Il Piccolo del Cremasco

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VENERDI’ 2 SETTEMBRE 2011 • Supplemento settimanale al n° 33 de “Il Piccolo Giornale”

€ 0,02 Copia Omaggio

RESA DEI CONTI RINVIATA SOLO DI UNA SETTIMANA

E TRE: ANCHE PESADORI LASCIA

Dopo Renato Ancorotti e Agostino Dossena, ad abbandonare Bruttomesso è l'architetto ex An. Avaldi: accuse al sindaco sulla sicurezza. Boschiroli: spese clamorose nelle partecipate. Lo strappo finale Pdl-Lega: a meno che Ercole Barbati... L’OSPITE

Le responsabilità della politica

L

di Enrico Tupone tuponee@alice.it

a politica sta chiedendo ai cittadini sacrifici per far fronte ad una crisi profonda nata da un debito pubblico gigantesco, da un'amministrazione statale elefantiaca, da un apparato politico ridondante e da anni di mancata crescita del Paese. Non trovo scandalo in questo tipo di richiesta se fatta equamente, senza ingigantire le presenti notevoli differenze sociali e senza crearne delle nuove come si sta facendo con le modifiche alle pensioni, perché di questo sistema ne hanno usufruito buona parte dei cittadini attraverso un sistema fiscale dalle maglie larghe, utilizzando un metodo pensionistico vantaggioso, così come un sistema sanitario e di tutela fra i più avanzati in Europa. Certo che da un governo di destra ci si poteva aspettare misure liberiste, destinate ad incidere profondamente sulla struttura di uno Stato che controlla patrimoni ingenti da cui non ricava nulla o molto poco. Ed in questa situazione appare ancora più evidente come alla classe politica sia richiesto un comportamento etico inappuntabile che non dia spazio ad affaristi e maneggioni, che tolga ossigeno alla inveterata abitudine di utilizzare la realizzazione di opere pubbliche come fonti di finanziamento occulto a persone o partiti. Il caso Penati insegna come sia indispensabile un ricambio della classe politica, di come sia necessario che gli uomini pubblici indagati debbano dimettersi immediatamente per essere processati e conseguentemente condannati o restituiti alle loro funzioni se innocenti. Qui si tratta di ripristinare regole che consentano ai cittadini di “fidarsi”, ripristinando un rapporto limpido fra politici e coloro che rappresentano, tenendo fuori P2, P3 e P4 dalle stanze del governo.

S

di Tiziano Guerini

ono nauseato da questa politica dei partiti: con tutti i problemi che abbiamo a Crema, con la crisi che impoverisce le famiglie e taglia i posti di lavori, si continua soltanto a parlare di poltrone». Il giorno dopo il consiglio comunale di martedì scorso, il sindaco Bruno Bruttomesso non ha ancora smaltito la delusione provata durante lo svolgimento dell’assemblea cittadina; e nemmeno il leggero malessere che lo ha colto verso la fine dei lavori consiliari - si era ormai oltre la mezzanotte - quando ha abbandonato il consiglio a se stesso. Un consiglio comunale molto critico nei confronti di giunta e sindaco. Fin dall’inizio con il consigliere del Pdl, Elia Avaldi, che, illustrando la propria interpellanza sulla sicurezza in città, ha sparato bordate contro il sindaco. «La città abbandonata a se stessa era la critica che rivolgevo alla passata amministrazione di centrosinistra: nulla è cambiato se non in peggio. Eppure quello sulla sicurezza dovrebbe essere il cavallo di battaglia del centrodestra».

Federico Pesadori

Ercole Barbati Poi l’argomento fondamentale: le società partecipate. Due le mozioni che hanno introdotto il tema: la prima firmata dai 12 consiglieri di minoranza, i quali chiedevano che il sindaco rimuovesse Ercole Barbati da amministratore delegato di Cremasca Servizi (100% del comune di Crema). «Così» ha esordito la capogruppo del Pd, Stefania Bonaldi, «si dà seguito alle censure avanzate sul suo operato da presidente di Scs servizi locali: mancato rispetto delle norme del Prg con la costruzione del “calciotto”, pluralità di incarichi che configurano un possibile conflitto di interessi, nomina di se stesso a presidente di Scs servizi locali». La seconda mozione, presentata dal capogruppo dell’Udc, Martino Boschiroli, denunciava alcune pesanti situazioni critiche

all’interno delle partecipate del comune di Crema e ne chiedeva la profonda revisione di statuti e regolamenti. Martino Boschiroli è scatenato: «Si spende un’enormità di soldi - 1.360.000 euro - solo per revisori di conti e collegi sindacali, esistono delle incompatibilità finalmente ora bocciate anche dal recente decreto (ma da me già denunciate anche prima) fra assessori e membri dei Cda delle “partecipate”; conflitti di interesse, mancanza di controlli e in pratica il comune esautorato da qualsiasi scelta: una vergogna che bisogna al più presto eliminare». Dopo l’inizio tempestoso, il sindaco crede di poter riportare tranquillità nel dibattito dicendo: «Ho scritto una lettera al presidente Ercole Barbati per chiedergli di fare un passo indietro da amministratore delegato di Cremasca Ser-

vizi. Mi ha assicurato telefonicamente che lo farà». In realtà è come gettare benzina sul fuoco. Federico Pesadori annuncia il suo ritiro dalla maggioranza di centrodestra: «Quella delle società partecipate è una gestione di tipo medioevale. In questi anni ho cercato di cambiare modi di governo della città, ma è stato tutto inutile. Ora non sollecito più niente, non mi aspetto più niente di buono: lascio la maggioranza di cui non mi sento più parte». Emilio Ardigò dei Verdi stigmatizza il tono della lettera con cui il sindaco ha invitato Ercole Barbati alle dimissioni: «E’ un elogio più che un’imputazione». Anche il consigliere del Pd, Vincenzo Cappelli, critica il contenuto della lettera del sindaco: «Non bastano più le dimissioni di Ercole Barbati da amministratore unico di Cremasca Servizi, bisogna che lasci anche la presidenza di Scs servizi locali». Felice Tosoni, leghista, è prudente: «Bene le dimissioni che il sindaco ha chiesto ed ottenuto, bene anche la proposta di profonda revisione di statuti e regolamenti per le partecipate. Attendiamo gli sviluppi ulteriori che il sindaco ha promesso per trarre le

nostre conclusioni su tutta la questione. Le dimissioni di Longhino da assessore? Appoggio esterno alla maggioranza? Si vedrà». Francesco Martelli, capogruppo del Pdl, dichiara: «E’ evidente che tutta la questione delle società partecipate non finisce qui: rimane il problema più volte da me sollevato dei doppi incarichi in particolare della incompatibilità fra assessore e componente del Cda». Alla fine il voto sulle due mozioni, con la modifica a quella presentata dalle minoranze che prende atto delle dimissioni annunciate di Ercole Barbati, ma va oltre chiedendo che il nuovo amministratore delegato di Cremasca Servizi operi in modo di azzerare il Cda di Scs servizi locali. Questa mozione riceve 16 voti a favore (quelli dei componenti delle minoranze, e inoltre quelli dei consiglieri di maggioranza Federico Pesadori, Emilio Pini, Martino Boschiroli, Felice Tosoni, Matteo Soccini, Luigi Doldi e il presidente Antonio Agazzi); la mozione Boschiroli ottiene il sì di tutti i presenti con la sola astensione di Franco Bordo. Tutti, invece, convengono su un punto: non finisce qui.

Ospedale: i numeri di telefono sulle «Pagine Bianche» non corrispondono al centralino e al Cup

A causa di un inconveniente, l'Azienda ospedaliera sta disorientando non pochi cittadini. Ci è giunta infatti segnalazione che i numeri di telefono - ben tre - elencati sotto la voce Azienda Ospedaliera, nelle Pagine Bianche, non corrispondono affatto al centralino dell'ospedale e ben poco hanno a che fare con l'ospedale stesso. Per la verità, si tratta di tre numeri, di cui non si precisa nemmeno l'ufficio di riferimento. Sotto la voce Azienda ospedaliera, peraltro, non è nemmeno possibile tro-

vare il numero del Cup (Centro Unico di Prenotazione), così che la confusione è ancora maggiore. Incuriositi, abbiamo tentato di capirne qualcosa e abbiamo composto uno per uno i tre numeri indicati. In un caso, non ci è stato possibile metterci in contatto, in quanto la linea suonava ogni volta libera ma nessuno ci ha mai risposto; un altro numero abbiamo appurato che corrisponde a un magazzino farmaceutico, mentre anche il terzo rimane un mistero, per il sem-

plice fatto che l'addetta con cui abbiamo parlato non ce lo ha voluto riferire, sottolineando più volte che, viste le ripetute telefonate ricevute di continuo da una serie di malcapitati cremaschi, le è stato suggerito dal suo responsabile di non rispondere. «Se rispondo» avverte, è solo perché in questo modo chiarisco che si «tratta di un errore e, una volta che se ne è resa conto, spero che la gente non disturbi più». Siamo riusciti comunque a sapere che il numero corrisponde

alla vecchia linea verde dell'ospedale, che evidentemente ci si è dimenticati di eliminare dalle Pagine Bianche. Gionata Agisti


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