Musicare 3/2017

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ilConcertoNONèMorto

di Giovanni Costantini

“GRAZIE OTO”, GRAZIE VITTORIO: RECIPROCITà NELLA QUALITà Il primo oboe dell’Orchestra del Teatro Olimpico, Vittorio Bongiorno, ha vinto il concorso per primo oboe nei prestigiosi Münchner Symphoniker. La sua lettera di saluto ai dirigenti dell’orchestra vicentina svela l’essenza e la qualità dell’attuale progetto OTO. Gentile direttore Meneghini, gentile presidente Scanagatta, sono felice di comunicarvi che ho appena vinto il concorso per primo oboe ai Münchner Symphoniker! Questo porterà profondi cambiamenti alla mia vita, e a settembre mi trasferirò in Germania. Forse è un peccato non poter iniziare la propria indipendenza in Italia, in un certo senso avrei preferito non arrivare a cambiare Paese quasi per forza. L’Italia investe troppo poco sui suoi giovani talenti, questo è un peccato. Voi però avete cercato di creare qualcosa di diverso, e assieme abbiamo fatto qualcosa di unico che non troverò mai altrove. La voglia e la passione di fare musica assieme, alzare continuamente il livello tecnico, proporsi sfide sempre nuove: sono cose che si trovano meno frequentemente di quanto uno non possa immaginare, in Italia e non solo. Ma non sono mai mancate a Vicenza. Devo ringraziare pure la OTO se oggi sono quello che sono. Per me Monaco non potrà mai sostituire l’affetto che provo per Vicenza. Qui ho trovato amici e un modo di lavorare diverso. Per me sarebbe un onore continuare a collaborare con l’orchestra, quando possibile. Presto riceverò il calendario dall’orchestra e potrò organizzarmi al meglio. Monaco non è poi così lontana da Lonigo! Ci sentiamo presto, cordiali saluti, Vittorio Bongiorno

Vittorio Bongiorno

V

ittorio ce l’ha fatta, ha vinto un concorso prestigioso, avrà un lavoro da musicista come merita: da settembre, sarà il primo oboe dei Münchner Symphoniker. Non è il primo dei professori d’orchestra della nuova OTO, quella voluta dal vicesindaco Bulgarini, pensata e allestita dal direttore generale Meneghini, diretta in palcoscenico da Alexander Lonquich e da due anni accompagnata per mano dal “presidente-tifoso” Franco Scanagatta. Prima di Vittorio, altri giovani colleghi – attualmente o precedentemente in organico OTO – hanno vinto audizioni per ruoli più o meno stabili. Altri ancora sono riusciti ad entrare in Accademie estere, passando audizioni non sempre meno impegnative di quelle richieste per lavorare. Qualcuno è riuscito a conciliare gli impegni, qualcun altro ha dovuto salutare la OTO. C’è tanto lavoro dietro ad un risultato del genere: c’è il sudore del prof. Bongiorno, un ragazzo milanese che ha studiato tanto e bene, c’è la competenza dei

suoi maestri (immaginiamo più di uno, tra Conservatorio e masterclass varie) e poi c’è la pratica in orchestre professionali e di formazione. La lettera che Vittorio ha scritto di getto ai dirigenti della OTO dice proprio questo: i grandi risultati si raggiungono insieme. Perché oggi non basta essere bravi, appassionati e “votati” alla causa. Bisogna anche avere la fortuna di trovarsi in contesti di qualità, dove si persegue l’innalzamento del livello e non una “galleggiante” sopravvivenza. Il prof. Bongiorno, in qualità di primo oboe, ha dato tanto alla OTO, al suo pubblico ed ai colleghi, che lo salutano con più di qualche lacrima. Con sincerità ed umiltà, Vittorio riconosce che anche la OTO ha dato molto a lui, così tanto da stabilire un rapporto di affetto ed uno slancio nella voglia di tornare. In questa reciprocità, in questo intreccio di relazioni nel segno della passione e della qualità, sta l’essenza di un’orchestra di alta formazione professionale. Vicenza dovrebbe andarne orgogliosa. ●

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