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COOPERAZIONE SENZA SIMBIOSI:

COOPERAZIONE SENZA SIMBIOSI: DETTO, FATTO

Cara lettrice o lettore, ci teniamo a ricordarti una condizione comune a noi e a te: dopo il parto, la relazione tra esseri umani non è più organica (ed è meglio che non sia neanche intesa così, se pensiamo ai davvero tanti cattivi esempi storici dell’unità organica di interi popoli e di fazioni estremiste in lotta tra loro, con conseguenze a dir poco nefaste) ma di integrazione partecipata. In altre parole, dopo essere entrati nel mondo in una connessione simbiotica con le nostre rispettive madri, con la nascita siamo passati ad un’altra modalità di relazione coi nostri simili: non quella di essere con loro – la nozione di essere è stata inventata dai Greci per concepire l’assoluto, appropriata dai cristiani per descrivere il loro dio, e trasferita dagli scienziati cristiani moderni al prodotto di questo dio, la natura – ma quella di fare qualcosa insieme. Facendo insieme, gli umani fanno anche sé stessi: quindi la partecipazione dell’una con l’altro è anche sempre un’integrazione dell’una nell’altro e viceversa: l’individualità e l’unicita del singolo divengono la ragione costituente della partecipazione e della socializzazione, in fondo, quello che l’evoluzione ci ha sempre raccontato in molteplici forme. Il libro che stai leggendo, o hai appena terminato, spezza una lancia a favore del riconoscimento di questa elementare relazione umana, e lo fa non solo evocandone le radici evolutive, ma anche mostrandola con l’esempio: due testi convivono sulle sue pagine, alternandosi e integrandosi nella lettura. Questi due testi non si confondono l’uno con l’altro, ma inevitabilmente si influenzano e si illuminano a vicenda, proprio come due esseri umani nel corso della loro collaborazione. E proprio come tra due esseri umani, questa collaborazione non esclude le divergenze, che arricchiscono il lavoro comune e scongiurano il rischio dell’identità non solo di un testo con l’altro, ma anche con sé stesso: un testo, proprio come un essere umano, non è mai uguale a sé stesso ma continua a cambiare. E un testo cambia grazie ai suoi lettori, che lo coinvolgono in relazioni sempre nuove con altri testi (e altri esseri umani). Nel libro che hai tra le mani, questa relazione è resa esplicita dalla compresenza immediata di due scritture pensate per intersecarsi, ma che possono anche essere percorse separatamente: proprio come due esseri umani che lavorano insieme, e che integrano quanto ricevono dall’altro essere umano, pur continuando a rimanere distinti. 205

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