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CAPITOLO 16

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NEUROTEOLOGIA DELLO SCIAMANESINO: TRA CORPO E CERVELLO

Per comprendere il funzionamento di un organismo vivente è necessario prendere in esame i numerosi sistemi che lo compongono, e cercare di individuare le dinamiche con cui tali sistemi interagiscono tra loro, al fine di prevedere l’indirizzo verso cui evolutivamente l’intero sistema organico si muove. Troppo spesso abbiamo perso di vista il lunghissimo percorso storico in cui questi diversi sistemi si sono formati, o meglio ancora, ci siamo compiaciuti di selezionare delle supposte facoltà superiori: ci riferiamo ovviamente ai sentimenti e alla coscienza come il più recente e importante traguardo a livello evolutivo su cui valesse la pena di investigare. In un certo qual modo è come se il percorso evolutivo avesse seguito una progressiva e sistemica linearità, gradualmente secondo i darwinisti, con accelerazioni improvvise secondo i filosofi evoluzionisti. Le ricerche antropologiche sullo sciamanesimo hanno seguito finora la stessa linea di ricerca, confondendo l’origine, la contaminazione e la diffusione dello sciamanesimo con un percorso di continuo adattamento alle dinamiche delle situazioni contigenti in cui si è trovato. Come per la storia evolutiva, che individua le linee che indirizzano lo sviluppo progressivo di un organismo, si sono a volte tralasciati quegli aspetti biologici che sono all’origine di questi progressi: le reazioni chimiche e fisiche difensive e stabilizzanti che hanno prodotto le prime risposte emotive molto tempo prima del Precambriano1, e che molto più tardi, attraverso la nascita dei sistemi nervosi, hanno portato a quella che noi oggi chiamiamo coscienza. L’evoluzione umana è anche caratterizzata da una continua interazione della coscienza con i contenuti della soggettività, ma molto diverse e complesse sono le condizioni in cui queste ultime si sono sviluppate. Scrive Damasio: “nè le singole parti del sistema

nervoso nè il cervello nel suo insieme, sono gli uni-

ci produttori e fornitori dei fenomeni mentali” . 2 Noi aggiungiamo che è assolutamente indispensabile che i sistemi nervosi e le altre strutture dell’organismo interagiscano in modo continuo per rispondere alla prima e più importante richiesta genetica: sopravvivere. Per affrontare lo studio di questa collaborazione si richiede un ambito di investigazione più ampio ri-

CAPITOLO 16 / NEUROTEOLOGIA DELLO SCIAMANESINO: TRA CORPO E CERVELLO

spetto ai pur complessi processi evolutivi: un ambito in cui gli approcci filosofico-culturali e neuro-psicobiologici possano svolgere la loro parte in ragione del percorso di indagine scelto per le finalità volute. Ma cosa ha a che vedere tutto questo con la neuroteologia dello sciamanesimo? Le attività sciamaniche si relazionano non solo con i processi comportamentali, emotivi e cognitivi, ma anche con i livelli fisiologico e mentale dell’organismo, utilizzando lo stato modificato di coscienza della transe e altre procedure per attivare e integrare i sistemi cerebrali e fisici con tutte le loro funzioni. La relazione con i processi neurali dello stato di transe indotta dello sciamano, che abbiamo cercato di descrivere in questo saggio, ci permette di considerare l’aspetto evolutivo della risposta sciamanica alla malattia. I diversi meccanismi biologici che le cerimonie sottendono evidenziano l’importanza dei processi fisici e mentali che hanno luogo sia nello sciamano sia nel malato. Durante le cerimonie di guarigione, gli aspetti fisiologici generali riguardano anche le importantissime interazioni del sistema nervoso autonomo che, come abbiamo visto precedentemente, attraverso complessi percorsi neurali, influenzano la sincronizzazione interemisferica e l’integrazione limbico-frontale. Nel lontano 1826, Bertrand Alexandre aveva intuito qualcosa del genere e scriveva entusiasta nelle sue osservazioni sull’estasi: “il fenomeno della doppia

anima, vale a dire di una doppia intelligenza in uno stesso individuo, è molto frequente tra gli estatici; (...) questo tipo di intervento deve venire da altro-

ve rispetto alla coscienza”. I due emisferi cerebrali interagiscono e allo stesso tempo congetturano separatamente.3 L’enorme numero di neuroni del sistema nervoso enterico (oltre cento milioni, una quantità superiore a quella che si trova nel midollo spinale) viene sollecitato dal SNC attraverso quello autonomo, ad esempio durante una particolare condizione emotiva. Tuttavia il sistema enterico, grazie ad un particolare sistema di plessi, è anche in grado di reagire agli stimoli del SNA in maniera autonoma con meccanismi o processi riflessi, che riguardano quelle informazioni biologiche antiche a cui facevamo riferimento nella genesi dello sviluppo dell’organismo. Al momento sono stati identificati più di venti neurotrasmettitori che sono coinvolti nelle funzioni del sistema nervoso enterico, tra cui la serotonina. La serotonina svolge un’influenza fondamentale sul benessere psicologico ed esistenziale: potremmo definirla come il sorvegliante addetto allo stato di equilibrio dell’organismo. La sensazione di benessere, lo stare bene con il proprio corpo e con la propria mente, è esattamente quella condizione di equilibrio che lo sciamano in stato di transe, durante le cerimonie di cura, cerca costantemente di ristabilire.4 Con l’aumento della suggestionabilità (fino ad arrivare all’ipnosi) e i conseguenti comportamenti condizionati che si riscontrano nelle numerose testimonianze raccolte sul campo dai ricercatori, la stimolazione del sistema nervoso autonomo viene attivata e, attraverso l’azione sui gangli basali e sul cervelletto, si avviano i processi mnestici inconsci nelle aree procedurali e associative. Il processo avviene sotto il controllo del sistema nervoso parasimpatico che recupera rapidamente memo- 101

ALLE ORIGINI DELLA GUARIGIONE: SCIAMANESIMO E NEUROTEOLOGIA

rie e ricordi inconsci con grande risparmio metabolico grazie alla stimolazione somatosensoriale in entrata. Le corrispondenze e le attribuzioni psicologiche associate vengono ricodificate e consolidate in nuovi significati mnemonici: la nuova codificazione può arrivare anche alla cancellazione dei significati precedentemente utilizzati, e produce sia cambiamenti cognitivi sia l’aumento della funzionalità percettiva.5 Con queste considerazioni possiamo iniziare a pensare alla condizione del paziente in un contesto culturale più ampio, in cui le risposte strutturali psicologiche e fisiologiche inconsce che interagiscono attivamente durante il rituale, consentono ai guaritori sciamanici di evocare risposte cognitive ed emotive che determinano cambiamenti fisiologici. La neuroteologia cioè la correlazione stabilita secondo principi sia scientifici sia religiosi tra il fenomeno della percezione soggettiva della spiritualità e la funzionalità biochimica del cervello umano, trova dunque nello sciamanesimo il suo terreno di elezione. I risultati neuroscientifici e psicobiologici finora riportati, non solo evidenziano i diversi aspetti evolutivi, biologici e cognitivi di coscienza e sentimenti, ma possono anche descrivere un percorso spirituale in cui lo sciamanesimo appare ancora lo strumento più funzionale alla sopravvivenza fisica e mentale del Sapiens.

IL CERVELLO DELLO SCIAMANO | Il cervello umano rappresentato come un vorticare ininterrotto di contatti tra sinapsi che vanno a formare un dedalo nel quale l’Io cerca di trovare la via migliore verso altre e diverse realtà, mentre i simboli sciamanici stanno a indicare sia le strade possibili che la meta da raggiungere.