Culatello di Zibello DOP - ID CARD

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CULATELLO DI ZIBELLO DOP

DOCUMENTI ANALIZZATI

Disciplinare di produzione - Data di riferimento 25/03/2016

Piano dei Controlli - Data di riferimento 29/05/2014

Tariffario – Data di riferimento 20/02/2014

Statuto del Consorzio di tutela - Data di riferimento 15/02/2018

→ PUNTI DI FORZA

Il disciplinare del Culatello di Zibello DOP prevede che gli animali siano allevati, nelle zone geografiche di competenza, nel pieno rispetto dei disciplinari dei prodotti Prosciutto di Parma DOP e Prosciutto di San Daniele DOP ai quali il disciplinare del Culatello di Zibello DOP si rifà esplicitamente nell’Art.2 (Zona di produzione). Il prodotto applica la maggior parte degli indicatori del comparto, con punti di miglioramento nel pilastro benessere sociale.

→ PUNTI DI MIGLIORAMENTO

Nell’analisi dei documenti relativi al prodotto sono stati individuati una serie di elementi riconducibili a 19 indicatori della sostenibilità che qualificano la filiera, suggerendo quali sono i suoi attuali punti di miglioramento.

I punti di miglioramento sono indicatori mancanti , non riscontrati nel prodotto analizzato, rispetto agli indicatori di riferimento individuati della categoria merceologica valutata (benchmark). L’assenza di un indicatore che per gli altri prodotti del comparto risulta essere mappato ma categorizzato come potenziale non è considerato punto di miglioramento. Inoltre, come ulteriore considerazione, per ogni prodotto, in base al disciplinare, al livello di sostenibilità raggiunto, al contesto, sono stati suggeriti alcuni spunti di implementazione della sostenibilità

›› Indicatori migliorabili rispetto al benchmark del comparto prodotti a base di carne

I Punti di miglioramento rispetto al comparto prodotti a base di carne sono 11/30:

• IND_021 Spese totali per ricerca e sviluppo

La Ricerca rappresenta uno strumento fondamentale per avviare percorsi di miglioramento del prodotto in termini qualitativi ma anche uno strumento di efficientamento. In due degli statuti valutati si trovano indicazioni tipo “Nel quadro delle attività rientranti nel perseguimento del suo oggetto, il Consorzio esercita tutte le funzioni necessarie ed opportune per la cura degli interessi generali della [...] ed in particolare: [...] b. propone ed attua, nel limite delle proprie competenze, tutte le iniziative dirette al perfezionamento ed al miglioramento tecnico, qualitativo ed economico del [...], nonché tutte le iniziative volte al miglioramento di ogni fase della produzione, sia sviluppando attività di studio e ricerca scientifica, che fornendo, alle imprese di lavorazione, la propria collaborazione anche attraverso la messa a disposizione di informazioni, direttive, assistenza ed ausili tecnici e scientifici; [...]” o ancora “1. Il Consorzio, che non persegue fini di lucro, ha i seguenti scopi che svolge a favore di tutti i soggetti inseriti nel sistema di controllo della [...] : [...] ) svolgere attività di formazione e di ricerca scientifica nell’ambito della propria attività istituzionale anche in collaborazione con altri soggetti; [...] m) svolgere attività di formazione e di ricerca scientifica nell’ambito della propria attività istituzionale anche in collaborazione con altri soggetti”.

• IND_028 Redditività a lungo termine

QUALIVITA

L’attenzione alla reddittività degli operatori del circuito tutelato è da sempre uno dei temi di attenzione dei Consorzi di tutela. Rispetto ai prodotti valutati, in 2 casi è stata riscontrata una azione oggettiva da parte dei Consorzi di tutela all’interno del piano di regolazione dell’offerta, come ad esempio “In linea con le previsioni normative, il Piano proposto avrà durata triennale, a partire dal 1° gennaio 2024”.

• IND_056 Evoluzione della produzione di prodotti certificati

Si tratta di un indicatore disatteso dalla stragrande maggioranza dei prodotti analizzati. Il tema della evoluzione della qualità dei prodotti potrebbe richiedere anche una revisione dei disciplinari di produzione; In due casi, all’interno del piano di regolazione dell’offerta sono state trovate indicazioni tipo “In conclusione, le finalità del piano di regolazione dell’offerta possono riassumersi nei seguenti macro-obiettivi principali: i. Favorire un adeguamento tra domanda e offerta di prodotto sul mercato, generando così una maggiore stabilità complessiva del comparto a vantaggio

dell’intera filiera produttiva, nonché una maggiore tutela e valorizzazione della qualità del prodotto a vantaggio anche del consumatore finale. ii. Consentire un incremento della presenza del prodotto sui mercati esteri, in maniera tale da diminuire l’attuale dipendenza dal mercato domestico e da ridurre i rischi di squilibri tra domanda e offerta e le conseguenti ripercussioni sull’intera filiera produttiva. iii. Mantenere e migliorare la qualità del[...] agevolarne lo sviluppo ed incrementare il valore intrinseco della DOP. iv. Favorire la crescita e lo sviluppo delle imprese, cercando di stimolare un miglioramento di efficienza delle stesse”. E ancora ”Nel caso in cui la produzione di un [...] nell’anno superi il PE assegnato, il Consorzio ha stabilito di adottare un Contributo di Valorizzazione (Contribuzione Differenziata) di maggiore entità rispetto a quello ordinario. In questi casi, infatti, si manifesta una maggiore necessità di risorse da destinare all’incremento delle attività del Consorzio con particolare riferimento alla tutela, promozione e valorizzazione della DOP, soprattutto al fine di supportare la commercializzazione del surplus produttivo. [...]”.

• IND_085 Nuovi mercati geografici

Si tratta di un indicatore disatteso dalla stragrande maggioranza dei prodotti analizzati. Il tema della penetrazione di nuovi mercati è certamente molto interessante per gli operatori del comparto e merita una riflessione attenta, anche rispetto alle disponibilità/stagionalità dei prodotti. In due degli statuti dei Consorzi analizzati, si riscontra che “Nello specifico, il Consorzio ha per oggetto, nel rispetto delle norme nazionali e comunitarie relative: [...] f. l’assistenza ai produttori al fine di agevolare e migliorare la produzione e la commercializzazione di [...] in Italia e all’estero”. e anche “Il Consorzio nell’ambito degli scopi statutari, svolge le seguenti attività nell’interesse dei propri consorziati: a) favorisce ed aderisce alle iniziative atte ad organizzare e facilitare, anche direttamente, la vendita e l’esportazione da parte dei consorziati e che, comunque, possano produrre vantaggi agli stessi ed alla affermazione del [...]”.

• IND_086 Presenza commerciale

Analogamente all’indicatore IND_085 è un indicatore disatteso dalla stragrande maggioranza dei prodotti analizzati. La diversificazione delle produzioni, dei mercati di destinazione richiede una attenta strategia collettiva. In un solo statuto è stato riscontrato che “Il Consorzio nell’ambito degli scopi statutari, svolge le seguenti attività nell’interesse dei propri consorziati: a) favorisce ed aderisce alle iniziative atte ad organizzare e facilitare, anche direttamente, la vendita e l’esportazione da parte dei consorziati e che, comunque, possano produrre vantaggi agli stessi ed alla affermazione del [...]”.

• IND_225 Assenza di sostanze sintetiche

Questo indicatore è applicato solo da 2 dei 5 prodotti trasformati a base di carne analizzati (per tutte le categorie merceologiche analizzate invece da 9 prodotti sui 30 analizzati). Nei rispettivi disciplinari è riportato che “Non vengono utilizzate sostanze chimiche, conservanti o altri additivi, né si fa ricorso a procedimento di affumicatura”. E anche “Salagione e pressatura:: [...] Per la salagione viene utilizzato esclusivamente sale marino, essendo del tutto vietato, nel corso della lavorazione delle cosce, l’uso di altre sostanze chimiche, conservanti ed additivi. [...]”.

• IND_238 Identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi

QUALIVITA

I disciplinari non prevedono requisiti di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Si tratta di requisiti obbligatori per legge e assoggettati al controllo dell’autorità competente (non dell’organismo di certificazione). Solo in un caso, fra quelli valutati, è previsto che l’operatore assoggettato ai controlli è tenuto a fornire al personale ispettivo e/o al personale in affiancamento dettagliate informazioni sui rischi specifici esistenti negli ambienti in cui saranno destinati ad operare e sulle misure di prevenzione e di emergenza, in relazione alla propria attività (compresi i DPI previsti e disponibili) al fine di consentire lo svolgimento dei controlli in sicurezza. Pur tuttavia è evidente che per nessuno dei prodotti valutati è prevista una valutazione/verifica della conformità degli operatori alle norme vigenti in materia di salute e sicurezza dei lavoratori da parte del Consorzio e/o dell’organismo di certificazione.

• IND_251 Ruolo del sistema IG nel mantenimento delle tradizioni e della cultura locale Le IG hanno un legame stretto con il territorio che le genera e la cultura che lo contraddistingue. In due dei prodotti analizzati si riscontra che “Per quanto concerne il legame con il territorio, si segnala quale determinante fattore umano l’esistenza di maestranze qualificate che hanno trasmesso di generazione in generazione la tradizione affermatasi nei secoli”. E ancora “È quindi evidente come gli elementi distintivi e peculiari del [...] a nonché la garanzia di mantenimento di elevati standard qualitativi, di igiene e sicurezza alimentare sono frutto di un’identità culturale che deriva dalle condizioni ambientali, dai fattori naturali ed umani del territorio”.

• IND_256 Sviluppo delle capacità per aumentare la produttività agricola Nessuno dei disciplinari valutati prevede requisiti oggettivi e obbligatori in tal senso. In alcuni casi sono previsti requisiti potenziali. Per alcuni prodotti lo statuto del Consorzio prevede assistenza/consulenza ai consorziati per il miglioramento dell’azienda.

›› Indicatori potenziali ulteriormente sviluppabili

• IND_067 Consapevolezza dei protocolli e degli standard di sicurezza alimentare

Individuata una frase nello statuto del Consorzio di tutela: “[...] In particolare, il Consorzio può avanzare richiesta di riconoscimento e su incarico conferito con decreto del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali può: [...] - definire programmi recanti misure di carattere strutturale e di adeguamento tecnico finalizzate al miglioramento qualitativo della produzione in termini di sicurezza igienico sanitaria, [...]”.

• IND_078 Visibilità del prodotto IG

Individuata una frase nello statuto del Consorzio di tutela: “Il Consorzio si pone quale scopo la tutela, promozione, valorizzazione e cura generale degli interessi relativi al prodotto Culatello di Zibello DOP anche mediante la realizzazione di attività idonee allo sviluppo dell’informazione e dell’educazione alimentare del prodotto tutelato”.

›› Spunti di implementazione per la sostenibilità del prodotto

In linea generale si rileva una sproporzione tra il numero di indicatori applicati in relazione al pilastro «Resilienza economica» rispetto agli altri tre. Questo a riprova del fatto che il disciplinare di produzione e l’infrastruttura documentale della IG sono stati redatti con la finalità specifica di garantire il rispetto di requisiti qualitativi e merceologici di prodotto.

1. Benessere animale : per i prodotti di origine animale è un elemento valoriale imprescindibile è il rispetto di requisiti di benessere animale. Dal momento che il Disciplinare di produzione del Culatello di Zibello DOP per la produzione primaria, rimanda a quanto applicato per i prodotti Prosciutto di Parma DOP e Prosciutto di San Daniele DOP, per questi ultimi sarebbe importante e auspicabile definire requisiti di alimentazione degli animali e parametri di benessere animale più stringenti e attuali (IND_331, IND_333). In tal modo anche la IG analizzata ne trarrebbe un beneficio indiretto.

2. Formazione : potrebbe essere utile, al fine di aumentare la consapevolezza sui temi della sostenibilità, rendere disponibili un’attività di formazione di base per il personale del Consorzio e per i referenti delle Aziende consorziate, sui principi ESG e di sostenibilità.

QUALIVITA

TABELLA INDICATORI

IND_004 Aggiornamento per certificazione IG

IND_010 Conservazione dei registri

IND_021 Spese totali per ricerca e sviluppo *

IND_028 Redditività a lungo termine

QUALIVITA

IND_043 Approvvigionamenti locali

IND_056 Evoluzione della produzione di prodotti certificati *

IND_057 Produzione di IG

IND_060 Punti di controllo qualità

IND_066 Non conformità alle norme sulla sicurezza alimentare e sulla qualità degli alimenti

IND_067 Consapevolezza dei protocolli e degli standard di sicurezza alimentare 1X

IND_069 Attrezzature e locali puliti

IND_071 Rispetto delle autorizzazioni sanitarie

IND_074 Etichettatura del prodotto

IND_075 Sistema di tracciabilità forward

IND_077 Sistema di tracciabilità degli input e della qualità

IND_078 Visibilità del prodotto IG

IND_085 Nuovi mercati geografici

IND_086 Presenza commerciale

IND_197 Riunioni formali dei membri IG tenutesi

IND_198 Riunioni dei membri IG tenutesi

IND_219 Riduzione degli abusi e delle imitazioni

IND_221 Reclami sulla qualità dei prodotti IG

IND_225 Assenza di sostenze sintetiche

IND_227 Classificazione NOVA degli alimenti IG

IND_238 Identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi

IND_251 Ruolo del sistema IG nel mantenimento delle tradizioni e della cultura locale

IND_256 Sviluppo delle capacità per aumentare la produttività agricola

IND_331 Alimentazione animale

IND_333 Pratiche umane di gestione degli animali

IND_349 Pratiche di gestione relative alle emissioni di gas serra

PILASTRO RESILIENZA ECONOMICA

Il pilastro della resilienza economica è sviluppato nel tool FAO-oriGIn in ben 135 indicatori. Di questi quelli maggiormente rappresentati dai prodotti a base di carne sono 18 , variamente applicati dai diversi prodotti. Taluni indicatori sono presenti nella documentazione analizzata in diversi punti per lo stesso prodotto. Gli indicatori a vario titolo rappresentati dai prodotti di tutte le categorie merceologiche valutate sono invece 23

→ TEMI SPECIFICI CULATELLO DI ZIBELLO DOP

• Il prodotto analizzato conta un totale di 13 indicatori (11 effettivi e 2 potenziali) sui 18 considerati relativi al pilastro della resilienza economica del comparto prodotti a base di carne. Il prodotto si posiziona quindi sotto alla media dei 14,4 indicatori caratteristici del comparto e in linea con la media dei prodotti di tutte le categorie merceologiche mappate che è 12,9.

• I 13 indicatori di comparto interamente applicati al prodotto sono:

IND_004 Aggiornamento per certificazione IG

IND_010 Conservazione dei registri

IND_043 Approvvigionamenti locali

IND_057 Produzione di IG

IND_060 Punti di controllo qualità

IND_066 Non conformità alle norme sulla sicurezza alimentare e sulla qualità degli alimenti

IND_067 Consapevolezza dei protocolli e degli standard di sicurezza alimentare

IND_069 Attrezzature e locali puliti

IND_071 Rispetto delle autorizzazioni sanitarie

IND_074 Etichettatura del prodotto

IND_075 Sistema di tracciabilità forward

IND_077 Sistema di tracciabilità degli input e della qualità

IND_078 Visibilità del prodotto IG

• La maggior parte degli indicatori effettivi è stata riscontrata nel piano dei controlli (gestione registri degli operatori riconosciuti, rintracciabilità, punti di controllo qualità, etc.), disciplinare, e statuto. Mentre gli indicatori potenziali sono stati individuati nel disciplinare di produzione (requisiti del Prosciutto di Parma DOP e Prosciutto di San Daniele DOP applicabili alla fase allevatoriale anche per il Culatello di Zibello DOP) e nello statuto.

• Gli indicatori del comparto non applicati sono:

IND_021 Spese totali per ricerca e sviluppo

ANALISI PILASTRI SOSTENIBILITÀ QUALIVITA

IND_028 Redditività a lungo termine

IND_056 Evoluzione della produzione di prodotti certificati

IND_085 Nuovi mercati geografici

IND_086 Presenza commerciale

• Rispetto ai 23 indicatori rappresentativi di tutti i comparti merceologici valutati, in aggiunta non si applicano gli indicatori:

IND_053 Effetti sull’economia locale

IND_062 Strategia di riduzione spreco della produzione IG

IND_076 Ricerca sui prodotti IG

IND_104 Gestione del rischio

IND_122 Stagionalità del prodotto

→ SPUNTI DI IMPLEMENTAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ ECONOMICA PER IL SETTORE PRODOTTI A BASE DI CARNE

La gran parte dei prodotti analizzati non prevede in modo esplicito:

• IND_021 Investimenti in ricerca e sviluppo

• IND_028 Redditività a lungo termine

• IND_056 Evoluzione della produzione di prodotti certificati

• IND_085 Nuovi mercati geografici

• IND_086 Presenza commerciale

• IND_104 Gestione del rischio

QUALIVITA

→ SPUNTI DI IMPLEMENTAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ ECONOMICA PER IL SETTORE IG

• Gli indicatori economici considerati per tutti i comparti merceologici valutati corrispondono a 23. La media di tutti i prodotti considerati appartenenti alle diverse categorie merceologiche corrisponde a 12,9.

• La media più bassa con 11,2 indicatori è rappresentata dal settore dei vegetali trasformati mentre la media più alta con 14,4 indicatori è rappresentata dai prodotti a base di carne.

• Alla luce della mappatura dei prodotti campionati, per alzare il livello di applicazione degli indicatori economici occorre focalizzare l’attenzione almeno sugli indicatori relativi a:

– Investimento a lungo termine : IND_021 Spese totali per ricerca e sviluppo, IND_028

Redditività a lungo termine

Creazione del valore : IND_053 Effetti sull’economia locale, IND_056 Evoluzione della produzione di prodotti certificati

Qualità del prodotto : IND_062 Strategia di riduzione spreco della produzione IG

– Sicurezza alimentare : IND_067 Consapevolezza dei protocolli e degli standard di sicurezza alimentare

Diversificazione : IND_085 Nuovi mercati geografici, IND_086 Presenza commerciale, IND_104 Gestione del rischio

• Andando oltre l’ambito dei 23 indicatori a vario titolo applicati dalle IG campionate, ci sono una serie di indicatori disattesi praticamente da tutti i prodotti che rappresentano un’ampia area di miglioramento per tutte le IG italiane rispetto agli indicatori FAO-oriGIn; fra i principali:

Costi, investimenti, reddittività : IND_001 Capitali patrimoniali per il benessere dei dipendenti, IND_002 Costi di conformità a standard o certificazioni di sostenibilità, IND_006 Costi energetici, IND_008 Costo del lavoro, IND_019 Costi di formazione, IND_020 Investimenti “green”, IND_026 Risparmio, IND_027 Efficienza degli investimenti, IND_033 Prezzo agricolo rispetto al prezzo di riferimento globale, IND_029 Produttività del territorio, IND_039 Efficienza dei costi (economica), IND_049 Valore economico direttamente generato e distribuito, IND_053 Effetti sull’economia locale.

– Gestione del rischio : IND_098 Efficacia delle strategie di mitigazione, IND_100 Strategia sul cambiamento climatico, IND_101 Informazioni sul clima/implementazione di azioni di riduzione del rischio, IND_106 Copertura del rischio associato ai ricavi.

– Stabilità di mercati, produzioni e offerta : IND_116 Appropriazione del valore nella catena del valore, IND_117 Prezzo in diversi mercati, IND_124 Resilienza del settore, IND_129 Andamento dei costi di produzione, IND_135 Volatilità del prezzo di input.

→ STRUMENTI NORMATIVI IN AMBITO VOLONTARIO PER L’IMPLEMENTAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ ECONOMICA

Alcuni indicatori attualmente disattesi potrebbero essere soddisfatti adottando una strategia basata su norme tecniche riconosciute a livello internazionale. Queste norme possono essere utilizzate come metodologie per il raggiungimento di obiettivi specifici. In alcuni casi, si appli -

cano direttamente ai prodotti, mentre in altri riguardano la gestione aziendale.

Molti di questi strumenti normativi risultano utili anche nella redazione del bilancio di sostenibilità.

• Standard in materia di sicurezza alimentare : BRC/IFS/FSSC per le attività di trasformazione e GlobalGap per la fase agricola (IND_067 Consapevolezza dei protocolli e degli standard di sicurezza alimentare).

• Standard in materia di sostenibilità : ISCC, ISO 50001, ISO 45001, ISO 14064, ISO 14067, ISO 14001; Made Green in Italy, ISO 37101, UNI PDR 125, PAS 24000 (IND_002 Costi di conformità a standard o certificazioni di sostenibilità, IND_020 Investimenti “green”, IND_006

Costi energetici, IND_062 Strategia di riduzione dello spreco della produzione IG, IND_001 Capitali patrimoniali per il benessere dei dipendenti, IND_100 Strategia sul cambiamento climatico).

• Standard in materia di economia circolare : ISO 59020 (IND_062 Strategia di riduzione dello spreco della produzione IG).

• Standard in materia di gestione dei rischi: ISO 31000, ISO 37301, ISO 37001 (IND_104 Gestione del rischio, IND_067 Consapevolezza dei protocolli e degli standard di sicurezza alimentare).

• Standard in materia di governance, compresa la componente economica: ISO 37101: 2019 (IND_039 Efficienza dei costi, IND_046 Crescita inclusiva del settore agricolo, IND_049

Valore economico direttamente generato e distribuito, IND_053 Effetti sull’economia locale, IND_124 Resilienza del settore, IND_129 Andamento dei costi di produzione).

→ CONSIDERAZIONI

Prezzo Equo: il tema dell’equità del trattamento economico riservato alla produzione primaria (allevamenti) è di grande attualità. Le IG in generale, avendo da tempo organizzato le filiere, potrebbero avere interesse a dimostrare oggettivamente la correttezza del trattamento economico riservato agli allevatori a riconoscimento del loro lavoro. L’adozione di una politica consortile in tal senso potrebbe essere uno strumento di comunicazione estremamente efficace.

PILASTRO BUONA GOVERNANCE

Il pilastro della buona governance è sviluppato nel tool FAO-oriGIn in 89 indicatori. Di questi quelli maggiormente rappresentati dai prodotti a base di carne sono 4 , variamente applicati dai diversi prodotti. Taluni indicatori sono presenti nella documentazione analizzata in diversi punti per lo stesso prodotto. Gli indicatori a vario titolo rappresentati dai prodotti di tutte le categorie merceologiche valutate sono invece 5

→ TEMI SPECIFICI CULATELLO DI ZIBELLO DOP

• Il prodotto analizzato conta un totale di 4 indicatori (tutti effettivi) sui 4 considerati relativi al pilastro della buona governance. Il prodotto si posiziona quindi leggermente sopra la media con le altre IG (3,8) e con il comparto (3,8).

QUALIVITA

• Gli indicatori applicati sono:

– IND_197 Riunioni formali dei membri IG tenutesi

– IND_198 Riunioni dei membri IG tenutesi

– IND_219 Riduzione degli abusi e delle imitazioni

– IND_221 Reclami sulla qualità dei prodotti IG

• Rispetto ai 5 indicatori rappresentativi di tutti i comparti merceologici valutati, in aggiunta non si applicano gli indicatori:

– IND_174 Piano di gestione della sostenibilità (che tra tutti è applicato solamente da un prodotto del paniere analizzato).

→ SPUNTI DI IMPLEMENTAZIONE PER IL SETTORE PRODOTTI A BASE DI CARNE

Tutti i prodotti trasformati analizzati rispettano 4 indicatori su 5 in quanto ampiamente presenti negli statuti dei Consorzi di tutela a dimostrazione che tali enti rivestono un ruolo strategico in ambito governance.

L’unico indicatore disatteso è IND_174 Piano di gestione della sostenibilità che figura solo in uno dei 30 prodotti valutati.

→ SPUNTI DI IMPLEMENTAZIONE DELLA BUONA GOVERNANCE PER IL SETTORE IG

• Confrontando i prodotti a base di carne analizzati con le altre categorie merceologiche campionate, l’unico indicatore che manca rispetto alle IG analizzate in generale è IND_174 Piano di gestione della sostenibilità, che figura solo in un prodotto fra quelli valutati.

• Andando oltre l’ambito dei 5 indicatori a vario titolo applicati dalle IG campionate, ci sono una serie di indicatori disattesi praticamente da tutti i prodotti analizzati che rappresentano un’ampia area di miglioramento per tutte le IG italiane rispetto agli indicatori FAO-oriGIn; fra i principali:

Audit : IND_136 Audit olistici, IND_137 Capacità di audit interno, IND_138 Procedura di audit interno, IND_139 Frequenza degli audit interni, IND_140 Disciplina di monitoraggio.

Struttura e leadership : IND_145 Le donne come decisori.

Trasparenza : IND_149 Episodi confermati di corruzione e azioni intraprese, IND_154 Comunicazione e formazione sulle politiche e procedure anticorruzione, IND_155 Operazioni valutate per rischi legati alla corruzione.

QUALIVITA

Due diligence : IND_160 Integrazione delle informazioni di sostenibilità nel reporting, IND_161 Due diligence, IND_163 Impatti ambientali e sociali negativi nella catena di fornitura e azioni intraprese, IND_165 Pratiche di due diligence, IND_168 Standard di condotta e politica di integrità, IND_173 Governo dell’organizzazione.

Gestione della sostenibilità : IND_174 Piano di gestione della sostenibilità.

Legittimità : IND_185 Rispetto delle regole decisionali e dello statuto dell’organizzazione IG, IND_187 Partecipazione allo sviluppo delle politiche pubbliche, IND_192 Processo decisionale inclusivo.

Un aspetto importante da sottolineare è che molti degli indicatori che non risultano oggettivamente presenti nei documenti analizzati sono in realtà applicati da molti Consorzi di tutela. Pur tuttavia, ad una verifica esterna ed in assenza di audit ai Consorzi non è stato possibile ritenerli applicati in fase di analisi. L’opportunità di miglioramento consiste nella loro oggettivazione in procedure/documenti/statuti dei Consorzi oltre al rafforzamento di audit interni e di parte terza per accertarne l’applicazione.

STRUMENTI

NORMATIVI IN AMBITO VOLONTARIO PER L’IMPLEMENTAZIONE DELLA BUONA GOVERNANCE

Alcuni indicatori attualmente disattesi potrebbero essere soddisfatti adottando una strategia basata su norme tecniche riconosciute a livello internazionale. Queste norme possono essere utilizzate come metodologie per il raggiungimento di obiettivi specifici. In alcuni casi, si applicano direttamente ai prodotti, mentre in altri riguardano la gestione aziendale.

Molti di questi strumenti normativi risultano utili anche nella redazione del bilancio di sostenibilità.

• Organizzazione : ISO 9001, PAS 24000, ISO 31000, ISO 37301 e ISO 37001: IND_174 Piano di gestione della sostenibilità, IND_136 Audit olistici, IND_137 Capacità di audit interno,

IND_138 Procedura di audit interno, IND_139 Frequenza degli audit interni, IND_140 Disciplina di monitoraggio, IND_149 Episodi confermati di corruzione e azioni intraprese, IND_152 Importo delle multe pagate/da pagare a causa di accordi legati alla corruzione, IND_154 Comunicazione e formazione sulle politiche e procedure anticorruzione, IND_155 Operazioni valutate per rischi legati alla corruzione, IND_178 Procedure di reclamo, IND_179 Reclami degli stakeholder, IND_210 Percorso verso la conformità.

• Pari opportunità : UNI PDR 125: IND_145 Le donne come decisori, IND_192 Processo decisionale inclusivo, IND_213 Formazione dei dipendenti sulle politiche o procedure sui diritti umani.

→ CONSIDERAZIONI

Governance del territorio : Il prodotto ha un rapporto molto forte (sostanziale ed emozionale) con il territorio da cui proviene. Sarebbe interessante ed auspicabile definire obiettivi di sostenibilità non solo riferiti al prodotto ma anche riferiti/riferibili al territorio che lo esprime migliorando l’applicazione degli indicatori (IND da 161 a 170; 173 - 174 - 175 - 204 - 208). A titolo meramente esemplificativo si faccia riferimento al tema del turismo enogastronomico locale, valorizzando l’impiego della IG in sostituzione dei prodotti similari. Aspetto peraltro in linea con il nuovo regolamento 2024/1143 sulle IG. Possibile utilizzare a riferimento la norma internazionale ISO 37101: 2019 “Città e comunità sostenibili” che definisce una metodologia strutturata e sistematica per gestire lo sviluppo sostenibile delle Comunità, dei Distretti, etc.

PILASTRO BENESSERE SOCIALE

Il pilastro del benessere sociale è sviluppato nel tool FAO-oriGIn in ben 102 indicatori. Di questi quelli maggiormente rappresentati dai prodotti a base di carne sono 5 , variamente applicati dai diversi prodotti. Il numero medio di indicatori applicati dai prodotti del comparto prodotti a base di carne è 2,2. Per i prodotti valutati appartenenti a tutte le categorie merceologiche sono invece 9 e il valore medio è 3,5. Taluni indicatori sono presenti nella documentazione analizzata in diversi punti per lo stesso prodotto.

→ TEMI SPECIFICI CULATELLO DI

ZIBELLO DOP

• Il prodotto analizzato conta un totale di 1 indicatore effettivo sui 5 di comparto considerati relativi al pilastro del benessere sociale. Il prodotto si posiziona quindi sotto la media dei 2.2 indicatori caratteristici del comparto e sotto la media delle IG di tutti i settori merceologici (3,5) analizzati.

• L’unico indicatore applicato è:

IND_227 Classificazione NOVA degli alimenti IG

• Rispetto ai 5 indicatori di comparto il prodotto non applica gli indicatori:

IND_225 Assenza di sostanze sintetiche

IND_238 Identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi

IND_251 Ruolo del sistema IG nel mantenimento delle tradizioni e della cultura locale

QUALIVITA

IND_256 Sviluppo delle capacità per aumentare la produttività agricola

• Rispetto ai 9 indicatori rappresentativi di tutti i comparti merceologici valutati, in aggiunta non si applicano gli indicatori: –

IND_226 Presenza di nutrienti preziosi

IND_228 Procedure/metodi di lavorazione sensibili alla nutrizione

IND_261 Istruzione e formazione formale e non formale

IND_277 Importanza del sistema IG nella comunità

• La maggior parte degli indicatori effettivi è stata riscontrata nel disciplinare.

→ SPUNTI DI IMPLEMENTAZIONE DEL BENESSERE SOCIALE PER IL SETTORE PRODOTTI A BASE DI CARNE

La gran parte dei prodotti analizzati non prevede in modo esplicito:

• IND_238 Identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi

• IND_251 Ruolo del sistema IG nel mantenimento delle tradizioni e della cultura locale

• IND_261 Istruzione e formazione formale e non formale

• IND_256 Sviluppo delle capacità per aumentare la produttività agricola

→ SPUNTI DI IMPLEMENTAZIONE DEL BENESSERE SOCIALE PER IL SETTORE IG

QUALIVITA

• Rispetto ai 9 indicatori di benessere sociale considerati la media del campione di tutte le merceologie valutate corrisponde a 3,5. La media più bassa con 2,2 indicatori è rappresentata dal settore dei prodotti a base di carne mentre la media più alta con 4,7 indicatori è rappresentata dal settore dei formaggi, seguita dagli oli con 4,5 indicatori.

• Alla luce della mappatura dei prodotti campionati, per alzare il livello di applicazione degli indicatori economici occorre focalizzare l’attenzione almeno sugli indicatori:

– Sicurezza alimentare e nutrizionale : IND_225 Assenza di sostanze sintetiche, IND_226 Presenza di preziosi nutrienti (che risulta adottato solo in uno dei disciplinari valutati)

– Rischi : IND_238 Identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi – Formazione : IND_256 Sviluppo delle capacità per una maggiore produttività agricola

• Andando oltre l’ambito dei 9 indicatori a vario titolo applicati dai prodotti di tutte le categorie merceologiche, ci sono una serie di indicatori disattesi praticamente da tutti i prodotti che rappresentano un’ampia area di miglioramento per tutte le IG italiane rispetto agli indicatori FAO-oriGIn; fra i principali:

– Salute pubblica, sicurezza e salute sul lavoro : IND_231 Impatto dell’IG sulla qualità dell’aria, IND_232 Impatto dell’IG sulle fonti idriche locali, IND_233 Impatto dell’IG sullo smaltimento dei rifiuti, IND_234 Formazione sulla sicurezza e salute, IND_236 Spese per la salute e la sicurezza dei dipendenti in percentuale dei ricavi, IND_238 Identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi, IND_244 Sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro.

Produttività : IND_257 Implementazione di pratiche che portano ad un aumento della produttività, IND_259 Educazione allo sviluppo sostenibile, IND_261 Istruzione e formazione formale e non formale.

Qualità della vita : IND_270 Valutazione dei diritti umani, IND_288 Impatto sociale dei prodotti IG, IND_289 Nuove generazioni, IND_292 Autonomia nella produzione.

Parità di genere : IND_293 Pratiche legate alle donne, IND_294 Donne come decisori, IND_295 Rapporto di remunerazione tra generi, IND_297 Partecipazione delle donne alle organizzazioni di produttori, IND_298 Diritti politici delle donne (capacità di rappresentare unità produttive), IND_299 Diversità dei dipendenti, IND_303 Trattamento equo per i lavoratori vulnerabili, IND_312 Formazione dei dipendenti sulle politiche o procedure sui diritti umani.

Pratiche commerciali : IND_324 Formalizzazione della catena del valore, IND_325 Risoluzione dei conflitti riguardanti prezzi e qualità.

Molti degli indicatori succitati, non sono formalmente previsti dai documenti analizzati ma sono previsti dalle norme cogenti applicabili in Italia in materia di salute e diritti dei lavoratori. Prevedendone un richiamo nei documenti applicabili alla IG e valutando idonee modalità di accertamento della loro corretta applicazione molti di questi indicatori potrebbero essere ottemperati.

→ STRUMENTI NORMATIVI IN AMBITO VOLONTARIO PER L’IMPLEMENTAZIONE DEL BENESSERE SOCIALE

Alcuni indicatori attualmente disattesi potrebbero essere soddisfatti adottando una strategia basata su norme tecniche riconosciute a livello internazionale. Queste norme possono essere utilizzate come metodologie per il raggiungimento di obiettivi specifici. In alcuni casi, si applicano direttamente ai prodotti, mentre in altri riguardano la gestione aziendale.

Molti di questi strumenti normativi risultano utili anche nella redazione del bilancio di sostenibilità.

• Standard in materia di governance di sostenibilità : ISO 37101 (IND_263 - 289)

• Standard in materia di parità di genere, inclusione e corporate social responsibility : UNI PDR 125, PAS 24000, ISO 30415 e GlobalGap + Grasp per la fase agricola (IND_291 - 292 - 293 - 294 - 295 - 296 - 297 - 298 - 299 - 300 - 301 - 303 - 270 - 271 - 272 e dal 304 al 322)

• Standard in materia di gestione dei rischi : ISO 31000

• Sicurezza sui luoghi di lavoro : ISO 45001 e GlobalGap per la fase agricola (IND_234 - 238 - 241 - 244 - 245 - 246 - 247).

→ CONSIDERAZIONI

• Diversità e inclusione : è un tema estremamente attenzionato anche dal dipartimento pari opportunità del ministero. Rilevante anche per le filiere agro-alimentari (ad esempio rif. Rapporto FAO 2023 «Status of Woman in agrifood system»); esistono finanziamenti ed agevolazioni per le imprese e le organizzazioni che adottino un sistema di parità di genere certificato secondo la norma UNI/PDR 125. L’adozione di una politica consortile in tal senso potrebbe aumentare il livello di applicazione degli indicatori.

• Nuove generazioni : il cambio generazionale è un elemento critico per molti comparti industriali e manifatturieri. Lo stesso vale per il settore agricolo, per il quale la Politica Agricola Comune (PAC) 2023-2027 prevede delle specifiche misure di aiuto ai giovani imprenditori agricoli. L’adozione di una politica consortile in tal senso potrebbe aumentare il livello di applicazione degli indicatori applicati.

• Sicurezza e salute sul lavoro : è un tema sempre di attualità, soprattutto in ambito agricolo. L’adozione di una politica consortile in tal senso con riferimento specifico alla fase agricola potrebbe aumentare il livello di sostenibilità.

• Diritti dei lavoratori : nel mondo agricolo è tema sempre rilevante. Si pensi al tema del caporalato che potrebbe avere impatti estremamente negativi sull’immagine delle IG qualora venisse riscontrato. Si considerino a titolo di esempio le notizie di cronaca più recenti sul tema. L’adozione di una politica consortile con riferimento specifico alla fase agricola potrebbe aumentare il livello di applicazione degli indicatori.

PILASTRO INTEGRITÀ AMBIENTALE

QUALIVITA

Il pilastro dell’integrità ambientale è sviluppato nel tool FAO-oriGIn in 116 indicatori. Di questi quelli maggiormente rappresentati dai prodotti a base di carne sono 3 variamente applicati dai diversi prodotti. Gli indicatori a vario titolo rappresentati dai prodotti di tutte le categorie merceologiche valutate sono invece 8 . Taluni indicatori sono presenti nella documentazione analizzata in diversi punti per lo stesso prodotto.

→ TEMI SPECIFICI CULATELLO DI ZIBELLO DOP

• Il prodotto analizzato applica 3 indicatori (2 effettivi e 1 potenziale) e si posiziona quindi sopra la media sia di comparto (1,6) che dei prodotti di tutte le categorie merceologiche (1,3). Risultano applicati quindi tutti gli indicatori, ovvero:

IND_331 Alimentazione animale

IND_333 Pratiche umane di gestione degli animali (per la parte relativa a macelli e laboratori di sezionamento)

IND_349 Pratiche di gestione relative alle emissioni di gas serra.

• Due dei tre indicatori sono individuati nei disciplinari del Prosciutto di Parma DOP e Prosciutto di San Daniele DOP ai quali quello del Culatello di Zibello DOP si riferisce per la parte di requisiti riguardante l’allevamento dei suini.

• Rispetto agli 8 indicatori mappati per tutte le IG valutate, in aggiunta a quanto sopra non risultano applicati dal prodotto:

QUALIVITA

IND_362 Varietà e razze adattate localmente

IND_386 Consolidamento del paesaggio delle IG

IND_387 Tutela del paesaggio

IND_389 Pratiche di conservazione e ripristino del suolo

IND_433 Piano consumo acqua

→ SPUNTI DI IMPLEMENTAZIONE DELL’INTEGRITÀ AMBIENTALE PER IL SETTORE PRODOTTI A BASE DI CARNE

Tutti i prodotti del comparto applicano i tre indicatori mappati, ad eccezione della Bresaola della Valtellina IGP e della Mortadella Bologna IGP per la quale sono non applicabili.

→ SPUNTI DI IMPLEMENTAZIONE DELL’INTEGRITÀ AMBIENTALE PER IL SETTORE IG

• I prodotti a base di carne con i loro 1,6 indicatori medi sono leggermente sopra la media dei prodotti analizzati la cui media è 1,3.

• Considerando i 116 indicatori del tool FAO-oriGIn, fra gli indicatori a vario titolo disattesi, quelli che possono rappresentare aree di miglioramento per le IG italiane sono raggruppabili nelle seguenti categorie:

– Benessere animale : IND_327 Salute degli animali, IND_328 Certificazione rispetto agli standard di salute e benessere degli animali, IND_329 Pratiche sanitarie animali, IND_333 Pratiche umane di gestione degli animali.

– Qualità dell’aria : IND_334 Pratiche di prevenzione dell’inquinamento atmosferico, IND_335 Obiettivo di riduzione dell’inquinamento atmosferico, IND_336 Concentrazione ambientale di inquinanti atmosferici, IND_337 Odori sgradevoli, IND_338 Conflitti legati agli odori sgradevoli.

– Emissioni : IND_339 Sostanze dannose per l’ozono, IND_340 Emissioni indirette di gas a effetto serra (GHG) legate all’energia (scope 2), IND_341 Emissioni animali, IND_342 Intensità delle emissioni di CO2, IND_343 Emissioni dirette di GHG (scope 1), IND_344 Emissioni totali da fertilizzanti, IND_345 Bilancio dei gas serra, IND_346 Pratiche di mitigazione dei gas serra, IND_347 Altre emissioni indirette di GHG (scope 3), IND_348 Intensità di riduzione delle emissioni di GHG.

– Diversità dell’ecosistema e diversità genetica: IND_350 Tasso di perdita degli habitat naturali, IND_351 Consapevolezza dei produttori di IG sui valori della biodiversità, IND_352

Impatti significativi di attività, prodotti e servizi sulla biodiversità, IND_353 Connettività dell’ecosistema, IND_354 Pratiche di miglioramento dell’ecosistema, IND_355 Piano di conservazione e ripristino degli habitat paesaggistici, IND_357 Piano di conservazione e ripristino dell’habitat marino, IND_360 Conservazione dell’agrobiodiversità in situ.

– Gestione e uso del territorio : IND_381 Area agricola soggetta a pratiche agricole produttive e sostenibili, IND_382 Rotazione delle colture, IND_383 Eterogeneità temporale e spaziale del sistema agricolo, IND_384 Conversione dell’ecosistema naturale, IND_385 Generazione del paesaggio, IND_386 Consolidamento del paesaggio delle IG, IND_387 Conservazione del paesaggio.

Qualità del suolo: IND_388 Piano di conservazione e ripristino del suolo, IND_389 Pratiche di conservazione e riabilitazione del suolo, IND_390 Degrado del suolo, IND_391 Perdita/guadagno netto di terreno produttivo, IND_392 Salute e analisi del suolo, IND_393 Manutenzione sul campo, IND_394 Ottimizzazione dell’uso dei fertilizzanti, IND_395 Qualità biologica dei suoli, IND_396 Qualità chimica dei suoli, IND_397 Misure di conservazione del suolo e misure per migliorare l’uso dell’acqua da parte delle piante, IND_398 Struttura fisica dei suoli, IND_389 Pratiche di conservazione e ripristino del suolo.

– Uso efficiente dell’energia: IND_410 Consumo energetico, IND_411 Pratiche di risparmio energetico, IND_412 Riduzione del consumo energetico, IND_413 Energie rinnovabili, IND_414 Obiettivo sull’utilizzo dell’energia rinnovabile, IND_415 Autonomia energetica.

Rifiuti : IND_416 Spreco alimentare, IND_419 Riduzione dei rifiuti, IND_420 Smaltimento dei rifiuti, IND_421 Riciclaggio e riutilizzo dei rifiuti, IND_422 Pratiche di riduzione dei rifiuti, IND_423 Obiettivo di riduzione dei rifiuti, IND_424 Riduzione dell’uso di materiali di imballaggio in plastica. –

Acqua : IND_435 Prelievi totali di acque sotterranee e superficiali, IND_436 Livello di stress idrico, IND_437 Impronta idrica blu, IND_438 Impronta idrica verde, IND_439 Impronta idrica grigia, IND_440 Consumo acqua, IND_441 Riciclo e riutilizzo dell’acqua, IND_442 Efficienza nell’uso dell’acqua.

→ STRUMENTI NORMATIVI IN AMBITO VOLONTARIO PER L’IMPLEMENTAZIONE DELL’INTEGRITÀ AMBIENTALE

Alcuni indicatori attualmente disattesi potrebbero essere soddisfatti adottando una strategia basata su norme tecniche riconosciute a livello internazionale. Queste norme possono essere utilizzate come metodologie per il raggiungimento di obiettivi specifici. In alcuni casi, si applicano direttamente ai prodotti, mentre in altri riguardano la gestione aziendale. Molti di questi strumenti normativi risultano utili anche nella redazione del bilancio di sostenibilità.

• Organizzazione: ISO 37001

• Impatto ambientale: ISO 14001, LCA, ISO 14040, ISO 14044, ISO 14067, ISO 14064, Made Green in Italy, ISO 50001

• Biodiversità: Biodiversity Friend

• Buone pratiche agricole, pratiche di agricoltura rigenerativa e carbon farming: GlobalGap, Leaf Marque, SQNPI, ISCC, FSA, Biologico.

• Benessere animale: SQNBA (di prossima pubblicazione)

→ CONSIDERAZIONI

QUALIVITA

• Impatto ambientale : gli impatti ambientali e la loro riduzione sono elementi richiesti da numerose iniziative/strategie a livello globale ed europeo (es. Agenda 2030, Green Deal, Farm to Fork etc.) così come dalle recenti normative di rendicontazione degli asset intangibili (Environment-Social-Governance ESG) quali ad esempio la direttiva CSRD. L’adozione di una politica consortile in tal senso potrebbe aumentare il livello di applicazione degli indicatori 334 - 335 - 336 - 339 - 340 - 341 - 342 - 343 - 344 - 345 - 346 - 347 - 348 - 349 - 425 - 427 - 428 - 429 -430 - 431 - 432 - 433 - 435 - 436 - 437 - 438 - 439 - 440 - 441 - 442. Si considerino a titolo meramente esemplificativo i lavori fatti da Consorzio Grana Padano DOP, Prosciutto di Parma DOP e Asiago DOP su Made Green in Italy. Si consiglia di valutare un approccio sistemico (di comparto) anziché di singole realtà aziendali.

• Biodiversità : la strategia europea per la biodiversità 2030 e la strategia europea Farm to Fork richiamano questo tema, vi sarebbero obiettivi vincolanti anche per gli ecosistemi agrari. Sarebbe molto interessante una valutazione oggettiva della biodiversità (anche

attraverso l’ausilio di standard riconosciuti)  per poter rafforzare il racconto e il legame con il territorio andando a migliorare l’adozione degli indicatori da 350 a 370.

• Buone pratiche agricole, pratiche di agricoltura rigenerativa e carbon farming : la strategia europea Farm to Fork promuove la riduzione dell’uso di pesticidi e fertilizzanti e antimicrobici, l’aumento dei terreni destinati ad agricoltura BIO, il sequestro del carbonio nei suoli agricoli; per il carbon farming il riferimento è la bozza di Regolamento europeo su carbon farming COM(2022) 672 final «REGULATION OF THE EUROPEAN PARLIAMENT AND OF THE COUNCIL establishing a Union certification framework for carbon removals». L’adozione di una strategia consortile in materia potrebbe aumentare il livello di applicazione del BIO nelle aziende agricole e/o sistemi di coltivazione/allevamento a basso impatto ambientale migliorando l’adozione degli  indicatori: 378 - 379 - 380 - 381 - 382 – 383 - 384 - da 388 a 398 - 405 - 409.

• Efficienza energetica : il Green Deal, prevede l’incremento dell’efficienza energetica e l’utilizzo di energia pulita; la nuova Direttiva UE 2023/1791 sull’efficienza energetica, entrata in vigore nell’ottobre 2023, aumenta gli obiettivi di efficienza energetica dell’UE. L’adozione di una strategia consortile in materia potrebbe aumentare il livello degli indicatori dal 410 al 415. A titolo meramente esemplificativo si cita la norma ISO 50001 sul sistema di gestione dell’energia che, insieme a norme tecniche come Made Green in Italy, può costituire uno strumento metodologico utile per valutare prima e ridurre poi i consumi energetici. L’approccio organico e strutturato potrebbe essere funzionale a intercettare finanziamenti pubblici.

• Gestione dei rifiuti : il Green Deal prevede due strategie: 1) strategia Farm to Fork che prevede la riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari, 2) piano di azione per l’economia circolare che prevede anche dei punti di azione finalizzati alla riduzione della generazione dei rifiuti; da ricordare inoltre la direttiva dell’Unione Europea sui rifiuti 2008/98/ CE, con in corso una proposta di revisione che fisserebbe nuovi obiettivi di riduzione degli sprechi alimentari e dei rifiuti del tessile.  Una strategia consortile sul punto consentirebbe di rispondere agli indicatori da 416 a 424.

• Benessere animale : la strategia europea Farm to Fork, tra i vari obiettivi prevede anche il miglioramento del benessere animale; in Italia si segnala la previsione di finalizzazione del Sistema di Qualità Nazionale Benessere Animale (SQNBA) che pone l’accento sulle modalità di conduzione dell’allevamento, sull’uso responsabile del farmaco, la biosicurezza e sulla gestione della risorsa idrica; inoltre la Politica Agricola Comune PAC prevede, attraverso l’adozione degli ecoschemi, l’erogazione di finanziamenti; in particolare l’Italia ha deciso di adottarne 5, in cui il primo prevede un pagamento per la riduzione della antimicrobico resistenza e il benessere animale da parte delle aziende agricole. Una strategia consortile sul punto consentirebbe di rispondere agli indicatori da 327 a 333.

QUALIVITA

CULATELLO DI ZIBELLO DOP

CULATELLO DI ZIBELLO DOP

ALLEGATO ANALISI DOCUMENTALE

104 frasi riscontrate nell’analisi dei documenti collegate a 21 indicatori di sostenibilità

:: 24 DISCIPLINARE DI PRODUZIONE :: 73 PIANO DI CONTROLLO :: 5 STATUTO :: 2 ALTRI REGOLAMENTI

Approvvigionamenti

IG Costi sostenuti per ottenere la certificazione IG (se presente)/vendite totali previste in tre anni

Aggiornamento dei processi, dei controlli, della tracciabilità. Cambiamenti negli input altro Tariffario art 2 Tariffe prima adesione al sistema dei controlli o variazioni al riconoscimento per nuova attività/nuovo sito operativo Quote relative alla verifica dei requisiti in caso

e ubicato nel territorio delle regioni Lombardia o Emilia Romagna; Il produttore deve verificare che la materia prima in entrata sia proveniente da fornitori ubicati nel territorio delle regioni Emilia Romagna e Lombardia Trasformatore

Acquisti da fornitori locali (importo)/totale acquisti (importo) Fornitori locali (numero)/totale fornitori (numero) Documenti aziendali, provenienza dei fornitori ddp Art 2 Zona di Produzione Gli allevamenti dei suini destinati alla produzione del "Culatello di Zibello" devono essere situati nel territorio delle Regioni Lombardia ed Emilia-Romagna. [...]. La zona di produzione del "Culatello di Zibello" comprende seguenti comuni: Polesine, Busseto, Zibello, Soragna, Roccabianca, San Secondo, Sissa e Colorno.

Ogni operatore riconosciuto (allevamenti, macelli, seziotori, prosciuttifici, disossatori, affettatori) ha la responsabilità di acquistare e destinare alla DOP esclusivamente materia prima proveniente dall'area geografica definita dalla DOP da soggetti riconosciuti. Anche l'attività di affettamento e confezionamento deve avvenire all'interno dell'area geografica definita dalla DOP. Allevamento, macello, laboratorio di sezionamento, prosciuttificio, disossatore, affettatore

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Qualità del prodotto IND_057 Produzione di IG Quota (%) di prodotti che soddisfano le specifiche del prodotto IG nel volume di produzione totale

del

esclusivamente materiale genetico e/o riproduttori suini così come previsto dai Disciplinari di riferimento e dalle liste dei tipi genetici pubblicate dal Ministero MASAF. Tutta la progenie, derivata da tipi genetici valutati non conformi o non corrispondente alle combinazioni genetiche previste dai disciplinari del Prosciutto di Parma e del Prosciutto di San Daniele, non deve essere tatuata e non può in alcun modo essere certificata ai fini della DOP. Qualora sia stata tatuata si provvede alla sua esclusione dalla filiera tutelata.[

La scrofaia ha l'obbligo di utilizzare materiale genetico e/o riproduttori suini come previsto dal ddp. Il requisito di applica al 100% degli animali utlizzati per la produzione DOP

Rapporto di controllo qualità: potenziale produttivo totale ddp Art 2 Zona di Produzione suini nati, allevati e macellati nelle suddette Regioni sono conformi alle prescrizioni già stabilite a livello nazionale per la materia prima dei prosciutti di Parma e San Daniele. Gli allevamenti devono infatti attenersi alle citate prescrizioni per quanto concerne razze, alimentazione e metodologia di allevamento. suini devono possedere le caratteristiche proprie del suino pesante italiano definite ai sensi del Reg. CEE n. 3220/84 concernente la classificazione commerciale delle carcasse suine L'allevatore ha l'obbligo di garantire il rispetto delle caratteristiche di prodotto disciplinate per il 100% del prodotto DOP. Allevamento

salumeria costituito dalla parte anatomica del fascio di muscoli crurali posteriori ed interni della coscia del suino, opportunamente mondati in superficie e rifilati fino ad ottenere la classica forma a “pera”. Nella miscela di salagione sono presenti: sale, pepe intero e/o a pezzi ed aglio, possono inoltre essere impiegati vino bianco secco, nitrato di sodio e/o potassio alla dose massima di 195 p.p.m.. Il Trasformatore ha l'obbligo di garantire il rispetto delle caratteristiche di prodotto disciplinate per il 100% del prodotto DOP. Produttore

Resilienza
Resilienza

femoro-tibiorotulea e passando aderente al femore per tutta la sua lunghezza, giunge a tagliare la coscia sino alla sua base. Viene quindi asportato il femore e grasso, avendo cura di lasciare in superficie uno strato adeguato ad evitare una brusca disidratazione delle carni. Alla fine dell’operazione la massa muscolare si presenta con la caratteristica forma a “pera” può essere immediatamente o dopo opportuno condizionamento termico sottoposta alle successive operazioni di produzione. La massa muscolare così ottenuta viene salata manualmente a secco. L’operazione di salagione ha una durata che va da uno a sei giorni. Per tale operazione è ammesso soltanto l’impiego di cloruro di sodio (sale da cucina), di nitrato di sodio nella dose max di cui all’articolo 3, e pepe in grani spaccati. E’ pure consentito l’impiego di una concia composta da vino bianco secco e aglio pressato. Successivamente la massa muscolare è posta in cella frigorifera ad una temperatura fra 0 e 5° C per il tempo sufficiente ad ottenere il necessario assorbimento di sale. In seguito culatelli sono posti in cella di riposo; successo insacco in budelli naturali e la legatura, possono essere effettuati durante o al termine della fase di riposo utilizzando vescica suina o peritoneo parietale e perirenale di suino. Le due operazioni consistono nell’avvolgere il “muscolo” nella vescica urinaria del maiale e nel legarlo con diversi giri di spago che, procedendo a spirale, vanno dalla base dell’apice, intersecandosi con altri giri di spago disposti in senso verticale. La legatura o immagliatura del prodotto fresco deve essere ben stretta serve per evitare che all’interno rimangano vuoti d’aria. Col procedere della stagionatura, a causa del calo che subisce la carne, l’immagliatura si presenta via via più allentata. Successivamente, prima della fase di stagionatura, si procede alla sgocciolatura delle masse muscolari per circa na settimana ed all’asciugatura che può variare da 30 a 60 giorni in funzione delle condizioni climatiche.

delle caratteristiche di prodotto disciplinate per il 100% del prodotto DOP.

Produttore

Produttore

Resilienza

di IG Quota (%) di

e informazioni

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni

Qualità del prodotto IND_057 Produzione di IG Quota (%) di prodotti che soddisfano le specifiche del prodotto IG nel volume di produzione totale

Qualità del prodotto e informazioni Qualità del prodotto IND_057 Produzione di IG Quota (%) di prodotti che soddisfano le specifiche del prodotto IG nel volume di produzione totale

economica Qualità del prodotto e informazioni Qualità del prodotto IND_057 Produzione di IG Quota (%) di prodotti che soddisfano le specifiche del prodotto IG nel volume di produzione totale

Rapporto di controllo qualità: potenziale produttivo totale ddp Art. 5.1 (rif. Ddp Prosciutto di Parma)

Caratteristiche Al termine del periodo minimo di stagionatura il Culatello di Zibello deve presentare un peso compreso tra 3 e 5 Kg. e, all’atto dell’immissione al consumo, avere le seguenti caratteristiche organolettiche, chimiche e chimico-fisiche: CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE Aspetto esterno: caratteristica forma a pera con leggero strato di grasso nella parte convessa, imbrigliato in giri di spago tali da formare una sorta di rete a maglie larghe. Aspetto al taglio: la frazione muscolare si presenta di colore rosso uniforme ed il grasso compreso tra diversi fasci muscolari di color bianco. Odore: profumo intenso e caratteristico. Sapore: gusto tipico, dolce e delicato. CARATTERISTICHE CHIMICHE E CHIMICO-FISICHE Le determinazioni dei valori saranno effettuate su campioni di una Il Trasformatore ha l'obbligo di garantire rispetto delle caratteristiche di prodotto disciplinate per il 100% del prodotto DOP.

Tipi genetici ammessi Le cosce suine fresche devono provenire da suini figli di: a) verri delle razze tradizionali Large White italiana, Landrace italiana e Duroc italiana così come migliorate dal Libro Genealogico Italiano, in purezza o tra loro incrociate, e scrofe delle razze tradizionali Large White italiana e Landrace italiana, in purezza o tra loro incrociate; b) verri delle razze tradizionali di cui alla lett. a) e scrofe meticce o di altri tipi genetici purché questi provengano da schemi di selezione e/o incrocio di razze Large White, Landrace e Duroc, attuati con finalità compatibili con quelle del Libro Genealogico Italiano, per la produzione del suino pesante; c) verri e scrofe di altri tipi genetici purché questi provengano da schemi di selezione e/o incrocio di razze Large White, Landrace e Duroc, attuati con

Rapporto di controllo qualità: potenziale produttivo totale ddp Art. 5.2 (rif. Ddp Prosciutto di Parma)

Allevamento e alimentazione dei suini - Ingrasso: è l’ultima fase dell’allevamento, interviene a magronaggio completato e prosegue fino all’età della macellazione che deve essere di almeno 9 (nove) mesi. Al termine dalla fase d’ingrasso, suini dovranno aver raggiunto in fase di macellazione pesi della carcassa descritti al successivo articolo 5.3.a). Ai fini dell’alimentazione, sono ammesse le stesse materie prime consentite nella fase di magronaggio, come previsto nella tabella sopra riportata – con le medesime specifiche previste dalle relative note – ad esclusione della farina di pesce e della soia integrale tostata e/o panello di soia. La presenza di sostanza secca da cereali nella fase d'ingrasso non dovrà essere inferiore al 55% di quella totale.

Rapporto di controllo qualità: potenziale produttivo totale ddp Art. 5.2 (rif. Ddp Prosciutto di Parma)

Allevamento e alimentazione dei suini

Svezzamento: è la fase successiva all’allattamento, che può prolungarsi fino 3 (tre) mesi di età dell’animale e il suino in questo stadio di crescita può raggiungere un peso massimo di 40 chilogrammi. Al fine di soddisfare fabbisogni fisiologici dei suini durante lo svezzamento, possono essere somministrate tutte le materie prime ammesse dalla normativa vigente, in materia di alimentazione animale. Inoltre, sono ammessi l’utilizzo di minerali, l’integrazione con vitamine e l’impiego di additivi nel rispetto della normativa dell’UE e nazionale vigente.

e alimentazione dei suini Magronaggio: è la fase successiva allo svezzamento, che può prolungarsi fino a 5 (cinque) mesi di età dell’animale. Il suino raggiunge un peso massimo di 85 chilogrammi. Ai fini dell’alimentazione del suino in magronaggio, le materie prime consentite, le quantità e le modalità di impiego sono riportate nella tabella sottostante. Sono ammesse tolleranze sulle percentuali in peso delle singole materie prime nella misura prevista dalla normativa dell’UE e nazionale vigente, relativa all’immissione sul mercato e all’uso dei mangimi. L'alimento può essere presentato sia in forma liquida - cosiddetto “broda” o “pastone” e, per tradizione, con siero di latte e/o di latticello, che in forma secca. Di seguito, la tabella delle materie prime ammesse: Farina glutinata di granturco e/o corn gluten feed s.s. fino

e Duroc italiana così come migliorate dal Libro Genealogico Italiano, in purezza o tra loro incrociate, e scrofe delle razze tradizionali Large White italiana e Landrace italiana,

L'allevatore ha la responsabilità di impiegare esclusivamente le razze maschili e femminili definite dal disciplinare per la produzione di suinetti destinati alla DOP. Le razze sono determinanti per assicurare la qualità del prodotto stabilita nel disciplinare.

Allevatore

Allevatore

L'allevatore ha la responsabilità di alimentarei suini durante la fase di ingrasso nel rispetto di quanto stabilito dal disciplinare. Non sono ammesse deroghe, tutti suini saranno alimentati secondo quanto previsto dal ddp

Allevatore

L'allevatore ha la responsabilità di alimentare gli animali in fase di svezzamento esclusivamente con gli alimenti definiti dalla normativa vigente. L'alimentazione zootecnica è infatti determinante per la qualità del prodotto finito. Non sono ammesse deroghe

L'allevatore ha la responsabilità di alimentare gli animali in fase di magronaggio esclusivamente con gli alimenti definiti dal disciplinare, nel rispetto delle percentuiali stabilite al fine di assicurare. L'alimentazione zootecnica è infatti determinante per la qualità del prodotto finito. Non sono ammesse deroghe

altri tipi genetici purché questi provengano da schemi di selezione e/o incrocio di razze Large White, Landrace e Duroc, attuati con L'allevatore deve produrre coscie da destinare alla produzione DOP solo di razze previste dal ddp. Non sono previste deroghe

da CSQA operare in conformità al Disciplinare di produzione e al Piano dei controlli approvato dal Masaf. Tutti gli operatori devono assoggettarsi ai controlli previsti dall'OdC.

Tutti gli operatori

abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare il deterioramento della qualità dei prodotti

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità pdc Art 6.1 Adempimenti generali Gli Operatori riconosciuti nel circuito della produzione tutelata della DOP, sono tenuti: […] • ad eseguire e rispettare le procedure di autocontrollo, di tracciabilità, di rintracciabilità e di verifica dei requisiti prescritti dal Disciplinare; [...] • ad adempiere agli obblighi previsti ai fini della produzione tutelata mediante la registrazione, la compilazione, la gestione e l’archiviazione della documentazione prevista dal Piano dei Controlli in modo da agevolare le verifiche da parte di CSQA e delle Autorità ufficiali preposte al controllo;

Tutti gli operatori devono dare evidenza all'OdC del rispetto dei requisiti disciplinati.

Resilienza economica
Resilienza

ad accertare l’esatto adempimento degli obblighi posti a loro carico [ ] ad autorizzare CSQA all’utilizzo dei dati acquisiti proposito della propria attività per gli scopi connessi all’esercizio del sistema dei controlli; • ad autorizzare l’accesso al proprio insediamento produttivo anche agli incaricati delle autorità responsabili dell’accreditamento e della vigilanza ai sensi delle normative per essi vigenti; Tutti gli operatori devono assoggettarsi ai controlli previsti dall'OdC. Produttore, Porzionatore

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Qualità del prodotto IND_060 Punti di controllo qualità Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare deterioramento della qualità dei prodotti

punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare deterioramento della qualità dei prodotti

punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare deterioramento della qualità dei prodotti

dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità

Scrofaia deve: acquisire conservare: o il certificato zootecnico o altra documentazione equivalente di ogni riproduttore (verro o scrofa) fisicamente presente in allevamento e utilizzato per la DOP; o la documentazione relativa alla fornitura

garantire

il seme in consegna;

corrispondenza,

dal quale è stato

singolo riproduttore e quelli registrati nel corrispondente certificato zootecnico e/o nella documentazione equivalente acquisiti. la scrofaia ha l'obbligo di verificarela conformità dei riproduttori e l'idoneità del seme in entrata. Scrofaia

riproduttori presenti in allevamento,

gli identificativi applicati

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave,

che ogni approvvigionamento atto a Culatello di Zibello provenga da macelli e allevamenti riconosciuti, ubicati nel territorio delle regioni Emilia Romagna e Lombardia, come previsto dal disciplinare della DOP Culatello di Zibello;

riconsciuto ha l'obbligo di verificare regolarmente lo stato dei fornitori al fine di garantire l'idoneità del prodotto in entrata.

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità pdc Art 6.5.1 Approvvigionamento cosce e/o fasci muscolari Per ogni singola consegna il produttore, deve: • verificare – tramite portale DOPS 4.0 Culatello di Zibello che la fornitura sia stata effettuata da laboratorio di sezionamento riconosciuto e ubicato nel territorio delle regioni Lombardia o Emilia Romagna; L'operatore riconsciuto ha l'obbligo di verificare regolarmente lo stato dei fornitori al fine di garantire l'idoneità del prodotto in entrata.

Trasformatore

Resilienza economica

IND_060 Punti di controllo qualità

Qualità del prodotto e informazioni

Qualità del prodotto

Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare deterioramento della qualità dei prodotti

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità pdc Art 7 Controlli di CSQA presso gli operatori CSQA, con le frequenze riportate nel successivo Prospetto A, verifica il rispetto di quanto disposto dal Piano dei Controlli e dal Disciplinare di produzione e, in particolare, controlla: [...] • il rispetto delle procedure di autocontrollo, tracciabilità, rintracciabilità; in particolare il prodotto da destinare alla DOP Culatello di Zibello deve essere lavorato, movimentato e/o stoccato in modo tale che risulti sempre identificabile per evitare qualsiasi commistione con prodotto NON DOP. Inoltre, come specificato al punto 6 del Piano, la lavorazione del prodotto destinato alla DOP Culatello di Zibello deve avvenire disgiuntamente dal prodotto NON DOP mediante separazione fisica delle linee/del prodotto oppure mediante separazione temporale delle lavorazioni; • la corretta registrazione e redazione della documentazione prevista; • la conformità/congruità delle acquisizioni e delle cessioni delle materie prime ai fini della produzione della DOP (bilanci di massa).

L'OdC deve verificare per tutti gli operatori riconsociuti la capacità di garantire identificazione, rispetto dei requisiti disciplinati, la gestione della documentazione.

Resilienza economica

Qualità del prodotto e informazioni

Qualità del prodotto IND_060 Punti di controllo qualità

Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare deterioramento della qualità dei prodotti

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità pdc Art 7.1.1 Controlli sull'alimentazione somministrata

CSQA ogni anno, presso almeno il 25% degli Allevamenti operanti per le fasi di magronaggio e ingrasso riconosciuti al 31 dicembre dell’anno precedente, verifica che siano impiegati gli alimenti indicati nei disciplinari del Prosciutto di Parma e Prosciutto di San Daniele nel rispetto dei cicli di allevamento, delle quantità e delle prescrizioni ivi indicate e sia conservata, al fine di dare evidenza ai riscontri di CSQA, la documentazione relativa ai documenti previsti al punto 6.2.3: • cartellini forniti dai mangimifici conferenti; • DDT o documenti equivalenti di acquisto degli alimenti utilizzati; • piano/i e dichiarazione/i della/e razione/i alimentare/i somministrata/e espressa/e preferibilmente in sostanza secca. controlli sono documentali, mediante acquisizione del/dei “cartellino/i” degli alimenti in uso e/o delle formulazioni documentate e registrate in autocontrollo da parte dell’allevamento (siano esse di origine industriale che autoprodotte) o mediante trascrizione sul verbale di controllo della stessa documentazione o della formulazione contestualmente dichiarata dall’allevamento, ispettivi e analitici, con il prelievo di uno o più campioni di alimento da destinare alla determinazione dell’acido linoleico e del grasso sulla sostanza secca.

L'OdC deve verificare per tutti gli operatori riconsociuti la capacità di garantire identificazione, rispetto dei requisiti disciplinati, la gestione della documentazione. OdC

Qualità del prodotto e informazioni

Qualità del prodotto

IND_060

Punti di controllo qualità

Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare deterioramento della qualità dei prodotti

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità

pdc Art 7.1.2 controlli sugli allevamenti con produzione promiscua

In caso di produzione promiscua, CSQA verifica, con riferimento ad almeno una determinata mensilità (intesa come periodo compreso fra il primo l’ultimo giorno di un mese) che siano assicurati tutti riscontri della tracciabilità delle partite di suini non destinati alla produzione tutelata, mediante la registrazione, l’aggiornamento e l’archiviazione delle informazioni relative alle partite di suini non destinati alla DOP, al fine di assicurarne la tracciabilità in qualsiasi momento. Con controllo fisico-ispettivo CSQA verifica che sia assicurata l’identificazione dei suini non destinati alla filiera tutelata e la separazione fisica degli stessi da quelli destinati alla DOP.

L'OdC deve verificare per tutti gli operatori riconsociuti la capacità di garantire identificazione, rispetto dei requisiti disciplinati, la gestine della documentazione.

OdC

Resilienza
Resilienza economica

di

qualità

L'OdC deve verificare per tutti gli operatori riconsociuti la capacità di garantire identificazione, il rispetto dei requisiti disciplinati, la gestine della documentazione.

delle dosi di seme utilizzate per la produzione di suini destinati alla DOP, con cui il fornitore attesta l’origine del materiale genetico indicando nel dettaglio il tipo genetico e/o la matricola del verro da cui è stato prelevato seme in consegna; • coerenza, completezza e tempestività delle registrazioni in applicazione del PdC [...] CSQA, inoltre, verifica il certificato zootecnico o altra documentazione equivalente: • di ogni verro fisicamente presente in allevamento a fini riproduttivi per la DOP • di almeno il 5% delle scrofe fisicamente presenti in allevamento per la DOP. Con controllo fisico ispettivo presso le scrofaie (inclusi “cicli chiusi”), CSQA verifica: • la corrispondenza per tutti verri presenti in allevamento utilizzati per la DOP, tra gli identificativi applicati sul singolo verro e quelli registrati nel corrispondente certificato zootecnico acquisito (o altra documentazione equivalente) verificando che verri stessi siano di un tipo genetico conforme ai fini della DOP; • la corrispondenza tra gli identificativi applicati sul singolo capo presente in allevamento e utilizzato per la DOP e quelli registrati nel relativo certificato zootecnico acquisito (o documento analogo) controllando la conformità alla DOP del tipo genetico [...] CSQA effettua ogni anno, presso almeno 5% delle scrofaie (inclusi “cicli chiusi”) riconosciute al 31 dicembre precedente e in tutti casi in cui viene ritenuto necessario, prelievo di materiale biologico sui suini destinati alla DOP per la verifica comparativa con DNA depositato, in applicazione del Decreto MIPAAF del 5 dicembre 2019 (su G.U. Serie gen. n. 298 del 20 dicembre 2019) e successive modifiche.

che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare il deterioramento della qualità dei prodotti

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità pdc Art 7.1.7 Controlli sugli AM in uscita da un Allevamento di Provenienza (inclusi cicli chiusi)

CSQA, con riferimento ad almeno una determinata mensilità (intesa come periodo compreso fra il primo e l’ultimo giorno di un mese), controlla: o il numero di suini consegnati, verificando che coincida con quello indicato nel relativo DDT; • la congruità fra la disponibilità dei suini in allevamento (in base al numero di suini nati presso l’allevamento e/o ricevuti da altri allevamenti e di suini ceduti per la macellazione), dati del RIFT (incluse le registrazioni di AT e AM) e la documentazione obbligatoriamente presente in allevamento fini sanitari e amministrativi (registri, DDT, eccetera). dati acquisiti devono consentire una valutazione di congruità e rispondenza dei vari fattori produttivi in rapporto alla situazione esistente ed alla movimentazione accertata; L'OdC deve verificare per tutti gli operatori riconsociuti la capacità di garantire identificazione, il rispetto dei requisiti disciplinati, la gestine della documentazione.

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità pdc Art 7.2.1 Controllo degli AM in entrata e dei corrispondenti requisiti attestati

Su almeno due partite di suini macellati in giornate precedenti e successivamente avviate, completamente o in quota parte, Culatello di Zibello DOP CSQA verifica documentalmente che: • suini attestati dagli AM provengano (anche in parte) da allevamenti di origine e di provenienza ubicati nelle regioni Emilia Romagna Lombardia [...] la “lettera-mese” tatuata qualifichi un suino di età, al momento della macellazione, conforme alle previsioni del disciplinare; [...] • siano utilizzate solo carcasse con peso e classificazione conformi alle previsioni dei disciplinari di produzione Prosciutto di Parma DOP e Prosciutto di San Daniele DOP;

L'OdC deve verificare per tutti gli operatori riconsociuti la capacità di garantire identificazione, il rispetto dei requisiti disciplinati, la gestine della documentazione.

OdC

OdC Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Qualità del prodotto IND_060 Punti di controllo qualità Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare il deterioramento della qualità dei prodotti

Resilienza economica

Qualità del prodotto e informazioni

Qualità del prodotto IND_060 Punti di controllo qualità Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare il deterioramento della qualità dei prodotti

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità pdc Art 7.2.2 Controlli sulla genetica CSQA effettua ogni anno, presso almeno il 5% dei macelli riconosciti al 31 dicembre dell’anno precedente e in tutti casi in cui viene ritenuto necessario, prelievo di materiale biologico su partite di suini avviati alla macellazione ai fini della DOP per la verifica comparativa con DNA depositato, in applicazione del Decreto MIPAAF 5 dicembre 2019 (G.U.R.I. n. 298/2019) e successive modifiche.

effettua almeno

ordinario all’anno

ad accertare la conformità e la tracciabilità delle produzioni, con riferimento alle consegne rivolte ai produttori di Culatello di Zibello DOP e relative ad un periodo di due settimane

DOP provengano da suini nati, allevati e macellati presso operatori delle regioni Emilia Romagna e Lombardia; • che tatuaggi di origine riportino le corrette lettere mese a conferma del requisito di età dei suini

L'OdC deve verificare per tutti gli operatori riconsociuti la capacità di garantire identificazione, il rispetto dei requisiti disciplinati, la gestine della documentazione.

L'OdC deve verificare per tutti gli operatori riconsociuti la capacità di garantire identificazione, il rispetto dei requisiti disciplinati, la gestine della documentazione.

dispongono di strumenti per evitare il deterioramento della qualità dei prodotti Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità

anno, in applicazione del Disciplinare, il controllo dei requisiti qualitativi del grasso di copertura delle cosce (determinazione del numero di iodio e/o del contenuto di acido linoleico), su almeno il 10% del numero degli allevamenti di provenienza che hanno emesso AM nell’anno precedente.

L'OdC deve verificare per tutti gli operatori riconsociuti la capacità di garantire identificazione, il rispetto dei requisiti disciplinati, la gestine della documentazione. OdC Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Qualità del prodotto IND_060 Punti di controllo qualità

Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare il deterioramento della qualità dei prodotti

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità pdc Art 7.4.1 Sorveglianza sui produttori Vengono inoltre prese in esame, fronte delle previsioni del disciplinare, le modalità di lavorazione attuate dal produttore e in particolare per le operazioni di produzione che: • la massa muscolare sia salata manualmente a secco per un periodo variabile di 1-6 giorni; • per la miscela di salagione sia impiegato cloruro di sodio (sale da cucina), pepe intero e/o a pezzi, aglio con eventuale presenza di vino bianco secco e nitrato di sodio/potassio nella dose massima di 150 p.p.m. (alla produzione); • la permanenza avvenga in cella frigorifera a 0-5°C per assorbimento del sale con successiva immissione in cella di riposo; • l’insacco avvenga in budelli naturali con vescica o peritoneo di suino, con idonea legatura e successive fasi di sgocciolatura e asciugatura; • la stagionatura sia condotta in locali con sufficiente ricambio d’aria ad una temperatura compresa tra 13°C e 17°C fino almeno a 10 mesi dalla data di salatura.

L'OdC deve verificare per tutti gli operatori riconsociuti la capacità di garantire identificazione, il rispetto dei requisiti disciplinati, la gestine della documentazione.

del

abitualmente

di

e/o dispongono di strumenti per evitare il deterioramento della qualità dei prodotti

Punti di controllo qualità Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare il deterioramento della qualità dei prodotti

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità pdc Art 7.4.2 Sorveglianza sul prodotto Ai fini dell’immissione al consumo del prodotto con la denominazione “Culatello di Zibello” DOP tutti lotti mensili che hanno acquisito le caratteristiche previste dal disciplinare di produzione sono sottoposte a valutazione delle caratteristiche fisiche ed organolettiche da parte del personale dell’organismo di controllo, che redige apposito verbale. Ogni lotto mese di cui viene richiesta la certificazione viene verificato per gli elementi documentali e le caratteristiche fisiche ed organolettiche L'OdC verifica che le caratteristiche fisiche e organolettiche rispettino requisiti del ddp OdC

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità ddp Art 7 Controlli La verifica del rispetto del Disciplinare è svolta conformemente a quanto stabilito dall’articolo 37 del regolamento (UE) n. 1151/2012. L’organismo di controllo preposto alla verifica del Disciplinare di produzione è CSQA Certificazioni s.r.l. con sede in Via San

IND_066 Non conformità alle norme sulla sicurezza alimentare e sulla qualità degli alimenti Numero di casi documentati di non conformità a leggi, regolamenti, codici e standard sulla sicurezza alimentare e sulla qualità degli alimenti negli ultimi tre anni

IND_066 Non conformità alle norme sulla sicurezza alimentare e sulla qualità degli alimenti Numero di casi documentati di non conformità a leggi, regolamenti, codici e standard sulla sicurezza alimentare e sulla qualità degli alimenti negli ultimi tre anni

Consapevolezza dei protocolli e degli standard di sicurezza alimentare Implementazione di attività che mirano a migliorare la consapevolezza e le capacità dei produttori di IG relative alle normative sulla sicurezza alimentare Informazioni sui programmi che affrontano le normative e processi di sicurezza alimentare durante processi di produzione delle IG

Durante il periodo di riferimento, produttori/trasformatori, per quanto riguarda le attrezzature, macchinari e gli spazi in cui il prodotto IG è immagazzinato/trasformato: 1 = occasionalmente puliscono/calibrano/effettuano la manutenzione delle loro attrezzature/macchinari/spazi, 2 = dispongono di un protocollo scritto al riguardo effetto eseguito occasionalmente, 3 = viene regolarmente implementato un protocollo di pulizia/calibrazione/manutenzione 4 = attrezzature/macchinari/spazi sono adeguatamente protetti dalla contaminazione, vengono implementati protocolli di pulizia/calibrazione e viene tenuto un registro delle attività

produttori dispongono di un protocollo per mantenere, calibrare e/o mantenere puliti macchinari e gli spazi in cui gli alimenti vengono conservati, manipolati o lavorati, e protocollo viene rispettato

Ogni operatore riconosciuto ha la responsabilità di gestire eventuale prodotto non conforme escludendolo dal circuito tutelato Tutti gli

previsti; • rendere disponibili evidenze delle non conformità rilevate ed relativi trattamenti adottati; • fornire adeguata evidenza dell’esclusione del prodotto dal circuito della DOP Culatello di Zibello, quando impossibile ripristinare le condizioni di conformità, rimuovendo segni distintivi della DOP.

caso in cui un OdC accerti l’esistenza di una non conformità, oltre a deliberare e trattare direttamente la medesima nei confronti dell’operatore iscritto al sistema, lo stesso OdC è obbligato a comunicare tempestivamente, e comunque non oltre 7 giorni dalla delibera di non conformità, gli esiti dell’accertamento compiuto agli altri OdC interessati. Il provvedimento della non conformità deve contenere la tipologia e la descrizione della non conformità, l’unità di produzione e il lotto/la partita di prodotto non conforme, il trattamento e tempi di attuazione dell’azione correttiva. La procedura deve prevedere l’obbligo per l’operatore di comunicare a CSQA il completamento dell’azione correttiva e di conservare la documentazione.

nel circuito della produzione tutelata della DOP, sono tenuti: […] • registrare le non conformità e a fornire evidenza oggettiva che prodotto non conforme sia stato escluso dalla DOP; •a custodire/segregare, qualora abbiano presentato ricorso

Nel caso L'OdC durante controlli rilevi delle NC esse verranno trattate secondo quanto previsto dal PdC. OdC

carcasse, mezzene, cosce/fasce muscolari, culatelli quando riscontrano il mancato rispetto dei requisiti di conformità prescritti ed in tutti casi in ci venga disposto da CSQA •a produrre e fornire evidenza oggettiva CSQA del rispetto dei requisiti di conformità previsti, dell’identificazione della tracciabilità del prodotto avviato alla DOP, nonché delle situazioni di non conformità eventualmente riscontrate e delle relative modalità di trattamento; Ogni operatore riconosciuto ha la responsabilità di gestire eventuale prodotto non conforme adottando le più opprtune modalità di trattamento

Art 5.2 Procedura di riconsocimento [...] CSQA, entro trenta (30) giorni lavorativi dal ricevimento di tutta la documentazione richiesta, conclusa positivamente la verifica documentale, effettua la verifica ispettiva iniziale. Nel corso della stessa viene valutata la corrispondenza delle condizioni in essere con quanto comunicato nella richiesta e la capacità del richiedente di soddisfare requisiti disciplinati in relazione alle proprie specifiche attività e quindi viene verificato: •per Macelli e Laboratori di Sezionamento: che siano presenti le attrezzature e gli impianti dichiarati con la richiesta di riconoscimento ed idonei per la macellazione dei suini, nel rispetto del benessere animale

Gli Operatori ricosciuti hanno la responsabilità di utilizzare locali, impianti e attrezzature idonei.

Attrezzature e locali puliti

Durante il periodo di riferimento, produttori/trasformatori, per quanto riguarda le attrezzature, macchinari e gli spazi in cui il prodotto IG è immagazzinato/trasformato: 1 = occasionalmente puliscono/calibrano/effettuano la manutenzione delle loro attrezzature/macchinari/spazi, 2 = dispongono di un protocollo scritto al riguardo effetto eseguito occasionalmente, 3 = viene regolarmente implementato un protocollo di pulizia/calibrazione/manutenzione 4 = attrezzature/macchinari/spazi sono adeguatamente protetti dalla contaminazione, vengono implementati protocolli di pulizia/calibrazione e viene tenuto un registro delle attività

produttori dispongono di un protocollo per mantenere, calibrare e/o mantenere puliti macchinari e gli spazi in cui gli alimenti vengono conservati, manipolati o lavorati, e protocollo viene rispettato

pdc Art 5.2 Procedura di riconsocimento [...] CSQA, entro trenta (30) giorni lavorativi dal ricevimento di tutta la documentazione richiesta, conclusa positivamente la verifica documentale, effettua la verifica ispettiva iniziale. Nel corso della stessa viene valutata la corrispondenza delle condizioni in essere con quanto comunicato nella richiesta e la capacità del richiedente di soddisfare requisiti disciplinati in relazione alle proprie specifiche attività e quindi viene verificato: [...]• per Produttori: − l’esistenza di locali, attrezzature e impianti idonei a garantire requisiti prescritti da art. 5 del Disciplinare; − [...] l’esistenza di altri locali idonei utilizzati per la stagionatura dei culatelli.

produttori hanno la responsabilità di utilizzare locali, impianti e attrezzature idonei. Produttore

Qualità del prodotto e informazioni Sicurezza alimentare (Food safety) IND_071 Rispetto delle autorizzazioni sanitarie Numero di mercati esteri in cui il prodotto IG è considerato conforme ai requisiti sanitari

Comprensione dei requisiti (sanitari, fitosanitari, contenuto di sostanze e/o metalli, ecc.) che il prodotto IG o suoi prodotti derivati devono soddisfare nei mercati di destinazione, e dei processi per il controllo della qualità e della sicurezza alimentare implementati nei reparti di produzione e trasformazione

pdc Art 6.1 Adempimenti generali Gli Operatori riconosciuti nel circuito della produzione tutelata della DOP, sono tenuti: • a mantenere le caratteristiche strutturali e organizzative, rispetto agli elementi acquisiti in sede di riconoscimento, con particolare riferimento all’autorizzazione sanitaria in corso di validità; nel caso di sopraggiunte modifiche specificate al paragrafo 5.2.2 gli operatori sono tenuti a comunicarle a CSQA nel rispetto delle modalità e dei tempi definiti in tale paragrafo;

Ogni operatore deve operare nel rispetto dei requisiti di salubrità e sicurezza del prodotto, in ottemperanza alla legislazione vigente in materia. Il rispetto di requisiti igienico-sanitari deve essere verificato in autocontrollo e reso disponibile all'OdC durante controlli.

Tutti gli operatori

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Sicurezza alimentare (Food safety)
Resilienza economica
Resilienza economica
Qualità del prodotto e informazioni
Produttore, Porzionatore
Resilienza economica

Norme e standard di etichettatura, audit, dichiarazioni pdc Art 13

confezionati, sia nei paesi in cui l'alimento viene prodotto, sia nei paesi in cui viene venduto

Qualità del prodotto e informazioni Informazioni sul prodotto IND_074 Etichettatura del prodotto Il prodotto IG è conforme alle leggi, ai regolamenti e ai codici alimentari, nonché alle norme relative all'etichettatura degli alimenti confezionati, sia nei paesi in cui l'alimento viene prodotto, sia nei paesi in cui viene venduto

Resilienza economica Qualità del

legislazione vigente in materia. Il rispetto di requisiti igienico-sanitari è un pre-requisito.

Designazione e presentazione In riferimento alle indicazioni relative alla denominazione Culatello di Zibello, apposte sul prodotto, produttori devono attenersi al rispetto scrupoloso di quanto previsto, ammesso o richiesto in applicazione del Disciplinare di produzione e del Piano dei Controlli.La designazione della denominazione “Culatello di Zibello” deve essere fatta in caratteri chiari ed indelebili, nettamente distinguibili da ogni altra scritta che compare in etichetta ed essere immediatamente seguita dalla menzione “Denominazione di origine protetta” (o l’acronimo DOP). Tali diciture possono essere abbinate al logo della denominazione presente sul sigillo. E’ vietata l’aggiunta di qualsiasi qualificazione non espressamente prevista. E’ tuttavia consentito l’utilizzo di indicazioni che facciano riferimento a nomi o ragioni sociali o marchi privati purché non abbiano significato laudativo o tali da trarre in inganno l’acquirente, nonché l’eventuale nome di aziende suinicole dai cui allevamenti prodotto deriva. Le presentazioni devono inoltre riportare la seguente dicitura: “Certificato da Organismo di Controllo autorizzato dal Ministero competente” accompagnata dall’indicazione ”- Italia” o dalla bandiera italiana. Tale dicitura potrà essere tradotta nelle lingue dei paesi di destinazione del prodotto. Ogni altra eventuale informazione o indicazione dovrà attenersi a criteri di correttezza non risultare ingannevole; produttore ne assume la diretta responsabilità nei confronti delle autorità pubbliche competenti in materia. Ogni Operatore ha la responsbilità di

Norme e standard di etichettatura, audit, dichiarazioni ddp Art 8 Designazione e presentazione La designazione della denominazione di origine controllata "Culatello di Zibello" deve essere fatta in caratteri chiari ed indelebili, nettamente distinguibili da ogni altra scritta che compare in etichetta ed essere immediatamente seguita dalla menzione "Denominazione di Origine Controllata”. Tali diciture possono essere abbinate all’eventuale logo della denominazione. È vietata l'aggiunta di qualsiasi qualificazione non espressamente prevista. tuttavia consentito l'utilizzo di indicazioni che facciano riferimento a nomi o ragioni sociali o marchi privati purché non abbiano significato laudativo o tali da trarre in inganno l'acquirente, nonché l'eventuale nome di aziende suinicole dai cui allevamenti prodotto deriva.

L'operatorie riconosciuto (confezionatore, affettatore) nelle indicazioni commerciali o in etichetta deve attenersi a quanto prescritto nel ddp.

Confezionatore, affettatore

Tutti gli operatori

lungo la filiera alimentare attraverso un sistema di tracciabilità

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami

pdc Art 6.1 Adempimenti generali Gli Operatori riconosciuti nel circuito della produzione tutelata della DOP, sono tenuti: [...] • ad eseguire e rispettare le procedure di autocontrollo, di tracciabilità, di rintracciabilità e di verifica dei requisiti prescritti dal Disciplinare; • ad adempiere agli obblighi previsti ai fini della produzione tutelata mediante la registrazione, la compilazione, la gestione e l’archiviazione della documentazione prevista dal Piano dei Controlli in modo da agevolare le verifiche da parte di CSQA e delle Autorità ufficiali preposte al controllo; [...] • a produrre e fornire evidenza oggettiva a CSQA del rispetto dei requisiti di conformità previsti, dell’identificazione e della tracciabilità del prodotto avviato alla DOP, nonché delle situazioni di non conformità eventualmente riscontrate e delle relative modalità di trattamento; soggetti riconosciuti hanno la responsabilità di adottare adeguati sistemi di identificazione e rintracciabilità del prodotto.

giorni

mese successivo, il numero dei suini distolti dalla DOP, suddivisi per “lettera-mese”; • assicurare la loro tracciabilità per “lettera-mese”, mediante la registrazione, l’aggiornamento e l’archiviazione della documentazione (es. DDT,

DOP.

un sistema di tracciabilità

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami pdc Art 6.2.6

soggetti riconosciuti hanno la responsabilità di adottare adeguati sistemi di identificazione e rintracciabilità del prodotto.

L'operatore riconsciuto ha l'obbligo di applicare un sistema di autocontrollo al fine di garantire rispetto dei requisiti previsti dal Disciplinare

Allevamento

Allevamento

filiera alimentare attraverso un sistema di tracciabilità

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami pdc Art 6.5.4 Trasferimento del prodotto atto DOP [...] In tale eventualità il produttore che trasferisce il culatello tenuto a notificare all’organismo di controllo lo spostamento del prodotto, preventivamente all’evento, mediante la registrazione del trasferimento sul portale DOPS 4.0 Culatello di Zibello comprensiva: a – del numero di culatelli omologati trasferiti, distinti per mese e anno di sigillatura, b – del nome o ragione sociale del produttore destinatario e del luogo di destinazione del prodotto c – degli estremi identificativi del documento di trasporto (DDT). [...] Il produttore destinatario è tenuto a notificare la ricezione dei culatelli sigillati all’organismo di controllo, entro il giorno successivo al ricevimento. Mediante la registrazione del trasferimento sul portale DOPS 4.0 Culatello di Zibello comprensiva: –del numero di culatelli omologati ricevuti, distinti per mese e anno di sigillatura, b – del nome o ragione sociale del produttore mittente del prodotto c – degli estremi identificativi del documento di trasporto (DDT)

Gli Operatori devono predisporre un sistema di registrazione al fine di dare evidenza della conformità dei prodotto Trasformatore

Resilienza economica

sul

Resilienza

Sistema di tracciabilità degli input e della qualità Percentuale del volume di produzione per il quale gli input possono essere identificati dal fornitore e dalle specifiche di qualità per conformarsi agli standard IG

economica Qualità del prodotto e informazioni Informazioni sul prodotto IND_077 Sistema di tracciabilità degli input e della qualità Percentuale del volume di produzione per il quale gli input possono essere identificati dal fornitore e dalle specifiche di qualità per conformarsi agli standard IG

del

di

il quale gli input possono essere identificati dal fornitore e dalle specifiche di qualità per conformarsi agli standard IG

qualità per conformarsi agli standard IG

economica Qualità del prodotto e informazioni Informazioni sul prodotto IND_077 Sistema di tracciabilità degli input e della qualità Percentuale del volume di produzione per il quale gli input possono essere identificati dal fornitore e dalle specifiche di qualità per conformarsi agli standard IG

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami pdc Art 5.2

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami pdc Art 6.3

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami pdc Art

pdc Art 6.2

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami

pdc Art 6.2

di

per caratteristiche del prodotto (segni distintivi sulla coscia), origine geografica e provenienza da operatori inseriti nel sistema di controllo, la correttezza e l’idoneità della documentazione di accompagnamento (DS e relativi DDT) delle forniture ricevute ai fini della DOP; - l’adeguatezza delle modalità di identificazione del prodotto atto a DOP prima della sigillatura, la correttezza delle annotazioni riportate nel Registro del produttore, comprese le eventuali registrazioni generate da operazioni di trasferimento tra produttori di culatelli sigillati, la corrispondenza tra mese riportato dal sigillo e mese effettivo di salagione e la congruità del numero dei sigilli apposti, in relazione alle disponibilità di culatelli freschi idonei approvvigionati

L'OdC verifica che soggetti riconosciuti adottino adeguati sistemi di identificazione e rintracciabilità del prodotto.

requisiti disciplinati in relazione alle proprie specifiche attività e quindi viene verificato: • per gli Allevamenti: [...] che se operativi in modo promiscuo, la filiera destinata alla DOP e la filiera convenzionale siano chiaramente distinte: la documentazione relativa a suini, alimentazione e eventuali dosi di seme utilizzate deve garantire una chiara tracciabilità; suini destinati alla DOP devono essere separati da quelli non destinati alla filiera tutelata; nel caso in cui l’Allevamento utilizzi alimenti e/o materiale genetico non conformi ai fini della DOP la separazione fra filiera DOP e filiera convenzionale deve riguardare anche alimenti e/o dosi di seme;

CSQA, entro trenta (30) giorni lavorativi dal ricevimento di tutta la documentazione richiesta, conclusa positivamente la verifica documentale, effettua la verifica ispettiva iniziale. Nel corso della stessa viene valutata la corrispondenza delle condizioni in essere con quanto comunicato nella richiesta e la capacità del richiedente di soddisfare requisiti disciplinati in relazione alle proprie specifiche attività e quindi viene verificato: ]• per Macelli e Laboratori di Sezionamento: [...] che sia disponibile un sistema tale da assicurare tutti riscontri della tracciabilità delle partite di suini in ingresso con le singole partite di carcasse/mezzene (o di loro porzioni) in uscita verso un Laboratorio di Sezionamento e/o con le partite di cosce/masse muscolari in uscita destinate alla DOP. L'OdC verifica che soggetti riconosciuti adottino adeguati sistemi di identificazione e rintracciabilità del prodotto.

OdC

Procedura di riconsocimento CSQA, entro trenta (30) giorni lavorativi dal ricevimento di tutta la documentazione richiesta, conclusa positivamente la verifica documentale, effettua la verifica ispettiva iniziale. Nel corso della stessa viene valutata la corrispondenza delle condizioni in essere con quanto comunicato nella richiesta e la capacità del richiedente di soddisfare requisiti disciplinati in relazione alle proprie specifiche attività e quindi viene verificato: ]• per Produttori: [...] − l’esistenza di procedure atte ad assicurare l’identificazione e la rintracciabilità del prodotto; − l’adeguatezza e l’applicazione di un sistema di identificazione delle masse muscolari omologate (sigillate), tale da assicurare la loro tracciabilità e la possibilità di effettuare periodici bilanci di massa; L'OdC verifica che soggetti riconosciuti adottino adeguati sistemi di identificazione e rintracciabilità del prodotto.

Adempimenti del Macello […] Il Macello, per ogni singola partita di suini in entrata, deve: • registrare nel RIFT in DM e RM dati di macellazione entro il giorno lavorativo successivo a quello di macellazione e comunque prima dell’utilizzo ai fini della DOP di quanto macellato; • registrare nel RIFT dati di classificazione delle carcasse entro il terzo giorno successivo a quello di macellazione. [...] Nel caso in cui il macello/LS “interno” effettui una consegna di carcasse/mezzene/cosce ai fini della DOP ad un LS “esterno”, deve registrare nel RIFT una Dichiarazione Specifica (DS); tale registrazione deve essere assicurata entro l’arrivo delle carcasse/mezzene/cosce al LS “esterno”

(DS); al momento

Adempimenti generali L’Allevamento, ai fini dell’idoneità del suino alla DOP e della tracciabilità, deve produrre e rendere disponibili ai controlli adeguate evidenze e registrazioni documentali relative: • all’identificazione e alla registrazione dei suini presenti in allevamento, in applicazione della normativa vigente;[

Il macello deve registrare suini macellati come idonei e le carcasse iniviate ad un LS terzo al fine di garantire la tracciaiblità Macello

le cosce e/o fasci muscolari ceduti al trasformatore al fine di garantire la tracciaiblità

Allevamento

L'allevamento deve predisporre un sistema di rintracciabilità dei suini (materia prima per step seguente) da avviare alla DOP

Adempimenti dell'allevamento L’Allevamento, ai fini dell’idoneità del suino alla DOP e della tracciabilità, deve produrre e rendere disponibili ai controlli adeguate evidenze e registrazioni documentali relative:[ • alla conformità della razione alimentare: cartellini mangime e piano/dichiarazione della razione alimentare somministrata; L'allevamento deve predisporre un sistema di rintracciabilità delle materie prime in autocontrollo Allevamento

Scrofaia deve:[...] • registrare e aggiornare nel RIFT entro primi sette giorni successivi del trimestre di riferimento (inteso come primo o secondo o terzo o quarto trimestre dell’anno): o l’elenco degli identificativi dei riproduttori suini utilizzati, distinti per razza o tipo genetico, e la relativa data di inizio e di eventuale fine attività; o il numero delle dosi acquisite per la fecondazione artificiale, il tipo genetico del verro a cui corrispondono, la ragione/denominazione sociale del fornitore il numero e la data del DDT di fornitura. La registrazione e l’aggiornamento nel RIFT delle informazioni genetiche riguardanti riproduttori impiegati per la fecondazione è a carico della Scrofaia in cui avvengono parti anche nel caso in cui la fecondazione sia avvenuta presso un'altra Scrofaia e la relativa data di inizio e fine attività; • registrare nel RIFT entro primi sette giorni del mese numero dei parti il numero dei suini nati vivi nel mese precedente in riferimento tutta la produzione aziendale (inclusi eventuali non DOP).

La scrofaia deve predisporre un sistema di rintracciabilità delle materie prime in autocontrollo Allevamento

Qualità del prodotto e informazioni Informazioni sul prodotto IND_077

standard IG

di qualità per conformarsi agli standard IG

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami

pdc

Art 6.2.1 Tatuaggio di Origine

La scrofaia: • deve registrare direttamente nel RIFT entro primi sette giorni del mese successivo il numero dei suini sui quali è stato apposto il tatuaggio di origine suddivisi per lettera-mese; […] Gli Allevamenti che distolgono dal circuito della DOP suini già tatuati devono: • registrare nel RIFT entro primi sette giorni del mese successivo, il numero dei suini distolti dalla DOP, suddivisi per “lettera-mese”; • assicurare la loro tracciabilità per “lettera-mese”, mediante la registrazione, l’aggiornamento e l’archiviazione della documentazione (es. DDT, Modello IV) atta a fornire evidenze oggettive che suini tatuati sono stati distolti dalla DOP

Gli Operatori devono predisporre un sistema di tracciabilità al fine di dare evidenza della conformità dei prodotto

Resilienza
Resilienza
Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni
Resilienza
Resilienza

L'OdC verifica la tracciabilità/rintracciabilità delle materie prime e del prodotto OdC

tracciabilità, rintracciabilità; in particolare il prodotto da destinare alla DOP Culatello di Zibello deve essere lavorato, movimentato e/o stoccato in modo tale che risulti sempre identificabile per evitare qualsiasi commistione con prodotto NON DOP. [...] • la corretta registrazione e redazione della documentazione prevista;

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Informazioni sul prodotto IND_077 Sistema di tracciabilità degli input della qualità Percentuale del volume di produzione per il quale gli input possono essere identificati dal fornitore e dalle specifiche di qualità per conformarsi agli standard IG

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Informazioni sul prodotto

IND_077 Sistema di tracciabilità degli input della qualità Percentuale del volume di produzione per il quale gli input possono essere identificati dal fornitore e dalle specifiche di qualità per conformarsi agli standard IG

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami

pdc Art 7.1.2 controlli sugli allevamenti con produzione promiscua In caso di produzione promiscua, CSQA verifica, con riferimento ad almeno una determinata mensilità (intesa come periodo compreso fra il primo e l’ultimo giorno di un mese) che siano assicurati tutti riscontri della tracciabilità delle partite di suini non destinati alla produzione tutelata, mediante la registrazione, l’aggiornamento e l’archiviazione delle informazioni relative alle partite di suini non destinati alla DOP, al fine di assicurarne la tracciabilità in qualsiasi momento. Con controllo fisico-ispettivo CSQA verifica che sia assicurata l’identificazione dei suini non destinati alla filiera tutelata e la separazione fisica degli stessi da quelli destinati alla DOP.

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami

pdc Art 7.1.5 controlli delle operazioni di apposizione del tatuaggio di origine

Resilienza economica

Qualità del prodotto e informazioni Informazioni sul prodotto

IND_077 Sistema di tracciabilità degli input della qualità Percentuale del volume di produzione per il quale gli input possono essere identificati dal fornitore e dalle specifiche di qualità per conformarsi agli standard IG

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami

pdc Art. 7.1.4 Controlli sulla movimentazione dei suini

sul

Sistema di tracciabilità degli input della qualità Percentuale del volume di produzione per il quale gli input possono essere identificati dal fornitore e dalle specifiche di qualità per conformarsi agli standard IG

economica Qualità del prodotto e informazioni Informazioni sul prodotto IND_077 Sistema di tracciabilità degli input della qualità Percentuale del volume di produzione per il quale gli input possono essere identificati dal fornitore e dalle specifiche di qualità per conformarsi agli standard IG

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami

L'OdC verifica la tracciabilità/rintracciabilità delle materie prime e del prodotto OdC

[...] CSQA inoltre controlla previa scelta casuale di almeno una partita su cui è stato apposto il tatuaggio di origine: • coerenza, completezza e tempestività delle registrazioni in applicazione del PdC; le verifiche possono essere eseguite sia presso l’allevamento che mediante accesso al RIFT (l’allevatore deve registrare nel RIFT entro primi sette giorni di ogni mese, il numero di suini, suddiviso per lettera-mese, su cui è stato apposto tatuaggio di origine); • nel caso l’allevatore abbia distolto suini tatuati dal circuito della DOP, coerenza, completezza e tempestività delle registrazioni e della documentazione da compilare e da detenere in applicazione del PdC per assicurare la tracciabilità per “letteramese” dei suini tatuati distolti in autonomia (l’allevatore deve registrare nel RIFT, entro primi sette giorni di ogni mese, il numero di suini, suddiviso per lettera-mese, distolti nel mese precedente); L'OdC verifica la tracciabilità/rintracciabilità delle materie prime OdC

CSQA, con riferimento ad almeno una determinata mensilità (intesa come periodo compreso fra il primo e l’ultimo giorno di un mese), controlla previa valutazione della documentazione obbligatoriamente presente in allevamento a fini sanitari ed amministrativi (es. registro aziendale di carico e scarico, DDT) e dei dati del RIFT: • il numero complessivo dei suini nati nel periodo di riferimento, con suddivisione mensile degli stessi e delle registrazioni operate circa l’apposizione del tatuaggio di origine; • la destinazione e il numero complessivo dei suini trasferiti o venduti; • il numero complessivo di suini eventualmente acquisiti da altri allevamenti riconosciuti; • la coerenza dei tatuaggi riscontrati sui suini con le registrazioni presenti in allevamento e con dati del RIFT. L'OdC verifica la tracciabilità/rintracciabilità delle materie prime OdC

sulla genetica A livello documentale, presso le scrofaie (inclusi cicli chiusi) CSQA, con riferimento ad almeno una determinata mensilità (intesa come periodo compreso fra primo e l’ultimo giorno di un mese), verifica: • la presenza della documentazione relativa alla fornitura delle dosi di seme utilizzate per la produzione di suini destinati alla DOP, con cui il fornitore attesta l’origine del materiale genetico indicando nel dettaglio il tipo genetico e/o la matricola del verro da cui è stato prelevato seme in consegna; • coerenza, completezza e tempestività delle registrazioni in applicazione del PdC

L'OdC verifica la tracciabilità/rintracciabilità delle materie prime e del prodotto OdC

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami pdc Art. 7.1.6 Controlli sugli AT CSQA, con riferimento ad almeno una determinata mensilità (intesa come periodo compreso fra il primo e l’ultimogiorno di un mese), controlla: • la correttezza delle registrazioni degli AT (il controllo può essere indifferentemente eseguito sia presso l’allevamento che mediante accesso al RIFT); [...] • la congruità dei flussi dei suini attestati con gli AT e degli altri dati registrati nel RIFT con la capacità produttiva dell’allevamento e con dati riportati sui relativi documenti di trasferimento obbligatoriamente presenti in allevamento fini sanitari e amministrativi (registri, DDT, eccetera). Nel caso di allevamenti intermedi CSQA, relativamente agli AT, verifica la congruità fra il quantitativo di suini registrati negli AT in entrata e quantitativo di suini indicati negli AT in uscita. dati acquisiti devono consentire una valutazione di congruità e rispondenza dei vari fattori produttivi in rapporto alla situazione esistente ed alla movimentazione accertata. L'OdC verifica la tracciabilità/rintracciabilità delle materie prime OdC

del prodotto e informazioni

sul prodotto IND_077 Sistema di tracciabilità degli input della qualità Percentuale del volume di produzione per il quale gli input possono essere identificati dal fornitore e dalle specifiche di qualità per conformarsi agli standard IG

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami

pdc Art 7.1.7 Controlli sugli AM in uscita da un Allevamento di Provenienza (inclusi cicli chiusi)

CSQA, con riferimento ad almeno una determinata mensilità (intesa come periodo compreso fra il primo e l’ultimo giorno di un mese), controlla: o il numero di suini consegnati, verificando che coincida con quello indicato nel relativo DDT; • la congruità fra la disponibilità dei suini in allevamento (in base al numero di suini nati presso l’allevamento e/o ricevuti da altri allevamenti e di suini ceduti per la macellazione), dati del RIFT (incluse le registrazioni di AT e AM) e la documentazione obbligatoriamente presente in allevamento fini sanitari e amministrativi (registri, DDT, eccetera). dati acquisiti devono consentire una valutazione di congruità e rispondenza dei vari fattori produttivi in rapporto alla situazione esistente ed alla movimentazione accertata; L'OdC verifica la tracciabilità/rintracciabilità delle materie prime e del prodotto OdC

Resilienza

Buona governance Norma di legge Conformità dei prodotti IG e prevenzione delle violazioni

che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami ddp Art. 5.2 (rif. Ddp Prosciutto di Parma)

Allevamento e alimentazione dei suini In questa fase, entro il ventottesimo giorno dalla nascita e, in ogni caso, nel momento in cui il suinetto si trova ancora sotto la scrofa, l'allevatore iscritto nel sistema dei controlli appone sulla porzione laterale di entrambe le cosce posteriori del suinetto, un tatuaggio indelebile ed inamovibile detto “tatuaggio di origine” e/o dispositivi alternativi di identificazione parimenti indelebili ed inamovibili, che assicurino e garantiscano la tracciabilità e la rintracciabilità del Prosciutto di Parma, come sotto evidenziati. Tale tatuaggio è costituito dalla sigla della provincia in cui è situato l’allevamento di origine, da

L'allevatore ha la responsabilità di imprimere il Tatuaggio di Origine sui suinetti sottoscrofa allo scopo di identificare in modo univoco gli animali e garantirne la tracciabilità.

Allevatore

(resi al fornitore o trattenuti non ai fini DOP) entro giorno stesso delle operazioni nel caso di acquisizione di DS correttamente compilata;[

Il produttore ha la responsabilità di identificare le cosce o fasci muscolari non idonei alla DOP al fine di non immettere in commercio prodotti non idonei fregiandosi della denominazione

Trasformatore

IND_219 Riduzione degli abusi e delle imitazioni Numero di abusi/pratiche di concorrenza sleale individuati e correttamente documentati pdc Art 5.2 Procedura di riconsocimento CSQA, entro trenta (30) giorni lavorativi dal ricevimento di tutta la documentazione richiesta, conclusa positivamente la verifica documentale, effettua la verifica ispettiva iniziale. Nel corso della stessa viene valutata la corrispondenza delle condizioni in essere con quanto comunicato nella richiesta e la capacità del richiedente di soddisfare requisiti disciplinati in relazione alle proprie specifiche attività e quindi viene verificato: • per gli Allevamenti: [...] che se operativi in modo promiscuo, la filiera destinata alla DOP e la filiera convenzionale siano chiaramente distinte:[ suini destinati alla DOP devono essere separati da quelli non destinati alla filiera tutelata; nel caso in cui l’Allevamento utilizzi alimenti e/o materiale genetico non conformi ai fini della DOP la separazione fra filiera DOP e filiera convenzionale deve riguardare anche alimenti e/o dosi di seme; L'OdC verifica che gli allevamenti che lavorano anche suini non destini alla DOP utilizzino dei metodi adeguati di separazione delle produzioni OdC

Buona governance Norma di legge Conformità dei prodotti IG e prevenzione delle violazioni

Buona governance Norma di legge Conformità dei prodotti IG e prevenzione delle violazioni

IND_219 Riduzione degli abusi e delle imitazioni Numero di abusi/pratiche di concorrenza sleale individuati e correttamente documentati pdc Art 6.1 Adempimenti generali Gli Operatori riconosciuti nel circuito della produzione tutelata della DOP, sono tenuti: [...] • ad eseguire le lavorazioni ai fini della DOP disgiuntamente da quelle del prodotto non destinato DOP mediante la separazione fisica delle linee/del prodotto o temporale delle lavorazioni;

pdc Art 6.2.6

IND_219 Riduzione degli abusi e delle imitazioni Numero di abusi/pratiche di concorrenza sleale individuati e correttamente documentati

Buona governance Norma di legge Conformità dei prodotti IG e prevenzione delle violazioni IND_219 Riduzione degli abusi e delle imitazioni Numero di abusi/pratiche di concorrenza sleale individuati e correttamente documentati

Buona governance Norma di legge Conformità dei prodotti IG e prevenzione delle violazioni

Buona governance Norma di legge Conformità dei prodotti IG e prevenzione delle violazioni

Allevamenti con Attività promiscua

L' operatore riconosciuto ha la responsabilità di separare fisicamente o temporalmente il prodotto destinato alla IGP dal prodotto convenzionale o destinato ad altra produzione.

Tutti gli operatori

Allevamento

In caso di attività promiscua l’allevamento deve assicurare: • l’identificazione dei suini non destinati alla DOP e la separazione fisica degli stessi dai suini destinati alla filiera tutelata; […] L’Allevamento che effettua una consegna promiscua (costituita oltre che da suini destinati alla filiera tutelata anche da suini non destinati tal fine) ad un altro allevamento o a un macello deve: • registrare separatamente nel DDT il numero dei suini consegnati ai fini della DOP (integrato con l’indicazione “Suini idonei ai fini della produzione DOP” o altra dicitura equivalente) e il numero di suini non consegnati a tal fine; • identificare chiaramente, mediante le tecniche ritenute più opportune, tutti suini consegnati non ai fini della DOP; • effettuare il trasporto e la consegna adottando modalità che consentano la separazione fisica tra suini destinati alla DOP e quelli non destinati a tal fine. L'allevaore deve essere ingrado si separare suini destinati alla DOP dal prodotto convenzionale o destinato ad altra produzione.

deve essere ingrado

suini

seme e/o la presenza di riproduttori di razza o di tipo genetico non idonei ai fini della DOP e quindi, in tali casi, deve assicurare: • l’identificazione dei suini non destinati alla DOP e la separazione fisica degli stessi dai suini destinati alla filiera tutelata;[...]

pdc Art 7 Controlli di CSQA presso gli operatori destinatari dei controlli sono gli operatori inseriti nel circuito della produzione tutelata della DOP Culatello di Zibello. CSQA, con le frequenze riportate nel successivo Prospetto A, verifica il rispetto di quanto disposto dal Piano dei Controlli e dal Disciplinare di produzione e, in particolare, controlla: [...] la lavorazione del prodotto destinato alla DOP Culatello di Zibello deve avvenire disgiuntamente dal prodotto NON DOP mediante separazione fisica delle linee/del prodotto oppure mediante separazione temporale delle lavorazioni;

IND_219 Riduzione degli abusi e delle imitazioni Numero di abusi/pratiche di concorrenza sleale individuati e correttamente documentati pdc Art 7.1.2 controlli sugli allevamenti con produzione promiscua […] Con controllo fisico-ispettivo CSQA verifica che sia assicurata l’identificazione dei suini non destinati alla filiera tutelata e la separazione fisica degli stessi da quelli destinati alla DOP

IND_219 Riduzione degli abusi e delle imitazioni Numero di abusi/pratiche di concorrenza sleale individuati e correttamente documentati

sta Art. 3 Scopi Il Consorzio, inoltre, collabora, secondo le direttive impartite dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, alla vigilanza, alla tutela e alla salvaguardia della DOP da abusi, atti di concorrenza sleale, contraffazioni, uso improprio della denominazione e comportamenti comunque vietati dalla legge, esplicando tale attività ad ogni livello e nei confronti di chiunque, in ogni fase della produzione, della trasformazione e del commercio, anche tramite agenti vigilatori, incaricati dal consorzio, ai quali può essere attribuita nei modi e nelle forme di legge la qualifica di agente di pubblicasicurezza. 6. Il Consorzio, fra l’altro, provvederà a vigilare sul corretto uso della denominazione “Culatelloi di Zibello”, nonché dei relativi marchi, loghi, timbri, sigilli e contrassegni. A tal fine assumerà all’uopo in Italia e all’estero ogni opportuna iniziativa nei confronti di chiunque, in ogni fase della produzione, della trasformazione del commercio, agendo in qualunque Sede, anche giudiziaria, per la repressione degli atti di concorrenza sleale e di abuso della denominazione, costituendosi parte civile al fine di ottenere il risarcimento dei danni provocati dai comportamenti illeciti, anche per conto delle aziende produttrici della DOP

DOP dal prodotto convenzionale o destinato ad altra produzione. Allevamento

L'OdC deve controllare che l'Operatore sia in grado di separare fisicamente e/o temporalmente le lavorazioni di preodotto idoneo alla DOP dal prodotto convenzionale o destinato ad altra produzione.

OdC

OdC

LOdC deve controllare che l'allevatore sia ingrado di separare suini destinati alla DOP dal prodotto convenzionale o destinato ad altra produzione.

Il Consorzio di tutela ha la responsabilità di effettuare attività di vigilanza per tutelare prodotto a denominazione

Consorzio di tutela

governance Norma di legge Conformità dei prodotti IG e prevenzione delle violazioni

IND_221 Reclami sulla qualità dei prodotti IG Numero di reclami ricevuti relativi al prodotto IG pdc Art 6.1

Adempimenti generali Gli Operatori riconosciuti nel circuito della produzione tutelata della DOP, sono tenuti: […] • registrare reclami ricevuti, rendendoli disponibili all’OdC e le relative azioni correttive adottate;

Ogni operatore riconosciuto, ha la responsabilità di raccogliere e gestire reclami riferiti al prodotto tutelato

Tutti gli operatori

Buona governance Norma di legge Conformità dei prodotti IG
Buona

(per categoria di animale)? tuoi animali pascolano sui pascoli durante parte o tutto l'anno?

viene salata manualmente a secco. L’operazione di salagione ha una durata che va da uno a sei giorni. Per tale operazione è ammesso soltanto l’impiego di cloruro di sodio (sale da cucina), di nitrato di sodio nella dose max di cui all’articolo 3, e pepe in grani spaccati. E’ pure consentito l’impiego di una concia composta da vino bianco secco e aglio pressato. Successivamente la massa muscolare è posta in cella frigorifera ad una temperatura fra 0 e 5° C per il tempo sufficiente ad ottenere il necessario assorbimento di sale. In seguito culatelli sono posti in cella di riposo; il successo insacco in budelli naturali e la legatura, possono essere effettuati durante o al termine della fase di riposo utilizzando vescica suina o peritoneo parietale e perirenale di suino. Le due operazioni consistono nell’avvolgere il “muscolo” nella vescica urinaria del maiale e nel legarlo con diversi giri di spago che, procedendo a spirale, vanno dalla base dell’apice, intersecandosi con altri giri di spago disposti in senso verticale. La legatura o immagliatura del prodotto fresco deve essere ben stretta e serve per evitare che all’interno rimangano vuoti d’aria. Col procedere della stagionatura, causa del calo che subisce la carne, l’immagliatura si presenta via via più allentata. Successivamente, prima della fase di stagionatura, si procede alla sgocciolatura delle masse muscolari per circa na settimana ed all’asciugatura

Art. 5.2 (rif. Ddp Prosciutto di Parma) Allevamento e alimentazione dei suini - Ingrasso: è l’ultima fase dell’allevamento, interviene a magronaggio completato e prosegue fino all’età della macellazione che deve essere di almeno 9 (nove) mesi. Al termine dalla fase d’ingrasso, suini dovranno aver raggiunto in fase di macellazione pesi della carcassa descritti al successivo articolo 5.3.a). Ai fini dell’alimentazione, sono ammesse le stesse materie prime consentite nella fase di magronaggio, come previsto nella tabella sopra riportata – con le medesime specifiche previste dalle relative note – ad esclusione della farina di pesce e della soia integrale tostata e/o panello di soia. La presenza di sostanza secca da cereali nella fase d'ingrasso non dovrà essere inferiore al 55% di quella totale.

L'allevatore ha la responsabilità di alimentare suini in fase di ingrasso in conformità alle regole del disciplinare. Tali alimenti e la composizione degli stessi è stata studiata per assicurare non solo la qualità del prodotto ma anche benessere degli animali

Allevatore

degli

Alimentazione animale a) numero di alimenti diversi per animali; (b) accesso ai pascoli per l'alimentazione; c) altre fonti di alimentazione

Date integratori alimentari ai vostri animali? Se sì, quale tipo di integratori e quanti tipi diversi (per categoria di animale)? tuoi animali pascolano sui pascoli durante parte o tutto l'anno?

ddp Art. 5.2 (rif. Ddp Prosciutto di Parma)

Allevamento e alimentazione dei suini

In questa fase, l’alimentazione avviene attraverso l’allattamento naturale sotto la scrofa o artificiale nel rispetto della normativa dell'UE e nazionale vigente. Al fine di soddisfare fabbisogni fisiologici dei suinetti in allattamento è altresì possibile iniziare a somministrare le materie prime ammesse dalla normativa dell'UE e nazionale vigente, in materia di alimentazione animale. Al fine di soddisfare fabbisogni fisiologici dei suini durante lo svezzamento, possono essere somministrate tutte le materie prime ammesse dalla normativa vigente, in materia di alimentazione animale. Inoltre, sono ammessi l’utilizzo di minerali, l’integrazione con vitamine e l’impiego di additivi nel rispetto della normativa dell'UE e nazionale vigente.

L'allevatore ha la responsabilità di alimentare suini in fase di allattamento e svezzamento in conformità alle regole del disciplinare. Tali alimenti e la composizione degli stessi è stata studiata per assicurare non solo la qualità del prodotto ma anche il benessere degli animali

Allevamento

pascoli per l'alimentazione; c) altre fonti di alimentazione

Date integratori alimentari ai vostri animali? Se sì, quale tipo di integratori e quanti tipi diversi (per categoria di animale)? tuoi animali pascolano sui pascoli durante parte o tutto l'anno?

ddp Art. 5.2 (rif. Ddp Prosciutto di Parma)

Allevamento e alimentazione dei suini

Svezzamento: è la fase successiva all’allattamento, ]. Al fine di soddisfare fabbisogni fisiologici dei suini durante lo svezzamento, possono essere somministrate tutte le materie prime ammesse dalla normativa vigente, in materia di alimentazione animale. Inoltre, sono ammessi l’utilizzo di minerali, l’integrazione con vitamine e l’impiego di additivi nel rispetto della normativa dell’UE e nazionale vigente.

L'allevatore ha la responsabilità di alimentare gli animali in fase di svezzamento esclusivamente con gli alimenti definiti dalla normativa vigente.

Allevatore

umane di gestione degli animali a) descrizione delle pratiche e delle attività che riducono efficacemente la sofferenza e il rischio di lesioni degli animali durante tutte le fasi della loro vita, compreso il trasporto e la macellazione; (b) percentuale (%) di animali che beneficiano di pratiche che riducono loro livelli di stress

Sono in atto pratiche per garantire che gli animali possano godere delle cinque libertà, ovvero libertà dalla fame e dalla sete, libertà dal disagio, libertà dal dolore, dalle lesioni e dalle malattie, libertà dalla paura e dall'angoscia e libertà di assumere comportamenti normali. Calcolare la quota della popolazione animale che beneficia di pratiche che riducono il livello di stress

pdc Art 7 Controlli di CSQA presso gli operatori [...] CSQA, con le frequenze riportate nel successivo Prospetto A, verifica il rispetto di quanto disposto dal Piano dei Controlli e dal Disciplinare di produzione e, in particolare, controlla: ], con particolare riferimento all’autorizzazione sanitaria in corso di validità e al rispetto del benessere animale presso macelli; L'OdC verifica che macelli rispettino requisiti previsti per quanto riguarda il benessere animale

Pratiche umane di gestione degli animali a) descrizione delle pratiche e delle attività che riducono efficacemente la sofferenza e il rischio di lesioni degli animali durante tutte le fasi della loro vita, compreso il trasporto e la macellazione; (b) percentuale (%) di animali che beneficiano di pratiche che riducono loro livelli di stress Sono in atto pratiche per garantire che gli animali possano godere delle cinque libertà, ovvero libertà dalla fame e dalla sete, libertà dal disagio, libertà dal dolore, dalle lesioni e dalle malattie, libertà dalla paura e dall'angoscia e libertà di assumere comportamenti normali. Calcolare la quota della popolazione animale che beneficia di pratiche che riducono il livello di stress pdc Art 5.2 Procedura di riconoscimento [...] CSQA, entro trenta (30) giorni lavorativi dal ricevimento di tutta la documentazione richiesta, conclusa positivamente la verifica documentale, effettua la verifica ispettiva iniziale. Nel corso della stessa viene valutata la corrispondenza delle condizioni in essere con quanto comunicato nella richiesta e la capacità del richiedente di soddisfare requisiti disciplinati in relazione alle proprie specifiche attività e quindi viene verificato: •per Macelli e Laboratori di Sezionamento: − che siano presenti le attrezzature e gli impianti dichiarati con la richiesta di riconoscimento ed idonei per la macellazione dei suini, nel rispetto del benessere animale

L'OdC verifica che macelli rispettino requisiti previsti per quanto riguarda il benessere animale OdC

a) descrizione delle pratiche e delle attività che riducono efficacemente la sofferenza e il rischio di lesioni degli animali durante tutte le fasi della loro vita, compreso il trasporto e la macellazione; (b) percentuale (%) di animali che beneficiano di pratiche che riducono loro livelli di stress Sono in atto pratiche per garantire che gli animali possano godere delle cinque libertà, ovvero libertà dalla fame e dalla sete, libertà dal disagio, libertà dal dolore, dalle lesioni e dalle malattie, libertà dalla paura e dall'angoscia e libertà di assumere comportamenti normali. Calcolare la quota della popolazione animale che beneficia di pratiche che riducono il livello di stress ddp Art. 5.2 (rif. Ddp Prosciutto di Parma) Allevamento e alimentazione dei suini Le tecniche di allevamento dei suini destinati alla produzione di Prosciutto di Parma devono garantire agli animali standard di salute e benessere, nel rispetto dei requisiti previsti dalla normativa vigente dell'UE e nazionale. [...] L'allevatore ha la responsabilità di allevare suini in conformità alle norme comunitarie e nazionali in materia di benessere animale (Prerequisito) Allevamento

normali. Calcolare la quota della popolazione animale che beneficia di pratiche che riducono il livello di stress

ddp Art. 5.2 (rif. Ddp Prosciutto di Parma)

Allevamento e alimentazione dei suini

In questa fase, l’alimentazione avviene attraverso l’allattamento naturale sotto la scrofa o artificiale nel rispetto della normativa dell'UE e nazionale vigente. Al fine di soddisfare fabbisogni fisiologici dei suinetti in allattamento è altresì possibile iniziare a somministrare le materie prime ammesse dalla normativa dell'UE e nazionale vigente, in materia di alimentazione animale. Al fine di soddisfare fabbisogni fisiologici dei suini durante lo svezzamento, possono essere somministrate tutte le materie

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