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PICCOLO
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Anno XII • n° 2 • VENERDÌ 13 GENNAIO 2012
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LE SCELTE DEL GOVERNO SUL COMMERCIO
Settimanale • € 0,02 copia omaggio
alle pagine 4-5
LIBERALIZZAZIONI: I CONSUMATORI DICONO SI’
La manovra di Monti prevede la possibilità che gli esercizi restino aperti oltre l’orario di chiusura canonico e nei festivi. Una scelta che i cittadini approvano, ma che trova resistenza nei negozianti e nei sindacati: «In questo modo si agevola solo la grande distribuzione» L’OSPITE
Tasse: dove vanno a finire i soldi?
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SULLE STRADE
Troppi incidenti mortali, la colpa è di alcol e velocità ▲
a pagina 3
SISTEMA IDRICO
Un esperimento tenta di mettere in dubbio l’eccellenza dell’antica tradizione cremonese Dopo cinque anni in grigiorosso Fietta vuole la B
Vanoli Braga, è indispensabile battere Treviso
Derby di Milano: ultima chiamata per i nerazzurri A pagina 34
In ricordo di don Luisito Bianchi, il prete operaio a pagina 9
CALCIOSCOMMESSE
Le dichiarazioni di Doni fanno tremare il mondo del calcio ▲
a pagina 33
SPORT WEEK
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a pagina 31
BASKET LEGA A
a pagina 7
DOPO LA SCOMPARSA
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CALCIO - INTERVISTA
a pagina 6
Torchio: «Ora i Comuni si devono imporre con forza» ▲
I LIUTAI DIFENDONO GLI STRADIVARI
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ono tutti d’accordo che lo Stato debba colpire gli evasori, ma la domanda che gli italiani sempre più spesso si pongono è la seguente: lo Stato come usa i soldi delle tasse? Perché come già detto, non si possono pagare imposte svedesi e ricevere in cambio servizi di bassa e infima qualità. Che cosa si chiede, quindi, allo Stato perché si metta anche lui in regola con i cittadini dai quali pretende, giustamente, le tasse? Ecco alcune priorità: nessuna auto blu in circolazione, via i politici che si fanno pagare i conti dell’hotel o si fanno regalare le case con vista sul Colosseo e a Montecarlo, basta con i vitalizi ai parlamentari, taglio netto agli stipendi esorbitanti di onorevoli, senatori e dirigenti pubblici, rottamare le Province, dare un colpo di spugna alle migliaia di municipalizzate, pareggiare i bilanci degli enti pubblici (a cominciare dallo Stato). Lo Stato, quindi, dimostri ai cittadini di essere virtuoso, e vedrà che gli italiani pagheranno le tasse. Ma tasse eque. Come negli Usa dove il fisco preleva il 35% e non il 50% e oltre come in Italia. Dove la Pubblica amministrazione non paga a 180 giorni. Dove i parlamentari non sono 945 come nel nostro Paese, ma solo 435 e per una nazione di 281 milioni di abitanti. Dove i servizi sono eccellenti. Dove si scaricano tutte le spese. Detto questo, è evidente che negli Stati Uniti viene messo giustamente in galera chi non paga le tasse perché, al di là delle questioni morali, deve lavorare solo 3 mesi per lo Stato e non 6 come in Italia. Bisogna, in poche parole, capovolgere il concetto che da troppi anni ha dominato la filosofia di questo Paese: lo Stato pretenda giustamente le tasse, ma ne pretenda sempre di meno perché nel frattempo è diventato più virtuoso e risparmioso. E allora vedrà che anche gli italiani, pur soffrendo sempre, pagheranno il giusto tributo al fisco. r.a.
a pagina 8