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VENERDI’ 3 DICEMBRE 2010 • Supplemento settimanale al n° 46 de "Il Piccolo Giornale"
SIAMO ARRIVATI ALLA RESA DEI CONTI
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SINDACO DECISO: «CON ME O CON BERETTA» Lo ha già chiesto agli assessori. Lunedì vuole la risposta. Lo scenario: l’assessore ai Lavori Pubblici non si dimette. Bruttomesso lo obbligherà, allora, ad andarsene. A questo punto, altri assessori abbandoneranno la giunta. Il primo cittadino stacca la spina
Siamo alla resa dei conti: il sindaco Bruno Bruttomesso ha puntato al bersaglio grosso. Ha chiesto le dimissioni del suo assessore più rappresentativo, Simone Beretta. Motivo? «E’ un assessore generoso nell’impegno, ma scarsamente predisposto al dialogo e al confronto». Quasi un capro espiatorio che il sindaco offre ai suoi consiglieri di maggioranza più critici, perché smettano di fare la fronda nei confronti della sua giunta. E’ chiaro che in questo modo si apre una situazione politica assolutamente inedita a poco più di un anno dalla scadenza del mandato amministrativo della maggioranza di centrodestra. Sentito, l’assessore Simone Beretta non commenta direttamente la richiesta di dimissioni nei suoi confronti: «Ci sto pensando» dice, «e del resto non è la prima volta che il sindaco chiede un passo indietro a qualche assessore. La novità ora è che l’ha chiesto pubblicamente». E non è una novità da poco, perché le carte sono scoperte e a vincere la partita non potrà che essere uno solo dei due contenenti. O a perderla entrambi. Il cambio dell’assessore ai Lavori Pubblici, impegnato in realizzazioni importanti a partire al sottopasso ferroviario di via Indipendenza, non potrà che rallentare, se non bloccare del tutto, alcune opere pubbliche che questa amministrazione sperava di realizzare sia pure sul filo di lana. Naturalmente pesa sulla richiesta di dimissioni del sindaco al suo assessore più rappresentativo, il fatto che Simone Beretta è anche, e forse soprattutto, il responsabile provinciale «enti locali» del Pdl. Il maggior partito del centrodestra non potrà esimersi dal far sentire la propria voce sia a livello provinciale che a Crema; e non sarà facile per nulla accettare la messa sotto accusa di un suo importante esponente. Mentre il coordinatore del Pdl, Enzo Bettinelli, si prepara a convocare il vertice del partito a Crema per prende-
Bruno Bruttomesso
re una posizione politica sulla situazione che si è determinata, si moltiplicano all’interno della maggioranza le voci di sostegno nei confronti del sindaco: dai consiglieri Federico Pesadori, a Emilio Pini e a Fulvio Lorenzetti (tutti del Pdl), da Luigi Doldi di «Obiettivo Crema» a Martino Boschiroli dell’ Udc; anche il segretario provinciale della Lega, Angelo Barbati, della Lega non ha nulla da eccepire sulla decisione del sindaco. Naturalmente, a maggior ragione, si fa sentire la voce delle minoranze, che affermano di comprendere l’iniziativa del sindaco anche se la giudicano tardiva e forse un poco disperata: dal Pd ai Verdi, a Sinistra Ecologia e Libertà. E il sindaco? Gli abbiamo parlato e abbiamo avuto l’impressione di un uomo che si sia levato un peso dallo stomaco: quasi sollevato, anche se non si nasconde che il peggio deve ancora venire. «Non potevo fare diversamente: una parte consistente della maggioranza in consiglio comunale mi ha detto che se non l’avessi fatto io, avrebbero presentato loro un ordine del giorno con la richiesta di dimissioni dell’assessore Beretta». E adesso? «Adesso mi aspetto che a fronte della mia richiesta, formulata in termini rispettosi della persona,
Simone Beretta
l’assessore Beretta faccia un passo indietro per il bene della città. Se non lo facesse, tutto diventerebbe più difficile». Non si aspetta reazioni negative da parte di qualche altro componente di giunta o di altri consiglieri comunali? «Agli assessori ho inviato personalmente una lettera in cui spiego le mie ragioni: hanno tutto il tempo e i motivi per riflettere e decidere di conseguenza quale atteggiamento prendere: o con il sindaco o con Beretta. A loro la scelta. Personalmente a questo punto sono pronto a tutto; certo se ci fossero due o tre dimissioni in giunta non potrei farvi fronte e dovrei prendere atto della fine di questa esperienza amministrativa». Quanto all’assessore Beretta giungono voci secondo cui non avrebbe alcuna intenzione di fare personalmente un passo indietro, e semmai, si aspetta una richiesta perentoria ed ultimativa direttamente dal sindaco. Gli altri assessori sembrano essere stati presi in contropiede dal comportamento del sindaco: Massimo Piazzi, come più volte riportato dalla stampa, già in altre occasioni avrebbe a sua volta minacciato le dimissioni; e Maurizio Borghetti non è un mistero che abbia con Beretta un rapporto privilegiato. E come potrebbe essere - chiedia-
mo al sindaco - il comportamento dei consiglieri di maggioranza che invece hanno sempre sostenuto l’assessore Beretta? «Quanto ad altri consiglieri che potrebbero reagire in modo negativo nei miei confronti, credo che tutto sia nelle mani del Pdl perché lo farebbero solo su input del loro partito di riferimento. Questo potrebbe anche accadere, e daccapo si finirebbe con lo staccare la spina, ma non lo credo. Credo in un grande senso di responsabilità e anche un poco nello spirito di sopravvivenza del Pdl». Lascia tutto, allora, nelle mani della politica e dei partiti? «Assolutamente no: ho preso una decisione e intendo condurre in prima persona i prossimi passi. Lunedì in giunta faremo una verifica fra chi è d’accordo con me e chi non lo è, e ne trarrò le prime conseguenze. Subito dopo convocherò tutti i consiglieri della mia maggioranza e tutti dovranno assumersi le loro responsabilità: o si cambia veramente o si va tutti a casa». Non è tutto: è anche aperta la questione «calciotto». «Ho chiesto al presidente Barbati di non coinvolgere l’amministrazione comunale nella faccenda “calciotto” perché le responsabilità, come da decisione del consiglio comunale, sono solo di Scs». L’interessato, in un colloquio personale con il sindaco, ha chiesto tempo. Ovvio che ne voglia parlare con il proprio Consiglio di amministrazione e che attenda l’esito dell’esposto avanzato in sede di causa civile contro le affermazioni ritenute lesive di Franco Bordo. Esito che tarderà fino al 16 dicembre per la richiesta di rinvio formulata dall’avvocato di Scs davanti al giudice. Tutto deve accadere velocemente però, perché il consiglio comunale è già convocato per martedì 14 dicembre. All’ordine del giorno la discussione sul Pgt: un argomento importante, ma che rischia di essere messo in secondo piano dal terremoto politico in atto. Tiziano Guerini
L’OSPITE
E' «l'armata dei peagiàss»
S
di Renato Ancotti rancorotti@gmail.com
econdo il sindaco, l’assessore Beretta ha dichiarato che avrebbe deciso lui come e quando staccare la spina dell'amministrazione comunale. Il sindaco, a sua volta, avverte che la spina la staccherebbe lui. Non credo che nel «palazzo» si rendano conto che i cremaschi, potendo, la spina l’avrebbero staccata loro da molto tempo. A ogni dichiarazione di questa giunta, segue ormai il nulla assoluto. L’estrema litigiosità, la mancanza di competenza e di strategie, le promesse non mantenute, le scuse successive, mostrano una superficialità che rasenta l’incredibile. Qualcuno ha scritto, con l’indomito coraggio di chi non firma mai i propri articoli, che nei miei editoriali «verso fiele» che, in senso figurato, significa che nutro sentimenti di forte avversione, in questo caso contro esponenti politici cittadini. Tranquilli. Casomai trasudo stanchezza e irritazione nel constatare che dopo anni di gestione non si è concluso nulla. Il compianto Monicelli fece, tra i tanti, un film: «L’armata Brancaleone». Sono sicuro che se fosse stato cremasco lo avrebbe intitolato: «L’armata dei peagiàss» o, parafrasando Bertold Brecht: «La resistibile ascesa dei pestapoce». Continuare con questa amministrazione è ormai un accanimento terapeutico verso un malato terminale e irreversibile. Spero che i cremaschi scrivano una supplica all'Enel in modo che finalmente la spina venga staccata. Il futuro? Una lista civica partecipata da persone che considerano la politica non come una fonte di reddito, non sapendo far altro, ma un impegno civile verso il bene comune e la propria città. Non importa se coloro che vi parteciperanno saranno architetti o operai; l’importante che siano dotati di «buonsenso», una dote che mi pare in questo momento sia bandita dalla politica cittadina. Una lista civica con un programma di 10 obiettivi concreti, fattibili, raggiungibili. Per ultimo, che dire della minoranza? Sono il sogno di ogni maggioranza; avere concorrenti così è come rubare in Chiesa. A meno che la strategia sia quella di non sprecare energie perché questa maggioranza, con tutti gli autogol, gioca per loro.