OSPEDALE CASERTA NEWS

Page 1

Comitati Etici, una risorsa per la ricerca scientifica

Corretta identificazione dei pazienti, la nuova procedura

A PAG.4

Attivato il Centro per il trattamento del tabagismo

A PAG. 6

A PAG. 7

Periodico bimestrale di informazione interna dell’Azienda Ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta

TRAPIANTO DI CELLULE STAMINALI, A CASERTA PROSSIMA REALTÀ

L’

ASSISTENZA AI PAZIENTI: IL VALORE DELLA PSICOLOGIA IN OSPEDALE a psicologia in Ospedale contribuisce alla realizzazione di un modello di cura che pone maggiore attenzione alla sofferenza emotiva del paziente e dei suoi familiari. Tutto ciò, migliora la qualità globale del processo di cura e di assistenza e favorisce la compliance terapeutica. Il Servizio di Psicologia Clinica dell’Azienda Ospedaliera di Caserta svolge attività di consulenza e supporto psicologico per i degenti, collaborando con tutte le Unità ed i servizi ospedalieri. Svolge attività di formazione psicologica, insegnamento universitario, tutoraggio per i tirocini ed an>> servizio a pag. 3 novera importanti progetti di eccellenza.

L

OSPEDALE DI CASERTA: RIFERIMENTO REGIONALE PER GLI IMPIANTI COCLEARI Azienda Ospedaliera di Caserta, riconosciuta come “Centro Regionale di riferimento per gli impianti cocleari”, dall’anno 1998 ad oggi ha effettuato oltre 360 impianti. È l’unica al Sud ad eseguire applicazioni di protesi semi-impiantabili nell’orecchio medio (Vibrant) per i pazienti che non hanno tratto risultati adeguati dalle protesi acustiche tradizionali. Sono stati trattati, inoltre, pazienti con sindromi associate e malformazioni anatomiche dell’orecchio medio e interno, oltre quaranta straneri, di cui quattro bambini rumeni. >> servizio a pag. 5

L’

Sono stati nominati i nuovi direttori amministrativo e sanitario dell’Azienda Ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta. Con deliberazioni n.98 n.99 adottate il 6 febbraio il Direttore Generale dr. Francesco Bottino ha infatti provveduto a completare l’organigramma dirigenziale nominando il dr. Luigi Patrone (nella foto in alto) come nuovo Direttore Amministrativo ed il dr. Diego Paternosto (nella foto in basso) nel ruolo di Direttore Sanitario. Due scelte di alto profilo, che confermano la volontà della Direzione Aziendale di mantenere standard elevati dei servizi di assistenza. Il nuovo Direttore Amministrativo dr. Luigi Patrone è approdato all’Azienda Ospedaliera di Caserta dopo una lunga carriera amministrativa caratterizzata da ruoli di vertice nelle aziende ospedaliere e sanitarie di Napoli. Dopo aver lavorato per anni al Cto, il dr. Patrone ha ricoperto l’incarico di Direttore Amministrativo dell’Ospedale Cardarelli, e poi il medesimo ruolo all’ex ASL Napoli 4 ed all’ASL Napoli 1. Il Direttore Generale dr. Bottino, per la carica di Direttore Sanitario, ha invece preferito optare per un manager interno all’Azienda. La scelta infatti è ricaduta sul dr. Diego Paternosto, già direttore del DEA (Dipartimento Emergenza ed Accettazione). Egli ha già ricoperto in passato tale incarico all’interno dell’Azienda Ospedaliera di Caserta, ed ora metterà a disposizione della Direzione Strategico-Aziendale tutta l’esperienza accumulata nella gestione del Dipartimento Emergenza ed Accettazione al fine di riorganizzare i servizi sanitari ottimizzando costi e prestazioni, in accordo con la mission aziendale. ___________________________________________ Ospedale di Caserta News saluta cordialmente i nuovi manager per l’impegno e l’esperienza che, certamente, sapranno profondere in questa Azienda.

AZIENDA OSPEDALIERA DI CASERTA - OSPEDALE DI CASERTA NEWS - ANNO V - N. 1 - febbraio 2012

Unità Operativa di Oncoematologia dell’Azienda Ospedaliera di Caserta è in grado di garantire ai pazienti affetti da malattie oncologiche ed oncoematologiche l’accesso a percorsi diagnostico-terapeutici di eccellenza. A breve, altro fiore all’occhiello sarà rappresentato dall’impiego delle cellule staminali per il trattamento di malattie al momento incurabili. A tal proposito la Direzione Strategica doterà il Reparto di Oncoematologia di un’Unità di Trapianto di Midollo Osseo. Sono infatti in corso di ultimazione i lavori per l’allestimento dell’Unità sterile di degenza, premessa indispensabile alla pratica trapiantologica >> servizio a pag. 2

NOMINATI I NUOVI MANAGER AZIENDALI


ANNO V - N. 1 - febbraio 2012

TRAPIANTO DI CELLULE STAMINALI, A CASERTA PROSSIMA REALTÀ L’Unità Operativa di Oncoematologia dell’Ospedale “S. Anna e S. Sebastiano” di Caserta è pienamente operativa grazie ad un programma di alta qualificazione perseguito dai vertici aziendali. La struttura, diretta dal professor Antonio Abbadessa, è organizzata per rispondere all’incremento delle ma-

L’ 2

lattie oncologiche ed in particolare di quelle oncoematologiche. L’Unità Operativa è oggi in grado di garantire ai pazienti affetti da tali patologie l’accesso ai più attuali ed efficaci percorsi diagnostico-terapeutici attraverso la partecipazione ad una rete internazionale di eccellenza. Sono state attivate, infatti, collaborazioni con alcune delle più autorevoli strutture oncoematologiche regionali, nazionali ed internazionali, partecipando ai Gruppi Cooperativi di Studio più accreditati, quali la FIL, Fondazione Italiana Linfomi; il GIMEMA, Gruppo Italiano

ONCOEMATOLOGIA

LA PREZIOSA COLLABORAZIONE DELL’AIL L’Ail di Caserta “Valentina Picazio” si propone, da tempo, a sostegno dell’Unità di Oncoematologia dell’Azienda Ospedaliera di Caserta. Numerosi gli interventi realizzati per garantire una qualità estesa delle cure e dell’assistenza ai pazienti ematologici. L’impegno è testimoniato dalle donazioni di strumentazioni di laboratorio e di diagnostica, di arredi, di presidi informatici, di materiali di consumo; dalla formazione di personale sanitario; dall’attivazione del “Progetto Valentina: sostegno psicologico in oncoematologia”, con l’arruolamento di tre psicologhe; dal sostegno economico alle famiglie di pazienti meno abbienti. I fondi associativi impegnati negli ultimi due anni ammontano ad oltre 70.000,00 euro. «Oggi, - spiega Fulvio Picazio, presidente dell’Ail - con un finanziamento di 12.000,00 euro e grazie ad una condivisa accettazione del Direttore Generale, Francesco Bottino, sosteniamo l’acquisizione di un Data Manager, secondo le linee guida stabilite nelle Good Clinical Practice e dal GIMEMA, per un’azione di coordinamento nella sperimentazione dei protocolli terapeutici. Come previsto dal protocollo d’intesa sottoscritto nel luglio 2008, l’Ail ha in programma due obiettivi: il servizio di trapianto autologo e l’assistenza domiciliare multidisciplinare. La loro realizzazione garantirà, a completamento delle assistenze, una migliore qualità di vita e una maggiore percentuale di guarigioni. Perché ogni vita salvata sia una promessa mantenuta».

Malattie Ematologiche dell’Adulto; il GIMMC, Gruppo Italiano Malattie Mieloproliferative Croniche; l’IELSG, International Extranodal Lymphoma Study Group di Lugano. A breve, altro fiore all’occhiello sarà rappresentato dall’impiego delle cellule staminali, dotate di proprietà uniche per il trattamento di malattie al momento incurabili. «Poiché alcuni programmi terapeutici, finalizzati a candidare i pazienti alla guarigione - spiega Abbadessa- prevedono l’utilizzo di cellule staminali emopoietiche, la direzione strategica ha deciso di dotare, nei prossimi mesi, il Reparto di Oncoematologia di un’Unità di Trapianto di Midollo Osseo. Sono in corso di ultimazione i lavori per l’allestimento dell’Unità sterile di degenza, premessa indispensabile alla pratica trapiantologica». Il trapianto di midollo osseo,

Antonio Abbadessa

consiste nell’infondere ad un paziente cellule staminali emopoietiche (CSE) per ripristinare le normali componenti cellulari del sangue e le funzioni immunitarie correlate, distrutte da un precedente trattamento citotossico, necessario per tentare di eradicare ossia distruggere la sua malattia. Le cellule staminali emopoietiche possono essere ottenute dal paziente stesso (trapianto autologo) o da donatore familiare o volontario immunologicamente compatibile (trapianto allogenico). Altre sorgenti di cellule staminali emopoietiche sono il midollo osseo e il sangue placentare (cordone ombelicale).

TRAPIANTO AUTOLOGO Candidati a trapianto con cellule staminali autologhe sono i pazienti affetti da neoplasie maligne ematologiche e non (tumori solidi) chemiosensibili, non guaribili con terapia convenzionale. Per essi dosi molto elevate di chemioterapici, oltre a uccidere tutte le cellule tumorali, colpiscono anche le cellule sane dell’organismo, prime fra tutte quelle del midollo osseo. L’infusione di cellule staminali emopoietiche, in precedenza raccolte dal sangue dello stesso paziente, consente di ricostituire il midollo distrutto. Il trapianto autologo è da evitare in pazienti affetti da tumori della cellula staminale emopoietica, come le leucemie o le malattie severe del sistema immunitario, per evitare di reintrodurre insieme alle cellule sane, residue cellule staminali malate. In questi casi, se disponibile un donatore compatibile, è da preferire il trapianto allogenico. Il trapianto autologo viene oggi praticato anche in pazienti anziani, fino a 70 anni di età.

TRAPIANTO ALLOGENICO Premessa indispensabile al trapianto allogenico è la disponibilità di un donatore sano compatibile, ossia che abbia identità assoluta degli antigeni del sistema maggiore di istocompatibilità o sistema HLA (Human Leukocyte Antigens). La ricerca di un donatore compatibile è ristretta ai familiari consanguinei con possibilità di circa il 25%, percentuali che calano al di fuori dell’ambito familiare. Per tale motivo sono state costituite , nel mondo, «banche» informatizzate, contenenti i risultati della tipizzazione HLA di milioni di donatori volontari di cellule staminali emopoietiche (circa 11 milioni a febbraio 2007). Le cellule staminali emopoietiche utilizzate per il trapianto allogenico possono essere di origine midollare, o del sangue circolante, o del sangue del cordone ombelicale. Il limite di età del paziente da trapiantare è convenzionalmente stabilito di 55-60 anni, superato, quando le condizioni cliniche del paziente sono ottime.


ANNO V - N. 1 - febbraio 2012

ASSISTENZA AI PAZIENTI: L’IMPORTANZA DELLA PSICOLOGIA IN OSPEDALE l concetto di salute definito dall’OMS come “… uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale non consiste soltanto in un’assenza di malattia o di infermità …” sottende la visione della persona come unità inscindibile mente-corpo. Nell’affrontare la malattia diviene, pertanto, ancora più rilevante un approccio globale al paziente come “persona al centro della cura”. «La psicologia in Ospedale – spiega la psicologa Luisa Parente, direttore dell’Unità di Psicologia Clinica - è in grado di migliorare la qualità del processo di assistenza dei malati, dei familiari e degli operatori. La ricerca psicologica conferma che i pazienti psicologicamente ‘sostenuti’ nell’impatto con la malattia o con l’intervento clinico sviluppano comportamenti che migliorano l’efficacia delle cure; i familiari più adeguatamente informati e più supportati psicologicamente partecipano con maggiore adeguatezza al processo di assistenza; gli operatori sanitari più formati e protetti di fronte ai rischi di stress o di burn out si assentano meno e lavorano meglio». La condizione di paziente ricoverato comporta la separazione dalla famiglia, la necessità di adeguarsi ai ritmi istituzionali, la parziale rinuncia alla privacy, lo stato di dipendenza da altri, con la conseguente perdita di autonomia.

I

Questi gli elementi più evidenti che vanno ad aggiungersi alla già difficile condizione di malato ed allo stato di ansia legato comunque all’idea della specifica malattia. Si pensi ad esempio ai pazienti con patologie importanti, quali i malati di cancro, i dializzati, i cardiopatici, i piccoli pazienti con patologie croniche o comunque quelli affetti da patologie croniche e fortemente limitanti. «Lo psicologo – continua Parente - contribuisce, dunque, alla realizzazione di un modello di cura che comprenda l’ascolto, maggiore

PROGETTI DI ECCELLENZA

t

t

Progetto premiato tra i progetti assistenziali più innovativi alla mostra-convegno «Contaci Convivere con il tumore: studi, progetti ed esperienze», che si è svolto a Biella il 19 ed il 20 marzo 2010 con il titolo Le ferite dell’amore “Quando la diagnosi colpisce al cuore”. Progetto Premiato “Output di una ricerca sullo Stress Lavoro-Correlato” dall’Agenzia Europea per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro esempi di buona pratica EC 2008/2009. Progetto NIRAST (Network Italiano per i Richiedenti Asilo Sopravvissuti a Tortura) Protocollo d’intesa con il Ministero dell’Interno- Commissione Nazionale per il diritto d’asilo Deliberazione n. 971 del 26 ottobre 2009.

rativi in tempi e spazi specificatamente dedicati. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha indicato, infatti, tra le caratteristiche di “Qualità” dei presidi ospedalieri, anche la necessità di collaborazione da parte dello psicologo, sia per quanto riguarda la formazione ed il lavoro sulle potenzialità del personale medico e paramedico, sia sul suo inserimento nella pratica quotidiana di reparto. L’esperienza maturata a livello nazionale indica che l’organizzazione dell’attività psicologica in servizi autonomi di psicologia ospedaliera, consente di

Luisa Parente

evitare il rischio dell’isolamento e dell’impoverimento professionale. Il Servizio di Psicologia Clinica dell’Azienda Ospedaliera di Caserta svolge attività di consulenza e supporto psicologico per i degenti, collaborando con tutte le Unità ed i servizi ospedalieri. Tale attività si estende anche ai pazienti in regime di day hospital o AMID (Ambulatorio Integrato Diagnostico): UVA, Neurologia, Psoriasi, Cardiologia Riabilitativa, HIV, IVG, Fumo. Le consulenze vengono effettuate sia per i pazienti interni presso il reparto richiedente o negli ambulatori specifici, sia per utenti esterni, su invio del medico di medicina generale e di altre strutture del Sistema Sanitario Nazionale. L’Unità svolge, inoltre, attività di formazione psicologica, insegnamento universitario, tutoraggio per i tirocini. È sede di tirocinio, formazione ed orientamento per le lauree triennali (1°liv), magistrali (2°liv), post-lauream (3°liv), convenzionata con le Facoltà di Psicologia delle Università degli Studi di Roma, L’Aquila e Padova; svolge attività di formazione per i corsi di specializzazione quadriennali in Psicoterapia, universitari e riconosciuti dal M.I.U.R; ha convenzioni per attività di studio e ricerca con la Facoltà di Psicologia delle Università degli Studi di Caserta e dell’Università Europea di Roma; accoglie attività di volontariato per gli psicologi che afferiscono a specifiche attività progettuali.

3

PSICOLOGIA CLINICA

t

attenzione alle esigenze personali e alla sofferenza emotiva del paziente, rendendolo più partecipe al proprio percorso terapeutico. Il lavoro con l’ammalato e i familiari favorisce, inoltre, la comprensione delle esigenze terapeutiche, con l’obbiettivo di migliorare l’aderenza alle cure e mantenere, per quanto possibile, un’accettabile qualità della vita». L’accessibilità dell’utenza alle prestazioni di psicologia clinica, nel corso degli ultimi anni, è stata facilitata dall’istituzione, nei vari reparti, di appositi protocolli ope-


ANNO V - N. 1 - febbraio 2012

COMITATI ETICI, UNA RISORSA PER LA RICERCA SCIENTIFICA

I 4

chirurghi e di medicina generale. Nel presentare i componenti del Comitato Etico, il dottor Michele Izzo, direttore della UOC Comunicazione e Marketing ne ha illustrato le competenze. «Il Comitato Etico – ha detto Izzo - è un organismo indipendente che ha la responsabilità di garantire la tutela dei diritti, della sicurezza e del benessere dei soggetti in sperimentazione, valutando i protocolli di ricerca, seguendo nel tempo il decorso delle sperimentazioni e fornendo pubblica garanzia di tale tutela. In particolare è chiamato ad esprimere il proprio parere prima dell’inizio di qualsiasi sperimentazione clinica in merito alla quale è stato interpellato, tenendo in considerazione la pertinenza e la rilevanza della sperimentazione e del disegno dello studio clinico; la valutazione dei benefici e dei rischi prevedibili in tema di tutela dei soggetti sperimentali; il protocollo di ricerca; la raccolta di dati clinici e non clinici sui medicinali in fase di sperimentazione; l’adeguatezza della struttura sanitaria; l’esaustività delle informazioni al consenso informato, nonché alla giustificazione per la ricerca su persone che non sono in grado di dare il loro consenso informato. Nello svolgere la sua attività si ispira ai principi indicati nei documenti sulla buona pratica clinica e sulla sperimentazione con l’essere umano e rivolge una particolare at-

COMITATO ETICO

10° Rapporto Nazionale 2011

I

l 10° Rapporto Nazionale sulla sperimentazione clinica dei medicinali offre un’analisi pubblica, accurata e certificata sugli studi clinici condotti nel nostro Paese evidenziando la presenza di Centri che svolgono sperimentazione clinica in ambito farmacologico, le tipologie di ricerche condotte, la distribuzione dei Comitati Etici. Nella tabella seguente sono indicate le sperimentazioni multicentriche per struttura partecipante della provincia di Caserta. Come risulta dal 10° Rapporto, emerge che in provincia di Caserta l’Azienda Ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” ha effettuato il 75% delle sperimentazioni cliniche, a testimonianza del grande impegno profuso.

al nostro sistema sanitario di fornire servizi di eccellenza sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo». Tali Organismi saranno uno strumento sempre più ineludibile nel futuro e riportando la definizione di Comitato Etico dalla prefazione di Antonio Panti al libro “Bioetica e Antropologia Medica” a cura di Sandro Spinsanti: “Il Comitato di Etica – dice Mitterrand (il primo al mondo a volerne la costituzione, n.d.r.) – deve rispondere all’attesa dei cittadini di fronte all’avanzata vertiginosa della scienza; a quella dei ricercatori soli di fronte alle conseguenze del proprio operato; a quella dei pubblici poteri che hanno bisogno di pareri e di consigli.

A.O.R.N. CASERTA - ATTIVITÀ DEL COMITATO ETICO AGOSTO/DICEMBRE 2011 Numero sedute Comitato Etico

6

Esame emendamenti sostanziali con espressione parere

14

Prese d'atto emendamenti non sostanziali/safety report/chiusura studi

44

Richiesta relazione agli sperimentatori e/o agli sponsor

6

Affidamento studio delle pratiche ai vari Componenti del Comitato Etico

54

Valutazione farmaci off-label

2

Nuovi studi approvati

6

Totale pratiche valutate

126

Valutazione eventi avversi verificatisi presso altri Centri sperimentatori nazionali ed internazionali, visionati non in sede di seduta

1441

Richieste di relazioni studi in atto

150

Pratiche esaminate

1659

Struttura

SC

Provincia di Caserta

64

% su Regione

% su Provincia

A.O. S. Anna e S. Sebastiano di Caserta

48

5,4

75,0

P.O. S. Giuseppe e Melorio di S. Maria Capua Vetere

10

1,1

15,6 12,5

P.O. di S. Felice a Cancello

8

0,9

ASL di Caserta

3

0,3

4,7

P.O. Moscati di Aversa

2

0,2

3,1

P.O. Palasciano di Capua

2

0,2

3,1

P.O. di Sessa Aurunca

2

0,2

3,1

P.O. di Piedimonte Matese

1

0,1

1,6

SC: Sperimentazioni Cliniche; % su Regione: percentuale su base regionale; % su Provincia: percentuale su base provinciale

(fonte OsSC)

l Comitato Etico dell’Azienda Ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta, istituito nel ‘99 e rinnovato lo scorso luglio, ha presentato il consuntivo dei suoi primi cinque mesi di attività, in cui è stato in grado di azzerare tutte le pratiche che si erano accumulate dal periodo di vacatio precedente, ossia da gennaio 2010. Le spese di gestione del Comitato sono finanziate dai centri promotori e sperimentatori, per cui non è previsto nessun costo per l’Azienda e nessun rimborso per i componenti interni ed i dirigenti dell’ufficio di segreteria. Nell’ultima seduta, al fine di svolgere anche attività di formazione, ha proposto in caso di avanzo di spesa (nel capitolo previsto), di attivare dei corsi di etica per il personale interno, gli studenti della Facoltà di Medicina e delle lauree in Infermieristica, Ostetricia e Tecniche di Radiologia Medica, e per alcune università convenzionate con l’Azienda. Tra i componenti, oltre alla prestigiosa presidenza del prof. Giovanni Gasbarrini, emerito del Policlinico ‘Gemelli’ di Roma, più volte membro dell’Istituto Superiore di Sanità e la vicepresidenza del prof. Francesco Sbordone, ordinario di Diritto Privato presso la SUN, figurano eminenti accademici, ricercatori scientifici, esperti di bioetica di rilievo nazionale, farmacologi, biostatistici, medici

tenzione alla versione corrente della Dichiarazione di Helsinki». Il Comitato Etico aziendale è supportato da un ufficio di segreteria, diretta da Tommaso Sgueglia, che ha il compito di verificare la documentazione relativa a ciascun protocollo di ricerca clinica; fornire ai membri l’appropriata documentazione già predisposta per una accurata valutazione di merito; assicurare il collegamento con l’Osservatorio ministeriale. «I Comitati Etici insieme ai centri sperimentatori – spiega Tommaso Sgueglia – dovrebbero essere il fiore all’occhiello delle strutture ospedaliere, poiché oltre alla cura degli ammalati, l’attività di ricerca, consente


ANNO V - N. 1 - febbraio 2012

OSPEDALE DI CASERTA: RIFERIMENTO REGIONALE PER GLI IMPIANTI COCLEARI Unità di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta prosegue con successo l’attività chirurgica per l’applicazione degli impianti cocleari che consentono l’acquisto o il riacquisto della facoltà dell’udito. Un traguardo importante sia per quantità che qualità di interventi. Sono stati trattati pazienti con sindromi associate e malformazioni anatomiche dell’orecchio medio e interno, oltre quaranta straneri, di cui quattro bambini rumeni. L’Azienda Ospedaliera di Caserta, riconosciuta come “Centro Regionale di Riferimento per gli impianti Cocleari”, dall’anno 1998 ad oggi ha effettuato oltre 360 impianti, anche su quei pazienti che altre strutture hanno ritenuto inoperabili. L’Ospedale di Caserta è l’unico al Sud ad eseguire applicazioni di protesi semiimpiantabili nell’orecchio medio (Vibrant), per i pazienti con perdita uditiva di media entità che non hanno tratto risultati adeguati dalle protesi acustiche tradizionali. A sottolineare i benefici dell’impianto cocleare è Ortensio Marotta, direttore dell’Unità di Otorinolaringoiatria. «Il miglioramento della qualità della vita, inteso come benessere psicologico, sociale e fisico – sottolinea - sembra essere uno degli aspetti maggiormente apprezzati dai portatori di impianto cocleare. Il soggetto sordo, tolto dal silenzio, il più delle volte angosciante, che lo ha indotto all’isolamento, riacquista sicurezza, fiducia in se stesso, maggiore autonomia e ritrova la forza e il desiderio di comunicare, di sentirsi parte integrante della società. In questo processo appare indispensabile la riabilitazione, che è fondamentale perché la persona impiantata, diventata sorda, possa riadattarsi ai suoni, e perché il bambino, nato o diventato sordo prima dell’acquisizione della parola, possa imparare ad ascoltare, analizzare e interiorizzare il suono per sviluppare il linguaggio verbale. Le sedute vengono

L’

equipe di Otorinolaringoiatria

eseguite dal logopedista mediante esercizi di stimolazione uditiva di difficoltà crescente». L’Unità di Otorinolaringoiatria si occupa di tutta la patologia ORL, e in modo specifico di: microchirurgia auricolare (asportazione di esostosi e neof.ni del condotto uditivo esterno, miringoplastica, timpanoplastica aperta e chiusa, stapedioplastica, ossiculoplastica, neoplasie del condotto uditivo esterno e dell’orecchio medio-drenaggio trans-timpanico); chirurgia delle neoformazioni

La diagnosi precoce Per gestire al meglio la sordità infantile il primo passo è la diagnosi precoce, cui deve seguire l’uso di apparecchi acustici già dai 3-4 mesi di vita, una terapia logopedica oralistico-cognitiva adattata all’età e un counseling genitoriale per ottenere la piena collaborazione della famiglia, che va coinvolta e motivata nella riabilitazione con giochi ed esercizi a casa. Le esperienze di quasi 40 anni di attività logopedica hanno dimostrato che l’oralismo consente ai bambini di acquisire un linguaggio parlato e un inserimento scolastico e sociale pienamente soddisfacente.

benigne e maligne della laringe e del collo; chirurgia delle ghiandole salivari maggiori e minori; chirurgia video-endoscopica dei seni paranasali; chirurgia laser (cordectomia, turbinoplastica uvulopalatoplastica) ; rino-settoplastica; chirurgia per il russamento (OSAS); fonochirurgia e protesi fonatorie; adeno-tonsillectomia. Effettua gli ambulatori di: otorinolaringoiatria generale; rino-faringo-laringoscopia diretta; audiovestibologia; oncologia; otologia; endoscopia dei seni paranasali. Dell’equipe fanno parte: i dottori Mariano Cocchiarella, Carlo Di Meo, Clemente Crisci, Ferdinando Catapano, Aniello Montalbano, Amelia Bernardo; le logopediste Rosanna Falanga, Marianna Minasi, Maria Elena Mannarino, Elisa Diana; le audiometriste Stella Corso ed Anna Natale, Raccio Valentina ed il personale paramedico: Raffaele Marcuccio (caposala) e Maria Salzillo, Enza Vigliotta, Simona Ciampaglia, Carmela Ricciardi, Giuseppina Russo, Anna Santonastaso (infermieri). L’attività di reparto è supportata dalle psicologhe Lisa Piscitelli e Annalisa Celella, che svolgono consulenza ai pazienti operati di impianto cocleare, in particolar modo ai bambini e ai loro genitori. In sintesi questa procedura aiuta gli operatori a lavorare meglio e rappresenta un’ulteriore tutela per gli assistiti.

O

gni anno in Italia nasce un bambino sordo ogni 1000 (diventano 2 su 1000 dopo i 2 anni). Se non viene presa in carico precocemente da un’équipe specialistica, la sordità grave e profonda in età evolutiva può provocare molte difficoltà al bambino (fino al mutismo, difficoltà di interazione sociale, disturbi caratteriali, basse competenze cognitive, dipendenza dagli altri). L’introduzione dell’impianto cocleare (il cosiddetto “orecchio bionico”) ha profondamente

modificato la prognosi, i programmi riabilitativi e l’agire del logopedista nella sordità, in particolare quella infantile. Oggi l’inserimento di un impianto, mono o bilaterale, intorno al primo anno di vita del bambino, accompagnato da una buona terapia logopedica e dall’appoggio della famiglia guidata, permette al piccolo di avvicinarsi sempre di più alla normalità nella comunicazione verbale e nella comprensione del linguaggio parlato. L’impianto cocleare è

un vero e proprio organo artificiale in grado di sostituire la parte danneggiata dell’orecchio (la coclea) con un sistema elettronico impiantato stabilmente.

OTORINOLARINGOIATRIA

L’impianto cocleare

5


ANNO V - N. 1 - febbraio 2012

CORRETTA IDENTIFICAZIONE DEI PAZIENTI, LA NUOVA PROCEDURA

L’

RISK MANAGMENT

6

persona sbagliata». Ma la prevenzione degli errori di identificazione dei pazienti è possibile e si attua con mezzi e metodi, a vario grado di complessità e sofisticazione, aventi in comune il fatto di obbligare gli operatori ad eseguire in maniera sistematica un complesso di azioni specifiche e capaci sia di attribuire le esatte generalità alle singole persone assistite che di intercettare gli eventuali errori commessi in proposito. Anche le soluzioni tecnologiche - es. i braccialetti identificativi basati sull’impiego di barcode – non possono prescindere dalla corretta e coerente esecuzione da parte degli operatori ospedalieri delle azioni manuali appositamente previste. Peraltro, poiché il processo identificativo è parte essenziale e ricorrente di quello assistenziale, prevenire gli errori di identificazione significa migliorare contestualmente sia la qualità generale

SI DICE DI NOI

Ospedale è oggi un’organizzazione di alto livello tecnologico, strutturale e professionale deputata a fornire ai pazienti risposte assistenziali complesse, pluridisciplinari e integrate di cui va verificata l’appropriatezza, l’efficacia e la qualità. In tale contesto le norme di buona pratica sanitaria impongono agli operatori, tra gli altri adempimenti, di effettuare preventivamente l’identificazione dei malati in modo da poter erogare, registrare e relazionare le prestazioni intestandole al loro giusto destinatario. Tuttavia, nel quotidiano, la prassi dell’identificazione del paziente non sempre viene eseguita con la dovuta attenzione perché troppo spesso gli operatori sono “presi” soprattutto dalla delicatezza dei compiti tecnici da assolvere, dalla numerosità dei contatti richiesti e dalla ristrettezza dei tempi a disposizione. Questo inadempimento porta ad errori di identificazione che nella maggioranza dei casi non provocano conseguenze negative e passano inosservati, ma in una minoranza determinano danni gravi o anche la morte del malato e vengono riportati con clamore dai media (circa un anno fa nell’Ospedale Molinette di Torino si ebbe la morte di una paziente a causa della “trasfusione di sangue sbagliata”, cioè destinata ad altra persona). Gli errori di identificazione dei pazienti si possono verificare in qualsiasi struttura e durante ogni fase del processo assistenziale, favoriti da molti fattori che a volte sono legati ai pazienti (es. quando essi sono incoscienti-sedati-disorientati e non partecipano all’identificazione o quando presentano lo stesso nome di altri malati…) ed a volte sono legati all’organizzazione (es.quando gli operatori lavorano senza applicare meccanismi di controllo o senza mantenere una adeguata comunicazione …). A queste errate identificazioni, dovute a colpe, si devono aggiungere poi quelle denominate “furti di identità” che si realizzano quando qualcuno, con dolo, utilizza il nome di un’altra persona, che non ne è a conoscenza e non ha dato il suo consenso, per ottenere un illecito beneficio (es. restare anonimi, non pagare il ticket, sfruttare la patologia sofferta dall’altra persona…). In tutti i casi, è evidente, gli errori di identificazione dei pazienti esprimono inefficienza e comportano conseguenze negative sul sistema sanitario. «Questi errori – spiega Giovanni Federico, direttore dell’Unità di Risk Managmet - costituiscono un serio rischio per la sicurezza degli assistiti e nei casi peggiori hanno sempre un forte impatto anche sui familiari, sui media e sull’opinione pubblica: si pensi per esempio ai clamorosi effetti che potrebbe avere la comunicazione di una cattiva notizia alla

Giovanni Federico

della pratica clinica che la affidabilità sostanziale della documentazione sanitaria. Per queste ed altre ragioni l’Unità di Risk Managment ha elaborato una procedura che sarà a breve adottata formalmente e che costituirà lo strumento metodologico sulla base del quale gli operatori della Azienda Ospedaliera attribuiranno ad ogni utente le sue esatte generalità e gli correleranno i propri dati clinico-assistenziali. «Tale procedura – conclude Federico - applica il principio che per rendere sicuro il processo identificativo bisogna unificare almeno 4 dati personali di ciascun paziente (cognome, nome, data di nascita e codice individuale che può essere il numero di cartella clinica o il numero nosologico)». Essa prevede che ogni singolo utente (nel suo interesse) partecipi al proprio processo identificativo e, in particolare, porti con sé la carta di identità valida quando si presenta per prenotare o fruire una prestazione o ritirare un referto e faccia portare una specifica delega scritta assieme alla carta di identità del delegato ed alla fotocopia della carta di identità del delegante quando, per suo conto, si presenta un’altra persona.

PUBBLICATO SU CASERTACE.NET 4 FEBBRAIO 2012


ANNO V - N. 1 - febbraio 2012

ATTIVATO IL CENTRO PER IL TRATTAMENTO DEL TABAGISMO Azienda Ospedaliera di Caserta ha attivato, presso l’Unità Operativa di Malattie dell’Apparato Respiratorio, il Centro per il trattamento del tabagismo con lo scopo di reclutare soggetti fumatori sani o affetti da patologie correlate. L’ambulatorio, attivo tutti i martedì, sarà affidato, per la parte pneumologica, alla dottoressa Silvana Buonanno e, per quella psicologica, alla dottoressa Luisa Parente. I pazienti, con un’unica impegnativa, potranno svolgere tutti gli esami previsti, avendo la possibilità, attraverso la stessa prenotazione (da effettuarsi al CUP), di accedere quattro volte durante l’anno. Il Centro è in grado di garantire il counseling individuale o di gruppo (diretto o telefonico) ed i diversi trattamenti specialistici di tipo farmacologico. Gli esami previsti sono: la visita pneumologica e la valutazione clinica generale; l’anamnesi tabaccologica ; la spirometria e misurazione del CO espirato; il colloquio con lo psicologico per la valutazione della dipendenza e la somministrazione di questionari e programma di supporto comportamentale e psicologico. Proprio a causa della stretta correlazione tra il fumo e l’insorgenza di malattie polmonari e cardiovascolari è inderogabile che le strutture sanitarie usino al meglio le proprie risorse per creare stili di vita senza fumo. «II fumo di sigaretta spiega Pasquale Salzillo, direttore dell’Unità Operativa di Malattie dell’Apparato Respiratorio - è la causa di decesso

L’

PUBBLICATO SU GAZZETTA DI CASERTA 25 GENNAIO 2012 PUBBLICATO SU CAMPANIANOTIZIE.COM 24 GENNAIO 2012

Bronco Pneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) Seppure la prevalenza, la morbilità e la mortalità della BPCO siano in aumento, la patologia è, ancora oggi, poco conosciuta e sotto diagnosticata. Si prevede che nel 2020 diventerà la terza causa più comune di decesso. Questo fenomeno è attribuibile alla diffusione epidemica a livello mondiale del fumo nonché alla riduzione della mortalità per altre patologie comuni. Le caratteristiche demografiche dei pazienti affetti da BPCO si sono modificate visto che le percentuali di abitudine al fumo tra le donne sono aumentate: nell’anno 2000 sono morte

per bronco pneumopatia cronica ostruttiva più donne che uomini. La cessazione del fumo ha dimostrato di essere la strategia più efficace per rallentare o arrestare la progressione della malattia. Molti studi indicano che i benefici delle terapie comportamentali possono essere potenziati dall’uso di terapie farmacologiche anche combinate. Tali terapie hanno dimostrato di aumentare le percentuali di astensione a lungo termine, ma è imperativo offrire ai pazienti sostegno, incoraggiamento e cure idonee.

L’equipe medica è composta da: Pasquale Salzillo, Vincenzo Messina, Stefano Conte, Vincenzo Pezzella, Silvana Buonanno, Felicia Di Perna. Lo staff infermieristico è coadiuvato dal coordinatore Franco Perretta.

Malattie dell’Apparato Respiratorio L’Unità Operativa di Malattie dell’Apparato Respiratorio ha sempre avuto come mission la cura e il trattamento delle malattie respiratorie che, nel territorio afferente alla nostra azienda ospedaliera, sono alquanto ramificate, spaziando dalle neoplasie alle patologie infettive ed interstiziali e rese ancor più diffuse dall’eterogeneità del territorio in termini di popolazione, specie quelle immigratoria. Per le patologie respiratorie, che richiedono solo un impegno di carattere specialistico, non di degenza, il reparto presenta un’offerta ambulatoriale per la soluzione di problematiche quali:

t

pneumopatie ostruttive (BPCO, asma, enfisema polmonare) t gestione dell’ossigenoterapia e della ventiloterapia domiciliare t lotta all’abitudine tabagica t gestione e controllo delle problematiche oncologiche polmonari Per le problematiche cliniche di maggiore complessità, che richiedono, per la loro risoluzione, risorse umane e strumentali, l’Unità di Malattie dell’Apparato Respiratorio si articola nell’U.O.C. propriamente detta di Malattie Respiratorie e due U.O.S.D. di fibrosi, tubercolosi e malattie disreattive del polmone e Endoscopia Toracica.

7

MALATTIE DELL’APPARATO RESPIRATORIO

PUBBLICATO SU CRONACHE DI CASERTA 31 GENNAIO 2012

maggiormente prevenibile al mondo ed è un fattore contribuente di numerose patologie, alcune delle quali, tra le cause più comuni di decesso: coronaropatia, tumori (polmone, tratto digerente superiore, pancreas, stomaco, vescica, reni e cervice uterina), patologie cerebrovascolari, bronco pneumopatia cronica ostruttiva. La cessazione del fumo ha dimostrato di essere la strategia più efficace per rallentare o arrestare la progressione di tali problematiche».


ANNO V - N. 1 - febbraio 2012

NUMERI UTILI informazioni in pillole sull’Azienda Ospedaliera di Caserta a cura dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico

CENTRALINO 0823.231111

COPIA DELLA CARTELLA CLINICA RICHIESTA DI COPIA DELLA CARTELLA CLINICA

RIITIRO DI COPIA DELLA CARTELLA CLINICA

CHI CHIEDE Può chiedere la copia della cartella clinica: ¾ il paziente titolare della cartella, munito di un documento di riconoscimento; ¾ una persona delegata dal paziente, munita di un documento di riconoscimento; ¾ il tutore o chi detiene la potestà, munito della documentazione attestante il proprio stato; ¾ i congiunti di paziente deceduto, identificabili ai sensi di legge.

CHI RITIRA Può ritirare la copia della cartella clinica: ¾ il paziente titolare della cartella, munito di un documento di riconoscimento e della ricevuta rilasciata dal Cup; ¾ una persona delegata dal paziente, munita: - del modulo di delega (in distribuzione al Cup), debitamente compilato e firmato dal paziente, - della fotocopia del documento di riconoscimento del paziente, - del proprio documento di riconoscimento, - della ricevuta rilasciata dal Cup; ¾ il tutore o chi detiene la potestà, munito della documentazione attestante il proprio stato e della ricevuta rilasciata dal Cup; ¾ i congiunti di paziente deceduto, identificabili ai sensi di legge e muniti della ricevuta rilasciata dal Cup.

DOVE CHIEDERE Per chiedere la copia della cartella clinica, l’utente deve rivolgersi al Centro unico di prenotazione (Cup). + Edificio B

8

GIORNI E ORARI DI APERTURA DEL CUP da lunedì a venerdì, ore 8:00 - 17:00; sabato, ore 8:00 - 12:00.

z z

NUMERO TELEFONICO DEL CUP Il Cup può essere contattato telefonicamente al numero verde: 800.911818. COME CHIEDERE Per chiedere la copia della cartella clinica, l’utente: ¾ può recarsi al Cup, dove: - compila un modulo di richiesta in distribuzione agli sportelli, - paga un importo di 10 euro (che è maggiorato del costo di spedizione, se l’utente desidera ricevere la copia della cartella clinica a casa tramite posta), - ritira la ricevuta; ¾ può inoltrare richiesta con lettera indirizzata al Cup e inviata o tramite fax, al numero 0823.232500, o tramite posta, allegando: - copia del documento di riconoscimento del paziente titolare della cartella clinica, - copia del bonifico bancario dell’importo di 10 euro, intestato a: Azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta presso UniCredit Spa Agenzia Caserta Vanvitelli - Piazza Vanvitelli, 24 - 81100 Caserta, codice IBAN: IT17B0200814903000400006504, causale: copia di cartella clinica. L’importo del bonifico bancario è maggiorato del costo di spedizione, se l’utente desidera ricevere la copia della cartella clinica a casa tra-

INFORMAZIONI UTILI

mite posta.

DOVE RITIRARE Per ritirare la copia della cartella clinica, l’utente deve rivolgersi allo Sportello copia documenti sanitari. + Edificio M QUANDO RITIRARE La copia della cartella clinica può essere ritirata, di norma, dopo: ¾ 2 giorni lavorativi se, all’atto della richiesta, la cartella clinica risulta inserita nel sistema informativo; ¾ 5 giorni lavorativi se, all’atto della richiesta, la cartella clinica è custodita in Archivio; ¾ 30 giorni lavorativi se, all’atto della richiesta, la cartella clinica è nell’Unità operativa di appartenenza.

CENTRO UNICO DI PRENOTAZIONE 800.911818 (numero verde) Fax 0823.232500

UFFICIO RELAZIONI CON IL PUBBLICO + Piazza degli Abeti edificio A, piano 0

Tel./Fax. 0823.232448

+ Via delle Rose edificio D, piano 0

Tel. 0823.232216 e-mail: urp@ospedale.caserta.it

Giorni e orari di ricevimento: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì: 9.00-13.30 martedì: 9.30-13.30/15.30-17.30

UFFICIO STAMPA Tel. 0823.232704 Fax. 0823.232725 e-mail: segreteriaufficiostampa@ ospedalecaserta.it ufficiostampa@ospedalecaserta.it

GIORNI E ORARI DI APERTURA DELLO SPORTELLO z da lunedì a venerdì, ore 8:00 - 13:00 e ore 14:00 - 16:00; z sabato, ore 8:00 - 13:00. NUMERO TELEFONICO DELLO SPORTELLO 0823.232322 Per eventuali ulteriori informazioni, è possibile telefonare al recapito dello Sportello: z da lunedì a venerdì, ore 14:00 - 16:00.

Registrazione Tribunale di Santa Maria Capua Vetere n° 731 del 20 maggio 2009 Direttore Responsabile Francesco Tontoli Anno V - Numero 1 - febbraio 2012 Direttore Editoriale Francesco Bottino Condirettore Editoriale Michele Izzo Comitato di Redazione Massimo Barresi Raffaella Bizzarro Giuliana Buompane Anna Caccavale Nicoletta Caparco Fabio Carangio Annamaria Fizzotti Concetta Galasso Loredana Guida Elisa Martiniello Nunzia Russo Redazione Via F. Palasciano - 81100 Caserta Stampa Grafica Nappa - Aversa Realizzazione

Tel. 328.30.90.442 e-mail: guidalor@gmail.com web www.guidaediting.it


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.