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CREMASCO Il
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VENERDI’ 26 MARZO 2010 • Supplemento settimanale al n° 12 de "Il Piccolo Giornale"
MERCATO IMMOBILIARE IN TEMPO DI CRISI
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CREMA, QUANTO COSTA COMPRARE CASA I
L’EDITORIALE
In comune, dopo le regionali
L’ultimo appello dei candidati per il Pirellone
REGIONALI: DOMENICA E LUNEDI’ SI VOTA SARA’ L’ASTENSIONE IL PRIMO PARTITO?
Alle pagine 8-9
Intervista a Walter Donzelli
Troppe le aziende in difficoltà
La nuovissima Casa di riposo sarà vicina all’ospedale
Formazione: sono state coinvolte 250 piccole aziende Crema, a pag. 21
Pdl: solo il 12 a Roma Sindaco e gioco della torre
• Lo ha riferito chi era su quel pullman doppio che da Cremona è partito alla volta di Roma per la grande manifestazione voluta da Silvio Berlusconi. Un evento al quale il premier teneva molEnzo Bettinelli, to. Lo sapete quanti crecoordinatore del Pdl maschi del Pdl hanno risposto alla chiamata del loro leader? Solo 12. Lo sapesse Silvio, non la passerebbe liscia il coordinatore di Crema del Pdl, Enzo Bettinelli. Ma non solo lui. Il primo partito del nostro territorio si è fatto rappresentare da un piccolo drappello di fedelissimi a Berlusconi, fra i quali ce n'erano alcuni che Bettinelli proprio non lo possono sopportare. • Se fosse vera, è grossa davvero. Cremaonline ha pubblicato la notizia che sulla publicazione «NumeroZero» alla domanda rivolta al sindaco Bruno Bruttomesso: «Chi butterebbe giù dalIl sindaco di Crema, la torre tra Beretta e PeBruno Bruttomesso sadori», il primo cittadino ha risposto: «Entrambi, così respirerei un po'». Come interpretare questa frase? Per una battuta ironica che voleva solo far ridere? Può darsi. Perché se fosse stata pronunciata seriamente, ci troveremmo un sindaco che butterebbe giù dalla torre un suo assessore. E che assessore! Simone Beretta è anche uno dei massimi dirigenti del Pdl di casa nostra. Se non siamo ancora arrivati alle comiche... Torneo benefico
Una domenica di paintball: sparare vernice ▲
Crema, a pag. 17
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l voto regionale che impatto avrà sul centrodestra che governa Crema? Non è una domanda di lana caprina perché, anche se gli elettori devono scegliere chi mandare al Pirellone, le loro decisioni infilate nelle urne peseranno poi nelle scelte che i politici locali saranno costretti a prendere a livello dei singoli territori Che peso avrà, dunque, il voto regionale per una maggioranza che a oltre metà del suo cammino ha già dovuto sostituire due assessori (Renato Ancorotti che ha lasciato la giunta e Cesare Giovinetti che ha preferito il Consiglio di amministrazione di Linea Group Holding al bilancio di Crema), ha visto il sindaco stesso minacciare più volte di «mandare tutti a casa», ha vissuto le dimissioni di un consigliere (Agostino Dossena), l’epurazione di un secondo (Federico Pesadori), ha già sperimentato una estenuante verifica politica, ed è tenuta sotto tiro da un gruppo di suoi consiglieri che si sono definiti «le sentinelle per il bene della città»? Inoltre: che effetto avranno nelle urne la pesante contestazione degli ambulanti del mercato che hanno manifestato per le vie della città, l’essere stati costretti a rimangiarsi decisioni già prese (riqualificazione degli Stalloni e nuovo metodo educativo alla Montessori) e, infine, la nascita di comitati di cittadini infuriati in via Indipendenza (per il sottopasso), in via Cadorna (per una viabilità che crea caos e smog sul loro uscio di casa) e in via Prati (per una strada tagliata in due come fosse il “muro di Berlino” in salsa cremasca)? Sono gli stessi esponenti del centrodestra a sostenere che dopo queste elezioni nulla sarà più come prima. Il motivo è presto spiegato: o questa maggioranza trova al suo interno un equilibrio che le è mancato e realizza quanto promesso nei numerosi “effetti annuncio” di questi ultimi anni, o potrebbe essere punita severamente alle prossime amministrative. Gli scenari futuri dipendono proprio dal voto regionale. E sono due. Il primo: il Pdl mantiene o aumenta i propri consensi e Gianni Rossoni ritorna al Pirellone, e allora il gruppo dirigente del partito cremasco ne esce rafforzato; a questo punto, ha l’autorevolezza per mettere fine ai dissidi interni con le buone o le cattive. Il secondo scenario: il Pdl perde voti a favore della Lega, non ha la forza di mandare Rossoni in Regione anche perché superato nei consensi in casa propria da Chiara Capelletti (ex An); se così sarà, le contraddizioni vissute nel partito, in giunta e nel consiglio comunale diventeranno laceranti. Non è da escludere, a questo punto, che la maggioranza possa implodere. La figura centrale, insomma, rimane Gianni Rossoni che ha dimostrato di essere il vero leader del Pdl a Crema. Infatti, quando il gioco si è fatto duro (vedi la vicenda Stalloni), è lui che ha preso le decisioni definitive. Se vincerà, toccherà a lui mettere ordine nel suo partito, svelenire gli animi, recuperare i dissidenti per evitare ancora due anni di continue tensioni. Se perderà, si avvierà sul viale del tramonto politico lasciandosi dietro qualche cumulo di macerie. E Agostino Alloni? Anche per lui le elezioni regionali rappresentano un esame di leadership: dopo avere stravinto le primarie del Pd, sapremo lunedì quale consenso avrà ricevuto non solo dagli elettori del suo partito, ma anche di quelli di centrodestra che lo stimano per serietà, competenza, onestà, impegno dimostrati sia come assessore all’Urbanistica di Crema sia come vice presidente provinciale. Se così sarà, un Agostino Alloni al Pirellone darebbe grinta e fiducia a un’opposizione che in consiglio comunale non ha finora brillato, preparando il terreno per un futuro ribaltone nella Sala degli Ostaggi.
Gli esperti non hanno dubbi: i prezzi di case e appartamenti nuovi rimangono sempre alti. Gli affari sono possibili nell’usato. Chi ha soldi investe, gli altri hanno paura. Mutui: i cremaschi preferiscono il variabile
Crema, a pag. 18
SCUOLA PUBBLICA- Inchiesta-denuncia: lo Stato non ha versato un euro per gli istituti scolastici del Cremasco - A pag 19