Il Piccolo del Cremasco

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ANNO III • NUMERO 12 • SABATO 22 MARZO 2014

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Comune. La somma spalmata su seconde case e imprese. Intervista a Morena Saltini, assessore al Bilancio

PIÙ TASSE PER 2,5 MILIONI IL PUNTO DI VISTA/1

IL PUNTO DI VISTA/2

Torquemada della sinistra

I conti in tasca allo Stato

di Renato Ancorotti rancorotti@gmail.it

P

ur essendo di centrodestra, confermo che per fortuna c’è Renzi. Una persona che, a differenza dal sentire del suo partito, è equilibrato nei giudizi. Non sentenzia per preconcetti, mentre il Pd nella sua voglia di distruzione di Berlusconi sogna la catarsi, cioè la purificazione di tutti i mali d’Italia. Poi si scopre che anche molti piedissini, in molte Regioni, hanno avuto o stanno avendo problemi gravi con la giustizia. Ma tant’è. Chi vuole Berlusconi sul patibolo? I soliti politici di professione senza qualità che alla meritocrazia preferiscono la mediocrazia, altrimenti non sarebbero arrivati dove sono oggi, mantenuti grazie alle tasse degli italiani. Parlo dei soliti, certo: dei D’Alema, della Bindi, dei Bersani, dei Vendola, dei Ferrero, perchè sono i più noti. Sono gli inutili. Con questi, l’Italia non riuscirà mai a trovare una via d’uscita ai suoi problemi. Si sono accreditati come i Torquemada della sinistra (paragonabili ai sadici inquisitori spagnoli). Basta infierire! Se i giudici del caso Ruby volessero scoprire quelle che sono davvero le «schiave del sesso», per loro basterebbe una semplice indagine sulle prostitute della Paullese, una ex statale che dista solo pochi chilometri dal palazzo di Giustizia di Milano. Oppure possono domandare alla comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, applaudita da Papa Francesco in piazza San Pietro, che ha salvato da percosse, stupri e miseria almeno un migliaio di quelle che un tempo si chiamavano «le donne di strada». Un fatto è certo: da almeno vent’anni c’è una parte della sinistra che vuole sconfiggere Berlusconi per via giudiziaria perché non saprebbe davvero batterlo per via politica, che poi è quella dei consensi, l’unica ammissibile in democrazia. Renzi sta dimostrando di essere diverso da una generazione di politici che non ha più niente da dire. Per fortuna. Nostra

A

AIUTO, SE NE VANNO ANCHE I CARABINIERI

di Enrico Tupone tuponee@alice.it

ffrontare il problema dei costi della macchina statale non è un lavoro facile e ipotizzare tagli significativi è materia che scotta, ma indubbiamente è un esercizio che una volta avviato porta sicuramente dei benefici tangibili se si pensa che i tagli ipotizzati sino ad ora porteranno nel 2016 risparmi per 32mld di euro. Tutti noi abbiamo la sensazione che lo Stato ci costi troppo e tutti noi abbiamo una qualche idea di quali spese tagliare, alcune evidenti come i costi di una macchina politica faraonica, fatta di auto blu, privilegi, affitti di palazzi, stipendi (e non solo quelli dei politici, ma anche dei lavoratori di Camera e Senato che percepiscono stipendi d’oro) oppure i costi dei vari enti variamente inutili. Ma l’elenco si allunga di parecchio se si guardano i capitoli di spesa. A cominciare dalla Sanità, settore in cui applicando il sistema dei costi standard si potrebbe incominciare a risparmiare già nel 2014 almeno 1 miliardo con l’idea che una siringa costi per l’ospedale del sud quanto costa per un ospedale del nord, oppure chiudendo le 2mila società partecipate dagli enti locali perennemente in perdita, o introducendo il concetto di mobilità per i dipendenti pubblici in modo da poter spostare qualcuno da dove non serve. Da non dimenticare, poi, il capitolo della eliminazione degli abusi e delle sovrapposizioni, la possibile riduzione di quegli aiuti alle imprese che vanno ad aziende decotte, per passare a controlli più severi nel campo delle prestazioni sociali e assistenziali, alla informatizzazione della giustizia e all’accorpamento di enti. Dobbiamo liberare risorse, riqualificarle, far sì che si trovino i soldi per dare incentivi a chi assume giovani, tagliare il cuneo fiscale, diminuire le tasse, dare soldi a chi fa impresa, a chi crea lavoro, perché è disonesto chi ruba, ma lo è anche chi vive alle spalle degli altri.


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