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PICCOLO
Giornale
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Edizione del Mercoledì
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Anno XII • n° 35 • MERCOLEDÌ 30 MAGGIO 2012
Non riceve alcun finanziamento pubblico o privato
Periodico • € 0,02 copia omaggio ▲
Il sisma ha colpito di nuovo martedì, alle 9 e intorno alle 13. Pesantissimo il bilancio: 16 vittime, 12 dispersi
altro servizio a pagina 8
IL TERREMOTO SCONVOLGE L’EMILIA
La testimonianza: Renzo Storti e Nadia Giuffredi si trovavano a Carpi nel momento più drammatico. Danni ingenti nel Casalasco
U
DON IVAN MUORE NELLA SUA CHIESA
CALCIOSCOMMESSE
Originario di Cremona è deceduto sotto le macerie
di Storti. «E’ il post-terremoto a scuoterti. Con la scossa percepisci il pericolo, solo in seguito ti accorgi della paura e del panico: vedevamo le macchina delle forze dell’ordine e della protezione civile avanzare a passo d’uomo. Suonavano la sirena per farsi strada. Ecco, il suono acuto di quelle sirene mi ha scosso assai più del terremoto». Giovanni Gardani
IL PROGETTO CREMONA CITY HUB
Terzi: «Una massiccia cementificazione e poche aree verdi»
a pagina 6
UNIVERSITA’
a pagina 3
Matricole in calo: Si iscrive un solo neodiplomato su tre
ARVEDI CEDERA’ LA SOCIETÀ
La Cremo prepara grandi cambiamenti ▲
dal 1996
da poco si sono subito svuotate, le altre ancora chiuse non hanno alzato la saracinesca». Il bilancio di questo nuovo evento sismico, a poco più di una settimana dal primo, è decisamente drammatico, e racconta di un'economia distrutta, di interi paesi in ginocchio. Una forte impronta è rimasta anche nella mente di Nadia Giuffredi, moglie
alle pagine 4-5
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tutt’altra impressione. «Siamo corsi fuori, come tutti, abbiamo visto un camino volare giù e pezzi di cornicione infrangersi al suolo. Abbiamo spostato, noi e altri clienti del bar, le automobili, per metterle al riparo ma soprattutto per fare strada. Le donne piangevano, alcune sono uscite dalla fabbrica e, senza pensarci su, dicevano di correre a scuola a prendere i bambini. Le ditte aperte
CICLONE SUL MONDO DEL CALCIO: TIFOSI E APPASSIONATI TRA DELUSIONE E RABBIA ▲
Se n’è andato così don Ivan Martini, il parroco 65enne della parrocchia di S. Caterina a Rovereto sulla Secchia. E’ morto nella chiesa che sino all’ultimo ha cercato di difendere dal terremoto devastante, che ieri mattina ha fatto tremare tutto il Nord Italia. Dopo la prima scossa, quella delle 9, il parroco era rientrato in chiesa con i vigili del fuoco per cercare di recuperare una statua della Madonna. A quel punto una scossa di assestamento ha smosso una trave che gli è rovinata addosso senza lasciargli scampo. Nella diocesi d’adozione don Martini era molto amato, per la forza e lo spirito con i quali perseguiva gli obiettivi della sua missione. «Un parroco che sembrava uscito da un romanzo di Guareschi - è il commento del sindaco Luisa Turci solo che lui, al contrario di Don Camillo, era reale e la sua presenza in paese si sentiva. Il vuoto che lascia è incolmabile». Don Martini era nato a Cremona il 28 giugno 1947. Originario della parrocchia cittadina di S. Michele, era stato ordinato il 23 giugno 1973. Aveva iniziato il suo ministero come vicario della parrocchia di Vicobellignano (frazione di Casalmaggiore). Nel 1979 poi il trasferimento alla comunità di Gazzuolo e, nel 1985, l’arrivo a Carpi come sacerdote “fidei donum”. Dopo essere stato parroco di Budrione e Migliarina, dal 2003 era arciprete parroco di Rovereto. Apprezzato dai parrocchiani per il suo zelo, lo era anche per la sua attività di collaboratore del cappellano MiSco alla Casa circondariale S. Anna di Modena.
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n bilancio di 16 vittime, 12 dispersi e 16.000 persone senza tetto: questi i drammatici numeri della nuova scossa che martedì mattina ha sconvolto l'Emilia Romagna gettando nel panico tutto il Nord Italia. Dopo una notte di continue piccole scosse, alle 9 della mattina la terra ha tremato con una magnitudo 5.8, provocando ingentissimi danni alle abitazioni, al patrimonio storico, alle scuole, ai capannoni commerciali. Alle 12.56 un'altra violenta scossa (5.3) ha provocato un'altra ondata di panico, che ha fatto nuovamente riversare in strada migliaia di persone nelle regioni di tutto il Nord. Diverse scuole sono state evacuate, anche a Cremona. Gli studenti sono stati indirizzati verso i giardini pubblici di Piazza Roma. L’epicentro del terremoto a Medolla, nel cuore della provincia modenese, a 5 km da Carpi, dove in quel momento si trovavano per lavoro, due commercianti di Casalmaggiore, Renzo Storti e Nadia Giuffredi, che hanno vissuto dal vivo quei momenti di panico. «Avevamo appuntamento con una ditta carpigiana giusto alle 9. Dato che siamo arrivati in lieve anticipo, siamo entrati in un bar per prendere un caffè» spiega Renzo. «Era pieno di gente; ad un certo punto abbiamo sentito il boato e le scosse tremende». «Erano movimenti ondulatori ma secchi, veloci, un zig zag senza pause: si faceva fatica a stare in piedi e ti rimaneva per un po’ la tremarella» continuano i due commercianti. «Abbiamo capito subito che era un terremoto forte e dopo qualche minuto siamo pure stati informati che l’epicentro era a Medolla». Il panorama, la visuale è la stessa vista mille volte in tv. Ma dal vivo è
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