Il Piccolo del Cremasco

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venerDI’ 26 febbraio 2010 • Supplemento settimanale al n° 8 de "Il Piccolo Giornale"

€ 0,02 Copia Omaggio

Fra cinque giorni potremmo trovarci senza sindaco

Maggioranza, si avvicina l’ora X Martedì, il consiglio comunale della verità. Si fa la conta di quanti nel centrodestra potrebbero non votare la variante urbanista dell’area Stalloni. Intanto si fa sempre più rovente la polemica sul «caso Pesadori»: espulso dal suo partito (Pdl), ma difeso da Bruttomesso l’ospite

Continua il braccio di ferro sotto le pensiline

Gli sciacalli del quartierino

G

Mercato: gli Ambulanti sono disposti a tutto per difendere il loro lavoro

Crema, a pagina 17

Le due giornate di orientamento

La situazione nel Cremasco

Ma quale università e lavoro scegliere? E’ stato un successo

Moratoria dei mutui per le famiglie e per le imprese Crema, a pag. 21

• I vertici del Pdl sanno di giocare, forse, la loro ultima partita. E mandano un messaggio che non lascia dubbi a interpretazioni: se qualche consigliere della maggioIl sindaco di Crema, ranza vota contro il Bruno Bruttomesso progetto del centrodestra su Stalloni e via Verdi, costringerà il sindaco a dimettersi. Crema si troverà senza governo e si andrà alle elezioni. Chi si assumerà questa responsabilità? Il ricatto sta tutto qui. I consiglieri eletti dai cremaschi non dovranno dire di sì o di no a un progetto amministrativo, valutarne pregi e difetti, ma saranno messi di fronte a una scelta ideologica. Cose da Prima repubblica. • Morire per gli Stalloni? Il centrodestra accetta di correre il rischio di far cadere il sindaco Bruttomesso per alcune camere d'albergo, per qualche posto auto sotterraneo e per una deci- incremento ippico: area della discordia na di cavalli da monta? E' questo che ancora non si riesce a capire. E che da adito a interrogativi odiosi e rimasti sempre senza risposta: che cosa ci sta sotto? Perché, poi, tanta fretta di chiudere la questione? E come mai, improvvisamente, l'area degli Stalloni è diventata così importante per la nostra città? Mah. E' davvero un rebus. Un mistero. Un enigma. Rivoluzione nel commercio

Mark2: nasce un nuovo Centro servizi ▲

Crema, a pag. 19

li sciacalli del quartierino non sono figure nuove fra i politici e gli imprenditori che stanno appollaiati sui rami frondosi dell’Urbanistica, impegnati a spolparne i succulenti frutti appesi, infischiandosene della legge, tacciati, per loro fortuna, di essere dei “birbantelli” e non dei ladri patentati; sono politici ed imprenditori che non si preoccupano di vivere sulle disgrazie del paese, sui terremoti, sulle alluvioni che spesso loro stessi hanno favorito con costruzioni in cui nessuno controllava quanto cemento e ferro fossero stati messi, sghignazzanti nelle lunghe telefonate in cui si chiudevano accordi fra amici e parenti, disposti a distribuire i favori di piacenti fanciulle, quasi certi di una impunità che ormai dilaga in questa nostra povera Italia. Siamo di fronte ad una concezione del potere in questo paese che non ha più contrappesi democratici. Un paese come il nostro gravato da uno dei debiti pubblici più alti d’Europa, bloccato da riforme più volte promesse e mai realizzate, con un livello di disoccupazione crescente e dai riflessi sociali preoccupanti, che vive una delle più devastanti crisi economicofinanziarie degli ultimi cento anni, che vede le istituzioni democratiche attraversate da una crisi istituzionale senza eguali, un paese che non sopporta più gli annunci non seguiti da fatti, un paese insomma che non capisce come si possa definire “birbantello” qualcuno che si intasca una mazzetta da 5mila euro in un pacchetto di sigarette e che si chiede quanti soldi siano stati infilati in altrettanti pacchetti, o meglio stecche, di sigarette, per le opere della Maddalena, dei mondiali di nuoto e, dolore su dolore, della ricostruzione de L’Aquila. Funzionari pubblici, sindaci, assessori, costruttori, imprenditori, gente che ha perso il senso dello Stato e delle istituzioni e che ha capito come chi ha potere gode di impunità non consentite ai privati cittadini, gente capace di cavalcare la dilagante volgarità della nostra classe dirigente, incapace ormai di indignarsi, di rabbrividire davanti agli scambi di favori contro prestazioni sessuali, abituata alla mazzetta ed a scaricarne il costo su opere pubbliche costosissime o mal realizzate, gente abituata alle raccomandazioni di ferro che cancellano le conclamate capacità di altri candidati. Forte è la sensazione di un paese addormentato da troppe promesse e che ha perso la voglia di reagire preferendo un tranquillo modo di vivere in cui ognuno pensa per se stesso. Appaiono come fari nella notte notizie come quella di Bari dove i docenti dell'università hanno votato contro la vincitrice di un concorso a medicina perché raccomandata e figlia di un “barone” o come la commovente ribellione degli abitanti de L’Aquila stanchi di promesse televisive, notizie di cui vorremmo trovare pieni i giornali, indizio sicuro di un paese che sta ritrovando dignità, voglia di combattere e democrazia. Enrico Tupone tuponee@alice.it

Il ricatto del «tutti a casa» Morire per gli Stalloni

Crema, a pag. 23

Il CASO- Aveva vinto un concorso all'ospedale di Crema, ma... Mirko sostiene: «La mia colpa? E' quella di essere un disabile» - a pag. 22


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