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VENERDI’ 25 NOVEMBRE 2011 • Supplemento settimanale al n° 45 de “Il Piccolo Giornale”
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MENTRE STEFANIA BONALDI STRAVINCE LE PRIMARIE NEL CENTROSINISTRA
BERETTA: COSI’ RICONQUISTIAMO IL COMUNE
«Insieme alla Lega, se non vorrà suicidarsi». «La candidatura della Bonaldi è debolissima». «Bruttomesso indebolito dalla coalizione» «L’errore del sindaco? Troppo potere ai consiglieri». «Io decisionista? Per fortuna». «Garatti, presto fuori da presidente di Scs gestioni» L’OSPITE
Quell'omicidio, non a caso...
A
di Roberto Poli erre.poli@yahoo.it
pochi passi dalle luci colorate, dai profumi e dai sapori delle bancarelle del torrone. A pochi passi dalle strade affollate di turisti, da famiglie con bambini, tutti ammaliati dal fascino del centro storico di Cremona, immerso nella nebbia e nella festa. A pochi passi si è compiuto un omicidio senza un perché. In lessico giudiziario, secondo l’accusa, un omicidio aggravato dai futili motivi. Per l’opinione pubblica un omicidio assurdo, folle. E purtroppo episodi come questo di Cremona ne sono già successi. Di solito si tratta di gesti compiuti da giovani, spesso immigrati, talora sotto l’uso di sostanze. Sui quali si apre il solito processo alla generazione della noia, priva di riferimenti valoriali. Con le solite accuse ai genitori che non riescono a trasmettere insegnamenti e principi sani e agli insegnanti che abdicano alla loro funzione educativa. E, nel caso di immigrati, con le strumentalizzazioni di destra sugli ingressi troppo facili, e di sinistra sulla mancata integrazione. Nell’episodio di Cremona si è trattato, invece, di una lite tra ultrasettantenni, all’apparenza signori tranquilli e pacati. La vittima aveva protestato per un diritto usurpato, l’aggressore ha reagito a una minaccia percepita. Ed è scattato un gesto rabbioso, che ha by-passato ogni elemento di razionalità. Vi sono contesti ambientali in cui la razionalità umana viene oscurata a favore di comportamenti selvaggi. Succede negli stadi e nelle manifestazioni o nelle bande dove entrano in gioco dinamiche di gruppo. Ma succede, con caratteristiche diverse, anche quando si è a bordo delle macchine. Da sempre la potenza del motore viene vissuta come un mezzo per esprimere o per surrogare la virilità. Le aggressioni verbali tra conducenti succedono molto più facilmente che in altri contesti. La macchina esprime potenza e al tempo stesso offre uno scudo. E rappresenta anche uno status-symbol. Non a caso l’aggressore ha colpito quando si è sentito minacciato nella sua identità di uomomacchina-SUV. Al punto che la rabbia è esplosa trasformando la macchina in un’arma potente e micidiale.
S
di Tiziano Guerini
imone Beretta, responsabile degli enti locali del Pdl, è il politico che secondo alcuni è il vero sindaco di Crema. Per altri, con la sua irruenza e il carattere impetuoso, ha incentivato le tensioni nel centrodestra. Qual è la verità? Vediamo. Già si parla di sconfitta del centrodestra alle prossime elezioni amministrative di Crema. Siete ormai rassegnati? «Nemmeno per sogno, il risultato ce lo giocheremo fino in fondo: il buon lavoro fatto dalla attuale maggioranza, con la volontà di essere più uniti e compatti saranno le nostre carte vincenti». La Lega sembra voglia defilarsi… «Per vincere servirà una coalizione, non basta il Pdl da solo: se la Lega non vorrà suicidarsi, un accordo lo troveremo». Un ruolo importante lo gioca anche il candidato sindaco. «Con la debolissima candidatura di Stefania Bonaldi, al massimo le elezioni possiamo perderle noi, non possono certamente vincerle loro». Anche al Pdl non dispiacciono le primarie. «E’ vero, purché siano primarie serie, cioè un vero confronto fra persone, e non solo l’occasione - come è successo nel centrosinistra - per misurare i rapporti di forza fra Pd, Sel e Rifondazione comunista. Solo di questo si è trattato, con un risultato, quanto ai candidati, che era già scritto. E, tutto sommato, c’è stata anche un’affluenza bassa di votanti». Allora anche il Pdl pensa alle primarie? «Ci pensiamo, anche se non abbiamo preso ancora nessuna decisione definitiva. Se le faremo, ripeto, saranno primarie vere con più candidati per partito in modo che alla fine si tratti di una scelta obiettiva». In tanti se ne sono andati dalla mag-
gioranza, da Ancorotti ad Agostino Dossena e Pesadori, dalle dimissioni da capogruppo di Francesco Martelli alle continue critiche delle “sentinelle” Martino Boschiroli, Fulvio Lorenzetti, Emilio Pini, Luigi Doldi… persino la Lega si è defilata. Un fuggi-fuggi continuo. «Le difficoltà ci sono state e non intendiamo nasconderle soprattutto a noi stessi. Ancorotti, veramente, è stato un caso a sé: era difficile considerarlo uno dei nostri quando si è messo a fare una lista in appoggio al candidato di centrosinistra Giuseppe Torchio alle ultime elezioni provinciali. Pesadori non si è dimesso dal gruppo, l’abbiamo cacciato dalla maggioranza. I consiglieri all’attacco della loro amministrazione non sono stati certamente un bello spettacolo…». Per non dimenticare le colpe di questo sindaco che si è dimostrato molto debole. «Non sono d’accordo. Anche se Bruno mi ha spesso buttato giù dalla torre, il mio parere è che abbiamo avuto una coalizione non compatta che ha indebolito Bruttomesso che, invece, aveva tutte le potenzialità per essere un buon sindaco. Ha concesso troppo ai singoli consiglieri, quando invece avrebbe dovuto tenere un rapporto più stretto con i capigruppo e i segretari dei partiti di maggioranza: l’avevo fin dall’inizio consigliato in questo senso ma non sono stato ascoltato». Potesse tornare indietro, candiderebbe ancora Bruttomesso a sindaco? «Certo. E se potessi tornare indietro non accetterei più di fare l’assessore, una carica a cui sono stato quasi costretto dagli amici; avrei fatto, come era mio desiderio, il capogruppo del Pdl, e sono convinto che tutto sarebbe andato per il meglio. La prova sta nel fatto che, a fronte di un gruppo consiliare del Pdl non compatto, il partito è sempre stato unito e chiaro nei suoi comportamenti. Bruttomesso, in fin dei conti,
L'assessore Simone Beretta
non ha demeritato nel confronto con Ceravolo: solo che Ceravolo ha avuto alle spalle un gruppo compatto, Bruno no». Comunque, le divisioni nel centrodestra hanno penalizzato soprattutto la capacità di decidere e parecchie opere di rilievo sono rimaste al palo. Non è difficile elencarle, dall’area ex Stalloni ai progetti per le nuove caserme, dal sovrappasso ferroviario ai parcheggi. Colpa anche di Simone Beretta, più uomo di rottura che di mediazione? «E’ vero, sono stato accusato di decisionismo: e per fortuna sono stato un decisionista, altrimenti non avremmo portato a termine ben 120 opere pubbliche! Sarei in grado di elencarle una per una, come potremmo individuare precise responsabilità per le cose non fatte, e in campagna elettorale lo faremo: ecco perché credo che vinceremo le elezioni». In consiglio comunale è stata presentata una mozione che chiede per Simone Beretta di eliminare il conflitto di interessi del doppio incarico di assessore e di componente del Consiglio di amministrazione di Scrp. «Rispedisco la richiesta al mittente anche perché la mia nomina nel Cda di Scrp è precedente alla normativa che nella mozione si richiama. Il primo sottoscrittore della mozione, Gianni Risari, è stato in
passato anche lui, da vice sindaco, membro del Cda di Scrp, e componente di housing sociale; vorrei sapere: se era già membro dell’housing quando venne a costruire a Crema si trovava in conflitto d’interessi, mentre se è stato nominato dopo, si potrebbe pensare a una sorta di premio. Comunque, il conflitto d’interessi ha riguardato anche altri del centrosinistra che hanno avuto doppi o tripli incarichi: da loro non accetto lezioni. Diverso sarebbe il caso se la richiesta mi venisse rivolta dal mio partito o da partiti alleati». A proposito delle società partecipate, si sostiene che lei mantiene un atteggiamento soft con gli attuali dirigenti di espressione del centrosinistra in vista di ricevere analogo trattamento di favore in un prossimo futuro. «Se ci si riferisce a Scs gestioni del presidente Bruno Garatti, non ho nessuna difficoltà a dire che se non fosse saltato per le società pubbliche l’accordo con la Lega, anche in questa società ora ci sarebbe un nuovo Consiglio di amministrazione e un nuovo presidente; cosa che comunque avverrà a breve con le decisioni che prenderà Linea group holding». E a proposito della nuova società per la gestione dei rifiuti qual è il vostro parere? «Arrivare a proporre la NewCo è stata già per noi una mediazione: avremmo preferito una gara di appalto libera e totale, mentre il centrosinistra voleva mantenere la mano pubblica. Oggi ha cambiato idea. Vedo, infatti, che qualche sindaco, come quello di Pandino, adesso minaccia di indire una gara d’appalto per conto proprio facendo gestire i rifiuti ai privati. Si vogliono creare così altri problemi credo più per ragioni di parte che non di sostanza. Se qualche partito vuole rompere l’unitarietà del territorio su questo tema se ne assumerà totalmente la responsabilità davanti agli elettori».