Prosciutto di San Daniele DOP - ID CARD

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PROSCIUTTO DI SAN DANIELE DOP

DOCUMENTI ANALIZZATI

Disciplinare di produzione - Data di riferimento 01/05/2023

Piano dei Controlli - Data di riferimento 12/07/2023

Tariffario – Data di riferimento 26/07/2023

Statuto del Consorzio di tutela - Data di riferimento 15/06/2021

Piano di regolazione dell’offerta 2024-2026

IlConsorziodiTuteladelProsciuttodiSanDanielehadasempreorientatolasuastrategiaversostandarddieccellenzamoltoelevati, integrandounapprocciomiratoallasostenibilità.Attraversounimpegnoconcreto,promuoveunagestionepiùefficienteeconsapevole del settore e della produzione. Il progetto “Modello di eccellenza e sostenibilità” del Consorzio opera in tre aree chiave: Ambiente, Persone e Prodotto. Ogni anno, i risultati raggiunti e le attività svolte vengono presentati nel documento “Valore Concreto.” Tra le iniziativepiùsignificative:lacostruzionediunimpiantodedicatoalrecuperodegliscartisalini;l’analisidelciclodivitapermisurare l’impattoambientaledelprodotto;investimentipermigliorareilsistemaditracciabilità;sensibilizzazionedellafilierasulbenessere animale; dialogo continuo con i consumatori e incontri con gli stakeholder per affrontare temi e sfide legate alla sostenibilità. La documentazionerelativeaquesteattivitànonrientranell’analisiriportatadiseguito.

NUMERO INDICATORI

QUALIVITA

ANALISI GENERALE

N.ro indicatori applicati N.ro ind comparto

→ PUNTI DI FORZA

Nell’analisi dei documenti relativi al prodotto sono stati individuati una serie di elementi riconducibili a 27 indicatori della sostenibilità c he qualificano la filiera, suggerendo quali siano i suoi attuali punti di forza.

I punti di forza sono “indicatori effettivi” ovvero ben coperti da documenti mappati (es. piano dei controlli e/o disciplinare) o coperti dagli indicatori che risultano peculiari del singolo prodotto a seguito dell’analisi. Per indicatore peculiare si intendono indicatori presenti solo nel prodotto analizzato o presenti al massimo nella metà dei prodotti analizzati appartenenti alla categoria merceologica. Gli indicatori potenziali (che figurano in documenti non sottoposti a verifica da parte di terzi) non sono classificati come punti di forza.

Sulla base della lettura di questi elementi, i punti di forza del prodotto sono sotto riportati.

›› Rispetto al benchmark del settore prodotti a base di carne

1. Additivi : nel disciplinare di produzione non è previsto l’utilizzo di sostanze chimiche, conservanti o altri additivi (IND_225).

2. Piano di regolazione : presenza di un piano di regolazione dell’offerta (IND_028, IND_056).

3. Consapevolezza dei protocolli e degli standard di sicurezza alimentare (IND_067).

4. Presenza commerciale (IND_086).

→ PUNTI DI MIGLIORAMENTO

Nell’analisi dei documenti relativi al prodotto sono stati individuati una serie elementi riconducibili a 27 indicatori della sostenibilità che qualificano la filiera, suggerendo quali sono i suoi attuali punti di miglioramentoI punti di miglioramento sono indicatori mancanti, non riscontrati nel prodotto analizzato, rispetto agli indicatori di riferimento individuati della categoria merceologica valutata (benchmark). L’assenza di un indicatore che per gli altri prodotti del comparto risulta essere mappato ma categorizzato come potenziale non è considerato punto di miglioramento. Inoltre, come ulteriore considerazione, per ogni prodotto, in base al disciplinare, al livello di sostenibilità raggiunto, al contesto, sono stati suggeriti alcuni spunti di implementazione della sostenibilità

›› Indicatori migliorabili rispetto al benchmark del comparto prodotti a base di carne I Punti di miglioramento rispetto al comparto prodotti a base di carne sono 3/30:

• IND_238 Identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi

QUALIVITA

I disciplinari non prevedono requisiti di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Si tratta di requisiti obbligatori per legge e assoggettati al controllo dell’autorità competente (non dell’organismo di certificazione). Solo in un caso, fra quelli valutati, è previsto che l’operatore assoggettato ai controlli è tenuto a fornire al personale ispettivo e/o al personale in affiancamento dettagliate informazioni sui rischi specifici esistenti negli ambienti in cui saranno destinati ad operare e sulle misure di prevenzione e di emergenza, in relazione alla propria attività (compresi i DPI previsti e disponibili) al fine di consentire lo svolgimento dei controlli in sicurezza. Pur tuttavia è evidente che per nessuno dei prodotti valutati è prevista una valutazione/verifica della conformità degli operatori alle norme vigenti in materia di salute e sicurezza dei lavoratori da parte del Consorzio e/o dell’organismo di certificazione.

• IND_251 Ruolo del sistema IG nel mantenimento delle tradizioni e della cultura locale Le IG hanno un legame stretto con il territorio che le genera e la cultura che lo contraddistingue. In due dei prodotti analizzati si riscontra che “Per quanto concerne il legame con il territorio, si segnala quale determinante fattore umano l’esistenza di maestranze qualificate che hanno trasmesso di generazione in generazione la tradizione affermatasi nei secoli”. E ancora “È quindi evidente come gli elementi distintivi e peculiari del [...] a nonché la garanzia di mantenimento di elevati standard qualitativi, di igiene e sicurezza alimentare sono frutto di un’identità culturale che deriva dalle condizioni ambientali, dai fattori naturali ed umani del territorio”.

• IND_256 Sviluppo delle capacità per aumentare la produttività agricola

Nessuno dei disciplinari valutati prevede requisiti oggettivi e obbligatori in tal senso. In alcuni casi sono previsti requisiti potenziali. Per alcuni prodotti lo statuto del Consorzio prevede assistenza/consulenza ai consorziati per il miglioramento dell’azienda.

›› Indicatori potenziali ulteriormente sviluppabili

• IND_021 Spese totali per ricerca e sviluppo

Individuata una frase nello statuto del Consorzio: “Il Consorzio, che non persegue fini di lucro, ha i seguenti scopi che svolge a favore di tutti i soggetti inseriti nel sistema di controllo della DOP San Daniele: [...] ) svolgere attività di formazione e di ricerca scientifica nell’ambito della propria attività istituzionale anche in collaborazione con altri soggetti; [...] m) svolgere attività di formazione e di ricerca scientifica nell’ambito della propria attività istituzionale anche in collaborazione con altri soggetti”.

• IND_067 Consapevolezza dei protocolli e degli standard di sicurezza alimentare

Individuata una frase nello statuto: “[...] b) definire programmi recanti misure di carattere strutturale e di adeguamento tecnico finalizzate all’assicurazione del mantenimento dell’elevato standard qualitativo fissato dalla disciplina di produzione in termini di sicurezza igienico-sanitaria, caratteristiche chimiche, fisiche, organolettiche e nutrizionali del prodotto commercializzato, anche promovendo l’allestimento di sistemi di qualità consortili e di linee guida per il miglioramento qualitativo del prodotto”.

• IND_078 Visibilità del prodotto IG

Individuate due frasi nello statuto: “[...] c) tutelare, promuovere, valorizzare e curare gli interessi generali della Denominazione di Origine Protetta Prosciutto di San Daniele anche attraverso l’informazione del consumatore; [...] i) estendere in Italia ed all’estero la conoscenza e la diffusione del Prosciutto, nonché delle sue caratteristiche di qualità e di pregio, svolgendo ovunque apposita promozione ed opera di informazione anche riferita alla sua filiera produttiva;” e “o) per il perseguimento di quanto sopra (nei limiti della normativa di volta in volta in vigore ed in via strumentale per il conseguimento dell’oggetto sociale) il Consorzio può compiere tutte le operazioni commerciali, industriali e finanziarie ritenute dal Consiglio di Amministrazione accessorie o utili per il conseguimento dell’oggetto sociale”.

• IND_085 Nuovi mercati geografici e IND_086 Presenza commerciale

Individuata una frase nello statuto: “Il Consorzio nell’ambito degli scopi statutari, svolge le seguenti attività nell’interesse dei propri consorziati: a) favorisce e aderisce alle iniziative atte ad organizzare e facilitare, anche direttamente, la vendita e l’esportazione da parte dei consorziati e che, comunque, possano produrre vantaggi agli stessi ed alla affermazione del Prosciutto”.

• IND_349 Pratiche di gestione relative alle emissioni di gas serra

Individuata una frase nel Disciplinare di produzione: “Almeno il 50% della sostanza secca delle materie prime per i suini, su base annuale, proviene dalla zona geografica di allevamento di cui all’art. 3”.

›› Spunti di implementazione per la sostenibilità del prodotto

QUALIVITA

In linea generale si rileva una sproporzione tra il numero di indicatori applicati in relazione al pilastro «Resilienza economica» rispetto agli altri tre. Questo a riprova del fatto che il disciplinare di produzione e l’infrastruttura documentale della IG sono stati redatti con la finalità specifica di garantire il rispetto di requisiti qualitativi e merceologici di prodotto.

1. Benessere animale: per i prodotti di origine animale è un elemento valoriale imprescindibile è il rispetto di requisiti di benessere animale. Per il Prosciutto di San Daniele DOP, sarebbe importante e auspicabile definire requisiti di alimentazione degli animali e parametri di benessere animale più stringenti e attuali (IND_331, IND_333)

2. Formazione: la filiera suinicola è estremamente lunga e complessa cosi come le regole disciplinate non sono di semplice attuazione. Un’azione strutturata di formazione che parta dalla base allevatoriale sarebbe auspicabile (IND_019).

3. Analisi del rischio : L’analisi dei rischi potrebbe essere utilizzata come strumento metodologico per identificare le criticità e la possibile gestione.

TABELLA INDICATORI

IND_004 Aggiornamento per certificazione IG

IND_010 Conservazione dei registri

IND_021 Spese totali per ricerca e sviluppo

IND_028 Redditività a lungo termine

IND_043 Approvvigionamenti locali

IND_056 Evoluzione della produzione di prodotti certificati

IND_057 Produzione di IG

IND_060 Punti di controllo qualità

IND_066 Non conformità alle norme sulla sicurezza alimentare e sulla qualità degli alimenti

IND_067 Consapevolezza dei protocolli e degli standard di sicurezza alimentare

IND_069 Attrezzature e locali puliti

IND_071 Rispetto delle autorizzazioni sanitarie

Etichettatura del prodotto

IND_075 Sistema di tracciabilità forward

IND_077 Sistema di tracciabilità degli input e della qualità

IND_078 Visibilità del prodotto IG

Nuovi mercati geografici

IND_086 Presenza commerciale

IND_197 Riunioni formali dei membri IG tenutesi

IND_198 Riunioni dei membri IG tenutesi

IND_219 Riduzione degli abusi e delle imitazioni

IND_221 Reclami sulla qualità dei prodotti IG

IND_225 Assenza di sostenze sintetiche

IND_227 Classificazione NOVA degli alimenti IG

IND_238 Identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi *

IND_251 Ruolo del sistema IG nel mantenimento delle tradizioni e della cultura locale *

IND_256 Sviluppo delle capacità per aumentare la produttività agricola *

IND_331 Alimentazione animale

IND_333 Pratiche umane di gestione degli animali

IND_349 Pratiche di gestione relative alle emissioni di gas serra 1X P

INDICATORE EFFETTIVO INDICATORE POTENZIALE INDICATORE PECULIARE PUNTO DI MIGLIORAMENTO

PILASTRO RESILIENZA ECONOMICA

Il pilastro della resilienza economica è sviluppato nel tool FAO-oriGIn in ben 135 indicatori. Di questi quelli maggiormente rappresentati dai prodotti a base di carne sono 18, variamente applicati dai diversi prodotti. Taluni indicatori sono presenti nella documentazione analizzata in diversi punti per lo stesso prodotto. Gli indicatori a vario titolo rappresentati dai prodotti di tutte le categorie merceologiche valutate sono invece 23

TEMI SPECIFICI PROSCIUTTO DI SAN DANIELE DOP

• Il prodotto analizzato conta un totale di 18 indicatori (13 effettivi e 5 potenziali) sui 18 considerati relativi al pilastro della resilienza economica del comparto prodotti a base di carne. Il prodotto si posiziona quindi molto sopra rispetto alla media dei 14,4 indicatori caratteristici del comparto e molto sopra la media dei prodotti di tutte le categorie merceologiche mappate che è 12,9.

• I 18 indicatori di comparto interamente applicati sono:

IND_004 Aggiornamento per certificazione IG

IND_010 Conser vazione dei registri

ANALISI PILASTRI SOSTENIBILITÀ QUALIVITA

IND_021 Spese totali per ricerca e sviluppo

IND_028 Redditività a lungo termine

IND_043 Approvvigionamenti locali

IND_056 Evoluzione della produzione di prodotti certificati

IND_057 Produzione di IG

IND_060 Punti di controllo qualità

IND_066 Non conformità alle norme sulla sicurezza alimentare e sulla qualità degli alimenti

IND_067 Consapevolezza dei protocolli e degli standard di sicurezza alimentare

IND_069 Attrezzature e locali puliti

IND_071 Rispetto delle autorizzazioni sanitarie

IND_074 Etichettatura del prodotto

IND_075 Sistema di tracciabilità forward

IND_077 Sistema di tracciabilità degli input e della qualità

IND_078 Visibilità del prodotto IG

IND_085 Nuovi mercati geografici

IND_086 Presenza commerciale

• La maggior parte degli indicatori effettivi è stata riscontrata nel piano dei controlli (gestione registri degli operatori riconosciuti, rintracciabilità, punti di controllo qualità, etc.), disciplinare e statuto, mentre la gran parte dei potenziali è stata riscontrata sullo statuto.

• Tutti gli indicatori del comparto risultano applicati dal prodotto.

• Rispetto ai 23 indicatori rappresentativi di tutti i comparti merceologici valutati, in aggiunta non applicano gli indicatori:

IND_053 Effetti sull’economia locale

IND_062 Strategia di riduzione spreco della produzione IG

IND_076 Ricerca sui prodotti IG

IND_104 Gestione del rischio –

IND_122 Stagionalità del prodotto

→ SPUNTI DI IMPLEMENTAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ ECONOMICA PER IL SETTORE PRODOTTI A BASE DI CARNE

La gran parte dei prodotti analizzati non prevede in modo esplicito:

• IND_021 Investimenti in ricerca e sviluppo

• IND_028 Redditività a lungo termine

• IND_056 Evoluzione della produzione di prodotti certificati

• IND_085 Nuovi mercati geografici

• IND_086 Presenza commerciale

• IND_104 Gestione del rischio

→ SPUNTI DI IMPLEMENTAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ ECONOMICA PER IL SETTORE IG

• Gli indicatori economici considerati per tutti i comparti merceologici valutati corrispondono a 23. La media di tutti i prodotti considerati appartenenti alle diverse categorie merceologiche corrisponde a 12,9.

• La media più bassa con 11,2 indicatori è rappresentata dal settore dei vegetali trasformati mentre la media più alta con 14,4 indicatori è rappresentata dai prodotti a base di carne.

• Alla luce della mappatura dei prodotti campionati, per alzare il livello di applicazione degli indicatori economici occorre focalizzare l’attenzione almeno sugli indicatori relativi a:

In vestimento a lungo termine : IND_021 Spese totali per ricerca e sviluppo, IND_028 Redditività a lungo termine

Creazione del valore : IND_053 Effetti sull’economia locale, IND_056 Evoluzione della produzione di prodotti certificati

– Qualità del prodott o : IND_062 Strategia di riduzione spreco della produzione IG

Sicurezza alimentare : IND_067 Consapevolezza dei protocolli e degli standard di sicurezza alimentare

– Diversificazione : IND_085 Nuovi mercati geografici, IND_086 Presenza commerciale, IND_104 Gestione del rischio

• Andando oltre l’ambito dei 23 indicatori a vario titolo applicati dalle IG campionate, ci sono una serie di indicatori disattesi praticamente da tutti i prodotti che rappresentano un’ampia area di miglioramento per tutte le IG italiane rispetto agli indicatori FAO-oriGIn; fra i principali:

Costi, in vestimenti, reddittività : IND_001 Capitali patrimoniali per il benessere dei dipendenti, IND_002 Costi di conformità a standard o certificazioni di sostenibilità, IND_006 Costi energetici, IND_008 Costo del lavoro, IND_019 Costi di formazione, IND_020 Investimenti “green”, IND_026 Risparmio, IND_027 Efficienza degli investimenti, IND_033 Prezzo agricolo rispetto al prezzo di riferimento globale, IND_029 Produttività del territorio, IND_039 Efficienza dei costi (economica), IND_049 Valore economico direttamente generato e distribuito, IND_053 Effetti sull’economia locale.

Gestione del rischio : IND_098 Efficacia delle strategie di mitigazione, IND_100 Strategia sul cambiamento climatico, IND_101 Informazioni sul clima/implementazione di azioni di riduzione del rischio, IND_106 Copertura del rischio associato ai ricavi.

– Stabilità di mercati, produzioni e offerta : IND_116 Appropriazione del valore nella catena del valore, IND_117 Prezzo in diversi mercati, IND_124 Resilienza del settore, IND_129 Andamento dei costi di produzione, IND_135 Volatilità del prezzo di input.

→ STRUMENTI NORMATIVI IN AMBITO VOLONTARIO PER L’IMPLEMENTAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ

ECONOMICA

Alcuni indicatori attualmente disattesi potrebbero essere soddisfatti adottando una strategia basata su norme tecniche riconosciute a livello internazionale. Queste norme possono essere utilizzate come metodologie per il raggiungimento di obiettivi specifici. In alcuni casi, si applicano direttamente ai prodotti, mentre in altri riguardano la gestione aziendale.

Molti di questi strumenti normativi risultano utili anche nella redazione del bilancio di sostenibilità.

• Standard in materia di sicurezza alimentare : BRC/IFS/FSSC per le attività di trasformazione e GlobalGap per la fase agricola (IND_067 Consapevolezza dei protocolli e degli standard di sicurezza alimentare).

• Standard in materia di sostenibilità: ISCC, ISO 50001, ISO 45001, ISO 14064, ISO 14067, ISO 14001; Made Green in Italy, ISO 37101, UNI PDR 125, PAS 24000 (IND_002 Costi di conformità a standard o certificazioni di sostenibilità, IND_020 Investimenti “green”, IND_006 Costi energetici, IND_062 Strategia di riduzione dello spreco della produzione IG, IND_001 Capitali patrimoniali per il benessere dei dipendenti, IND_100 Strategia sul cambiamento climatico).

• Standard in materia di economia circolare: ISO 59020 (IND_062 Strategia di riduzione dello spreco della produzione IG).

QUALIVITA

• Standard in materia di gestione dei rischi : ISO 31000, ISO 37301, ISO 37001 (IND_104 Gestione del rischio, IND_067 Consapevolezza dei protocolli e degli standard di sicurezza alimentare).

• Stand ard in materia di governance, compresa la componente economica : ISO 37101: 2019 (IND_039 Efficienza dei costi, IND_046 Crescita inclusiva del settore agricolo, IND_049 Valore economico direttamente generato e distribuito, IND_053 Effetti sull ’economia locale, IND_124 Resilienza del settore, IND_129 Andamento dei costi di produzione).

→ CONSIDERAZIONI

Prezzo Equo : il tema dell’equità del trattamento economico riservato alla produzione primaria (allevamenti) è di grande attualità. Le IG in generale, avendo da tempo organizzato le filier e, potrebbero avere interesse a dimostrare oggettivamente la correttezza del trattamento economico riservato agli allevatori a riconoscimento del loro lavoro. L’adozione di una politica consor tile in tal senso potrebbe essere uno strumento di comunicazione estremamente efficace.

PILASTRO BUONA GOVERNANCE

Il pilastro della buona governance è sviluppato nel tool FAO-oriGIn in 89 indicatori. Di questi quelli maggiormente rappresentati dai prodotti a base di carne sono 4 , variamente applicati dai diversi prodotti. Taluni indicatori sono presenti nella documentazione analizzata in diversi punti per lo stesso prodotto. Gli indicatori a vario titolo rappresentati dai prodotti di tutte le categorie merceologiche valutate sono invece 5

→ TEMI SPECIFICI PROSCIUTTO DI SAN DANIELE DOP

• Il prodotto analizzato conta un totale di 4 indicatori (tutti effettivi) sui 4 considerati relativi al pilastro della buona governance. Il prodotto si posiziona quindi leggermente sopra la media con le altre IG (3,8) e con il comparto (3,8).

• Gli indicat ori applicati sono:

IND_197 Riunioni formali dei membri IG tenutesi

IND_198 Riunioni dei membri IG t enutesi

IND_219 Riduzione degli abusi e delle imitazioni

IND_221 R eclami sulla qualità dei prodotti IG

• Rispetto ai 5 indicatori rappresentativi di tutti i comparti merceologici valutati, in aggiunta non si applicano gli indicatori:

IND_174 Piano di gestione della sostenibilità (che tra tutti è applicato solamente da un prodotto del paniere analizzato)

→ SPUNTI DI IMPLEMENTAZIONE PER IL SETTORE PRODOTTI A BASE DI CARNE

Tutti i prodotti trasformati analizzati rispettano 4 indicatori su 5 in quanto ampiamente presenti negli statuti dei Consorzi di tutela a dimostrazione che tali enti rivestono un ruolo strategico in ambito governance.

L’unico indicatore disatteso è IND_174 Piano di gestione della sostenibilità che figura solo in uno dei 30 prodotti valutati.

→ SPUNTI DI IMPLEMENTAZIONE DELLA BUONA GOVERNANCE PER IL SETTORE IG

• Confr ontando i prodotti a base di carne analizzati con le altre categorie merceologiche campionate, l’unico indicatore che manca rispetto alle IG analizzate in generale è IND_174 Piano di gestione della sostenibilità, che figura solo in un prodotto fra quelli valutati.

• Andando oltre l’ambito dei 5 indicatori a vario titolo applicati dalle IG campionate, ci sono una serie di indicatori disattesi praticamente da tutti i prodotti analizzati che rappresentano un’ampia area di miglioramento per tutte le IG italiane rispetto agli indicatori FAO-oriGIn; fra i principali:

Audit : IND_136 Audit olistici, IND_137 Capacità di audit interno, IND_138 Procedura di audit interno, IND_139 Frequenza degli audit interni, IND_140 Disciplina di monitoraggio.

Struttura e leadership : IND_145 Le donne come decisori.

– Trasparenza : IND_149 Episodi confermati di corruzione e azioni intraprese, IND_154 Comunicazione e formazione sulle politiche e procedure anticorruzione, IND_155 Operazioni valutate per rischi legati alla corruzione.

– Due diligence : IND_160 Integrazione delle informazioni di sostenibilità nel reporting, IND_161 Due diligence, IND_163 Impatti ambientali e sociali negativi nella catena di fornitura e azioni intraprese, IND_165 Pratiche di due diligence, IND_168 Standard di condotta e politica di integrità, IND_173 Governo dell’organizzazione.

Gestione della sostenibilità : IND_174 Piano di gestione della sostenibilità.

– Legittimità : IND_185 Rispetto delle regole decisionali e dello statuto dell’organizzazione IG, IND_187 Partecipazione allo sviluppo delle politiche pubbliche, IND_192 Processo decisionale inclusivo.

Un aspetto importante da sottolineare è che molti degli indicatori che non risultano oggettivamente presenti nei documenti analizzati sono in realtà applicati da molti Consorzi di tutela. P ur tuttavia, ad una verifica esterna ed in assenza di audit ai Consorzi non è stato possibile ritenerli applicati in fase di analisi. L’opportunità di miglioramento consiste nella loro oggettivazione in procedure/documenti/statuti dei Consorzi oltre al rafforzamento di audit interni e di par te terza per accertarne l’applicazione.

QUALIVITA

→ STRUMENTI NORMATIVI IN AMBITO VOLONTARIO PER L’IMPLEMENTAZIONE DELLA BUONA GOVERNANCE

Alcuni indicatori attualmente disattesi potrebbero essere soddisfatti adottando una strategia basata su norme tecniche riconosciute a livello internazionale. Queste norme possono essere utilizzate come metodologie per il raggiungimento di obiettivi specifici. In alcuni casi, si applicano direttamente ai prodotti, mentre in altri riguardano la gestione aziendale. Molti di questi strumenti normativi risultano utili anche nella redazione del bilancio di sostenibilità.

• Organizzazione: ISO 9001, PAS 24000, ISO 31000, ISO 37301 e ISO 37001: IND_174 Piano di gestione della sostenibilità, IND_136 Audit olistici, IND_137 Capacità di audit interno,

IND_138 Procedura di audit interno, IND_139 Frequenza degli audit interni, IND_140 Disciplina di monitoraggio, IND_149 Episodi confermati di corruzione e azioni intraprese, IND_152 Importo delle multe pagate/da pagare a causa di accordi legati alla corruzione, IND_154 Comunicazione e formazione sulle politiche e procedure anticorruzione, IND_155 Operazioni valutate per rischi legati alla corruzione, IND_178 Procedure di reclamo, IND_179 Reclami degli stakeholder, IND_210 Percorso verso la conformità.

• Pari opportunità: UNI PDR 125: IND_145 Le donne come decisori, IND_192 Processo decisionale inclusivo, IND_213 Formazione dei dipendenti sulle politiche o procedure sui diritti umani.

QUALIVITA

PILASTRO BENESSERE SOCIALE

Il pilastro del benessere sociale è sviluppato nel tool FAO-oriGIn in ben 102 indicatori. Di questi quelli maggiormente rappresentati dai prodotti a base di carne sono 5 , variamente applicati dai diversi prodotti. Il numero medio di indicatori applicati dai prodotti del comparto prodotti a base di carne è 2,2. Per i prodotti valutati appartenenti a tutte le categorie merceologiche sono invece 9 e il valore medio è 3,5. Taluni indicatori sono presenti nella documentazione analizzata in diversi punti per lo stesso prodotto.

TEMI SPECIFICI PROSCIUTTO DI SAN DANIELE DOP

• Il prodotto analizzato conta un totale di 2 indicatori (tutti effettivi) sui 5 di comparto considerati relativi al pilastro del benessere sociale. Il prodotto si posiziona quindi sotto la media dei 2,2 indicatori caratteristici del comparto e sotto la media delle IG di tutti i settori merceologici (3,5) analizzati.

• Gli indicat ori applicati sono:

IND_225 A ssenza di sostanze sintetiche

– IND_227 Classificazione NOVA degli alimenti IG

• Rispetto ai 5 indicatori di comparto il prodotto non applica:

IND_2 38 Identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi

IND_25 1 Ruolo del sistema IG nel mantenimento delle tradizioni e della cultura locale

IND_256 Sviluppo delle capacità per aumentare la produttività agricola

• Rispetto ai 9 indicatori rappresentativi di tutti i comparti merceologici valutati, in aggiunta non si applicano gli indicatori:

– IND_226 Presenza di nutrienti preziosi

– IND_228 Procedure/metodi di lavorazione sensibili alla nutrizione –

IND_261 Istruzione e formazione formale e non formale

– IND_277 Impor tanza del sistema IG nella comunità

• La maggior par te degli indicatori effettivi è stata riscontrata nel disciplinare.

→ SPUNTI DI IMPLEMENTAZIONE DEL BENESSERE SOCIALE PER IL SETTORE PRODOTTI A BASE DI CARNE

La gran parte dei prodotti analizzati non prevede in modo esplicito:

• IND_2 38 Identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi

• IND_25 1 Ruolo del sistema IG nel mantenimento delle tradizioni e della cultura locale

• IND_261 Istruzione e formazione formale e non formale

• IND_256 Sviluppo delle capacità per aumentare la produttività agricola

→ SPUNTI DI IMPLEMENTAZIONE DEL BENESSERE SOCIALE PER IL SETTORE IG

• Rispetto ai 9 indicatori di benessere sociale considerati la media del campione di tutte le merceologie valutate corrisponde a 3,5. La media più bassa con 2,2 indicatori è rappresentata dal settore dei prodotti a base di carne mentre la media più alta con 4,7 indicatori è rappresentata dal settore dei formaggi, seguita dagli oli con 4,5 indicatori.

• Alla luce della mappatura dei prodotti campionati, per alzare il livello di applicazione degli indicatori economici occorre focalizzare l’attenzione almeno sugli indicatori:

– Sicurezza alimentare e nutrizionale: IND_225 Assenza di sostanze sintetiche, IND_226 Presenza di preziosi nutrienti (che risulta adottato solo in uno dei disciplinari valutati)

– Rischi : IND_238 Identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi

– Formazione : IND_256 Sviluppo delle capacità per una maggiore produttività agricola

• Andando oltre l’ambito dei 9 indicatori a vario titolo applicati dai prodotti di tutte le categorie merceologiche, ci sono una serie di indicatori disattesi praticamente da tutti i prodotti che rappresentano un’ampia area di miglioramento per tutte le IG italiane rispetto agli indicat ori FAO-oriGIn; fra i principali:

– Salut e pubblica, sicurezza e salute sul lavoro : IND_231 Impatto dell’IG sulla qualità dell’aria, IND_232 Impatto dell’IG sulle fonti idriche locali, IND_233 Impatto dell’IG sullo smaltimento dei rifiuti, IND_234 Formazione sulla sicurezza e salute, IND_236 Spese per la salute e la sicurezza dei dipendenti in percentuale dei ricavi, IND_238 Identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi, IND_244 Sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro

Produttività : IND_257 Implementazione di pratiche che portano ad un aumento della produttività, IND_259 Educazione allo sviluppo sostenibile, IND_261 Istruzione e formazione formale e non formale

Qualità della vita : IND_270 Valutazione dei diritti umani, IND_288 Impatto sociale dei prodotti IG, IND_289 Nuove generazioni, IND_292 Autonomia nella produzione.

Parità di genere : IND_293 Pratiche legate alle donne, IND_294 Donne come decisori, IND_295 Rapporto di remunerazione tra generi, IND_297 Partecipazione delle donne alle organizzazioni di produttori, IND_298 Diritti politici delle donne (capacità di rappresentare unità produttive), IND_299 Diversità dei dipendenti, IND_303 Trattamento equo per i lavoratori vulnerabili, IND_312 Formazione dei dipendenti sulle politiche o procedure sui diritti umani.

Pratiche commerciali : IND_324 Formalizzazione della catena del valore, IND_325 Risoluzione dei conflitti riguardanti prezzi e qualità.

Molti degli indicat ori succitati, non sono formalmente previsti dai documenti analizzati ma sono previsti dalle norme cogenti applicabili in Italia in materia di salute e diritti dei lavoratori. Prevedendone un richiamo nei documenti applicabili alla IG e valutando idonee modalità di accertamento della loro corretta applicazione molti di questi indicatori potrebbero esser e ottemperati.

→ STRUMENTI NORMATIVI IN AMBITO VOLONTARIO PER L’IMPLEMENTAZIONE DEL BENESSERE SOCIALE

QUALIVITA

Alcuni indicatori attualmente disattesi potrebbero essere soddisfatti adottando una strategia basata su norme tecniche riconosciute a livello internazionale. Queste norme possono essere utilizzate come metodologie per il raggiungimento di obiettivi specifici. In alcuni casi, si applicano direttamente ai prodotti, mentre in altri riguardano la gestione aziendale.

Molti di questi strumenti normativi risultano utili anche nella redazione del bilancio di sostenibilità.

• Standard in materia di governance di sostenibilità: ISO 37101 (IND_263 - 289)

• Standard in materia di parità di genere, inclusione e corporate social responsibility: UNI PDR 125, PAS 24000, ISO 30415 e GlobalGap + Grasp per la fase agricola (IND_291 - 292 - 293 - 294 - 295 - 296 - 297 - 298 - 299 - 300 - 301 - 303 - 270 - 271 - 272 e dal 304 al 322)

• Standard in materia di gestione dei rischi: ISO 31000

• Sicurezza sui luoghi di lavoro: ISO 45001 e GlobalGap per la fase agricola (IND_234 - 238241 - 244 - 245 - 246 - 247).

→ CONSIDERAZIONI

• Div ersità e inclusione : è un tema estremamente attenzionato anche dal dipartimento pari opportunità del ministero. Rilevante anche per le filiere agro-alimentari (ad esempio rif. Rapporto FAO 2023 «Status of Woman in agrifood system»); esistono finanziamenti ed agevolazioni per le imprese e le organizzazioni che adottino un sistema di parità di genere certificato secondo la norma UNI/PDR 125. L’adozione di una politica consortile in tal senso potrebbe aumentare il livello di applicazione degli indicatori.

• Nuo ve generazioni : il cambio generazionale è un elemento critico per molti comparti industriali e manifatturieri. Lo stesso vale per il settore agricolo, per il quale la Politica Agricola Comune (PAC) 2023-2027 prevede delle specifiche misure di aiuto ai giovani imprenditori agricoli. L’adozione di una politica consortile in tal senso potrebbe aumentare il liv ello di applicazione degli indicatori applicati.

• Sicurezza e salut e sul lavoro : è un tema sempre di attualità, soprattutto in ambito agricolo. L’adozione di una politica consortile in tal senso con riferimento specifico alla fase agricola potrebbe aumentare il livello di sostenibilità.

• Diritti dei lavoratori : nel mondo agricolo è tema sempre rilevante. Si pensi al tema del caporalato che potrebbe avere impatti estremamente negativi sull’immagine delle IG qualora venisse riscontrato. Si considerino a titolo di esempio le notizie di cronaca più recenti sul tema. L’adozione di una politica consortile con riferimento specifico alla fase agricola potrebbe aumentare il livello di applicazione degli indicatori.

PILASTRO INTEGRITÀ AMBIENTALE

Il pilastro dell’integrità ambientale è sviluppato nel tool FAO-oriGIn in 116 indicatori. Di questi quelli maggiormente rappresentati dai prodotti a base di carne sono 3 variamente applicati dai diversi prodotti. Gli indicatori a vario titolo rappresentati dai prodotti di tutte le categorie merceologiche valutate sono invece 8 . Taluni indicatori sono presenti nella documentazione analizzata in diversi punti per lo stesso prodotto.

→ TEMI SPECIFICI PROSCIUTTO DI SAN DANIELE DOP

• Il prodotto analizzato conta un totale di 3 indicatori (2 effettivi e 1 potenziale) sui 3 di comparto. Il prodotto si posiziona sopra la media del comparto (1,6) e sopra la media dei prodotti di tutte le categorie merceologiche (1,3).

• I tre indicatori applicati sono:

IND_331 Alimentazione animale

QUALIVITA

IND_333 Pratiche umane di gestione degli animali

IND_349 Pratiche di gestione relative alle emissioni di gas serra.

• Rispetto agli 8 indicatori mappati per tutte le IG valutate, in aggiunta a quanto sopra non risultano applicati dal prodotto:

IND_36 2 Varietà e razze adattate localmente

IND_386 Consolidament o del paesaggio delle IG

IND_387 Tutela del paesaggio

IND_389 Pratiche di conser vazione e ripristino del suolo

IND_433 Piano consumo acqua

→ SPUNTI DI IMPLEMENTAZIONE DELL’INTEGRITÀ AMBIENTALE PER IL SETTORE PRODOTTI A BASE DI CARNE

Tutti i prodotti del comparto applicano i tre indicatori mappati, ad eccezione della Bresaola della Valtellina IGP e della Mortadella Bologna IGP per la quale sono non applicabili.

→ SPUNTI DI IMPLEMENTAZIONE DELL’INTEGRITÀ AMBIENTALE PER IL SETTORE IG

• I prodotti a base di carne con i loro 1,6 indicatori medi sono leggermente sopra la media dei prodotti analizzati la cui media è 1,3.

• Considerando i 116 indicatori del tool FAO-oriGIn, fra gli indicatori a vario titolo disattesi, quelli che possono rappresentare aree di miglioramento per le IG italiane sono raggruppabili nelle seguenti categorie:

Benessere animale : IND_327 Salute degli animali, IND_328 Certificazione rispetto agli standard di salute e benessere degli animali, IND_329 Pratiche sanitarie animali, IND_333 Pratiche umane di gestione degli animali.

Qualità dell ’aria : IND_334 Pratiche di prevenzione dell’inquinamento atmosferico, IND_335 Obiettivo di riduzione dell’inquinamento atmosferico, IND_336 Concentrazione ambientale di inquinanti atmosferici, IND_337 Odori sgradevoli, IND_338 Conflitti legati agli odori sgradevoli.

Emissioni : IND_339 Sostanze dannose per l’ozono, IND_340 Emissioni indirette di gas a effetto serra (GHG) legate all’energia (scope 2), IND_341 Emissioni animali, IND_342

Intensità delle emissioni di CO2, IND_343 Emissioni dirette di GHG (scope 1), IND_344

Emissioni totali da fertilizzanti, IND_345 Bilancio dei gas serra, IND_346 Pratiche di mitigazione dei gas serra, IND_347 Altre emissioni indirette di GHG (scope 3), IND_348 Intensità di riduzione delle emissioni di GHG.

Diversità dell’ecosistema e diversità genetica : IND_350 Tasso di perdita degli habitat naturali, IND_351 Consapevolezza dei produttori di IG sui valori della biodiversità, IND_352 Impatti significativi di attività, prodotti e servizi sulla biodiversità, IND_353 Connettività dell’ecosistema, IND_354 Pratiche di miglioramento dell’ecosistema, IND_355 Piano di conservazione e ripristino degli habitat paesaggistici, IND_357 Piano di conservazione e ripristino dell’habitat marino, IND_360 Conservazione dell’agrobiodiversità in situ.

Gestione e uso del territorio : IND_381 Area agricola soggetta a pratiche agricole produttive e sostenibili, IND_382 Rotazione delle colture, IND_383 Eterogeneità temporale e spaziale del sistema agricolo, IND_384 Conversione dell’ecosistema naturale, IND_385 Generazione del paesaggio, IND_386 Consolidamento del paesaggio delle IG, IND_387 Conservazione del paesaggio.

QUALIVITA

Qualità del suolo: IND_388 Piano di conservazione e ripristino del suolo, IND_389 Pratiche di conservazione e riabilitazione del suolo, IND_390 Degrado del suolo, IND_391 Perdita/guadagno netto di terreno produttivo, IND_392 Salute e analisi del suolo, IND_393 Manutenzione sul campo, IND_394 Ottimizzazione dell’uso dei fertilizzanti, IND_395 Qualità biologica dei suoli, IND_396 Qualità chimica dei suoli, IND_397 Misure di conservazione del suolo e misure per migliorare l’uso dell’acqua da parte delle piante, IND_398 Struttura fisica dei suoli, IND_389 Pratiche di conservazione e ripristino del suolo.

Uso efficiente dell’energia: IND_410 Consumo energetico, IND_411 Pratiche di risparmio energetico, IND_412 Riduzione del consumo energetico, IND_413 Energie rinnovabili, IND_414 Obiettivo sull’utilizzo dell’energia rinnovabile, IND_415 Autonomia energetica.

Rifiuti : IND_416 Spreco alimentare, IND_419 Riduzione dei rifiuti, IND_420 Smaltimento dei rifiuti, IND_421 Riciclaggio e riutilizzo dei rifiuti, IND_422 Pratiche di riduzione dei rifiuti, IND_423 Obiettivo di riduzione dei rifiuti, IND_424 Riduzione dell’uso di materiali di imballaggio in plastica.

Acqua : IND_435 Prelievi totali di acque sotterranee e superficiali, IND_436 Livello di stress idrico, IND_437 Impronta idrica blu, IND_438 Impronta idrica verde, IND_439 Impronta idrica grigia, IND_440 Consumo acqua, IND_441 Riciclo e riutilizzo dell’acqua, IND_442 Efficienza nell ’uso dell’acqua.

→ STRUMENTI NORMATIVI IN AMBITO VOLONTARIO PER L’IMPLEMENTAZIONE DELL’INTEGRITÀ AMBIENTALE

Alcuni indicatori attualmente disattesi potrebbero essere soddisfatti adottando una strategia basata su norme tecniche riconosciute a livello internazionale. Queste norme possono essere utilizzate come metodologie per il raggiungimento di obiettivi specifici. In alcuni casi, si applicano direttamente ai prodotti, mentre in altri riguardano la gestione aziendale. Molti di questi strumenti normativi risultano utili anche nella redazione del bilancio di sostenibilità.

• Organizzazione: ISO 37001

• Impatto ambientale: ISO 14001, LCA, ISO 14040, ISO 14044, ISO 14067, ISO 14064, Made Green in Italy, ISO 50001

• Biodiversità: Biodiversity Friend

• Buone pratiche agricole, pratiche di agricoltura rigenerativa e carbon farming: GlobalGap, Leaf Marque, SQNPI, ISCC, FSA, Biologico.

• Benessere animale: SQNBA (di prossima pubblicazione)

→ CONSIDERAZIONI

• Impatt o ambientale : gli impatti ambientali e la loro riduzione sono elementi richiesti da numerose iniziative/strategie a livello globale ed europeo (es. Agenda 2030, Green Deal, Farm to Fork etc.) così come dalle recenti normative di rendicontazione degli asset intangibili (Environment-Social-Governance ESG) quali ad esempio la direttiva CSRD. L’adozione di una politica consortile in tal senso potrebbe aumentare il livello di applicazione degli indicat ori 334 - 335 - 336 - 339 - 340 - 341 - 342 - 343 - 344 - 345 - 346 - 347 - 348 - 349 - 425 - 427 - 428 - 429 -430 - 431 - 432 - 433 - 435 - 436 - 437 - 438 - 439 - 440 - 441 - 442. Si considerino a titolo meramente esemplificativo i lavori fatti da Consorzio Grana Padano DOP, Prosciutto di Parma DOP e Asiago DOP su Made Green in Italy. Si consiglia di valutare un approccio sistemico (di comparto) anziché di singole realtà aziendali.

• Biodiversità : la strategia europea per la biodiversità 2030 e la strategia europea Farm to Fork richiamano questo tema, vi sarebbero obiettivi vincolanti anche per gli ecosistemi agrari. Sarebbe molto interessante una valutazione oggettiva della biodiversità (anche attraverso l’ausilio di standard riconosciuti)  per poter rafforzare il racconto e il legame con il t erritorio andando a migliorare l’adozione degli indicatori da 350 a 370.

QUALIVITA

• Buone pratiche agricole, pratiche di agricoltura rigenerativa e carbon farming : la strategia europea Farm to Fork promuove la riduzione dell’uso di pesticidi e fertilizzanti e antimicrobici, l’aumento dei terreni destinati ad agricoltura BIO, il sequestro del carbonio nei suoli agricoli; per il carbon farming il riferimento è la bozza di Regolamento europeo su carbon farming COM(2022) 672 final «REGULATION OF THE EUROPEAN PARLIAMENT AND OF THE COUNCIL establishing a Union certification framework for carbon removals». L’adozione di una strategia consortile in materia potrebbe aumentare il livello di applicazione del BIO nelle aziende agricole e/o sistemi di coltivazione/allevamento a basso impatto ambientale migliorando l’adozione degli  indicatori: 378 - 379 - 380 - 381 - 382 – 383 - 384 - da 388 a 398 - 40 5 - 409.

• Efficienza energetica : il Green Deal, prevede l’incremento dell’efficienza energetica e l’utilizzo di energia pulita; la nuova Direttiva UE 2023/1791 sull’efficienza energetica, entra -

ta in vigore nell’ottobre 2023, aumenta gli obiettivi di efficienza energetica dell’UE. L’adozione di una strategia consortile in materia potrebbe aumentare il livello degli indicatori dal 410 al 415. A titolo meramente esemplificativo si cita la norma ISO 50001 sul sistema di gestione dell’energia che, insieme a norme tecniche come Made Green in Italy, può costituire uno strumento metodologico utile per valutare prima e ridurre poi i consumi energetici. L’approccio organico e strutturato potrebbe essere funzionale a intercettare finanziamenti pubblici.

• Gestione dei rifiuti : il Green Deal prevede due strategie: 1) strategia Farm to Fork che prevede la riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari, 2) piano di azione per l’economia circolare che prevede anche dei punti di azione finalizzati alla riduzione della generazione dei rifiuti; da ricordare inoltre la direttiva dell’Unione Europea sui rifiuti 2008/98/ CE, con in corso una proposta di revisione che fisserebbe nuovi obiettivi di riduzione degli sprechi alimentari e dei rifiuti del tessile.  Una strategia consortile sul punto consentirebbe di rispondere agli indicatori da 416 a 424.

• Benessere animale : la strategia europea Farm to Fork, tra i vari obiettivi prevede anche il miglioramento del benessere animale; in Italia si segnala la previsione di finalizzazione del Sistema di Qualità Nazionale Benessere Animale (SQNBA) che pone l’accento sulle modalità di conduzione dell’allevamento, sull’uso responsabile del farmaco, la biosicurezza e sulla gestione della risorsa idrica; inoltre la Politica Agricola Comune PAC prevede, attraverso l’adozione degli ecoschemi, l’erogazione di finanziamenti; in particolare l’Italia ha deciso di adottarne 5, in cui il primo prevede un pagamento per la riduzione della antimicrobico resistenza e il benessere animale da parte delle aziende agricole. Una strategia consor tile sul punto consentirebbe di rispondere agli indicatori da 327 a 333.

QUALIVITA

QUALIVITA

PROSCIUTTO DI SAN DANIELE DOP :: 29 DISCIPLINARE DI PRODUZIONE :: 38 PIANO DI CONTROLLO :: 9 STATUTO :: 14 ALTRI REGOLAMENTI

PROSCIUTTO DI SAN DANIELE DOP

ALLEGATO ANALISI DOCUMENTALE

90 frasi riscontrate nell’analisi dei documenti collegate a 27 indicatori di sostenibilità

successivamente da ICQRF. L'OdC ha la responsabilità di applicare il Tariffario senza alcuna variazione e gli operatori riconosciuti (allevamenti, macelli, sezionatori, prosciuttifici, disossatori, affettatori) hanno la responsabilità di corrispondere le quiote previste all'OdC. OdC

economica Investimento Costi IND_004 Aggiornamento per certificazione IG Costi sostenuti per ottenere la certificazione IG (se presente)/vendite totali previste in tre anni

Aggiornamento dei processi, dei controlli, della tracciabilità. Cambiamenti

deve riconoscere all'OdC gli importi definiti dal tariffario approvato da ICQRF relativi al numero di cosce proposte per la DOP. Laboratorio di sezionamento Resilienza

di tenuta dei registri (dei costi di produzione e della produzione) da parte dell'organizzazione IG e dei produttori produttori tengono traccia di tutto il reddito generato dalla coltura focus e possono rappresentare almeno l’80% dei costi totali. Nelle unità di produzione familiare, si suggerisce che le ore dedicate dai membri della famiglia alla produzione di IG siano contabilizzate sulla base di una tariffa oraria/mensile concordata

ddp Art. 4 Affettatura e confezionamento In questo modo, e attraverso l’iscrizione in appositi elenchi, gestiti dall’Organismo di controllo, degli allevamenti, macelli, laboratori di sezionamento, prosciuttifici, laboratori di affettamento, nonché attraverso la dichiarazione tempestiva all’Organismo di controllo delle quantità lavorate, è garantita la tracciabilità e la rintracciabilità (da monte a valle della filiera di produzione) del prodotto. Tutti gli operatori riconsociuti hanno l'obbligo di trasmettere le quantità lavorate ai fini della DOP. allevamenti, macelli, laboratori di sezionamento, prosciuttifici, laboratori di affettamento

(Attività istituzionale svolta in funzione della valorizzazione, promozione e tutela del Prosciutto)

1. Il Consorzio, che non persegue fini di lucro, ha seguenti scopi che svolge a favore di tutti soggetti inseriti nel sistema di controllo della DOP San Daniele: [...] svolgere attività di formazione e di ricerca scientifica nell’ambito della propria attività istituzionale anche in collaborazione con altri soggetti; [...] m) svolgere attività di formazione e di ricerca scientifica nell’ambito della propria attività istituzionale anche in collaborazione con altri soggetti;

Il Consorzio ha la responsabilità di stanziare investimenti rivolti a progetti finalizzati al miglioramento della qualità del prodotto, alla sostenibilità, all'efficientamento, alla tecnologia etc.

Consorzio di tutela

Consorzio di tutela

Resilienza economica Investimento Redditività IND_028 Redditività a lungo termine Elenco di investimenti, pratiche di gestione, nuove tecnologie e processi adottati per aumentare l'efficienza o migliorare la differenziazione della qualità del prodotto nei prossimi cinque anni (o più)

ti

Approvvigionamenti locali Acquisti da fornitori locali (importo)/totale acquisti (importo) Fornitori locali (numero)/totale fornitori (numero)

Economia locale Approvvigionamen ti locali IND_043 Approvvigionamenti locali Acquisti da fornitori locali (importo)/totale acquisti (importo) Fornitori locali (numero)/totale fornitori (numero)

Documenti aziendali e contabili, rapporti di gestione altro Piano di Regolazione dell'Offerta Cap. 2 § C Durata Il Piano ha durata triennale: dal 01/01/2024 al 31/12/2026 Il Consorzio ha la responsabilità di definire un piano di regolazione dell'offerta che deve essere approvato dai soci e anche dal Ministero. Tale piano ha lo scopo di garantire che l'offerta sia adeguata al mercato evitando forme di speculazione che possono danneggiare il prezzo di vendita del prodotto

Documenti aziendali, provenienza dei fornitori ddp Art. 3 Zona di Produzione La produzione, dalla salagione all’ultimazione dell’affinamento e fino all’apposizione del contrassegno a fuoco e/o del dispositivo identificativo di cui all’art. 5.4 e l’eventuale affettatura e confezionamento di cui all’art. 8.1.3 devono avvenire nella zona tipica di produzione delimitata dal territorio amministrativo del Comune di San Daniele del Friuli, Provincia di Udine, nella Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia. Il Prosciutto di San Daniele è ottenuto esclusivamente da suini nati, allevati, macellati e sezionati nel territorio delle seguenti regioni: Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Umbria, Toscana, Marche, Abruzzo e Lazio.

Ogni operatore riconosciuto (allevamenti, macelli, seziotori, prosciuttifici, disossatori, affettatori) ha la responsabilità di acquistare e destinare alla DOP esclusivamente materia prima proveniente dall'area geografica definita dalla DOP da soggetti riconosciuti. Anche l'attività di affettamento e confezionamento deve avvenire all'interno dell'area geografica definita dalla DOP. Allevamento, macello, laboratorio di sezionamento, prosciuttificio, disossatore, affettatore

Allevatore

Documenti aziendali, provenienza dei fornitori ddp Art. 5.1 Allevamento e alimentazione dei suini Almeno il 50% della sostanza secca delle materie prime per suini, su base annuale, proviene dalla zona geografica di allevamento di cui all’art. 3 L'allevatore ha la responsabilità di autoprodurre o acquistare dalimenti zootecnici provenienti dall'area geografica della DOP in misura pari al 50 % in sostanza secca della razione alimenatre su base annua.

del

e informazioni Qualità del prodotto IND_057 Produzione di IG Quota (%) di prodotti che soddisfano le specifiche del prodotto IG nel volume di produzione totale

di San daniele

Rapporto di controllo qualità: potenziale produttivo totale ddp Art. 2

intrinseco della DOP. Il secondo obiettivo è il consolidamento e la conquista di nuovi spazi di mercato. Per far fronte alle difficoltà crescenti sul mercato nazionale ed estero, è di fondamentale importanza sostenere la produzione con un’adeguata promozione e valorizzazione del prodotto. A tale scopo sono destinate le risorse economiche reperite direttamente dai prosciuttifici con il sistema di contribuzione, proporzionale alle quantità prodotte agli eventuali aumenti produttivi. Un ultimo obiettivo, non meno importante dei precedenti, quello di assicurare che gli standard qualitativi

sia sulla base della dimensione produttiva del prosciuttificio che sulla base della percentuale di incremento produttivo. Il Consorzio ha la responsabilità di definire un piano di regolazione dell'offerta che deve essere approvato dai soci e anche dal Ministero. Tale piano ha lo scopo di garantire che l'offerta sia adeguata al mercato evitando forme di speculazione che possono danneggiare il prezzo di vendita del prodotto [verificare con Consorzio]

la responsabilità di utilizzare ai fini riproduttivi esclusivamenti verri e scrofe conformi alle genetiche disciplinate. La genetica è infatti determinante ai fini della qualità del prodotto

allevamento Le cosce suine fresche devono provenire da suini figli di: a) verri delle razze tradizionali Large White italiana, Landrace italiana e Duroc italiana così come migliorate dal Libro Genealogico Italiano, in purezza o tra loro incrociate, e scrofe delle razze tradizionali Large White italiana e Landrace italiana, in purezza o tra loro incrociate; b) verri delle razze tradizionali di cui alla lett. a) e scrofe meticce o di altri tipi genetici purché questi provengano da schemi di selezione e/o incrocio di razze Large White, Landrace e Duroc, attuati con finalità compatibili con quelle del Libro Genealogico Italiano, per la produzione del suino pesante; c) verri e scrofe di altri tipi genetici purché questi provengano da schemi di selezione e/o incrocio di razze Large White, Landrace e Duroc, attuati con finalità compatibili con quelle del Libro Genealogico Italiano, per la produzione del suino pesante; d) verri degli altri tipi genetici di cui alla lett. c) e scrofe delle razze tradizionali di cui alla lett. a)

Descrizione del prodotto Il Prosciutto di San Daniele è un prosciutto crudo salato e stagionato per non meno di 400 (quattrocento) giorni dalla data di inizio salagione. Al termine della lavorazione il prosciutto, ottenuto nel rispetto delle norme contenute nel presente disciplinare, prima dell’apposizione del contrassegno a fuoco e/o del dispositivo identificativo di cui all’art. 5.4 presenta le seguenti: caratteristiche fisico-morfologiche ed organolettiche: forma esteriore a chitarra, compresa la parte distale detta “piedino”; - superficie esterna completamente ricoperta dalla cotenna, ad eccezione del lato interno, originariamente oggetto di sezionamento; peso non inferiore a 8,3 chilogrammi e non superiore a 12,8 chilogrammi; - carni tenere, da verificare con il sondaggio ed al taglio; al taglio la parte grassa bianca e si presenta in giusta proporzione con la parte magra; la parte magra si presenta di colore rosato rosso, con qualche marezzatura; - il gusto è delicatamente dolce, con un retrogusto più marcato; l’aroma è fragrante e caratteristico in dipendenza del protratto periodo di stagionatura.

del prodotto caratteristiche fisico-chimiche determinate sul muscolo bicipite femorale: umidità non inferiore al 57,0% non superiore al 63,0%; sale (cloruro di sodio) non inferiore al 4,3% e non superiore al 6,0%; indice di proteolisi non superiore al 31%; attività dell’acqua (aW) non superiore a 0,930.

L'allevatore ha la responsabilità di impiegare esclusivamente le razze maschili e femminili definite dal disciplinare per la produzione di suinetti destinati alla DOP. Le razze sono determinanti per assicurare la qualità del prodotto stabilita nel disciplinare.

Allevatore

del prodotto

Produzione di IG Quota (%) di prodotti che soddisfano le specifiche del prodotto IG nel volume di produzione totale

Rapporto di controllo qualità: potenziale produttivo totale ddp Art. 5.1 Macellazione e sezionamento dei suini […] Le cosce suine fresche cosi sezionate e munite di parte distale, detta piedino, devono presentare le seguenti caratteristiche: peso non inferiore a 12,5 chilogrammi e non superiore a 17,5 chilogrammi; spessore del grasso del lato esterno della coscia fresca rifilata, misurato verticalmente in corrispondenza della testa del femore, detta “sottonoce”, con la coscia e il relativo lato esterno posto sul piano orizzontale, non inferiore a 17 millimetri cotenna compresa; per lato esterno della coscia si intende quello completamente ricoperto dalla cotenna; grasso di giusta consistenza, valutata attraverso la determinazione del numero di iodio, non superiore a 70, oppure del contenuto di acido linoleico, non superiore al 15%, da effettuarsi sul grasso interno ed esterno del pannicolo adiposo sottocutaneo della coscia; assenza di miopatie conclamate PSE, DFD e con postumi evidenti da pregressi processi flogistici traumatici. Ai soli fini specifici di lavorazioni destinate determinati Paesi terzi che vietano la presenza sul prosciutto della parte distale, detta piedino, è consentita la lavorazione di cosce prive di parte distale e con un peso compreso tra 12 e 17 chilogrammi.

e confezionamento devono essere

e affettati separatamente da altri prosciutti e possono essere stoccati per un periodo immediatamente precedente all’affettatura a temperature inferiori a 0°C. Il confezionamento può avvenire in confezioni ad atmosfera modificata, ovvero sottovuoto. Per il confezionamento del Prosciutto di San Daniele il laboratorio di affettamento iscritto al sistema di controllo deve utilizzare solo confezioni la cui veste grafica sia stata preventivamente approvata e autorizzata.

Il Prosciuttificio ha la responsabilità di presentare alla marchiatura (effettuata esclusivamente in presenza dell'OdC) solo prosciutti che rispettano le caratteristiche qualitative definite dal disciplinare. Deve quindi effettuare una attività di autocontrollo volta ad esclidere eventuali prosciutti non idonei

Prosciuttificio

Prosciuttificio

Il Prosciuttificio ha la responsabilità di presentare alla marchiatura (effettuata esclusivamente in presenza dell'OdC) solo prosciutti che rispettano le caratteristiche qualitative definite dal disciplinare. Deve quindi effettuare una attività di autocontrollo volta ad esclidere eventuali prosciutti non idonei

Il laboratorio di sezionamento ha la responsabilità di garantire attraverso il proprio autocontrollo che ogni coscia identificata come conforme rispetti le caratteristiche qualitative disciplinate

Resilienza economica Qualità
prodotto

e/o corn gluten feed s.s. fino al 10% della s.s. della razione Granturco s.s. fino al 65% della s.s. della razione Sorgo s.s. fino al 55% della s.s. della razione Orzo s.s. fino al 55% della s.s. della razione Frumento s.s. fino al 55% della s.s. della razione Triticale s.s. fino al 55% della s.s. della razione Silomais s.s. fino al 10% della s.s. della razione Pastone integrale di spiga di granturco s.s. fino al 20% della s.s. della razione Pastone di granella e/o pannocchia di granturco s.s. fino al 55% della s.s. della razione Cereali minori s.s. fino al 25% della s.s. della razione Cruscami e altri sottoprodotti della lavorazione del frumento s.s. fino al 20% della s.s. della razione Panello di lino, mangimi di panello di semi di lino, farina di semi di lino, mangimi di farina di semi di lino s.s. fino al 2% della s.s. della razione Polpe secche esauste di bietola s.s. fino al 10% della s.s. della razione Residui della spremitura della frutta e residui della spremitura del pomodoro, quali supporto delle premiscele s.s. fino al 2% della s.s. della razione Siero di latte 1 s.s. fino ad un massimo di 15 litri capo/giorno Latticello 1 s.s. fino ad un apporto massimo di 250 grammi capo/giorno di s.s. Trebbie e solubili di distilleria essiccati 2 s.s. fino al 3% della s.s. della razione Erba medica essiccata ad alta temperatura s.s. fino al 4% della s.s. della razione Melasso 3 s.s. fino al 5% della s.s. della razione Prodotti ottenuti per estrazione dai semi di soia 4 s.s. fino al 20% della s.s. della razione Prodotti ottenuti per estrazione dai semi di girasole 4 s.s. fino al 10% della s.s. della razione Prodotti ottenuti per estrazione dai semi di colza 4 s.s. fino al 10% della s.s. della razione Farina di germe di granturco s.s. fino al 5% della s.s. della razione Pisello s.s. fino al 25% della s.s. della razione Altri semi di leguminose s.s. fino al 10% della s.s. della razione Lieviti s.s. fino al 2% della s.s. della razione Lipidi con punto di fusione superiore 36°C s.s. fino al 2% della s.s. della razione Farina di pesce s.s. fino al 1% della s.s. della razione Soia integrale

Ingrasso: è l’ultima fase dell’allevamento, interviene a magronaggio completato e prosegue fino all’età della macellazione che deve essere di almeno 9 (nove) mesi. Alla fine della fase di ingrasso dovrà essere ottenuto un suino pesante che avrà raggiunto in fase di macellazione pesi della carcassa descritti al successivo art. 5.3. In questa fase sono consentiti gli alimenti costituiti dalle materie prime riportate nella Tabella delle materie prime ammesse nelle quantità indicate, ad esclusione della soia integrale tostata e/o panello di soia e della farina di pesce. L’alimentazione del suino nella fase di ingrasso deve inoltre tener conto di tutte le specifiche già previste per la fase di magronaggio, con la sola eccezione della presenza di s.s. da cereali che non deve essere inferiore al 55% di quella totale.

dei suini

macello L’età minima del suino alla macellazione è di 9 (nove) mesi; viene accertata sulla base del tatuaggio di origine e/o del dispositivo identificativo di cui all’art. 5.2, apposto dall’allevatore entro il ventottesimo giorno dalla nascita del suino. Il computo dell’età in mesi è dato dalla differenza tra il mese in cui avviene la macellazione e il mese di nascita. Le cosce suine fresche da utilizzare devono provenire solo da carcasse classificate H Heavy, con peso della carcassa da un minimo di 110,1 chilogrammi a un massimo di 168 chilogrammi, ed appartenenti alle classi «U», «R», «O» della tabella dell’Unione Europea per la classificazione delle carcasse suine. Il peso e la classificazione delle carcasse vengono accertati al momento della macellazione.

L'alimentazione zootecnica è infatti determinante per la qualità del prodotto finito.

Allevatore

Allevatore

L'allevatore ha la responsabilità di alimentare gli animali in fase di magronaggio esclusivamente con gli alimenti definiti dal disciplinare, nel rispetto delle percentuiali stabilite al fine di assicurare. L'alimentazione zootecnica è infatti determinante per la qualità del prodotto finito.

Macello

Il Macello ha la responsabilità di accertare l'idoneità di suini in ingresso rispetto all'età e alla provenienza da allevamenti riconosciuti. Ha inoltre la responsabilità di avviare al circuito tutelato esclusivamente le carcasse di peso idoneo

Punti di controllo qualità

Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare il deterioramento della qualità dei prodotti

Punti di controllo qualità Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare il deterioramento della qualità dei prodotti

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Qualità del prodotto IND_060 Punti di controllo qualità

Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare il deterioramento della qualità dei prodotti

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità

pdc Art. 6 Adempimenti generali osservati dagli operatori soggetti riconosciuti nel circuito della produzione tutelata della DOP sono tenuti: - [...] a adempiere agli obblighi previsti ai fini della produzione tutelata mediante la registrazione, la compilazione, la gestione e l’archiviazione della documentazione prevista dal Piano dei Controlli in modo da agevolare le verifiche da parte di IFCQ e delle Autorità ufficiali preposte al controllo;

Ogni operatore riconosciuto (allevamenti, macelli, seziotori, prosciuttifici, disossatori, affettatori) ha la responsabilità di tenere tutte le registrazioni necessarie per dimostrare la conformità del prodotto alle regole disciplinate

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità pdc Art. 6 Adempimenti generali osservati dagli operatori soggetti riconosciuti nel circuito della produzione tutelata della DOP sono tenuti: - […]ad eseguire e rispettare le procedure di autocontrollo, di tracciabilità, di rintracciabilità e di verifica dei requisiti prescritti dal Disciplinare; Ogni operatore riconosciuto (allevamenti, macelli, seziotori, prosciuttifici, disossatori, affettatori) ha la responsabilità di applicare un piano di autocontrollo sull'intero processo di produzione per assicurare il rispetto delle regole disciplinate. Tali attività devono essere formalizzate e rese disponibili ai controlli dell'Organismo di Controllo

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità

deve verificare la presenza, nel cartellino del mangime o nella documentazione accessoria, della dichiarazione circa l’idoneità alla DOP dell’alimento fornito che dovrà essere espressa mediante la seguente dicitura: “Mangime idoneo all’alimentazione

come definito al paragrafo 4, sulle cosce ritenute conformi e quindi prive delle inidoneità elencate in Allegato n. 15; - per LS “interni”, in caso di non applicazione del

Allevamento, macello, laboratorio di sezionamento, prosciuttificio, disossatore, affettatore

Allevamento, macello, laboratorio di sezionamento, prosciuttificio, disossatore, affettatore

Resilienza economica
Resilienza economica
informazioni
Resilienza economica

qualità Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare deterioramento della qualità dei prodotti

Comprensione dei difetti di qualità che derivano

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Qualità del prodotto IND_060 Punti di controllo qualità Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare deterioramento della qualità dei prodotti

che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare deterioramento della qualità dei prodotti

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità

Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare deterioramento della qualità dei prodotti

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità ddp Art. 5.1 Macellazione e sezionamento dei suini

e alimentazione dei suini

compilata in prima battuta (senza quindi necessità di revisione) ed entro il giorno lavorativo successivo a tali operazioni di verifica e selezione nel caso di revisione della DS; il documento deve essere prodotto anche nel caso in cui tutte le cosce della DS siano state omologate dal Prosciuttificio (in assenza, quindi, di cosce della DS non avviate alla DOP); compilare, per il prodotto a cui intende attribuire la DOP, la Dichiarazione del Prosciuttificio seguendo le indicazioni in Allegato n. 18; compilare il Registro del produttore nel rispetto di quanto prescritto in Allegato n. 19;

Il prosciuttificio ha la responsabilità di registrare tutte le informazioni relative alle cosce idonee omologate, alle cosce rese al laboratorio di sezionamento

deterioramento della qualità dei prodotti Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità

Caratteristiche delle cosce fresche

delle caratteristiche strutturali e organizzative rispetto agli elementi acquisiti in sede di riconoscimento e ad altri eventuali elementi acquisiti successivamente così come specificato nel paragrafo 5.2.2, con particolare riferimento all’autorizzazione sanitaria in corso di validità; la presenza, qualora ricorrano presupposti, presso l’insediamento produttivo, delle dotazioni consegnate o l’autorizzazione accordata alla loro conservazione in altro luogo; • il rispetto delle procedure di autocontrollo, tracciabilità rintracciabilità. In particolare, gli Allevamenti devono separare suini destinati alla produzione tutelata da quelli non destinati a tal fine. Per quanto riguarda gli altri Operatori, il prodotto da destinare alla DOP deve essere lavorato, movimentato e/o stoccato in modo tale che risulti sempre identificabile per evitare qualsiasi commistione con prodotto generico non destinato al circuito tutelato; inoltre, al fine di evitare tali commistioni, la lavorazione per la DOP deve avvenire disgiuntamente dal prodotto non destinato alla filiera tutelata mediante separazione fisica delle linee/del prodotto o temporale delle lavorazioni; • la corretta registrazione e redazione della documentazione prevista; • la conformità/congruità delle acquisizioni e delle cessioni delle materie prime ai fini della DOP (bilanci di massa). Qualora, in occasione delle verifiche ispettive, vengano riscontrate palesi criticità a danno degli animali, maltrattamenti e carenze igienico-strutturali, l’OdC, ancorchè non incaricato di valutare benessere degli animali presenti nel sito produttivo, provvede ad inoltrare corrispondente informativa all’autorità sanitaria competente per territorio. controlli sono finalizzati ad accertare: • rispetto del Disciplinare e del PDC da parte degli Operatori e la conformità del prodotto; • l’efficacia dell’autocontrollo degli Operatori.

operatore riconosciuto (allevamenti, macelli, seziotori, prosciuttifici, disossatori, affettatori) ha la responsabilità di tenere tutte le registrazioni necessarie per dimostrare la conformità del prodotto alle regole disciplinate

Entro questa fase l’allevatore deve apporre su entrambe le cosce del suinetto seguente tatuaggio di origine ad inchiostro, con le seguenti indicazioni. Il tatuaggio di origine reca lettere e cifre riprodotte con caratteri maiuscoli mediante punzoni multiago disposti secondo precise coordinate su piastre di dimensioni 30 mm per 30 mm. Nello specifico il tatuaggio di origine presenta: la sigla della provincia dove è ubicato l’allevamento iscritto al sistema di controllo in cui suinetti sono nati in luogo delle lettere “SD”; il numero di identificazione dell’allevamento in luogo delle cifre “456”; la lettera identificativa del mese di nascita del suino in luogo della lettera “H”.

Le cosce suine fresche cosi sezionate e munite di parte distale, detta piedino, devono presentare le seguenti caratteristiche: peso non inferiore a 12,5 chilogrammi e non superiore a 17,5 chilogrammi; spessore del grasso del lato esterno della coscia fresca rifilata, misurato verticalmente in corrispondenza della testa del femore, detta “sottonoce”, con la coscia e il relativo lato esterno posto sul piano orizzontale, non inferiore a 17 millimetri cotenna compresa; per lato esterno della coscia si intende quello completamente ricoperto dalla cotenna; grasso di giusta consistenza, valutata attraverso la determinazione del numero di iodio, non superiore a 70, oppure del contenuto di acido linoleico, non superiore al 15%, da effettuarsi sul grasso interno ed esterno del pannicolo adiposo sottocutaneo della coscia; assenza di miopatie conclamate PSE, DFD e con postumi evidenti da pregressi processi flogistici traumatici. Ai soli fini specifici di lavorazioni destinate determinati Paesi terzi che vietano la presenza sul prosciutto della parte distale, detta piedino, è consentita la lavorazione di cosce prive di parte distale e con un peso compreso tra 12 e 17 chilogrammi. Il macello deve apporre sulle cosce fresche idonee da utilizzare ai fini della DOP, munite del tatuaggio di origine e/o del dispositivo identificativo di cui all’art. 5.2, in modo visibile ed inamovibile il seguente timbro identificativo: Timbro identificativo del macello. [...] Le cosce fresche, isolate dalla carcassa, devono essere conservate esclusivamente mediante refrigerazione, con il fine di assicurare una temperatura interna compresa tra -1°C e +4°C. Tali condizioni devono essere assicurate anche nella successiva fase di trasporto e consegna le cosce devono essere consegnate ai prosciuttifici iscritti al sistema di controllo non oltre 5 (cinque) giorni dalla data di macellazione.

Art. 5.4 Processo produttivo prima della salagione, il prosciuttificio deve apporre solo sulle cosce fresche valutate idonee, munite del timbro identificativo del macello e/o del dispositivo identificativo di cui all’art. 5.3 e che rispettano requisiti del disciplinare, il seguente sigillo di inizio salagione. Il sigillo di inizio salagione nella parte superiore riproduce la sigla “P.S.D.” fissa con una larghezza di 47 mm; nella parte centrale in luogo della data “31 XII 18” riproduce la data di inizio salagione espressa, nell’ordine, dall’indicazione del giorno in numeri arabi, del mese in numeri romani e dell’anno con le ultime due cifre in numeri arabi; nella parte inferiore in luogo dei caratteri “LO456” riproduce il codice del lotto o della partita stabilito dal prosciuttificio; l’altezza di tutti caratteri è di 13,5 mm. In sostituzione o in associazione al presente sigillo di inizio salagione sarà consentito l’utilizzo anche di altro dispositivo identificativo validato dall’Organismo di controllo che assicuri o garantisca la tracciabilità e la rintracciabilità delle materie prime e del prodotto.

allevamenti, macelli, laboratori di sezionamento, prosciuttifici, laboratori di affettamento

L'allevatore ha la responsabilità di imprimere il Tatuaggio di Origine sui suinetti sottoscrofa allo scopo di identificare in modo univoco gli animali ed evitare possibili commistioni con suini non idonei al circuito tutelato. Il tatuaggio non è solo uno strumento per la tracciabilità dei suini ma funge anche da garanzia della rispondenza del suino alle prescrizioni del disciplinare in materia di allevamento, genetica e alimentazione e quindi sulla qualità della materia prima utilizzata. Allevamento

Il macello ha la responsabilità di identificare le sole cosce conformi ai requisiti disciplinati attraverso il timbro indelebile del Macello (TIM). Tale timbto non è solo uno strumento per la tracciabilità ma funge anche da garanzia della rispondenza delle cosce agli standard di qualtià previsti dal Disciplinare. Gli standard di qualità prevedono requisiti estetici (es. presenza di ematomi, sfesatura, magro in corona etc.) e fisici (es. forma, peso, colore, etc.)

macello/ laboratorio di sezionamento

Il prosciuttificio ha la responsabilità di applicare il sigillo di omologazione esclusivamente sulle cosce che rispettano requisiti di identificazione, rintracciabilità e qualità disciplinati. Il sigillo non solo è uno strumento per la tracciabilità delle cosce ma funge anche da garanzia della rispondenza delle cosce agli standard di qualità previsti dal Disciplinare. Gli standard di qualità prevedono requisiti estetici (es. presenza di ematomi, sfesatura, magro in corona etc.) e fisici (es. forma, peso, colore, etc.) Prosciuttificio

Resilienza economica
Resilienza

qualità degli alimenti negli ultimi tre anni

L’Operatore che rileva in autocontrollo una situazione di non conformità deve procedere secondo seguenti criteri: • registrare la non conformità e definire le modalità di gestione del prodotto non conforme al fine di riportarlo, qualora possibile,

del prodotto dalla DOP nel caso non sia possibile ripristinare le condizioni di conformità. Nel caso di accertamento in autocontrollo di non conformità ad opera del Prosciuttificio si seguono modalità e procedure definite al paragrafo 11.

Ogni operatore riconosciuto ha la responsabilità di gestire eventuale prodotto non conforme escludendolo dal circuito tutelato

Allevamento, macello, laboratorio di sezionamento, prosciuttificio, disossatore, affettatore

il

produttori/trasformatori, per quanto riguarda le attrezzature, macchinari e gli spazi in cui il prodotto IG è immagazzinato/trasformato: 1 = occasionalmente puliscono/calibrano/effettuano la manutenzione delle loro attrezzature/macchinari/spazi, 2 = dispongono di un protocollo scritto al riguardo effetto eseguito occasionalmente, 3 = viene regolarmente implementato un protocollo di pulizia/calibrazione/manutenzione 4 = attrezzature/macchinari/spazi sono adeguatamente protetti dalla contaminazione, vengono implementati protocolli di pulizia/calibrazione e viene tenuto un registro delle attività

Rispetto delle autorizzazioni sanitarie Numero di mercati esteri in cui prodotto IG è considerato conforme ai requisiti sanitari

produttori dispongono di un protocollo per mantenere, calibrare e/o mantenere puliti macchinari e gli spazi in cui gli alimenti vengono conservati, manipolati o lavorati, il protocollo viene rispettato

pdc Art. 6 Adempimenti generali osservati dagli operatori soggetti riconosciuti nel circuito della produzione tutelata della DOP sono tenuti:mantenere le caratteristiche strutturali e organizzative, rispetto agli elementi acquisiti in sede di riconoscimento, con particolare riferimento all’autorizzazione sanitaria in corso di validità

Tutti gli operatori riconosciuti hanno l'obbligo di rispettare le norme cogenti in materia di igiene e sicurezza, per questo motivo le strutture dovranno essere idonee per la lavorazione. La conformità ai requisiti igienico-sanitari è un prerequisitoper l'adesione al disciplinare e al piano dei controlli

Allevamento, macello, laboratorio di sezionamento, prosciuttificio, disossatore, affettatore

del prodotto Il prodotto IG è conforme alle leggi, ai regolamenti e ai codici alimentari, nonché alle norme relative all'etichettatura degli alimenti confezionati, sia nei paesi in cui l'alimento viene prodotto, sia nei paesi in cui viene venduto

economica Qualità del prodotto e informazioni Informazioni sul prodotto IND_074 Etichettatura del prodotto Il prodotto IG è conforme alle leggi, ai regolamenti e ai codici alimentari, nonché alle norme relative all'etichettatura degli alimenti confezionati, sia nei paesi in cui l'alimento viene prodotto, sia nei paesi in cui viene venduto

Comprensione dei requisiti (sanitari, fitosanitari, contenuto di sostanze e/o metalli, ecc.) che prodotto IG o suoi prodotti derivati devono soddisfare nei mercati di destinazione, e dei processi per il controllo della qualità e della sicurezza alimentare implementati nei reparti di produzione e trasformazione

pdc Art 6 ADEMPIMENTI GENERALI OSSERVATI DAGLI OPERATORI soggetti riconosciuti nel circuito della produzione tutelata della DOP sono tenuti: • a mantenere le caratteristiche strutturali e organizzative rispetto agli elementi acquisiti in sede di riconoscimento e ad altri eventuali elementi acquisiti successivamente così come specificato al paragrafo 5.2.2, con particolare riferimento all’autorizzazione sanitaria in corso di validità; nel caso delle sopraggiunte modifiche specificate al paragrafo 5.2.2, gli Operatori devono comunicarle a IFCQ nel rispetto delle modalità e delle tempistiche definite in tale paragrafo;

Norme e standard di etichettatura, audit, dichiarazioni pdc Art. 13 Elementi specifici dell'etichettatura

Tutti gli operatori riconosciuti hanno l'obbligo di rispettare le norme cogenti in materia di igiene e sicurezza. La conformità ai requisiti igienico-sanitari è un prerequisitoper l'adesione al disciplinare e al piano dei controlli

Allevamento, macello, laboratorio di sezionamento, prosciuttificio, disossatore, affettatore

Prosciuttifici Laboratori di Affettamento possono utilizzare per la DOP solo vesti grafiche: • conformi ai requisiti definiti nel Disciplinare; • riportanti, secondo le indicazioni ministeriali, la dicitura “Certificato da Organismo di Controllo autorizzato dal Ministero competente” integrata dalla parola “ITALIA” o dalla bandiera italiana; • approvate e autorizzate dal Consorzio del Prosciutto di San Daniele. L'affettatore ha la responsabilità di identificare il prodotto conforme nel rispetto delle regole stabilite. L'Organismo di Controllo deve verificare la conformità. Affettatore

Norme e standard di etichettatura, audit, dichiarazioni ddp Art. 8.2 Riproduzione del contrassegno grafico e uso della denominazione

Il contrassegno grafico della DOP “Prosciutto di San Daniele” è costituito dalla denominazione “Prosciutto di San Daniele” in forma circolare recante nella parte centrale la rappresentazione stilizzata di un prosciutto con l’indicazione della sigla “SD”. Sotto il piedino del prosciutto, in luogo delle cifre “00”, deve essere riportato il codice identificativo di un prosciuttificio iscritto al sistema di controllo o di un laboratorio di affettamento iscritto al sistema di controllo interessati nella produzione o nella commercializzazione del prodotto.

L'operatore riconosciuto ha la responsabilità di identificare il prodotto conforme, nel rispetto delle regole stabilite.

Prosciuttificio Resilienza

del prodotto e informazioni

sul prodotto IND_075 Sistema di tracciabilità forward Percentuale del volume di produzione che può essere tracciato e richiamato lungo la filiera alimentare attraverso un sistema di tracciabilità

Sistema di tracciabilità forward Percentuale del volume di produzione che può essere tracciato e richiamato lungo la filiera alimentare attraverso un sistema di tracciabilità

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami pdc Art. 6 Adempimenti generali osservati dagli operatori soggetti riconosciuti nel circuito della produzione tutelata della DOP sono tenuti: - [...] a utilizzare obbligatoriamente le strutture informatiche messe a disposizione dall’OdC mediante la registrazione dei

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami

del Macello Il Macello, per ogni singola partita di suini in entrata, deve: - verificare che sia accompagnata da una AM registrata nel RIFT e da un DDT integrato dalla indicazione “Suini idonei ai fini della produzione DOP” o altra dicitura equivalente; […] registrare nel RIFT in DM e RM dati di macellazione seguendo rispettivamente le istruzioni in Allegato n. 11 e n. 12 entro il giorno lavorativo successivo a quello di macellazione e comunque prima dell’utilizzo di quanto macellato ai fini della DOP; registrare nel RIFT dati di classificazione delle carcasse entro il 3° giorno lavorativo successivo a quello di macellazione

a garanzia di una rintracciabilità dalla fase di fecondazione alla fase di confezionamento del prodotot finito

Allevamento, macello, laboratorio di sezionamento, prosciuttificio, disossatore, affettatore

Il macello ha la responsabilità di assicurare la rintracciabilità del prodotto in tutte le fasi e in tutti gli scambi commerciali attraverso l'impiego dei sistemi di rintracciabilità digitali dell'OdC e la disponibilità dei documenti previsti

Resilienza economica
Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Sicurezza alimentare (Food safety)

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni

aziendali,

e

aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami

presentare le seguenti caratteristiche: peso non inferiore a 12,5 chilogrammi e non superiore a 17,5 chilogrammi; spessore del grasso del lato esterno della coscia fresca rifilata, misurato verticalmente in corrispondenza della testa del femore, detta “sottonoce”, con la coscia e il relativo lato esterno posto sul piano orizzontale, non inferiore a 17 millimetri cotenna compresa; per lato esterno della coscia si intende quello completamente ricoperto dalla cotenna; grasso di giusta consistenza, valutata attraverso la determinazione del numero di iodio, non superiore a 70, oppure del contenuto di acido linoleico, non superiore al 15%, da effettuarsi sul grasso interno ed esterno del pannicolo adiposo sottocutaneo della coscia; assenza di miopatie conclamate PSE, DFD e con postumi evidenti da pregressi processi flogistici traumatici. Ai soli fini specifici di lavorazioni destinate determinati Paesi terzi che vietano la presenza sul prosciutto della parte distale, detta piedino, è consentita la lavorazione di cosce prive di parte distale e con un peso compreso tra 12 e 17 chilogrammi. Il macello deve apporre sulle cosce fresche idonee da utilizzare ai fini della DOP, munite del tatuaggio di origine e/o del dispositivo identificativo di cui all’art. 5.2, in modo visibile ed inamovibile il seguente timbro identificativo: Timbro identificativo del macello. [...] Le cosce fresche, isolate dalla carcassa, devono essere conservate esclusivamente mediante refrigerazione, con il fine di assicurare una temperatura interna compresa tra -1°C e +4°C. Tali condizioni devono essere assicurate anche nella successiva fase di trasporto e consegna le cosce devono essere consegnate ai prosciuttifici iscritti al sistema di controllo non oltre 5 (cinque) giorni dalla data di macellazione.

Art. 5.4 Processo produttivo prima della salagione, il prosciuttificio deve apporre solo sulle cosce fresche valutate idonee, munite del timbro identificativo del macello e/o del dispositivo identificativo di cui all’art. 5.3 e che rispettano requisiti del disciplinare, il seguente sigillo di inizio salagione. Il sigillo di inizio salagione nella parte superiore riproduce la sigla “P.S.D.” fissa con una larghezza di 47 mm; nella parte centrale in luogo della data “31 XII 18” riproduce la data di inizio salagione espressa, nell’ordine, dall’indicazione del giorno in numeri arabi, del mese in numeri romani e dell’anno con le ultime due cifre in numeri arabi; nella parte inferiore in luogo dei caratteri “LO456” riproduce il codice del lotto o della partita stabilito dal prosciuttificio; l’altezza di tutti caratteri è di 13,5 mm. In sostituzione o in associazione al presente sigillo di inizio salagione sarà consentito l’utilizzo anche di altro dispositivo identificativo validato dall’Organismo di controllo che assicuri o garantisca la tracciabilità e la rintracciabilità delle materie prime e del prodotto.

Il macello ha la responsabilità di identificare le sole cosce conformi ai requisiti disciplinati attraverso il timbro indelebile del Macello (TIM). Tale timbto non è solo uno strumento per la tracciabilità ma funge anche da garanzia

Affettatore

Prosciuttificio

Il prosciuttificio ha la responsabilità di applicare il sigillo di omologazione esclusivamente sulle cosce che rispettano requisiti di identificazione, rintracciabilità e qualità disciplinati. Il sigillo non solo è uno strumento per la tracciabilità delle cosce ma funge anche da garanzia della rispondenza delle cosce agli standard di qualità previsti dal Disciplinare.

input possono essere identificati dal fornitore e dalle specifiche di qualità per conformarsi agli standard IG

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami pdc Art. 6 Adempimenti generali osservati dagli operatori soggetti riconosciuti nel circuito della produzione tutelata della DOP sono tenuti: […] a conservare presso la propria sede riconosciuta, salvo deroga dell’OdC, tutti documenti prodotti e ricevuti nell’ambito della propria attività ai fini della DOP (cartellini forniti da mangimifici, razioni alimentari, DDT, etc..) per almeno cinque anni dalla data di emissione; L'operatore riconosciuto (allevamento, macello, sezionatore, prosciuttificio, disossatore, affettatore) ha la responsabilità di gestire e registrare tutte le informazioni relative alla rintracciabilità e alla qualità di prodotti in ingresso e in uscita. La valuatazione deci costi di produzione è in capo agli operatori riconsciuti come fattore economico aziendale ma non è richiesta da disciplinare.

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami

tracciabilità degli input e della qualità

del volume di produzione per il quale gli input possono essere identificati dal fornitore e dalle specifiche di qualità per conformarsi agli standard IG

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami

Sistema di tracciabilità degli input e della qualità Percentuale del volume di produzione per il quale gli input possono essere identificati dal fornitore e dalle specifiche di qualità per conformarsi agli standard IG

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami pdc Art. 7.1.2 (adempimenti dell'allevamento) Tatuaggio di origine

scrofaia deve acquisire e conservare: il certificato zootecnico o altra documentazione equivalente di ogni riproduttore (verro o scrofa) fisicamente presente in Allevamento e utilizzato per la DOP; la documentazione relativa alla fornitura di dosi di seme per la produzione di suini destinati alla DOP, con la quale il fornitore attesta l’origine del materiale genetico indicando nel dettaglio il tipo genetico e/o il numero di matricola del verro dal quale è stato prelevato il seme in consegna; - garantire la corrispondenza, per tutti riproduttori presenti in Allevamento, tra gli identificativi applicati sul singolo riproduttore quelli registrati nel corrispondente certificato zootecnico e/o nella documentazione equivalente acquisiti.

L'allevatore ha la responsabilità di acquisire per ogni verro scrofa dose di materiale genetico il certificato che attesti l'idoneità alle razze consentite dal disciplinare

Allevamento, macello, laboratorio di sezionamento, prosciuttificio, affettatore

Allevamento

Scrofaia deve: - […] registrare e aggiornare nel RIFT entro primi sette giorni successivi del trimestre di riferimento (inteso come primo o secondo o terzo o quarto trimestre dell’anno): l’elenco degli identificativi dei riproduttori suini utilizzati, distinti per razza o tipo genetico, e la relativa data di inizio e di eventuale fine attività; il numero delle dosi acquisite per la fecondazione artificiale, il tipo genetico del verro a cui corrispondono, la ragione/denominazione sociale del fornitore il numero e la data del DDT di fornitura. La registrazione e l’aggiornamento nel RIFT delle informazioni genetiche riguardanti riproduttori impiegati per la fecondazione è a carico della Scrofaia in cui avvengono parti anche nel caso in cui la fecondazione sia avvenuta presso un'altra Scrofaia e la relativa data di inizio e fine attività; registrare nel RIFT entro primi sette giorni del mese il numero dei parti il numero dei suini nati vivi nel mese precedente in riferimento tutta la produzione aziendale (inclusi eventuali non DOP)

La Scrofaia: […] deve registrare direttamente nel RIFT entro primi sette giorni del mese successivo il numero dei suini sui quali è stato apposto il tatuaggio di origine suddivisi per lettera-mese; [...] Gli Allevamenti che distolgono dal circuito della DOP suini già tatuati devono: registrare nel RIFT entro primi sette giorni del mese successivo, il numero dei suini distolti dalla DOP, suddivisi per “lettera-mese”;

L'allevatore ha la responsabilità di adottare le procedure di identificazione e rintracciabilità che consentono l'identificazione univoca degli animali idonei alla DOP volti ad accertare la conformità delle genetiche deli animali e ad escludere eventuali animali non idonei in caso di non conformità.

Allevamento

L'allevatore ha la responsabilità di adottare un sistema di identificazione univoca e di tracciabilità di tutti suini destinati alla DOP

Allevamento

Resilienza

standard IG

Visibilità del prodotto IG Esposizione in diversi canali o implementazione di strategie per la promozione e la diffusione del prodotto

del

alla macellazione suini deve: registrare l’AM nel RIFT; registrare nell’AM esclusivamente suini destinati alla DOP assicurandosi di non attestare con l’AM l’invio alla macellazione di verri e scrofe; con la registrazione dell’AM l’Allevamento attesta la conformità dei suini inviati al Macello; integrare ogni DDT che accompagna la consegna dei suini al Macello dalla indicazione “Suini idonei ai fini della produzione DOP” o altra dicitura equivalente; assicurarsi: - di registrare un numero di suini coincidente con quello registrato nel DDT; di consegnare suini registrati in AM con una lettera-mese congrua con il requisito di età che devono avere al momento della macellazione così come descritto

Il Prosciuttificio Completate le verifiche sopra citate, deve: [...] registrare il Documento di Omologazione (DO), seguendo le istruzioni in Allegato n. 16 nel Portale della DOP entro il 2° giorno lavorativo successivo quello della data di omologazione; registrare nel RIFT, per ogni DS ricevuta, la DPNF, in base alle istruzioni in Allegato n. 14, entro il giorno stesso delle o perazioni di verifica e selezione delle cosce nel caso di acquisizione di DS correttamente compilata in prima battuta (senza quindi necessità di revisione) ed entro il giorno lavorativo successivo a tali operazioni di verifica e selezione nel caso di revisione della DS; compilare, per il prodotto a cui intende attribuire la DOP, la Dichiarazione del Prosciuttificio seguendo le indicazioni in Allegato n. 18; compilare il Registro del produttore nel rispetto di quanto prescritto in Allegato n. 19; Il Prosciuttificio può trasferire prosciutti non ancora contrassegnati col marchio di certificazione della DOP ad un altro Prosciuttificio in applicazione di quanto prescritto all’Art. 5.5 del Disciplinare. Il trasferimento può avvenire solo previa autorizzazione da parte di IFCQ e si articola nelle seguenti tre fasi gestite nel Portale della DOP: richiesta, in base alle istruzioni in Allegato n. 17, del trasferimento da parte del Prosciuttificio che “invia” prosciutti; - autorizzazione al trasferimento da parte di IFCQ; “ricevimento” da parte del Prosciuttificio che “accetta” prosciutti.Con tale procedura il trasferimento viene registrato automaticamente a Portale.

che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami pdc Art. 7.4 Adempimenti del Prosciuttificio il prosciuttifici completate le verifiche sopra citate, deve: [...] - acquisire e conservare idonea documentazione del fornitore in merito all’origine “marina” del sale; il Prosciuttificio deve, inoltre, con riferimento specifico all’esecuzione durante l’affinamento delle operazioni di sugnatura/stuccatura, acquisire e conservare documenti del fornitore relativi alla composizione dell’impasto utilizzato per tali operazioni, evidenza del rispetto di quanto prescritto all’Art. 5.4 del Disciplinare;

dei suini

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami ddp Art. 5.2 Allevamento e alimentazione

Entro questa fase l’allevatore deve apporre su entrambe le cosce del suinetto il seguente tatuaggio di origine ad inchiostro, con le seguenti indicazioni. Il tatuaggio di origine reca lettere e cifre riprodotte con caratteri maiuscoli mediante punzoni multiago disposti secondo precise coordinate su piastre di dimensioni 30 mm per 30 mm. Nello specifico il tatuaggio di origine presenta: la sigla della provincia dove è ubicato l’allevamento iscritto al sistema di controllo in cui suinetti sono nati in luogo delle lettere “SD”; il numero di identificazione dell’allevamento in luogo delle cifre “456”; la lettera identificativa del mese di nascita del suino in luogo della lettera “H”.

sta Art. 6 (Attività istituzionale svolta in funzione della valorizzazione, promozione e tutela del Prosciutto)

Il Consorzio, che non persegue fini di lucro, ha seguenti scopi che svolge a favore di tutti soggetti inseriti nel sistema di controllo della DOP San Daniele: […] c) tutelare, promuovere, valorizzare curare gli interessi generali della Denominazione di Origine Protetta prosciutto di San Daniele anche attraverso l’informazione del consumatore; [...] i) estendere in Italia ed all’estero la conoscenza e la diffusione del Prosciutto, nonchè delle sue caratteristiche di qualità e di pregio, svolgendo ovunque apposita promozione ed opera di informazione anche riferita alla sua filiera produttiva;

sta Art. 5 funzioni Il Consorzio, che non persegue fini di lucro, ha seguenti scopi che svolge a favore di tutti soggetti inseriti nel sistema di controllo della DOP San Daniele: […] c) tutelare, promuovere, valorizzare curare gli interessi generali della Denominazione di Origine Protetta prosciutto di San Daniele anche attraverso l’informazione del consumatore; [...] i) estendere in Italia ed all’estero la conoscenza e la diffusione del Prosciutto, nonchè delle sue caratteristiche di qualità e di pregio, svolgendo ovunque apposita promozione ed opera di informazione anche riferita alla sua filiera produttiva; [...] o) per perseguimento di quanto sopra (nei limiti della normativa di volta in volta in vigore ed in via strumentale per il conseguimento dell’oggetto sociale) il Consorzio può compiere tutte le operazioni commerciali, industriali e finanziarie ritenute dal Consiglio di Amministrazione accessorie o utili per il conseguimento dell’oggetto sociale, anche concedendo fidejussioni, avalli e garanzie, ed anche acquistando o vendendo beni mobili e immobili.

Il prosciuttificio ha la responsabilità di registrare nel sistema informatico tutte le informazioni necessarie dimostrare la conformità, l'identificazione la rintracciabilità del prodotto ai requisiti disciplinati dalla

Prosciuttificio

Il prosciuttificio ha la responsabilità di impiegare per la lavorazione ingredienti ammessi dal disciplinare di cui è possibile riscontrarne l'origine

L'allevatore ha la responsabilità di imprimere il Tatuaggio di Origine sui suinetti sottoscrofa allo scopo di identificare in modo univoco gli animali ed evitare possibili commistioni con suini non idonei al circuito tutelato. Il tatuaggio non è solo uno strumento per la tracciabilità dei suini ma funge anche da garanzia della rispondenza del suino alle prescrizioni del disciplinare in materia di allevamento, genetica e alimentazione e quindi sulla qualità della materia prima utilizzata. Allevamento

Il Consorzio di tutela ha la responsabilità di effettuare attività di vigilanza per tutelare il prodotto a denominazione consorzio di tutela

Il Consorzio di tutela ha la responsabilità di effettuare attività di promozione consorzio di tutela

Vulnerabilità Diversificazione IND_085 Nuovi mercati geografici Numero di nuovi mercati (esteri o nazionali) in cui il prodotto IG è stato venduto durante il periodo di riferimento

sta Art. 7 (Attività interna a favore dei consorziati)

1. Il Consorzio nell’ambito degli scopi statutari, svolge le seguenti attività nell’interesse dei propri consorziati: a) favorisce ed aderisce alle iniziative atte ad organizzare e facilitare, anche direttamente, la vendita e l’esportazione da parte dei consorziati e che, comunque, possano produrre vantaggi agli stessi ed alla affermazione del Prosciutto;

Il Consorzio ha la responsabilità di facilitare consorziati il commercio di SD in italia e all'estero Consorzio di tutela Resilienza economica Vulnerabilità Diversificazione IND_086 Presenza commerciale Numero di nuovi clienti (stranieri o nazionali) o canali di distribuzione in un periodo definito sta Art. 7 (Attività interna a favore dei consorziati)

1. Il Consorzio nell’ambito degli scopi statutari,

Resilienza economica
Resilienza
Resilienza
Resilienza economica Qualità del prodotto
Resilienza economica

Norma di

Conformità dei prodotti IG e prevenzione delle violazioni IND_219 Riduzione degli abusi e delle imitazioni Numero di abusi/pratiche di concorrenza sleale individuati e correttamente documentati

governance Norma di legge Conformità dei prodotti IG e prevenzione delle violazioni

IND_219 Riduzione degli abusi e delle imitazioni Numero di abusi/pratiche di concorrenza sleale individuati e correttamente documentati

governance Norma di legge Conformità dei prodotti IG e prevenzione delle violazioni

Buona governance Norma di legge Conformità dei prodotti IG e prevenzione delle violazioni

IND_219 Riduzione degli abusi e delle imitazioni Numero di abusi/pratiche di concorrenza sleale individuati e correttamente documentati

pdc Art. 7.1.2 (adempimenti dell'allevamento) Tatuaggio di origine [...] Gli Allevamenti che distolgono dal circuito della DOP suini già tatuati devono: registrare nel

pdc Art. 12 requisiti di conformità osservati, ai fini dell'affettamento, da prosciuttifici e laboratori di affettamento e relativi controlli di IFCQ

L’Operatore che esegue l’affettamento (Prosciuttificio che affetta o Laboratorio di affettamento) ai fini della DOP deve: • comunicare a IFCQ, con riferimento al singolo “lotto di disosso per affettamento”, dati relativi al numero dei prosciutti e al peso complessivo degli stessi con e senza osso; • se stocca prosciutti disossati da affettare a fini DOP, conservarli separatamente dagli altri prosciutti non destinati alla DOP e nelle condizioni di temperatura prescritte all’Art. 8.1.3 del Disciplinare per massimo 30 giorni, salvo esigenze tecniche di stoccaggio che dovranno essere comunicate a IFCQ; • eseguire le operazioni di affettamento dei prosciutti disossati ai fini della DOP separatamente da quelli non destinati alla DOP; • affettare a fini DOP esclusivamente prosciutti muniti del contrassegno di conformità e, ove previsto, del segno di identificazione apposto da IFCQ in prossimità del contrassegno; su ogni prosciutto da destinare all’affettamento ai fini della DOP la porzione di cotenna riportante il contrassegno ed eventualmente segno di identificazione sopraspecificato deve essere integra e perfettamente aderente al prosciutto stesso;apporre/stampare sulle confezioni destinate alla DOP apposito codice da cui si possono ottenere le informazioni di tracciabilità;

pdc Art. 6 Adempimenti generali osservati dagli operatori soggetti riconosciuti nel circuito della produzione tutelata della DOP sono tenuti: [...] • ad eseguire le lavorazioni ai fini della DOP disgiuntamente da quelle del prodotto non destinato alla filiera tutelata mediante la separazione fisica delle linee/del prodotto o temporale delle lavorazioni;

7.1.2 (adempimenti dell'allevamento) Tatuaggio di origine

IND_219 Riduzione degli abusi e delle imitazioni Numero di abusi/pratiche di concorrenza sleale individuati e correttamente documentati pdc Art. 7.1.6 Allevamenti con attività promiscua

Buona governance Norma di legge Conformità dei prodotti IG e prevenzione delle violazioni

IND_219 Riduzione degli abusi e delle imitazioni Numero di abusi/pratiche di concorrenza sleale individuati e correttamente documentati

Buona governance Norma di legge Conformità dei prodotti IG e prevenzione delle violazioni

Affettatore

Ogni operatore riconosciuto ha la responsabilità di garantire la separazione del prodotto destinato alla DOP dal prodotto convenzionale in modo da assicurare l'assenza di commistione soprattutto che il prodotto che non ha le caratteristiche della DOP venga avviato al circuito tutelato.

Ogni operatore riconosciuto ha la responsabilità di garantire la separazione del prodotto destinato alla DOP dal prodotto convenzionale in modo da assicurare l'assenza di commistione soprattutto che il prodotto che non ha le caratteristiche della DIP venga avviato al circuito tutelato.

Allevatore, macello, laboratorio di sezionamento, prosciuttificio, disossatore, affettatore

La Scrofaia: […] deve registrare direttamente nel RIFT entro primi sette giorni del mese successivo il numero dei suini sui quali è stato apposto il tatuaggio di origine suddivisi per lettera-mese; [...] Gli Allevamenti che distolgono dal circuito della DOP suini già tatuati devono: registrare nel RIFT entro primi sette giorni del mese successivo, il numero dei suini distolti dalla DOP, suddivisi per “lettera-mese”; L'allevatore ha la resoponsabilità di destinare alla DOP solo suinetti idonei Allevamento

Allevatore

In caso di attività promiscua l’Allevamento deve assicurare: • l’identificazione dei suini non destinati alla DOP e la separazione fisica degli stessi dai suini destinati alla filiera tutelata; • La tracciabilità dei suini non destinati alla DOP. L’Allevamento che effettua una consegna promiscua (costituita oltre che da suini destinati alla filiera tutelata anche da suini non destinati a tal fine) ad un altro Allevamento o a un Macello deve: • registrare separatamente nel DDT il numero dei suini consegnati ai fini della DOP (integrato con l’indicazione “Suini idonei ai fini della produzione DOP” o altra dicitura equivalente) e il numero di suini non consegnati a tal fine; • identificare chiaramente, mediante le tecniche ritenute più opportune, tutti suini consegnati non ai fini della DOP; • effettuare il trasporto e la consegna adottando modalità che consentano la separazione fisica tra suini destinati alla DOP e quelli non destinati a tal fine Ogni operatore riconosciuto ha la responsabilità di garantire la separazione del prodotto destinato alla DOP dal prodotto convenzionale in modo da assicurare l'assenza di commistione soprattutto che il prodotto che non ha le caratteristiche della DOP venga avviato al circuito tutelato.

sta Art. 6 (Attività istituzionale svolta in funzione della valorizzazione, promozione e tutela del Prosciutto)

Nello specifico, Consorzio ha per oggetto, nel rispetto delle norme nazionali e comunitarie relative: [...] g) conseguire ed espletare l’incarico di vigilanza, in qualità di organo abilitato dalle competenti Amministrazioni dello Stato con l’esecuzione di tutte le funzioni connesse al relativo esercizio, secondo le modalità stabilite dall’ordinamento vigente; h) tutelare, difendere (anche in sede giudiziaria, in Italia e all’Estero) e vigilare affinchè, da parte di chiunque, non vengano usati indebitamente, abusivamente od illegittimamente, anche riferiti a categorie merceologiche diverse, la dicitura “Prosciutto di San Daniele”, il Marchio, segni distintivi della DOP, contrassegno ed ogni altro simbolo o dicitura che lo identifichi, ed affinchè non vengano usati nomi, denominazioni, diciture e simboli comunque atti a trarre in inganno l’acquirente od consumatore; Il Consorzio di tutela ha la responsabilità di effettuare attività di vigilanza per tutelare prodotto a denominazione consorzio di tutela

IND_221 Reclami sulla qualità dei prodotti IG Numero di reclami ricevuti relativi al prodotto IG pdc Art. 7.4 Adempimenti del prosciuttificio prosciuttifici riconosciuti nel circuito della produzione

Buona
Buona

IG

pasto o bevanda a

di alimenti naturali o minimamente trasformati, con un numero limitato di ingredienti; 4 = prodotto IG raggiunge consumatori come prodotto ultraprocessato

devono

le seguenti

- peso non inferiore a 12,5 chilogrammi e non superiore a 17,5 chilogrammi; - spessore del grasso del lato esterno della coscia fresca rifilata, misurato verticalmente in corrispondenza della testa del femore, detta “sottonoce”, con la coscia e relativo lato esterno posto sul piano orizzontale, non inferiore a 17 millimetri cotenna compresa; per lato esterno della coscia si intende quello completamente ricoperto dalla cotenna; grasso

interno ed esterno del pannicolo adiposo sottocutaneo della coscia; assenza di miopatie conclamate PSE, DFD e con postumi evidenti da pregressi processi flogistici e traumatici.

diversi per animali; (b) accesso ai pascoli per l'alimentazione; c) altre fonti di alimentazione Date integratori alimentari ai vostri animali? Se sì, quale tipo di integratori e quanti tipi diversi (per categoria di animale)? tuoi animali pascolano sui pascoli durante parte o tutto l'anno?

ddp Art. 5.2 Allevamento e alimentazione dei suini

fino al 55% della s.s. della razione Triticale s.s. fino al 55% della s.s. della razione Silomais s.s. fino al 10% della s.s. della razione Pastone integrale di spiga di granturco s.s. fino al 20% della s.s. della razione Pastone di granella e/o pannocchia di granturco s.s. fino al 55% della s.s. della razione Cereali minori s.s. fino al 25% della s.s. della razione Cruscami e altri sottoprodotti della lavorazione del frumento s.s. fino al 20% della s.s. della razione Panello di lino, mangimi di panello di semi di lino, farina di semi di lino, mangimi di farina di semi di lino s.s. fino al 2% della s.s. della razione Polpe secche esauste di bietola s.s. fino al 10% della s.s. della razione Residui della spremitura della frutta e residui della spremitura del pomodoro, quali supporto delle premiscele s.s. fino al 2% della s.s. della razione Siero di latte 1 s.s. fino ad un massimo di 15 litri capo/giorno Latticello 1 s.s. fino ad un apporto massimo di 250 grammi capo/giorno di s.s. Trebbie e solubili di distilleria essiccati 2 s.s. fino al 3% della s.s. della razione Erba medica essiccata ad alta temperatura s.s. fino al 4% della s.s. della razione Melasso 3 s.s. fino al 5% della s.s. della razione

Prodotti ottenuti per estrazione dai semi di soia 4 s.s. fino al 20% della s.s. della razione

Prodotti ottenuti per estrazione dai semi di girasole 4 s.s. fino al 10% della s.s. della razione Prodotti ottenuti per estrazione dai semi di colza 4 s.s. fino al 10% della s.s. della razione Farina di germe di granturco s.s. fino al 5% della s.s. della razione Pisello s.s. fino al 25% della s.s. della razione Altri semi di leguminose s.s. fino al 10% della s.s. della razione Lieviti s.s. fino al 2% della s.s. della razione Lipidi con punto di fusione superiore 36°C s.s. fino al 2% della s.s. della razione Farina di pesce s.s. fino al 1% della s.s. della razione Soia integrale tostata e/o panello di soia s.s. fino al 10% della s.s. della razione. Sono ammesse tolleranze sulle singole materie prime nella misura prevista dalla normativa vigente relativa all’immissione sul mercato e all’uso dei mangimi. 1. Siero di latte e latticello insieme non devono superare 15 litri per capo al giorno. 2. Si intendono prodotti ottenuti dalla fabbricazione di alcol mediante fermentazione e distillazione di una miscela di cereali e/o altri prodotti amilacei contenenti zuccheri. 3. Se associato a

]In questa fase sono consentiti gli alimenti costituiti dalle materie prime riportate nella Tabella delle materie prime ammesse nelle quantità indicate, ad esclusione della soia integrale tostata e/o panello di soia e della farina di pesce. L’alimentazione del suino nella fase di ingrasso deve inoltre tener conto di tutte le specifiche già previste per la fase di magronaggio, con la sola eccezione della presenza di s.s. da cereali che non deve essere inferiore al 55% di quella totale. L'allevatore ha la responsabilità di alimentare gli animali in fase di magronaggio esclusivamente con gli alimenti definiti dal disciplinare, nel rispetto delle percentuiali stabilite al fine di assicurare.

Allevatore

Allevatore

ai pascoli per

c) altre fonti di

Libertà dallo stress IND_333 Pratiche umane di gestione degli animali a) descrizione delle pratiche e delle attività che riducono efficacemente la sofferenza e il rischio di lesioni degli animali durante tutte le fasi della loro vita, compreso il trasporto e la macellazione; (b) percentuale (%) di animali che beneficiano di pratiche che riducono loro livelli di stress

di gestione degli animali a) descrizione delle pratiche e delle attività che riducono efficacemente la sofferenza e il rischio di lesioni degli animali durante tutte le fasi della loro vita, compreso il trasporto e la macellazione; (b) percentuale (%) di animali che beneficiano di pratiche che riducono loro livelli di stress

Date integratori alimentari ai vostri animali? Se sì, quale tipo di integratori e quanti tipi diversi (per categoria di animale)? tuoi animali pascolano sui pascoli durante parte o tutto l'anno?

ddp Art. 5.2 Allevamento e alimentazione dei suini In questa fase l’alimentazione avviene attraverso l’allattamento o naturale sotto scrofa o artificiale, nel rispetto della normativa vigente. È ammessa l’integrazione vitaminica, minerale e amminoacidica dell’alimentazione e l’impiego di additivi nel rispetto della normativa vigente.

Sono in atto pratiche per garantire che gli animali possano godere delle cinque libertà, ovvero libertà dalla fame e dalla sete, libertà dal disagio, libertà dal dolore, dalle lesioni e dalle malattie, libertà dalla paura e dall'angoscia e libertà di assumere comportamenti normali. Calcolare la quota della popolazione animale che beneficia di pratiche che riducono il livello di stress

Sono in atto pratiche per garantire che gli animali possano godere delle cinque libertà, ovvero libertà dalla fame e dalla sete, libertà dal disagio, libertà dal dolore, dalle lesioni e dalle malattie, libertà dalla paura e dall'angoscia e libertà di assumere comportamenti normali. Calcolare la quota della popolazione animale che beneficia di pratiche che riducono il livello di stress

pdc Art. 7.1 Adempimenti dell'allevamento L’Allevamento tenuto a seguire le fasi le tecniche di allevamento così come descritte all’Art. 5.2 del Disciplinare. L’Operatore deve adottare per suini pratiche e tecniche per garantire il benessere animale nel rispetto dei requisiti previsti dalla normativa vigente

L'allevatore ha la possibilità di integrare l'alimentazione dei suinetti con sostanze ammesse dalla normativa vigente

L'allevatore, in tutte le fasi di allevamento, ha la responsabilità di rispettare le norme comunitare e nazionali in materia di benessere animale e alimentazione zootecnica

Allevamento

ddp Art. 5.2

Allevamento e alimentazione dei suini In questa fase l’alimentazione avviene attraverso l’allattamento o naturale sotto scrofa o artificiale, nel rispetto della normativa vigente. È ammessa l’integrazione vitaminica, minerale e amminoacidica dell’alimentazione e l’impiego di additivi nel rispetto della normativa vigente.

L'allevatore ha la responsabilità di alimentare suini in conformità alle norme comunitarie e nazionali in materia di benessere animale (Prerequisito) Allevamento

di

relative alle emissioni di gas serra Pratiche di gestione delle emissioni di gas serra implementate per ridurre l’impronta di carbonio e adattarsi ai cambiamenti climatici

Una descrizione delle pratiche implementate e una serie di indicatori qualitativi che misurano le pratiche di riduzione dei gas serra dell'entità che redige reporting, ad esempio fissando obiettivi di riduzione dei gas serra, stabilendo una strategia di riduzione dei gas serra, adottando tecniche a zero emissioni, ecc.

ddp Art. 5.2

Allevamento e alimentazione dei suini

Almeno il 50% della sostanza secca delle materie prime per suini, su base annuale, proviene dalla zona geografica di allevamento di cui all’art. 3 L'allevatore, in regime di autocontrollo, ha la responsabilità di assicurare che almeno 50 % della sostanza secca della razione alimentare somministrata su base annua provenga dall'area geografica definita dal disciplinare. La prossimità dell'area di coltivazione dei foraggi all'allevamento di utilizzo consente di limitare trasporti con una conseguente riduzione potenziale di emissioni di CO2 eq

Allevamento

Allevatore
Integrità ambientale Benessere animale

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