Il Piccolo del Cremasco

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Il

PICCOLO giornale del

Cremasco

venerDI’ 5 Giugno 2009 • Supplemento settimanale al n° 23 de "Il Piccolo Giornale"

€ 0,02 Copia Omaggio

Direzione e redazione: Piazza Premoli, 7 - Crema • Tel. 0373 83.041 • Fax 0373 83.041 • E-mail: cremasco@cuticomunicazione.it Pubblicità: Immagina srl - Via S. Bernardo, 37 - Cremona • Tel. 0372 45.39.67 - 43.54.74 • Fax 0372 59.78.60 • Sped. in A.P.-45%-art. 2 comma 20/B legge 662/96-Cremona

i retroscena

palazzetto: battaglia sull'area

Tutti vogliono l'impianto. Ma dove costruirlo? Spunta un terreno di 10 ettari vicino alla Paullese. E' di proprietà di Fusar Poli (Golf Club): «Sono disponibile». L'ipotesi piaceva anche all'assessore Piazzi. Fino a ieri. Ora ha credito la Pierina. Perché?

L'arte del banchiere: ingegno e responsabilità

U

n banchiere italiano, Mattioli della Banca Commerciale Italiana, chiamava la sua attività “mestiere”, riferendosi così ad un lavoro ordinario che si impara più che altro con la pratica, affermazione che trova il suo completamento con quanto scritto dal prof. Tancredi Bianchi, docente presso l’università Bocconi e banchiere, nel suo libro «L’arte del banchiere» in cui descrive come il “mestiere” debba accompagnarsi sempre all’ “arte”, vale a dire da quella attività umana che si svolge per opera dell’ingegno. Oggi il Paese si chiede se i banchieri attuali sappiano fare o abbiano saputo fare il loro mestiere ad arte, se abbiano saputo rispondere ai bisogni della nostra società nei modi appropriati e, sopratutto, se sapranno essere all’altezza della pesante situazione economica attuale e della necessità di salvaguardare insieme al capitale delle nostre imprese il capitale umano ad esse collegato. Nella relazione annuale del governatore della Banca d’Italia è stato fatto un chiaro e forte richiamo al ruolo delle banche e dei banchieri laddove Draghi ha dichiarato: «Prendano esempio dai banchieri che finanziarono la ricostruzione e la crescita degli anni Cinquanta e Sessanta». Dunque un evidente invito

alle banche perchè facciano il loro mestiere con lungimiranza, valutando il credito della clientela non solo in una ristretta prospettiva dell’oggi, ma in una più ampia visione del futuro e del ruolo socialmente responsabile che le banche devono avere, con la consapevolezza che una società moderna cresce se tutte le sue componenti crescono, non potendo dividere la finanza dall’economia, quindi la buona finanza da una sana economia. La chiara analisi contenuta nella relazione di Draghi evidenzia ancora una volta come il malfunzionamento dei mercati, l’elevato livello del debito accompagnato da una carenza di supervisione e regolamentazione siano state le cause della crisi attuale, crisi nata dall’economia, ma cresciuta grazie al comportamento anomalo della finanza e di alcuni banchieri a cui hanno fatto difetto sia il mestiere che l’arte. Benedetto Croce scriveva nel 1959: «Un istituto non muore per i suoi errori accidentali e superficiali, ma solo quando non soddisfa più alcun bisogno». Monito che deve essere attentamente recepito dal mondo della finanza. La prima missione delle banche è quella di soddisfare le esigenze di una economia che vuole crescere nel rispetto delle regole e di una società che trae dall’economia linfa per essere giusta e solidale. Enrico Tupone

cremaschi al voto il 6-7 giugno

Elezioni provinciali: «Votatemi!» L'ultimo appello dei candidati

S

Le onde della sconfitta

Le urne aperte fino alle 22 di domenica 7 giugno

a pagina 8

ui manifesti a Crema, l'annuncio è più o meno così: tutti al mare con la piscina a onde. Un tempo c’era il «mare dei poveri» lungo il canale Vacchelli: una strada d’acqua, a una corsia, senza increspature sulla superficie. Lo frequentava chi non poteva andare al mare, quello vero, con sabbia e “cavalloni”. Era la Crema fordista, già scossa da alcune crisi, ma che arrivava a fine mese. Chi proprio era “al verde”, si abbronzava in riva al canale e si divertiva con qualche tuffo nell’acqua fredda. Oggi, nella Crema del post-fordismo, del postindustriale e dei cassintegrati, abbiamo la piscina con le onde, circondata di sabbia e erba, con sdraio e bar. L’Scs ha fatto un bel lavoro. Farà sicuramente la felicità dei bambini. E gli adulti? Quelle onde costano sicuramente meno di quelle di Rimini che, a loro volta, sono più economiche di quelle di Alassio. Nella graduatoria delle povertà, quel movimento meccanico dell’acqua intrisa di cloro nella piscina di Crema indica che stiamo scendendo gli ultimi gradini. Nessuna poesia: l’onda vera del mare che inonda la spiaggia e poi si ritira ha un suo respiro. Sognarla, stando immersi nella sua imitazione tecnologica, non costa niente. Ma è l’immagine di una sconfitta e di una resa. Anche dopo la guerra, in questa città, non si viveva meglio di oggi. Ma non ci si arrendeva. E pochi si sarebbero accontentati di una piscina con le onde.

Poliziotti “panzoni”? La rivolta degli agenti contro il ministro Brunetta. Sorrentino: «Quel covo delle BR...» - A pagina 3


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