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Anno XI • n° 26 • VENERDÌ 1 LUGLIO 2011

Settimanale • € 0,02 copia omaggio

NUOVA VIABILITA’

alle pagine 4-5-6

LA STRADA SUD COLLEZIONA TANTI «NO»

Cittadini divisi sul progetto che prevede un percorso all’interno del parco del Morbasco, Il comitato dei contrari ha già raccolto 600 firme. Tutti sono d’accordo che andrebbe risolto il problema di via Giordano. Secondo l’architetto Terzi, «Le priorità sono altre e comunque la città deve svilupparsi a nord»

S

L’EDITORIALE

STRADA SUD

STUPISCE L'ASSESSORE NOLLI

Bilancio comunale, ora i conti non tornano più ▲

a pagina 7

LA PROTESTA DEI MARMISTI DI VIA CIMITERO

CALCIO PRIMA DIVISIONE

VIAGGIO NELLO SPORT

Cremo, amichevole di lusso con l’Inter il 20 luglio in ritiro

Il pugilato è tornato ai fasti del passato

a pagina 38

Treni «Il sud della Lombardia è considerato di serie B» GUARDIA DI FINANZA

«A Cremona torna a crescere l’evasione fiscale» ▲

a pagina 12

Vanoli Braga, anche D’Ercole è confermato ▲

a pagina 36

BASKET SERIE A

a pagina 8

INTERVISTA A DARIO BALOTTA

SALDI AL VIA IL 2 LUGLIO

«Da tre anni lavoriamo dentro ai container» ▲

a pagina 3

Iniziano contemporaneamente in tutta Italia. Le speranze dei commercianti

e ne parla fin da...». Se ci pensate, questa frase ricorre spesso quando, nel nostro Paese, si parla di grandi opere pubbliche: che sia la TAV, o il ponte sullo Stretto, oppure le centrali nucleari, o la Strada sud della nostra Cremona. È del tutto evidente che l’Italia soffra di una cronica carenza di politiche programmatorie. Non siamo certo fautori dei piani quinquennali di sovietica memoria, ma è un fatto che, attraverso la programmazione degli investimenti, delle linee di sviluppo dei territori, e anche, perché no, delle scelte in materia di formazione, istruzione, ricerca, un Paese possa creare e condividere un’idea di futuro. Altrimenti, accade che le grandi opere siano come le sirene che ammaliano con il loro richiamo e poi portano, metaforicamente, a scontrarsi con la realtà. Accade allora che alla TAV non sia contraria solamente la posizione: purché non nel mio giardino! ((si chiama posizione NIMBY, acronimo inglese per Not In My Back Yard: “Non nel mio cortile”, appunto) ma anche alcuni studiosi che la ritengono ormai obsoleta, in quanto i flussi e la tipologia di traffico ferroviario sono oramai cambiati. Sono i numeri che parlano... per non dire delle centrali nucleari, che il referendum ha comunque cancellato, ma la cui realizzazione avrebbe comportato tempi non solo lunghi, ma in completo scostamento dalle scelte fatte da altri Paesi e dallo sviluppo tecnologico. È cresciuta la coscienza ecologica dei cittadini, che vedono grandi pericoli ambientali nella realizzazione di opere di forte impatto. Lo leggiamo anche nella nostra inchiesta: si considera l’impatto troppo oneroso, rispetto agli ipotetici vantaggi. La Giunta di piazza del Comune si è sempre vantata di saper ascoltare la gente, lo faccia anche questa volta. Insomma, occorre stare in contesto, stare nel presente con lo sguardo volto al futuro. La politica italiana, a tutti i livelli, spesso si affanna sui veti reciproci, o sugli interventi spot, o sui cosiddetti tagli lineari, quelli indifferenziati, appunto senza programmazione alle spalle (aspettiamo comunque di vedere la manovra finanziaria di queste ore). Ma il bene comune richiede altro. Io la penso così. Daniele Tamburini daniele.tamburini@fastpiu.it

a pagina 10

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