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CAPITOLO 15

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PEPTIDI OPPIOIDI ENDOGENI NELLA GUARIGIONE E NELLA TRANCE SCIAMANICA

Nei rituali sciamanici oltre al tamburo si utilizzano anche oggetti, paraphernalia, costumi e copricapi con simboli culturalmente carichi di significati e rimandi ontologici, che assieme alle azioni dell’officiante e all’incedere della cerimonia in qualche modo condizionano le risposte fisiologiche ed emotive, il sistema endocrino e il sistema immunitario del malato, collegandoli per molti versi agli aspetti e alle reazioni psico-somatiche, come riscontrato nei più recenti.1 I peptidi oppioidi endogeni sono sostanze prodotte naturalmente nel corpo: le endorfine, le encefaline, le dinorfine e le endomorfine, come anche la morfina ed altri oppiacei prodotti in minima quantità, possono essere inclusi in questa categoria. Sappiamo che alcuni comportamenti dei mammiferi, ma anche degli uccelli, vengono mediati da meccanismi di produzione di oppioidi endogeni, che negli umani hanno effetti anche sulla coscienza e sulla salute, e che includono le risposte del sistema immunitario.2 Uno di questi comportamenti è l’attaccamento, che in primo luogo consolida la formazione di legami interpersonali (si pensi all’accudimento della madre per il nascituro, come primo e significativo tra molti altri esempi); inoltre l’attaccamento promuove la sincronia, rafforzando l’identificazione e l’interiorizzazione delle relazioni sociali, come Frecska & Kulcsar hanno evidenziato nei loro lavori.3 Siamo convinti che per diversi aspetti, nei quali non entriamo nel merito, la natura soggettiva della coscienza e il suo potere causativo all’interno del cervello siano stati per troppo tempo considerati scientificamente solo in maniera marginale, tralasciandone gli essenziali aspetti evolutivi e neuropsichici, che sono certamente correlati all’aumento della riproduttività e a migliori possibilità di sopravvivenza. Crediamo non sia un caso che l’apparente ma sostanziale riammissione della coscienza in ambito psicologico, sia coincisa con gli avanzamenti delle neuroscienze, che hanno reso possibile lo studio dei correlati fisiologici di quasi tutti gli stati mentali.4 Come abbiamo sottolineato precedentemente, le pratiche di guarigione sciamaniche utilizzano forme comportamentali complesse di socializzazione, di coinvolgimento emozionale e di attaccamento mediate da oppiacei endogeni per promuovere la sincronia psicobiologica all’interno del gruppo, rafforzando l’identificazione e l’interiorizzazione delle relazioni sociali. 97

ALLE ORIGINI DELLA GUARIGIONE: SCIAMANESIMO E NEUROTEOLOGIA

Le aree corticali coinvolte nelle interazioni di affiliazione, ovvero corteccia frontale orbitale, lobo temporale e amigdala, sono anche le aree con la più alta densità di recettori oppioidi. La corteccia nei lobi frontali del cervello è coinvolta nell’elaborazione cognitiva del processo decisionale: il processo mentale così attivato illumina i contenuti che riguardano il sentimento, determinando l’innesco e le aree coattive di questo processo (nuclei del tronco encefalico, le cortecce dell’insula e del cingolo). L’amigdala gioca un ruolo chiave nella formazione e nella memorizzazione dei ricordi associati a eventi emotivi: nel nostro caso, la sua attivazione avviene con il riconoscimento di una certa configurazione (connessa alla rappresentazione mentale o a quello che sta accadendo in quel preciso momento durante la cerimonia), in coattivazione con altre aree del sistema limbico, dove agiscono gli oppiodi endogeni, mediante gli specifici ricettori. Questo legame dei peptidi oppioidi esplica un’azione prevalentemente modulatoria sulla sensibilità dei recettori, per altri neurotrasmettitori. I peptidi oppioidi esercitano un’azione relativamente lunga, su aree sinaptiche vaste, e la loro azione dipende dal sistema neurotrasmettitoriale nel quale vengono liberati. Queste molecole hanno mostrato un’azione regolatrice sul comportamento e sulle emozioni, che non è legata a comportamenti elementari come quelli riflessi, ma piuttosto a quelli di tipo organizzativo, come parte di comportamenti motivati nell’ambito di programmi fondamentali di adattamento e sopravvivenza.5 I processi che determinano le attivazioni sopraelencate, da un punto di vista evolutivo possono essere considerati vantaggiosi ai fini di un processo di consapevolezza crescente nell’interazione universale dell’influenza reciproca, e in tutti gli aspetti dell’esistenza. La produzione e rilascio di oppioidi endogeni durante la cerimonia sciamanica, plasmata a tal fine nel corso della storia umana, si dimostrano vantaggiosi anche ai fini della guarigione: questo è un tassello fondamentale del puzzle che pian piano sta prendendo forma. Il medico Carlo Manfredi dell’Omceo afferma che “è

ancora necessario saper attingere agli ancestrali riferimenti dello sciamano, che sono ben rappresentati nella parte più antica del nostro cervello, per il soddisfacimento dei bisogni primari del singolo e della specie, e integrarli con gli strumenti innovativi e potentissimi derivati dalla conoscenza scientifica e dai progressi della tecnologia. La traccia che seguiva lo sciamano resta ancora valida per dare inizio alla relazione di cura e far emergere il

medico di oggi”.6 A proposito dell’ ‘incontro’ tra cura sciamanica e medicina scientifica scrive: “Il nostro farmaco man-

tiene sempre la connotazione di un investimento affettivo, di una promessa variamente modulata nella cultura delle diverse persone, di una parola ‘magica’, di un incantesimo biologico o di un “miracoloso tocco salvifico”.

CORTECCIA PREFRONTALE | Maschere, negative, positive; siamo più di quello che sappiamo di noi stessi. Esplorando sempre più a fondo il cervello umano si scopre che il segno basico è simile all’albero sacro, presente in tutte le mitologie