Il Piccolo Giornale di Cremona

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Anno XI • n° 19 • VENERDÌ 13 MAGGIO 2011

Settimanale • € 0,02 copia omaggio

UNA GENERAZIONE SENZA LAVORO

alle pagine 8-9

GIOVANI MA DISOCCUPATI: SONO IL 26%

Gli ultimi dati Istat dipingono un quadro molto preoccupante. Sono i giovani tra i 15 e i 24 anni le prime vittime della mancanza di lavoro, ma molti sono anche coloro vivono di precariato. Per il prof. Piero Ganugi la scuola dovrebbe fare da trait d’union tra domanda e offerta» L’EDITORIALE

Augusto Galli confermato presidente

Approvato il bilancio comunale: aumenta l’irpef ▲

a pagina 7

a pagina 6

SCUOLA

a pagina 11

Proteste degli insegnanti per il test Invalsi

SUICIDIO

Il nipote di Roberto Farinacci si uccide sulla tomba del nonno ▲

ARREDO URBANO: IL VOLTO PUBBLICO DI CREMONA NON PIACE

IL CENTRO CITTA’ NON E’ VALORIZZATO CALCIO - A SORRENTO

BASKET - SCONFITTA A MILANO

Cremo, finalmente domenica si chiude una brutta stagione

Gruppo Triboldi ko con un’Armani Jeans molto più motivata a pagina 37

E’ una volata a tre per qualificarsi alla Champions ▲

a pagina 35

CALCIO - UDINESE IN POLE

a pagina 39

a pagina 10

TORNANO GLI INCENTIVI

alle pagine 3-4-5

esidero tornare, a costo di ripetermi, sulla situazione del mondo giovanile nel nostro Paese. Ne scriviamo all’interno del giornale. L’Istat ci dà, purtroppo, ancora brutte notizie dal fronte lavoro: il tasso di disoccupazione è cresciuto a marzo, e il 26% dei nostri giovani è senza lavoro. Stiamo parlando di giovani di età compresa tra i 15 ed i 24 anni: l’età in cui ci si affaccia alla vita. Il dato è estremamente preoccupante anche perché l’Italia ha bisogno di crescere e può crescere, come dicono gli economisti e gli addetti ai lavori, solo recuperando una produttività totale dei fattori. Per non parlare dei cosiddetti Neet (Non in Education, Employment or Training), ossia i giovani che non sono più inseriti in un percorso scolastico-formativo, ma neppure impegnati in attività lavorativa: si tratta di due milioni di soggetti. Dobbiamo avere il coraggio di dirci che, in questo modo, non si va da nessuna parte. È importante, certo, che si salvaguardi il patto di stabilità o che diminuisca il debito pubblico, ma è più importante dare una speranza per il futuro. Dai debiti ci si può liberare, dalla crisi si può uscire, anche se la cinghia, ormai, è forse giunta all’ultimo buco: ma una generazione consegnata all’assenza di futuro, quella si rischia di non poterla recuperare. Ha detto un filosofo che, per questi giovani, l futuro non si presenta più come una promessa ma come una minaccia. E’ ora di fare, seriamente, qualcosa di concreto. Mi viene in mente una frase di Pier Paolo Pasolini: “il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia”. Sto forse perdendo il mio ottimismo? Daniele Tamburini daniele.tamburini@fastpiu.it

In Consiglio

D

La minaccia del futuro

Autostrade Centropadane

alle pagine 21-23

Fotovoltaico, parte il quarto Conto Energia

DOMENICA PRIMA DELLA SFIDA CON SASSARI

In regalo al PalaRadi il poster della Vanoli Braga


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