CALEFFI XF serie 577 è il filtro defangatore magnetico di livello extra. La maglia filtrante con superficie extra grande ed extra fine consente una pulizia dell’impianto senza paragoni. Il magnete estraibile trattiene anche le più piccole impurità ferrose. Il suo meccanismo permette di rimuovere ed espellere tutte le impurità senza smontare il filtro e di accelerare la fase di manutenzione. Per ogni tipologia di impianto. GARANTITO CALEFFI.
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Caldaie murali a gas a condensazione
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n. 2 marzo/aprile 2025 www.installatoreprofessionale.it
Redazione Giorgio Albonetti | Direttore Responsabile
Produzione Antonio Iovene | Procurement Specialist a.iovene@lswr.it | Cell. 349 1811231
Grafica e Impaginazione: Fabio Castiglioni Stampa: Optima srl Società Benefit via Paullo, 13 - 20135 Milano
Installatore
PROFESSIONALE
Impianti termici e qualità dell’acqua
EDITORIALE
4 Parola d’ordine: competenza
Essere competenti significa affrontare situazioni complesse mobilitando risorse personali, sociali e specialistiche. Investite su voi stessi, installatori! Di Lorenzo Epis
EFFICIENZA
ENERGETICA
24 Case Green: la Direttiva entra in azione
poco chiare e spesso sconosciute agli installatori. Ne abbiamo parlato con Caleffi Di Stefano Balzarotti
BIOMASSA
44 Impianti a biomassa e Certificati Bianchi, chiarimenti del GSE
Delucidazioni sui requisiti di ammissibilità e sulla soluzione tecnologica di riferimento da adottare per i progetti di efficienza energetica che prevedono l’impiego di caldaie a biomassa
A cura della redazione
STRATEGIE DI MARKETING
48 Vendita e prima impressione: come funziona?
Fare una buona prima impressione rappresenta una solida base su cui costruire la comunicazione efficace. Vediamo perchè
Editore Quine Srl
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Come il Piano Nazionale di Ristrutturazione degli Edifici elaborato nei prossimi mesi dall’Italia trasformerà il settore della riqualificazione energetica Di Giacomo Mellera
SCENARI
28 Pompe di calore, leva strategica per la decarbonizzazione
Un recente studio realizzato da Assoclima e TEHA evidenzia il ruolo chiave delle pompe di calore nel processo di decarbonizzazione ed efficientamento energetico
A cura della redazione
TRATTAMENTO ACQUA
38 Impianti termici e qualità dell’acqua, facciamo chiarezza
Riqualificare un impianto significa intervenire anche sul sistema di distribuzione ma le regole che disciplinano la distribuzione dell’acqua calda sanitaria e dell’acqua potabile sono
A cura di Christian Elia
CASE HISTORY
50 Soluzioni avanzate per un Data Center Hyperscale in Europa Centrale
Le soluzioni HiRef utilizzate per il raffreddamento e la gestione dell’energia di un data center
A cura della redazione
6 ATTUALITÀ E PRODOTTI
52 NOTIZIE DAL MERCATO
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Rubriche
di Lorenzo Epis
PAROLA D’ORDINE: COMPETENZA
Essere competenti significa affrontare situazioni complesse mobilitando risorse personali, sociali e specialistiche. Investite su voi stessi, installatori!
Il nostro settore sta vivendo una vera e propria rivoluzione, e il ruolo dell’installatore si conferma centrale in un contesto straordinario che intreccia transizione energetica, integrazione tecnologica, tutela ambientale, economia circolare e qualità degli ambienti indoor. Di fronte a questi cambiamenti, è necessario un nuovo approccio professionale che valorizzi un paradigma innovativo: mettere le persone al centro. L’innovazione non riguarderà solo la tecnologia, ma soprattutto le conoscenze, le competenze personali e il capitale umano delle imprese. Per questo motivo, diventa fondamentale accrescere il valore del proprio ruolo, sviluppando iniziative di business che rispondano alle esigenze dei consumatori in linea con le tendenze di mercato. Per essere protagonisti di questa evoluzione, la chiave è la competenza personale, arricchita da un bagaglio di competenze trasversali e multidisciplinari.
Ma cosa significa, oggi, essere competenti? La competenza è un concetto in continua evoluzione e rappresenta la sintesi di diversi elementi: conoscenza, esperienza, tecnica, pratica, abilità, informazione, preparazione, perizia, capacità e aggiornamento. È importante distinguere la competenza dall’esperienza: se quest’ultima è il frutto del tempo e delle situazioni vissute, la competenza si esprime nell’azione personale, nell’applicazione efficace e riconosciuta delle proprie conoscenze e abilità in uno specifico contesto, con un obiettivo ben definito. Essere competenti significa affrontare situazioni complesse mobilitando risorse personali, sociali e specialistiche, in modo coordinato e strategico. Accrescere le proprie competenze significa anche ampliare la conoscenza, un concetto che assume sfumature diverse a seconda del contesto ma che è strettamente legato a significati come informazione, istruzione, comunicazione, apprendimento e stimolo mentale. A differenza della semplice informazione, la conoscenza è una
forma di sapere applicabile e utile. Un altro elemento essenziale per il ruolo dell’installatore è l’abilità: la capacità di portare a termine compiti e risolvere problemi. Questa può essere innata o acquisita attraverso l’esperienza e l’apprendimento, e si distingue in abilità cognitive (pensiero logico, intuitivo e creativo) e pratiche (abilità manuali e utilizzo di strumenti e tecniche specifiche).
Il futuro riserva grandi opportunità professionali. Per coglierle da veri protagonisti, il miglior investimento che si possa fare è sulla tecnologia più avanzata di tutte: voi stessi. Siate artefici del cambiamento, coltivate il sapere, affinate le competenze e trasformate ogni sfida in un trampolino di lancio verso il su.
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SETTORE CERAMICO: UN CONVEGNO PER FARE IL PUNTO SULLE POLITICHE EUROPEE
Al convegno sono intervenuti il Presidente di Confindustria Ceramica Augusto Ciarrocchi e il Presidente della CET Graziano Verdi
Il Presidente ed il Direttore di Confindustria Ceramica Augusto Ciarrocchi e Armando Cafiero ed il Presidente della CET - Federazione europea dei produttori di piastrelle della ceramica – Graziano Verdi sono stati tra i relatori del convegno ‘Politiche europee per sostenere l’innovazione del settore ceramico’, che si è tenuto ieri sera a Civita Castellana. Organizzato dal gruppo ECR (Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei) al Parlamento europeo, ha visto gli interventi di Antonella Sberna, Vicepresidente del Parlamento Europeo, dell’europarlamentare Stefano Cavedagna e l’on. Mauro Rotelli, Presidente Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, introdotti dai saluti del Sindaco di Civita Castellana Luca Giampieri.
Dopo aver ricordato che Confindustria Ceramica rappresenta 252 imprese attive nei comparti delle piastrelle, ceramica sanitaria, laterizi, stoviglie, materiali refrattari e ceramica tecnica, con una occupazione diretta di 26.211 addetti ed un fatturato complessivo di 7,6 miliardi di euro, Augusto Ciarrocchi ha rimarcato che “oltre la metà delle importazioni in Italia di ceramica sanitaria proviene da paesi extra UE e come invece l’Unione Europea sia l’unico mercato a non avere l’obbligo del Made In: una norma che tutelerebbe i consumatori europei, aiutandoli a distinguere i prodotti italiani da quelli di paesi che praticano il dumping ambientale e sociale”.
Sulla revisione del BREF ceramico, il documento che sta-
bilisce le migliori tecniche disponibili ed i limiti di emissione per i prossimi 15 anni, il Presidente di Confindustria Ceramica ha stigmatizzato il fatto che “la bozza definisce valori che ad oggi tecnologicamente non raggiungibili o che potrebbero far aumentare i costi in modo insostenibile. Se si vuole sostenere l’innovazione è necessario che vengano adottati livelli e prestazioni compatibili con la realtà e con la sostenibilità economica”.
Graziano Verdi, Presidente della CET – la federazione europea le cui aziende esprimono un valore della produzione di 37 miliardi di euro, 200.000 addetti diretti ed un saldo della bilancia commerciale UE di 5,3 miliardi – ha rimarcato che nel settore delle piastrelle il mancato rispetto delle regole internazionali non riguarda più solo la Cina, ma anche l’India. Sebbene nel 2023 la Commissione europea abbia applicato dazi antidumping alle importazioni indiane, queste nel periodo 2020 – 2023 hanno raddoppiato la propria quota. “Gli attuali strumenti europei non sono sufficienti a contrastare la concorrenza indiana, sia in termini di dumping commerciale che ambientale e sociale – ha proseguito Graziano Verdi -. Il CBAM rappresenta un possibile strumento di riequilibrio della competitività, a condizione però che la progressiva riduzione delle quote gratuite di CO2 venga rinviata fino a quando non sia stata accertata la reale capacità dello stesso CBAM di mitigare il rischio di delocalizzazione produttiva”.
Nel suo intervento Armando Cafiero ha ricordato come l’industria ceramica italiana uscì dalla grande crisi Lehman Brothers attraverso uno straordinario ciclo di investimenti, finalizzato ad alzare ulteriormente la qualità e l’innovazione dei prodotti unito a dazi antidumping sulle importazioni cinesi in Europa. Ha poi sottolineato come “la gas release, norma approvata già dal 2022 ma non ancora operativa, rappresenti oggi una misura essenziale per calmierare il prezzo dell’energia per i settori gasivori. Inoltre il sistema ETS, in assenza di reali alternative tecnologiche, rappresenta una tassa aggiuntiva sulle imprese che si aggiunge al costo del gas, oggi sui 50 euro al MW. E’ essenziale – ha concluso il direttore generale –stabilizzare il costo di produzione, togliendo elementi di incertezza alla speculazione finanziaria, che sottrae ingenti risorse agli investimenti delle nostre imprese”. a cura della redazione
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IL CNI COMUNICA GLI AGGIORNAMENTI CATASTALI A SEGUITO DI INTERVENTI EDILIZI
Le disposizioni presenti nll’art. 1, comma 86, della Legge di Bilancio 2024 sono sintetizzate in una circolare del Consiglio Nazionale degli Ingegneri
Con la circolare n. 251 del 31 gennaio 2025, il Consiglio nazionale degli ingegneri offre una sintesi degli obblighi che sono di stretta attualità per l’eventualità, qualora si eseguano interventi edilizi, che si debba aggiornare la “situazione catastale” dell’immobile, come disposto all’art. 1, comma 86, della Legge 30 dicembre 2023, n. 213 (Legge di Bilancio 2024).
In una nota alla circolare, il Consiglio nazionale degli ingegneri precisa che già ben prima della disposizione di cui al citato art. 1, comma 86, della Legge di Bilancio 2024 “qualora vi fossero interventi sull’immobile tali da modificarne la rendita, sussisteva l’obbligo di procedere all’aggiornamento degli atti catastali (cfr. D.M. 701 del 19 aprile 1994 e art. 20 del RD 652/1939).
Pertanto, la disposizione contenuta al comma 86 può essere letta come un richiamo agli obblighi preesistenti da parte di coloro che abbiano usufruito dei bonus e che, al termine dei lavori, abbiano incrementato la rendita del proprio immobile per effetto degli stessi”.
Le indicazioni del CNI ai professionisti
Nella circolare il CNI spiega che “è necessario individuare quali interventi, tra quelli realizzabili attraverso ad esempio il c.d. bonus, possono incidere sulla rendita catastale, ricordando che, da normativa, l’obbligo di aggiornamento è previsto nell’ipotesi di variazioni riguardanti: aspetti quantitativi, ossia sostanzialmente la consistenza delle superfici principali e accessorie; aspetti qualitativi, cioè aspetti di qualità che incidono sulla categoria e classe dell’U.I.U., e dunque sulla rendita del bene.
A proposito degli aspetti stiamo interloquendo con l’Agenzia delle Entrate riguardo a come considerare gli interventi di efficientamento energetico e antisismico, perché al momento non Vi sono novità in tal senso. Con le disposizioni in vigore, per quanto riguarda gli aspetti
qualitativi, la revisione della rendita è dovuta in caso di ristrutturazioni, manutenzioni straordinarie, variazioni nelle caratteristiche tipologiche, distributive e/o impiantistiche, restauro e risanamento conservativo che comportino un incremento stimabile in misura non inferiore al 15% del valore di mercato e della relativa redditività (cfr. circolari 10/2005 e 1/2006 dell’Agenzia del Territorio e Determinazione del 16 febbraio 2005 in applicazione dell’art. 1 della Legge 311/2004, comma 336). Pare superfluo sottolineare che la variazione del valore di mercato non può essere ottenuta attraverso la semplice somma del valore di mercato prima degli interventi e dei costi sostenuti per gli interventi stessi, ma semmai sarebbe necessario utilizzare opportuni ed adeguati metodi e procedimenti estimativi. Lo strumento che determina l’incremento è il DOCFA, lo stesso software determina la rendita prevista in base alle informazioni aggiornate fornite dal professionista. Ove la rendita calcolata sia differente da quella rilevata nella visura catastale aggiornata la pratica andrà regolarmente presentata per l’aggiornamento catastale, qualora vi sia un incremento della rendita superiore al 15%.
Al momento, non vi è necessità di variazione catastale:
• quando non si rilevano variazioni della consistenza delle superfici, così come classificate dalla poligonazione DOCFA;
• quando c’è stata la sola esecuzione di interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione tipo pavimenti, wc, infissi, tetto, facciata, rinforzi strutturali, messa a norma impianti purché siano stati utilizzati materiali comparabili con gli originari;
• quando c’è stata la sola installazione di impianti fotovoltaici a servizio di singole unità dove la potenza installata è inferiore a 3 kW per il numero di unità immobiliari servite.
Seguiranno ulteriori confronti con gli esperti valutatori delegati e aggiornamenti non appena disponibili”, conclude la circolare del CNI.
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INNOVAZIONE E TECNOLOGIA MADE IN ITALY
Nel panorama tecnologico italiano, Oida Tech Spa si distingue come una realtà innovativa, specializzata nello sviluppo di sistemi e componenti ad alto valore tecnologico. Con sede a Camisano Vicentino, in provincia di Vicenza, l’azienda rappresenta un punto di riferimento per chi cerca soluzioni all’avanguardia nel settore delle pompe di calore e della gestione termica avanzata.
Linea SAVIA: Efficienza e Sostenibilità
Oida Tech ha sviluppato la linea SAVIA, pompe di calore aria/ acqua di ultima generazione, progettate e prodotte interamente in Italia. Questi sistemi utilizzano il refrigerante naturale R290, garantendo un basso impatto ambientale e un’elevata efficienza energetica. Le pompe di calore SAVIA sono ideali per il riscaldamento a bassa e alta temperatura, la produzione di acqua calda sanitaria e il raffrescamento degli ambienti.
Tecnologia e Innovazione
Con l’elettronica e firmware completamente progettati e sviluppati internamente, Oida esce e supera i limiti imposti dai prodotti commerciali standard che offre il mercato, permettendo una connettività avanzata, un controllo esclusivo e soprattutto un monitoraggio da remoto estremamente efficace.
Le pompe di calore SAVIA sono state progettate pensando al futuro. I compressori Scroll garantiscono prestazioni elevate, le ventole EC a controllo elettronico ottimizzano i consumi energetici e il sistema di controllo Oida Tech, sviluppato internamente dall’azienda, permette una gestione intelligente dell’impianto.
Grazie alla regolazione della temperatura di mandata fino
a 70°C e alla capacità di mantenere la potenza termica fino a temperature esterne di -7°C e di funzionare fino a – 20°C, le soluzioni SAVIA garantiscono comfort e affidabilità in qualsiasi condizione climatica.
Connettività e Controllo Remoto
L’integrazione con sistemi proprietari di monitoraggio e aggiornamento software da remoto, permette di ottimizzare le prestazioni e ridurre gli interventi di manutenzione. Attraverso l’App mobile dedicata, e la connettività Wi-Fi o Ethernet, gli utenti possono gestire il funzionamento della pompa di calore in modo semplice e intuitivo.
Supporto e Assistenza
Oida Tech Spa offre un supporto completo per installatori e professionisti del settore, con assistenza tecnica telefonica e in videoconferenza, disponibilità immediata di ricambi e l’opzione di garanzia estesa fino a cinque anni.
Verso un Futuro Sostenibile
Grazie a un approccio orientato alla ricerca e sviluppo, Oida Tech continua a investire nell’innovazione, offrendo soluzioni che migliorano l’efficienza energetica e riducono l’impatto ambientale. La linea SAVIA rappresenta il perfetto connubio tra tecnologia avanzata, sostenibilità e comfort abitativo, rendendo Oida Tech un partner di riferimento nel settore delle pompe di calore. Le loro pompe di calore rappresentano l’eccellenza nel settore: modelli nuovi, efficienti e con tecnologia di connessione integrata. https://oidatech.com/
Il comfort è di casa sempre.
Innovativo sistema integrato ad incasso in pompa di calore elettrica aria–acqua che ottimizza il risparmio energetico
Bollitore ad altissima efficienza con sistema di scambio termico a piastre brevettato, privo di sistemi di circolazione forzata.
Senza resistenze elettriche.
No gas metano
CARATTERISTICHE
| Impostazione di potenza per riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria grazie ad una elettronica dedicata
| Facilità di installazione
| Trattamento acqua a richiesta integrabile nell’unità
| Stacco acqua non addolcita con contatore divisionale
| By pass con impostazione micrometrica di portata
NUOVA GAMMA DI CALDAIE MURALI A GAS A CONDENSAZIONE
In occasione dei 100 anni di attività dell’azienda, Baxi presenta una gamma tutta nuova di caldaie a condensazione di ultima generazione: Luna/Nuvola Century. Composta da ben 8 modelli (tre solo riscaldamento: Luna Century 1.35, 1.28 e 1.24, tre per la produzione istantanea di ACS: Luna Century 35, 30 e 26, e due con accumulo Nuvola Century 35, 26 dotate di un bollitore in acciaio inox da 45 litri) e predisposta per funzionare con una miscela composta fino al 20% da idrogeno, la linea è ideale per una completa integrazione in sistema. Grazie all’accessorio SCB-17B, infatti, la caldaia è in grado di gestire anche un sistema solare, oltre a impianti miscelati (1 zona in alta temperatura e 1 zona in bassa temperatura) o un impianto con zona diretta e riscaldamento piscina.
L’alta qualità dei materiali e dei componenti delle caldaie Century le rende affidabili, robuste e durevoli. Il gruppo idraulico è in ottone, per una maggiore resistenza alla corrosione e alle temperature (con minor rischio di deformazioni e rotture), e la lamiera dell’involucro è verniciata anche internamente. L’innovativo scambiatore ad unica spira autopulente in acciaio inox ad ampie sezioni di passaggio acqua garantisce, inoltre, una maggiore resa termica ed efficienza stagionale.
Le prestazioni sono massimizzate anche grazie alla presenza di una pompa elettronica a modulazione totale con motore a magneti permanenti ad alta efficienza che consente minori consumi elettrici. Il sistema di modulazione è in grado di adeguare la potenza termica prodotta alla potenza richiesta dall’edificio evitando un eccessivo surriscaldamento/raffreddamento dei locali. L’ampio campo di modulazione (fino a 1:10), inoltre, determina una riduzione significativa del numero di accensioni e spegnimenti, aumentando l’efficienza della caldaia e garantendo un risparmio considerevole, oltre a offrire maggiore silenziosità. Infine, grazie al sistema GAC (Gas Adaptive Control)
– che misura continuamente il segnale di fiamma durante il funzionamento della caldaia regolando la portata di gas in modo da mantenere costante la qualità della combustione – la caldaia funziona sempre alla massima efficienza con una riduzione dei consumi di gas e delle emissioni di CO/CO2.
Innovativo sistema di caricamento automatico dell’impianto
La gamma Century garantisce una pressione ottimale grazie all’innovativo sistema integrato di caricamento automatico dell’impianto Smart-fill, primo nel settore delle caldaie murali domestiche. In caso di abbassamento della pressione dell’impianto, esso entra in azione consentendo alla valvola di riempimento interna di riempire automaticamente l’impianto di riscaldamento, mentre al raggiungimento della pressione ottimale, Smart-fill interviene bloccando e chiudendo automaticamente la valvola di riempimento integrata. Lo stesso sistema si attiva anche per impedire il riempimento eccessivo della caldaia.
Se la caldaia è connessa a Baxi Mago, è possibile gestire - anche in modalità manuale - la pressione dell’impianto attraverso l’App My Baxi. La gestione del caricamento automatico garantisce, quindi, la massima sicurezza al sistema e l’utente finale non dovrà più preoccuparsi della gestione della pressione dell’impianto.
Interfaccia di design
L’elegante pannello di controllo retroilluminato consente la programmazione e la gestione di tutto il sistema con estrema facilità grazie alle icone per la visualizzazione dei parametri, al testo descrittivo, alla manopola di regolazione e ai tasti di selezione menu. Attraverso il dispositivo Power set – i cui parametri sono regolabili dal pannello di controllo – la portata termica della caldaia si regola a seconda del fabbisogno energetico. www.baxi.it
MASSIMA EFFICIENZA E CONTROLLO PERSONALIZZATO: IL FUTURO DELLA VENTILAZIONE
Le unità termoventilanti canalizzabili TVS e TVH sono progettate per garantire elevate prevalenze in ambienti di piccole o medie dimensioni con portate d’aria nominali da 800 a 5200 m³/h. Le unità sono estremamente versatili nell’utilizzo: le unità TVS in particolare sono adatte sia per l’installazione orizzontale in controsoffitto che verticale a parete; per entrambe le serie è prevista una ricca dotazione di accessori e la reversibilità degli attacchi in cantiere. I pannelli di fondo, ispezionabili, sono del tipo sandwich con isolamento in poliuretano:
grazie alla particolare formulazione della schiuma poliuretanica, risultano essere in classe di reazione al fuoco M1 secondo la norma NFP 92-501. La schiuma poliuretanica è stata sviluppata con precise specifiche per ottenere l’eccezionale valore di GWP=0 (Global Warming Potential) non contribuendo all’effetto serra.
Tutti i ventilatori della gamma TVS e TVH utilizzano un motore EC che, funzionando senza perdite di slittamento, consuma una quantità di energia minore rispetto ai motori AC con-
venzionali e presenta un livello di efficienza del sistema di azionamento significativamente maggiore.
Inoltre, il controllo continuo della velocità permette di variare la portata d’aria e la pressione statica può essere adattata alla caduta di pressione del sistema, rendendo l’avviamento particolarmente semplice.
Particolarmente innovativo è il modo di funzionamento con controllo in portata costante la quale può essere impostata tramite il software dedicato.
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Novità Prodotti
VENTILCONVETTORE CANALIZZABILE AD ALTA PREVALENZA
Progettata per garantire un’ampia gamma di portate d’aria, la nuova serie FHP di Galletti ha un range compreso tra 280 e 650 m³/h, distribuito su un totale di sei modelli, ciascuno equipaggiato con batterie di scambio termico ad alta efficienza. Queste unità assicurano elevate prestazioni aerauliche e un’ottimizzazione della resa termica, risultando ideali per un’ampia varietà di applicazioni nel settore della climatizzazione dell’aria. Uno degli elementi distintivi della serie è il gruppo motoventilante potenziato che, rispetto ai tradizionali fan coil, garantisce una pressione statica utile di 50 Pa alla velocità media e di 60 Pa alla velocità mas sima del ventilatore. Questa caratteristica consente di classificare l’unità, secondo le specifiche Eurovent, come unità canalizzabile. Eurovent, infatti, stabilisce che un’unità può essere definita come tale solo se garantisce una pressione statica utile di almeno 50 Pa alla velo cità media del ventilatore (nel caso in cui questa condizione non sia soddisfatta, il termi nale è identificato come un ventilconvettore senza mantello a bassa prevalenza statica utile). Grazie alla perfetta combinazione tra le prestazioni di un’unità canalizzabile con la struttura
compatta e modulare di un ventilconvettore senza mantello, FHP offre una flessibilità di installazione e di configurazione superiori, risultando una soluzione progettuale molto interessante rispetto a quanto attualmente disponibile sul mercato. La versatilità di FHP si esprime non solo nelle prestazioni, ma anche nelle opzioni di montaggio. Il fan coil, infatti, è stato progettato per consentire sia l’installazione in posizione orizzontale che verticale dove la presenza di una doppia bacinella di raccolta condensa garantisce un efficace drenaggio in ogni configurazione. Con un’altezza complessiva di soli 22,4 cm, inoltre, il dispositivo si adatta perfettamente all’inserimento in controsoffitti, anche in situazioni di spazio ridotto. FHP
è, dunque, una soluzione ideale per un’ampia gamma di applicazioni, prese installazioni in uffici, strutture ricettive e spazi commerciali di medie dimensioni (light commercial) che, grazie alle sue caratteristiche di compattezza e silenziosità, si presta perfettamente anche all’edilizia residenziale, settore in cui spesso si richiedono soluzioni a basso impatto acustico e con ingombri minimi. www.galletti.it
INNOVAZIONE DIGITALE
Virtual Loop è il simulatore CAREL che, utilizzando la tecnologia Digital Twin, replica il comportamento di macchine termodinamiche reali in un ambiente virtuale. Integrandosi perfettamente nell’ecosistema STone, questo strumento rivoluziona le fasi di progettazione e test di unità come pompe di calore, chiller e rooftop, consentendo agli sviluppatori di testare e ottimizzare in tempo reale le logiche di controllo implementate. Eliminando la necessità di prototipi fisici e infrastrutture complesse, permette un’accelerazione dello sviluppo e una significativa riduzione dei costi, e garantisce elevata efficienza e affidabilità del prodotto finale. https://www.carel.it/
IL COMFORT CHE ARREDA
FÄRNA di INNOVA è un concentrato di design, tecnologia e benessere che rende il comfort termico protagonista dell’interior design. Elegante, compatto e potente, il fancoil FÄRNA è un elemento ad alto contenuto tecnologico ed estetico che offre una perfetta risposta alla domanda di miniaturizzazione dei terminali impiantistici per riscaldamento e raffrescamento.
Disegnato da Luca Papini, FÄRNA è stato concepito come un vero e proprio elemento d’arredo contemporaneo per valorizzare le nostre case e può essere installato sia negli edifici di nuova costruzione, come in quelli ristrutturati. Il corpo compatto, le morbide curve, le candide superfici e il sobrio pattern della griglia frontale ne fanno un piccolo capolavoro di design, senza rivali nel mondo del condizionamento.
FÄRNA BIG stabilisce due record difficilmente eguagliabili: un ingombro ridotto di un terzo a parità di potenza e una potenza triplicata a parità di dimensioni rispetto ai già affermatissimi fancoils della linea AirLeaf al top della gamma INNOVA. Simile per dimensioni a una valigia da stiva (larghezza 793 mm, altezza 540 mm), FÄRNA BIG ha una profondità ridotta (131
mm), ma riesce a fornire il 300% della potenza (3.060 W) rispetto ad AirLeaf SL 200 (735 x 579 x 129 mm; 910 W). Se messo in comparazione con la versione AirLeaf SL 600 (1.135 x 579 x 129 mm; 2.800 W), FÄRNA BIG occupa, a parità di potenza, il 35% di spazio in meno con una profondità minima che ne facilita l’installazione anche negli spazi più angusti.
FÄRNA SMALL, invece, è ancora più piccolo (650 x 440 x 131 mm) ma grazie alle avanguardistiche soluzioni tecniche che distinguono tutta la gamma è decisamente potente (1.800 W). L’evoluta serie M7 di comandi a bordo macchina è “user friendly” e rappresenta il connubio perfetto tra tecnologia e design. Il pannello utente, installabile anche a muro in una normale scatola elettrica “503”, è equipaggiato con display a luminosità automatica e dispone di interfaccia tattile a sensibilità aumentata. È possibile inoltre una supervisione con il web server BUTLER PRO per una perfetta integrazione di tutti i componenti impiantistici, dalla pompa di calore fino ai fancoils e alla ventilazione meccanica. www.innovaenergie.com
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Si chiama LARGE EVO PL (WiSAN-YEE1 PL) la nuova serie di pompe di calore polivalenti condensate ad aria per installazione esterna, con refrigerante R32, equipaggiate con compressori rotary/scroll a tecnologia inverter e ventilatori EC ad alta efficienza, che garantiscono una modulazione continua della potenza e ottimizzano i consumi energetici in ogni condizione operativa. Le batterie condensanti con trattamento idrofilico assicurano un’elevata efficienza di scambio termico e una rapida evaporazione della condensa. L’efficienza stagionale raggiunge valori di SEER fino a 4,65 e di SCOP fino a 4,17. Grazie all’ampio range di capacità e ai tre livelli acustici selezionabili, dalla versione standard (SC) e range da 52 a 238 kW, a quella silenziata (LN) - 4 dB(A) rispetto alla versione standard e range da 48 a 221 kW, a quella super silenziata - 8 dB(A) rispetto alla standard e range da 44 a 204 kW, LARGE EVO PL si adatta perfettamente a diverse tipologie di applicazioni, sia in ambito commerciale che industriale. Il vantaggio concreto è rappresentato dal fatto che LARGE EVO PL può essere installata anche in aree residenziali con vincoli di silenziosità sfidanti. Un altro aspetto importante in termini di sostenibilità è dato dall’utilizzo del refrigerante R32 a basso potenziale di riscaldamento globale: Global Warming Potential di 675, che corrisponde a circa il -70% rispetto ad un refrigerante tradizionale come l’R410A. LARGE EVO PL è dotata di Clivet smart defrost, la tecnologia brevettata in grado di valutare quale tipo di sbrinamento è più adatto: sbrinamento tradizionale che produce vapore refrigerante caldo alla batteria ed evapora sul circuito lato caldo (se non c’è richiesta di raffreddare l’impianto) o Smart Defrost che produce vapore refrigerante caldo alla batteria ed evapora sul circuito lato freddo evitando una dissipazione di potenza termica (possibile quando c’è richiesta di raffreddare l’impianto), garantendo un maggior risparmio energetico complessivo durante l’arco di funzionamento. www.clivet.com
VMC PER IL BENESSERE INDOOR
La ventilazione meccanica controllata gioca un ruolo fondamentale per mitigare la presenza di gas Radon all’interno dei locali e garantire ambienti di vita e lavoro salubri e sicuri. Per questo Helty, specialista nelle soluzioni di VMC e nel comfort indoor, ha progettato la nuova linea Helty Flow-R, un insieme di sistemi di VMC decentralizzati studiati per offrire una soluzione efficace e non invasiva nella gestione del rischio Radon. La nuova linea di sistemi VMC Helty Flow-R si distingue per la flessibilità di configurazione del funzionamento dell’unità di ventilazione, permettendo al progettista dell’intervento di risanamento di impostare la strategia di ventilazione più efficace attraverso una regolazione differenziale delle portate trattate. Questo permette di adottare strategie di contenimento (sovrapressione) o di captazione (depressione), in modo da prevenire l’ingresso del gas radon negli ambienti abitati e mantenerne la concentrazione entro i limiti definiti da progetto. In aggiunta, le unità VMC Helty Flow-R dispongono anche di una strategia adattiva di regolazione in abbinamento al sensore Radon Monitor messo a disposizione da Helty. Grazie a questa funzionalità, i sistemi di VMC sono in grado di regolare in autonomia sia lo sbilanciamento delle portate sia il volume di ventilazione necessario al fine di raggiungere gli obiettivi di soglia impostati dal tecnico. Non è più dunque indispensabile impostare un funzionamento fisso con ampi margini di sicurezza, poiché la nuova tecnologia Helty consente di monitorare costantemente la concentrazione di gas radon ed allo stesso tempo di compensare puntualmente le fluttuazioni giornaliere e stagionali di emissività.
Le unità Helty Flow-R, infine, sono nativamente dotate di un controllo da remoto che consente la creazione di scenari di funzionamento personalizzati sia in funzione dell’emissività di gas rilevata che all’effettivo utilizzo dei locali. https://www.heltyair.com/
Pompe di calore SAVIA
7 – 9 – 11 – 13 kW
1 Monitoraggio e update da remoto
Caratteristiche
+ Macchine monoblocco Aria/Acqua
+ Riscaldamento, acqua calda sanitaria e raffrescamento
+ Compressori SCROLL su tutti i modelli
+ Circolatore, degasatore e flussimetro integrati
+ Assistenza diretta (filo diretto con chi la progetta e costruisce)
2 Potenza nominale costante fino a -7 °C
7—70 °C
3 Temperatura di mandata regolabile
Novità Prodotti
EVAPORATORI IBRIDI A FALLING FILM
Tra i prodotti di punta proposti da BITZER - leader nella produzione di componenti per la refrigerazione, condizionamento e processo - spiccano gli evaporatori ibridi a falling film, conformi ai requisiti di efficienza del regolamento UE Ecodesign e con una potenza frigorifera che va da 300 a 2000 kW. Grazie a questo plus distintivo, offrono flessibilità e una varietà di campi di applicazione, soprattutto nella climatizzazione e nel raffreddamento di processo. Disponibili in cinque diametri mantello e ottimizzati per i refrigeranti R134a, R1234ze e R513A, gli evaporatori a fascio tubiero ottengono efficienze decisamente superiori rispetto a quelli a espansione secca nell’impiego a pieno carico e, in particolare, a carico parziale. Mostrano inoltre un comportamento stabile in tutte le condizioni di lavoro, grazie alla separazione delle gocce di liquido ottimizzata, a una minore carica di refrigerante e ad un migliore recupero d’olio: garantiscono così bassi costi di manutenzione. Il loro speciale design è inoltre studiato per ridurre almeno del 35% l’utilizzo di refrigerante rispetto ai tradizionali evaporatori, rappresentando una reale innovazione nel settore. Quando il futuro chiama, la tecnologia ibrida di BITZER risponde. www.bitzer.de/it/it/
RADIATORI MODULARI
Facili da comporre a seconda delle proprie esigenze e configurabili in un’ampia gamma di varianti dimensionali: come un divano, una cucina, un armadio o una libreria, anche le collezioni di radiatori Antrax IT offrono requisiti di modularità, diventando uno strumento flessibile di progetto.
La potenza termica e l’estetica del termoarredo possono assecondare l’interior design, mentre le oltre 200 varianti cromatiche a catalogo permettono di selezionare la nuance desiderata per personalizzarne il modello.
Lana, firmato dallo studio AMDL CIRCLE di Michele De Lucchi, è stato disegnato proprio a partire dall’idea di non avere un’unica versione per un radiatore: è una formella quadrata di 33x33 cm, bombata e con angoli stondati, ulteriormente lavorata con una plissettatura superficiale, che può creare forme rettangolari o quadrate, grazie all’unione di due o più modelli della famiglia. Questa matrice ‘plastica’ è posta sempre a scacchiera e può essere replicata da un minimo di tre elementi lineari a un massimo di dodici, secondo un modello 2x6, e completata da una vernice goffrata per una resa tattile e materica.
La medesima finitura e l’estetica artigianale ritornano anche in Waffle, nato dalla collaborazione con Piero Lissoni. Qui il modulo è più ampio - un rettangolo di 61x41 cm -, valorizzato da una trama tridimensionale con leggere irregolarità superficiali: un effetto ottenuto grazie alla fusione in conchiglia, voluto dal designer per richiamare l’immagine tradizionale dei caloriferi in ghisa e tradurla in design contemporaneo. La trama del radiatore, proposto nella versione da due, tre, quattro o cinque moduli, offre un oggetto scultoreo a parete, funzionale e decorativo, integrabile con un maniglione o ganci in legno per l’ambiente bagno.
Sempre ritmata da una morbida texture a rilievo, la collezione Loft prende origine da un rettangolo allungato, singolo, doppio o triplo. Rispetto al plissé di Lana, più geometrico e profondo, qui la superficie scaldante è un susseguirsi di morbide ‘onde’ che definiscono un fitto effetto cannettato, elegante, da arricchire con una colorazione a propria scelta tra le tantissime - lucide, opache, speciali - proposte da Antrax IT. www.antrax.it
INFORMAZIONE
DALLE
LA NUOVA SERIE FRA.BO POLAR RACCORDI A SALDARE IN CUFE AD ALTA RESISTENZA, PROGETTATI PER APPLICAZIONI DI REFRIGERAZIONE AD ALTA PRESSIONE
La serie di raccordi FRABOPOLAR costituisce una soluzione tecnica all’avanguardia per la refrigerazione ad alta pressione, progettata per soddisfare le esigenze di affidabilità, efficienza e sostenibilità degli impianti industriali e commerciali moderni. Sviluppata da Rubinetterie Bresciane Bonomi, questa gamma di raccordi a saldare è realizzata in lega di rame-ferro ad alta resistenza (CuFe2P), un materiale noto per le sue proprietà meccaniche e chimiche superiori, che assicura prestazioni eccellenti anche in condizioni operative estreme. Grazie alla capacità di gestire pressioni operative fino a 130 bar e temperature massime di esercizio di 150°C, i raccordi FRABOPOLAR sono ottimizzati per affrontare sollecitazioni elevate, rendendoli particolarmente indicati per applicazioni nei sistemi a CO₂ transcritici. In questi contesti, la CO₂ opera oltre il suo punto critico e richiede componenti in grado di mantenere il controllo su parametri fondamentali come pressione e temperatura. La lega CuFe2P conferisce ai raccordi una resistenza eccezionale alla tensocorrosione, riducendo significativamente il rischio di fessurazioni dovute a stress meccanici e termici. Questa caratteristica garantisce una durata operativa prolungata e una maggiore affidabilità, anche in condizioni di utilizzo gravose. Inoltre, la stabilità chimica della lega offre una protezione avanzata contro gli agenti atmosferici e le
sostanze corrosive, limitando gli interventi di manutenzione e ottimizzando l’efficienza operativa del sistema. L’impiego della CO₂ come refrigerante rappresenta una scelta strategica per i sistemi di refrigerazione, grazie alla sua crescente diffusione nella
refrigerazione commerciale e industriale. La CO₂, compatibile con le normative internazionali, consente di sviluppare impianti sostenibili e con un impatto ambientale ridotto, offrendo prestazioni elevate. La robustezza strutturale dei raccordi FRABOPOLAR permette di progettare sistemi di refrigerazione più leggeri senza compromettere la sicurezza, offrendo al contempo maggiore flessibilità nella progettazione e integrazione sia in impianti nuovi che esistenti. Questa caratteristica, combinata con la compatibilità con le tecnologie di brasatura standard, consente una connessione sicura e affidabile, eliminando la necessità di strumenti specialistici e semplificando le operazioni di installazione. La serie FRABOPOLAR rappresenta un benchmark nel settore della refrigerazione ad alta pressione, offrendo una soluzione che integra prestazioni tecniche elevate, sicurezza e sostenibilità in un unico prodotto.
UN CONCEPT CHE INTERPRETA LE SFUMATURE DELL’INTERIOR DESIGN
Nel dinamico panorama dell’edilizia e del design contemporaneo, la sfida cruciale risiede nel raggiungere la perfetta sintesi tra funzionalità ed estetica, senza perdere di vista le tendenze di maggiore successo. Con quarant’anni di esperienza nell’innovazione dei profili tecnici e decorativi, Progress Profiles si conferma un passo avanti presentando Kaleidos: un nuovo concept che punta a reinterpretare la vitalità e le sfaccettature dell’interior design, con inedite nuance studiate per esprimere le potenzialità delle finiture in sintonia con gli stili di arredo più ricercati. Architetti, designer e professionisti hanno ora l’opportunità di individuare al meglio le soluzioni ideali per i loro progetti grazie a una scelta di colori chiara, elegante e più che mai completa. L’azienda ha infatti arricchito la già ampia offerta di nuance di quattro nuove tinte: si tratta di Stone Sahara, Stone Corten, Stone Cement Grey e Stone Blue Grey, che dialogano armoniosamente con le tonalità di ceramiche più attuali.
Le originali cromie vanno ad ampliare, specificamente, la collezione Stone Line, fino a oggi giocata su tinte neutre. Studiata per ricreare sofisticati effetti materici contemporanei, la gamma consente di plasmare gli ambienti interni ed esterni attraverso equilibri cromatici raffinati, in cui armonie e contrasti si fondono in un risultato di grande impatto. La chiave di questa versatilità risiede nell’innovativo processo di produzione: l’alluminio, smaltato con polvere epossidica in forno, permette infatti di riprodurre fedelmente la texture e la porosità della pietra naturale.
PROFILE, che comprende profili specifici per proteggerne i bordi e per l’eventuale fissaggio di una lastra in vetro. La versatilità della collezione si esprime anche attraverso le mensole PROSHELF, che possono essere installata durante e dopo la posa delle piastrelle, garantendo massima flessibilità progettuale.
Negli spazi interni le finiture, arricchite delle ultime cromie, impreziosiscono i profili protettivi per angoli esterni e chiusure perimetrali dei rivestimenti, tra i quali spiccano PROJOLLY SQUARE, ad angolo retto, PROJOLLY QUART, a quarto di cerchio, e PROTERMINAL, dalla particolare forma a “L”. Completano i prodotti disponibili nei quattro nuovi colori i listelli decorativi PROLISTEL P e PROLISTEL CHANNEL, elementi che donano un tocco unico alle superfici in ceramica e pietre naturali.
Non solo: per valorizzare le differenti tipologie di spazi abitativi e professionali le nuove finiture possono essere richieste anche per la linea di Battiscopa 40/60/80/100. Proposti sia nella versione con adesivo che senza, questi prodotti si intonano con svariati stili di arredo combinando, ancora una volta, creatività e praticità di posa.
La scelta delle finiture, dei colori e dei materiali definisce l’identità stilistica degli spazi, e le nuove tonalità della collezione si prestano a personalizzare un’ampia linea di prodotti con risultati sempre coerenti e bilanciati: Stone Sahara evoca l’autenticità delle texture naturali, creando atmosfere rasserenanti; Stone Corten si inserisce con grinta nelle architetture più moderne; Stone Cement Grey cattura l’essenza dello stile industrial-minimal; Stone Blue Grey conferisce agli ambienti una distintiva eleganza contemporanea.
Nell’ambito dell’ambiente bagno, Stone Line valorizza le soluzioni per le docce a filo pavimento della serie PROSHOWER
Oltre che per le soluzioni destinate agli ambienti interni, le quattro nuance possono infine essere richieste per PROTERRACE DOUBLE DRIP, lo speciale profilo perimetrale caratterizzato da un doppio gocciolatoio, che permette un perfetto deflusso delle acque di drenaggio, preservando terrazze e balconi, e per PROTERRACE ECO DRIP, realizzato in alluminio verniciato, ideato per la protezione efficace dei bordi delle piastrelle.
Con il nuovo concept Kaleidos, concepito per arricchire ogni spazio di nuove sfumature estetiche ed emozionali, e con l’ampliamento della palette di finiture, Progress Profiles invita a sperimentare e a giocare con l’inventiva, per dare vita a spazi in grado di raccontare storie e di esprimere personalità in un affascinante gioco di mutevoli combinazioni. www.progressprofiles.com
aquatherm blue
Sistema di tubazioni in polipropilene per riscaldamento, raffrescamento, refrigerazione e trasporto di fluidi di processo
SDR Struttura Tubo Diametro
SDR7,4
Legenda
MF multistrato fibrorinforzato
RP elevata resistenza alla pressione
UV resistenza ai raggi UV
OT barriera d‘ossigeno
TI isolamento termico
Case Green: la Direttiva entra in azione, dal 2026 il PNRE ridisegnerà il mercato italiano
Come il Piano Nazionale di Ristrutturazione degli Edifici elaborato nei prossimi mesi dall’Italia trasformerà il settore della riqualificazione energetica
Di Giacomo Mellera
La Direttiva sulla Prestazione Energetica nell’Edilizia (EPBD), la cosiddetta “Direttiva Case Green,” è un’iniziativa chiave dell’Unione Europea per affrontare il cambiamento climatico e promuovere la transizione verso un’economia sostenibile. La direttiva attuale, 2024/1275/UE, è la quarta edizione (EPBD IV) di una serie di normative iniziate nel 2002, con revisioni importanti nel 2010 e nel 2018. La EPBD fa parte del pacchetto “Fit for 55%”, che mira a ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 e a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
La sfida da affrontare è cruciale: trasformare il nostro patrimonio immobiliare in un modello di sostenibilità e innovazione. Entro il 2050, il nostro impegno sarà quello di decarbonizzare l’intero parco edilizio, con l’ambizioso obiettivo di trasformare ogni edificio esistente in una struttura a emissioni zero. Questo percorso non rappresenta solo una necessità ambientale, ma anche un’opportunità per ripensare il nostro modo di abitare e di vivere insieme.
Per realizzare questa visione, è indispensabile promuovere una ristrutturazione profonda degli edifici Lavoreremo su interventi mirati che migliorino signifi-
cativamente l’efficienza energetica, adottando soluzioni che possano essere implementate gradualmente, ma con un impatto concreto e duraturo.
In parallelo a queste azioni, le politiche dovranno dedicare particolare attenzione alla riduzione della povertà energetica. È fondamentale che le misure adottate garantiscano a ogni cittadino l’accesso a soluzioni abitative sostenibili e a costi contenuti, in modo che nessuno debba essere escluso dai benefici di questa transizione ecologica. Non meno importante è l’obiettivo di migliorare la qualità degli ambienti interni. Devono essere creati spazi in cui l’aria sia pulita, l’inquinamento ridotto e il benessere quotidiano assicurato. Gli edifici del futuro non saranno soltanto efficienti dal punto di vista energetico, ma diventeranno veri e propri ambienti salubri, in grado di accogliere le persone in un clima di comfort e sicurezza.
Infine, una strategia di tale portata deve necessariamente contribuire a ridurre la dipendenza energetica da nazioni esterne. Con una maggiore autonomia nel campo energetico, l’Unione Europea potrà rafforzare la propria resilienza, investendo nello sviluppo di fonti rinnovabili e in tecnologie innovative.
Piani Nazionali di Ristrutturazione degli Edifici (PNRE)
Tutti questi obiettivi saranno analizzati e programmati all’interno di un nuovo documento specifico chiamato Piano Nazionale di Ristrutturazione degli Edifici. Ogni Stato membro è tenuto a elaborare un PNRE per definire una tabella di marcia per la ristrutturazione del proprio parco immobiliare. I PNRE sostituiscono le strategie di ristrutturazione a lungo termine (LTRS) previste dalla precedente direttiva del 2018. La Direttiva (nell’allegato II) specifica i contenuti minimi dei PNRE, che includono:
• Rassegna del parco immobiliare nazionale: Una dettagliata analisi che comprende la tipologia di edifici, epoche di costruzione, zone climatiche, dati sugli attestati di prestazione energetica, barriere di mercato e il numero di famiglie vulnerabili. Questo punto richiede l’utilizzo di campionamenti statistici e banche dati.
Tabella di marcia con obiettivi: Definizione di obiettivi nazionali per il 2030, 2040 e 2050 con indicatori misurabili per il tasso di ristrutturazione energetica, consumo di energia primaria e finale e riduzione delle emissioni di gas serra. L’obiettivo principale è la neutralità climatica entro il 2050. Rassegna delle politiche e misure: Descrizione delle azioni previste per raggiungere gli obiettivi, inclusi approcci ottimali di ristrutturazione in base a tipologia di edificio e zona climatica, norme minime di pre-
EFFICENZA ENERGETICA
A cura della Redazione
stazione energetica, promozione delle ristrutturazioni profonde, e decarbonizzazione del riscaldamento e raffrescamento.
• Panoramica del fabbisogno di investimenti: Stima degli investimenti necessari, delle fonti di finanziamento e delle risorse amministrative.
• •Soglie per le emissioni e il consumo energetico: Definizione delle soglie per le emissioni operative di gas serra e per il consumo annuo di energia primaria per gli edifici a emissioni zero, nuovi o ristrutturati.
• Requisiti minimi di prestazione energetica: definiti per gli edifici nuovi ed esistenti.
• Traiettoria di ristrutturazione: definita per il parco immobiliare residenziale.
• Stima di risparmio energetico e dei benefici attesi Il PNRE si configura quindi come il documento fondamentale con cui il settore edilizio ed il settore idrotermosanitario guarderanno al futuro per la programmazione delle attività e per la previsione degli scenari di mercato. Un documento, sulla carta, completo, per cui il Governo Italiano dovrà impegnarsi a fondo nella sua pianificazione e realizzazione. Ma visto l’ampio contenuto, come funziona il processo di elaborazione del Piano Nazionale per la Ripresa e l’Energia?
Processo di elaborazione e scadenze
Inizialmente, a seguito di una consultazione pubblica, verrà redatta una bozza preliminare del PNRE, la quale dovrà essere trasmessa alla Commissione Europea entro il 31 dicembre 2025. Questo passaggio rappresenta il punto di partenza fondamentale, volto a raccogliere contributi e garantire un ampio coinvolgimento degli stakeholder.
Successivamente, la Commissione procederà a valutare la bozza entro un arco temporale di sei mesi, formulando raccomandazioni che saranno cruciali per affinare il documento. Tale valutazione assicura che il piano risponda alle esigenze strategiche e operative in un contesto in continua evoluzione.
A seguito di questo iter, l’Italia dovrà presentare la proposta finale del PNRE entro il 31 dicembre 2026. In questa fase, è essenziale che le raccomandazioni della
Commissione vengano prese in considerazione, oppure che, in caso di mancato recepimento, vengano debitamente giustificate. Infine, per garantire la coerenza e l’aggiornamento continuo del piano, i PNRE dovranno essere trasmessi alla Commissione ogni 5 anni, in linea con i Piani nazionali integrati per l’energia e il clima (PNIEC).
Metodologia di calcolo delle prestazioni energetiche
L’articolo 4 della direttiva riguarda la metodologia di calcolo della prestazione energetica degli edifici, basata su un quadro comune generale che considera il consumo calcolato o misurato. I servizi da considerare includono climatizzazione invernale ed estiva, produzione di acqua calda sanitaria, ventilazione e illuminazione, e altri sistemi tecnici dell’edificio. Questo calcolo è essenziale per misurare il progresso verso gli obiettivi di efficienza energetica e decarbonizzazione.
Come riporta ENEA nell’ultimo Rapporto sugli attestati di prestazione energetica, la più diretta conseguenza di ciò è che uno dei compiti della Direttiva EPBD è anche quello di stabilire dei requisiti energetici minimi degli edifici, che siano essi nuovi o esistenti, per fare in modo di conseguire gli obiettivi di decarbonizzazione prefissati. Tra i principi generali sulla quale si dovranno basare i requisiti minimi degli edifici, è utile citare uno dei più innovativi: il fatto che i requisiti minimi di prestazione energetica per gli edifici o le unità immobiliari devono raggiungere almeno livelli ottimali in funzione dei costi, ovvero il principio di Cost Optimality (vedi box).
Il passaporto di ristrutturazione
Affinché la riqualificazione degli edifici possa essere efficace, è necessario sia gestita e indirizzata in modo chiaro e puntuale. Come insegna l’esperienza del Superbonus, gli interventi necessari per una riqualificazione profonda sono spesso invasivi per i sistemi edificio-impianti e sicuramente molto onerosi. Per questo occorre, pensando alle ristrutturazioni nell’ottica PNRE, presentare un concetto diverso, riflettendo sul fatto che nel corso della vita
Il principio di “Cost Optimality”, ovvero l’ottimizzazione di costo
Sempre citando ENEA, “I minimi livelli di legge devono essere quindi ottimali dal punto di vista dei costi. Per più alti livelli prestazionali, ad esempio quanto richiesto per gli edifici a energia quasi zero e per gli edifici a emissioni zero, è ammesso che i requisiti possano non essere ottimali dal punto di vista dei costi. Dobbiamo infatti immaginare il risultato di questo tipo di studio come delle curve (in genere parabole) in un grafico dove sull’asse delle ascisse è riportata la prestazione energetica e sull’asse delle ordinate il costo totale lungo il ciclo di vita dell’edificio. Per ogni intervento (misura) sono infatti determinati, da un lato, il costo dell’investimento e, dall’altro, i costi operativi dati dalle fatture per l’approvvigionamento di energia e il costo di manutenzione. Tipicamente tecnologie più performanti hanno costi di investimento più elevati ma garantiscono un maggior abbattimento delle bollette. Tra tutte le combinazioni, vi è un punto ottimale (di minimo) dal punto di vista dei costi. Il livello di prestazione energetica corrispondente a tale livello è quello da cui partire per fissare i minimi di legge Chiaramente ci si può spingere oltre, con prestazioni migliori, a patto di pagare un costo totale più elevato”
utile di un edificio è naturale alternare momenti di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Per supportare questo percorso di miglioramento graduale delle prestazioni energetiche, la Direttiva introduce il concetto di “passaporto di ristrutturazione”. Questo strumento si configura come una tabella di marcia personalizzata per ogni edificio, che ne guida la ristrutturazione profonda attraverso una serie di fasi successive, fino al raggiungimento di un elevato standard di efficienza energetica.
L’adozione di un approccio per fasi offre diversi vantaggi, primo fra tutti la possibilità di diluire l’impegno economico nel tempo, evitando l’onere di un unico intervento complessivo. Tuttavia, affinché questo metodo sia realmente efficace, è fondamentale una pianificazione dettagliata, in modo che ogni fase sia coerente con le successive e non comprometta gli interventi futuri.
La collaborazione tra professionisti e aziende di diversi settori diventerà quindi fondamentale per la buona riuscita.
Sfide e opportunità
Il PNRE apre nuove prospettive di mercato per le aziende installatrici del settore impiantistico. La standardizzazione e il dettaglio richiesti nella definizione dei piani nazionali favoriranno finalmente una pianificazione più accurata degli interventi, mentre le scadenze vinco-
lanti e la necessità di aggiornamenti periodici garantiranno una domanda costante di soluzioni tecnologiche avanzate. In particolare, l’enfasi sulla decarbonizzazione e sulla ristrutturazione profonda degli edifici stimolerà l’adozione di sistemi di riscaldamento e raffrescamento a basse emissioni, creando opportunità per l’installazione di impianti innovativi e ad alta efficienza energetica.
Da non sottovalutare sono però anche le sfide per le aziende di installazione. La carenza di personale qualificato e le difficoltà nell’implementare nuove tecnologie possono rallentare l’adozione di interventi fondamentali e questa problematica limita notevolmente la capacità delle aziende di cogliere le opportunità offerte dalla transizione energetica. Inoltre, la rigidità organizzativa e la mancanza di investimenti in formazione continua possono ostacolare l’integrazione dei processi di aggiornamento necessari per adattarsi rapidamente alle evoluzioni del mercato.
È quindi evidente l’urgenza per ogni azienda, grande o piccola, di investire in formazione e innovazione tecnologica in questo biennio 2025-2026 di passaggio al nuovo sistema. Solo attraverso un costante aggiornamento e un impegno proattivo sarà possibile non solo mitigare questi rischi, ma anche trasformarli in opportunità per partecipare attivamente alla rivoluzione della transizione energetica.
Pompe di calore, leva strategica per la decarbonizzazione
Un recente studio realizzato da Assoclima e TEHA evidenzia il ruolo chiave delle pompe di calore nel processo di decarbonizzazione ed efficientamento energetico. Ma servono politiche stabili e interventi mirati
Qualificare la rilevanza della filiera industriale italiana ed europea delle pompe di calore elettriche per la transizione energetica e la competitività del sistema-Paese, ponendo l’accento sul ruolo strategico di questa tecnologia come leva fondamentale per accelerare il processo di decarbonizzazione ed efficientamento del Paese, con particolare attenzione al settore degli edifici.
È questa la missione che si è posta lo studio “Il ruolo delle pompe di calore in Italia: stato dell’arte e opportunità di sviluppo” a cura di The European House Ambrosetti e Assoclima, presentato lo scorso 22 gennaio a Roma. Un documento che scatta una fotografia completa e puntuale della tecnologia, inserendola in uno scenario, quello della sfida climatica, e sottolineando al contempo l’importanza del superamento di alcune criticità e la necessità di prendere decisioni rapide e lungimiranti.
La decarbonizzazione al centro dell’agenda strategica europea
Negli ultimi anni, le crescenti preoccupazioni associate al cambiamento climatico hanno posto la decarbonizzazione sempre più al centro dell’agenda strategica europea. Come delineato nella EU Climate Law, l’UE e i suoi Stati membri si sono impegnati a trasformare l’Unione Europea nel primo continente neutrale dal punto di vista emissivo entro il 2050, stabilendo un primo obiettivo intermedio di riduzione delle emissioni nette di almeno il 55% entro il 2030.
Per affrontare queste sfide, l’UE ha introdotto nel 2022 il piano REPowerEU, una strategia volta a ridurre significativamente la dipendenza dai combustibili fossili e promuovere le fonti energetiche rinnovabili per mitigare la dipendenza energetica europea e le conseguenze della crisi energetica seguita allo scoppio del confitto russo-ucraino. In questo scenario, la Commissione Europea ha proposto obiettivi sempre più sfidanti per i Paesi UE che mirano a ridurre le emissioni già del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990. Tuttavia, l’attuale ritmo di riduzione delle emissioni non è sufficiente. Secondo uno scenario inerziale, infatti, l’Unione Europea e l’Italia non raggiungeranno l’obiettivo net zero prima del 2102 e 2097 rispettivamente. In una logica di neutralità tecnologica, il raggiungimento degli obiettivi europei di decarbonizzazione dipenderà dalla capacità di valorizzare sinergicamente tutte le leve e tecnologie disponibili per accelerare la transizione energetica, salvaguardando al contempo la competitività dell’economia europea. In questo scenario, la strategia europea individua 3 leve principali di decarbonizzazione: efficienza energetica, elettrificazione dei consumi e impiego di fonti rinnovabili per la generazione di energia.
un terzo delle emissioni generate Inoltre, dal 1990 ad oggi, il settore civile rappresenta l’unico settore in Italia che ha aumentato le emissioni di gas a effetto serra (+6,6%) e, ai trend attuali, risulterebbe quasi impossibile raggiungere gli obiettivi europei al 2050, evidenziando ancora di più la necessità di sostenere e accelerare il processo di decarbonizzazione
elettrica riduce le emissioni di CO2 del 65% rispetto a una caldaia a condensazione. Benefici che si amplificano ulteriormente se confrontati con una caldaia non a condensazione, con un risparmio del 75% delle emissioni di CO2.In prospettiva al 2030, la crescita delle rinnovabili per la generazione elettrica amplificherà ulteriormente i benefici in termini di minori emissioni, evidenziando ancora di più i benefici energetici e ambientali di questa tecnologia.
Figura III Consumi finali di energia per settore (grafico a sinistra, valori %) e d emissioni di gas a effetto serra per settore nell'UE27 e in Italia (grafico a destra, valori %), 2022 N.B.: Il settore civile comprende il settore residenziale e il terziario. (*) «Altro» include altri processi industriali, agricoltura e rifiuti. Fonte: elaborazione TEHA Group su dati Eurostat e EEA, 2024
Figura 1- Consumi finali di energia per settore (grafico a sinistra, valori %) ed emissioni di gas a effetto serra per settore nell’UE- 27 e in Italia (grafico a destra, valori %), 2022. N.B.: Il settore civile comprende il settore residenziale e il terziario. (*) «Altro» include altri processi industriali, agricoltura e rifiuti. Fonte: elaborazione TEHA Group su dati Eurostat e EEA, 2024.
Il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2050 dipenderà fortemente dalla valorizzazione sinergica di tutte queste leve e dagli strumenti messi a disposizione per la decarbonizzazione dei settori maggiormente dipendenti dalle fonti fossili. Il settore civile (residenziale e terziario) e industriale sono infatti responsabili di quasi 2/3 dei consumi finali di energia in Italia (42% per il settore civile e 22% per l’industria) e di oltre un terzo delle emissioni generate. Inoltre, dal 1990 ad oggi, il settore civile rappresenta l’unico settore in Italia che ha aumentato le emissioni di gas a effetto serra (+6,6%) e, ai trend attuali, risulterebbe quasi impossibile raggiungere gli obiettivi europei al 2050, evidenziando ancora di più la necessità di sostenere e accelerare il processo di decarbonizzazione (Figura 1).
Pompe di calore, tecnologia chiave per la decarbonizzazione
Il consumo medio annuale di un’abitazione è costituito per quasi l’80% dai consumi termici, impiegati per la climatizzazione degli ambienti e la produzione di acqua calda sanitaria. Alla luce del peso del settore civile sui consumi finali di energia in Italia e in UE, emerge dunque con evidenza il ruolo delle pompe di calore elettriche come leva chiave per sostituire l’impiego di fonti fossili per il riscaldamento degli edifici. Trasferendo il calore dall’aria o dall’acqua alle abitazioni, le pompe di calore sono infatti in grado di prelevare energia rinnovabile dall’ambiente riducendo il fabbisogno di energia primaria di circa il 58,5% per il riscaldamento di un edificio residenziale.
Alla luce delle difficoltà di decarbonizzare i consumi di energia termica, le pompe di calore elettriche rappresentano dunque una tecnologia chiave e matura grazie a elevati livelli di efficienza che ne garantiscono i benefici anche nelle zone climatiche più fredde. Inoltre, la riduzione delle emissioni risulta già significativa con l’attuale mix elettrico: a parità di kWh termico prodotto, una pompa di calore
Nel settore residenziale, le pompe di calore si confermano tra le soluzioni di efficienza energetica più economiche per ogni KWh di risparmio energetico. Osservando i dati relativi agli interventi effettuati con il Superbonus (Art. 119 D.L. Rilancio n. 34/2020), le pompe di calore elettriche garantiscono un costo per kWh termico risparmiato inferiore del 35% rispetto alle caldaie a condensazione. Sebbene l’installazione di una pompa di calore elettrica richieda un investimento iniziale più elevato rispetto ai sistemi di riscaldamento tradizionali, nel medio-lungo termine si ottengono risparmi significativi sui costi energetici grazie alla maggiore efficienza e all’utilizzo di energia rinnovabile. Inoltre, l’integrazione di una pompa di calore con il fotovoltaico consente di aumentare il risparmio in bolletta fino a oltre l’80%. Anche osservando gli investimenti con il Superbonus, si evidenzia come le pompe di calore elettriche abbiano generato l’11,1% dei risparmi di energia termica tra il 2020 e il 2022 a fronte di una quota del 6,8% degli investimenti complessivi. Inoltre, a differenza delle caldaie tradizionali, le pompe di calore elettriche possono essere utilizzate sia per il riscaldamento sia per il raffrescamento degli edifici, rendendole una soluzione adatta per una vasta gamma di applicazioni residenziali, commerciali e industriali in diversi contesti e condizioni climatiche. Muovendo da queste considerazioni, il PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima) evidenzia come le pompe di calore elettriche siano uno strumento chiave per la transizione energetica, ribadendo la versatilità nell’applicazione di questa tecnologia e la necessità di introdurre agevolazioni e meccanismi incentivanti che ne promuovano l’adozione capillare nel parco immobiliare italiano. L’ultima versione del PNIEC, pubblicata a luglio 2024, stabilisce infatti l’obiettivo al 2030 di coprire circa il 36% dei consumi del settore termico in Italia con fonti rinnovabili, prevedendo un ruolo crescente delle pompe di calore nel mix di consumi termici con una quota pari a 5,2 Mtep (Figura 2).
Prevista una forte crescita dello stock di pompe di calore installate al 2030
Nei prossimi anni il mercato delle pompe di calore è stimato crescere notevolmente a livello europeo, quasi triplicando il numero di unità installate rispetto al 2023 fino a raggiungere 63 milioni di pompe di calore al 2030. In
necessità di introdurre agevolazioni e meccanismi incentivanti che ne promuovano l’adozione capillare nel parco immobiliare italiano. L’ultima versione del PNIEC, pubblicata a luglio 2024, stabilisce infatti l’obiettivo al 2030 di coprire circa il 36% dei consumi del settore termico in Italia con fonti rinnovabili, prevedendo un ruolo crescente delle pompe di calore nel mix di consumi termici con una quota pari a 5,2 Mtep
Le caratteristiche distintive delle pompe di calore elettriche
• Riduzione emissioni: a parità di kWh termico prodotto, una pompa di calore elettrica riduce le emissioni di CO2 del 65% (75%) rispetto ad una caldaia a condensazione (caldaia non a condensazione)
• Efficienza energetica: una pompa di calore è in grado di generare un risparmio di energia primaria pari al 58,5% per il riscaldamento di un edificio residenziale rispetto ad un impianto tradizionale
• Alimentazione da fonti rinnovabili: l’integrazione di una pompa di calore con il fotovoltaico consente di aumentare il risparmio in bolletta fino a oltre l’80% (vs. 27% con la sola pompa di calore)
• Flessibilità/versatilità: le pompe di calore sono una tecnologia matura e possono essere utilizzate sia per riscaldare sia per raffreddare gli edifici in diversi contesti e condizioni climatiche, rendendole una soluzione adatta per una vasta gamma di applicazioni residenziali, commerciali e industriali
• Costi: le pompe di calore si confermano tra le soluzioni di efficienza energetica più economiche nel settore residenziale Sebbene l’installazione di una PdC richieda un investimento iniziale più elevato rispetto ai sistemi di riscaldamento tradizionali, nel medio-lungo termine si ottengono risparmi significativi sui costi energetici grazie alla maggiore efficienza e all’utilizzo di energia rinnovabile
Figura 2- Le caratteristiche distintive delle pompe di calore elettriche per la decarbonizzazione del settore civile.
Fonte: elaborazione TEHA Group su dati ENEA, Assoclima, EHPA e fonti varie, 2024.
IV Le caratteristiche distintive delle pompe di calore elettriche per la decarbonizzazione del settore civile Fonte: elaborazione TEHA Group su dati ENEA, Assoclima, EHPA e fonti varie, 2024
4. Proprio in virtù di questi benefici, l’Unione Europea e l’Italia prevedono una forte crescita dello stock di pompe di calore installate al 2030, +40 milioni in UE e +8,6 milioni in Italia. Nel 2023, tuttavia, l’incertezza sugli incentivi ha causato una netta contrazione delle vendite nel Paese (-33% vs. 2022)
questo scenario, anche l’Italia punta fortemente su questa tecnologica, con una previsione di 8,6 milioni di pompe di calore installate al 2030, fino a raggiungere 11,6 milioni di unità installate (+287% vs. 2023).
Tuttavia, nell’ultimo biennio (2023-24) si è registrato un forte rallentamento nel mercato delle pompe di calore. Dopo un decennio di crescita costante del settore a livello europeo, con il numero di unità installate annualmente che è aumentato da 750 mila unità (2014) a 2,8 milioni (2022), nel 2023 si è registrato un primo segnale di rallentamento del mercato, con una contrazione del 3,6% del numero di unità installate rispetto al 2022. Ad oggi, i dati sulle vendite nel primo semestre 2024 evidenziano segnali ancora più preoccupanti sull’andamento della domanda europea di pompe di calore, con una contrazione del 47% rispetto allo stesso periodo del 2023. In particolare, l’Italia ha registrato una netta contrazione delle vendite nella prima metà del 2024, diminuite del 46% rispetto al primo seme-
stre 2023. Infatti, il calo delle vendite in Europa è spiegato in larga parte dal caso italiano, dove già nel 2023 si era registrata una riduzione del -33% del numero di unità installate, rispetto al -4% a livello europeo. Tali dinamiche del mercato italiano sono state condizionate soprattutto dall’instabilità ed incertezza degli incentivi che ne hanno supportato lo sviluppo fino al 2022 e che oggi mettono a serio rischio il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030. Diventa quindi evidente la necessità di supportare questo settore non solo attraverso meccanismi incentivanti ma soprattutto un framework normativo stabile nel breve-medio termine che garantisca le condizioni ottimali per supportare la pianificazione industriale e gli investimenti della filiera italiana, fondamentali per salvaguardare la competitività e la sicurezza energetica di un settore chiave per la decarbonizzazione (Figura 3).
Nei prossimi anni il mercato delle pompe di calore è stimato crescere notevolmente a livello europeo, quasi triplicando il numero di unità installate rispetto al 2023 fino a raggiungere 63 milioni di pompe di calore al 2030. Con l’obiettivo di accelerare la decarbonizzazione del settore degli edifici, numerosi Paesi UE hanno inoltre stabilito target ambiziosi di crescita per il mercato delle pompe di calore, a cominciare da Germania e Regno Unito che prevedono ogni anno l’installazione di oltre 500.000 unità. Anche in Polonia e Spagna, il consumo finale di energia da parte delle pompe di calore è previsto crescere rispettivamente di tre e sei volte nel prossimo decennio. In questo scenario, anche l’Italia punta fortemente su questa tecnologica, con una previsione di 8,6 milioni di pompe di calore installate al 2030 , fino a raggiungere 11,6 milioni di unità installate (+287% vs. 2023).
Figura 3- Numero di vendite di pompe di calore nei principali Paesi europei (unità), 20222023. Fonte: elaborazione TEHA Group su dati EHPA, 2024.
contrazione del 3,6% del numero di unità installate rispetto al 2022. Ad oggi, i dati sulle vendite nel primo semestre 2024 evidenziano segnali ancora più preoccupanti sull’andamento della domanda europea di pompe di calore, con una contrazione del 47% rispetto allo stesso periodo del 2023. In particolare, l’Italia ha registrato una netta contrazione delle vendite nella prima metà del 2024 , diminuite del 46% rispetto al primo semestre 2023. Infatti, il calo delle vendite in Europa è spiegato in larga parte dal caso italiano, dove già nel 2023 si era registrata una riduzione del -33% del numero di unità installate, rispetto al -4% a livello europeo. Tali dinamiche del mercato italiano sono state condizionate soprattutto dall’instabilità ed incertezza degli incentivi che ne hanno supportato lo sviluppo fino al 2022 e che oggi mettono a serio rischio il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030. Diventa quindi evidente la necessità di supportare questo settore non solo attraverso meccanismi incentivanti ma soprattutto un framework normativo stabile nel breve-medio termine che garantisca le condizioni ottimali per supportare la pianificazione industriale e gli investimenti della filiera italiana, fondamentali per salvaguardare la competitività e la sicurezza energetica di un settore chiave per la decarbonizzazione.
Va sostenuta la competitivit à delle filiere industriali strategiche
In questo contesto, la filiera delle pompe di calore italiana ed europea si dimostra solida: l’incidenza della produzione italiana per le principali componenti delle pompe di calore elettriche (vernice protettiva, valvole, pompe, refrigeranti, evaporatore, condensatore, elettroventilatori, compressore) prodotte in Italia è pari al 59%, quota che sale all’87% considerando un perimetro più grande: quello europeo (Figura 4).
Tuttavia, si registrano anche alcune criticità: la dipendenza della manifattura italiana risulta particolarmente alta
Tuttavia, nell’ultimo biennio (2023-24) si è registrato un forte rallentamento nel mercato delle pompe di calore. Dopo un decennio di crescita costante del settore a livello europeo, con il numero di unità installate annualmente che è aumentato da 750 mila unità (2014) a 2,8 milioni (2022), nel 2023 si è registrato un primo segnale di rallentamento del mercato , con una
Mercato in crescita
Il calo delle vendite in UE è spiegato in larga parte dal caso dell’ Italia, dove la contrazione delle vendite è stata più significativa nel 2023 (-33% vs. -4% a livello europeo), condizionata dall’instabilità ed incertezza degli incentivi che ne hanno supportato lo sviluppo fino al 2022. Tali conseguenze appaiono ancora più gravi nel 2024, con una contrazione del 46% nella prima metà del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023
Figura
Figura V Numero di vendite di pompe di calore nei principali Paesi europei (unità), 2022 -2023. Fonte: elaborazione TEHA Group su dati EHPA, 2024
Vendite PdC 2022
Vendite PdC 2023
Mercato in decrescita
Incidenza della produzione delle componenti delle pompe di
Fonte: elaborazione TEHA Group su dati Assoclima, 2024.
sui compressori, che vengono per la maggior parte importati da paesi esteri. Un ulteriore punto di attenzione riguarda il mercato delle pompe di calore con potenza inferiore a 18 kW. Questo segmento è molto rilevante in quanto nel prossimo futuro è prevista una notevole crescita dell’impiego di pompe di calore nel settore residenziale, in sostituzione delle caldaie più inquinanti. Scomponendo infatti l’incidenza della produzione italiana sul totale delle vendite di pompe di calore in base alla loro potenza, emerge chiaramente come, per gli apparecchi con potenza inferiore a 18 kW, questo valore risulti mediamente inferiore al 30% (Figura 5).
UE Extra UE
VI. Grafico a sinistra: Incidenza della produzione delle componenti delle pompe di calore vendute in Italia (valori %), 2023 o ultimo anno disponibile e Grafico a destra: Incidenza delle componenti delle pompe di calore per area di produzione (valori %), 2023 ultimo anno disponibile Fonte: elaborazione TEHA Group su dati Assoclima, 2024 Tuttavia, si registrano anche alcune criticità: la dipendenza della manifattura italiana risulta particolarmente alta sui compressori, che vengono per la maggior parte importati da paesi esteri. Un ulteriore punto di attenzione riguarda il mercato delle pompe di calore con potenza inferiore a 18 kW. Questo segmento è molto rilevante in quanto nel prossimo futuro prevista una notevole crescita dell’impiego di pompe di calore nel settore residenziale, sostituzione delle caldaie più inquinanti. Scomponendo infatti l’incidenza della produzione italiana sul totale delle vendite di pompe di calore in base alla loro potenza, emerge chiaramente come, per gli apparecchi con potenza inferiore a 18 kW, questo valore risulti mediamente inferiore al 30%.
In questa direzione, TEHA ha sviluppato una metodologia per calcolare il potenziale impiego delle pompe di calore elettriche. Il calcolo prevede 3 fasi:
• procedura di screening per selezionare gli edifici idonei all’installazione di una pompa di calore;
• calcolo del potenziale installato, ipotizzando di sostituire il 60% delle caldaie non a condensazione con pompe di calore elettriche (di piccola potenza, adatte all’uso residenziale);
• calcolo del tasso di vendita di pompe di calore annuo necessario da adottare per completare la sostituzione delle caldaie più datate entro il 2035 e confronto con il tasso di vendita medio annuo degli ultimi 2 anni.
Figura VI. Grafico a sinistra: Incidenza della produzione delle componenti delle pompe di calore vendute in Italia (valori %), 2023 o ultimo anno disponibile e Grafico a destra: Incidenza delle componenti delle pompe di calore per area di produzione (valori %), 2023 o ultimo anno disponibile. Fonte: elaborazione TEHA Group su dati Assoclima, 2024.
Prevista una crescita della domanda di pompe di calore elettriche
Dopo aver constatato l’attuale solidità della filiera delle pompe di calore elettriche italiana ed europea TEHA ha valutato se le aziende e il comparto industriale legato alla produzione delle pompe di calore elettriche fossero in grado di adeguarsi alla relativa crescente domanda prevista per il prossimo futuro e di non perdere competitività e quote di mercato.
Tuttavia, si registrano anche alcune criticità: la dipendenza della manifattura italiana risulta particolarmente alta sui compressori, che vengono per la maggior parte importati da paesi esteri. Un ulteriore punto di attenzione riguarda il mercato delle pompe di calore con potenza inferiore a 18 kW. Questo segmento è molto rilevante in quanto nel prossimo futuro è prevista una notevole crescita dell’impiego di pompe di calore nel settore residenziale, in sostituzione delle caldaie più inquinanti. Scomponendo infatti l’incidenza della produzione italiana sul totale delle vendite di pompe di calore in base alla loro potenza, emerge chiaramente come, per gli apparecchi con potenza inferiore a 18 kW, questo valore risulti mediamente inferiore al 30%.
Ciò che emerge dall’applicazione della metodologia di calcolo TEHA è che il potenziale aggredibile nel brevemedio termine in Italia è circa di 6,5 milioni di unità da installare al 2035 (60% delle caldaie non a condensazione presenti ad oggi negli edifici) e che con i tassi di vendita attuali la sostituzione delle caldaie non a condensazione con pompe di calore verrebbe completa solamente nel 2040. Il modello è stato applicato nei 4 paesi europei con un maggior numero di imprese che producono pompe di calore: Italia (50), Francia (42), Germania (33) e Spagna (27). Tutti questi paesi presentano ancora tassi di vendita delle pompe di calore troppo bassi per completare la sostituzione entro il 2035. Senza un cambio di marcia, infatti, la Francia raggiungerebbe il target nel 2036, la Spagna nel 2041 e la Germania nel 2060.
L’espansione della capacità produttiva, che dovrà interessare i principali player del mercato europeo, richiede investimenti delle aziende e un necessario supporto delle politiche governative per dispiegarli. Qualora ciò non venisse attuato, sarebbero a rischio le quote di mercato e la competitività delle imprese europee a favore di aziende extra europee
5- Incidenza della produzione italiana sul totale delle vendite per potenza (valori %), 2023. Fonte: elaborazione TEHA Group su dati Assoclima, 2024.
Figura VII. Incidenza
Figura 4- Grafico a sinistra:
calore vendute in Italia (valori %), 2023 o ultimo anno disponibile e Grafico a destra: Incidenza delle componenti delle pompe di calore per area di produzione (valori %), 2023 o ultimo anno disponibile.
Figura
Figura
Figura VII Incidenza della produzione italiana sul totale delle vendite per potenza (valori %), 2023 Fonte: elaborazione TEHA Group su dati Assoclima, 2024.
Italia Germania Francia Spagna
Vendite annuali
Anno di riferimento per il completamento della sostituzione delle caldaie con pompe di calore
Figura 6- Grafico a sinistra: Vendite annuali di pompe di calore* e tasso di vendita annuale richiesto per raggiungere la sostituzione del 60% delle caldaie non a condensazione al 2035 (milioni di unità), 2023 e Grafico a destra: Previsione dell’anno di completamento della sostituzione (illustrativo). (*) Calcolato come media delle vendite 2021-2022 riportata da EHPA. Fonte: elaborazione TEHA Group su dati Assoclima, EHI e EHPA, 2024.
Target di vendite per raggiungere lo scenario medio
Target di vendite necessarie per sostituire il 60% delle caldaie non a condensazione entro il 2035
Figura VIII Grafico a sinistra: Vendite annuali di pompe di calore* e tasso di vendita annuale richiesto per raggiungere la sostituzione del 60% delle caldaie non a condensazione al 2035 (milioni di unità), 2023 e Grafico a destra: Previsione dell’anno di completamento della sostituzione (illustrativo) (*) Calcolato come media delle vendite 2021-2022 riportata da EHPA Fonte: elaborazione TEHA Group su dati Assoclima, EHI e EHPA, 2024
(es. cinesi), che possono contare su prezzi più competitivi grazie ad economie di scala, come è successo ad esempio in altri comparti manifatturieri energetici, quale il fotovoltaico che, pur essendo la FER con maggiori prospettive, in poco meno di 15 anni ha visto perdere gran parte della propria competitività (Figura 6).
Italia 2° Paese in Europa per la produzione di componenti e numero di occupati nella filiera allargata delle pompe di calore
TEHA ha svolto una mappatura olistica della filiera tecnologica delle pompe di calore elettriche in Italia e nei Paesi europei al fine di sostanziarne la rilevanza a livello economico- strategico, quantificando il ruolo del comparto industriale delle pompe di calore elettriche e stimando l’importanza strategica del settore. Sono state individuate 13 tecnologie industriali che rientrano nella filiera industriale delle pompe di calore elettriche, afferenti alle componenti identificate come strategiche all’interno dell’NZIA.
7. A fronte della necessità di espansione della capacità , TEHA ha analizzato quanto la filiera allargata sia solida e pronta ad affrontare questa espansione . In particolare, con una produzione industriale di 5 miliardi di Euro e circa 110mila occupati sostenuti, l’Italia è il 2° Paese in Europa per la produzione di componenti (pesando per il 22% della produzione totale europea ) e per numero di occupati nella filiera allargata delle pompe di calore. Inoltre, 2/3 dell’import di componenti della filiera allargata italiana avviene all’interno dell’UE (vs. 49% per l’UE nel suo complesso), dimostrando ancora una volta la solidità dell’industria nazionale. TEHA ha svolto una mappatura olistica della filiera tecnologica delle pompe di calore elettriche in Italia e nei Paesi europei al fine di sostanziarne la rilevanza a livello economicostrategico, quantificando il ruolo del comparto industriale delle pompe di calore elettriche e stimando l’importanza strategica del settore. Sono state individuate 13 tecnologie industriali che rientrano nella filiera industriale delle pompe di calore elettriche , afferenti alle componenti identificate come strategiche all’interno dell’NZIA.
presenta un peso specifico variabile sul valore totale della produzione europea (24,3 miliardi di Euro). In particolare, condensatore ed evaporatore sono le componenti che incidono maggiormente sul valore della produzione (39%), seguite da vernice protettiva (22%), microprocessori (11%), compressore (10%) e le restanti3 (che cumulativamente pesano per il 18%).
È inoltre rilevante sottolineare come l’Italia, a livello europeo, si caratterizzi principalmente nella produzione di vernice protettiva, tubazioni di rame, valvole, resistenze e condensatori ed evaporatori, componenti per le quali contribuisce rispettivamente al 25%, 53%, 37%, 24% e 22% del valore della produzione europea.
Figura 7- Grafico a sinistra: Scomposizione di import ed export delle componenti di pompe di calore in Europa (valori %), 2022 e Grafico a destra: Scomposizione di import ed export delle componenti di pompe di calore in Italia (valori %), 2022. Fonte: elaborazione
Con l’obiettivo di indirizzare al meglio le politicinesi), che possono contare su prezzi più competitivi grazie ad economie di scala, come è successo ad esempio in altri comparti manifatturieri energetici, quale il fotovoltaico che, pur essendo la FER con maggiori prospettive, in poco meno di 15 anni ha visto perdere gran parte della propria competitività.
L’ultima analisi realizzata da TEHA sulla filiera estesa delle pompe di calore elettriche riguarda la scomposizione di import ed export delle componenti. Anche in questo caso si evince la solidità della filiera italiana delle pompe di calore, in grado di importare ed esportare circa 2/3 delle componenti all’interno del perimetro europeo. Valori più alti di quelli registrati a livello europeo, dove il 49% dell’import e il 57% dell’export rimangono nei confini dell’Unione (Figura 7).
Necessario incentivare gli investimenti in nuova capacit à produttiva e in ricerca e sviluppo
Dall’analisi svolta da TEHA sulla filiera2 emerge chiaramente la solidità di quest’ultima: a livello europeo il valore della produzione potenzialmente attivabile nella filiera allargata
Dall’analisi svolta da TEHA sulla filiera emerge chiaramente la solidità di quest’ultima: a livello europeo il valore della produzione potenzialmente attivabile nella filiera allargata delle componenti di pompe di calore è stimato a 24,3 miliardi di Euro, mentre il numero di occupati è 868mila. In questo contesto spicca, inoltre, il ruolo strategico dell’Italia che risulta essere il 2° paese in Europa per valore della produzione industriale, 5,3 miliardi di Euro, e per numero di occupati, 107mila, nella filiera allargata delle pompe di calore elettriche, dietro solo alla Germania che conta 7,8 miliardi di Euro come valore della produzione industriale e 198mila occupati nella filiera allargata.
2/3 delle componenti all’interno del perimetro europeo. Valori più alti di quelli registrati a livello europeo, dove il 49% dell’ import e il 57% dell’export rimangono nei confini dell’Unione.
2 La metodologia TEHA utilizzata per restituire il valore della filiera allargata considera il valore della produzione di tutte le attività economiche che riguardano le componenti di una pompa di calore. In questo modo è possibile ottenere il valore economico in termini di produzione industriale di tutta
Analizzando più nel dettaglio la mappatura della filiera, emerge che il valore della produzione delle singole componenti
Figura X Grafico a sinistra: Scomposizione di import ed export
di pompe di calore in Europa (valori %), 2022 e Grafico a destra: Scomposizione di import ed export
(valori %), 2022 Fonte: elaborazione TEHA Group su dati Comext, 2024
SCENARI
che e le proposte di policy per sostenere e rafforzare la competitività della filiera industriale delle pompe di calore elettriche italiana, TEHA ha somministrato una survey alle aziende associate ad Assoclima, al fine di completare la vista quantitativa del settore, integrandola con le aspettative e le percezioni delle aziende della filiera.
La survey è stata somministrata durante il mese di luglio 2024 a 30 aziende associate ad Assoclima, con l’obiettivo di indagare:
• le aspettative di crescita del mercato delle pompe di calore in Italia;
• le previsioni di crescita degli investimenti per aumentare la capacità produttiva e adeguarsi all’evoluzione del mercato;
• le previsioni di crescita degli investimenti in Ricerca e Sviluppo (R&D) e/o percorsi di formazione e specializzazione;
• le principali criticità percepite dalla filiera industriale italiana che ostacolano lo sviluppo del settore delle pompe di calore in Italia;
aziende manifatturiere di pompe di calore prevede di aumentare la propria capacità produttiva di oltre il 20%. L’espansione della capacità produttiva andrà di pari passo con un significativo aumento degli investimenti a essa dedicati: 4 aziende su 10 prevedono infatti un aumento superiore al 30% degli investimenti finalizzati ad aumentare la capacità produttiva durante il prossimo triennio (2025- 2027). Si veda Figura 8.
Dalla survey emerge anche l’andamento crescente della quota di investimenti in Ricerca e Sviluppo e in percorsi di formazione e specializzazione: la quota di imprese con investimenti in Ricerca e Sviluppo superiori al 10% degli investimenti totali (relativi al periodo di riferimento) è prevista crescere dall’8% del 2019 a circa il 54% al 2030; parimenti, la quota di imprese con investimenti in formazione e specializzazione superiori al 5% degli investimenti totali è prevista aumentare dall’8% del 2023 a circa il 38% al 2030.
le principali proposte di policy e indicazioni operative per sostenere la crescita del settore delle pompe di calore in Italia.
• le principali proposte di policy e indicazioni operative per sostenere la crescita del settore delle pompe di calore in Italia.
Le criticit à di mercato, filiera e sistema
I risultati della survey evidenziano come, nonostante le aspettative negative di crescita per il 2024 (8 aziende su 10 prevedono un venduto inferiore rispetto al 2023) , gli operatori della filiera prevedono una ripresa del mercato nei prossimi anni. In particolare , le aziende che prevedevano una crescita delle vendite nel 2024, rispetto all’anno precedente, di oltre il 10% erano solamente il 13% del campione intervistato, quota che si alza al 57% con riferimento al periodo 2025-2027 e al 69% per il periodo 2028-2030.
I risultati della survey evidenziano come, nonostante le aspettative negative di crescita per il 2024 (8 aziende su 10 prevedono un venduto inferiore rispetto al 2023), gli operatori della filiera prevedono una ripresa del mercato nei prossimi anni. In particolare, le aziende che prevedevano una crescita delle vendite nel 2024, rispetto all’anno precedente, di oltre il 10% erano solamente il 13% del campione intervistato, quota che si alza al 57% con riferimento al periodo 2025-2027 e al 69% per il periodo 2028-2030.
In risposta alla previsione di crescita del venduto, dalla survey emerge la sempre maggiore volontà delle aziende di ampliare la propria capacità produttiva. Nel prossimo triennio (2025-2027), circa il 42% (vs. 8% nel 2024) delle
In risposta alla previsione di crescita del venduto, dalla survey emerge la sempre maggiore volontà delle aziende di ampliare la propria capacità produttiva. Nel prossimo triennio (2025-2027), circa il 42% (vs. 8% nel 2024) delle aziende manifatturiere di pompe di calore prevede di aumentare la propria capacità produttiva di oltre il 20% L’espansione della capacità produttiva andrà di pari passo con un significativo aumento degli investimenti a essa dedicati: 4 aziende su 10 prevedono infatti un aumento superiore al 30% degli investimenti finalizzati ad aumentare la capacità produttiva durante il prossimo triennio (2025-2027).
Alla luce della rilevanza della filiera industriale europea delle pompe di calore per la transizione energetica, emergono diverse criticità da attenzionare a livello di mercato, filiera e sistema che rischiano di compromettere la competitività industriale del comparto e l’adozione di questa tecnologia chiave per la decarbonizzazione. Secondo la survey somministrata agli operatori industriali, oltre il 90% delle aziende italiane segnalano la dipendenza dagli incentivi come principale ostacolo alla crescita del settore nei prossimi anni, criticità resa ancora più rilevante dagli elevati costi di installazione e dalla convenienza del gas rispetto all’elettricità che prolungano i tempi di ritorno sugli investimenti dei privati. La domanda di pompe di calore in Italia nei prossimi anni rischia infatti di stagnare dopo il boom con il Superbonus e in assenza di incentivi mirati, evidenziando l’elevata immaturità del mercato domestico (Figura 9).
Figura 8- Grafico a sinistra: Risposte alla domanda «A fronte delle aspettative di crescita del mercato, prevede di aumentare la capacità produttiva di pompe di calore della Sua azienda nel periodo 2025-2027?» (valori in % rispetto alla capacità produttiva del 2023), 2024 e Grafico a destra: Risposte alla domanda «La sua azienda quanto prevede di aumentare gli investimenti finalizzati ad aumentare la capacità produttiva di pompe di calore nel prossimo triennio 2025-2027 rispetto al 2023?» (valori in % rispetto agli investimenti del 2023), 2024. Fonte: survey TEHA Group alle aziende associate di Assoclima, luglio 2024.
(valori in % rispetto agli
Figura XI Grafico a sinistra: Risposte
. La domanda di pompe di calore in Italia
di stagnare dopo il boom con il Superbonus e in assenza di incentivi mirati , evidenziando l’elevata immaturità del mercato domestico.
Dipendenza del mercato degli incentivi
Convenienza gas vs elettricità
Costi elevati di installazione
Barriere informative per gli utenti finali
Requisiti a livello edilizio
Adeguamento della rete elettrica
Regolamentazione e normative
Carenza di installatori e progettisti
Dipendenza extra-UE per componenti
Figura 9- Principali criticità riportate con severità medio-alta* per lo sviluppo del settore delle pompe di calore secondo gli operatori industriali (% aziende sul totale), 2024. (*) Ciascuna azienda ha assegnato un valore da 1 a 5 ad ogni criticità secondo la loro percezione, dove 1 corrisponde al livello poco severo e 5 al livello molto severo. Con severità medioalta, sono state considerate tutte le risposte da livello 3 al livello 5, per individuare le criticità ritenute prioritarie secondo gli operatori del settore. Fonte: survey TEHA Group alle aziende associate di Assoclima, luglio 2024.
Figura XII Principali criticità riportate con severità medio-alta* per lo sviluppo del settore delle pompe di calore secondo gli operatori industriali (% aziende sul totale), 2024. (*) Ciascuna azienda ha assegnato un valore da 1 a 5 ad ogni criticità secondo la loro percezione, dove 1 corrisponde al livello poco severo e 5 al livello molto severo. Con severità medio -alta, sono state considerate tutte le risposte da livello 3 al live llo 5, per individuare le criticità ritenute prioritarie secondo gli operatori del settore Fonte: survey TEHA Group alle aziende associate di Assoclima, luglio 2024.
Un altro fattore fondamentale da attenzionare riguarda il rapporto tra il prezzo dell’elettricità e del gas, considerato dall’81% delle aziende della filiera come un forte ostacolo all’adozione e convenienza delle pompe di calore. Per ottenere un rapido ritorno sull’investimento iniziale e incoraggiare la domanda, il prezzo dell’elettricità non dovrebbe essere superiore al doppio del prezzo del gas, mentre in Italia tale rapporto raggiunge addirittura la soglia di 3,5 a causa delle accise e dei maggiori oneri di sistema. Osservando le singole componenti delle tariffe di energia elettrica e gas naturale per le utenze industriali, le accise risultano maggiori del 1.684% rispetto al gas naturale, a parità di energia erogata, con costi addirittura più alti del 2.534% se osserviamo gli oneri generali di sistema, contribuendo complessivamente ad un prezzo dell’elettricità maggiore di 3,5 volte.
Un altro fattore fondamentale da attenzionare riguarda il rapporto tra il prezzo dell’elettricità e del gas, considerato dall’81% delle aziende della filiera come un forte ostacolo all’adozione e convenienza delle pompe di calore. Per ottenere un rapido ritorno sull’investimento iniziale e incoraggiare la domanda, il prezzo dell’elettricità non dovrebbe essere superiore al doppio del prezzo del gas, mentre in Italia tale rapporto raggiunge addirittura la soglia di 3,5 a causa delle accise e dei maggiori oneri di sistema. Osservando le singole componenti delle tariffe di energia elettrica e gas naturale per le utenze industriali , le accise risultano maggiori del 1.684% rispetto al gas naturale, a parità di energia erogata, con costi addirittura più alti del 2.534% se osserviamo gli oneri generali di sistema, contribuendo complessivamente ad un prezzo dell’elettricità maggiore di 3,5 volte
Un’altra criticità per gli operatori della filiera riguarda gli elevati costi di installazione che incidono soprattutto sulla domanda di mercato nel settore residenziale. Le pompe di calore hanno infatti costi di attrezzatura e installazione più elevati rispetto alle caldaie tradizionali, con un costo superiore dell’80% per una pompa di calore aria-aria e del 110% per una aria- acqua rispetto al costo di una caldaia tradizionale. Tuttavia, il confronto dei costi totali rispetto alla vita utile conferma i vantaggi significativi rispetto alle altre tecnologie di riscaldamento, grazie ai minori costi operativi che compensano l’investimento iniziale. Come dimostra anche l’analisi degli interventi con il Superbonus, le pompe di calore sono tra le soluzioni di efficienza energetica più economiche per kWh termico risparmiato.
Infine, un’altra criticità rilevante nel mercato italiano riguarda le barriere informative per gli utenti finali. Quasi 7 aziende su 10 denunciano infatti la limitata consapevolezza dei cittadini circa i benefici e i risparmi abilitati dalle pompe di calore come un importante ostacolo alla diffusione sul territorio nazionale. Tuttavia, molti dei principali falsi miti relativi alle pompe di calore risultano spesso infondati, sottolineando la necessità di un’operazione di
trasparenza e informazione rivolta ai cittadini che metta in luce i vantaggi di questa tecnologia. Tra le principali barriere informative degli utenti finali si riscontrano ad esempio l’incompatibilità con le basse temperature esterne o con gli impianti di riscaldamento a radiatori. In realtà, le pompe di calore moderne sono progettate per funzionare efficientemente anche con temperature inferiori a 0 °C, fino a -15/20 °C. Anche con gli impianti a radiatori, le pompe di calore sono in grado di mantenere il comfort termico nell’abitazione raggiungendo temperature di mandata più elevate. Nel dettaglio, i principali falsi miti mappati dallo Studio sono:
• le pompe di calore funzionano solo negli edifici nuovi: in realtà le tecnologie moderne permettono alle pompe di calore di funzionare efficacemente anche in edifici meno efficienti dal punto di vista energetico. Il miglioramento dell’isolamento o l’uso di pompe di calore ad alta temperatura possono migliorare ulteriormente l’efficienza nei vecchi edifici;
• le pompe di calore funzionano solo negli edifici altamente isolati: in realtà negli edifici meno isolati, l’efficienza delle pompe di calore è garantita con un corretto dimensionamento dell’impianto e può essere migliorata attraverso parziali interventi di ristrutturazione, come l’isolamento delle pareti o la sostituzione degli infissi;
• le pompe di calore non funzionano negli appartamenti: in realtà le pompe possono essere installate anche negli appartamenti, specialmente quelle di tipo aria-aria e aria- acqua. Inoltre, le unità compatte sono progettate per adattarsi agli spazi limitati degli appartamenti;
• le pompe di calore non funzionano quando fa freddo: in realtà le pompe di calore moderne sono progettate per funzionare efficientemente anche a basse temperature esterne, ad esempio, molte pompe di calore aria-aria e aria-acqua possono operare efficacemente fino a -15/20°C;
• le pompe di calore non tengono caldo: di fatto le pompe di calore sono capaci di mantenere il comfort termico anche nelle zone climatiche più fredde, raggiungendo
temperature di mandata sufficientemente elevate per il riscaldamento degli ambienti anche con impianti a radiatori;
• le pompe di calore sono rumorose: di fatto la maggior parte delle unità esterne ha livelli di rumore che si attestano intorno ai 40-50 dB, paragonabili al rumore di un frigorifero. Inoltre, le unità interne sono generalmente molto silenziose, rendendo le pompe di calore adatte anche a contesti residenziali;
• le pompe di calore costano e aumentano le bollette energetiche: in realtà le pompe di calore rientrano tra le soluzioni di efficienza energetica più economiche nel settore residenziale. Sebbene l’installazione richieda un investimento iniziale elevato, nel mediolungo termine si ottengono risparmi significativi grazie alla loro elevata efficienza termica;
tenzione può estendere ulteriormente la loro durata operativa per il riscaldamento residenziale.
Politiche per sostenere la crescita della domanda
Le aziende produttrici di pompe di calore italiane percepiscono un’importante barriera allo sviluppo del settore: il quadro normativo. I risultati della survey realizzata da TEHA sottolineano come nessuna tra le aziende intervistate ritenga le attuali politiche a sostegno del mercato adeguate a supportare lo sviluppo del settore delle pompe di calore in Italia.
10. Per massimizzare il contributo delle pompe di calore alla decarbonizzazione e rafforzare la competitività della filiera italiana, è fondamentale introdurre politiche adeguate a sostenere la crescita della domanda nei prossimi anni, garantendo investimenti agevolati, politiche di ristrutturazione degli edifici efficaci e un framework normativo conforme allo sviluppo del settore.
• le pompe di calore sono meno efficienti delle caldaie a gas: di fatto le pompe di calore sono molto più efficienti nel convertire l’energia in calore rispetto alla combustione diretta del gas. Mentre le caldaie a gas hanno un’efficienza di circa il 90-95%, le pompe di calore possono raggiungere efficienze stagionali superiori al 300-400% e generare un risparmio di energia primaria pari al 58,5%, di fatto compensando anche la generazione di energia elettrica con fonti fossili;
Tuttavia, gli operatori industriali mostrano una chiara consapevolezza delle policy che potrebbero meglio sostenere la crescita del settore (Figura 10). Tra queste, le principali riguardano:
• finanziamenti green agevolati per sostenere la domanda;
• promozione di politiche di ristrutturazione degli edifici con pompe di calore;
Le aziende produttrici di pompe di calore italiane percepiscono un’importante barriera allo sviluppo del settore: il quadro normativo. I risultati della survey realizzata da TEHA sottolineano come nessuna tra le aziende intervistate ritenga le attuali politiche a sostegno del mercato adeguate a supportare lo sviluppo del settore delle pompe di calore in Italia.
• framework normativo adeguato allo sviluppo del settore.
Alla luce degli obiettivi di transizione energetica previsti al 2030 e della contrazione della domanda in Italia, è necessario introdurre politiche a medio-lungo termine adeguate a sostenere la crescita della domanda di pompe di calore in Italia al fine di consentire un’adeguata pianificazione industriale per rafforzare la competitività industriale della filiera.
Tuttavia, gli operatori industriali mostrano una chiara consapevolezza delle policy che potrebbero meglio sostenere la crescita del settore. Tra queste, le principali riguardano:
• le pompe di calore svalutano gli immobili: in realtà gli immobili con sistemi di riscaldamento efficienti risultano più attraenti per i potenziali acquirenti grazie alle certificazioni di classe energetica. L’integrazione della pompa di calore con un impianto fotovoltaico o un sistema BACS aumenta ulteriormente il valore dell’immobile;
finanziamenti green agevolati per sostenere la domanda; promozione di politiche di ristrutturazione degli edifici con pompe di calore;
Per quanto concerne l’ambito dei finanziamenti green a sostegno della domanda, le proposte di policy più specifiche riguardano:
• le pompe di calore hanno una breve vita operativa: in realtà le pompe di calore moderne hanno una durata di vita operativa media di circa 15-20 anni, simile a quella delle caldaie tradizionali. Una corretta manu-
framework normativo adeguato allo sviluppo del settore.
Finanziamenti green agevolati per sostenere la domanda
Promuovere politiche di ristrutturazione degli edifici con pompe di calore
Framework normativo adeguato allo sviluppo del settore
Promuovere la formazione per gli installatori e i progettisti
Attuazione più graduale del piano di riduzione dei refrigeranti
Promuovere business model innovativi
• la promozione di finanziamenti green a tassi agevolati per l’installazione di una pompa di calore come impianto di riscaldamento principale dell’abitazione, finanziati in parte con i proventi delle aste di quote
Figura 10- Principali proposte di policy con rilevanza medioalta per sostenere la crescita del settore delle pompe di calore elettriche secondo gli operatori industriali (% aziende sul totale), 2024.
Fonte: survey TEHA Group alle aziende associate di Assoclima, luglio 2024.
di Assoclima, luglio
Figura XIII. Principali proposte di policy con rilevanza medio-alta per sostenere la crescita del settore delle pompe di calore elettriche secondo gli operatori industriali (% aziende sul totale), 2024 Fonte:
europee di emissione (ETS) e dal Social Climate Fund europeo;
• il sostegno degli investimenti delle famiglie a basso reddito per l’acquisto di pompe di calore per ridurre i costi di installazione a carico degli utenti finali attraverso sovvenzioni per garantire un accesso equo alle tecnologie green;
• gli incentivi per la dismissione degli impianti da sostituire (abbinati ai finanziamenti green agevolati) al fine di abbattere i costi complessivi delle famiglie e delle imprese.
In tema di politiche di ristrutturazione più incisive invece, le policy riguardano nello specifico:
• garantire una stabilità di contenuti su un orizzonte temporale medio-lungo (minimo al 2030) per l’applicazione degli incentivi all’installazione di una pompa di calore nel settore edilizio, prevedendo criteri di applicazione chiari e stabili nel tempo e introducendo meccanismi premiali per coloro che realizzano anche interventi di isolamento dell’abitazione o installano un impianto di energia rinnovabile da integrare alla pompa di calore;
• promuovere la riorganizzazione degli incentivi in un Testo Unico sui bonus per l’edilizia, coerente con gli obiettivi europei, che garantisca una maggiore
selettività delle tecnologie tramite incentivi proporzionali a seconda del potenziale risparmio di energia primaria ottenibile con l’intervento di riqualificazione edilizia.
Infine, tra le policy più attenzionate dagli operatori del settore vi è la necessità di sviluppare un framework normativo adeguato allo sviluppo del settore, tramite:
• tariffe elettriche agevolate per gli utenti che utilizzano una pompa di calore come impianto di riscaldamento principale dell’abitazione con l’obiettivo di aumentare la convenienza dell’elettricità rispetto al gas in Italia;
• l’allineamento della legislazione italiana a quella europea eco-design, sostituendo gli attuali requisiti minimi per l’accesso agli incentivi, basati su valori nominali a pieno carico, con i requisiti minimi stagionali in termini di risparmio di energia primaria;
• la riduzione delle rate annuali di riconoscimento degli incentivi in essere, prevedendo che la rata iniziale sia almeno pari al valore dell’IVA sull’investimento per una pompa di calore, al fine di sostenere gli investimenti degli utenti a fronte degli elevati costi iniziali di installazione;
• la promozione di campagne di informazione e sensibilizzazione rivolte agli utenti finali sui benefici delle pompe di calore nel settore residenziale.
Trattamento Acqua
Di Stefano Balzarotti, Technical Director di eteampro
IMPIANTI TERMICI E QUALITÀ DELL’ACQUA, FACCIAMO CHIAREZZA
Riqualificare un impianto significa intervenire anche sul sistema di distribuzione ma le regole che disciplinano la distribuzione dell’acqua calda sanitaria e dell’acqua potabile sono poco chiare e spesso sconosciute agli installatori. Ne abbiamo parlato con Caleffi
Siamo in una fase di stallo per alcune tipologie di riqualificazione impiantistica. È fonda mentale che installa tori e manutentori comprendano che riqualificare o rive dere un impianto non significa intervenire solo sul sistema di produzione del calore, ma anche su quello di distribuzione e utilizzo.
L’utilizzo del calore riguarda sia il circuito di riscaldamento che quello dell’acqua calda sanitaria. Tuttavia, le regole che disciplinano la distribuzione dell’acqua calda sanitaria e dell’acqua potabile sono spesso poco conosciute dagli installatori. Uno degli obiettivi di questa intervista è proprio favorire il passaggio di informazioni e sottolineare la necessità di una crescita professionale degli operatori del settore. Una crescita resa necessaria anche dalle nuove direttive europee sull’acqua potabile, che non coinvolgono solo gli installatori e i progettisti, ma anche i distributori di acqua e le aziende sanitarie. Si tratta quindi di un periodo di transizione e adattamento che richiederà alcuni anni per armonizzare il lavoro e le competenze di tutte queste figure professionali, che oggi hanno nuove responsabilità tecniche e normative da affrontare. Ne abbiamo parlato con Claudio Ardizzoia e Massimo Magnaghi, rispettivamente Standards and Product Marketing Plumbing Manager e Standards and Product Marketing Plumbing di Caleffi S.p.A.
Quali interventi sono richiesti dalle attuali normative? E secondo voi, quale sarà l’evoluzione nei prossimi anni in termini di qualità di installazione e di riqualificazione, sia in ambito residen ziale sia nel contesto più ampio degli edifici multifamiliari?
Claudio Ardizzoia articolato e complesso, proprio perché coinvolge diverse problematiche a partire dalla qualità dell’acqua. A ciò si aggiungono le criticità legate all’impiantistica interna, cioè quella a valle del contatore, per la quale con l’intro duzione delle nuove disposizioni di legge sono state individuate figure di riferimento con responsabilità ben definite. Saranno proprio queste figure ad avere la responsa bilità di intervenire sugli impianti
sinistra:
Ardizzoia, Standards and Product Marketing Plumbing Manager Caleffi S.p.A. e Massimo Magnaghi, Standards and Product Marketing Plumbing Caleffi S.p.A.
esistenti per adeguarli e risolvere una serie di problematiche, molte delle quali strettamente legate alla qualità dell’acqua. È fondamentale assicurarsi che l’acqua non subisca alterazioni a causa dell’impianto interno. Serviranno quindi dispositivi e accorgimenti tecnici che impediscano qualsiasi forma di contaminazione e che scongiurino il rischio di inquinare la rete pubblica in caso di riflusso. Un altro tema ben noto che sta diventando sempre più rilevante nei grandi edifici e nei condomini riguarda la problematica della Legionella: prevenire la proliferazione di questo batterio richiede inter- venti mirati sull’impianto, sia dal punto di vista della progettazione che della gestione quotidiana, per garantire che non diventi un problema serio con conseguenze potenzialmente pericolose per la salute. Non possiamo poi dimenticare il tema del consumo energetico, che riguarda direttamente la preparazione e distribuzione dell’acqua calda sanitaria. È essenziale progettare impianti efficienti, in grado di limitare il più possibile gli sprechi energetici, che al contempo rispettino le temperature di sicurezza per prevenire la proliferazione batterica. Infine, esistono ulteriori problematiche che possono limitare l’efficienza complessiva degli impianti, come il fenomeno del calcare, che compromette il corretto funzionamento e la durata di componenti chiave. In sintesi, il decreto non altro che il recepimento di precise disposizioni europee e impatta su una vasta gamma di applicazioni, dal piccolo impianto residenziale fino alle grandi strutture con impianti complessi e livelli di rischio più elevati. Proprio per questa eterogeneità di situazioni, non è semplice individuare un unico percorso valido per tutti: ogni contesto richiede un’analisi specifica e una soluzione su misura.
In Italia, le aziende di installazione e manutenzione sono riconosciute e abilitate ai sensi di un decreto che assegna loro specifiche lettere di abilitazione, senza però identificare chiaramente la figura del manutentore o installatore, e
consentendo all’impresa impiantista di occuparsi diret tamente anche della progettazione. Di conseguenza, il dimensionamento e lo studio di fattibilità, in molti casi, vengono realizzati direttamente in cantiere dall’in stallatore. Secondo voi, quanto potrà reggere ancora questo approccio per imprese e installatori? Quanto potrebbe diventare rischioso continuare a operare in questo modo, soprattutto considerando che il decreto attribuisce responsabilità a soggetti diversi e richiede di costruire partnership e collaborazioni per ottimizzare il processo di riqualificazione impiantistica?
Claudio Ardizzoia. In funzione di ciò che le disposizioni di legge permettono, è chiaro che c’è un buon margine di miglio ramento generale. In primis, è necessario un rafforzamento proprio nella fase di progettazione, pur semplice che sia, per avere una conoscenza di base chiara su ciò che si sta per realizzare. Per facilitare questo processo, potrebbero essere molto utili strumenti pratici, come criteri di calcolo semplificati, metodi rapidi e tabelle di dimensionamento, strumenti che abbiano una base di calcolo validata, ma che siano facilmente utilizzabili da installatori e manutentori. In questo modo, anche chi opera direttamente sul campo può gestire in autonomia interventi su impianti di piccole e medie dimensioni, nel rispetto delle responsabilità che la normativa attribuisce.
Negli ultimi anni la normativa ha introdotto nuove figure di riferimento, come quella del Gestore della Distribuzione Idrica Interna (GIDI) e stiamo assistendo a una crescente pressione — soprattutto verso gli amministratori di condominio — affinché adottino soluzioni di trattamento dell’acqua, spesso complesse e con investimenti rilevanti, che in passato sarebbero state di competenza del distributore e non dell’utente finale. Secondo voi, dove si trova oggi il confine tra mantenere e migliorare la qualità dell’acqua? Quanto è necessario affidarsi a professionisti specializzati per farlo? E, ancora, come cambia questo processo di riqualificazione per l’installatore, chiamato sempre più spesso a supportare gli amministratori di condominio che richiedono informazioni e soluzioni su questo tema?
Claudio Ardizzoia. Fino ad oggi, come accennato, le responsabilità sono state piuttosto chiare: il punto di separazione è rappresentato dalla zona di consegna, ovvero il contatore dell’acqua. Fino a questo punto, la responsabilità ricade sul gestore del servizio, che deve garantire la fornitura di acqua conforme ai parametri di legge. La seconda area di responsabilità riguarda invece l’aggiornamento dei regolamenti e
delle normative, affinché siano allineati con le esigenze degli impianti moderni, cosa che attualmente non avviene in modo uniforme. A tale proposito, per quanto riguarda il tratto interno all’edificio è stata nominata una nuova figura, il GIDI (Gestore della Distribuzione Idrica Interna).
Vorrei inoltre sottolineare un terzo aspetto legato ai regolamenti: sarebbe necessario promuovere un’armonizzazione o una linea guida condivisa a livello nazionale, che permetta di superare le disomogeneità tra i diversi regolamenti comunali, provinciali e regionali, spesso in contrasto tra loro. Passando alle responsabilità interne, è fondamentale fare una prima distinzione in base alla tipologia di edificio, poiché il livello di rischio può variare sensibilmente tra le
In questo contesto, assume un ruolo centrale la figura dell’amministratore di condominio, che ha il compito di verificare la qualità dell’acqua all’interno dell’edificio e di assicurarsi che venga mantenuta costante in ogni fase di utilizzo. Ad esempio, è essenziale controllare lo stato dei materiali utilizzati nelle tubazioni e nei componenti a valle del contatore: se datati o deteriorati, potrebbero rappresentare un rischio per la qualità dell’acqua fino al punto di utilizzo. Anche il monitoraggio continuo di questi aspetti diventa quindi indispensabile per garantire sicurezza e conformità.
Quindi entriamo in un contesto che abbiamo già accennato: esistono criticità sia a monte, prima del punto di consegna, sia a valle, durante l’utilizzo. Un esempio concreto è quello della Legionella, che può essere presente nell’acqua in quantità limitate, ma se non adeguatamente gestita può proliferare in modo incontrollato, creando rischi seri per la salute. A questo si aggiunge un ulteriore aspetto: la scarsa qualità dell’acqua e la mancata gestione dell’impianto non solo compromettono la salubrità dell’acqua stessa, ma possono anche provocare guasti, malfunzionamenti e sprechi energetici. Alla luce di questo scenario, diventa cruciale per
l’installatore proporre soluzioni pronte all’uso, in attesa di linee guida normative più chiare e omogenee. In questo contesto, secondo voi, quanto è importante il supporto di aziende e associazioni di settore nel fornire strumenti pratici e linee guida operative che l’installatore possa applicare direttamente sul campo?
Claudio Ardizzoia. Senza dubbio, per l’installatore è fondamentale poter contare sul supporto di aziende e associazioni di settore che predispongono guide pratiche e strumenti operativi immediati, facilmente comprensibili e applicabili. Ovviamente ogni azienda propone le proprie soluzioni tecnologiche e non esiste un approccio univoco valido per tutti. È quindi essenziale che l’installatore, prima di tutto, conosca e comprenda a fondo le soluzioni disponibili, per poi saperle applicare e gestire correttamente. Posso installare dispositivi di trattamento e controllo della Legionella, per fare un esempio, ma se questi sistemi non vengono gestiti correttamente, monitorati e mantenuti nei parametri di funzionamento ottimali, rischiano di provocare più danni che benefici. Quindi, la combinazione tra formazione, strumenti operativi chiari e il corretto utilizzo e manutenzione delle soluzioni tecniche diventa la vera chiave per una gestione efficace e sicura degli impianti.
La normativa italiana, a partire dal DPR 74, stabilisce che l’installatore ha l’obbligo di dichiarare per iscritto la periodicità e le tipologie delle manu tenzioni necessarie per l’impianto termico o tecnologico installato. Questo implica la necessità di una forte sinergia tra installatore e manutentore. Tuttavia, nella pratica, questa collaborazione non sempre si concre tizza: spesso si verifica un’interruzione nel flusso di informazioni. L’installatore realizza l’impianto, mentre il manuten tore — spesso individuato come il centro assistenza — si limita a intervenire sull’apparecchiatura che genera calore o raffrescamento, senza una visione complessiva. Quanto è importante, secondo voi, garantire un corretto passaggio di informazioni tra tutte le figure coinvolte, soprat tutto per tutelare l’utente finale, che in molti casi è il responsabile diretto dell’impianto?
Claudio Ardizzoia. Il passaggio di informazioni è assolutamente fondamentale, così come lo è la definizione di un’organizzazione chiara tra le diverse figure coinvolte. Il fatto che ci siano soggetti differenti, che operano
in momenti diversi (installazione e manutenzione), non significa che le responsabilità possano essere ignorate o disperse nel passaggio da una fase all’altra, come purtroppo spesso accade oggi. Serve una figura di coordinamento, che in teoria dovrebbe coincidere con il responsabile della struttura: nel caso di una casa singola può essere il proprietario, in un condominio è l’amministratore, in un hotel il gestore. Questa figura ha il compito di garantire continuità di gestione, verificando che ci sia una tracciabilità completa e un confronto costante tra chi installa, chi manutiene e chi utilizza.
In Italia esiste un evidente problema di età dell’intero sistema edificio-impianto. Adeguare questi impianti alle normative attuali spesso richiede interventi invasivi, anche sui materiali. Negli ultimi anni, con il super bonus e lo sconto in fattura, molti impianti sono stati rifatti, ma non sempre con una visione completa rispetto alle nuove normative e alle esigenze di gestione e qualità dell’acqua. Secondo voi, per un installatore è possibile tornare sul proprio lavoro, proponendo una sorta di upgrade o revisione degli impianti già riqualificati, alla luce delle nuove direttive?
Claudio Ardizzoia. Sì, questo rappresenta una nuova opportunità di business per le imprese di installazione e manutenzione, che possono proporsi proattivamente per verificare e aggiornare impianti recenti alla luce dei nuovi requisiti normativi e delle migliori pratiche oggi disponibili.
Dal punto di vista tecnico, avete già individuato e messo a disposizione soluzioni specifiche per questi interventi di adeguamento?
Claudio Ardizzoia. Sì, come produttori di componentistica forniamo soluzioni adatte sia a nuovi impianti sia a interventi di riqualificazione e ammodernamento. Gli installatori ci conoscono e sanno che possono contare sul nostro supporto per scegliere le soluzioni più adatte in base alle specifiche esigenze.
Il nostro compito è fornire strumenti e consulenza pre-vendita, ma poi è l’installatore — con una consapevolezza tecnica sempre maggiore — a proporre al cliente finale la soluzione ottimale.
La nostra missione è tutelare la salute delle persone attraverso soluzioni avanzate che garantiscono la qualità e la sicurezza dell’acqua, in ogni fase di utilizzo. Forniamo agli installatori non solo prodotti innovativi, ma anche strumenti e consulenza pre e post-vendita, affinché possano proporre ai loro clienti le soluzioni più sicure ed efficaci, con una
Rapporto
Trattamento Acqua
consapevolezza tecnica sempre più solida. Alcune delle nostre più recenti innovazioni sono state progettate proprio con questo obiettivo. Il nostro nuovo miscelatore elettronico connesso LEGIOMIX®evo serie 6003 permette di monitorare costantemente il funzionamento dell’impianto e di gestire la disinfezione termica contro la Legionella, proteggendo la salute delle persone. Grazie alla centralina e alla dashboard connessa, un amministratore di condominio può controllare costantemente i dati di ogni dispositivo da remoto, ovunque si trovi. Questa soluzione rappresenta solo un esempio concreto del nostro impegno costante: realizzare prodotti connessi, performanti e sicuri, che assicurino nel tempo la protezione dell’acqua e la tutela della salute delle persone, contribuendo a un benessere sostenibile per tutti.
Quindi, attraverso corsi di formazione e consulenze tecniche pre-vendita, potete aiutare l’installatore a scegliere le soluzioni giuste, senza doversi limitare al consiglio del rivenditore o a una semplice selezione da catalogo?
Claudio Ardizzoia. Certamente, la formazione è parte integrante di un percorso di crescita professionale che consideriamo fondamentale. È essenziale che l’installatore possa contare su un supporto concreto nella scelta delle soluzioni più adatte a ogni specifico contesto, grazie a strumenti chiari, aggiornati e facilmente accessibili. Da oltre 60 anni, ci distinguiamo proprio per il nostro impegno costante nella formazione. Mettiamo a disposizione un’ampia gamma di materiale formativo, disponibile sia in formato cartaceo che digitale, accessibile direttamente dal nostro sito web. Il nostro obiettivo è garantire ai professionisti del settore un supporto completo, che consenta di aggiornare costantemente competenze e conoscenze tecniche, offrendo al contempo strumenti pratici per affrontare le sfide quotidiane. Oltre al materiale tradizionale, forniamo anche campioni sezionati, impianti funzionanti e pannelli dimostrativi, strumenti concreti che permettono di toccare con mano le nostre soluzioni e comprenderne appieno il funzionamento.
LEGIOMIX® evo serie 6003, miscelatore elettronico evoluto con connettività. Caratteristiche:
• Gamma completa per applicazioni in impianti con elevate portate
• Valvola miscelatrice a sfera
• Disinfezione termica programmabile
• Connettività a Caleffi Cloud per controllo da remoto
• Gestione in sistemi BMS tramite ModBus o Bacnet integrati
• Funzione Failsafe in caso di mancanza di corrente
• Gestione della pompa di ricircolo
• Tre sonde di temperatura: mandata, ricircolo ed accumulo
Alcune normative identificano specifiche categorie di edifici prioritari, per i quali è obbligatorio condurre uno studio dettagliato e predisporre documentazione specifica sugli interventi eseguiti. Accanto a questi edifici, ci sono però anche molte strutture non considerate prioritarie, ma che non devono essere trascurate. In questo scenario, l’installatore non è più solo un tecnico operativo, ma ha bisogno di nuove competenze e di collaborazioni con altre figure professionali per poter consegnare, oltre all’impianto, anche la documentazione richiesta. Come vedete evolversi la collaborazione tra progettisti e installatori, visto che vi interfacciate con entrambi?
Claudio Ardizzoia. In effetti, in Italia siamo partiti un po’ in ritardo rispetto ad altri Paesi. In alcune realtà estere, per determinate tipologie di edifici, è già prassi consolidata registrare ogni fase di vita dell’impianto: dalla progettazione iniziale a ogni intervento di manutenzione, sostituzione o verifica.
Tutta questa documentazione è parte integrante dell’impianto stesso e ne accompagna l’intero ciclo di vita. È una buona pratica che va progressivamente estesa a un numero sempre maggiore di edifici, perché garantisce tracciabilità e trasparenza. Oggi in Italia ci sono ancora troppe situazioni in cui non esiste alcuna documentazione. In questi casi, ogni intervento diventa complesso e rischioso proprio per la mancanza di una base di partenza chiara.
Massimo Magnaghi. Posso aggiungere che, confrontandomi spesso sia con progettisti sia con installatori, emerge chiaramente che gli installatori tendono molte volte a spingersi oltre il proprio ruolo, improvvisandosi progettisti. Nei contesti più critici, come quelli degli edifici prioritari, diventa invece fondamentale che il progettista svolga pienamente il proprio ruolo, curando la valutazione dei rischi, l’analisi delle soluzioni e la definizione delle linee guida per garantire un impianto sicuro ed efficiente. L’installatore, a sua volta, deve seguire fedelmente quanto definito dal progettista, mantenendo chiari i confini tra i ruoli. Solo con questa chiara distinzione di competenze, e con una stretta collaborazione, sarà possibile garantire interventi di qualità e impianti realmente sicuri ed efficienti.
Uno degli elementi centrali su cui puntano la direttiva EPBD e il Piano Energetico Nazionale è l’incentivo alla building automation e alla domotica, ovvero l’insieme di tecnologie dedicate all’acquisizione, registrazione e controllo dei dati, con l’obiettivo di ottimizzare il funzionamento di più sistemi. State già lavorando anche in questa direzione?
Claudio Ardizzoia. Sì, assolutamente.
È un approccio che è già parte integrante della normativa e che sarà sempre più diffuso in futuro. Monitorare costantemente lo stato dell’impianto e fornire all’utente o al proprietario informazioni chiare e puntuali, sia sui consumi energetici che su quelli idrici, diventerà progressivamente una prassi consolidata. Questo comporta, per alcune tipologie di impianti, l’adozione di sistemi di monitoraggio e trasmissione dati, una tecnologia che è già obbligatoria in determinati contesti, proprio in ottemperanza alle normative vigenti. Per rispondere a queste esigenze e offrire soluzioni conformi alle normative, che non solo ottimizzano le prestazioni degli impianti ma semplificano anche il lavoro dei gestori, investiamo costantemente risorse ed energie nella ricerca e sviluppo.
Spesso sentiamo dire dagli installatori e dai manutentori che “tanto non ci sono controlli”. Però, se agli utenti finali venisse fornito un cruscotto di controllo, una sorta di dashboard dove poter monitorare in tempo reale i consumi e lo stato di funzionamento dell’impianto, sarebbe molto più semplice per l’installatore far emergere la necessità di un intervento o di un ammodernamento. Allo stesso tempo, per il manutentore sarebbe un modo per valorizzare la propria professionalità, mostrando concretamente i vantaggi di una manutenzione costante.
Claudio Ardizzoia. Assolutamente sì. La tecnologia offre strumenti di questo tipo e, in futuro, saranno sempre più diffusi. Avere un monitoraggio costante e poter fornire all’utente una visione chiara e trasparente di cosa accade all’interno dell’impianto è fondamentale. In questo modo, l’utente non subisce più passivamente il funzionamento dell’impianto, ma ne diventa consapevole e parte attiva, contribuendo a mantenerlo efficiente e sicuro.
Massimo Magnaghi. Inoltre, questo tipo di registrazione e monitoraggio non è utile solo per l’utente finale, ma anche in caso di controlli da parte degli enti preposti.
Se dovesse verificarsi un problema, come la presenza di Legionella, poter dimostrare di aver adottato tutte le misure preventive diventa un elemento di tutela fondamentale. Grazie a un sistema di reportistica, è possibile fornire agli enti di controllo una documentazione dettagliata, dimostrando che le temperature sono state mantenute nei range corretti e che ogni procedura è stata rispettata. Proprio per questi motivi abbiamo progettato la nostra ultima soluzione citata in precedenza, LEGIOMIX®evo che racchiude nella sua dashboard tutte queste funzionalità di monitoraggio e raccolta dati a vantaggio dell’utente finale e del gestore in caso di verifiche ispettive.
Non dobbiamo dimenticare che queste pratiche di prevenzione e monitoraggio non riguardano solo i grandi impianti. Sempre più frequentemente gli enti di controllo stanno effettuando ispezioni su piccole strutture, come case vacanza, B&B e appartamenti affittati per uso turistico. Quindi, anche l’installatore che lavora principalmente con il piccolo utente non può più ignorare questi temi. È chiaro che, oltre a una necessità normativa, tutto questo può diventare anche un’opportunità di business e crescita professionale. Come vedete, da produttori, questa fase di transizione? È un peso o un’opportunità per il settore?
Claudio Ardizzoia. Con la nostra esperienza pluriennale nel settore, possiamo dire di aver sempre avuto una visione attenta di ciò che accade, sia dal punto di vista dell’evoluzione normativa, sia per quanto riguarda lo sviluppo dei prodotti. Più che un peso, lo consideriamo un momento di transizione importante, che finalmente porta maggiore consapevolezza sull’importanza della qualità dell’acqua e della sua gestione. È un percorso che, seppur impegnativo, va nella direzione giusta, cioè proteggere la salute delle persone e garantire impianti più sicuri ed efficienti. Noi, come azienda, ci saremo sempre per supportare questo processo, non solo sul fronte dell’acqua sanitaria, ma anche in tutti gli ambiti in cui operiamo: riscaldamento, climatizzazione e trattamento dell’acqua.
Qual è il messaggio conclusivo che desiderate lasciare ai lettori?
Claudio Ardizzoia Ci auguriamo che i lettori trovino utile questo approfondimento e ricordiamo che la nostra disponibilità è costante. Siamo sempre pronti a supportare progettisti, installatori e manutentori con la nostra competenza, la consulenza tecnica e la formazione, aspetti che ci hanno sempre contraddistinto. Siamo a disposizione per qualsiasi domanda, chiarimento o confronto, per aiutare a individuare le soluzioni migliori per ogni impianto e ogni esigenza.
Dal GSE un documento che offre delle delucidazioni sui requisiti di ammissibilità e sulla soluzione tecnologica di riferimento da adottare per i progetti di efficienza energetica che prevedono l’impiego di caldaie a biomassa
Impianti
a
biomassa
e Certificati Bianchi, chiarimenti del GSE
Nel contesto della transizione energetica verso un sistema più sostenibile e a basse emissioni di carbonio, l’Italia ha introdotto il meccanismo dei
Certificati Bianchi
(anche conosciuti come Titoli di Efficienza
Energetica, TEE) come strumento per incentivare interventi di efficienza energetica. In particolare, i progetti che prevedono l’installazione di impianti di produzione di energia termica alimentati a biomassa sono tra quelli più rilevanti, in quanto offrono una valida alternativa alle fonti fossili per la produzione di energia termica, contribuendo alla riduzione delle emissioni di gas serra.
Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ha emesso una serie di chiarimenti operativi per disciplinare questi tipi di interventi, in particolare per quanto riguarda la certificazione dell’efficienza energetica e la gestione del meccanismo dei Certificati Bianchi. Questi chiarimenti sono essenziali per comprendere i dettagli tecnici e normativi che riguardano l’accesso ai Certificati Bianchi per gli impianti alimentati a biomassa, nonché le modalità di rendicontazione e verifica dei risparmi energetici.
Cosa sono i Certificati Bianchi?
I Certificati Bianchi sono strumenti di certificazione che attestano il conseguimento di risparmi energetici
da interventi di efficienza energetica, sia nel settore industriale che civile. Introducendo l’obbligo per le imprese di settore energetico (distributori e venditori) di conseguire un certo numero di certificati per ogni anno, il meccanismo dei Certificati Bianchi crea un mercato di “scambio” di efficienza energetica. I soggetti obbligati (principalmente distributori di energia e gas) devono acquistare certificati da chi realizza progetti che portano a un risparmio effettivo di energia.
Perché la biomassa rappresenta una soluzione strategica?
L’uso della biomassa per la produzione di energia termica ha guadagnato sempre maggiore attenzione in quanto fonte rinnovabile, ecologica e disponibile localmente. Alimentare impianti termici con biomassa può ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e contribuire in modo significativo alla sostenibilità energetica e ambientale.
La biomassa, infatti, è un materiale organico che, una volta trasformato in energia, può contribuire alla produzione di calore in modo meno impattante dal punto di vista delle emissioni di CO2 rispetto ai combustibili fossili. Inoltre, l’uso di biomassa consente di ridurre i rifiuti organici, come scarti agricoli, forestali o da attività di gestione del territorio, che altrimenti finirebbero in discarica o verrebbero bruciati in modo inefficiente e inquinante.
I chiarimenti operativi del GSE: obiettivi e finalità
Il GSE ha emanato dei chiarimenti operativi per la
BIOMASSA
gestione e l’incentivazione dei progetti che prevedono l’installazione di impianti di produzione di energia termica alimentati a biomassa. L’obiettivo di questi chiarimenti è quello di fornire a tutti gli operatori del settore (imprese, tecnici, gestori di impianti) delle linee guida chiare per facilitare la partecipazione al sistema dei Certificati Bianchi, riducendo la complessità amministrativa e rendendo i progetti di efficienza energetica più trasparenti e sostenibili.
Criteri di ammissibilità dei progetti con impianti a biomassa ai Certificati Bianchi
Per poter accedere ai Certificati Bianchi, i progetti che riguardano l’installazione di impianti di produzione di energia termica alimentati a biomassa devono rispettare una serie di requisiti definiti dal GSE. Questi criteri sono volti a garantire che l’intervento contribuisca effettivamente al risparmio energetico, riducendo il consumo di energia primaria rispetto ai sistemi tradizionali.
Tipologia di biomassa ammissibile
Non tutte le tipologie di biomassa sono ammissibili per l’inclusione nel sistema dei Certificati Bianchi. Il GSE fornisce specifiche indicazioni su quali materiali possono essere utilizzati come biomassa, basandosi sulla sostenibilità e sulla disponibilità locale. In generale, la biomassa ammissibile include:
• Biomassa legnosa: scarti di legno da lavorazione industriale, segatura, potature forestali e agricoli.
• Biomassa agricola: scarti agricoli, paglia, gusci di frutta.
• Biomassa forestale: scarti derivanti da attività di gestione forestale sostenibile.
I materiali non ammessi sono quelli che potrebbero avere un impatto negativo sull’ambiente, come le biomasse da scarti di rifiuti solidi urbani o biomassa trattata con sostanze chimiche non conformi agli standard ecologici.
Efficienza energetica e calcolo dei risparmi energetici
Il progetto deve rispettare un determinato standard di efficienza energetica, che verrà misurato sulla base del risparmio energetico ottenuto rispetto a una situazione di riferimento. Il calcolo dei risparmi avviene mediante la differenza tra il consumo energetico previsto dell’impianto a biomassa e quello di un impianto tradizionale, a parità di energia termica prodotta.
L’efficienza dell’impianto deve essere elevata per giustificare l’ottenimento dei Certificati Bianchi. In generale, il GSE applica un metodo di calcolo che tiene conto di vari fattori, tra cui:
• Rendimento del sistema di generazione termica: l’efficienza con cui l’impianto trasforma la biomassa in
energia termica.
• Tipo di impianto: ad esempio, impianti di cogenerazione che producono sia energia termica che elettrica potrebbero ottenere risparmi più elevati.
• Dimensione dell’impianto: impianti più grandi, con economie di scala, potrebbero beneficiare di maggiori risparmi energetici rispetto a impianti di dimensioni più contenute.
Monitoraggio e verifica
Il GSE richiede un sistema di monitoraggio che permetta di tracciare la produzione effettiva di energia termica e la quantità di biomassa utilizzata. Gli impianti devono essere dotati di strumenti di misurazione affidabili per garantire che il risparmio energetico venga effettivamente realizzato.
La verifica del risparmio energetico può avvenire tramite controlli periodici e audit da parte del GSE o di enti terzi accreditati, che esaminano i dati di consumo e produzione per confermare il raggiungimento dei risultati dichiarati.
Documentazione necessaria
La documentazione richiesta per accedere ai Certificati Bianchi include:
• Progetto tecnico dettagliato dell’impianto e delle sue caratteristiche.
• Calcoli di efficienza energetica che dimostrano il risparmio rispetto alla situazione di partenza.
• Schede di monitoraggio che illustrano i sistemi di misurazione e di verifica utilizzati.
• Certificazioni ambientali che dimostrano la sostenibilità della biomassa utilizzata e l’assenza di impatti negativi sull’ambiente.
Procedura di accesso ai Certificati Bianchi
La procedura per accedere ai Certificati Bianchi è articolata e prevede diverse fasi:
1. Sottomissione della domanda: l’operatore che intende accedere al sistema dei Certificati Bianchi deve inviare al GSE una domanda dettagliata, allegando la documentazione tecnica e i calcoli di risparmio energetico.
2. Valutazione preliminare: il GSE esamina la documentazione fornita e verifica che il progetto rispetti tutti i requisiti di ammissibilità.
3. Autorizzazione e emissione dei Certificati Bianchi: una volta approvato il progetto, il GSE emette i Certificati Bianchi corrispondenti al risparmio energetico stimato. Tali certificati vengono attribuiti periodicamente in base ai risparmi realizzati.
4. Monitoraggio continuo: il gestore dell’impianto è tenuto a fornire dati periodici sul funzionamento dell’impianto, la quantità di biomassa utilizzata e la produzione energetica. Il GSE effettua controlli periodici per verificare che i risultati dichiarati siano corretti.
5. Scambio sul mercato: una volta ottenuti, i Certificati Bianchi possono essere venduti sul mercato, generando reddito per l’operatore. La vendita dei certificati è fondamentale per il recupero degli investimenti e per la sostenibilità economica dei progetti.
Vantaggi per gli operatori
L’accesso ai Certificati Bianchi rappresenta un’opportunità importante per gli operatori che scelgono di investire in impianti termici a biomassa, con numerosi vantaggi:
• Incentivi economici: la possibilità di vendere i Certificati Bianchi genera un flusso di cassa aggiuntivo, utile per finanziare i costi iniziali e garantire il ritorno sugli investimenti.
• Sostenibilità e reputazione ambientale: ottenere certificazioni che attestano l’efficienza energetica aumenta la competitività dell’impresa sul mercato, migliorando la sua reputazione come attore sostenibile.
• Accesso a finanziamenti: i progetti certificati possono essere più facilmente supportati da istituti finanziari e da altri strumenti di finanziamento pubblico e privato, in quanto presentano una maggiore sicurezza e redditività.
Conclusioni
I chiarimenti operativi del GSE per i progetti che prevedono l’installazione di impianti di produzione di energia termica alimentati a biomassa sono fondamentali per garantire la corretta applicazione del meccanismo dei Certificati Bianchi. Contribuiscono a orientare le imprese verso soluzioni più efficienti e sostenibili, incentivando l’utilizzo di risorse rinnovabili e promuovendo la riduzione delle emissioni di gas serra.
Gli impianti di biomassa, grazie ai Certificati Bianchi, rappresentano un’opportunità concreta per contribuire alla transizione energetica in Italia, generando benefici economici, ambientali e sociali. La chiarezza nelle linee guida fornite dal GSE assicura che il processo di certificazione sia trasparente e accessibile, contribuendo a costruire un sistema energetico sempre più efficiente e rispettoso dell’ambiente.
Strategie di Marketing
A cura di Christian Elia, General Manager eTeamPro
VENDITA E PRIMA IMPRESSIONE: COME FUNZIONA?
Fare una buona prima impressione rappresenta una solida base su cui costruire la comunicazione efficace. Vediamo perchè
Le dinamiche collegate alla vendita nascondono al loro interno un livello di complessità molto alto, ed è forse questo che le rende affascinanti e anche curiose da comprendere. Dietro c’è un qualcosa di altrettanto enigmatico e misterioso, che è il funzionamento del cervello umano e delle sue interazioni, soprattutto comunicative, che avvengono tra gli esseri umani.
Con questo articolo andiamo proprio ad esplorare questo sentiero, e nel percorrerlo scopriremo che probabilmente ci porterà all’interno di boschi, radure, pianure, montagne e anche altopiani, dai quali godremo di una vista d’insieme che ci aiuterà nella comprensione delle dinamiche di vendita.
La vendita quindi che cos’è?
È quella cosa che sembra semplice, e forse lo è anche, ma le cui strutture di cui si compone hanno una loro complessità, intrecciata di equilibri e di, come si dice oggi, algoritmi di funzionamento.
La prima impressione conta (moltissimo!)
La nostra attenzione oggi la portiamo su un algoritmo specifico: la prima impressione. Sì, perché vendita e prima impressione sono profondamente intrecciate, più di quanto pensavamo finora.
Sono state le neuroscienze ad aiutarci a capirlo, cioè quegli studi sull’essere umano e la sua mente che ci hanno portato molte evidenze sul funzionamento del cervello. E si è scoperto che noi esseri umani siamo particolari. Sì, perchè ci formiamo delle idee su come dovrebbe essere la realtà e poi vediamo solo e soltanto l’idea che abbiamo in mente, anche se davanti a noi c’è qualcosa di diverso. Questa è un’importante scoperta che ereditiamo dalle neuroscienze e ci aiuta molto nel tracciare un nuovo approccio nel mondo della comunicazione, della vendita e, più in generale, delle relazioni.
Quindi tornando a noi, ci sono evidenze e anche prove che dimostrano che la prima impressione ha una forte importanza nel determinare la successiva vendita. Anzi, più correttamente è opportuno parlare di dinamica di acquisto del
cliente e di come essa si sviluppi, soprattutto in base alla prima impressione che lo stesso si è creato. Cosa avviene quindi in dettaglio? Possiamo immaginarci una sorta di schema di tutto questo? Se lo facciamo abbiamo anche noi una maggiore comprensione di questa dinamica e aumentiamo le probabilità di intervenire con successo, agevolando la nostra azione.
Il ruolo dei sensi
Ok, immaginatevi di incontrare un potenziale cliente di persona e di iniziare quindi a parlarci. Perfetto, sappiate che la prima impressione si è già concretizzata in gran parte, ancora prima che abbiate aperto bocca per dire le prime parole. E come è possibile tutto questo? Lo è. Le neuroscienze hanno dimostrato che gli esseri umani si formano la prima impressione in base ai sensi, e quindi ovviamente in base alla vista e anche all’olfatto.
Ecco precisiamo che, per via di alcune regole sociali moderne, è sconsigliato annusare, in modo insistente, il proprio cliente o fornitore, al fine di ottenere una completa prima impressione. Ma in effetti è un metodo efficace, vaglielo a dire ai cani, che da millenni lo applicano, con solerzia, determinazione e professionalità. Una bella annusata ed ecco che capiscono se l’altro cane è da catalogare negli amici, o nemici. Sì, funziona proprio così.
I recettori del naso mandano al cervello tutti i dati olfattivi registrati e i neuroni iniziano a scambiarsi una serie di informazioni, al fine di confrontare quegli odori con ciò che già conoscono e hanno catalogato. Al termine di questa analisi c’è una sorta di esito, come se fosse un esame al quale sottoponiamo la persona davanti a noi. E il risultato sarà come un’etichetta, come ad esempio “affidabile” o “inaffidabile”, oppure “sicuro” o “pericoloso”, o anche “nemico” oppure “amico”.
Sì è proprio così, il cervello ha bisogno di catalogare e generalizzare, per poter rappresentare la realtà davanti a sé, e quindi gestirla più facilmente. Sappiamo anche che questo può portare a distorsioni e cancellazioni di alcuni elementi della realtà, ma in effetti è così che funziona in quei primi attimi il cervello. E se ci pensiamo, migliorare la nostra comunicazione ci serve proprio ad ampliare queste prime percezioni, aiutando noi stessi e il nostro interlocutore a recepire meglio le nostre intenzioni positive.
E dopo le prime percezioni cosa succede?
Abbiamo quindi identificato come il cervello agisce in quei primi attimi, che sono in realtà qualcosa di molto veloce, parliamo addirittura di piccole porzioni di secondo. E dopo, cosa avviene?
Succede che la persona che ha ricavato questa prima ultraveloce impressione, a livello conscio non si accorge di nulla, poiché tutto questo è avvenuto a un livello inconscio molto profondo. Può darsi che chi ha più familiarità con il dialogo interiore, percepisca delle sensazioni che emergono e che cercano di dirgli qualcosa. Forse, anche per questo motivo, il sistema neuro percettivo è come se rimanesse in modalità
di ascolto e registrazione, alla ricerca di altri elementi utili a completare questa prima impressione. Sì, è come se la prima impressione cercasse di dare una forma più completa a se stessa, delineandone i contorni, i colori e le dimensioni di ciò che sta ricavando. Se parliamo dal punto di vista commerciale, potremmo anche dire che è proprio in questi momenti che il potenziale cliente identifica e si fa un idea, più completa, del venditore che ha davanti a sé. Tutti i sensi vengono quindi coinvolti e utilizzati per mappare, registrare e analizzare il venditore. E cosa viene analizzato? In sostanza tutto, anche più di quanto possiamo pensare.
Anche il luogo influenza la percezione
E quando dico tutto, intendo tutto: cioè oltre al portamento, al vestiario, ai primi movimenti del corpo e i gesti del viso, ci sono anche i colori e le forme del luogo dove avviene l’incontro che finiscono, come un flusso continuo, all’interno di questa prima impressione.
A proposito dei luoghi, per comprendere meglio, immaginate di incontrare la stessa persona in due posti diversi, ad esempio in un primo caso siete per strada, al freddo, durante una nuvolosa giornata invernale e mentre parlate con il vostro potenziale cliente, passano a bordo strada rumorosi tir e automobili che alzano in aria schizzi dalle pozzanghere e odori fastidiosi di gasolio e benzina. E in un altro caso siete invece seduti comodamente, sempre con il vostro potenziale cliente, in un ufficio riscaldato e spazioso, mentre una piacevole musica di sottofondo vi accompagna. Che dite, la prima impressione sarà sempre la stessa?
Mettersi nei panni del potenziali cliente
Già, la prima impressione è appunto “impressionata”, come una lastra fotografica, da vari fattori. Più abbiamo consapevolezza di questa dinamica, e più presteremo attenzione a questi elementi, cercando di “costruire” al meglio gli stimoli che arriveranno al cervello del nostro interlocutore. Il segreto è quello di mettersi nelle scarpe del potenziale cliente e, con empatia, immaginare come lui andrebbe a percepire i vari fattori.
Certo, serve quindi conoscere un po’ del nostro interlocutore, proprio per adattarsi e costruire l’immagine che ha la probabilità di creare una buona prima impressione. È importante perché il cervello, una volta che si crea la prima impressione, poi va alla ricerca delle “conferme” che gliela validano. Per questo una pessima prima impressione rischia di peggiorare e, in altrettanta maniera, una buona prima impressione andrà, con molta probabilità, a migliorare ulteriormente.
Poi c’è un altro capitolo di questa storia che è quello verbale, cioè la comunicazione fatta con le parole, che se ben gestita ha, in effetti, il potere di cambiare le cornici percettive delle convinzioni delle persone. È chiaro che una buona prima impressione fa da aiuto notevole e rappresenta una solida base su cui costruire la comunicazione efficace. Perché il mondo della vendita è un percorso alla scoperta di come funzioniamo.
SOLUZIONI AVANZATE PER UN DATA CENTER HYPERSCALE IN EUROPA CENTRALE
Le soluzioni
HiRef utilizzate per il raffreddamento e la gestione dell’energia di un data center
iRef ha recentemente contribuito alla realizzazione di un data center hyperscale in Europa Centrale, fornendo soluzioni tecnologiche all’avanguardia per il raffreddamento e la gestione dell’energia. Per garantire il raffreddamento del data center, dislocato in due aree, HiRef ha fornito 10 chiller full inverter, ognuno con una potenza nominale di 1,5 MW per un totale di 6,5 MW ad area, con configurazione N+1. Queste unità adottano R1234ze, un refrigerante a basso GWP, e sono equipaggiati con il Glycol-Free Kit per operare con acqua pura all’interno del
Hdata center. Grazie alle caratteristiche tecniche di questi chiller, è possibile operare in modalità free cooling per la maggior parte dell’anno, sfruttando al meglio le condizioni climatiche favorevoli per ottimizzare i consumi energetici. Inoltre, ogni unità è dotata di un sistema di Dual Power Supply con Automatic Transfer Switch, che garantisce la continuità operativa, e di strumenti di monitoraggio avanzati come l’Energy Flow Meter e l’Electrical Energy Meter, utili per valutare sia l’efficienza stagionale che quella istantanea. Per mantenere la qualità dell’alimentazione elettrica, sono stati integrati filtri armoniche attivi, che riducono la distorsione armonica al di sotto del 5%, in conformità alle
specifiche di progetto. Particolare attenzione è stata riservata anche alla riduzione del rumore: grazie a uno speciale box fonoassorbente, realizzato con filtri acustici e pannelli da 5 mm, il livello di rumorosità è contenuto a soli 94 dB(A).
100 FanWall
All’interno del data center sono stati installati 100 FanWall, ognuno della potenza di 260 kW, per una capacità totale di raffreddamento di 13 MW, con ridondanza 2N. Queste unità presentano una doppia alimentazione elettrica con sistema di scambio automatico e una valvola pressure independent per una gestione ottimizzata del flusso idraulico.
HINODE: CONTROLLO E GESTIONE DEGLI IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO
HiNode è il sistema esclusivo, ideato e sviluppato da HiRef, per la gestione e supervisione avanzata degli impianti di condizionamento. HiNode, grazie all’interfacciamento con i vari dispositivi dell’impianto crea una sinergia tra le unità che consente di rispondere in modo efficace ed efficiente alle necessità dell’utenza garantendo le migliori performance. Il sistema integra una logica predittiva per l’analisi dei guasti e il monitoraggio delle prestazioni nel tempo. Questo tipo di controllo consente di pianificare interventi tempestivi che assicurano la continuità operativa. Il cuore del sistema è un microprocessore programmabile, compatibile con i principali protocolli di comunicazione tramite seriale e/o Ethernet ed è dotato di ingressi e uscite digitali e analogiche (0-10 V, 4-20 mA). HiNode, pertanto, permette un controllo preciso degli ausi liari di impianto, come pompe e valvole, e l’acquisizione di segnali di temperatura e pressione. L’accesso ai dati operativi è possibile sia localmente, tramite un intuitivo display touch screen, sia da remoto, grazie a un’interfaccia web avanzata. L’integrazione di HiNode con il servizio HiNet consente la sincronizzazione dei dati sul Cloud, facilitando il monitoraggio centralizzato e l’analisi delle prestazioni. Con HiNode, gli utenti possono visualizzare e analizzare le principali variabili operative delle unità gestite attraverso grafici interattivi, registrare dati in tempo reale e consultare lo storico eventi. I dati raccolti possono essere esportati in diversi formati ed inviati automaticamente via e-mail, semplificando la gestione e la reportistica. Gli avanzati algoritmi di controllo di HiNode ottimizzano la distribuzione dei carichi termici tra le unità, anche se appartenenti a gamme diverse. Il sistema determina automaticamente quali e quante risorse attivare, privilegiando la simultaneità operativa, il funzionamento a carico parziale e il recupero energetico, contribuendo così a massimizzare l’efficienza e a ridurre i costi operativi.
a garantire condizioni stabili all’interno della sala, con un ritorno dell’aria a 35°C e una temperatura interna di 24°C, il sistema assicura un’elevata efficienza energetica operando con acqua a 28-20°C, ottimizzando così i consumi elettrici. Inoltre, è dotato di una funzione “Fast Restart”, che consente una ripartenza rapida in caso di blackout, e di un sistema di monitoraggio dedicato per l’energia prodotta, garantendo così un controllo costante delle prestazioni.
Sistema HiNode
Il cuore tecnologico del progetto è il sistema HiNode, progettato per ottimizzare il funzionamento del data center. Grazie a una rete di sensoristica avanzata, HiNode analizza in tempo reale i carichi di lavoro e le condizioni ambientali esterne,
integrazione tra innovazione, affidabilità ed efficienza al servizio del cliente, in cui l’impiego delle tecnologie utilizzate consente al data center di raggiungere elevati livelli di performance operativa in diverse condizioni, ottimizzando il ciclo di vita dell’impianto
adattando il funzionamento degli impianti per ottenere la massima efficienza energetica.
Dal lato primario, tutti i chiller sono collegati in parallelo per massimizzare la flessibilità operativa, mentre, dal lato secondario, i FanWall, posizionati in corridoio tecnico, sono distribuiti su due anelli idraulici separati (50% su ciascun anello), mentre per il controllo della sala server HiNode gestisce le unità per garantire alla sala server una temperatura costante di 24 °C, variando le portate d’aria per evitare zone di hot spot.
Progetto flessibile
Il sistema è completamente personalizzabile per adattarsi a qualsiasi esigenza futura del data center, assicurando flessibilità e scalabilità. Il progetto è un esempio di perfetta
ARISTON GROUP: SOLUZIONI SMART AL SERVIZIO DEI CLIENTI
Anche quest’anno, Ariston Group – leader globale nel settore del comfort termico sostenibile – ha partecipato al Convegno Smart Home, intitolato “Nuove sfide per la Smart Home tra AI, dati e sostenibilità”. L’evento è promosso dall’ Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano, che il gruppo sostiene dalla prima edizione, e si pone l’obiettivo di analizzare il mercato della Smart Home e i suoi sviluppi, a partire dall’evoluzione degli ecosistemi per l’interoperabilitàa e dalle novità sul piano normativo.
L’ecosistema digitale di Ariston Group I servizi connessi rappresentano uno strumento chiave per supportare e coinvolgere i clienti: non solo permettono di comprendere le loro esigenze al meglio, ma consentono la gestione da remoto dei dispositivi. A partire da questa convinzione, Ariston Group ha investito per sviluppare la propria offerta di
malfunzionamenti ma fornisce anche informazioni tecniche dettagliate a supporto dell’assistenza.
“Abbiamo osservato che l’interesse per le tecnologie Smart Home in ambito B2B è in forte crescita, in particolare tra i centri di assistenza. Questo perchè i benefici sono evidenti: la necessità di offrire un servizio sempre più efficiente e personalizzato agli utenti finali si combina con la possibilità di ottimizzare l›uso delle risorse, migliorando la pianificazione del carico di lavoro e limitando gli interventi fisici,” ha commentato Fabio Ferri, Service Senior Director di Ariston Group. “La Smart Home ci permette di continuare a migliorare gli standard di qualità dei servizi after sales che il nostro gruppo si impegna a garantire e già oggi i nostri pacchetti comprendono anche la manutenzione predittiva alimentata dall’intelligenza artificiale”.
L’evoluzione del mercato della Smart Home
servizi connessi e digitali che oggi si rivolge ai consumatori finali così come ai professionisti. Il gruppo, con oltre 1,2 milioni di soluzioni connettibili vendute, mette a disposizione del consumatore finale una app di facile utilizzo dotata di funzioni di ultima generazione per il controllo delle soluzioni per il riscaldamento dell’acqua e degli ambienti direttamente dallo smartphone. L’offerta di servizi digitali e connessi si rivolge però sempre di più anche ai clienti B2B, che a loro volta possono contare su Ariston NET Pro – una piattaforma web dedicata ai professionisti per il monitoraggio e la regolazione da remoto di parametri e impostazioni. La piattaforma web è inoltre in grado di analizzare in maniera automatica il comportamento del prodotto e, attraverso la nuova funzionalità Active Care potenziata dall’intelligenza artificiale, non solo anticipa eventuali
L’evento è stata l’occasione per presentare i risultati della ricerca sulla Smart Home dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano.
Tra i vari aspetti affrontati, lo studio ha messo in evidenza come in Europa, nei primi sei mesi del 2024, il mercato della Smart Home sia cresciuto in media del +6,5%, a conferma del forte interesse da parte dei consumatori e delle potenzialità che derivano dalla valorizzazione dei dati e dall›integrazione con l’AI. Per quanto riguarda l’Italia, più in particolare, nel 2024 si è registrata una crescita a doppia cifra: il mercato ha raggiunto quota 900 milioni di euro, con un incremento dell’11% rispetto al 2023 e con i dispositivi per il risparmio energetico – tra i quali rientrano le soluzioni per il comfort climatico – che rappresentano il 16% del valore. Nonostante l’impatto della riduzione degli incentivi statali, sono poi emersi importanti indicatori positivi: gli utenti, ad esempio, sono sempre piùattenti ai consumi, sia per contenere i costi che per diminuire l’impatto sull’ambiente; inoltre, se il 32% dei consumatori è interessato ai servizi per la gestione dei consumi, il 71% di questi è anche disposto ad investire risorse per la loro attivazione. Non da ultimo, la ricerca ha segnalato come sia in progressivo aumento anche la consapevolezza dei professionisti, che dimostrano di comprendere le opportunità offerte dalla Smart Home. È in questo contesto che le aziende continuano ad investire, per migliorare la propria capacità di valorizzazione di dati ed ampliare l’offerta di servizi integrati con soluzioni di Intelligenza Artificiale.
CAREL OTTIENE LA CERTIFICAZIONE DI PARITÀ DI GENERE
L’Headquarter italiano di CAREL ha ottenuto la Certificazione della Parità di Genere istituita dalla legge 162/2021, un importante riconoscimento che sottolinea l’impegno concreto dell’azienda nella promozione di una cultura della diversità e dell’inclusione.
L’attenzione di CAREL alla parità di genere, all’empowerment femminile e alle pari opportunità è infatti un pilastro fondamentale del capitolo “People” del Piano di Sostenibilità intrapreso già nel 2021 e sintetizzato nel concept “Driven by the Future - Sustainability in action”. La certificazione conferma, in questo senso, l’integrazione di questo approccio nella cultura, nella strategia e nei piani d’azione dell’azienda.
La strategia aziendale mira quindi a promuovere pari opportunità in tutte le fasi di crescita professionale, puntando sulla rappresentanza di genere e sull’equità salariale e garantendo che ogni dipendente abbia le stesse possibilità di sviluppo professionale e valorizzazione delle proprie competenze. A ulteriore supporto di questo percorso, nel 2024 CAREL ha lanciato il progetto
UNIVERSE, volto a mettere al centro della vita in azienda la valorizzazione dei talenti e a promuovere una cultura realmente inclusiva nella strategia, nella governance, nei processi HR e nelle opportunità di crescita delle donne in azienda, attraverso equità remunerativa per genere, tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro. “La certificazione di parità di genere rappresenta un primo traguardo, che testimonia l’impegno a offrire un futuro più equo e inclusivo a tutte le persone che lavorano in Carel” hanno congiuntamente dichiarato Francesco Nalini, Amministratore Delegato e Carlotta Rossi Luciani, Sustainability Executive Director. “La diversità è un valore e un driver strategico nel piano di sostenibilità intrapreso da Carel, e questo riconoscimento fornisce un’indicazione che la strada è quella giusta, pur con la consapevolezza che è necessario perseverare con determinazione nel percorso intrapreso con obiettivi ancor più sfidanti, per una cultura aziendale basata su equità, rispetto e inclusione.”
LA NUOVA GENERAZIONE DI UNICO SI AGGIUDICA
L’ARCHIPRODUCTS DESIGN AWARD
L’anno appena concluso ha visto il lancio sul mercato europeo di una nuova generazione di climatizzatori a pompa di calore senza unità esterna, nata dalla lunga esperienza industriale e commerciale di Olimpia Splendid, per riscrivere gli standard futuri e rendere il comfort climatico ancora più bello, silenzioso, efficiente e sostenibile. E il risultato è stato pluripremiato: l’importante evoluzione tecnologica di Unico Evo ha ricevuto infatti l’MCE Excellence Awards, mentre il design rinnovato, frutto della collaborazione tra Olimpia Splendid e Marco Michele Rossi di Newtone Architects, è stato ora selezionato dall’Archiproducts Design Awards. “Nel mondo del design, della moda e del lusso, la longevità di un marchio stilistico è il risultato di un’intuizione astratta e concettuale che nasce come schizzo, prende forma e infine diventa un classico da collezione” –spiega Rossi – “Il volume dei nuovi Unico può essere descritto attraverso un processo di sintesi sottrattiva degli elementi che compongono il guscio esterno, seguendo un percorso di standardizzazione dei dettagli, di semplificazione degli stampi e degli assemblaggi. Un nuovo minimalismo formale che mira a integrare maggiormente il rapporto tra estetica e funzione. La patta si fonde con il pannello frontale, inserendosi in un unico orizzonte coerente, con una texture caratterizzata da un rilievo tattile che rappresenta l’unico segno grafico visibile di un mantello sobrio, pensato per comunicare eleganza e distintività.”
FRASCOLD: LA SOSTENIBILITÀ COME DRIVER DI EFFICIENZA
Frascold annuncia il conseguimento della certificazione UNI EN ISO 14001:2015, un importante traguardo, che rappresenta il coronamento di un programma di più ampio respiro, a conferma dell’impegno costante di Frascold verso la responsabilità ambientale. A riguardo, Giuseppe Galli, CEO di Frascold, dichiara: “La nostra dedizione alla sostenibilità ambientale rappresenta un pilastro fondante della nostra strategia aziendale. In Frascold, crediamo fermamente che innovazione e sostenibilità debbano convivere armoniosamente, tracciando una rotta concreta verso un futuro migliore per noi e per le generazioni che verranno”.
In intervista, Maria Grazia Fimmanò, Continuous Improvement Specialist, Marco Perri, R&D, Environmental System Manager e Corrado de Gioia-Carabellese, Product Development Specialist, approfondiscono i miglioramenti implementati e i progressi più significativi raggiunti da Frascold.
di produttività, ergonomia e sostenibilità, oltre a riduzione dei costi e maggior efficienza nei flussi di lavoro”.
Quali i benefici derivanti dalla certificazione UNI EN ISO 14001:2015 e quali sfide ha comportato?
Frascold ha integrato la filosofia Lean Manufacturing anche a supporto della sostenibilità. Quali risultati sono stati ottenuti grazie a questo approccio?
Maria Grazia Fimmanò risponde: “Da un paio di anni abbiamo istituito in azienda un nuovo dipartimento dedito al miglioramento continuo: tra i progetti implementati citiamo, per sostenibilità ambientale, ma anche per efficienza produttiva, il progetto “gestione Vuoto per Pieno di imballi riutilizzabili con i fornitori”. Tale progetto riguarda l’eliminazione e/o riduzione dei rifiuti derivanti dal packaging dei componenti in ingresso nel magazzino e, di conseguenza, quelli di produzione. Il risultato è stato la riduzione del consumo di cartone fino a 3 tonnellate in un anno. Questo approccio ha portato inoltre ad un significativo risparmio in termini di tempo e risorse, eliminando così il tempo speso dall’operatore per attività come l’apertura e lo smaltimento delle scatole, dedicandosi invece ad attività a maggior valore aggiunto. In più, per una maggior tutela degli operatori, ci siamo concentrati anche sullo studio dell’ergonomia delle loro postazioni di lavoro, a favore di un ambiente più sicuro e confortevole. In tal senso, è stato anche disincentivato l’utilizzo dei ripiani a terra degli scaffali, per prevenire problemi di salute a lungo termine, come dolori alla schiena e alle ginocchia. Infine, l’introduzione della cultura Lean ci ha permesso anche di puntare su un maggior coinvolgimento delle risorse e sulla loro valorizzazione. Il miglioramento continuo è garantito attraverso audit mensili, che assicurano il rispetto costante delle pratiche Lean e dei requisiti previsti dalla certificazione ISO 14001. I risultati raggiunti nel reparto pilota, grazie all’adozione di strumenti come 5S, Golden Zone e PDCA ci hanno spinto ad estendere queste pratiche anche ad altri reparti produttivi. In sintesi, i benefici ottenuti tramite la divulgazione della filosofia Lean sono tangibili: ha condotto a significativi miglioramenti in termini
Marco Perri commenta “Il percorso verso la certificazione UNI EN ISO 14001:2015 ha condotto a numerosi benefici, tra cui una maggiore consapevolezza interna e una percezione più positiva da parte dei clienti, ovvero in particolare, da quelli che la richiedono come prerequisito fondamentale per essere annoverati tra i fornitori classificati sostenibili. Un ulteriore progetto implementato è stato quello del distillatore dell’acqua, installato nel 2023, per il recupero delle risorse idriche di lavaggio, che ha permesso all’azienda di risparmiare circa 300 m³ all’anno. In aggiunta, è stato formato un team dedicato al miglioramento dell’igiene aeraulica ed al monitoraggio delle emissioni in atmosfera. Grazie ad interventi di manutenzione e pulizia mirati, Frascold è riuscita a mantenere i livelli di inquinanti inferiori del 10% rispetto al limite soglia previsto dalla normativa. Infine, è stata calcolata l’impronta di CO2 associata alle diverse famiglie di prodotto lungo l’intero ciclo di vita, con l’obiettivo di offrire ai clienti informazioni preziose per comprendere e valutare il loro impatto ambientale. In conclusione, tutte le iniziative intraprese da Frascold riflettono il suo impegno nell’incoraggiare scelte più sostenibili e responsabili lungo tutta la filiera.”
Il fotovoltaico è stato il primo passo della strategia ambientale di Frascold. Come si integra l’adozione del fotovoltaico nella strategia ESG complessiva? Corrado de Gioia-Carabellese precisa “L’impianto fotovoltaico, sino ad oggi installato, è stato collocato sulla copertura dello stabilimento e sulle pensiline della zona mensa e, grazie a questa iniziativa, si sono ridotti i prelievi di energia elettrica di circa il 25-30%, alleggerendo significativamente la dipendenza energetica. Questo investimento si è rivelato particolarmente vantaggioso, soprattutto in un periodo di prezzi elevati dell’energia elettrica, confermando l’efficacia del sistema in un contesto di instabilità dei mercati. Nel 2023, l’impianto fotovoltaico ha, infatti, soddisfatto il 29% del fabbisogno annuale dello stabilimento. Guardando al futuro, l’azienda sta considerando un’espansione dell’impianto con un aumento di 500 kW entro il prossimo biennio, oltre all’installazione di pompe di calore per sostituire le caldaie a gas, arrivando ad elettrificare completamente le due palazzine uffici. Pur consapevoli delle difficoltà nel raggiungere un impatto ambientale zero, date le caratteristiche del settore metalmeccanico e l’elevata domanda energetica, ci impegniamo a implementare soluzioni innovative per avvicinarci sempre più a questo traguardo”.
MCZ ENTRA NEL SETTORE HVAC E ACQUISISCE SITAL KLIMA E SIC
MCZ, brand leader nel settore del riscaldamento a biomassa, annuncia una nuova svolta strategica con l’acquisizione di Sital Klima e SIC, due realtà italiane consolidate nel panorama HVAC (Heating, Ventilation and Air Conditioning). Il nuovo assetto consentirà a MCZ di proporsi sul mercato come produttore di sistemi ibridi di riscaldamento e raffrescamento 100% “made in Italy” alimentati da fonti energetiche 100% rinnovabili (generatori a biomassa e pompe di calore).
SITAL KLIMA: MACCHINE SU MISURA PER IL TRATTAMENTO DELL’ARIA
Fondata nel 1994 a Mogliano Veneto (Treviso), Sital Klima opera a livello internazionale offrendo prodotti per il condizionamento, la ventilazione e la sanificazione dell’aria in ambito industriale e civile. La capacità di adattare il prodotto e le prestazioni in base ai diversi contesti di applicazione ha consentito all’azienda di realizzare soluzioni su misura, soddisfando nel tempo le più severe specifiche di progetto e le particolari esigenze degli utilizzatori. Sital Klima opera nei settori industriale, commerciale, horeca, ospedaliero, farmaceutico e residenziale offrendo soluzioni flessibili e tecnologicamente avanzate. Le principali linee di prodotto sono: pompe di calore, unità di trattamento aria, unità autonome, unità con recupero termodinamico, macchine per la sanificazione che usano la tecnologia proprietaria Bioxigen®. Opera su mercati internazionali con referenze di prestigio, tra cui l’Armani Hotel (Italia), l’Aeroporto di Auckland (Nuova Zelanda), l’Ospedale Matei Bals (Romania) e l’Osservatorio Astronomico LSST (Chile).
SIC: SISTEMI INTEGRATI DI RISCALDAMENTO, CLIMATIZZAZIONE E TRATTAMENTO ARIA
Da oltre vent’anni nel sito produttivo di Cologna Veneta (Ve -
rona) SIC opera nella progettazione, produzione e vendita di macchine e unit à per impianti di condizionamento, riscaldamento e trattamento dell’aria, vantando partnership con marchi di grande rilievo a livello europeo e un’importante presenza commerciale in contesti internazionali. La gamma di prodotti comprende: recuperatori di calore per applicazioni residenziali e commerciali, deumidificatori, pompe di calore ad alta efficienza, unit à di trattamento aria e ventilazione meccanica controllata per settori residenziali e industriali. Nel 2023 le aziende Sital Klima e SIC hanno registrato un fatturato complessivo di quasi 20 milioni di euro impiegando 62 dipendenti diretti.
MCZ, UN NUOVO PLAYER ITALIANO
NEL SETTORE HVAC
“Grazie a queste acquisizioni, MCZ sarà in grado di gestire anche applicazioni commerciali e industriali, soluzioni pensate per tutte le stagioni dell’anno e opererà in nuovi mercati internazionali. Il tutto fornendo soluzioni innovative sempre più integrate e intelligenti” commenta Riccardo Zanette, Vice Presidente e Amministratore Delegato di MCZ Group S.p.A. sottolineando il loro impatto strategico.
“La produzione sarà interamente made in Italy, seguendo la strategia del Gruppo che oramai da anni investe sul territorio italiano e sulle sue eccellenze.” prosegue Zanette.
Mantenendo la leadership nel mondo della biomassa, MCZ si posiziona come un nuovo player di riferimento nel settore HVAC proponendo una soluzione completa per il comfort climatico usando sistemi ibridi 100% “made in Italy” ad energia 100% rinnovabile (generatori a biomassa e pompe di calore).
MEFA ITALIA PRESENTA IL NUOVO CATALOGO
MEFA Italia, azienda presente sul mercato italiano da 25 anni e che fornisce soluzioni di staffaggio per tubazioni e prodotti per impianti antincendio sprinkler, presenta il nuovo Catalogo Soluzioni di Montaggio Tubazioni 2025, 560 pagine che illustrano l’intera proposta MEFA per le diverse applicazioni impiantistiche.
Il catalogo è pensato per soddisfare le esigenze di professionisti e aziende che operano nel campo dell’installazione,
manutenzione e progettazione di impianti industriali e civili ed è stato realizzato con una particolare attenzione alla chiarezza delle informazioni tecniche, con schede prodotto dettagliate.
Il catalogo 2025 è in linea con la nuova immagine aziendale di MEFA, che è stata completamente rinnovata in occasione del 75° anniversario dell’azienda: la montagna innevata che per oltre 10 anni ha accompagnato la comunicazione di MEFA è stata sostituita da una montagna più stilizzata bianca su fondo blu e logo MEFA rosso, leggermente più scuro, un look moderno e fresco che identifica e rafforza la nuova immagine aziendale, sempre accompagnato da Oben Sein, il claim che racchiude la visione aziendale, l’essere in vetta in quanto a soluzioni di prodotto eccellenti e versatili e al valore dato ai rapporti sia personali che commerciali che garantiscono un elevatissimo livello di qualità.
CATALOGO PRODOTTI
SOLUZIONI DI MONTAGGIO TUBAZIONI 2025
Nel formato cartaceo 17×24 cm, pratico e facile da consultare anche in cantiere, il Catalogo Soluzioni di Montaggio Tubazioni 2025 contiene in 16 capitoli, ciascuno dedicato a una categoria merceologica specifica, tutte le principali novità di prodotto presentate nel corso degli ultimi anni. Tra le principali, l’introduzione di un nuovo capitolo, il 15, dedicato agli elementi antisismici, che contiene, oltre alle schede tecniche dei prodotti, gli approfondimenti legati allo staffaggio antisismico, insieme ad una selezione di disegni che illustrano le varie casistiche d’uso.
A questo link è possibile scaricare il catalogo completo in formato PDF. Per avere schede tecniche specifiche è invece sufficiente consultare l’e-shop ricercando l’articolo di interesse mediante la barra di ricerca. Può essere richiesto anche in formato cartaceo tramite il form dedicato sul sito.
Il nuovo catalogo racchiude la vastissima offerta merceologica di MEFA, dal 1949 punta di diamante della tecnologia tedesca per il settore impiantistico del riscaldamento, della climatizzazione e della ventilazione, in ambito industriale e civile. Gli elevati standard qualitativi e un servizio logistico efficiente e capillare rendono i prodotti MEFA una la soluzione più sicura
MITSUBISHI ELECTRIC COLLABORA CON IL MONDO SCOLASTICO PER PROMUOVERE LA FORMAZIONE STEM
Secondo un report di Manpower Group relativo al secondo trimestre 2023, in Italia il 75% delle imprese ha difficoltà nel reperire talenti, soprattutto nei settori IT e ingegneristici, nonché nella gestione dei dati. Un dato in apparente contrasto con il tasso di disoccupazione, in particolare quello giovanile, che a ottobre 2024 era pari al 17,7%, ma che evidenzia un profondo disallineamento fra le competenze richieste dalle aziende e quelle possedute da chi cerca lavoro. Una carenza di talenti, che riguarda principalmente i laureati in materie STEM (scienze, tecnologia, informatica e matematica) e le figure specializzate. Ridurre questo divario richiede una collaborazione fra più soggetti, e in particolare fra aziende e mondo della scuola, per far sì che studentesse e studenti a completamento dei percorsi scolastici posseggano le competenze adeguate a inserirsi nel mondo del lavoro.
In linea con la propria mission di supportare la formazione dei giovani, Mitsubishi Electric collabora con scuole e università italiane realizzando diverse iniziative per contribuire a fornire ad alunne e alunni skill in ambito tecnico e tecnologico, con l’obiettivo di facilitare la transizione scuola-lavoro.
Da alcuni anni, l’azienda ha ideato la piattaforma Mentor ME, un percorso rivolto a studentesse e studenti degli istituti tecnici con l’obiettivo di aiutarli a individuare il settore di formazione tecnica più vicino al proprio orientamento personale attraverso tre percorsi professionalizzanti: Automazione, Climatizzazione e Corporate Social Responsibility. Mentor ME è un vero e proprio percorso di didattica digitale, guidata da un tutor esperto (docente), che favorisce nei giovani l’acquisizione di competenze fondamentali in ambito professionale. Alunne e alunni, proprio come accadrebbe in un contesto aziendale, si troveranno alla loro scrivania, in questo caso virtuale, di fronte a contenuti da studiare e rielaborare, ma anche a prove da svolgere, strategie da individuare, idee da progettare e portare a termine. Partita in fase di testing nel settembre 2019 nel distretto didattico della provincia di Monza e Brianza (MB), sede della filiale italiana dell’azienda, dall’anno scolastico successivo l’iniziativa è stata estesa a tutta Italia, coinvolgendo 1.133 scuole e 3.012 studenti negli ultimi 4 anni.
Mitsubishi Electric, inoltre, collabora da più di dieci anni con gli ITS (Istituti Tecnici Superiori) realizzando attività nelle scuole, visite in azienda, tirocini e contribuendo all’allestimento di laboratori. Una partnership che mira ad avvicinare aziende e mondo scolastico, fornendo a studentesse e studenti competenze concrete e una formazione non solo teorica, ma anche “sul
campo”, consentendogli di sperimentare processi e metodiche operative. Il supporto alla formazione nelle discipline STEM si concretizza anche tramite il sostegno a progetti e associazioni. Fra questi, il progetto UXforKids che, grazie a una metodologia basata su UX Design e Architettura dell’Informazione, permette agli alunni e alle alunne della scuola primaria di apprendere un approccio diverso allo studio. L’iniziativa fornisce loro una “cassetta degli attrezzi” per imparare in modo collaborativo ed empatico, promuovendo abilità essenziali come la creatività, il pensiero critico e la capacità di lavorare in squadra: skill fondamentali non solo per le carriere nelle discipline STEM, ma anche per la vita quotidiana in una società sempre più digitale. Nell’ambito delle discipline STEM esiste un gap di genere che vede bambine, ragazze e donne intraprendere percorsi in questi ambiti in percentuale nettamente inferiore rispetto alle controparti maschili: in Italia soltanto il 16,5% delle giovani si laurea in facoltà scientifiche, contro il 37% dei maschi (dati Istat 2021). Per contribuire a ridurre questo divario, Mitsubishi Electric ha aderito al progetto Girls&Science, sviluppando un percorso formativo ad hoc sulla robotica collaborativa, composto da attività didattiche e laboratori, che ha coinvolto i giovani dell’ITIS A.Rossi di Vicenza. L’azienda sostiene, inoltre, Women&Tech® ETS, associazione dedicata a fornire supporto e opportunità alle donne che lavorano nel settore tecnologico o desiderano avvicinarvisi, per creare una comunità inclusiva e promuovere l›uguaglianza di genere nella tecnologia. “Nel panorama globale contemporaneo, le materie STEM si ergono come pilastri fondamentali per l’innovazione e il progresso. Queste discipline non solo alimentano la nostra capacità di esplorare nuove frontiere scientifiche, ma sono anche il motore che guida la trasformazione tecnologica e industriale. In un’era in cui le sfide sono sempre più complesse e interconnesse, la conoscenza e la competenza in ambito STEM forniscono gli strumenti indispensabili per affrontare e risolvere problemi globali, come il cambiamento climatico, la sicurezza informatica e le pandemie”. Ha dichiarato Alessandro Magrini, HR, GA & Corporate Communication General Manager, che ha aggiunto: “collaborare con il mondo della scuola affinché possa preparare al meglio studentesse e studenti in queste discipline è per noi di Mitsubishi Electric fondamentale per raggiungere la nostra mission di contribuire al benessere delle comunità in cui operiamo. Un impegno che si concretizza nel favorire l’occupabilità dei giovani e far sì che siano preparati ad affrontare le sfide tecnologiche di domani e promuovere l’innovazione”.
REHAU ITALIA È UN GREAT PLACE TO WORK®
REHAU Italia, filiale italiana del Gruppo leader nella lavorazione di polimeri, chiude il 2024 con il rinnovo dell’importante certificazione Great Place to Work®. Per il secondo anno consecutivo, collaboratori e manager si sono infatti espressi positivamente sull’esperienza lavorativa in azienda, riconfermando un elevato grado di soddisfazione, sia sulla qualità dell’ambiente di lavoro che sulla cultura aziendale, che è valso a REHAU Italia l’estensione del riconoscimento anche per il 2025.
Il 90% delle risorse umane che ha preso parte all’analisi condotta della società internazionale di ricerca, tecnologia e consulenza organizzativa Great Place to Work ha riconfermato il sentiment positivo sul clima, sulla cultura e sui valori fondanti di REHAU Italia, facendo registrare un punteggio in crescita in tutte le aree oggetto della survey, rispetto all’anno precedente. Ad ottenere una valutazione particolarmente favorevole sono stati valori quali l’attenzione verso la clientela, la sostenibilità e il clima lavorativo sano, seguiti dall’innovazione, la fiducia e l’affidabilità.
“Non possiamo che essere orgogliosi di questo rinnovato riconoscimento” ha commentato Ivano Poletti, Country Manager di REHAU Italia. “La certificazione di Great Place To Work è un risultato molto ambito, che richiede impegno e dedizione costante nell’assicurare un ambiente di lavoro accogliente, stimolante e gratificante. Vedere riconosciuto l’impegno che ogni anno aggiunge all’employee experience nuovi modi per sentirsi parte della nostra famiglia e dare il proprio contributo nell’ambiziosa mission di migliorare la qualità della vita delle persone, è sicuramente qualcosa di cui andiamo fieri e che ci sprona a fare sempre meglio”. L’ottenimento di un punteggio superiore alla media nelle dimensioni credibilità, rispetto, orgoglio, coesione ed equità, ha permesso a REHAU Italia di conseguire per la seconda volta l’importante certificazione e di ottenere un’istantanea diretta di come i suoi collaboratori reputino l’azienda un ambiente di lavoro eccellente, dove una solida cultura aziendale e un radicato clima di fiducia contribuiscono a motivare le persone e a far crescere il business.
ROCA GROUP RICEVE LA MEDAGLIA DI PLATINO ECOVADIS PER LE PRESTAZIONI IN MATERIA DI SOSTENIBILITÀ
Roca Group, leader mondiale nella progettazione, produzione e commercializzazione di prodotti per il bagno, ha ricevuto il massimo riconoscimento da EcoVadis, lo standard più affermato al mondo per i rating di sostenibilità aziendale. EcoVadis valuta la sostenibilità attraverso 21 criteri, in quattro aree chiave: ambiente, lavoro e diritti umani, etica e approvvigionamento sostenibile. Oltre 150.000 aziende di 185 paesi sono state valutate dall’organizzazione. La medaglia di platino viene assegnata esclusivamente al primo 1% delle aziende valutate nel corso dell’anno precedente.
Ricevere la medaglia di platino riflette il forte impegno del Gruppo per l’integrazione della sostenibilità in tutti gli aspetti della sua attività. “Far parte del top 1% a livello mondiale è un riconoscimento significativo del lavoro del nostro team e dell’impatto positivo che generiamo a livello globale. Consideriamo la sostenibilità come un percorso continuativo, e questo risultato rafforza la nostra determinazione a superare i limiti, promuovere il cambiamento nel mondo degli affari e continuare ad avanzare verso un futuro più sostenibile” spiega Carlos Velázquez, Direttore della Sostenibilità del Gruppo Roca.
I rating di sostenibilità aziendale di EcoVadis sono determinati seguendo standard internazionali riconosciuti, inclusi i Dieci Principi del Global Compact delle Nazioni Unite, le convenzioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), gli standard della Global Reporting Initiative (GRI) e la norma ISO 26000. Queste valutazioni offrono un’analisi delle prestazioni basata su dati concreti e una guida pratica per un miglioramento continuo. Questo riconoscimento rafforza la posizione del Gruppo Roca come leader impegnato nello sviluppo sostenibile e conferma l’obiettivo e i risultati dell’azienda nel perseguire un impatto positivo triplo: su persone, pianeta e prosperità.
MAPEI RINNOVA LA COLLABORAZIONE CON IL MUSEO CIVICO SAN DOMENICO DI FORLÌ
Prosegue anche quest’anno la collaborazione tra Mapei e il Museo Civico San Domenico di Forlì. L’azienda è Partner della mostra “Il ritratto dell’artista. Nello specchio di Narciso. Il volto, la maschera, il selfie”, aperta al pubblico dal 23 febbraio al 29 giugno 2025 e promossa da Fondazione Cassa di Risparmio di Forlì insieme al Comune di Forlì. L’esposizione celebra il ventennale delle grandi mostre promosse dalla fondazione d’origine bancaria forlivese, in collaborazione con il comune romagnolo. Per tutta la durata della mostra, sul canale Sky Arte HD andrà in onda in Prima TV uno Speciale Sky Arte, con Mapei in qualità di Partner. Protagonisti saranno gli approfondimenti e i prestigiosi interventi dei curatori che porteranno gli spettatori alla scoperta di questo progetto artistico unico.
HISENSE INAUGURA IL NUOVO CENTRO DI RICERCA HVAC
Hisense, azienda specializzata nel settore dell’elettronica di consumo e degli elettrodomestici, annuncia l’apertura ufficiale dell’“EU Home Appliances Research Center of HVAC” (HARC), un nuovo centro dedicato alla ricerca, progettazione e all’innovazione di soluzioni HVAC (riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria) per il mercato europeo.
Un nuovo polo di innovazione per il mercato europeo “L’apertura del nostro Research Center in Europa rappresenta un passo decisivo per il nostro impegno nella creazione di soluzioni innovative e sostenibili per il mercato europeo. Grazie a questo centro, saremo in grado di sviluppare prodotti sempre più avanzati, efficienti e vicini alle esigenze dei nostri clienti.” Ha dichiarato John Li, Direttore del R&D HVAC di Hisense Europa. Situato all’interno dell’edificio che ospita gli uffici di Hisense a Milano, il centro si estende su una superficie di 500 metri quadrati e rappresenta un passo strategico fondamentale per il rafforzamento della presenza globale di Hisense. La struttura comprende uffici, aree conferenze e laboratori, offrendo spazi dedicati non solo alla ricerca e allo sviluppo, ma anche alla collaborazione tra professionisti del settore e alla formazione tecnica. “Questa inaugurazione è un segnale forte dell’investimento nel mercato europeo e della volontà di Hisense di posizionarsi come punto di riferimento per la climatizzazione,” ha aggiunto Gianluca Di Pietro, CEO di Hisense Italia. “L’Italia è un mercato strategico e Milano si conferma un hub cruciale per la progettazione di tecnologie all’avanguardia.”
La scelta di Milano non è casuale: Hisense è un marchio di riferimento nel settore HVAC in Italia e il paese vanta un ecosistema altamente sviluppato nel settore della climatizzazione, con
un’ampia rete di aziende specializzate e professionisti qualificati. Questo rende l’Italia un punto di riferimento per l’innovazione tecnologica e una piattaforma ideale per sviluppare prodotti su misura per le esigenze europee.
Tecnologie avanzate e focus su efficienza energetica
Il nuovo Home Appliances Research Center nasce con l’obiettivo di sviluppare prodotti HVAC altamente competitivi, capaci di adattarsi alle diverse condizioni climatiche europee e alle crescenti richieste di efficienza energetica. Le prime attività si concentreranno sui sistemi Multi-Split e pompe di calore (ATW - Air to Water), tecnologie sempre più richieste per la loro capacità di garantire comfort, risparmio energetico e sostenibilità. Oltre alla ricerca e allo sviluppo di nuove tecnologie, il centro avrà un ruolo chiave nel fornire supporto tecnico pre e post-vendita. Questo garantirà una maggiore assistenza ai clienti europei, rafforzando l’affidabilità e la qualità dei prodotti Hisense sul mercato. Grazie alla stretta collaborazione con l’Hisense R&D Center in Slovenia, specializzato nello sviluppo di elettrodomestici come frigoriferi, lavatrici e cucine, la sede italiana diventerà un punto di riferimento per la ricerca e l’innovazione nel settore HVAC, favorendo lo scambio di competenze e il progresso tecnologico. Hisense HARC collaborerà con importanti istituzioni locali e associazioni di settore come EUROVENT e EHPA (European Heat Pump Association), rafforzando il proprio ruolo nel panorama europeo della climatizzazione e contribuendo alla crescita del mercato con tecnologie all’avanguardia. L’inaugurazione ufficiale del Hisense Europe Home Appliance Research Center è prevista per luglio 2025 e rappresenterà un momento chiave per il consolidamento della presenza di Hisense nel mercato europeo.
INFORMAZIONE
K-BLOC®: SISTEMA MODULARE PER IMPIANTI IDRICI A PARETE E SOTTOTRACCIA
Le esigenze delle moderne costruzioni richiedono impianti idrici in grado di combinare velocità di installazione, efficienza e adattabilità a spazi ridotti. Il sistema K-BLOC® di TECO offre una risposta concreta a queste sfide, grazie a un innovativo design modulare progettato per semplificare la distribuzione e l’intercettazione, negli impianti sia a zone sia centralizzati.
Per semplicità, possiamo, infatti, dividere gli impianti in:
• Impianti centralizzati, collocati in cavedi e zone tecniche;
• Impianti a zone, situati nei vari ambienti di edifici residenziali e commerciali.
Vediamo ora come K-BLOC® offre ai professionisti semplicità d’installazione, compattezza e flessibilità per le due diverse tipologie d’impianto.
K-BLOC®: moduli assemblabili per installazioni a parete e sottotraccia
Il sistema K-BLOC® è una soluzione componibile e personalizzabile per instal-
lazioni a parete e sottotraccia. Il suo design funzionale e compatto lo rende adatto a differenti modalità d’installazione:
• Installazioni a parete, ideali per l’integrazione in cavedi tecnici e per la distribuzione centralizzata, in cui tutte le intercettazioni e distribuzioni idriche vengono gestite in un unico punto dell’edificio.
• Realizzazione di soluzioni personalizzate per impianti sottotraccia, ideali per la distribuzione a zone, con la possibilità di posizionare i moduli di intercettazione vicino alle utenze finali.
I vantaggi concreti di K-BLOC®
Progettato per semplificare ogni fase del lavoro, K-BLOC® garantisce numerosi vantaggi pratici:
• Facilità d’installazione: grazie ai componenti di fissaggio con tecnologia TECOFIX®—staffe, piastre per installazioni a parete e box per installazioni sottotraccia—l’installazione risulta sempre ordinata e compatta, valorizzando la professionalità dell’installatore.
• Versatilità: una vasta gamma di collettori, valvole e raccordi permette di configurare l’impianto in base alle specifiche necessità progettuali.
• Risparmio di tempo: i moduli possono
essere premontati fuori cantiere, migliorando la produttività in fase d’installazione.
Dove è difficile standardizzare gli impianti e le loro varianti, K-BLOC® offre soluzioni flessibili e veloci, con risparmio di tempo.
Esempio di installazione con K-BLOC® in un cavedio tecnico
Esempi di installazione sottotraccia con K-BLOC®: [A] box con intercettazione motorizzata, contabilizzazione e collettore e [B] box con collettore sanitario e intercettazione generale
Dove posso trovare l’Installatore
Ritira la tua copia presso uno dei seguenti punti vendita associati ANGAISA
PIEMONTE/VALLE D’AOSTA
TO SETTIMO TORINESE ASTON S.r.l. (Gruppo Comini) Strada Cebrosa, 102
TO CIRIE' B.P. TERMOSANITARI S.r.l. Via Taneschie, 14
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AO AYMAVILLES I.T.S. JERUSEL GIDIO S.r.l. Frazione Folliex, 26
CN TORRE SAN GIORGIO IDROCENTRO S.p.A. Via Giolitti, 100 Strada Statale Per Saluzzo Km. 29
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0172-9121
0171-410500
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011-2489914
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Tel. 035-977122
Tel. 02-573731
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0376-1897081
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L.B. Alberti, 32
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Le nuove nervature, posizionate nei punti chiave di tubazioni e raccordi, migliorano il grip e la maneggevolezza in fase di installazione e rendono più solido e resistente il sistema rinforzando i potenziali punti di impatto. Inoltre, contribuiscono a ridurre ulteriormente le vibrazioni all’altezza del bicchiere.
Del tutto nuova anche la tacca di posizionamento in rilievo che permette non soltanto di realizzare giunzioni perfette in un istante, ma rappresenta anche un chiaro riferimento visivo per ruotare e allineare tubi e raccordi con facilità e precisione.
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UN PASSAGGIO EFFICIENTE VERSO LA SOSTENIBILITÀ
Gree, soluzioni affidabili per sistemi a pompa di calore
Gree offre soluzioni tecnologicamente avanzate per la produzione di acqua calda sanitaria anche per la sostituzione di sistemi tradizionali. Hombask è il sistema indipendente di ultima generazione a pompa di calore per la produzione di acqua calda sanitaria che utilizza refrigerante naturale R290, in Classe A+. Sia il compressore, sia il motore del ventilatore sono modulanti, permettendo elevate prestazioni. Il sistema Free Match con ACS è la soluzione adatta per utenze domestiche che richiedono riscaldamento, raffreddamento e ACS. Grazie al recupero di calore, garantisce migliori prestazioni e un ridotto impatto sull’ambiente.