Il Piccolo del Cremasco

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VENERDI’ 14 GENNAIO 2011 • Supplemento settimanale al n° 2 de "Il Piccolo Giornale"

€ 0,02 Copia Omaggio

PERCHÉ TANTA VIOLENZA? RISPONDE LO PSICHIATRA

DRAMMA DELLA GELOSIA: HANNO RISCHIATO LA VITA

Una donna a Castelleone gettata dal balcone. Un’altra, a Monte, stava per essere strozzata. I due uomini, protagonisti di questi episodi brutali, accusati di tentato omicidio. Due fatti isolati? No. I casi sono 80 all’anno. Lo sostiene un’associazione benemerita Gli esperti la chiamano «sindrome di Otello»: è la gelosia patologica che mariti, conviventi e separati, manifestano spesso contro le loro donne, e che spesso li conduce a gesti estremi di violenza contro di loro. Sono episodi che purtroppo sono ricorrenti nelle cronache televisive. Anche il nostro territorio non ne è immune. Sono di questi giorni due notizie che riferiscono appunto di gesti violenti contro le donne compiuti da mariti e conviventi. Il primo è accaduto a Castelleone. Il fatto, per la verità, risale alla fine dello scorso novembre, ma solo in questi giorni gli inquirenti, al termine delle indagini, hanno fatto scattare l’arresto del presunto autore del misfatto. E.A.M. marocchino, già colpito da provvedimenti di espulsione, clandestino di 36 anni, è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio nei confronti della convivente, avendola "lasciata cadere" da un balcone della loro abitazione posta al 2° piano. La donna, anch’essa di origine marocchina ma in Italia regolarmente dal 2003, ha dovuto essere ricoverata in ospedale. L’uomo invece, è stato tradotto nel carcere di Cremona. Il secondo episodio riguarda un autotrasportatore di Spino d’Adda separato dalla moglie fin dalla scorsa estate. L’accusa: aver tentato di strangolare col cappio di una fune l'ex moglie dopo averla attesa in strada a Monte. Aggredita alle spalle, la donna, con le proprie grida e il tentativo di sottrarsi all’agguato, ha attirato l’attenzione dei passanti, e questo ha costretto l’uomo alla fuga. Già denunciato dalla moglie fin dallo scorso settembre per molestie, l’uomo è stato arrestato e rinchiuso nel carcere di Cremona.

Sono due episodi purtroppo fra tanti. Ma qual è in proposito il parere dell’esperto? Abbiamo sentito il dottor Roberto Poli, responsabile del servizio psichiatrico dell’ospedale di Cremona. «La gelosia fra coniugi è rappresentata da una gamma molto ampia di comportamenti: da una forma morbosa ma non particolarmente violenta di insicurezza del rapporto col partner, fino al patologico delirante che può portare a gesti estremi sugli altri e su di sé». Ma qual è la causa? «Le cause possono essere diverse, alcune reali ma molto spesso del tutto fantasiose. In fondo c’è comunque sempre una insicurezza di sé e un basso livello di autostima. Spesso si parte da una semplice gelosia ingiustificata per poi vivere in modo sempre più ansioso ed accentuato uno stato di disagio incontrollabile». Pare di assistere a un'accentuazione del fenomeno in questi ultimi anni. E’ vero? «Non parlerei di accentuazione del fenomeno che c’è sempre stato. Probabilmente si tratta di una maggior presa di coscienza della possibile gravità del fenomeno sia da parte delle vittime - un tempo più costrette a subire - sia da parte delle autorità legislative e repressive. Quando la manifestazione di violenza avviene fra le mura domestiche solo difficilmente emerge

in termini di esplicita denuncia; il fenomeno risulta sottostimato dalle statistiche vuoi per una certa retorica sul concetto sbagliato di riservatezza dell’ambito familiare che ancora sopravvive, vuoi anche perché colpisce il più debole». A Crema da anni agisce lodevolmente l’«Associazione Donne contro la violenza». La presidente è Gianna Bianchetti. «Non è un fenomeno nuovissimo» dice. «Ora, però, è meglio conosciuto, e anche le manifestazioni di molestia vengono giustamente sempre più denunciate dalle donne che ne sono vittime. Anche le forze dell’ordine sono più attente al fenomeno della violenza domestica, grazie anche alla legge di recente emanata, che ne facilita la denuncia». Come si può combattere questa violenza? «La legge e le autorità costituite devono perseguire in ogni modo e tempestivamente ogni possibile situazione di pericolo: è sempre meglio prevenire. Però è soprattutto un fatto culturale ed educativo quello che potrà portare ad un rapporto fra uomo e donna equilibrato e rispettoso». Come si presenta nel nostro territorio questo vero e proprio crimine della violenza contro le donne messa in atto da mariti, conviventi, separati? «Come associazione veniamo a conoscenza di circa 80 casi all’anno, di cui solo il 10% è riferibile ad extracomunitari. E’ però chiaramente la punta dell’iceberg quella che emerge, e soprattutto sono le donne più determinate o disperate quelle che vengono da noi o dalle forze dell’ordine, con cui abbiamo un’ottima collaborazione, specie da quando la polizia ha costituito un ufficio contro le molestie subite dalle donne». Tiziano Guerini

LA POLEMICA

L'ECONOMIA

Esperienza da non ripetere

La rivoluzione Mirafiori

L’

di Enrico Tupone tuponee@alice.it

accordo di Mirafiori, sottoposto in questi giorni a referendum, prevede un sì come risposta obbligata, una approvazione non dettata dal convincimento degli operai che vedono venir meno tutele e condizioni di lavoro ma dalle regole di un mercato globale che tende ad una competizione esasperata, necessaria per confrontarsi con paesi emergenti che hanno costo del lavoro basso e livelli produttivi elevatissimi. L’accordo disegnato da Marchione per la FIAT prevede di fatto una serie di variabili non più legate ad un contratto nazionale di categoria ma modellato sulle condizioni dell’azienda, connesso alle necessità di produzione ed alle richieste del mercato. Negli Stati Uniti questi tipi di contratto sono la regola mentre in Europa si è tentato sino ad ora di mantenere un quadro nazionale in cui inserire contratti in deroga necessari per stare sul mercato e salvaguardare l’occupazione. Se dovesse prevalere la logica di un contratto aziendale non inquadrato in un contratto nazionale di settore saremmo di fronte ad una rottura epocale del sistema delle relazioni industriali e sindacali; quindi risulta di particolare importanza mantenere aperta una discussione che, dopo l’approvazione dell’accordo per Mirafiori, prosegua cercando di individuare quali sono le nuove regole per salvaguardare la dignità del lavoro, il tessuto sociale, mantenendo buoni livelli di competitività. Rimane da chiedersi se la globalizzazione e le regole che impone sono l’unica risposta ad una domanda di qualità della vita comune a tutti e se lasciare all’economia il guidare la stesura di tali regole porti vantaggi sociali significativi, così come è indispensabile capire come la Politica possa ritornare ad essere il luogo in cui economia, società, lavoro, diversità, possono trovare sintesi e progettualità.

D

di Renato Ancorotti rancorotti@gmail.it

a una parte c’è Bruno Bruttomesso, sindaco di Crema, costretto dal Pdl a tenersi l’assessore Beretta in giunta, altrimenti «si va tutti a casa». Dall’altra c’è Gianni Alemanno, sindaco di Roma, che ha sciolto la sua giunta: l’ha azzerata dopo due anni e mezzo ritirando gli incarichi agli assessori. Due primi cittadini eletti con le stesse regole. Il che significa che il prestigio delle istituzioni non deriva dalle leggi, ma dall’autorevolezza degli uomini (e delle donne). Alemanno, in crisi di popolarità, ha deciso di cambiare squadra. E l’ha fatto in 24 ore. Il nostro sindaco, pure lui in crisi di popolarità, non ha potuto cambiare un assessore in 30 giorni. Un altro esempio? Il “rottamatore” Matteo Renzi, sindaco di Firenze, è risultato il più amato dei sindaci italiani secondo il sondaggio Ipr Marketing per il «Sole 24 Ore». Aveva vinto, senza l’appoggio ufficiale del Pd, le «primarie» nella sua città e poi la corsa a sindaco. E’ uno che ha avuto il coraggio di mettersi contro D’Alema e Bersani. Non due leader qualunque. Mentre a Cremona, il primo cittadino Oreste Perri, partito con un invidiabile prestigio personale, ma rimasto prigioniero dei classici giochetti da Prima Repubblica, è precipitato al 93simo posto, arrivando come gradimento a un passo dalla napoletana Rosa Russo Jervolino. E per fortuna, il quotidiano economico ha limitato il sondaggio solo ai sindaci delle città capoluogo. Se l’avesse esteso a città più piccole come la nostra… Insomma, «il coraggio chi non ce l'ha non se lo può inventare» diceva don Abbondio ne «I promessi sposi». Bruttomesso ha dimostrato politicamente di non averne. Con il rischio che qualcuno della giunta gli possa togliere la spina, in qualsiasi momento. Dopo 10 anni di governo Ceravolo, insomma, il centrodestra ha perso la grande occasione. Ricordiamolo tutti alle prossime amministrative, da uno schieramento all’altro: l’esperienza che stiamo vivendo è sicuramente da non ripetere. Perché troppo avvilente.

INFLUENZA - Cremaschi sotto scacco: il virus sta colpendo molte persone. L’Asl raccomanda di ricorrere al vaccino - Alle pagine 4-5


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