Il Piccolo Giornale di Cremona

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Libere Opinioni crisi/2

Chi auspicava la decrescita ora si strappa i capelli Caro direttore, durante l'estate scorsa ho letto quanto autorevoli autori hanno scritto auspicando la "decrescita" e prendendo le distanze dal Pil, ossia lo strumento con cui gli economisti misuravno e continuano a misurare il benessere e cioè lo stato di salute di un'economia. Confesso che molte "cose" lette m'avevano lasciato per lo meno perplesso! Tuttavia, sotto-sotto mi andavo dicendo che la "strada", troppo in discesa ed apparentemente diritta - su cui "stavamo precipitando a valle" - avrebbe pur dovuto trovare una fine. Quel che accadde ormai lo sappiamo tutti, anche se nessuno oggi può onestamente e ragionevolmente dire come e quando finirà la crisi che ha investito il mondo intero... Tra l'altro noto che nessuno più parla di decrescita; ed anzi coloro che maggiormente l'auspicavano ora si "strappano le vesti e i capelli" perchè, senza lavoro, non c'è più il "posto di lavoro", lo stipendio e via dicendo...Ma, certamente, non è questa la tanto auspicata "decrescita"... Luigi Bellini presidente Unione Consumatori Cremona * libera agricoltori

Orgogliosi di aver operato negli interessi dei produttori Caro direttore, La Libera Associazione Agricoltori Cremonesi, esprime grande soddisfazione per l’esito della votazione sul cosiddetto decreto Zaia, licenziato dal Senato. In particolare dopo l’approvazione dell’emendamento che prevede la rinuncia ai contenziosi per poter accedere alla rateizzazione e quindi alla assegnazione delle quote aggiuntive ottenute dalla Unione europea lo scorso novembre. La Libera ha sempre sostenuto una linea a favore della legalità e di tutela dei soci che avevano investito nel regime delle quote latte, si parla per la sola provincia di Cremona, di ben 300 milioni di euro. Per la difesa della propria linea sindacale, la Libera di Cremona con Confagricoltura Lombardia e Confagricoltura, insieme alla Cia sono state i principali fautori della manifestazione di Arcore. Manifestazione messa in piedi in pochi giorni e con un grande sforzo organizzativo che ha avuto un successo ed una eco clamorosa, nonostante quello che ne dicano i detrattori. Quegli stessi detrattori che mentre noi eravamo in prima linea a difesa dei produttori di latte emettevano comunicati inneggianti ai successi di emendamenti del tutto ininfluenti. Analogamente, a cose fatte, lo stesso relatore, dopo aver constatato la mancanza di certezze nel recupero delle risorse - evidenziate dalla ragioneria dello Stato – si è prodigato nel sostenere il successo di tutte le organizzazioni, in particolare di quella assente ad Arcore. La realtà è che senza Arcore nulla sarebbe cambiato. Non solo, occorre ancora tenere alta la guardia affinché le cose non cambino ancora. Quanto ottenuto è frutto di mediazione politica, e si sa quanto questa sia ballerina.

Venerdì 13 Marzo 2009

La Libera rimarca che non ha voluto un aumento di quote e tanto meno il decreto che le andasse a ripartire in modo tanto iniquo. Ma il testo licenziato dal Senato rende almeno un minimio di equità e di giustizia e la Libera si sente orgogliosa di avere operato nell’interesse dei produttori. Al contrario di chi è sceso in campo ad Arcore vi è qualcuno che si deve vergognare della propria assenza e che ora si affretta a salire sul carro del vincitore. Così come qualche europarlamentare con la coscienza non proprio linda che, nonostante la grazie ricevuta, continua ad emettere sentenze e a pontificare dal suo esilio dorato. Per finire la Libera chiede un incremento delle risorse da mettere a disposizione di chi ha investito in quote per la ristrutturazione del debito e il ripristino con importi cospicui del fondo di solidarietà nazionale con cui si deve chiudere la campagna assicurativa 2008 e affrontare quella della nuova annata. Libera Agricoltori Cremona * cinema e politica

No ai finanziamenti pubblici al film su Prima Linea Caro direttore, "Ci hanno detto che lo Stato va amato e rispettato e, noi, stupidi Soldatini di piombo, lo abbiamo fatto.Ci hanno insegnato che la Patria va difesa anche con la vita e, noi, semplici soldatini di piombo, abbiamo eseguito. Noi… Leggendo il giornale, ho appreso che lo Stato ha dato 1,5 milioni di euro come contributo alla realizzazione del Film su Prima Linea. La versione cinematografica del libro "Miccia corta" di Sergio Segio, uno dei capi del gruppo terroristico di sinistra che negli anni '80 contribuì ad insanguinare l'Italia, avrà come protagonisti Riccardo Scamarcio e Giovanna Mezzogiorno. Non bastava ciò, il sindaco di Milano Letizia Moratti ha dato anche il patrocinio del comune (in sintesi altri soldi). I familiari delle vittime di prima Linea hanno detto che restituiranno le onorificenze ricevute. Io, sinceramente penso che sia completamente errato destinare soldi pubblici per un'operazione culturale che rischia di fare confusione o, peggio, di far passare una visione romantica del terrorismo. I soldi pubblici, anziché sponsorizzare tali film, dovrebbero essere utilizzati per tenere viva la memoria delle vittime. Ciò che ritengo assolutamente errato e disumano è la scelta di utilizzare i soldi pubblici (in parte provenienti anche dalle tasse da me e dalla mia famiglia regolarmente pagate) per sponsorizzare tali generi di pellicole. Non era bastato dare 250.000 euro per il Film Sol dell'avvenire di Fasanella\Pannone sulle BR, ora tocca a Prima Linea. A questo punto, se fossi in Franceschini e Ognibene, appartenenti alle Brigate Rosse, chiederei un'integrazione economica per il Film da loro direttamente recitato. Le ex Brigate Rosse possono avere meno contributi statali degli ex di Prima Linea? E noi, inermi soldatini di piombo, rimaniamo a guardare un esercito che si scioglie lentamente… Lorenzo Conti

smog

Cremona più inquinata DALLA PARTE della grandi capitali europee DEI CITTADINI

di Damiano Talamazzini

Responsabile Provinciale Patronato Epaca

Questa rubrica rappresenta un luogo d'incontro a disposizione dei nostri lettori, nato per rispondere a dubbi e quesiti in materia di diritti previdenziali e assistenziali. Le lettere rivolte al Patronato Epaca possono essere indirizzate alla nostra redazione, per posta o via e-mail, oppure direttamente al Patronato Epaca (epaca.cr@coldiretti.it). ma la Legge attuale tutela anche le madri non lavoratrici?. Lettera frmata La legge prevede forme di tutela anche per le madri che, al momento del parto o dell’ingresso in famiglia del bambino in affidamento o adottato, non possono essere considerate lavoratrici. Per questo motivo sono stati istituiti 2 tipi di assegno, 1 a carico dello Stato in favore di ex lavoratrici, ed 1 a carico dei Comuni, per le madri appartenenti a nuclei familiari con redditi bassi. In entrambi i casi, sia per l’assegno di maternità dello Stato sia per quello dei Comuni, è l’Inps che paga. Spetta alla madre, anche adottante o affidataria, che sia cittadina italiana o comunitaria, oppure cittadina extracomunitaria in possesso (al momento della domanda) di carta di soggiorno, residente e soggiornante in Italia al momento della nascita o dell’ingresso del bambino in famiglia. La madre deve: • essersi dimessa volontariamente dal lavoro durante la gravidanza ed avere almeno 3 mesi di contribuzione nel periodo compreso fra i 18 e i 9 mesi precedenti

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Assegno di maternità e tutela alle madri non lavoratrici

la nascita del bambino (o il suo inserimento in famiglia, nel caso di adozione o affidamento). I contributi possono essere relativi ad attività lavorativa subordinata (compresi i lavori socialmente utili) o parasubordinata; • aver avuto precedentemente diritto ad una prestazione dell’Inps (es. in caso di malattia o disoccupazione, aver lavorato almeno 3 mesi, purché non sia trascorso un determinato periodo di tempo, comunque mai superiore ai 9 mesi). La carta di soggiorno prescinde dall’attività svolta, ma può essere rilasciata solo se il richiedente: è regolarmente soggiornante in Italia da almeno 6 anni; possiede, all’atto della richiesta, un permesso di soggiorno che consenta un numero non predefinito di rinnovi (lavoro subordinato a tempo indeterminato, autonomo, famiglia, motivi religiosi se l’attività pastorale è a tempo indeterminato ecc.); ha un reddito sufficiente al sostentamento proprio e dei familiari conviventi; non è stato denunciato e rinviato a giudizio per gravi reati. L’assegno di maternità dello Stato può essere concesso anche al padre nei seguenti casi: decesso della madre naturale, adottante o affidataria preadottiva; abbandono del bambino da parte della madre; affidamento esclusivo del bambino al padre; che sia adottante non coniugato; che sia affidatario preadottivo separato; che sia adottante separato. In presenza di determinati presupposti l’assegno può essere concesso all’affidatario (in caso di non riconoscibilità o non riconoscimento del neonato da parte di entrambi i genitori naturali).

In caso di incapacità di agire del genitore, la domanda e la relativa documentazione devono essere presentate dal legale rappresentante dell’incapace in nome e per conto di quest’ultimo. Anche il padre che richiede l’assegno dello Stato deve essere in possesso della cittadinanza italiana o di un Paese dell’UE, oppure (se extracomunitario) della carta di soggiorno, da cui risulti che era residente e soggiornante in Italia al momento della nascita del figlio o dell’ingresso in famiglia del bambino adottato o affidato. La domanda di assegno di maternità dello Stato deve essere presentata entro il termine perentorio di 6 mesi successivi al parto o all’ingresso del bambino in famiglia alla sede Inps di residenza.L’assegno di maternità dello Stato non è cumulabile con quello di maternità concesso dai Comuni e viene riconosciuto alle donne non lavoratrici, non iscritte ad alcun fondo previdenziale.

Sempre disponibili per tutti i Cittadini interessati, per fornire un'adeguata informazione, consulenza e chiarimenti, i nostri uffici Epaca in Cremona e Provincia, si trovano: • CREMONA Via D. Ruffini, 28 (adiacente Hotel IBIS) Tel. 0372/435620 • CREMA Via Macello, 34 Tel. 0373/256501 • CASALMAGGIORE Via Cairoli, 3 Tel. 0375/42132 • SORESINA Via Matteotti, 12 Tel. 0374/342329 • CREMONA Via Ala Ponzone, 8 Tel. 0372/499811

cremona accerchiata dai passaggi a livello La nostra città è circondata da numerosi passaggi a livello che procurano molti disagi. Il problema di questa morsa, che porta il traffico al collasso, si trascina senza essere risolto da tanti, troppi anni. Tale situazione, oltre agli innumerevoli problemi quotidiani, all’inquinamento atmosferico, ai rallentamenti che procura ai treni, è anche fonte di tragici incidenti. Quello di via Ghinaglia - via Milano causa lunghe colonne di automezzi, anche in via Massarotti, inoltre impedisce l’uscita dei veicoli parcheggiati ai lati della strada e pure il transito dai passi carrai. Si produce inquinamento poiché i veicoli in sosta hanno spesso il motore acceso per far funzionare il condizionatore d'estate ed il riscaldamento d'inverno. Sono causa poi di notevoli disagi per accedere agli esercizi commerciali. Analoga situazione in via Brescia, via Persico, via Rosario

e via S. Bernardo. Quest'ultimo poi oltre ad essere nei pressi delle sbarre di Via Brescia è vicinissimo ad un incrocio con semaforo causando spesso ingorghi. E’ stato calcolato che complessivamente le sbarre in un giorno si chiudono più di 200 volte, per un tempo globale di chiusure che mediamente supera le 20 ore totali. Alcuni anni fa la Regione stanziò una somma di denaro che copriva in buona parte il progetto, già pronto, per Via Ghinaglia, ma misteriosamente tutto s’insabbiò. Il Comune ha perso un’altra buona occasione col Piano Regolatore del 1999, quando rese edificabile una grande area che da Via Brescia va fino alla Stazione, di proprietà delle Ferrovie, non inserendo il vincolo d’eliminazione di un passaggio a livello. Analogamente il nuovo PGT (ex piano regolatore) appena approvato consentirà la trasformazione di un'importante area produttiva a ridosso di

via Ghinaglia, ma anche in questo caso nessun cenno all'eliminazione del passaggio a livello. Considerando anche la situazione tragica dei pendolari che si protrae da troppi anni, il pessimo funzionamento dei treni e della Stazione, sembra che Cremona sia ostaggio delle Ferrovie. A conferma di ciò, è notizia recente che l'amministrazione comunale abbia approvato su richiesta delle Ferrovie il progetto di eliminazione del passaggio a livello di San Felice per un costo stimato di circa 3,5 milioni di euro: questo è in verità l'unico che funziona bene, non crea code o disagi e resta abbassato per circa trenta secondi! Tutto questo pare davvero assurdo e conseguenza di una completa mancanza di programmazione e percezione delle priorità per i cittadini. Ferdinando Quinzani Carlo Rusca Cremona per la Libertà


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