Asiago DOP - ID CARD

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ASIAGO DOP

DOCUMENTI ANALIZZATI

Disciplinare di produzione - Data di riferimento 18/9/2020

Piano dei Controlli - Data di riferimento 26/03/2024

Tariffario – Data di riferimento 26/03/2024

Statuto del Consorzio di tutela - Data di riferimento 30/05/2017

Piano di regolazione dell’offerta 2024-2026

IlConsorziodituteladelFormaggioAsiagoDOPèfortementeimpegnatoinnumeroseiniziativedisostenibilità, sia di tipo sociale che economico e ambientale, riassunte in particolare nel progetto “Asiago Green Edge” che comprendelariforestazionediun’areaboschivasull’AltopianodiAsiagoelariduzionedell’improntaambientale e del consumo energetico per l’intera filiera produttiva, fino all’ottenimento della certificazione Made Green in Italy.Ladocumentazionerelativaaquesteattivitànonrientranell’analisiriportatadiseguito.

- 5

potenziali - 0

Indicatori effettivi - 3 Indicatori potenziali - 1

→ PUNTI DI FORZA

Nell’analisi dei documenti relativi al prodotto sono stati individuati una serie di elementi riconducibili a 30 indicatori della sostenibilità che qualificano la filiera, suggerendo quali siano i suoi attuali punti di forza.

I punti di forza sono “indicatori effettivi” ovvero ben coperti da documenti mappati (es. piano dei controlli e/o disciplinare) o coperti dagli indicatori che risultano peculiari del singolo prodotto a seguito dell’analisi. Per indicatore peculiare si intendono indicatori presenti solo nel prodotto analizzato o presenti al massimo nella metà dei prodotti analizzati appartenenti alla categoria merceologica. Gli indicatori potenziali (che figurano in documenti non sottoposti a verifica da parte di terzi) non sono classificati come punti di forza.

Sulla base della lettura di questi elementi, i punti di forza del prodotto sono sotto riportati.

›› Rispetto al benchmark del settore formaggi :

1. Riduzione degli sprechi : l’Asiago DOP è l’unico tra i prodotti mappati (sia a livello generale sia a livello di categoria) il cui disciplinare prevede fra i requisiti applicabili la riduzione degli sprechi attraverso la creazione di forme «diverse da quella cilindrica» per il prodotto destinato a preconfezionamento o prodotti composti (IND_062).

2. Additivi : il disciplinare vieta l’impiego di additivi in fase di produzione (IND_225).

3. Controlli : in base all’analisi dei rischi, nel caso di lavorazione promiscua in caseificio è prevista da piano dei controlli una maggiore pressione di controllo da ente terzo (IND_219).

4. Benessere animale : il disciplinare prevede che gli animali possano (in termini opzionali) andare in alpeggio usufruendo, nel qual caso, del pascolo (IND_331).

5. Piano di regolazione : presenza di un piano di regolazione dell’offerta (IND_028, IND_056).

›› Specifici del prodotto «della montagna» in aggiunta a quelli generali

Il disciplinare prevede una sotto-categorizzazione di prodotto «della montagna» che prevede requisiti aggiuntivi e più vincolanti. In questo modo viene favorito il mantenimento del lavoro nelle zone svantaggiate, in montagna, generando lavoro ed economia locale oltre alla manutenzione delle aree montane.

Con riferimento ai requisiti specifici del prodotto gli elementi valoriali sono rappresentati da:

1. Additivi : il disciplinare vieta il trattamento superficiale con sostanze coloranti e antimuffa (IND_225).

2. Alimentazione degli animali : divieto di impiego di insilati nell’alimentazione zootecnica; per le condizioni di allevamento e la maggiore flessibilità delle regole igienico – sanitarie applicabili l’assenza di insilato è finalizzata a mantenere la qualità del prodotto (riducendo il rischio di rigonfiamento). La riduzione di insilato consente inevitabilmente di aumentare la base foraggera nell’alimentazione zootecnica (IND_331).

→ PUNTI DI MIGLIORAMENTO

QUALIVITA

Nell’analisi dei documenti relativi al prodotto sono stati individuati una serie di elementi riconducibili a 30 indicatori della sostenibilità che qualificano la filiera, suggerendo quali sono i suoi attuali punti di miglioramento.

I punti di miglioramento sono indicatori mancanti , non riscontrati nel prodotto analizzato, rispetto agli indicatori di riferimento individuati della categoria merceologica valutata (benchmark). L’assenza di un indicatore che per gli altri prodotti del comparto risulta essere mappato ma categorizzato come potenziale non è considerato punto di miglioramento. Inoltre, come ulteriore considerazione, per ogni prodotto, in base al disciplinare, al livello di sostenibilità raggiunto, al contesto, sono stati suggeriti alcuni spunti di implementazione della sostenibilità

›› Indicatori migliorabili rispetto al benchmark del comparto formaggi

• IND_067 Consapevolezza dei protocolli e degli standard di sicurezza

La sicurezza alimentare rappresenta un prerequisito per la produzione dei prodotti a IG. I disciplinari di produzione in generale sono stati redatti con la finalità specifica di garantire il rispetto di requisiti qualitativi e merceologici di prodotto e praticamente nessuna fra le IG del comparto formaggi lo prevede in modo esplicito nell’ambito del sistema di controllo e garanzia della IG. La food safety è assoggettata al controllo dell’autorità competente nell’ambito delle norme comunitarie e nazionali applicabili. Non è oggetto di verifica da parte dell’organismo di certificazione della denominazione. Alcune IG del settore prevedono requisiti in tal senso ma solo a livello potenziale ovvero che figurano in documenti non sottoposti a verifica da parte dell’organismo di certificazione della denominazione.

QUALIVITA

• IND_104 Gestione del rischio

La gestione del rischio economico rappresenta un importante approccio metodologico. Tale approccio non è definito in alcun modo nei disciplinari. Alcune IG prevedono nel piano di regolazione dell’offerta e/o nello statuto azioni economiche straordinarie nel caso di gravi crisi di mercato (es: “Il Consorzio potrà accantonare una quota delle somme versate dai consorziati a titolo di contribuzione aggiuntiva o straordinaria poste a carico di questi ultimi, dagli organi nazionali o comunitari, a tutela della DOP, in apposito fondo crisi gravi di mercato” ).

• IND_226 Presenza di nutrienti preziosi

I disciplinari prevedono normalmente parametri merceologici e chimico fisici dei prodotti. Non risultano requisiti numerici specifici rispetto a nutrienti preziosi volti alla valorizzazione del prodotto. In uno dei disciplinari valutati è prevista la correlazione specifica fra “la qualità dei foraggi, la composizione botanica di pascoli e prati e le peculiarità biochimiche del latte impiegato nella realizzazione del prodotto”.

• IND_238 Identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi

I disciplinari non prevedono requisiti di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Si tratta di requisiti obbligatori per legge e assoggettati al controllo dell’autorità competente (non dell’organismo di certificazione). Solo in un caso, fra quelli valutati, è previsto che l’operatore assoggettato ai controlli “è tenuto a fornire al personale ispettivo e/o al personale in affiancamento dettagliate informazioni sui rischi specifici esistenti negli ambienti in cui saranno destinati ad operare e sulle misure di prevenzione e di emergenza, in relazione alla propria attività (compresi i DPI previsti e disponibili) al fine di consentire lo svolgimento dei controlli in sicurezza” . Pur tuttavia è evidente che per nessuno dei prodotti valutati è prevista una valutazione/verifica della conformità degli operatori alle norme vigenti in materia di salute e sicurezza dei lavoratori da parte del Consorzio e/o dell’organismo di certificazione.

• IND_256 Sviluppo delle capacità per aumentare la produttività agricola

Nessuno dei disciplinari valutati prevede requisiti oggettivi e obbligatori in tal senso. In alcuni casi sono previsti requisiti potenziali. Per alcuni prodotti lo statuto del Consorzio prevede assistenza/consulenza ai consorziati per il miglioramento dell’azienda.

• IND_261 Istruzione e formazione formale e non formale

Nessuno dei disciplinari valutati prevede requisiti oggettivi e obbligatori in tal senso. In alcuni casi, da statuto del Consorzio, sono previsti requisiti potenziali in merito all’organizzazione di corsi di formazione per gli operatori riconosciuti (anche con l’eventuale supporto dell’organismo di certificazione) e in taluni casi anche per i fornitori di materie prime, operatori della comunicazione e operatori commerciali.

• IND_333 Pratiche umane di gestione degli animali

La gestione della mandria è un requisito scarsamente rappresentato dai disciplinari valutati. Uno dei disciplinari valutati prevede “[...] latte crudo di vacca proveniente da vacche munte due volte al giorno o da vacche munte con accesso libero ad un sistema automatico di mungitura

[...]” e un altro disciplinare prevede che “I capi [...] allevati in stabulazione semilibera in limitati paddok, all’aperto con ricorso al pascolamento” e il relativo piano dei controlli prevede che in fase di controllo l’allevatore sia in grado di dimostrare “[...] il rispetto delle prescrizioni descritte nel disciplinare di produzione, riguardanti i metodi e le strutture relative all’allevamento dei capi bufalini”.

• IND_387 Tutela del paesaggio

Nessuno dei prodotti valutati prevede obblighi in materia di tutela del paesaggio. Solo in un caso lo statuto del Consorzio prevede “ il miglioramento dei pascoli alpini”.

›› Indicatori potenziali ulteriormente sviluppabili

• IND_021 Spese totali per ricerca e sviluppo

Individuata una frase nello statuto del Consorzio di tutela: “[...] un “bonus innovazione” (paragrafo 2.10) mirato all’azzeramento di eventuali contribuzioni aggiuntive generate da volumi effettivamente commercializzati di formaggio Asiago lavorato o porzionato per la produzione di prodotto preconfezionato nei formati: grattugiato; petali; taglio a julienne; dadi o cubetti; fettine o altri tipi di lavorazioni ad elevato grado di servizio e preconfezionato (secondo insindacabile valutazione del Consorzio) [...]”.

• IND_078 Visibilità del prodotto IG

Individuate due frasi nello statuto del Consorzio di tutela: “Il Consorzio non ha fini di lucro e ha lo scopo di: [...] c) Promuovere la conoscenza della DOP Asiago in tutti i mercati; d) Valorizzare il prodotto; e) Informare i consumatori con tutti i mezzi ed iniziative [...]” e “In particolare il Consorzio [...] n) collabora con l’Unione Europea, lo Stato Italiano, Regioni, Province Autonome, Enti pubblici e privati e organismo di controllo della DOP per la migliore valorizzazione e tutela della DOP stessa mettendo a disposizione la propria organizzazione; o) Attua iniziative pubblicitarie e promozionali per incrementare notorietà e consumo [...]”; individuata una frase nel piano di regolazione dell’offerta: “In caso di esuberi produttivi, le risorse derivanti dall’applicazione della contribuzione aggiuntiva verranno investite per la promozione del prodotto, eventualmente anche attraverso accordi con la DO, con la GDO e con l’Ho.Re.Ca., sia sul mercato nazionale - con l’obiettivo di mantenere i consumi - sia sui mercati esteri, con l’obiettivo di svilupparli e di diminuire l’incidenza del mercato domestico contribuendo, anche in questo modo, ad un maggiore equilibrio del comparto”.

• IND_085 Nuovi mercati geografici

Individuate due frasi nel piano di regolazione dell’offerta: “Per quanto riguarda i mercati esteri, gli investimenti saranno mirati a promuovere il prodotto e a favorire un incremento della presenza, sia presso nuovi canali/clienti nell’ambito di aree geografiche in cui l’Asiago è già presente, sia in nuove aree geografiche dove non sia ancora conosciuto”. e “La crescita della presenza all’estero rappresenta una priorità assoluta per il formaggio Asiago, in un’ottica di diversificazione degli sbocchi. A tale proposito il presente Piano prevede esplicite modalità di tutela finalizzate a incentivare e promuovere il più possibile il canale export”.

• IND_086 Presenza commerciale

QUALIVITA

Individuata una frase nello statuto del Consorzio di tutela: “Al fine di favorire lo sviluppo di nuove nicchie di mercato a valore aggiunto, inoltre, il medesimo trattamento riservato al prodotto esportato viene applicato al formaggio Asiago: - certificato come “biologico” da organismo autorizzato dal Ministero dell’Agricoltura (MASAF) e commercializzato in Italia o all’estero, oppure - certificato come “kosher” e commercializzato in Italia o all’estero”.

• IND_349 Pratiche di gestione relative alle emissioni di gas serra

Individuata una frase nel Disciplinare di produzione: “[...] Almeno il 50% della razione alimentare in sostanza secca deve essere prodotta all’interno della zona geografica descritta all’art. 3 del presente disciplinare [...]”.

›› Spunti di implementazione per la sostenibilità del prodotto

In linea generale si rileva una sproporzione tra il numero di indicatori applicati in relazione al pilastro «Resilienza economica» rispetto agli altri tre. Questo a riprova del fatto che il disciplinare di produzione e l’infrastruttura documentale della IG sono stati redatti con la finalità specifica di garantire il rispetto di requisiti qualitativi e merceologici di prodotto.

1. Pascolo/aree montane : l’aumento degli allevamenti ubicati in montagna, dell’alpeggio e del pascolamento rappresentano elementi «evocativi» di interesse turistico molto forti ma anche di miglioramento della qualità del prodotto.

2. Benessere animale : per il settore formaggi un elemento valoriale imprescindibile è il rispetto di requisiti di benessere animale. Per il prodotto Asiago DOP, tale tema risulta essere limitato alla possibilità (non obbligo) del pascolamento. Sarebbe importante e auspicabile definire parametri di benessere animale più stringenti e attuali (IND_333).

3. Rischio «imitazione» : a fronte della grande offerta di «prodotti similari» sarebbe auspicabile aumentare la consapevolezza degli operatori inseriti nel circuito tutelato ma anche degli operatori del settore enogastronomico locale per l’impegno a valorizzare il prodotto tutelato (IND_219).

4. Valutazione rischi sicurezza degli operatori esterni : così come previsto dal piano di controlli (PDC) di altre IG del settore, si potrebbe valutare l’inserimento nel PDC di qualche requisito relativo alla sicurezza di soggetti terzi che entrano in azienda (es. per controlli) (IND_238).

5. Rischi di mercato : attualmente il piano di regolazione non identifica e conseguentemente non gestisce le azioni da adottare in caso di gravi crisi di mercato.

QUALIVITA

TABELLA INDICATORI

IND_004 Aggiornamento per certificazione IG

IND_010 Conservazione dei registri

IND_021 Spese totali per ricerca e sviluppo

IND_028 Redditività a lungo termine

IND_043 Approvvigionamenti locali

IND_056 Evoluzione della produzione di prodotti certificati

IND_057 Produzione di IG

Punti di controllo qualità

IND_062 Strategia di riduzione spreco della produzione IG 1X E

IND_066 Non conformità alle norme sulla sicurezza alimentare e sulla qualità degli alimenti

IND_067 Consapevolezza dei protocolli e degli standard di sicurezza alimentare *

IND_069 Attrezzature e locali puliti

IND_071 Rispetto delle autorizzazioni sanitarie

Etichettatura del prodotto

Sistema di tracciabilità forward

IND_077 Sistema di tracciabilità degli input e della qualità

Visibilità del prodotto IG

IND_085 Nuovi mercati geografici

Presenza commerciale

IND_104 Gestione del rischio

IND_197 Riunioni formali dei membri IG tenutesi

IND_198 Riunioni dei membri IG tenutesi

IND_219 Riduzione degli abusi e delle imitazioni

IND_221 Reclami sulla qualità dei prodotti IG

IND_225 Assenza di sostanze sintetiche

IND_226 Presenza di nutrienti preziosi

IND_227 Classificazione NOVA degli alimenti IG

IND_228 Procedure/metodi di lavorazione sensibili alla nutrizione 1X

IND_238 Identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi

IND_251 Ruolo del sistema IG nel mantenimento delle tradizioni e della cultura locale 1X

IND_256 Sviluppo delle capacità per aumentare la produttività agricola *

IND_261 Istruzione e formazione formale e non formale

IND_331 Alimentazione animale

IND_333 Pratiche umane di gestione degli animali

IND_349 Pratiche di gestione relative alle emissioni di gas serra 1X

IND_362 Varietà e razze adattate localmente 1X E

IND_386 Consolidamento del paesaggio IG 1X E

IND_387 Tutela del paesaggio

PILASTRO RESILIENZA ECONOMICA

Il pilastro della resilienza economica è sviluppato nel tool FAO-oriGIn in ben 135 indicatori. Di questi quelli maggiormente rappresentati dai prodotti del settore dei formaggi sono 20 , variamente applicati dai diversi prodotti. Taluni indicatori sono presenti nella documentazione analizzata in diversi punti per lo stesso prodotto. Gli indicatori a vario titolo rappresentati dai prodotti di tutte le categorie merceologiche valutate sono invece 23

TEMI SPECIFICI ASIAGO DOP

• Il prodotto analizzato conta un totale di 18 indicatori (14 effettivi e 4 potenziali) sui 20 considerati relativi al pilastro della resilienza economica del comparto formaggi. Il prodotto si posiziona quindi ampiamente sopra la media dei 14,3 indicatori medi di comparto e anche sopra la media dei prodotti di tutte le categorie merceologiche mappate che è 12,9.

• 18 applicati dal prodotto sono:

ANALISI PILASTRI SOSTENIBILITÀ QUALIVITA

IND_004 Aggiornamento per certificazione IG

IND_010 Conservazione dei registri

IND_021 Spese totali per ricerca e sviluppo

IND_028 Redditività a lungo termine

IND_043 Approvvigionamenti locali

IND_056 Evoluzione della produzione di prodotti certificati

IND_057 Produzione di IG

IND_060 Punti di controllo qualità

IND_062 Strategia di riduzione spreco della produzione IG

IND_066 Non conformità alle norme sulla sicurezza alimentare e sulla qualità degli alimenti

IND_069 Attrezzature e locali puliti

IND_071 Rispetto delle autorizzazioni sanitarie

IND_074 Etichettatura del prodotto

IND_075 Sistema di tracciabilità forward

IND_077 Sistema di tracciabilità degli input e della qualità

IND_078 Visibilità del prodotto IG

IND_085 Nuovi mercati geografici

IND_086 Presenza commerciale

• La maggior parte degli indicatori effettivi è stata riscontrata nel piano dei controlli (gestione registri degli operatori riconosciuti, rintracciabilità, punti di controllo qualità, etc.) mentre gli indicatori potenziali sono stati riscontrati nello statuto e nel piano di regolazione dell’offerta (ricerca e sviluppo, visibilità, presenza commerciale e nuovi mercati)

• Gli indicatori del comparto non applicati sono:

IND_067 Consapevolezza dei protocolli e degli standard di sicurezza alimentare

IND_104 gestione del rischio (economico)

• Rispetto ai 23 indicatori rappresentativi di tutti i comparti merceologici valutati, in aggiunta non applicano gli indicatori:

IND_053 Effetti sull’economia locale –

IND_076 Ricerca sui prodotti IG

IND_122 Stagionalità del prodotto

→ SPUNTI DI IMPLEMENTAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ ECONOMICA PER IL SETTORE FORMAGGI

La gran parte dei prodotti analizzati non prevede in modo esplicito:

• IND_021 Investimenti in ricerca e sviluppo

• IND_062 Strategia di riduzione dello spreco della produzione IG

• IND_067 Consapevolezza dei protocolli e degli standard di sicurezza alimentare

• IND_085 Nuovi mercati geografici

• IND_086 Presenza commerciale

• IND_104 Gestione del rischio economico

→ SPUNTI DI IMPLEMENTAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ ECONOMICA PER IL SETTORE IG

• Gli indicatori considerati per tutti i comparti merceologici valutati corrispondono a 23. La media di tutti i prodotti considerati appartenenti alle diverse categorie merceologiche corrisponde a 12,9.

• La media più bassa con 11,2 indicatori è rappresentata dal settore dei vegetali trasformati mentre la media più alta con 14,4 indicatori è rappresentata dalla categoria dei prodotti a base di carne.

• Alla luce della mappatura dei prodotti campionati, per alzare il livello di applicazione degli indicatori economici occorre focalizzare l’attenzione almeno sugli indicatori relativi a:

Investimento a lungo termine : IND_021 Spese totali per ricerca e sviluppo, IND_028

Redditività a lungo termine

Creazione del valore : IND_053 Effetti sull’economia locale, IND_056 Evoluzione della produzione di prodotti certificati

– Qualità del prodotto : IND_062 Strategia di riduzione spreco della produzione IG

Sicurezza alimentare : IND_067 Consapevolezza dei protocolli e degli standard di sicurezza alimentare

Diversificazione : IND_085 Nuovi mercati geografici, IND_086 Presenza commerciale, IND_104 Gestione del rischio

• Andando oltre l’ambito dei 23 indicatori a vario titolo applicati dalle IG campionate, ci sono una serie di indicatori disattesi praticamente da tutti i prodotti che rappresentano un’ampia area di miglioramento per tutte le IG italiane rispetto agli indicatori FAO-oriGIn; fra i principali:

– Costi, investimenti, reddittività : IND_001 Capitali patrimoniali per il benessere dei dipendenti, IND_002 Costi di conformità a standard o certificazioni di sostenibilità, IND_006 Costi energetici, IND_008 Costo del lavoro, IND_019 Costi di formazione, IND_020 Investimenti “green”, IND_026 Risparmio, IND_027 Efficienza degli investimenti, IND_033 Prezzo agricolo rispetto al prezzo di riferimento globale, IND_029 Produttività del territorio, IND_039 Efficienza dei costi (economica), IND_049 Valore economico direttamente generato e distribuito, IND_053 Effetti sull’economia locale.

Gestione del rischio : IND_098 Efficacia delle strategie di mitigazione, IND_100 Strategia sul cambiamento climatico, IND_101 Informazioni sul clima/implementazione di azioni di riduzione del rischio, IND_106 Copertura del rischio associato ai ricavi.

Stabilità di mercati, produzioni e offerta : IND_116 Appropriazione del valore nella catena del valore, IND_117 Prezzo in diversi mercati, IND_124 Resilienza del settore, IND_129 Andamento dei costi di produzione, IND_135 Volatilità del prezzo di input.

QUALIVITA

→ STRUMENTI NORMATIVI IN AMBITO VOLONTARIO PER L’IMPLEMENTAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ ECONOMICA

Alcuni indicatori attualmente disattesi potrebbero essere soddisfatti adottando una strategia basata su norme tecniche riconosciute a livello internazionale. Queste norme possono essere utilizzate come metodologie per il raggiungimento di obiettivi specifici. In alcuni casi, si applicano direttamente ai prodotti, mentre in altri riguardano la gestione aziendale. Molti di questi strumenti normativi risultano utili anche nella redazione del bilancio di sostenibilità.

• Standard in materia di sicurezza alimentare : BRC/IFS/FSSC per le attività di trasforma -

zione e GlobalGap per la fase agricola (IND_067 Consapevolezza dei protocolli e degli standard di sicurezza alimentare).

• Standard in materia di sostenibilità : ISCC, ISO 50001, ISO 45001, ISO 14064, ISO 14067, ISO 14001; Made Green in Italy, ISO 37101, UNI PDR 125, PAS 24000 (IND_002 Costi di conformità a standard o certificazioni di sostenibilità, IND_020 Investimenti “green”, IND_006 Costi energetici, IND_062 Strategia di riduzione dello spreco della produzione IG, IND_001 Capitali patrimoniali per il benessere dei dipendenti, IND_100 Strategia sul cambiamento climatico).

• Standard in materia di economia circolare : ISO 59020 (IND_062 Strategia di riduzione dello spreco della produzione IG).

QUALIVITA

• Standard in materia di gestione dei rischi : ISO 31000, ISO 37301, ISO 37001 (IND_104 Gestione del rischio, IND_067 Consapevolezza dei protocolli e degli standard di sicurezza alimentare).

• Standard in materia di governance, compresa la componente economica: ISO 37101: 2019 (IND_039 Efficienza dei costi, IND_046 Crescita inclusiva del settore agricolo, IND_049 Valore economico direttamente generato e distribuito, IND_053 Effetti sull’economia locale, IND_124 Resilienza del settore, IND_129 Andamento dei costi di produzione).

→ CONSIDERAZIONI

Prezzo Equo : il tema dell’equità del trattamento economico riservato alla produzione primaria (allevamenti) è di grande attualità. Le IG in generale, avendo da tempo organizzato le filiere, potrebbero avere interesse a dimostrare oggettivamente la correttezza del trattamento economico riservato agli allevatori a riconoscimento del loro lavoro. L’adozione di una politica consortile in tal senso potrebbe essere uno strumento di comunicazione estremamente efficace.

PILASTRO BUONA GOVERNANCE

Il pilastro della buona governance è sviluppato nel tool FAO-oriGIn in 89 indicatori. Di questi quelli maggiormente rappresentati dai prodotti del settore dei formaggi sono 4, variamente applicati dai diversi prodotti. Gli indicatori a vario titolo rappresentati dai prodotti di tutte le categorie merceologiche valutate sono invece 5

Taluni indicatori sono presenti nella documentazione analizzata in diversi punti per lo stesso prodotto. → TEMI SPECIFICI ASIAGO DOP

• Il prodotto analizzato conta un totale di 4 indicatori (tutti effettivi) sui 4 considerati relativi al pilastro della buona governance del comparto. Il prodotto si posiziona quindi perfettamente in linea con le altre IG di comparto e sopra la media tutte le IG.

• I succitati indicatori (applicati) sono:

IND_197 Riunioni formali dei membri IG tenutesi

IND_198 Riunioni dei membri IG tenutesi

IND_219 Riduzione degli abusi e delle imitazioni

IND_221 Reclami sulla qualità dei prodotti IG

• Rispetto ai 5 indicatori rappresentativi di tutti i comparti merceologici valutati, in aggiunta non si applicano gli indicatori:

IND_174 Piano di gestione della sostenibilità

→ SPUNTI DI IMPLEMENTAZIONE PER IL SETTORE FORMAGGI

Tutti i formaggi analizzati rispettano i 4 indicatori considerati in quanto ampiamente presenti negli statuti dei Consorzi di tutela a dimostrazione che tali enti rivestono un ruolo strategico in ambito governance.

→ SPUNTI DI IMPLEMENTAZIONE DELLA BUONA GOVERNANCE PER IL SETTORE IG

• Confrontando i formaggi con le altre categorie merceologiche analizzate il requisito mancante alla categoria prodotti del settore dei formaggi è l’indicatore IND_174 Piano di gestione della sostenibilità.

• Andando oltre l’ambito dei 5 indicatori a vario titolo applicati dalle IG campionate, ci sono una serie di indicatori disattesi praticamente da tutti i prodotti analizzati che rappresentano un’ampia area di miglioramento per tutte le IG italiane rispetto agli indicatori FAO-oriGIn; fra i principali:

Audit : IND_136 Audit olistici, IND_137 Capacità di audit interno, IND_138 Procedura di audit interno, IND_139 Frequenza degli audit interni, IND_140 Disciplina di monitoraggio.

Struttura e leadership : IND_145 Le donne come decisori.

Trasparenza : IND_149 Episodi confermati di corruzione e azioni intraprese, IND_154 Comunicazione e formazione sulle politiche e procedure anticorruzione, IND_155 Operazioni valutate per rischi legati alla corruzione.

– Due diligence : IND_160 Integrazione delle informazioni di sostenibilità nel reporting, IND_161 Due diligence, IND_163 Impatti ambientali e sociali negativi nella catena di fornitura e azioni intraprese, IND_165 Pratiche di due diligence, IND_168 Standard di condotta e politica di integrità, IND_173 Governo dell’organizzazione.

Gestione della sostenibilità : IND_174 Piano di gestione della sostenibilità.

Legittimità : IND_185 Rispetto delle regole decisionali e dello statuto dell’organizzazione IG, IND_187 Partecipazione allo sviluppo delle politiche pubbliche, IND_192 Processo decisionale inclusivo.

Un aspetto importante da sottolineare è che molti degli indicatori che non risultano oggettivamente presenti nei documenti analizzati sono in realtà applicati da molti Consorzi di tutela. Pur tuttavia, ad una verifica esterna ed in assenza di audit ai Consorzi non è stato possibile ritenerli applicati in fase di analisi. L’opportunità di miglioramento consiste nella loro oggettivazione in procedure/documenti/statuti dei Consorzi oltre al rafforzamento di audit interni e di parte terza per accertarne l’applicazione.

→ STRUMENTI NORMATIVI IN AMBITO VOLONTARIO PER L’IMPLEMENTAZIONE DELLA BUONA GOVERNANCE

QUALIVITA

Alcuni indicatori attualmente disattesi potrebbero essere soddisfatti adottando una strategia basata su norme tecniche riconosciute a livello internazionale. Queste norme possono essere utilizzate come metodologie per il raggiungimento di obiettivi specifici. In alcuni casi, si applicano direttamente ai prodotti, mentre in altri riguardano la gestione aziendale.

Molti di questi strumenti normativi risultano utili anche nella redazione del bilancio di sostenibilità.

• Organizzazione : ISO 9001, PAS 24000, ISO 31000, ISO 37301 e ISO 37001: IND_174 Piano di gestione della sostenibilità, IND_136 Audit olistici, IND_137 Capacità di audit interno, IND_138 Procedura di audit interno, IND_139 Frequenza degli audit interni, IND_140 Disciplina di monitoraggio, IND_149 Episodi confermati di corruzione e azioni intraprese,

IND_152 Importo delle multe pagate/da pagare a causa di accordi legati alla corruzione, IND_154 Comunicazione e formazione sulle politiche e procedure anticorruzione, IND_155 Operazioni valutate per rischi legati alla corruzione, IND_178 Procedure di reclamo, IND_179 Reclami degli stakeholder, IND_210 Percorso verso la conformità.

• Pari opportunità: UNI PDR 125: IND_145 Le donne come decisori, IND_192 Processo decisionale inclusivo, IND_213 Formazione dei dipendenti sulle politiche o procedure sui diritti umani.

→ CONSIDERAZIONI

Governance del territorio: il prodotto ha un rapporto molto forte (sostanziale ed emozionale) con il territorio da cui proviene. Sarebbe interessante ed auspicabile definire obiettivi di sostenibilità non solo riferiti al prodotto ma anche riferiti/riferibili al territorio che lo esprime migliorando l’applicazione degli indicatori (IND da 161 a 170; 173 - 174 - 175 - 204 - 208). A titolo meramente esemplificativo si faccia riferimento al tema del turismo enogastronomico locale, valorizzando l’impiego della IG in sostituzione dei prodotti similari. Aspetto peraltro in linea con il nuovo regolamento 2024/1143 sulle IG. Possibile utilizzare a riferimento la norma internazionale ISO 37101: 2019 “Città e comunità sostenibili” che definisce una metodologia strutturata e sistematica per gestire lo sviluppo sostenibile delle Comunità, dei Distretti, etc.

PILASTRO BENESSERE SOCIALE

Il pilastro del benessere sociale è sviluppato nel tool FAO-oriGIn in ben 102 indicatori. Di questi quelli maggiormente rappresentati dai prodotti del settore dei formaggi sono 8 , variamente applicati dai diversi prodotti. Il numero medio di indicatori applicati dai prodotti del comparto formaggi è 4,7. Per i prodotti valutati appartenenti a tutte le categorie merceologiche sono invece 9 e il numero medio è 3,5 . Taluni indicatori sono presenti nella documentazione analizzata in diversi punti per lo stesso prodotto.

→ TEMI SPECIFICI ASIAGO DOP

• Il prodotto analizzato conta un totale di 4 indicatori (tutti effettivi) sugli 8 considerati relativi al pilastro del benessere sociale. Il prodotto si posiziona quindi sotto la media dei 4,7 indicatori caratteristici del comparto.

• I 4 indicatori applicati sono:

IND_225 Assenza di sostanze sintetiche

QUALIVITA

IND_227 Classificazione NOVA degli alimenti IG

IND_228 Procedure/metodi di lavorazione sensibili alla nutrizione

IND_251 Ruolo del sistema IG nel mantenimento delle tradizioni e della cultura locale

• La maggior parte degli indicatori effettivi è stata riscontrata nel disciplinare.

• Gli indicatori del comparto non applicati sono:

IND_226 Presenza di nutrienti preziosi

IND_238 Identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi

IND_256 Sviluppo delle capacità per una maggiore produttività agricola

ND_261 Istruzione e formazione formale e non formale

• Rispetto ai 9 indicatori rappresentativi di tutti i comparti merceologici valutati, in aggiunta non si applicano gli indicatori:

IND_277 Importanza del sistema IG nella comunità

SPUNTI DI IMPLEMENTAZIONE DEL BENESSERE SOCIALE PER IL SETTORE FORMAGGI

La gran parte dei prodotti analizzati non prevede in modo esplicito:

• IND_225 Assenza di sostanze sintetiche

• IND_226 Presenza di preziosi nutrienti (che risulta adottato solo in uno dei disciplinari valutati)

• IND_238 Identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi

• IND_256 Sviluppo delle capacità per una maggiore produttività agricola

• IND_261 Istruzione e formazione formale e non formale

→ SPUNTI

DI IMPLEMENTAZIONE DEL BENESSERE SOCIALE PER IL SETTORE IG

• Rispetto ai 9 indicatori di benessere sociale considerati la media del campione di tutte le merceologie valutate corrisponde a 3,5. La media più bassa con 2,2 indicatori è rappresentata dal settore dei prodotti a base di carne mentre la media più alta con 4,7 indicatori è rappresentata dal settore dei formaggi, seguita dagli oli con 4,5 indicatori.

• Alla luce della mappatura dei prodotti campionati, per alzare il livello di applicazione degli indicatori economici occorre focalizzare l’attenzione almeno sugli indicatori:

– Sicurezza alimentare e nutrizionale : IND_225 Assenza di sostanze sintetiche, IND_226 Presenza di preziosi nutrienti (che risulta adottato solo in uno dei disciplinari valutati), IND_238 Identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi –

Formazione : IND_256 Sviluppo delle capacità per una maggiore produttività agricola

• Andando oltre l’ambito dei 10 indicatori a vario titolo applicati dai prodotti di tutte le categorie merceologiche, ci sono una serie di indicatori disattesi praticamente da tutti i prodotti che rappresentano un’ampia area di miglioramento per tutte le IG italiane rispetto agli indicatori FAO-oriGIn; fra i principali:

– Salute pubblica, sicurezza e salute sul lavoro: IND_231 Impatto dell’IG sulla qualità dell’aria, IND_232 Impatto dell’IG sulle fonti idriche locali, IND_233 Impatto dell’IG sullo smaltimento dei rifiuti, IND_234 Formazione sulla sicurezza e salute, IND_236 Spese per la salute e la sicurezza dei dipendenti in percentuale dei ricavi, IND_238 Identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi, IND_244 Sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro.

– Produttività : IND_257 Implementazione di pratiche che portano ad un aumento della produttività, IND_259 Educazione allo sviluppo sostenibile, IND_261 Istruzione e formazione formale e non formale.

– Qualità della vita : IND_270 Valutazione dei diritti umani, IND_288 Impatto sociale dei prodotti IG, IND_289 Nuove generazioni, IND_292 Autonomia nella produzione.

– Parità di genere : IND_293 Pratiche legate alle donne, IND_294 Donne come decisori, IND_295 Rapporto di remunerazione tra generi, IND_297 Partecipazione delle donne alle organizzazioni di produttori, IND_298 Diritti politici delle donne (capacità di rappresentare unità produttive), IND_299 Diversità dei dipendenti, IND_303 Trattamento equo per i lavoratori vulnerabili, IND_312 Formazione dei dipendenti sulle politiche o procedure sui diritti umani.

– Pratiche commerciali : IND_324 Formalizzazione della catena del valore, IND_325 Risoluzione dei conflitti riguardanti prezzi e qualità.

QUALIVITA

Molti degli indicatori succitati, non sono formalmente previsti dai documenti analizzati ma sono previsti dalle norme cogenti applicabili in Italia in materia di salute e diritti dei lavoratori. Prevedendone un richiamo nei documenti applicabili alla IG e valutando idonee modalità di accertamento della loro corretta applicazione molti di questi indicatori potrebbero essere ottemperati.

→ STRUMENTI NORMATIVI IN AMBITO VOLONTARIO

PER L’IMPLEMENTAZIONE DEL BENESSERE SOCIALE

Alcuni indicatori attualmente disattesi potrebbero essere soddisfatti adottando una strategia basata su norme tecniche riconosciute a livello internazionale. Queste norme possono essere

utilizzate come metodologie per il raggiungimento di obiettivi specifici. In alcuni casi, si applicano direttamente ai prodotti, mentre in altri riguardano la gestione aziendale.

Molti di questi strumenti normativi risultano utili anche nella redazione del bilancio di sostenibilità.

• Standard in materia di governance di sostenibilità : ISO 37101 (IND_263 - 289)

• Standard in materia di parità di genere, inclusione e corporate social responsibility : UNI PDR 125, PAS 24000, ISO 30415 e GlobalGap + Grasp per la fase agricola (IND_291 - 292293 - 294 - 295 - 296 - 297 - 298 - 299 - 300 - 301 - 303 - 270 - 271 - 272 e dal 304 al 322)

• Standard in materia di gestione dei rischi : ISO 31000

QUALIVITA

• Sicurezza sui luoghi di lavoro : ISO 45001 e GlobalGap per la fase agricola (IND_234238 - 241 - 244 - 245 - 246 - 247)

→ CONSIDERAZIONI

• Diversità e inclusione : è un tema estremamente attenzionato anche dal dipartimento pari opportunità del ministero. Rilevante anche per le filiere agro-alimentari (ad esempio rif. Rapporto FAO 2023 «Status of Woman in agrifood system»); esistono finanziamenti ed agevolazioni per le imprese e le organizzazioni che adottino un sistema di parità di genere certificato secondo la norma UNI/PDR 125. L’adozione di una politica consortile in tal senso potrebbe aumentare il livello di applicazione degli indicatori.

• Nuove generazioni : il cambio generazionale è un elemento critico per molti comparti industriali e manifatturieri. Lo stesso vale per il settore agricolo, per il quale la Politica Agricola Comune (PAC) 2023-2027 prevede delle specifiche misure di aiuto ai giovani imprenditori agricoli. L’adozione di una politica consortile in tal senso potrebbe aumentare il livello di applicazione degli indicatori applicati.

• Sicurezza e salute sul lavoro : è un tema sempre di attualità, soprattutto in ambito agricolo. L’adozione di una politica consortile in tal senso con riferimento specifico alla fase agricola potrebbe aumentare il livello di sostenibilità.

• Diritti dei lavoratori : nel mondo agricolo è tema sempre rilevante. Si pensi al tema del caporalato che potrebbe avere impatti estremamente negativi sull’immagine delle IG qualora venisse riscontrato. Si considerino a titolo di esempio le notizie di cronaca più recenti sul tema. L’adozione di una politica consortile con riferimento specifico alla fase agricola potrebbe aumentare il livello di applicazione degli indicatori.

PILASTRO INTEGRITÀ AMBIENTALE

Il pilastro dell’integrità ambientale è sviluppato nel tool FAO-oriGIn in 116 indicatori. Di questi quelli maggiormente rappresentati dai prodotti del settore dei formaggi sono 6 , variamente applicati dai diversi prodotti. Gli indicatori a vario titolo rappresentati dai prodotti di tutte le categorie merceologiche valutate sono invece 8 . Taluni indicatori sono presenti nella documentazione analizzata in diversi punti per lo stesso prodotto.

→ TEMI SPECIFICI ASIAGO DOP

• Il prodotto analizzato conta un totale di 4 indicatori (tre effettivi e uno potenziale) sui 6 considerati relativi al pilastro dell’integrità ambientale. Il prodotto si posiziona sopra la media dei prodotti del settore dei formaggi (la cui media è 2,7) e sopra la media di tutti i prodotti che rappresentano i diversi settori merceologici che è 1,3.

• I 4 indicatori applicati sono:

IND_331 Alimentazione animale

IND_349 Pratiche di gestione relative alle emissioni di gas serra

IND_362 Varietà e razze adattate localmente

IND_386 Consolidamento del paesaggio delle IG.

• Gli indicatori del comparto non applicati sono:

IND_333 Pratiche umane di gestione degli animali

– IND_387 Conservazione del paesaggio

• Rispetto agli 8 indicatori rappresentativi di tutti i comparti merceologici valutati, non applica gli indicatori:

IND_389 Pratiche di conservazione e ripristino del suolo

IND_433 Piano consumo acqua

→ SPUNTI DI IMPLEMENTAZIONE DELL’INTEGRITÀ AMBIENTALE PER IL SETTORE FORMAGGI

Gli indicatori da implementare per il settore formaggi sono:

• IND_333 Pratiche umane di gestione degli animali

• IND_362 Varietà e razze adattate localmente

• IND_386 Consolidamento del paesaggio delle IG

• IND_387 Conservazione del paesaggio

→ SPUNTI DI IMPLEMENTAZIONE DELL’INTEGRITÀ AMBIENTALE PER IL SETTORE IG

• I prodotti del settore dei formaggi con i loro 2,7 indicatori medi sono sopra la media dei prodotti analizzati la cui media è 1,3.

• Considerando i 116 indicatori del tool FAO-oriGIn, fra gli indicatori a vario titolo disattesi, quelli che possono rappresentare aree di miglioramento per le IG italiane sono raggruppabili nelle seguenti categorie:

– Benessere animale : IND_327 Salute degli animali, IND_328 Certificazione rispetto agli standard di salute e benessere degli animali, IND_329 Pratiche sanitarie animali, IND_333 Pratiche umane di gestione degli animali.

Qualità dell’aria : IND_334 Pratiche di prevenzione dell’inquinamento atmosferico, IND_335 Obiettivo di riduzione dell’inquinamento atmosferico, IND_336 Concentrazione ambientale di inquinanti atmosferici, IND_337 Odori sgradevoli, IND_338 Conflitti legati agli odori sgradevoli.

Emissioni : IND_339 Sostanze dannose per l’ozono, IND_340 Emissioni indirette di gas a effetto serra (GHG) legate all’energia (scope 2), IND_341 Emissioni animali, IND_342 Intensità delle emissioni di CO2, IND_343 Emissioni dirette di GHG (scope 1), IND_344

Emissioni totali da fertilizzanti, IND_345 Bilancio dei gas serra, IND_346 Pratiche di mitigazione dei gas serra, IND_347 Altre emissioni indirette di GHG (scope 3), IND_348

Intensità di riduzione delle emissioni di GHG.

QUALIVITA

Diversità dell’ecosistema e diversità genetica: IND_350 Tasso di perdita degli habitat naturali, IND_351 Consapevolezza dei produttori di IG sui valori della biodiversità, IND_352 Impatti significativi di attività, prodotti e servizi sulla biodiversità, IND_353 Connettività dell’ecosistema, IND_354 Pratiche di miglioramento dell’ecosistema, IND_355 Piano di conservazione e ripristino degli habitat paesaggistici, IND_357 Piano di conservazione e ripristino dell’habitat marino, IND_360 Conservazione dell’agrobiodiversità in situ.

Gestione e uso del territorio : IND_381 Area agricola soggetta a pratiche agricole produttive e sostenibili, IND_382 Rotazione delle colture, IND_383 Eterogeneità temporale e spaziale del sistema agricolo, IND_384 Conversione dell’ecosistema naturale, IND_385 Generazione del paesaggio, IND_386 Consolidamento del paesaggio delle IG, IND_387 Conservazione del paesaggio.

– Qualità del suolo: IND_388 Piano di conservazione e ripristino del suolo, IND_389 Pratiche di conservazione e riabilitazione del suolo, IND_390 Degrado del suolo, IND_391 Per-

dita/guadagno netto di terreno produttivo, IND_392 Salute e analisi del suolo, IND_393 Manutenzione sul campo, IND_394 Ottimizzazione dell’uso dei fertilizzanti, IND_395 Qualità biologica dei suoli, IND_396 Qualità chimica dei suoli, IND_397 Misure di conservazione del suolo e misure per migliorare l’uso dell’acqua da parte delle piante, IND_398 Struttura fisica dei suoli, IND_389 Pratiche di conservazione e ripristino del suolo.

– Uso efficiente dell’energia: IND_410 Consumo energetico, IND_411 Pratiche di risparmio energetico, IND_412 Riduzione del consumo energetico, IND_413 Energie rinnovabili, IND_414 Obiettivo sull’utilizzo dell’energia rinnovabile, IND_415 Autonomia energetica.

Rifiuti : IND_416 Spreco alimentare, IND_419 Riduzione dei rifiuti, IND_420 Smaltimento dei rifiuti, IND_421 Riciclaggio e riutilizzo dei rifiuti, IND_422 Pratiche di riduzione dei rifiuti, IND_423 Obiettivo di riduzione dei rifiuti, IND_424 Riduzione dell’uso di materiali di imballaggio in plastica.

– Acqua : IND_435 Prelievi totali di acque sotterranee e superficiali, IND_436 Livello di stress idrico, IND_437 Impronta idrica blu, IND_438 Impronta idrica verde, IND_439 Impronta idrica grigia, IND_440 Consumo acqua, IND_441 Riciclo e riutilizzo dell’acqua, IND_442 Efficienza nell’uso dell’acqua.

→ STRUMENTI NORMATIVI IN AMBITO VOLONTARIO PER L’IMPLEMENTAZIONE DELL’INTEGRITÀ AMBIENTALE

Alcuni indicatori attualmente disattesi potrebbero essere soddisfatti adottando una strategia basata su norme tecniche riconosciute a livello internazionale. Queste norme possono essere utilizzate come metodologie per il raggiungimento di obiettivi specifici. In alcuni casi, si applicano direttamente ai prodotti, mentre in altri riguardano la gestione aziendale. Molti di questi strumenti normativi risultano utili anche nella redazione del bilancio di sostenibilità.

• Organizzazione : ISO 37001

• Impatto ambientale : ISO 14001, LCA, ISO 14040, ISO 14044, ISO 14067, ISO 14064, Made Green in Italy, ISO 50001

• Biodiversità : Biodiversity Friend

• Buone pratiche agricole, pratiche di agricoltura rigenerativa e carbon farming : GlobalGap, Leaf Marque, SQNPI, ISCC, FSA, Biologico.

• Benessere animale : SQNBA (di prossima pubblicazione)

→ CONSIDERAZIONI

QUALIVITA

• Impatto ambientale : gli impatti ambientali e la loro riduzione sono elementi richiesti da numerose iniziative/strategie a livello globale ed europeo (es. Agenda 2030, Green Deal, Farm to Fork etc.) così come dalle recenti normative di rendicontazione degli asset intangibili (Environment-Social-Governance ESG) quali ad esempio la direttiva CSRD. L’adozione di una politica consortile in tal senso potrebbe aumentare il livello di applicazione degli indicatori 334 - 335 - 336 - 339 - 340 - 341 - 342 - 343 - 344 - 345 - 346 - 347 - 348 - 349 - 425 - 427 - 428 - 429 -430 - 431 - 432 - 433 - 435 - 436 - 437 - 438 - 439 - 440 - 441 - 442. Si considerino a titolo meramente esemplificativo i lavori fatti da Consorzio Grana Padano DOP, Prosciutto di Parma DOP e Asiago DOP su Made Green in Italy. Si consiglia di valutare un approccio sistemico (di comparto) anziché di singole realtà aziendali.

• Biodiversità : la strategia europea per la biodiversità 2030 e la strategia europea Farm to Fork richiamano questo tema, vi sarebbero obiettivi vincolanti anche per gli ecosistemi agrari. Sarebbe molto interessante una valutazione oggettiva della biodiversità (anche attraverso l’ausilio di standard riconosciuti) per poter rafforzare il racconto e il legame con il territorio andando a migliorare l’adozione degli indicatori da 350 a 370.

• Buone pratiche agricole, pratiche di agricoltura rigenerativa e carbon farming: la strategia europea Farm to Fork promuove la riduzione dell’uso di pesticidi e fertilizzanti e antimicrobici, l’aumento dei terreni destinati ad agricoltura BIO, il sequestro del carbonio nei suoli agricoli; per il carbon farming il riferimento è la bozza di Regolamento europeo su carbon farming COM(2022) 672 final «REGULATION OF THE EUROPEAN PARLIAMENT AND OF THE COUNCIL establishing a Union certification framework for carbon removals». L’adozione di una strategia consortile in materia potrebbe aumentare il livello di applicazione del BIO nelle aziende agricole e/o sistemi di coltivazione/allevamento a basso impatto ambientale migliorando l’adozione degli indicatori: 378 - 379 - 380 - 381 - 382 - 383 - 384 - da 388 a 398 - 405 - 409.

• Efficienza energetica: il Green Deal, prevede l’incremento dell’efficienza energetica e l’utilizzo di energia pulita; la nuova Direttiva UE 2023/1791 sull’efficienza energetica, entrata in vigore nell’ottobre 2023, aumenta gli obiettivi di efficienza energetica dell’UE. L’adozione di una strategia consortile in materia potrebbe aumentare il livello degli indicatori da 410 al 415. a titolo meramente esemplificativo si cita le norme ISO 50001 sul sistema di gestione dell’energia che insieme a norme tecniche come Made Green in Italy può costituire uno strumento metodologico utile per valutare prima e ridurre poi i consumi energetici. L’approccio organico e strutturato potrebbe essere funzionale a intercettare finanziamenti pubblici.

• Gestione dei rifiuti: il Green Deal prevede due strategie: 1) strategia Farm to Fork che prevede la riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari, 2) piano di azione per l’economia circolare che prevede anche dei punti di azione finalizzati alla riduzione della generazione dei rifiuti; da ricordare inoltre la direttiva dell’Unione Europea sui rifiuti 2008/98/CE, con in corso una proposta di revisione che fisserebbe nuovi obiettivi di riduzione degli sprechi alimentari e dei rifiuti del tessile.  Una strategia consortile sul punto consentirebbe di rispondere agli indicatori da 416 a 424.

• Benessere animale : la strategia europea Farm to Fork, tra i vari obiettivi prevede anche il miglioramento del benessere animale; in Italia si segnala la previsione di finalizzazione del Sistema di Qualità Nazionale Benessere Animale (SQNBA) che pone l’accento sulle modalità di conduzione dell’allevamento, sull’uso responsabile del farmaco, la biosicurezza e sulla gestione della risorsa idrica; inoltre la Politica Agricola Comune PAC prevede, attraverso l’adozione degli ecoschemi, l’erogazione di finanziamenti; in particolare l’Italia ha deciso di adottarne 5, in cui il primo prevede un pagamento per la riduzione della antimicrobico resistenza e il benessere animale da parte delle aziende agricole. Una strategia consortile sul punto consentirebbe di rispondere agli indicatori da 327 a 333.

QUALIVITA

QUALIVITA

ASIAGO DOP

QUALIVITA

ASIAGO DOP

ALLEGATO ANALISI DOCUMENTALE

142 frasi riscontrate nell’analisi dei documenti collegate a 30 indicatori di sostenibilità

:: 51 DISCIPLINARE DI PRODUZIONE

:: 72 PIANO DI CONTROLLO :: 8 STATUTO :: 11 ALTRI REGOLAMENTI

supplementari di controllo A titolo esemplificativo, sono da considerarsi servizi supplementari le attività quali: • verifiche ispettive supplementari derivanti da constatazioni di non conformità o ad accertamento dell’attuazione delle azioni correttive; • effettuazione di analisi aggiuntive per la verifica delle caratteristiche del prodotto. costi delle analisi per la verifica delle caratteristiche del prodotto, in seguito a richiesta di revisione, sono a carico della parte soccombente; • verifiche ispettive supplementari in caso di variazioni rispetto a quanto documentato nella domanda iniziale di accesso al sistema di controllo (strutturali, produttive, organizzative, anagrafiche, inerenti attrezzature ed impianti che hanno rilevanza per la denominazione, etc.), non valutabili solo documentalmente

L'operatore riconosciuto ha la responsabilità di riconoscere all'OdC gli importi definiti dal tariffario.

di tenuta dei

(dei costi di produzione e della produzione) da parte dell'organizzazione IG e dei produttori produttori tengono traccia di tutto il reddito generato dalla coltura focus e possono rappresentare almeno l’80% dei costi totali. Nelle unità di produzione familiare, si suggerisce che le ore dedicate dai membri della famiglia alla produzione di IG siano contabilizzate sulla base di una tariffa oraria/mensile concordata pdc Art 10 Informazioni periodiche da trasmettere a CSQA

(dei costi di produzione e della

da parte dell'organizzazione IG e dei produttori

produttori tengono traccia di tutto il reddito generato dalla coltura focus e possono rappresentare almeno l’80% dei costi totali. Nelle unità di produzione familiare, si suggerisce che le ore dedicate dai membri della famiglia alla produzione di IG siano contabilizzate sulla base di una tariffa oraria/mensile concordata

Tutti soggetti riconosciuti sono obbligati a trasmettere a CSQA sistematica comunicazione mensile relativamente alle quantità delle produzioni mensilmente approvvigionate ai fini della DOP, nonché delle quantità nello stesso periodo lavorate ai fini della DOP e/o cedute.

Tutti gli operatori riconsociuti hanno l'obbligo di trasmettere su base mensile le quantità approvviggiinate e prodotte ai fini della DOP.

Allevamento, Caseificio, Stagionatore, Porzionatore, Confezionatore.

Resilienza economica

Investimento Redditività IND_028 Redditività a lungo termine Elenco di investimenti, pratiche di gestione, nuove tecnologie e processi adottati per aumentare l'efficienza o migliorare la differenziazione della qualità del prodotto nei prossimi cinque anni (o più)

acquisti (importo) Fornitori locali (numero)/totale fornitori (numero)

ddp art. 6 In questo modo, e attraverso l’iscrizione in appositi elenchi, gestiti dalla struttura di controllo, dei produttori dilatte, raccoglitori, trasformatori, stagionatori e confezionatori di formaggio senza crosta, nonché attraverso la dichiarazione tempestiva, alla struttura di controllo delle quantità prodotte, è garantita la tracciabilità del prodotto.

All'Organismo di Controllo, anche tramite appositi elenchi e portale latte, arrivano le informazioni previste dal ddp. Ogni operatore riconosciuto ha la responsabilità di gestire e registrare tutte le informazioni relative alla rintracciabilità e alla qualità di prodotti in ingresso e in uscita. La valuatazione deci costi di produzione in capo agli operatori riconsciuti come fattore economico aziendale ma non è richiesta da disciplinare. Allevatore, Raccoglitore, Caseificio, Stagionatore e Confezionatore.

Consorzio di tutela

art 2.1

Documenti aziendali e contabili, rapporti di gestione altro Piano di Regolazione dell'Offerta art. 2.1

OBIETTIVI E DURATA un “bonus innovazione” (paragrafo 2.10) mirato all’azzeramento di eventuali contribuzioni aggiuntive generate da volumi effettivamente commercializzati di formaggio Asiago lavorato o porzionato per la produzione di prodotto preconfezionato nei formati: grattugiato; petali; taglio a julienne; dadi o cubetti; fettine o altri tipi di lavorazioni ad elevato grado di servizio e preconfezionato (secondo insindacabile valutazione del Consorzio).

OBIETTIVI E DURATA In linea con la suddetta normativa, il Piano proposto avrà durata triennale valevole dal primo trimestre utile per l’Asiago Fresco e dal primo semestre utile per l’Asiago Stagionato a seguito dell’approvazione ministeriale. L'adeguamento dell’offerta alla domanda rappresenta una condizione necessaria per il mantenimento della stabilità sul fronte della filiera produttiva, nonché per il mantenimento e il miglioramento della qualità, a vantaggio anche dei consumatori.

Il formaggio “Asiago” si produce con latte di allevamenti bovini ubicati all’interno della zona delimitata ed in caseifici ubicati all’interno della zona stessa che di seguito si precisa: provincia di Vicenza: tutto il territorio; provincia di Trento: tutto il territorio; provincia di Padova: territorio dei comuni di Carmignano di Brenta, S. Pietro in Gù, Grantorto, Gazzo, Piazzola sul Brenta, Villafranca Padovana, Campodoro, Mestrino, Veggiano, Cervarese S. Croce, Rovolon, Cittadella e Fontaniva; provincia di Treviso: il territorio così delimitato: prendendo come punto di riferimento il paese di Rossano Veneto, in provincia di Vicenza, il limite segue la strada Rossano – Castelfranco Veneto fino al suo incrocio con la strada regionale n. 53 “Postumia”. Esso costeggia tale strada, attraversa la tangenziale sud di Treviso, fino alla sua intersezione con l’autostrada di Alemagna. Il limite prosegue a nord lungo il tracciato di detta autostrada fino al fiume Piave. Piega quindi ad ovest lungo la riva destra di detto fiume fino al confine della provincia di Treviso con quella di Belluno. Da questo punto limite si identifica con il confine della provincia di Treviso fino al punto di incontro di questo con il confine della provincia di Vicenza. Le zone di produzione sopraindicate che sono situate ad un’altitudine non inferiore ai 600 metri, vengono identificate come territorio montano

Il consorzio ha la responsabilità di investire per trovare strategie di innovazione del prodotto al fine di garantire mantenimneto e l'equilibrio dei volumi di vendita

Consorzio di tutela

Il Consorzio ha la responsabilità di definire un piano di regolazione dell'offerta che deve essere approvato dai soci e anche dal Ministero. Tale piano ha lo scopo di garantire che l'offerta sia adeguata al mercato evitando forme di speculazione che possono danneggiare il prezzo di vendita del prodotto

casifici hanno la responsabilità di acquistare latte esclusivamente da allevamenti in zona e riconsciuti ai fini della DOP. Caseificio

Economia locale Approvvigionamen ti locali IND_043 Approvvigionamenti locali Acquisti da fornitori locali (importo)/totale acquisti (importo) Fornitori locali (numero)/totale fornitori (numero)

Documenti aziendali, provenienza dei fornitori ddp Art 5 Metodo di ottenimento del prodotto La stagionatura deve avvenire all’interno della zona di produzione stessa in magazzini aventi temperaturenon inferiori a 5°C.

Resilienza economica Economia locale Approvvigionamen ti locali IND_043 Approvvigionamenti locali Acquisti da fornitori locali (importo)/totale acquisti (importo) Fornitori locali (numero)/totale fornitori (numero)

Documenti aziendali, provenienza dei fornitori ddp Art 5 Metodo

ottenimento del prodotto

casifici/stagionatori hanno la responsabilità di stagionare il prodotto all'interno della zona di produzione. Caseificio

il 50% della razione alimentare in sostanza secca deve essere prodotta all’interno della zonageografica descritta all’art. 3 del presente disciplinare. L'allevatore ha la responsabilità di somministrare un'alimentazione zootecnica rispettosa della caratteristiche merceologiche, degli ingredienti e delle percentuali di origine locale disciplinate.

Allevatore, Raccoglitore, Caseificio, Stagionatore
Resilienza economica
Resilienza
Resilienza economica
Resilienza
Resilienza economica

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Qualità del prodotto IND_057 Produzione di IG Quota (%) di prodotti che soddisfano le specifiche del prodotto IG nel volume di produzione totale

le

IG nel

di

di ottenimento del

essere raccolto entro 36 ore dalla prima mungitura. Per la produzione del formaggio “Asiago”che si fregia della menzione “prodotto della montagna”, latte deve essere raccolto entro il termine massimodi 48 ore dalla prima mungitura.[ raccoglitore ha la responsabilità di raccogliere ai fini della dop latte munto entro tempi previsti. Raccoglitore

Caseificio

Rapporto di controllo qualità: potenziale produttivo totale ddp Art 5 Metodo di ottenimento del prodotto Il latte deve essere stoccato in caseificio a temperatura compresa fra 4 e gli 11°C. Il latte destinato alla produzione di formaggio “Asiago” “prodotto della montagna” può essere stoccato alletemperature determinate dalle condizioni ambientali naturali. [ ] caseificio ha la responsabilità di conservare il latte alle temperature previste Non sono ammesse deroghe quindi la totalità del latte deve rispettare tale parametro

di controllo qualità: potenziale produttivo totale ddp Art 5 Metodo di ottenimento del prodotto Per la produzione del formaggio “Asiago Fresco” viene utilizzato latte, derivante da una o più mungiture consecutive, crudo, termizzato o pastorizzato secondo le vigenti normative.

Caseificio Resilienza

del prodotto

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Qualità del prodotto

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Qualità

Produzione di IG Quota (%) di prodotti che soddisfano le specifiche del prodotto IG

Produzione di IG Quota (%) di prodotti che soddisfano le specifiche del prodotto IG nel volume di produzione totale

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Qualità del prodotto IND_057 Produzione di IG Quota (%) di

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Qualità del prodotto IND_057 Produzione di IG Quota (%) di prodotti che soddisfano le specifiche del prodotto IG nel volume di produzione totale

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Qualità del prodotto IND_057 Produzione di

Quota

di prodotti che soddisfano le specifiche del prodotto IG nel volume di produzione totale

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Qualità del prodotto IND_057 Produzione di IG Quota (%) di prodotti che soddisfano le specifiche del prodotto IG nel volume di produzione totale

caseificio ha la responsabilità di conservare il latte alle temperature previste Non sono ammesse deroghe quindi la totalità del latte deve rispettare tale parametro

Caseificio

lavorazione,

può subire alcun trattamento fisico, meccanico o termico, che ne modifichi lo status di latte crudo naturale. caseificio hlatte, derivante da una o più mungiture consecutive, crudo, termizzato o pastorizzato secondo le vigenti normative, non sono ammesse deroghe.

-temperatura

“Asiago Fresco”

coagulazione:35/40°C; -taglio della cagliata a 15/25 minuti dall’addizione del caglio fino alla dimensione di noce/nocciola; -temperatura di semicottura: 44°C+/-2°C; -pressatura per massimo 12 ore.

Rapporto di controllo qualità: potenziale produttivo totale ddp Art 5 Metodo di ottenimento del prodotto Nella trasformazione del latte in “Asiago Stagionato” sono rispettati seguenti parametri tecnologici: -temperatura di coagulazione: 33/37°C; -taglio della cagliata a 15/30 minuti dall’addizione del caglio fino alla dimensione di nocciola o inferiore; -temperatura di semicottura: 47°C+/-2°C.

caseificio ha la responsabilità di di rispettare parametri produttivi per l'Asiago Fresco, non sono ammesse deroghe. Caseificio

caseificio ha la responsabilità di di rispettare parametri produttivi per l'Asiago Stagionato, non sono ammesse deroghe. Caseificio

Rapporto di controllo qualità: potenziale produttivo totale ddp Art 5 Metodo di ottenimento del prodotto Gli sfridi o ritagli di cagliata di lavorazioni precedenti non sono utilizzabili nelle successive produzioni di formaggio “Asiago”. Non è possibile utilizzare sfridi o ritagli per produzioni di Asiago DOP Caseificio

salatura deve essere effettuata

e stagionatura La salatura, qualora non sia già stata ultimata in pasta, viene completata a secco o in salamoia a 20° +/-2° Be.

Rapporto di controllo qualità: potenziale produttivo totale ddp Art 5 Metodo di ottenimento del prodotto Modalità di conservazione e stagionatura

produzione.

minimadell’“Asiago Stagionato” è di giorninovantadalla

La stagionatura minima dell’”Asiago”che si fregia della menzione “prodotto della montagna” è di giorninovantadall’ultimo giorno del mese di produzione per l’”Asiago Stagionato”edi giornitrentadalla data diproduzione per l’”Asiago Fresco”.

Non sono ammesse deroghe.

Caseificio, stagionatore

periodo minimo di stagionatura per l'Asiago“prodotto della montagna” deve rispettare quanto prescritto. Non sono ammesse deroghe. Caseificio, stagionatore

di controllo qualità: potenziale produttivo totale ddp Art 5 Metodo di ottenimento del prodotto Modalità di conservazione e stagionatura La stagionatura deve avvenire all’interno della zona di produzione stessa in magazzini aventi temperaturenon inferiori a 5°C. La temperatura di stagionatura deve rispettare quanto disciplinato. Non sono ammesse deroghe Caseificio, stagionatore

Rapporto di controllo qualità: potenziale produttivo totale ddp Art 5 Metodo di ottenimento del prodotto Il bestiame il cui latte è destinato alla trasformazione in formaggio “Asiago” non deve essere alimentato coni foraggi ed mangimi di seguito indicati: foraggi: -erbai di colza, ravizzone, senape, fieno greco; -foglie di piante da frutto, foglie e colletti di bietola; -erba silo di trifoglio, di pisello, sottoprodotti insilati; -frutta e relativi sottoprodotti della lavorazione industriale freschie conservati umidi; -ortaggi e relativi sottoprodotti freschi e conservati umidi; -sottoprodotti delle industrie di fermentazione freschi e conservatiumidi (trebbie di birra, distilleria, vinacce ecc.); -sottoprodotti dell’industria saccarifera: polpe di bietole dazucchero fresche ed insilate; -sottoprodotti dell’industria di macellazione e dell’allevamento:residui vari, tal quali o associati ad altri foraggi. mangimi: -farine di carne, pesce e di penne; -farine di panelli di ravizzone, semi di agrumi, vinaccioli; -ortaggi e frutta essiccati; -sottoprodotti essiccati della lavorazione industriale di ortaggi efrutta (bucce di piselli e di fagioli, carciofi, castagne, pastazzo,sanse, vinaccioli, fecce, vinacce); sottoprodotti dell’industria saccarifera: concentrato proteico delmelasso, borlande varie, polpe borlandate essiccate ed altri; -sottoprodotti essiccati dell’industria di fermentazione: borlande,residui di fermentazione ed altri; -urea, urea-fosfato, biureto(ad uso zootecnico); -cotone.

L'allevatore ha la responsabilità di alimentare le vacche da latte rispettando divieto di utilizzo degli alimenti zootecnici inseriti nella lista negativa del disciplinare e nel rispetto delle quantità stabilite dal disciplinare. La salute degli animali dipende da una nutrizione alimentare equilibrata in base alle esigenze alla disponibilità inoltre evita il consumo massivo di mangimi e permette un aeguato apporto di fibra

Allevamento

Punti di controllo qualità

Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare il deterioramento della qualità dei prodotti

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità pdc Art 9.1 Produzione latte Ciascun allevatore, ai fini dell’idoneità del latte alla DOP e della tracciabilità delle forniture, deve rendere disponibili ai controlli evidenze e registrazioni che consentano di verificare: la materia prima idonea nei documenti di cessione mediante l’apposizione della dicitura “latte idoneo per la produzione di Asiago DOP” o altre analoghe indicazioni aventi equivalente significato;[

Ogni operatore (allevamento)a seguito verifica di idoneità del latte ai fini della produzione della DOP deve apporre la dicitura “latte idoneo per la produzione di Asiago DOP”

Allevamento Resilienza

Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare il deterioramento della qualità dei prodotti

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità pdc Art 9.2 Raccolta latte

economica Qualità del prodotto e informazioni

Qualità del prodotto IND_060 Punti di controllo qualità Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare il deterioramento della qualità dei prodotti

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità pdc Art 9.2 Raccolta latte

Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare il deterioramento della qualità dei prodotti

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità

pdc Art 9.1 Produzione latte

Raccoglitore

L’operatore responsabile della raccolta del latte (raccoglitore latte o trasformatore) in autocontrollo deve:[ ] verificare regolarmente lo stato di riconoscimento dei produttori latte attraverso il portale messo a disposizione da CSQA; L'operatore riconsociuto (raccoglitore) ha l'obbligo di verificare regolarmente lo stato dei produttori di latte al fine di garantire l'idoneità della materia prima trasportata e fornita al caseificio.

L’operatore responsabile della raccolta del latte (raccoglitore latte o trasformatore) in autocontrollo deve:[ ] identificare correttamente la materia prima idonea nei documenti di approvvigionamento e di cessione, dichiarandone l’idoneità mediante dicitura “latte idoneo per la produzione di Asiago DOP” o altre analoghe indicazioni aventi equivalente significato;

L'operatore riconsociuto (raccoglitore) ha l'obbligo di verificare in autocontrollo la corretta identificazione della materia prima latte, trasportata e fornita al caseificio.

Raccoglitore

È responsabilità di ciascun Allevamento iscritto alla DOP garantire la conformità dell’alimentazione delle bovine. In particolare, la verifica del requisito relativo alla provenienza degli alimenti (Cfr. Tabella 1) è effettuata nel corso delle verifiche ispettive di foraggio utilizzata dall’azienda in funzione del numero di bovine allevate, della loro eventualmente acquistata proveniente o meno dalla zona di produzione (DDT, fatture, registrazioni aziendali) e utilizzata per le bovine in lattazione.

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità pdc Art 9.3 Trasformazione latte L’operatore responsabile della trasformazione del latte deve: destinare alla produzione di Asiago DOP esclusivamente latte conforme ai requisiti previsti dal Disciplinare e dal regolarmente in autocontrollo lo stato di riconoscimento dei produttori latte e dei raccoglitori latte attraverso il portale messo a disposizione da CSQA;[

qualità dei prodotti

e

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Qualità del prodotto

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Qualità del prodotto

IND_060 Punti di controllo qualità

Punti di controllo qualità Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare il deterioramento della qualità dei prodotti

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità pdc Art 9.3 Trasformazione latte produrre e rendere disponibile ai controlli CSQA:una scheda di valutazione interna che dia evidenza dell’autocontrollo sul processo (registrazione dei parametri di lavorazione previsti dal disciplinare cfr. tabella 1); [ ]

pdc Art 9.3 Trasformazione latte

Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare il deterioramento della qualità dei prodotti

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità

Punti di controllo qualità Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare il deterioramento della qualità dei prodotti

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità pdc Art 9.5 Alpeggio

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Qualità del prodotto IND_060 Punti di controllo qualità Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare il deterioramento della qualità dei prodotti

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità pdc Art 9.6

Resilienza

che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare il deterioramento della qualità dei prodotti

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità pdc Art 9.4

Stagionatura L’operatore responsabile della stagionatura deve:[ verificare regolarmente in autocontrollo lo stato di riconoscimento dei trasformatori attraverso il portale messo a disposizione da CSQA;

Lallevatore ha la responsabilità di garantire la conformità dell'alimentazione delle dovine secondo requisiti disciplinati.

Allevamento

Ogni operatore riconosciuto (caseificio) ha la responsabilità di applicare un piano di autocontrollo sull'intero processo di produzione, in particolare per assicurare che latte, rispetti requisiti disciplinate e provenga da operatori riconsociuti, verificando lo stato di produttori e raccoglitori anche attraverso il portale CSQA. Tali attività devono essere formalizzate e rese disponibili ai controlli dell'Organismo di Controllo

Ogni operatore riconosciuto (caseificio) ha la responsabilità di applicare un piano di autocontrollo che evidenzi all'OdC il rispetto dei requisiti disciplinati previsti per il processo produttivo.

Ogni operatore riconosciuto (caseificio) ha la responsabilità di redigere e fornire all'OdC durante controlli un registro di produzione/lavorazione che permetta di verificare requisit previsti dal PdC.

Ogni operatore riconosciuto ha la responsabilità di redigere e fornire all'OdC durante controlli un registro di produzione/lavorazione che permetta di verificare requisiti previsti dal PdC.

Ogni operatore riconosciuto (porzionatore) ha la responsabilità di redigere e fornire all'OdC durante controlli un registro di produzione/lavorazione che permetta di verificare requisiti previsti dal PdC.

Ogni operatore riconosciuto (stagionatore) ha la responsabilità di verificare in autocontrollo lo stato di riconoscimento dei trasformatori attverso il portale CSQA. Tali attività devono essere formalizzate e rese disponibili ai controlli dell'Organismo di Controllo

Caseificio

Caseificio

Caseificio

Allevamento, caseificio

Porzionatore

Stagionatore

Resilienza economica
Resilienza

e/o dispongono di strumenti per evitare il deterioramento della qualità dei prodotti Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità

attività devono essere formalizzate e rese disponibili ai controlli dell'Organismo di Controllo

Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare il deterioramento della qualità dei prodotti

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Qualità del prodotto IND_060 Punti di controllo qualità Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare il deterioramento della qualità dei prodotti

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità pdc Art 10 Controlli di CSQA per la verifica del mantenimento dei requisiti soggetti di filiera devono fornire disponibilità ed accettare controlli, con o senza preavviso, che CSQA intende effettuare al fine della valutazione di conformità presso siti produttivi. Gli operatori sono tenuti ad accettare anche le eventuali verifiche di accompagnamento del personale CSQA incaricato del controllo da parte di ispettori di ACCREDIA o dell’Autorità di vigilanza, ai fini della sorveglianza sull’operato dell’organismo di controllo. Tutti gli operatori devonoassoggettarsi ai controlli previsti dall'OdC. Allevamento, Caseificio, Stagionatore, Porzionatore, Confezionatore.

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità pdc Art 10 Controlli

abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare il deterioramento della qualità dei prodotti Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori

di controllo qualità Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare il deterioramento della qualità dei prodotti

di controllo qualità Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare il deterioramento della qualità dei prodotti

Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare il deterioramento della qualità dei prodotti

Qualità del prodotto e informazioni Qualità del prodotto IND_060 Punti di controllo qualità Produttori/trasformatori che utilizzano abitualmente punti di controllo e/o dispongono di strumenti per evitare il deterioramento della qualità dei prodotti

azienda agricola/trasformazione fornendo soluzioni di stoccaggio sicure (1 = nessun programma, 2 = il programma è in fase di progettazione, 3 = il programma è in fase di attuazione, = il programma sta raggiungendo risultati desiderati)

economica Qualità del prodotto e informazioni

Sicurezza alimentare (Food safety)

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Sicurezza alimentare (Food safety)

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Sicurezza alimentare (Food safety)

IND_066 Non conformità alle norme sulla sicurezza alimentare e sulla qualità degli alimenti

gestione della documentazione sopracitata.[ ]

svolti

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità pdc Art 11.4 Controlli analitici sul prodotto Al fine di verificare la conformità del prodotto finito ai

interessati,

L'OdC deve verificare per tutti gli operatori riconsociuti la capacità di garantire identificazione, il rispetto dei requisiti disciplinati, la gestine della documentazione.

parte di tutti gli operatori dei requisiti disciplinati, secondo quanto previsto dal PdC.

di campionamento secondo le frequenze indicate nella tabella 4, in modo da tenere conto dei volumi di prodotto stagionato per ciascuna tipologia. L'OdC attua controlli analitici sul prodotto al fine di verificare il rispetto dei requisiti disciplinati, secondo quanto previsto dal PdC.

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità pdc Art 11.5 Controlli analitici sul mangime Qualora, nel corso della verifica, si accerti la presenza nel cartellino del mangime di alimenti non ammessi dal Disciplinare di produzione, l’Ispettore CSQA rilascerà apposito rilievo di constatazione. Contestualmente procederà ad effettuare prelievo di un campione del mangime il cui cartellino evidenzi la presenza di alimenti non ammessi al fine di concedere l’opportunità al Produttore di dimostrare la reale composizione di quanto in esso contenuto. [ ]

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità

Comprensione dei difetti di qualità che derivano dal mancato controllo di fattori chiave, come l'umidità

ddp Art 4 Origine del prodotto ]La verifica di non conformità di processo e di prodotto comporta il divieto di commercializzazionedel prodotto con la denominazione “Asiago”. Tutte le persone, fisiche o giuridiche, iscritte nei relativi elenchi,sono assoggettate a verifiche da parte dellastruttura di controllo, secondo quanto disposto dal disciplinare di produzione e dal relativo piano di controllo.

L'OdC attua controlli analitici sul mangime al fine di verificare il rispetto dei requisiti disciplinati, secondo quanto previsto dal PdC. OdC

Ogni operatore riconosciuto viene sottoposto a verifiche da parte dell'Organismo di Controllo. In caso di NC il prodotto non può essere commercializzato come DOP.

Allevamento, Raccoglitore, Caseificio, Stagionatore e Confezionatore.

ddp Art 7 Organismo di Controllo In conformità con le disposizioni degli articoli 36 e 37 del regolamento (UE) n. 1151/2012, la verifica del rispetto del disciplinare è effettuata, anteriormente all’immissione in commercio del prodotto, dall’organismo di controllo autorizzato. L’organismo di controllo è CSQA Certificazioni Srl – Via S.Gaetano, 74 – 36016 Thiene (VI) tel 39-0445-313011, fax + 39-0445-313070 e-mail csqa@csqa.it. L'OdC incaricato deve effettuare controlli su tutti gli operatori secondo quanto previsto dal pdc per verificare il rispetto del ddp. OdC

del prodotto Sia per ”Asiago Fresco” che per l’ ”Asiago Stagionato”, al fine di limitare gli scarti di lavorazione e fatto salvo il rispetto delle specifiche visive/organolettiche, chimiche e requisiti di peso sopracitati, è ammessa, per il prodotto destinato esclusivamente al preconfezionamento (affettamento, cubettatura, grattugia) o lavorazioni in prodotti composti, elaborati o trasformati, la produzione di formaggio “Asiago” in forma diversa da quella cilindrica.

La possibilità secondo quanto disciplinato, di limitazione degli scarti di lavorazione è da ritenersi una strategia di riduzione degli sprechi della produzione IG.

Caseificio

pdc art. 9.2 Raccolta latte

Numero di casi documentati di non conformità a leggi, regolamenti, codici e standard sulla sicurezza alimentare e sulla qualità degli alimenti negli ultimi tre anni

IND_066 Non conformità alle norme sulla sicurezza alimentare e sulla qualità degli alimenti Numero di casi documentati di non conformità a leggi, regolamenti, codici e standard sulla sicurezza alimentare e sulla qualità degli alimenti negli ultimi tre anni

IND_066 Non conformità alle norme sulla sicurezza alimentare e sulla qualità degli alimenti Numero di casi documentati di non conformità a leggi, regolamenti, codici e standard sulla sicurezza alimentare e sulla qualità degli alimenti negli ultimi tre anni

L’operatore responsabile della raccolta del latte (raccoglitore latte o trasformatore) in autocontrollo deve: registrare le eventuali non conformità rilevate, le modalità di trattamento e le conseguenti azioni correttive;

Le NC rilevate in autocontrollo, a fronte dei requisiti dsicplinati, vanno registrate, trattate e messe in atto opportune azioni correttive. L'OdC durante le verifiche ispettive verifica la gestione di queste NC.

Raccoglitore, Caseificio

pdc Art. 9.2 Raccolta latte In caso di separazione di materia prima non conforme, o per qualsiasi motivo non idonea, Ogni operatore riconosciuto (raccoglitore) ha la responsabilità di gestire eventuale prodotto non conforme escludendolo dal circuito tutelato Rccoglitore

Caseificio

pdc Art. 9.3 Trasformazione latte produrre e rendere disponibile ai controlli CSQA: un registro delle situazioni di non conformità eventualmente riscontrate e delle relative modalità di trattamento, nonché di eventuali reclami ricevuti dai propri acquirenti/fornitori; Ogni operatore riconosciuto (caseificio) ha la responsabilità di gestire un registro di NC trattamenti delle NC e reclami e renderlo disponibile all'OdC durante controlli.

Resilienza economica
Resilienza economica
Resilienza economica
informazioni
Resilienza economica
Resilienza

Numero di casi documentati di non conformità a leggi, regolamenti, codici e standard sulla sicurezza alimentare e sulla qualità degli alimenti negli ultimi tre anni

Attrezzature e locali puliti Durante il periodo di riferimento, produttori/trasformatori, per quanto riguarda le attrezzature, macchinari e gli spazi in cui il prodotto IG è immagazzinato/trasformato: 1 = occasionalmente puliscono/calibrano/effettuano la manutenzione delle loro attrezzature/macchinari/spazi, 2 = dispongono di un protocollo scritto al riguardo effetto eseguito occasionalmente, 3 = viene regolarmente implementato un protocollo di pulizia/calibrazione/manutenzione 4 = attrezzature/macchinari/spazi sono adeguatamente protetti dalla contaminazione, vengono implementati protocolli di pulizia/calibrazione e viene tenuto un registro delle attività

Attrezzature e locali puliti

produttori dispongono di un protocollo per mantenere, calibrare e/o mantenere puliti macchinari e gli spazi in cui gli alimenti vengono conservati, manipolati o lavorati, e il protocollo viene rispettato

Art 13 Non conformità Il mancato soddisfacimento di un requisito specifico richiesto dal disciplinare di produzione o un mancato adempimento previsto dal presente piano dei controlli, accertato da CSQA, dà luogo ad una non conformità. Le non conformità (NC) vengono classificate in gravi e lievi. A seguito delle NC vengono adottati da CSQA dei provvedimenti a carico dell’operatore in funzione della gravità di quanto accertato. Il trattamento della non conformità è sempre comunicato all’operatore con un provvedimento che può specifica costituita da almeno un controllo analitico sul prodotto o una visita ispettiva supplementare; Esclusione del prodotto dal circuito DOP: provvedimento che impedisce all’operatore di rivendicare, per un lotto di prodotto o per la materia prima, la aggiornamento della documentazione: provvedimento con il quale CSQA richiede ufficialmente all’operatore di inviare evidenze documentali; mancato invio della documentazione da parte dell’operatore darà luogo ad una visita ispettiva supplementare se prevista in tabella 5.

Art 5.2 Verifica di riconoscimento Stagionatore Nel corso della visita ispettiva di riconoscimento CSQA verifica la corrispondenza delle condizioni riscontrate con quanto comunicato nella domanda, l’idoneità del soggetto e la capacità di soddisfare requisiti disciplinati, in relazione alle specifiche attività svolte dal richiedente. l’adeguatezza di locali, impianti e attrezzature per la stagionatura

Lo stagionatore ha la responsabilità di utilizzare locali, impianti e attrezzature idonei. Stagionatore

Durante il periodo di riferimento, produttori/trasformatori, per quanto riguarda le attrezzature, macchinari e gli spazi in cui il prodotto IG è immagazzinato/trasformato: 1 = occasionalmente puliscono/calibrano/effettuano la manutenzione delle loro attrezzature/macchinari/spazi, 2 = dispongono di un protocollo scritto al riguardo effetto eseguito occasionalmente, 3 = viene regolarmente implementato un protocollo di pulizia/calibrazione/manutenzione 4 = attrezzature/macchinari/spazi sono adeguatamente protetti dalla contaminazione, vengono implementati protocolli di pulizia/calibrazione e viene tenuto un registro delle attività

produttori dispongono di un protocollo per mantenere, calibrare e/o mantenere puliti macchinari e gli spazi in cui gli alimenti vengono conservati, manipolati o lavorati, e il protocollo viene rispettato

pdc Art 5.2 Verifica di riconoscimento porzionatore

Nel corso della visita ispettiva di riconoscimento CSQA verifica la corrispondenza delle condizioni riscontrate con quanto comunicato nella domanda, l’idoneità del soggetto e la capacità di soddisfare requisiti disciplinati, in relazione alle specifiche attività svolte dal richiedente. l’adeguatezza di locali, impianti e attrezzature per la porzionatura ed il confezionamento

Il porzionatore, confezionatore ha la responsabilità di utilizzare locali, impianti e attrezzature idonei. Porzinatore, confezionatore

sanitari

Comprensione dei requisiti (sanitari, fitosanitari, contenuto di sostanze e/o metalli, ecc.) che il prodotto IG o suoi prodotti derivati devono soddisfare nei mercati di destinazione, e dei processi per il controllo della qualità e della sicurezza alimentare implementati nei reparti di produzione e trasformazione pdc Art 9.1

latte Ciascun allevatore, ai fini dell’idoneità del latte alla DOP e della tracciabilità delle forniture, deve rendere disponibili ai controlli evidenze e registrazioni che consentano di legislazione vigente (es. autorizzazione sanitaria, etc.);

Ogni operatore (allevamento) deve operare nel rispetto dei requisiti di salubrità e sicurezza del prodotto, in ottemperanza alla legislazione vigente in materia. Il rispetto di requisiti igienico-sanitari deve essere verificato in autocontrollo e reso disponibile all'OdC durante controlli.

Allevamento

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Sicurezza alimentare (Food safety) IND_069
Resilienza economica Qualità

Rispetto delle autorizzazioni

economica Qualità del prodotto e informazioni Informazioni sul prodotto IND_074 Etichettatura del prodotto Il prodotto IG è conforme alle leggi, ai regolamenti e ai codici alimentari, nonché alle norme relative all'etichettatura degli alimenti confezionati, sia nei paesi in cui l'alimento viene prodotto, sia nei paesi in cui viene venduto

Qualità del prodotto e informazioni Informazioni sul prodotto IND_074 Etichettatura del prodotto Il prodotto IG è conforme alle leggi, ai regolamenti e ai codici alimentari, nonché alle norme relative all'etichettatura degli alimenti confezionati, sia nei paesi in cui l'alimento viene prodotto, sia nei paesi in cui viene venduto

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Informazioni sul prodotto IND_074

Etichettatura del prodotto Il prodotto IG è conforme alle leggi, ai regolamenti e ai codici alimentari, nonché alle norme relative all'etichettatura degli alimenti confezionati, sia nei paesi in cui l'alimento viene prodotto, sia nei paesi in cui viene venduto

Comprensione dei requisiti (sanitari, fitosanitari, contenuto di sostanze e/o metalli, ecc.) che il prodotto IG o suoi prodotti derivati devono soddisfare nei mercati di destinazione, e dei processi per il controllo della qualità della sicurezza alimentare implementati nei reparti di produzione e trasformazione pdc Art 9.6 Porzionatura senza crosta controlli evidenza di registrazione dello/degli stabilimento/i secondo quanto previsto dalla legislazione vigente (es. Reg. 853/04, etc.);

dei requisiti (sanitari, fitosanitari, contenuto di sostanze e/o metalli, ecc.) che il prodotto IG o suoi prodotti derivati devono soddisfare nei mercati di destinazione, e dei processi per il controllo della qualità della sicurezza alimentare implementati nei reparti di produzione e trasformazione

Porzionatore

Ogni operatore (porzionatore) deve operare nel rispetto dei requisiti di salubrità e sicurezza del prodotto, in ottemperanza alla legislazione vigente in materia. Il rispetto di requisiti igienico-sanitari deve essere verificato in autocontrollo e reso disponibile all'OdC durante controlli.

Caseificio.

ddp Art 5 Metodo di ottenimento del prodotto Il formaggio “Asiago”, sia nella tipologia“Fresco”che in quella“Stagionato”, viene prodotto con latteconforme alle disposizioni sanitarie vigenti in materia. Ogni operatore (caseificio) deve operare nel rispetto dei requisiti di salubrità e sicurezza del prodotto in ottemperanza alla legislazione vigente in materia. Il rispetto di requisiti igienico-snitari è un pre-requisito.

Norme e standard di etichettatura, audit, dichiarazioni pdc Art 11.1.2 Valutazione della conformità delle etichette CSQA verifica, a campione almeno una volta all’anno, la conformità al disciplinare di produzione dei sistemi di etichettatura e confezionamento, di designazione e di presentazione della DOP Asiago.

L'OdC verifica che sistemi di etichettatura e confezionamento siano conformi ai requisiti discipinati con le frequenze previste dal PdC.

OdC

Norme e standard di etichettatura, audit, dichiarazioni pdc Art 11.1.2

Valutazione della conformità delle etichette

]Ferme restando le funzioni di verifica del rispetto del disciplinare di produzione da parte di CSQA, il Consorzio di Tutela, nell’esercizio delle funzioni di tutela della DOP e di assistenza tecnica attribuite dalla normativa in materia, effettua un’attività di valutazione o approvazione preventiva dell’etichetta antecedentemente all’impiego delle medesime da parte degli operatori.

Consorzio di Tutela approva in via preventiva le etichette Consorzio di Tutela

Caseificio

Norme e standard di etichettatura, audit, dichiarazioni ddp Art 8.1

Il prodotto IG è conforme alle leggi, ai regolamenti e ai codici alimentari, nonché alle norme relative all'etichettatura degli alimenti confezionati, sia nei paesi in cui l'alimento viene prodotto, sia nei paesi in cui viene venduto

Norme e standard di etichettatura, audit, dichiarazioni

IG è conforme alle leggi, ai regolamenti e ai codici alimentari, nonché alle norme relative all'etichettatura degli alimenti confezionati, sia nei paesi in cui l'alimento viene prodotto, sia nei paesi in cui viene venduto Norme e standard di etichettatura,

Identificazione e marchiatura Tutte le forme di formaggio “Asiago” sono identificate a mezzo di placchette di caseina numerate e marchiate con fascere marchianti, detenute dal Consorzio di tutela incaricato e assegnate in uso a tutti gli aventi diritto, contenenti il seguente logo costitutivo della denominazione, che costituisce parte integrante del presente disciplinare di produzione. Nellefascere marchianti è inoltre inserita la sigla alfanumerica del caseificio produttore ed il nome della denominazione Tutti contrassegni identificativi della DOP “Asiago” (placchetta di caseina e marchiatura di origine) devono sempre essere visibili nella forma intera. In nessun caso lo scalzo della forma intera può essere coperto da pellicole, nastri o serigrafie. Fermi restando gli obblighi di tracciabilità ai sensi delle vigenti normative, le produzioni in forma non cilindrica devono essere munite dei seguenti contrassegni identificativi: placchetta di caseina, sigla alfanumerica del caseificio produttore, logo costitutivo della denominazione, nome della denominazione “ASIAGO” ripetuto più volte in sequenza, su almeno un lato dello scalzo o del piatto della forma. A tale proposito, il Consorzio di tutela fornisce in uso apposita strumentazione marchiante ai produttori aventi diritto ]

e marchiatura Le forme di formaggio “Asiago” che si fregiano della menzione aggiuntiva “prodotto della montagna” si contraddistinguono mediante l’inserimento, nelle fascere marchianti indicate al precedente comma primo del presente articolo, e per una sola volta, delle parole “prodotto della montagna”. Inoltre, al termine del periodo minimo di stagionatura, le citate forme sono ulteriormente identificate da una marchiatura fuoco, apposta sullo scalzo, realizzata con strumenti di proprietà del Consorzio di tutela incaricato e assegnati in uso ai caseifici aventi diritto, e riportante seguente emblema:

e confezionamento Il formaggio “Asiago” prodotto con latte proveniente da stalle site in territorio montano, trasformato in caseifici ubicati in zona montana e stagionato in zona montana, che gode della menzione “prodotto della montagna” si può fregiare nelle indicazioni commerciali e/o in etichetta della menzione aggiuntiva “prodotto della montagna”.

L'operatorie riconosciuto (caseificio) ha la responsabilità di identificare prodotto conforme nel rispetto delle regole stabilite (placchette di caseina e fascere marchianti).

Caseificio

L'operatorie riconosciuto (caseificio) ha la responsabilità di identificare le forme di formaggio Asiago conforme alle regole stabilite per "prodotto della montagna" secondo quanto disciplinato (specifica dicitura sulle fascere marchianti e marchiatura a fuoco).

Confezionatore

L'operatorie riconosciuto (confezionatore) per Il formaggio “Asiago” prodotto con latte proveniente da stalle site in territorio montano, trasformato in caseifici ubicati in zona montana e stagionato in zona montana, che gode della menzione “prodotto della montagna” si può fregiare nelle indicazioni commerciali e/o in etichetta della menzione aggiuntiva “prodotto della montagna”.

Resilienza economica
Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Sicurezza alimentare (Food safety)
Resilienza

alle leggi, ai regolamenti e ai codici alimentari, nonché alle norme relative all'etichettatura degli alimenti confezionati, sia nei paesi in cui l'alimento viene prodotto, sia nei paesi in cui viene venduto

Norme e standard di etichettatura, audit, dichiarazioni ddp Art 8.2 presentazione e confezionamento

“Asiago Fresco”, con stagionatura superiore a 40 giorni, può riportare in alternativa, l’indicazione “Asiago Fresco riserva”. Il formaggio “Asiago Stagionato” può riportare in alternativa, l’indicazione “Asiago d’allevo”. Il formaggio “Asiago Stagionato”, con stagionatura superiore a 4 mesi e fino a 10 mesi, può riportare in alternativa, l’indicazione “Asiago mezzano” o “Asiago Stagionato mezzano”. Il formaggio “Asiago Stagionato”, con stagionatura superiore a 10 mesi e fino a 15 mesi, può riportare in alternativa, l’indicazione “Asiago vecchio” o “Asiago Stagionato vecchio”. Il formaggio “Asiago Stagionato”, con stagionatura superiore a 15 mesi, può riportare in alternativa, l’indicazione “Asiago stravecchio” o “Asiago Stagionato stravecchio”. L'operatorie

Eventuali etichette, timbri, serigrafie, ecc., riportanti indicazioni aziendali devono essere conformi alle vigenti disposizioni normative in materia di etichettatura e presentazione dei prodotti alimentari ed in ogni caso devono sempre consentire la completa leggibilità dei contrassegni costitutivi della DOP “Asiago” (marchiatura a mezzo fascere marchianti) e delle placchette di caseina identificative delle forme di formaggio “Asiago”. Sul piatto della forma possono essere apposte pellicole coprenti o serigrafie riportanti indicazioni aziendali, purché conformi alle vigenti disposizioni normative in materia di etichettatura e presentazione dei prodotti alimentari. Tali pellicole o serigrafie non possono coprire la placchetta di caseina e devono comunque sempre riportare la denominazione “ASIAGO”, affiancata dal logo europeo identificativo dei prodotti a Denominazione di Origine Protetta, al fine di garantire una corretta informazione ai consumatori.

L'operatorie riconosciuto (confezionatore) nelle indicazioni commerciali o in etichetta deve attenersi a quanto prescritto nel ddp.

Confezionatore

Resilienza

IND_074 Etichettatura del prodotto Il prodotto IG è conforme alle leggi, ai regolamenti e ai codici alimentari, nonché alle norme relative all'etichettatura degli alimenti confezionati, sia nei paesi in cui l'alimento viene prodotto, sia nei paesi in cui viene venduto

Norme e standard di etichettatura, audit, dichiarazioni sta Art 4 Scopi In particolare il consorzio: s)

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni

Informazioni sul prodotto IND_075 Sistema di tracciabilità forward Percentuale del volume di produzione che può essere tracciato e richiamato lungo la filiera alimentare attraverso un sistema di tracciabilità

Informazioni sul prodotto

IND_075 Sistema di tracciabilità forward Percentuale del volume di produzione che può essere tracciato e richiamato lungo la filiera alimentare attraverso un sistema di tracciabilità

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami pdc Art 5.2 Verifica di riconoscimento Trasformatore e Alpeggio (Produttori di formaggio)

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami pdc Art 5.2 Verifica di riconoscimento Stagionatore

che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami

Nel corso della visita ispettiva di riconoscimento CSQA verifica la corrispondenza delle condizioni riscontrate con quanto comunicato nella domanda, l’idoneità del soggetto e la capacità di soddisfare requisiti disciplinati, in relazione alle specifiche attività svolte dal richiedente. l'adeguatezza dei sistemi predisposti per l'identificazione e la rintracciabilità del prodotto;

Nel corso della visita ispettiva di riconoscimento CSQA verifica la corrispondenza delle condizioni riscontrate con quanto comunicato nella domanda, l’idoneità del soggetto e la capacità di soddisfare requisiti disciplinati, in relazione alle specifiche attività svolte dal richiedente. l’adeguatezza dei sistemi predisposti per identificazione e rintracciabilità del prodotto.

Verifica di riconoscimento Porzionatore Nel corso della visita ispettiva di riconoscimento CSQA verifica la corrispondenza delle condizioni riscontrate con quanto comunicato nella domanda, l’idoneità del soggetto e la capacità di soddisfare requisiti disciplinati, in relazione alle specifiche attività svolte dal richiedente. l’adeguatezza dei sistemi predisposti per identificazione e rintracciabilità del prodotto.

e

durante controlli un registro di carico/scarico che permetta di verificare requisit previsti dal PdC.

Stagionatore

Caseificio

Il Caseificio (pianura e in alpeggio) ha la responsabilità di adottare adeguati sistemi di identificazione e rintracciabilità del prodotto.

Lo stagionatore ha la responsabilità di adottare adeguati sistemi di identificazione e rintracciabilità del prodotto. Stagionatore

Il porzionatore ha la responsabilità di adottare adeguati sistemi di identificazione e rintracciabilità del prodotto. Porzionatore Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni

Informazioni sul prodotto IND_075 Sistema di tracciabilità forward Percentuale del volume di produzione che può essere tracciato e richiamato lungo la filiera alimentare attraverso un sistema di tracciabilità

forward

del volume di produzione che può essere tracciato e richiamato lungo la filiera alimentare attraverso un sistema di tracciabilità

di tracciabilità forward Percentuale del volume di produzione che può essere tracciato e richiamato lungo la filiera alimentare attraverso un sistema di tracciabilità

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Informazioni sul prodotto IND_075 Sistema di tracciabilità forward Percentuale del volume di produzione che può essere tracciato e richiamato lungo la filiera alimentare attraverso un sistema di tracciabilità

Sistema di tracciabilità forward Percentuale del volume di produzione che può essere tracciato e richiamato lungo la filiera alimentare attraverso un sistema di tracciabilità

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami

pdc Art 9.2 Raccolta latte L’operatore responsabile della raccolta del latte (raccoglitore latte o trasformatore) in autocontrollo deve: ] garantire la tracciabilità del latte mediante adeguate registrazioni da rendere disponibili ai controlli svolti da CSQA; L'operatore riconsociuto (raccoglitore, caseifcio) deve garantire la rintracciabilità del latte.

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami pdc Art

Trasformazione latte fornire evidenza oggettiva a CSQA del rispetto dei requisiti di conformità previsti nella produzione di formaggio Asiago DOP, dell’identificazione e della tracciabilità del latte idonea, il semilavorato e il prodotto finito nei documenti di approvvigionamento e/o di cessione. Inoltre, il prodotto finito deve essere adeguatamente identificato mediante apposizione della placchetta di caseina e del marchio di origine, la lettera indicante il mese di produzione (limitatamente alla tipologia “stagionato”) e la menzione “prodotto della montagna” unitamente al relativo marchio a fuoco (limitatamente alla tipologia “PDM”);

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami pdc Art 9.3 Trasformazione latte materia prima, semilavorati ed prodotto finito in giacenza nello stabilimento, in modo da poter risalire al tipo di prodotto, lotto, data di produzione, fornitore;

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami

Documenti aziendali, procedure e meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami

L'operatore riconsociuto (caseificio) deve garantire all'OdC evidenza del rispetto della rintracciabilità del latte, semilavorato, prodotto finito.

Raccoglitore, Caseificio

Caseificio

L'operatore riconosciuto (caseificio) deve rendere disponibile ai controlli dell'OdC il rispetto dei requisiti di rintracciabilità come previsto dal PdC.

Caseificio

pdc Art 9.4 Stagionatura predisporre ed aggiornare in autocontrollo un registro di carico/scarico che consenta di identificare e rintracciare il prodotto approvvigionato, stagionato e ceduto come Asiago DOP; L'operatore riconosciuto (stagionatore) deve rendere disponibile ai controlli dell'OdC un registro di carico scarico che permetta durante controllo di verificare gli aspetti previsti dal PdC Stagionatore

Stagionatore

L’operatore responsabile della stagionatura deve:[ ]produrre rendere disponibile ai controlli CSQA:[ ]cartelli/etichette per identificare correttamente tutto il prodotto in giacenza all’interno dello stabilimento, in modo da poter risalire alla tipologia di prodotto, indicare chiaramente nella documentazione che scorta il prodotto, oltre alle indicazioni obbligatorie, il numero di forme, il lotto di produzione e lo stato del formaggio (ad esempio mediante indicazione del tipo “formaggio idoneo Asiago” o altre diciture equivalenti);

L'operatore riconsociuto (stagionatore) deve garantire all'OdC evidenza del rispetto della rintracciabilità dei prodotti in giacenza nel magazzino e delle forme cedute a stagionare a terzi, secondo quanto previsto dal PdC.

riconosciuto (confezionatore) nelle indicazioni commerciali o in etichetta deve attenersi a quanto prescritto nel ddp.
Confezionatore
Resilienza

della qualità Percentuale del volume di produzione per il quale gli input possono essere identificati dal fornitore e dalle specifiche di qualità per conformarsi agli standard IG

Documenti aziendali, procedure meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami

pdc art 9.2 Raccolta latte

economica Qualità del prodotto e informazioni Informazioni sul prodotto IND_077 Sistema di tracciabilità degli input e della qualità Percentuale del volume di produzione per il quale gli input possono essere identificati dal fornitore e dalle specifiche di qualità per conformarsi agli standard IG

Resilienza

Qualità del prodotto e informazioni

sul prodotto IND_077 Sistema di tracciabilità degli input e della qualità Percentuale del volume di produzione per il quale

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Informazioni sul prodotto IND_077 Sistema di tracciabilità degli input e della qualità Percentuale del volume di produzione per il quale gli input possono essere identificati dal fornitore e dalle specifiche di qualità per conformarsi agli standard IG

Resilienza economica

Qualità del prodotto e informazioni

Informazioni sul prodotto IND_078 Visibilità del prodotto IG Esposizione in diversi canali o implementazione di strategie per la promozione la diffusione del prodotto

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Informazioni sul prodotto IND_078 Visibilità del prodotto IG Esposizione in diversi canali o implementazione di strategie per la promozione la diffusione del prodotto

Resilienza economica Qualità del prodotto e informazioni Informazioni sul prodotto IND_078 Visibilità del prodotto IG Esposizione in diversi canali o implementazione di strategie per la promozione la diffusione del prodotto

Documenti aziendali, procedure meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami pdc Art 9.1

9.2

Documenti aziendali, procedure meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami

Documenti aziendali, procedure meccanismi che descrivono in dettaglio come identificare prodotti che devono essere ritirati dal mercato ed effettuare richiami

deve: produrre, aggiornare e rendere disponibile ai controlli di conformità svolti da CSQA un elenco aziendale dei produttori latte riconosciuti e inseriti nel sistema dei controlli della DOP Asiago dai quali viene raccolta la materia prima

L’operatore responsabile della raccolta del latte (raccoglitore latte o trasformatore) in autocontrollo deve: produrre, aggiornare e rendere disponibile ai controlli di conformità svolti da CSQA un elenco aziendale dei trasportatori impiegati nella raccolta del latte idoneo alla DOP. [ ]

Verifica di riconoscimentoraccoglitore Nel corso della visita ispettiva di riconoscimento CSQA verifica la corrispondenza delle condizioni riscontrate con quanto comunicato nella domanda, l’idoneità del soggetto la capacità di soddisfare requisiti disciplinati, in relazione alle specifiche attività svolte dal richiedente. l’adeguatezza dei sistemi predisposti per l’identificazione e la rintracciabilità della materia prima.

Produzione latte

L'operatore (raccoglitore) deve fornire all'OdC una lista dei produttori latte riconsociuti e inseriti nel sistema dei controlli. Raccoglitore.

L'operatore (raccoglitore) deve fornire all'OdC una lista dei trasportatori latte riconsociuti e inseriti nel sistema dei controlli. Raccoglitore.

Raccoglitore

raccoglitore ha l'obbligo di raccogliere il latte proveniente esclusivamente dalla zona di origine prevista per la DOP e secondo quanto prescritto dal ddp, applicando un idoneo sistema di identificazione e rintracciabilità del latte.

Allevamento

Ciascun allevatore, ai fini dell’idoneità del latte alla DOP e della tracciabilità delle forniture, deve rendere disponibili ai controlli evidenze e registrazioni che consentano di verificare: l’identificazione degli animali presenti in allevamento (es. registro di stalla, foraggio, fascicolo aziendale con superfici a foraggio e pascolo, contratti affitto/comodato, etc.): in particolare per quanto attiene le forniture di mangime composto (come da definizione del Reg. UE 767/2009 art. 3 lettera h), il cartellino dovrà riportare la dicitura: “mangime idoneo alla DOP Asiago” o altra analoga dichiarazione; ] L'allevatore ha l'obbligo di identificare gli animali idonei alla DOP e mangimi conformi ai requisiti disciplinati.

ha l'obbligo di identificare produttori di latte idoneo alla DOP e le altre informazioni previste dal PdC. Raccoglitore

ddp Art 9.1 Produzione latte Ciascun allevatore, ai fini dell’idoneità del latte alla DOP e della tracciabilità delle forniture, deve rendere disponibili ai controlli evidenze e registrazioni che consentano di verificare: la produzione, conservazione e consegna del latte ai fini della DOP (es. distinta di raccolta, bolle di consegna, registro di produzione/scarico latte o documentazione equivalente dalla quale si possa desumere la produzione, conservazione, etc.);

L'allevatore deve dimostrare di rintracciare le produzioni di latte, la raccolta, la consegna, registri di carico/scarico dimostrando l'idoneità alla DOP. Allevamento

sta Art 4 Scopi Il consorzio non ha fini di lucro ha lo scopo di: ] c) Promuovere la conoscenza della DOP Asiago in tutti mercati; d) Valorizzare il prodotto; e) Informare consumatori con tutti mezzi ed iniziative

Consorzio ha la responsabilità anche di promuovere valorizzare la conoscenza del Asiago DOP consorzio di tutela

sta Art 4 Scopi In particolare il consorzio n) collabora con l'Unione Europea, lo Stato Italiano, Regioni, Province Autonome, Enti pubblici e privati e organismo di controllo della DOP per la migliore valorizzazione e tutela della DOP stessa mettendo a disposizione la propria organizzazione; o) Attua iniziative pubblicitarie e promozionali per incrementare notorietà e consumo

Consorzio ha la responsabilità anche di promuovere valorizzare la conoscenza del Asiago DOP Consorzio di tutela

OBIETTIVI E DURATA In caso di esuberi produttivi, le risorse derivanti dall’applicazione della contribuzione aggiuntiva verranno investite per la promozione del prodotto, eventualmente anche attraverso accordi con la DO, con la GDO e con l’Ho.Re.Ca., sia sul mercato nazionale con l'obiettivo di mantenere consumi sia sui mercati esteri, con l'obiettivo di svilupparli di diminuire l'incidenza del mercato domestico contribuendo, anche in questo modo, ad un maggiore equilibrio del comparto.

Consorzio di tutela investirà le risorse, derivanti dalla contribuzione aggiuntiva in caso di esuberi del prodotto, in attività di promozione del prodotto

Consorzio di tutela

Resilienza

Consorzio di tutela

Al fine di favorire lo sviluppo di nuove nicchie di mercato valore aggiunto, inoltre, il medesimo trattamento riservato al prodotto esportato viene applicato al formaggio Asiago: ✓ certificato

sleale individuati e correttamente documentati

Buona governance Norma di legge Conformità dei prodotti IG prevenzione delle violazioni

IND_219 Riduzione degli abusi e delle imitazioni Numero di abusi/pratiche di concorrenza sleale individuati e correttamente documentati pdc Art 8.1

Separazione delle produzioni

DOP rispetto alle produzioni generiche similari

trasformazioni diverse dalla DOP Asiago. [ L'operatore riconsociuto ha l'obbligo di separare in tutte le fasi dalla raccolta alla consegna latte DOP da latte non idoneo DOP. Caseificio

Qualora un operatore riconosciuto realizzi, presso il medesimo caseificio (stesso bollo CE), anche la produzione di formaggio similare alla DOP Asiago fresco (cfr. paragrafo 3 –definizione di formaggio similare) è necessario provvedere alla separazione spaziale delle produzioni DOP rispetto alle produzioni generiche similari (cfr. paragrafo 8.2). E’ responsabilità di ciascun operatore notificare a CSQA la volontà di produrre anche formaggio similare nello stesso stabilimento utilizzato ai fini della DOP, preventivamente all’avvio della produzione similare. Qualora non sia possibile provvedere alla completa ed effettiva separazione spaziale delle produzioni similari da quelle DOP, l’operatore dovrà adottare la separazione temporale previa analisi e mitigazione dei conseguenti fattori di rischio (cfr. paragrafo 8.3).

L'operatore riconosciuto ha la responsabilità di separare fisicamente o temporalmente il prodotto destinato alla DOP dal prodotto convenzionale o destinato ad altra produzione.

Caseificio

Buona governance Norma di legge Conformità dei prodotti IG prevenzione delle violazioni

Buona governance Norma di legge Conformità dei prodotti IG prevenzione delle violazioni

Buona governance Norma di legge Conformità dei prodotti IG prevenzione delle violazioni

Buona governance Norma di legge Conformità dei prodotti IG prevenzione delle violazioni

Buona governance Norma di legge Conformità dei prodotti IG prevenzione delle violazioni

Buona governance Norma di legge Conformità dei prodotti IG prevenzione delle violazioni

Buona governance Norma di legge Conformità dei prodotti IG prevenzione delle violazioni

Buona governance Norma di legge Conformità dei prodotti IG prevenzione delle violazioni

Benessere sociale Sicurezza e salute della comunità Sicurezza alimentare e nutrizione (Food security)

Benessere sociale Sicurezza e salute della comunità Sicurezza alimentare e nutrizione (Food security)

Benessere sociale Sicurezza e salute della comunità Sicurezza alimentare e nutrizione (Food security)

IND_219 Riduzione degli abusi e delle imitazioni Numero di abusi/pratiche di concorrenza sleale individuati e correttamente documentati

IND_219 Riduzione degli abusi e delle imitazioni Numero di abusi/pratiche di concorrenza sleale individuati e correttamente documentati pdc Art 9.2 Raccolta latte

pdc Art 9.2 Raccolta latte

IND_219 Riduzione degli abusi e delle imitazioni Numero di abusi/pratiche di concorrenza sleale individuati e correttamente documentati

IND_219 Riduzione degli abusi e delle imitazioni Numero di abusi/pratiche di concorrenza sleale individuati e correttamente documentati

IND_219 Riduzione degli abusi e delle imitazioni Numero di abusi/pratiche di concorrenza sleale individuati e correttamente documentati

L’operatore responsabile della raccolta del latte (raccoglitore latte o trasformatore) in autocontrollo deve: ] raccogliere, conservare e trattare separatamente il latte idoneo alla DOP da latte non idoneo alla DOP

L’operatore responsabile della raccolta del latte (raccoglitore latte o trasformatore) in autocontrollo deve: ] identificare eventuali serbatoi di stoccaggio garantire la separazione del latte idoneo da quello non idoneo; ]

L’operatore responsabile della raccolta del latte (raccoglitore latte o trasformatore) in autocontrollo deve: ] identificazione e capacità del/i mezzo/i di trasporto utilizzato/i ed comparto in cui viene stoccato (qualora nel medesimo giro di raccolta venga effettuata raccolta di latte conforme e non conforme ai fini della DOP);

L'operatore riconsociuto (raccoglitore) ha l'obbligo di separare in tutte le fasi dalla raccolta alla consegna latte DOP da latte non idoneo a DOP.

Raccoglitore.

L'operatore riconsociuto (raccoglitore) ha l'obbligo di separare in tutte le fasi dalla raccolta alla consegna latte DOP da latte non idoneo a DOP.

L'operatore riconsociuto (raccoglitore) ha l'obbligo di separare in tutte le fasi dalla raccolta alla consegna latte DOP da latte non idoneo a DOP.

sta Art 4 Scopi Il consorzio non ha fini di lucro e ha lo scopo di: b) tutelare la DOP Asiago da abusi Il Consorzio di tutela del Asiago DOP ha anche tra le sue funzioni anche quella di svolgere la vigilianza della denominazione.

sta Art 4 Scopi In particolare il consorzio m) collabora con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali alla vigilanza, tutela e salvaguardia DOP da abusi, concorrenza sleale, contraffazione, uso improprio della DOP, comportamenti vietati dalla legge a ogni livello, nei confronti di chiunque in ogni fase della produzione, trasformazione, commercio a mezzo agenti vigilatori;

Il Consorzio di tutela del Asiago DOP ha anche tra le sue funzioni anche quella di svolgere la vigilianza della denominazione a mezzo agenti vigilatori.

IND_221 Reclami sulla qualità dei prodotti IG Numero di reclami ricevuti relativi al prodotto IG pdc Art. 9.3 Trasformazione latte produrre e rendere disponibile ai controlli CSQA: un registro delle situazioni di non conformità eventualmente riscontrate e delle relative modalità di trattamento, nonché di eventuali reclami ricevuti dai propri acquirenti/fornitori;

Consorzio di tutela

Consorzio di tutela

Ogni operatore riconosciuto (caseificio) ha la responsabilità di raccogliere e gestire reclami riferiti al prodotto tutelato caseificio

IND_221 Reclami sulla qualità dei prodotti IG Numero di reclami ricevuti relativi al prodotto IG pdc Art. 9.4 Stagionatura ]un registro delle situazioni di non conformità eventualmente riscontrate e delle relative modalità di trattamento, nonché di eventuali reclami ricevuti dai propri acquirenti/fornitori; Ogni operatore riconosciuto (stagionatore) ha la responsabilità di raccogliere e gestire reclami riferiti al prodotto tutelato stagionatore

IND_221 Reclami sulla qualità dei prodotti IG Numero di reclami ricevuti relativi al prodotto IG pdc Art 9.5 Alpeggio ]un registro delle situazioni di non conformità eventualmente riscontrate e delle relative modalità di trattamento, nonché di eventuali reclami ricevuti dai propri acquirenti; Ogni operatore riconosciuto (stagionatore) ha la responsabilità di raccogliere e gestire reclami riferiti al prodotto tutelato Allevatore, caseificio

IND_225 Assenza di sostanze sintetiche Il prodotto non contiene additivi o ingredienti sintetici Informazioni su etichette/elenco degli ingredienti per verificare se il prodotto contiene additivi sintetici, sostanze o ingredienti artificiali ddp Art2 Descrizione del prodotto E’ vietato il trattamento superficiale con sostanze coloranti antimuffa per le forme di “Asiago” che si fregiano della menzione aggiuntiva “prodotto della montagna”. Per il prodotto "della montagna" non è prevista l'aggiunta di coloranti e antimuffa.

IND_225 Assenza di sostanze sintetiche Il prodotto non contiene additivi o ingredienti sintetici Informazioni su etichette/elenco degli ingredienti per verificare se il prodotto contiene additivi sintetici, sostanze o ingredienti artificiali

IND_225 Assenza di sostanze sintetiche Il prodotto non contiene additivi o ingredienti sintetici

Informazioni su etichette/elenco degli ingredienti per verificare se il prodotto contiene additivi sintetici, sostanze o ingredienti artificiali

ddp Art 5 Metodo di ottenimento del prodotto Qualora il latte sia destinato alla produzione di formaggio “Asiago” che si fregia della menzione“prodotto della montagna” è altresì vietata l’alimentazione con ogni tipo di insilati ]. L'allevatore che rientra nella categoria di produzione del latte per l'ottenimento di formaggio Asiago "prodotto dell montagna" non deve utilizzare qualsiasi tipo di insilato. L'alimentazione senza insilati permette di eliminare dagli ingredienti il lisozima.

ddp art 5 Metodo di ottenimento del prodotto L’uso del lisozima (E1105) è in ogni caso vietato nella produzione del formaggio“Asiago”. Il caseificio non può impiegare lisozima, riducendo numero di ingredienti utilizzati.

Caseificio, Stagionatore

Caseificio

Caseificio

o

alimento naturale o minimamente trasformato, prevalentemente di origine vegetale e preferibilmente prodotto con metodi agroecologici; 2 = prodotto IG è preparato con oli, grassi, sale e zucchero in piccole quantità per condire cucinare; 3 = prodotto IG raggiunge consumatori come pasto o bevanda a base di alimenti

naturale o minimamente trasformato, prevalentemente di origine vegetale e preferibilmente prodotto con metodi agroecologici; 2 = il prodotto IG è preparato con oli, grassi, sale e zucchero in piccole quantità per condire e cucinare; 3 = il prodotto IG raggiunge consumatori come pasto o bevanda a base di alimenti naturali o minimamente trasformati, con un numero limitato di ingredienti; 4 = il prodotto IG raggiunge consumatori come prodotto ultraprocessato

IND_227 Classificazione NOVA degli alimenti IG prodotti IG destinati al consumo rientrano nelle categorie NOVA 1, 2 o 3: 1 = il prodotto IG un alimento naturale o minimamente trasformato, prevalentemente di origine vegetale e preferibilmente prodotto con metodi agroecologici; 2 = il prodotto IG è preparato con oli, grassi, sale e zucchero in piccole quantità per condire e cucinare; 3 = il prodotto IG raggiunge consumatori come pasto o bevanda a base di alimenti naturali o minimamente trasformati, con un numero limitato di ingredienti; 4 = il prodotto IG raggiunge consumatori come prodotto ultraprocessato

prodotti IG destinati al consumo rientrano nelle categorie NOVA 1, 2 o 3: 1 = il prodotto IG è un alimento naturale o minimamente trasformato, prevalentemente di origine vegetale e preferibilmente prodotto con metodi agroecologici; 2 = prodotto IG è preparato con oli, grassi, sale e zucchero in piccole quantità per condire cucinare; 3 = prodotto IG raggiunge consumatori come pasto o bevanda a base di alimenti naturali o minimamente trasformati, con un numero limitato di ingredienti; 4 = il prodotto IG raggiunge consumatori come prodotto ultraprocessato

per la produzione di “Asiago Fresco” deve essere latte intero e la miscela incaldaia deve essere costituita da latte intero, fermenti lattici o lattoinnesto, caglio bovino o coagulante vegetale ed eventualmente modeste quantità di cloruro di sodio. prodotto viene ottenuto

prodotti IG destinati al consumo rientrano nelle categorie NOVA 1, 2 o 3: 1 = il prodotto IG è un alimento naturale o minimamente trasformato, prevalentemente di origine vegetale e preferibilmente prodotto con metodi agroecologici; 2 = prodotto IG è preparato con oli, grassi, sale e zucchero in piccole quantità per condire cucinare; 3 = prodotto IG raggiunge consumatori come pasto o bevanda a base di alimenti naturali o minimamente trasformati, con un numero limitato di ingredienti; 4 = il prodotto IG raggiunge consumatori come prodotto ultraprocessato

ddp Art 5 Metodo di ottenimento del prodotto

Il latte posto in lavorazione per la produzione di “Asiago Stagionato” deve essere latte parzialmente scremato per affioramento e la miscela in caldaia deveessere costituita da latte parzialmente scremato, fermenti lattici o lattoinnesto, caglio bovino o coagulante vegetale ed eventualmente modeste quantità di cloruro di sodio.

prodotto viene ottenuto aggiungendo al latte pochi ingredienti ed eventuali modeste quantità di cloruro di sodio. La riduzione delcontenuto in grasso derivante da scrematura è più salutare.

Caseificio

Sicurezza e salute della comunità Sicurezza alimentare e nutrizione (Food security)

IND_228 Procedure/metodi di lavorazione sensibili alla nutrizione Le fasi chiave della procedura sono prescritte in modo che suoi effetti sulla nutrizione siano preservati e metodi di lavorazione preservino la matrice alimentare e la struttura dei nutrienti evitando cracking o frazionamento

Verificare se metodi di lavorazione preservano la matrice alimentare e la struttura dei nutrienti evitando rotture o frazionamenti. Un piano documentato per salvaguardare passaggi chiave del processo di lavorazione in modo che gli effetti sulla nutrizione siano preservati

essere utilizzato latte crudo,o termizzato a 57/68°Ccon parametro analiticodella fosfatasipositivo. Non sono consentiti ulteriori trattamenti al latte oltre quelli espressamente previsti nel presentedisciplinare di produzione.[ L'utilizzo di latte termizzato per l'Asiago

Date integratori alimentari ai vostri animali? Se sì, quale tipo di integratori quanti tipi diversi (per categoria di animale)? tuoi animali pascolano sui pascoli durante parte o tutto l'anno? pdc Art 9.5 Alpeggio L’operatore responsabile delle varie fasi produttive svolte nel periodo di monticazione tempistiche stabilite in tabella tramite MOD_NCA_DPC029;[ Nel caso di alpeggio, gli animali, per una parte dell'anno hanno accesso al pascolo. Allevamento Integrità

accesso ai pascoli per l'alimentazione; c) altre fonti di alimentazione

degli animali IND_331 Alimentazione animale a) numero di alimenti diversi per animali; (b) accesso ai pascoli per l'alimentazione; c) altre fonti di alimentazione

Date integratori alimentari ai vostri animali? Se sì, quale tipo di integratori quanti tipi diversi (per categoria di animale)? tuoi animali pascolano sui pascoli durante parte o tutto l'anno?

ddp Art 5 Metodo di ottenimento del prodotto Il bestiame il cui latte è destinato alla trasformazione in formaggio “Asiago” non deve essere alimentato coni foraggi ed mangimi di seguito indicati: foraggi: -erbai di colza, ravizzone, senape, fieno greco; -foglie di piante da frutto, foglie e colletti di bietola; -erba silo di trifoglio, di pisello, sottoprodotti insilati; -frutta e relativi sottoprodotti della lavorazione industriale freschie conservati umidi; -ortaggi e relativi sottoprodotti freschi e conservati umidi; -sottoprodotti delle industrie di fermentazione freschi e conservatiumidi (trebbie di birra, distilleria, vinacce ecc.); -sottoprodotti dell’industria saccarifera: polpe di bietole dazucchero fresche ed insilate; -sottoprodotti dell’industria di macellazione e dell’allevamento:residui vari, tal quali o associati ad altri foraggi. mangimi: -farine di carne, pesce e di penne; -farine di panelli di ravizzone, semi di agrumi, vinaccioli; -ortaggi e frutta essiccati; -sottoprodotti essiccati della lavorazione industriale di ortaggi efrutta (bucce di piselli e di fagioli, carciofi, castagne, pastazzo,sanse, vinaccioli, fecce, vinacce); sottoprodotti dell’industria saccarifera: concentrato proteico delmelasso, borlande varie, polpe borlandate essiccate ed altri; -sottoprodotti essiccati dell’industria di fermentazione: borlande,residui di fermentazione ed altri; -urea, urea-fosfato, biureto(ad uso zootecnico); -cotone.

L'allevatore ha la responsabilità di alimentare le vacche da latte rispettando divieto di utilizzo degli alimenti zootecnici inseriti nella lista negativa del disciplinare e nel rispetto delle quantità stabilite dal disciplinare. La salute degli animali dipende da una nutrizione alimentare equilibrata in base alle esigenze alla disponibilità inoltre evita il consumo massivo di mangimi e permette un aeguato apporto di fibra

Allevamento

Benessere
Benessere sociale Sicurezza e salute della comunità Sicurezza alimentare e nutrizione (Food security)
Benessere sociale

alcune aree che rispecchiano il paesaggio tipico, ma queste aree occupano meno di un terzo dell'intero territorio IG; 4 = ci sono alcune aree che rispecchiano il paesaggio tipico, ma queste aree occupano meno di due terzi dell'intero territorio IG; 5 = paesaggio tipico è visibile su più di due terzi del territorio IG

ddp Art. 6 Legame fra il prodotto e la zona di produzione

La zona di produzione del formaggio “Asiago” comprende un’area costituita dagli altopiani di Asiago, Lavarone, Vezzena e Folgaria, che rappresentano la zona originaria, dalle montagne trentine, da una fascia intermedia pedemontana formata dalle colline del Grappa, di Breganze, di Schio, di Valdagno e Chiampo, nonché da una fascia della pianura irrigua vicentina, padovana e trevigiana. Nell’area di produzione, le condizioni climatiche e pedologiche sono omogenee per quanto riguarda sia il livello di piovosità che della temperatura. Sotto profilo pedologico il terreno è sostanzialmente calcareo. In tutte le fasce altimetriche della zona è diffusa la coltura foraggera permanente, caratterizzata da essenze graminacee e leguminose naturali e la coltivazione di cereali (frumento, orzo, mais). Nella fascia altimetrica montana tutta la superficie agricola non boschiva è destinata a pascolo e prato pascolo.

La zona di produzione, in particolare quella montana possiede condizioni paesaggistico-climatiche tipiche e legate alla tradizione e alla qualità del prodotto.

Allevamento, Raccoglitore, Caseificio, Stagionatore e Confezionatore.

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