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PICCOLO
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Anno X • n° 12 • VENERDI’ 20 MARZO 2009
FINANZIAMENTI NEGATI E FIDI A CARO PREZZO
Settimanale • € 0,02 Copia Omaggio
BANCHE: CONTINUA L'ALLARME CREDITO
Ma qualche rubinetto comincia ad aprirsi: l'associazione Industriali ha firmato alcuni accordi con istituti cremonesi per plafond di 55 milioni. E' anche crisi liquidità: i clienti delle imprese o non pagano o pagano con forte ritardo.
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La crisi finanziaria scaricata sulle aziende
Amianto
Ambiente
Serve più chiarezza sui dati
Cava a San Sigismondo: un no corale ▲
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Elezioni
Ferrovie
Pdl: ancora incertezze e ultimatum
Cr-Bs: sarà gestita dalle due province
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Il presidente di AnieConfindustria, Guidalberto Guidi, ha affermato: «Molte piccole medie imprese rischiano di essere travolte e costrette alla chiusura dalla morsa costituita dalle richieste delle banche di rientro immediato dallo scoperto, dalle forti restrizioni al credito e, contemporaneamente, dal pesante calo di vendite». E l'Api, l'associazione piccole imprese di Torino, ha evidenziato come il 39,1% delle nuove richieste di finanziamento siano state rifiutate dalle banche, accompagnate inoltre da un aumento del costo dei prestiti: «Ancora ad aprile, nel mondo immobiliare, lo spread era compreso fra 1,4 e 1,6 punti percentuali oltre l'euribor» è stata la denuncia del presidente di AssimpredilAnce, Claudio De Albertis, «mentre oggi siamo a 2-2,5 punti anche 3 punti percentuali». I cinque miliardi messi a disposizione da Unicredit accompagnati dagli 800 milioni offerti da Intesa Sanpaolo e dai 600 milioni di fondo di garanzia del governo sono solo un primo passo per far fronte ad una crisi che non può e non deve scaricarsi sul mondo delle piccole e medie imprese italiane. Enrico Tupone
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l peggioramento della congiuntura internazionale nell’estate del 2008 ha sicuramente costretto a rivedere al ribasso le prospettive di crescita delle piccole e medie imprese italiane, vale a dire di quel settore produttivo che sino ad oggi ha dimostrato di avere capacità di ammodernamento, riqualificazione, flessibilità e competizione che spesso le grandi industrie manifatturiere non hanno avuto. Gli interventi concordati a livello mondiale per il rilancio dell'economia e per la ricostituzione di un clima di fiducia avranno certamente un impatto sul nostro tessuto industriale che così potrà agganciare la ripresa che, per la maggior parte degli esperti, non arriverà comunque prima della fine dell'anno prossimo. Occorre tuttavia scongiurare l’altro grande pericolo per la stabilità delle piccole e medie imprese italiane: la stretta del credito. Da un sondaggio condotto recentemente dalla Banca d’Italia presso 4mila aziende è emerso un dato preoccupante: oltre il 50% degli imprenditori si è trovato ad affrontare un peggioramento delle condizioni di credito.
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Bufera canile: Corada minaccia la querela alla «Lega per la difesa del cane» a causa di un volantino diffamatorio - A pag. 6