte dell’azienda), fino a una taglia complessiva di 2 MW per impianto fotovoltaico.

Aumento annuo bollette di energia e gas dal 2018 al 2022

Spesa bolletta luce Spesa bolletta gas Totale spesa utenze
€/anno
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Anno
2018 551 €/anno 1.086,24
1636,93 €/anno 2019 558 €/anno 1.073,20 €/anno 1631,41 €/anno 2020 483 €/anno 932,40 €/anno 1415,42 €/anno 2021 631 €/anno 1.139,60 €/anno 1770,57 €/anno 2022* 1.160 €/anno 1.794,61 €/anno 2954,53 €/anno (*) Il prezzo relativo al 2022 è basato sui prezzi dei primi tre trimestri del 2022. I dati sono elaborati sulla base delle tariffe ARERA al netto delle imposte.
CARO ENERGIA

Il mercato dell’energia in Libia

La National Oil Corporation ha indicato il rinnovabile come sua maggiore priorità d’investimento

Se diamo uno sguardo al nostro fornitore più vicino, la Libia, il quadro economico concernente il mercato energetico del paese è complesso, ma non privo di opportunità. Nonostante una situazione a dir poco instabile dal punto di vista politico, che rende prezzi e offerta molto volatili, secondo gli ultimi dati disponibili Tripoli ha di fatto raddoppiato l’export di risorse energetiche nel periodo 2014-2019, a fronte di una leggera riduzione dell’import (dati IRENA, 2019). Il mercato è nettamente polarizzato tra il petrolio, che copre quasi l’65% della produzione, e il gas naturale, al 31% circa; ergo, rimane uno spazio veramente sottile per l’energia rinnovabile – di cui 99,9% dalle biomasse – che si assesta attorno al 2,8% dell’approvvigionamento totale.

Ad oggi, i carbon-fossili restano chiaramente l’asset capitale per il Paese e per i suoi clienti (la Libia possiede la più grande riserva africana di grezzo, nonché il 3% di quella globale e fornisce, oltre l’Italia, partner di peso come Germania, Francia, Turchia ed Egitto), il che si riflette sul contesto politico già altamente turbolento: solo nel 2022, la produzione ha subito un blocco forzato di quasi quattro mesi per via dell’ingerenza di fazioni figlie delle due guerre civili, causando perdite vertiginose in termini di output –dai 1.200.000 barili al giorno di febbraio agli appena 600.000 di luglio, per intenderci. Attualmente l’estrazione è tornata sui livelli pre-blocco, con lievi, se non quasi inesistenti, proiezioni di crescita accompagnate dalle connaturate mire politiche.

Cionondimeno, lo scorso 31 ottobre la stessa compagnia petrolifera nazionale, la National Oil Corporation (NOC), ha indicato il rinnovabile come sua maggiore priorità d’investimento: l’annuncio del chairman della compagnia, Bin Qadara, è un segnale importante per partner e investitori stranieri, tra cui l’Italia, la quale è chiamata a ricostruire e riconsolidare peso e presenza nei portafogli tripolini. In tal senso, il vettore della sostenibilità europeo potrebbe essere un volano importante del mercato: il ferro da battere è quella del rinnovabile, con il petrolio e il gas naturale che, guerra in Ucraina permettendo, potrebbero incontrare standard di produzione sostenibile sempre più elevati lungo la tratta Libia-UE. L’investimento sull’energia solare, per esempio, potrebbe avere forti ritorni sia localmente sia per gli

investitori, specie europei: in condizioni ottimali, si parlerebbe di una fornitura di 12.000 megawatt di elettricità a portata del mercato del Vecchio Continente, al netto dei rischi dettati da instabilità politica e degrado delle infrastrutture. Mentre è assai probabile che fioriscano opportunità attorno alle rinnovabili e ai relativi sistemi di produzione, non tutte potrebbero conoscere tanto caloroso interesse: l’idrogeno verde sembra comportare costi di produzione e di trasporto lontani dagli standard di output previsti, e recentemente rialzati, dal Repower EU, senza contare che tali costi sarebbero risorse importanti sottratte al processo più ampio di decarbonizzazione strutturale del Paese. In sostanza, nonostante l’inestinguibile centralità degli idrocarburi, il mercato delle rinnovabili potrebbe inizialmente essere più interessante e interessato in loco. Attività come quelle supportate dalla Camera di Commercio Italo-Libica che, per esempio, sarà presente alla Fiera Libya Restart Oil & Gas dal 28 al 30 novembre 2022, offrendo uno spazio di visibilità non indifferente, sono cruciali: continuare sulla strada delle iniziative bilaterali, di collaborazione e di export verso il territorio libico significa non solo creare lavoro nell’immediato, ma soprattutto far ripartire un partner commerciale fondamentale, creando così le premesse per un mercato più longevo e lungimirante.

www.casaeclima.com n.100 77 RINNOVABILI
BIN QADARA, chairman della National Oil Corporation (NOC)

Via Brenta 13 – 00198 Roma Tel. 06/8555203 – Fax 06/8559860

SOCI FINCO

ACEPER – Torino

Associazione Consumatori e Produttori Energie Rinnovabili

Presidente: Veronica Pitea

Vice Presidente: Simone Ruffinatto

ACMI – Roma

Associazione Chiusure e Meccanismi Italia

Presidente: Nicola Fornarelli

Vice Presidente: Antonio Gramuglia

Presidente Onorario: Vanni Tinti

AFIDAMP – Milano

Associazione fabbricanti e fornitori italiani attrezzature macchine prodotti e servizi per la pulizia professionale

Presidente: Giuseppe Riello

Vice Presidente: Gianfranco Bonotto

Direttore: Stefania Verrienti

AIFIL – Roma

Associazione Italiana Fabbricanti Insegne luminose

Presidente: Alfio Bonaventura

Vice Presidente: Marisa Graziati e Cinzia Dall’Anese

Segretario Nazionale: Claudio Rossi

AIPAA – Bergamo

Associazione Italiana per l’Anticaduta e l’Antinfortunistica

Presidente: Giuseppe Lupi

Direttore: Tommaso Spagnolo

AISES – Roma

Associazione Italiana Segnaletica e Sicurezza

Presidente: Gabriella Gherardi

Vice Presidenti: Toni Principi e Eros Pessina

ANACI – Roma

Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari

Presidente: Francesco Burrelli

Segretario: Andrea Finizio

ANACS – Milano

Associazione Nazionale Aziende di Cartellonistica Stradale

Presidente: Franco Meroni

Vice Presidente: Adriano Castagnoli

ANCCA – Castelrotto (BZ)

Associazione Nazionale

Contabilizzazione Calore e Acqua

Presidente: Hans Paul Griesser

Vice Presidente: Luca Magni

Responsabile Rapporti Istituzionali: Dr.ssa Angela Marchese

ANCSA – Roma

Associazione Nazionale Centri Soccorso Autoveicoli

Presidente: Eleonora Testani

Vice Presidente: Enzo Ciabatta Direttore: Alessia Lentini

ANFIT – Ferrara

Associazione Nazionale per la Tutela della Finestra Made in Italy

Presidente: Marco Rossi Vice Presidente: Giovanni Dalfino

ANFUS – Brescia

Associazione Nazionale Fumisti e Spazzacamini

Presidente: Sandro Bani

Vice Presidente: Pietro Bonello

ANNA – Bolzano

Associazione Nazionale Noleggio Autogru e Trasporti Eccezionali

Presidente: Daniela Dal Col

Vice Presidente: Simone Gramigni

Past-Vice Presidente: Angelo Gino

ANIPA - FIAS – Piacenza

Associazione Nazionale Imprese Pozzi per Acqua

Presidente: Gino Longo

ANSAG – Roma

Associazione nazionale sagomatori

Presidente: Emilio Fadda

Vice Presidenti: Paolo Venturelli, Ezio Michielin, Dario Carniello

ARCHEOIMPRESE – Bologna

Associazione Italiana Imprese di Archeologia

Presidente: Cristina Anghinetti

Vicepresidenti: Claudio Calastri e Matteo Tadolti Tesoriere: Francesca Guandalini

ARI – Roma

Associazione Restauratori d’Italia Presidente: Kristian Schneider

Vice Presidente: Irene Zuliani Segretario: Paola Conti

ASSITES – Roma

Associazione Italiana Tende, Schermature solari e Chiusure Tecniche Oscuranti Presidente: Fabio Gasparini Vice Presidenti: Loris Di Francesco, Nereo Sella

ASSOBON – Roma

Associazione Nazionale Imprese Bonifica Mine ed Ordigni Residui Bellici

Presidente: Generale Potito Genova

Segretario: Valerio Bellei

Consiglieri: Stefano Gensini, Paolo Orabona e Werter Cacciatori

ASSOCOMPOSITI – Milano

Associazione dei materiali compositi e affini Presidente: Roberto Frassine Direttore: Simona Tiburtini

ASSOFRIGORISTI – Padova

Associazione Italiana Frigoristi Presidente: Fabio Brondolin Direttore Operativo: Marco Oldrati

ASSOIDROELETTRICA – Bologna

Associazione dei Produttori Idroelettrici Presidente: Barbara Franchi Direttore Generale: Paolo Taglioli

ASSOROCCIA – Trento

Associazione Nazionale costruttori opere di difesa dalla caduta di massi e valanghe Presidente: Dario Amici

Vice Presidente: Diego Dalla Rosa Direttore Generale: Bruno Zanini

ASSOVERDE – Roma

Associazione Italiana Costruttori del Verde Presidente: Rosi Sgaravatti

Vice Presidente: Michele Bindi Segretario Generale: Stefania Pisanti

CNIM – Roma

Comitato Nazionale Italiano Manutenzione Presidente: Aurelio Salvatore Misiti

FIAS – Roma

Federazione Italiana delle Associazioni Specialistiche del Sottosuolo Presidente: Massimo Poggio Vice Presidenti: Mauro Buzio, Stefano Chiarugi

AIF – FIAS – Roma

Associazione Imprese Fondazioniconsolidamenti - indagini nel sottosuolo Presidente: Gabriele Graziani

ANIG HP – FIAS – Roma

Associazione Nazionale Impianti Geotermia –Heat Pump Presidente: Moreno Fattor

ANISIG – FIAS – Roma

Associazione Nazionale Imprese Specializzate in Indagini Geognostiche

Presidente: Italo Cipolloni

ASSOCIAZIONE MASTER - Roma

Presidente: Stefano Bufarini

Presidente Emerito: Vincenzo D’Aria

Direttore: Domenico Squillacioti

Vice Direttori: Santo Mineo - Sandro Pariset

CONSORZIO PER L’ITALA – Palermo

Presidente: Salvatore Nasci

Vice Presidente: Rosalba Calandra

Direttore: Nino Galante

FIPER – Roma

Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili

Presidente: Walter Righini

Vice Presidente: Hanspeter Fuchs, Federica Galleano Direttore: Vanessa Gallo

FIRE – Roma

Federazione Italiana per l’Uso Razionale dell’Energia

Presidente: Cesare Boffa

Vice Presidente: Giuseppe Tomassetti Direttore: Dario Di Santo

FISA – Roma

Fire Security Association

Presidente: Marco Patruno

FONDAZIONE PROMOZIONE ACCIAIO

Ente per lo sviluppo delle costruzioni in acciaio – Milano

Presidente: Caterina Epis Direttore Generale: Simona Maura Martelli

PILE – Varese

Produttori Installatori Lattoneria Edile

Presidente: Fabio Montagnoli

Tesoriere: Palmiro Bartoli

UNICEDIL – Roma

Presidente: Francesco Siervo

Vice Presidente: Alessandro Guaglione

UNICMI – Milano

Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche dell’Involucro e dei Serramenti

Presidente: Guido Faré

Vice Presidente delegato rapporti Finco: Mauro Furlan Direttore Generale: Pietro Gimelli

UNION – Roma

Unione Italiana Organismi Notificati Presidente: Iginio S. Lentini

ZENITAL – Monza

Associazione Italiana sistemi di illuminazione e ventilazione naturali, sistemi per il controllo di fumo e calore

Presidente: Luca Marzola

Vice Presidente: Raffaele Scognamiglio Direttore: Giuseppe Giuffrida

ACI – Roma

Presidente: Angelo Sticchi Damiani

ACROSS FAMILY ADVISORS SRL – Milano

Presidente: Andrea Borghi

Amministratore Delegato Procuratore: Rossano Vittorio Ruggeri

ALFA ACCIAI SPA – Brescia

Legale Rappresentante: Amato Stabiumi

ANAS SPA - Azienda Naz. Autonoma delle Strade

– Roma

Presidente: Claudio Andrea Gemme

Amministratore Delegato: Aldo Isi

ATAC SPA - Roma

Amministratore Unico: Giovanni Mottura

CASEITALY SRL – Roma

Presidente: Laura Michelini

CSI SPA – Milano

Presidente: Antonella Scaglia

Vice Presidente: Alessandro Ciusani

Amministratore Delegato: Vincenzo Ruocco

ENI PLENITUDE S.P.A. SOCIETÀ BENEFIT – Milano

Presidente: Rita Marino

Amministratore Delegato: Stefano Goberti

GRAVILI SRL – Lecce

Amministratore Delegato: Antonio Gravili

HARLEY DIKKINSON CONSULTING SRL – Milano

Presidente: Alessandro Ponti

INTERBAU SRL – Milano

Presidente: Giuseppe Cersosimo

ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA – Genova

Presidente: Sergio Scanavino

Segretario Generale: Luca Timossi

LAPI SPA - Laboratorio Prevenzione Incendi – Prato

Presidente del C.d.A. e Legale Rappresentante: David Borsini M3S SPA – Roma

Legale Rappresentante: Anna Maria Mangialomini

PASINI METALS PRODUCTIONS – Brescia

Presidente: Icaro Pasini

Vice Presidente: Piergiacomo Pasini

PERAZZI ENGINEERING & C. SRL – Piacenza

Amministratore Delegato: Italo Perazzi

PRAGMATICA AMBIENTALE SRL – Ravenna

Presidente: Nedo Biancani

Amministratore Delegato: Alberto Guidotti

Direttore: Laura Mazzavillani

PSC INSURANCE BROKERS SRL – Roma

Legale Rappresentante: Romeo Piluso Direttore: Giuseppe Oliviero

RESIT SRL – Roma

Presidente: Ugo Vittorio Rocca

Scuola Etica di Alta Formazione e Perfezionamento “Leonardo” – Città Sant’Angelo (PE)

Presidente: Mauro Pallini

SINERGICA SRL – Taranto Presidente: Ludovico Motolese

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