Itinerari di storia e archeologia nelle riserve naturali della provincia di Grosseto

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Itinerari di storia e archeologia nelle riserve naturali della Provincia di Grosseto

evidente sentiero, fino a incontrare una piccola sorgente con alcuni tavoli in legno; il sentiero diventa ora meno evidente (si tralascia la deviazione a destra) e si prosegue in salita con alcuni piccoli tornanti, poi quasi in piano e sempre nel bosco, fino ad arrivare a un incrocio con una strada sterrata (punto2). Si prosegue a destra in piano fino ad arrivare a un prato quasi circolare, ai piedi del Monte Penna; il sentiero continua in mezzo al prato, conduce dalla parte opposta e prosegue leggermente sulla sinistra su un campo abbandonato con molti arbusti, poi nel bosco, fino ad arrivare sulla cima della Ripa di Selvena, una parete a strapiombo con notevole panorama sulla valle del fiume Fiora e le colline circostanti. Si prosegue ancora, in leggera discesa, tra bosco e vecchi campi abbandonati, poi in un bosco di pino nero e abeti, fino ad arrivare a un bivio, dove si gira a sinistra su un evidente sentiero che, sempre leggermente in discesa, tra pini e abeti conduce a una sorgente (“Sorgente del Carpino”). Si prosegue su una vecchia strada pietrosa, in leggera discesa, fino ad arrivare a un incrocio (qui si trova un’altra edicola in muratura contenente le tabelle informative della Riserva) e si gira a sinistra su una strada bianca carrozzabile, continuando sempre a sinistra ai successivi due incroci; la strada diventa ora asfaltata e va seguita fino ad arrivare nei pressi del paese di Castellazzara, dove si trova un bivio con edicola in muratura con tabelle informative della Riserva e indicazioni per la Grotta: si gira a sinistra fino ad arrivare in breve al punto di partenza, concludendo così il sentiero ad anello. LA RISERVA La Riserva comprende una zona montuosa posta sul versante sud orien-

tale del massiccio del Monte Amiata. I rilievi che comprende, a differenza del cono vulcanico amiatino, sono caratterizzati da rocce sedimentarie e calcaree, a tratti contrassegnate da evidenti fenomeni carsici (doline, depressioni a trincea e grotte) che interessano il Monte Civitella (1.107 m s.l.m.) e il Poggio della Vecchia o Monte Penna (1.086 m s.l.m.), da cui l’area protetta prende il nome. La Riserva è quasi totalmente coperta da manto boschivo, a eccezione di alcuni coltivi e pascoli nella parte meridionale, ed è contrassegnata da una notevole biodiversità, sia per quanto riguarda la flora che la fauna.

Il castello Sulla sommità dell’altura che conferisce il nome alla Riserva si conservano di Penna i ruderi di un antico sito fortificato, identificabile con il castello medievale

di Penna o Perna, la cui presenza può anche essere all’origine del nome della vicina cima di Poggio alla Vecchia. L’antico abitato sorto sulla sommità di Monte Penna è cinto da mura di fortificazione dall’andamento approssimativamente triangolare, coerente con l’orografia dell’altura, che verso nord è delimitata da un dirupo di quasi 100 metri di dislivello, motivo per cui su tale lato era superflua l’erezione di cinte fortificate artificiali. Attualmente si intuisce la presenza di antiche abitazioni entro il perimetro fortificato, rilevando l’esistenza di alcuni ruderi e di cumuli di pietre più o meno rozzamente lavorate. Tra di essi emergono per consistenza quelli ubicati nella porzione sommitale, dove aveva sede una torre di cui si conservano solo scarsi resti. Il castello è citato nei documenti già all’inzio del Duecento tra quelli con-

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