Il Piccolo Giornale di Cremona

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CREMONA

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Sabato 3 Novembre 2012

Dagli Usa proposte a costo zero per gli studenti Marco Magnani: «Contro la staticità sociale, ritardare la scelta del percorso scolastico superiore»

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di Martina Pugno

a prima condizione per far sì che un obiettivo sia raggiungibile, è renderlo attuabile: su questa premessa si fonda il progetto Italy 2030, attivato da Marco Magnani, senior fellow alla Kennedy school of government di Harvard. L'elaborazione si articola in una raccolta di proposte per superare le sfide sociali ed economiche dei prossimi decenni, attraverso ricette di crescita che mirano alla riscoperta dei punti di forza per l’Italia. A caratterizzare il progetto, la consapevolezza non solo delle risorse, ma anche dei limiti: la maggior parte delle proposte sono a costo zero, mentre le altre non richiedono comunque investimenti che il Paese non sarebbe in grado di sostenere. Accanto a linee guida incentrate su alcuni dei temi più prevedibili, come il rilancio e la valorizzazione del patrimonio naturalistico, artistico e culturale del Paese, emerge anche la proposta di ritardare di due anni la scelta dell'indirizzo scolastico superiore da parte degli studenti, in modo tale da favorire la mobilità sociale permettendo una scelta più consapevole. La proposta sembra incontrare i favori dei genitori italiani, che però auspicano interventi più ampi, come afferma Luciana: «Sarei

Cambiare la scuola per cambiare la società: il progetto Italy 2030 punta sui giovani Italy 2030, come da nome, guarda al futuro e prende in considerazione in particolare i giovani ai quali toccherà costruirlo, risorsa tra le più preziose per lo sviluppo di una economia nuovamente in crescita. Tutte le proposte delineate da Marco Magnani, docente presso l'Università di Harvard, tengono conto delle possibilità economiche del Paese, per una serie di iniziative di concreta attuabilità. Ogni ambito o settore che costituisce un punto di forza sul quale investire è trattato in modo separato, per ricavare dalle “tante Italie” un insieme di strategie per “rendere unica l'Italia”, in un progetto che presto diventerà anche un libro, disponibile in italiano e inglese. Tra le iniziative a costo zero che potrebbero cambiare il volto del Paese ne prossimi anni, la proposta di ritardare la scelta del percorso formativo specifico superiore dagli attuali 13 ai 15 anni per tutti gli studenti, in modo tale che gli studenti stessi possano compiere scelte più mature e consapevoli, basate su una maggiore conoscenza delle proprie attitudini, ma an-

anche a favore del posticipo della scelta, ma l'intero sistema andrebbe riformato, la preparazione degli anni precedenti deve poter semplificare la scelta». D'altra parte, sottolinea Paola, «Ritardare il momento della scelta potrebbe essere a sfavore di chi invece non è portato per gli studi o preferisce entrare in fretta nel mondo del lavoro e necessita quindi di una formazione specifica". Il posticipo, comunque, deve accompagnarsi al miglioramento di un sistema considerato attualmente poco

che delle realtà lavorative che li circondano. Gli effetti, secondo lo studioso, sarebbero di notevole impatto non solo sulla formazione del singolo, ma anche sulla mobilità sociale, che in Italia trova ancora difficili attuazione: "In questo modo diminuirebbe notevolmente l’influenza delle famiglie di origine sulla decisione stessa, lasciando spazio alle attitudini e alle passioni del giovane. Questo è importante, perché la scelta della scuola superiore condiziona inevitabilmente il proseguimento degli studi ed è oggi tra le cause principali della scarsa mobilità sociale in Italia. Non solo siamo il Paese in cui chi ha fatto il liceo classico lo impone ai propri figli, ma anche quello in cui circa il 40% dei medici e dei farmacisti ha almeno un genitore che ha svolto la stessa professione. Per avvocati, notai e architetti la percentuale è ancora più alta”. Meritocrazia, dunque, ma anche visione a lungo termine e concretezza di realizzazione: questi gli ingredienti della ripresa a costo zero.

soddisfacente, come Angelo, papà di due ragazzi di 10 e 12 anni: «Bisognerebbe almeno poter fare in modo che l'attuale biennio sia davvero orientativo, e che faciliti la possibilità di cambiamento se un ragazzino si accorge di non aver fatto una scelta in linea con le proprie attitudini». Le lacune del sistema attuale sembrano sentite da molti genitori, tra i quali anche Rita: «Ritardare la scelta darebbe la possibilità di compierla con maggiore sicurezza da parte degli stu-

denti, ma gli anni precedenti dovrebbero essere davvero formativi e il triennio più specifico. Si dovrebbe offrire un percorso più legato alla realtà del mondo del lavoro, poterne avere contatto, per avere anche un'idea più chiara di ciò a cui andranno incontro». D'accordo anche Ivana: «In Italia, dove tendenzialmente se inizi a fare un lavoro ti tieni quel ruolo per il resto della tua vita, è particolarmente importante fare la scelta giusta per quanto riguarda la scuola, quindi si,

penso andrebbe ritardata». Scelta posticipata oppure no, emerge dunque chiaramente la necessità, sentita da molti genitori, come Lisa, di un cambiamento: «Il problema nemmeno si porrebbe se gli anni della formazione generica fossero davvero formativi... il livello culturale di base non mi sembra un granché. I ragazzini dovrebbero poter avere le idee chiare su ciò che vanno a scegliere e sul futuro lavorativo che il percorso si prepara ad offrigli; spesso ne hanno un'idea molto vaga».

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