MacPlas 397 (ottobre-novembre)

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MACPLAS

Editrice Promaplast Srl - Centro Direzionale Milanofiori - Palazzo F/3 - 20057 Assago (MI) - ISSN 0394-3453 - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - 70% LOM/MI/2363

RIVISTA DELLE MATERIE PLASTICHE E DELLA GOMMA

Plast non getta la spugna e vince la sfida Come ti porto la sostenibilità in azienda Sperimentare per superare i limiti Il punto di vista di un testimone della lotta al cambiamento climatico www.plastore.it



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SOMMARIO

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12 28 EDITORIALE

10 La spada di Damocle

MARKETING

12 Plast non getta la spugna e vince la sfida 18 I beni strumentali rallentano ma crescono anche nel 2023 22 Le macchine per imballaggio e confezionamento battono sé stesse 24 Italia seconda in Europa trainata dalla Lombardia 25 Espansione negli adesivi poliuretanici 25 Crescere in Africa, Medio Oriente e India 26 Giro di poltrone rosa 26 La gomma meglio del processo

PLASTICA E AMBIENTE

28 Come ti porto la sostenibilità in azienda 32 Nel 2022 riciclato il 71,5% dei rifiuti di imballaggio 34 Cresce il fatturato delle aziende riciclatrici 36 In italia cresce l’industria delle bioplastiche 37 Una sempre maggiore sostenibilità ambientale, sociale ed economica 37 Sostegno al riciclo avanzato europeo

MACCHINE E ATTREZZATURE

38 Sperimentare per superare i limiti

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60 42 Il numero perfetto per lo stampaggio a iniziezione 44 Condensatore di fumi per ridurre al minimo i costi energetici 48 Riscaldamento a induzione magnetica per la plastificazione 50 Termoformatura efficiente e bolletta più leggera 53 Tecnologie dalla parte della plastica 54 Sistemi a canale caldo all’insegna della sostenibilità 55 Recupero a circuito chiuso di PS, poliolefine e PET post-consumo 56 Innovazioni per tappi tethered 56 Supercomputer per l’innovazione tecnologica 57 Profili leggeri per la rottura del ponte termico 57 Semplicità ed efficienza binomio vincente 58 Alta velocità per grandi formati 59 Bottle-to-bottle per rPET alimentare

MATERIALI E APPLICAZIONI

60 Il punto di vista di un testimone della lotta al cambiamento climatico 63 Nuova vita al PVC: l’impegno per la sostenibilità 65 L’impatto ambientale dei TPE 66 Controllare la migrazione di acetaldeide dal PET all’acqua MACPLAS | Ottobre/Novembre 2023 - n. 397


C O P E R T I N A

MACPLAS

N. 397 - OTTOBRE/NOVEMBRE 2023

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Come ti porto la sostenibilità in azienda Sperimentare per superare i limiti Il punto di vista di un testimone della lotta al cambiamento climatico www.plastore.it

Intelligenza artificiale e intelligenza commerciale

81 67 Premiati i punti quantici, i più piccoli componenti delle nanotecnologie

ELASTICA - LA RIVISTA DI ASSOGOMMA

70 La reazione del settore gomma alla proposta di ECHA 72 Mescole ignifughe ecologiche ad alte prestazioni 74 Rassegna internazionale di scienza e tecnologia

RUBRICHE E VARIE

Plast non getta la spugna e vince la sfida

I N

Editrice Promaplast Srl - Centro Direzionale Milanofiori - Palazzo F/3 - 20057 Assago (MI) - ISSN 0394-3453 - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - 70% LOM/MI/2363

RIVISTA DELLE MATERIE PLASTICHE E DELLA GOMMA

79 Corsi CESAP 80 Corsi SBS 81 Un percorso formativo per i professionisti del settore

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il modo in cui viviamo, lavoriamo e interagiamo con la tecnologia. La sua introduzione nella manifattura, in particolare nel settore della plastica, è in progressivo e rapido aumento, risultando importante e strategica. Le soluzioni basate sull’intelligenza artificiale stanno trasformando molteplici aspetti dell’industria della plastica, dall’ottimizzazione al miglioramento della gestione della produzione: le tecnologie di machine learning e di analisi dei dati consentono alle aziende di monitorare in tempo reale le variabili di produzione, ottimizzare i parametri di processo e prevedere guasti delle macchine, riducendo i costi e aumentando la produttività. Nel mercato dei granuli di plastica l’intelligenza artificiale inoltre è utilizzata per ottimizzare la gestione delle scorte, riducendo sprechi e costi di immagazzinamento e trasporto, e per migliorare la qualità dei prodotti, grazie a sistemi di visione artificiale che rilevano difetti o contaminanti e ne garantiscono la conformità agli standard richiesti. Innovazioni che portano il settore della plastica a una trasformazione in risposta a nuove sfide, riduzione degli sprechi e impiego di tecnologie avanzate sempre più efficienti. In questo contesto emerge con forza la necessità di figure professionali esperte e affidabili per organizzare al meglio i processi di approvvigionamento fornendo un collegamento vitale tra produttori di materie prime e sempre più articolate esigenze delle aziende. Plastore, azienda italiana con un’esperienza ultratrentennale nel commercio delle materie plastiche, mette a disposizione la sua “intelligenza commerciale” per sfruttare al meglio le potenzialità dei materiali e dei processi produttivi. Plastore svolge una funzione chiave nella catena di approvvigionamento garantendo un accesso consolidato a una vasta gamma di articoli e consentendo di trovare i granuli di plastica che meglio si adattano a ogni specifica applicazione. La sua approfondita conoscenza tecnica dei materiali e delle dinamiche di produzione ne fa un collaboratore prezioso per le aziende, che possono affidarle il coordinamento delle scorte di materia prima, garantendo forniture affidabili e riducendo al minimo sprechi e costi. Plastore opera nel mercato in maniera proattiva negoziando con i maggiori produttori internazionali gli stock a prezzi vantaggiosi e, trasferendo questo risparmio ai propri clienti, trasforma l’acquisto di granuli di plastica in una fonte economica. Plastore, grazie a un magazzino costantemente aggiornato di oltre 1.200 tipi differenti di polimeri in granuli disponibili, e consultabili direttamente sul suo sito internet, risponde con flessibilità e agilità anche alle richieste dei clienti che devono affrontare cambi improvvisi di materiale o gestire situazioni di emergenza, consegnando con rapidità anche piccoli lotti di prodotto. L’intelligenza commerciale di Plastore inoltre possiede un plus non duplicabile nel fattore umano: empatia, conoscenza storica e comprensione delle esigenze del cliente permettono di ottenere sempre un servizio personalizzato ed efficace. www.plastore.it

n. 397 - Ottobre/Novembre 2023 | MACPLAS

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INSERZIONISTI

Anno 48 - Numero 397 Ottobre/Novembre 2023 Direttore responsabile Mario Maggiani Redazione Luca Mei, Girolamo Dagostino, Stefania Arioli Ufficio commerciale Roberta Pagan Segreteria di redazione Giampiero Zazzaro Amministrazione Debora Mastrangelo Comitato di direzione Massimo Margaglione, Gabriele Caccia, Barbara Ulcelli Hanno collaborato a questo numero: Rosario Gilotta, David Giraldi, Maria Vittoria Selmi Editore Promaplast Srl Centro Direzionale Milanofiori - 20057 Assago (Milano, Italia) Tel.: +39 02 82283735 - Fax: +39 02 57512490 E-mail: macplas@macplas.it - www.macplas.it Registrazione presso il Tribunale di Milano N. 68 del 13/02/1976 Iscrizione presso l’Ufficio Nazionale della Stampa N. 4620 del 24/05/1994 Impaginazione e prestampa Faenza Printing SpA Stampa e inoltro postale Faenza Printing SpA Prezzo copia: 5 euro Abbonamento Italia (6 numeri): 40 euro Abbonamento estero (6 numeri): 60 euro La direzione della rivista declina ogni responsabilità per quanto riguarda l’attendibilità degli articoli e delle note redazionali di fonte varia

58 ALPHAMAC www.alphamac.it 46 AMAPLAST www.amaplast.org 4 BANDERA www.luigibandera.com 3 BD PLAST www.bdplast.com 27 BINOVA www.binovapm.it IV Cop. BMB www.bmb-spa.com 73 CALDARA PLAST www.caldara.it 77 CHINAPLAS www.chinaplasonline.com 21 CM PRODUZIONE www.cmevolutionplast.com 41 COMAC www.comacplast.com 20 ENGEL ITALIA www.engelglobal.com/it 66 EREMA c/o PROCHEMA www.erema.com www.prochema.it 64 DGTS www.dgts.it 59 FERRARINI & BENELLI www.ferben.com 14 GAMMA MECCANICA www.gamma-meccanica.it 68 GIBITRE www.gibitre.it 67 GRAFE www.grafe.com 63 HS-UMFORMTECHNIK www.hs-umformtechnik.de II Cop.; 68 IMG www.imgmacchine.it 77 KEYCYCLE www.keycycle.at 68 LANXESS www.lanxess.it 5 LK IMM www.lk.world 49 MAAG www.maag.com 31 MACCHI www.macchi.it 46 MACPLAS www.macplas.it 68 MARFRAN www.marfran.com 16 MAST www.mastsrl.it 52 MIXRON www.mixron.it 82 PACKAGING SPEAKS GREEN www.packagingspeaksgreen.com 40 PLAS MEC www.plasmec.it I Cop. PLASTORE www.plastore.it III Cop.; 68 PRESMA www.presma.it 9 RIPRESS www.ripress.eu 64 ROBOLINE SYTRAMA www.sytrama.com 78 SBS www.scuolabenistrumentali.it 51 SIKORA www.sikora.net 47 VANETTI www.vanettimaster.com 81 VECOPLAN www.vecoplan.com 11 ZAMBELLO www.zambello.it 68 ZEON www.zeon.eu

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MACPLAS | Ottobre/Novembre 2023 - n. 397



EDITORIALE

MARIO MAGGIANI

La spada di Damocle L’industria trasformatrice della plastica ormai da tempo non riesce a dormire sonni tranquilli. Troppe continuano a essere le incognite che condizionano il futuro di questo comparto e, più in generale, di tutta la filiera, dalle materie prime ai macchinari. Come molti di voi avranno appreso dai vari organi di informazione l’entrata in vigore della cosidetta Plastic Tax è stata rinviata al 1° luglio 2024. Un rinvio che copre solo i primi sei mesi dell’anno non si può certo considerare un risultato soddisfacente, tenuto conto che l’obiettivo principale dovrebbe essere ritenuto addirittura la cancellazione di questa imposta. E invece la famigerata spada di Damocle citata nel titolo continua ad aleggiare sulle teste dei “plasticari”. Infatti non può certo essere il rinvio di sei mesi di una norma iniqua a dare tranquillità a un comparto che dopo l’entrata in vigore della SUP vede ora avvicinarsi anche la minaccia del regolamento PPWR dell’UE, da molti vissuto come l’ennesimo tentativo di attacco all’industria della plastica. Intendiamoci, il concetto dovrebbe essere chiaro a tutti, ma è meglio ribadirlo ancora una volta con forza: la filiera è assolutamente a favore di soluzioni che consentano un miglioramento della sostenibilità, nel senso più ampio del termine, di tutto il mondo dell’imballaggio. Quello che lascia assolutamente perplessi è che per raggiungere gli obiettivi identificati dalla Commissione europea venga anche delineata la strada da seguire a tal fine. E questa strada va a scapito dell’industria delle materie plastiche. Purtroppo, questa sembra essere la nuova tendenza. Anche nell’industria dell’auto è stato deciso non solo di ridurre l’inquinamento, cosa peraltro condivisibile da tutti, ma anche di farlo scegliendo una sola specifica tecnologia, che è quella delle auto elettriche, e di fatto togliendo interesse a investire nella ricerca e nello sviluppo di tutte le altre. Il detto “mal comune mezzo gaudio” lascia veramente il tempo che trova. E che dire della risoluzione delle Nazioni Unite firmata a Nairobi lo scorso anno che ha come obiettivo dichiarato la drastica riduzione della produzione di plastica? Alla fine si rischia di passare per quelli che si lamentano sempre e, quindi, mi fermo qui. Noi continuiamo però a credere che plastica e ambiente possano convivere e il nostro impegno è e sarà sempre quello di continuare a lavorare per un mondo migliore con un ambiente più pulito basato su una gestione della plastica sempre più responsabile.

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Un ritorno in grande stile

Plast non getta la spugna e vince la sfida Soddisfazione dell’organizzazione per il bilancio ampiamente positivo di Plast 2023, su cui si riversavano molte aspettative dopo i difficili anni della pandemia che nel 2021 avevano costretto a rimandare la manifestazione e che, tornata dopo un’attesa di cinque anni dall’ultima edizione, è stata capace di riconfermarsi appuntamento internazionale di primo piano per l’industria delle materie plastiche e della gomma. Vediamo come è andata a Fiera Milano dal 5 all’8 settembre. A CURA DI LUCA MEI

A

perti presso il quartiere espositivo di Fiera Milano a Rho (Milano) dal 5 all’8 settembre, i cancelli di Plast 2023 hanno accolto i visitatori da tutto il mondo che, dopo un’attesa di cinque anni a causa della pandemia, sono tornati a riempire i padiglioni della mostra inter-

nazionale milanese con soddisfazione dell’organizzazione e degli espositori di tutta la filiera dell’industria della plastica e della gomma. Su una superficie di 50.000 metri quadrati netti, 1.323 aziende espositrici hanno richiamato 38.000 visitatori, riconfermando Plast 2023 una fiera di successo. Con i suoi saloni satellite Rubber (dedicato alla filiera della gomma), 3D Plast (stampa 3D e affini) e PlastMat (materiali innovativi), insieme a una varietà di soluzioni tecnologiche all’avanguardia guidate da digitalizzazione e sostenibilità, i temi portanti la produzione industriale dei nostri tempi, l’elemento caratterizzante l’evento milanese è stato ancora una volta l’internazionalità, come è risaltato dalla provenienza estera del 47% degli espositori. Buona anche l’internazionalità dei 38.000 visitatori che hanno animato i padiglioni, di cui il 26% è risultato provenire da 109 Paesi, in prevalenza dall’Europa, con il 63,89%, seguita dall’Asia, con un significativo 20,22%, dall’Africa e dall’America, rispettivamente con il 7,58% e il 7,56%, e dall’Oceania, con lo 0,75%. Visitatori che sono stati più numerosi il terzo giorno di fiera (gioIl momento del taglio del nastro da parte del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, che ha sancito l’apertura ufficiale di Plast 2023.

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Il Ministro Gilberto Pichetto Fratin durante la sua prolusione all’inaugurazione di Plast 2023

vedì 7 settembre), quando sono state registrate il 32,91% delle presenze, seguito dal secondo giorno (mercoledì 6 settembre), con il 30,83%, e dai quarto e primo giorno (venerdì 8 e martedì 5 settembre), rispettivamente con il 19,42% e il 16,84%. Non meno significativa la presenza internazionale dei circa 300 buyer coordinati da ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. Dunque, un risultato soddisfacente tanto per gli organizzatori quanto per gli espositori, che ha dimostrato come Plast sia una manifestazione solida e attrattiva nonostante la mancata concomitanza con The Innovation Alliance che, con il suo sistema integrato di manifestazioni (Ipack-Ima, Print4All, MeatTech e Intralogisitica), nel 2018 aveva raccolto un pubblico trasversale all’intera filiera dei beni strumentali, dal packaging ai materiali, dalla tecnologia per la lavorazione della carne alla logistica e alla stampa. Il risultato, eccellente, dell’edizione 2023 si è collocato all’interno di un contesto caratterizzato da diversi cambiamenti organizzativi e di mercato rispetto alla precedente edizione, primo fra tutti la scelta obbligata delle date nella prima settimana di settembre. Da non dimenticare, inoltre, la generale tendenza post-pandemica al business a distanza, che ha inciso sulle principali fiere internazionali con significativi cali in termini di visitatori ed espositori. Una tendenza fisiologica guidata dalle nuove abitudini di gestione del business, ma che è anche indice di una maggiore selezione di professionisti, che si muovono oggi principalmente per eventi e manifestazioni ritenuti effettivamente strategici. I dati di affluenza dell’edizione 2023 dimostrano che Plast in questi termini ha confermato una posizione di assoluta credibilità. “Come organizzatori della manifestazioni siamo soddisfatti”, ha dichiarato Mario Maggiani, direttore generale di Promaplast, società che organizza la manifestazione. “Sapevamo che l’inizio di settembre è un momento complicato per una fiera, ma la rivoluzione dei calendari fieristici post-Covid non ci ha lasciato spazi di manovra. Questo non ci ha però impedito di proporre, ancora una volta, una manifestazione di successo. Guardando alla visitazione, infatti, il risultato è eccellente, considerando anche la mancata contemporaneità con The Innovation Alliance. Inoltre, la proporzione dei visitatori tra italiani e stranieri, rispettivamente pari circa al 70 e 30%, ci dice che nel complesso abbiamo raggiunto un buon risultato in un contesto fieristico internazionale sempre più complesso”.

comunale di Milano Elena Buscemi insieme a Massimo Margaglione, presidente di Plast e di Amaplast, Valerio Soli, presidente di Ipack Ima, Andreas Zuege, direttore generale di Intralogistica Italia, Daniele Barbui, presidente di Acimga, Antonio Maiorano, presidente Argi, Roberto Foresti, vicedirettore di Fiera Milano, e Maurizio Forte, direttore centrale per i settori dell’export di ICE-Agenzia. La manifestazione ha preso ufficialmente il via con il convegno “La sostenibilità 5.0 della plastica: scenari ed evoluzioni dalla produzione al fine vita” e, dopo i saluti dei rappresentanti di Regione Lombardia e Comune di Milano, Ministro e Viceministro hanno sottolineato la volontà delle istituzioni nazionali di supportare le imprese e i lavoratori per creare le condizioni migliori affinché si possa essere sempre più competitivi nel mercato globale. L’industria dei beni strumentali, infatti, nel suo insieme rappresenta un fiore all’occhiello per l’economia italiana e un attore di mercato di primissimo piano a livello internazionale. Nel 2022 il fatturato del comparto si è attestato a un valore pari a 55,4 miliardi di euro, registrando un incremento del 10,7% rispetto al dato del 2021, segnando così un nuovo record. Le previsioni di per il 2023 sono ancora positive: in particolare, il fatturato dovrebbe raggiungere 57,7 miliardi, con un incremento del 4,1% rispetto al 2022. “Per l’Italia il tema non è eliminare la plastica, che è un materiale di note proprietà e utilità e questa fiera lo racconta benissimo”,

Il Ministro Gilberto Pichetto Fratin (a sinistra) e il presidente di Amaplast e Plast, Massimo Margaglione (a destra).

Le parole di Ministro e Viceministro Il taglio del nastro alla cerimonia di apertura di Plast 2023 è avvenuto con un parterre istituzionale di altissimo livello composto dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, dal Viceministro del Made in Italy Valentino Valentini, dall’assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia Guido Guidesi, dalla presidente del Consiglio n. 397 - Ottobre/Novembre 2023 | MACPLAS

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Dopo la cerimonia inaugurale, Mario Maggiani (in primo piano a sinistra), direttore generale di Promaplast, la società organizzatrice di Plast, ha accompagnato il Ministro Gilberto Pichetto Fratin (in primo piano a destra) a visitare i padiglioni espositivi della fiera appena iniziata.

ha dichiarato il Ministro Gilberto Pichetto Fratin nella sua prolusione. “La finalità è piuttosto creare uno strumento che affronti l’intero ciclo di vita delle materie plastiche, in un’ottica di tutela dell’ambiente e della salute umana. L’obiettivo è quindi azzerare l’inquinamento da plastica, che è certamente un grave problema per gli ecosistemi. Ancora una volta, è necessario che ci guidi l’indirizzo scientifico, non l’ideologia. La tecnologia, così presente in questa fiera, è in continua evoluzione e noi dobbiamo farla andare di pari passo con un’attenzione massima all’ambiente e al processo inarrestabile di transizione ecologica, di cui certamente gli operatori della filiera della plastica devono sentirsi protagonisti. Dobbiamo saper cogliere quindi, come Paese, le opportunità che alcune filiere e settori fortemente interdisciplinari possono prospettarci nell’ambito della bioeconomia e dell’economia circolare”. “Plast è evento di assoluto rilievo a livello europeo per la filiera della plastica, un settore che con 25 miliardi di euro di fatturato, di cui il 70% all’estero, rappresenta un fiore all’occhiello per il Made in Italy”, ha aggiunto il Viceministro Valentino Valentini. “La filiera della plastica porta avanti una continua innovazione ed

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è fondamentale per la transizione ecologica, uno degli obiettivi dell’Italia e dell’Europa. Provvedimenti come il codice sulla proprietà industriale e il Ddl Made in Italy garantiscono alle imprese un ambiente favorevole per innovare e investire e tutelano le eccellenze italiane nel mondo. Con questi e altri provvedimenti il Governo assicura e continuerà ad assicurare il proprio sostegno al comparto”.

La crescita sostenibile della plastica Dopo gli interventi istituzionali, si è tenuta, moderata da Giuseppe De Filippi, vicedirettore del TG5, una tavola rotonda di confronto tra nomi illustri del panorama industriale italiano e internazionale, quali Alessandra Colombo, head of circular economy and sustainability di Versalis, società chimica di Eni impegnata nella chimica sostenibile e circolare per creare valore per gli stakeholder e contribuire alla transizione energetica, Cristina Miele, direttrice amministrazione e finanza e responsabile della società Benefit di Ferrarelle, quarto gruppo italiano a volume nel settore delle acque minerali, Nico Fontana, amministratore delegato di Montecolino, azienda di produzione di pavimentazio-

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ni e rivestimenti tessili, e Mario Bagna, amministratore delegato di Interzero Italy, partner di riferimento dell’economia circolare per le aziende di ogni settore che sviluppa soluzioni ambientali integrate. L’evento è stato organizzato da The Innovation Alliance, il progetto che riunisce secondo una logica di filiera cinque manifestazioni fieristiche internazionali - Plast, Ipack-Ima, Meat-Tech, Print4All e Intralogistica Italia - vetrine d’eccellenza nei rispettivi comparti per la produzione di macchine, tecnologie e materiali per l’industria manifatturiera. I protagonisti, con la cerimonia di apertura tenutasi sotto un unico ombrello, hanno voluto rimarcare che nonostante la separazione “fisica” delle cinque fiere, che nel 2023 non hanno potuto svolgersi in concomitanza, il legame che le unisce resta comunque forte e vivo non soltanto idealmente, ma anche, e soprattutto, fattivamente. The Innovation Alliance, nata nel 2018 in un’ottica di sistema per potenziare il “time to market” e offrire occasioni per riflessioni trasversali su comparti produttivi affini, sviluppare i temi della sostenibilità dei nuovi materiali e della ricerca e sviluppo e per potenziare la competitività a livello globale, è quindi tornata nel 2023 con un evento che ha voluto trattare una delle tendenze che sta rivoluzionando l’industria e la società. Parlare di crescita sostenibile della plastica all’interno di un sistema di economia circolare fortemente sostenuto dal governo è stato il leitmotiv che ha scandito questo evento di apertura: la plastica, quindi, come oggetto del nuovo concetto green che le imprese di settore stanno sviluppando.

Un calendario ricco di eventi collaterali I quattro giorni di Plast 2023 hanno proposto anche un calendario ricco di eventi collaterali, convegni, momenti di approfondimento e networking focalizzati sui temi protagonisti della fiera:

oltre alla sostenibilità, alla cui insegna si è aperta la manifestazione, anche innovazione, circolarità e risparmio energetico. Il 5 settembre, dopo quello inaugurale, è stata la volta del convegno “Sostenibilità tra opportunità di business e obblighi di sistema: esperienze a confronto”, promosso dalla società ambiente, dove è stato affrontato il rapporto fra attività economica e cura della sostenibilità per migliorare l’appetibilità sul mercato delle aziende, con le testimonianze di Amut, Gefit, Gefran e Piovan (a proposito si veda l’articolo di approfondimento a pagina 28 di questo stesso numero). Nel solco della sostenibilità anche gli appuntamenti del 6 settembre, intitolati “La circolarità della plastica: opportunità industriali, innovazione e ricadute economico-occupazionali per l’Italia”, promosso da Amaplast, Unionplast, PlasticsEurope Italia e The European House Ambrosetti, “Polimeri per un’innovazione sostenibile”, con Cesap e IIP (Istituto Italiano dei Plastici), sull’innovazione attraverso una oculata scelta dei materiali, delle modalità per conoscere la provenienza e le caratteristiche dei materiali da fine vita o scarto industriale impiegati e degli strumenti più diffusi per qualificare il prodotto. Nella stessa giornata, Made Competence Center ha proposto anche un approfondimento sulle opportunità di finanziamento per le imprese, con le informazioni sulle modalità di accesso ai 14 milioni di euro a fondo perduto di cui dispone Made4.0, in quanto soggetto attuatore del PNRR. Tre gli appuntamenti convegnistici anche il 7 settembre, a cominciare da “Thinking Additive - Come il pensiero, la comunicazione e l’approccio additivo condizionano la produzione industriale”, organizzato da 3NTR e Promix, seguito da “I materiali del futuro e le tecnologie dei Plasmi: una scelta green”, promosso da Plasmapps, durante il quale è stata illustrata la tecnologia del plasma insieme ad alcune case history nei settori di plastica,

38.000 sono stati i visitatori totali che hanno varcato i cancelli di Fiera Milano nei quattro giorni di Plast 2023 per vedere e toccare dal vivo le tante novità nel campo delle tecnologie, dei materiali e delle applicazioni proposte dai 1.323 espositori.

Un programma quotidiano di convegni e conferenze ha arricchito la proposta di eventi collaterali di Plast 2023. n. 397 - Ottobre/Novembre 2023 | MACPLAS

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Il terzo giorno di fiera, giovedì 7 settembre, ha registrato il numero maggiore di visitatori, con il 32,91% del totale delle presenze; il secondo giorno, mercoledì 6 settembre, ha chiamato a raccolta il 30,83% del totale, mentre quarto, venerdì 8 settembre, e primo giorno, martedì 5 settembre, hanno registrato rispettivamente il 19,42% e il 16,84% dei visitatori.

gomma e metalli. Infine, è stata la volta di “Innovazione e sostenibilità nei materiali compositi”, seminario che ha proposto una panoramica aggiornata su normative e progetti per la sostenibilità dei compositi e nuove tecnologie alla presenza di esperti di Assocompositi, Politecnico di Milano, Università del Salento. I convegni dell’ultima giornata di manifestazione, l’8 settembre, si sono aperti con “Materie plastiche e ambiente: inizio vita o fine vita? Bioplastiche e riciclo”, organizzato da INSTM (Consorzio interuniversitario nazionale per la scienza e tecnologia dei materiali), che dopo una breve panoramica sui vantaggi ambientali del riciclo e dell’uso di polimeri a base biologica, ha affrontato i temi del riciclo meccanico, delle bioplastiche e del riciclo organico dei polimeri biodegradabili. Il programma si è chiuso con il convegno “Unificazione delle materie plastiche. Quale sarà il futuro?”, organizzato da Uniplast.

Un salone satellite dedicato alla stampa 3D Toccare con mano le proposte tecnologiche più innovative rivolte all’industria di plastica e gomma. Questo è stato uno dei tratti caratterizzanti Plast 2023, dove, tra la ricca varietà di proposte

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Plast si è confermata fiera internazionale: il 47% degli espositori e il 26% dei visitatori è risultato di provenienza estera, i secondi arrivati da 109 Paesi di tutto il mondo.

legate all’offerta di iniziative satelliti, spiccava 3D PLAST, spazio espositivo dedicato alla manifattura additiva di materiali polimerici, prototipazione rapida, software di modellazione, stampa 3D e tecnologie affini. Il salone satellite è stato strutturato in due sezioni, un’isola dedicata all’attività convegnistica focalizzata sulla stampa 3D e la prototipazione rapida da un lato, una vera e propria area dimostrativa dove toccare con mano le tecnologie innovative in esposizione dall’altro. In evidenza, in particolare, una soluzione di stampa 3D sui generis, ossia un estrusore montato su un robot antropomorfo, per la realizzazione di una bicicletta. Un progetto sperimentale che strizzava l’occhio a stile di vita contemporaneo, mobilità leggera e sostenibilità, temi attuali come, più in generale, la mobilità elettrica. Secondo le previsioni, infatti, nei prossimi anni l’industria della bicicletta è destinata a crescere in modo costante, in risposta alle esigenze dei consumatori guidate dalla necessità di salvaguardare l’ambiente, ridurre la mobilità urbana e modificare in senso più green il proprio stile di vita. A dimostrazione delle potenzialità della tecnologia di estrusione integrata alla stampa 3D, le biciclette prodotte nel corso della manifestazione sono state tre con altrettanti materiali diversi. Una realizzata in termoplastico, una in termoindurente rinforzato e una partendo da una lastra prodotta sempre con la stessa tecnologia. Protagonisti del progetto imprese e startup quali In-

dexlab, operativa nella sede di Lecco del Politecnico di Milano, coinvolte per dimostrare come la tecnologia 3D permetta di trasformare prodotti artigianali in una produzione industriale anche attingendo ai design più classici come quello di una comune bicicletta. “Riteniamo che questo sia un esempio molto interessante di come la tecnologia combinata con l’innovazione possa muoversi anche in una direzione legata alla sostenibilità dell’ambiente e alla trasformazione di un progetto artigianale in un processo di natura industriale”, ha dichiarato Mario Maggiani. “Quello della stampa 3D è un argomento di grandissima attualità. Tutti i giorni leggiamo articoli su riviste tecniche e quotidiani relativi a prodotti realizzati con questa tecnica e al suo potenziale. Non ci può che far piacere quindi ospitare all’interno di Plast una sezione dedicata all’argomento su cui è previsto anche un convegno, dedicato alla manifattura additiva dal titolo “Thinking Additive - Come il pensiero, la comunicazione e l’approccio additivo condizionano la produzione industriale”, progettato proprio per rendere più familiare questa tecnologia e illustrare a tutti quali sono le potenzialità del settore, ma soprattutto se e come questo può influire sulle tecnologie di trasformazione delle materie plastiche già esistenti”, gli ha fatto eco Fabrizio Vanzan, responsabile dell’ufficio fiere della società organizzatrice di Plast, Promaplast.

Un oggetto artigianale come una bicicletta diventa sempre più industriale con la stampa 3D grazie a tecnologie e materiali avanzati, migliorando le sue prestazioni e al tempo stesso la sostenibilità dei processi produttivi e della mobilità. n. 397 - Ottobre/Novembre 2023 | MACPLAS

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I beni strumentali rallentano ma crescono anche nel 2023

Meccanostampi

Federmacchine: assemblea e nuovo presidente

La crescita dei beni strumentali del 2022 traina quella del 2023, sebbene il ritmo stia rallentando. Ma l’anno in corso, secondo le previsioni, chiuderà con andamento positivo. Il clima di fiducia richiede però impegno e alcuni interventi strutturali. Mentre in Federmacchine arriva un nuovo presidente. A CURA DI LUCA MEI

N

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Il fatturato del comparto nel 2022 si è attestato a 55,4 miliardi di euro, con un incremento del 10,7% rispetto al 2021, segnando così un nuovo record.

el 2022, l’industria italiana dei beni strumentali ha proseguito con la tendenza alla crescita registrata a partire dal 2021 e, nonostante un rallentamento nel ritmo di espansione, anche il 2023 chiuderà prevedibilmente con segno positivo. È quanto è emerso dai dati presentati in occasione dell’assemblea dei soci di Federmacchine, nel corso della quale accanto al presidente uscente Giuseppe Lesce, giunto a fine mandato, è intervenuto il vicepresidente di Confindustria Maurizio Marchesini.

Consuntivi 2022 e previsioni 2023 Nel 2022, il fatturato del comparto si è attestato a un valore pari a 55,4 miliardi di euro, registrando un incremento del 10,7% ri-

spetto al dato del 2021 e segnando così un nuovo record. Le esportazioni, cresciute dell’8,4%, a 35,6 miliardi di euro, hanno superato il risultato del 2018, segnando così un nuovo primato. Ottima la prestazione delle consegne dei costruttori italiani sul mercato interno che, trainate dal consumo, hanno raggiunto il valore di 19,8 miliardi di euro, pari al 15,2% in più rispetto al 2021. La domanda espressa dal mercato domestico è cresciuta ancora, arrivando al nuovo record di 31,7 miliardi di euro, il 18,1% in più rispetto all’anno scorso. Anche le importazioni hanno beneficiato della vivacità della domanda interna attestandosi a 11,9 miliardi di euro, il 23,1% in più rispetto al 2021. Le imprese italiane del settore hanno però dimostrato di saper ben presidiare il mercato locale, come evidenziato dal dato import/consumo che si è attestato al 37,6%. Il rapporto export/fatturato è sceso di circa un punto percentuale, al 64,3%. L’andamento positivo è destinato a proseguire per tutto il 2023, sebbene il ritmo di espansione risulti rallentamento. In particolare, secondo le previsioni il fatturato crescerà a 57,7 miliardi di euro (+4,1% rispetto al 2022), mentre le esportazioni, attese in crescita del 3%, si attesteranno a 36,7 miliardi di euro. Il consumo interno raggiungerà il valore di 33,5 miliardi di euro (+5,6%), a beneficio sia delle importazioni, attese in crescita del 4,8%, a 12,5 miliardi di euro, sia delle consegne dei costruttori, che dovrebbero arrivare al valore di 21 miliardi di euro, in crescita del 6,1% rispetto all’anno precedente.

La destinazione geografica delle vendite Con riferimento alla distribuzione delle vendite, nel 2022, la quota di fatturato realizzata in Italia si è attestata al 35,7%. Il

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27,2% del totale è stato indirizzato agli altri Paesi dell’Unione Europea. L’area UE ha assorbito quindi circa il 63% del fatturato italiano di settore. Seguono le esportazioni in Nord America (11,1%) e in Asia (9,7%), mentre l’Europa extra-UE ha acquisito il 7,9% del totale. Nel 2022, le esportazioni italiane del comparto sono cresciute in tutti i principali mercati, a esclusione di Cina e Regno Unito. Meglio di tutti, in termini di incremento, hanno fatto Messico e India. Principali mercati di destinazione sono risultati: Stati Uniti (4,7 miliardi di euro, +17,1%); Germania (3,8 miliardi, +8,6%); Francia (2,4 miliardi, +11,9%); Cina (1,9 miliardi, -6,2%); Turchia (1,5 miliardi, +7%). “I dati presentati ci dicono che l’industria italiana dei beni strumentali ha completamente superato lo shock dell’emergenza sanitaria ed è, anzi, stata protagonista di una performance davvero convincente nel biennio 2021-2022. Anche il 2023 sarà positivo grazie al mercato sia interno che estero”, ha commentato il presidente uscente Giuseppe Lesce. “Con riferimento al mercato domestico, gli incentivi 4.0 hanno funzionato e stanno funzionando molto bene. Accogliamo quindi con favore l’idea di destinare a favore di queste misure un plafond adeguato di risorse disposte dalla rivisitazione del PNRR che dovrebbe essere integrato con i fondi Repower EU per la transizione energetica”, ha aggiunto Lesce. “A nostro avviso dovrebbe essere previsto, in via strutturale, un sistema modulare di incentivi fiscali che possano essere tra loro combinati e cumulati e che premino maggiormente chi investe in nuove macchine ove la digitalizzazione è anche abilitatrice di sostenibilità. Nello specifico riteniamo che alla prima misura che è quella attualmente in vigore e che consiste nel credito di

Giuseppe Lesce, presidente uscente di Federmacchine

imposta per gli investimenti in tecnologie di produzione digitali di ultima generazione - debba aggiungersi un secondo credito di imposta per gli investimenti in macchinari che vengono integrati tra loro per dar vita ad un sistema che implementa le due catene del valore, fisica e digitale. Infine, ci dovrebbe essere una terza misura che garantisca un credito di imposta per la sostenibilità, così da spingere le aziende verso la green manufacturing, in linea con le direttive europee”, ha continuato il presidente. “Sul fronte estero, le nostre imprese, già campioni di export, devono poter cogliere le opportunità ancora inespresse da mercati tradizionali ed emergenti. La recente ricerca Ingenium, realizzata da Confindustria e Federmacchine, ha messo in luce un potenziale di 16 miliardi di export non ancora realizzato che è certamente alla portata delle imprese del comparto. Queste opportunità riguardano sia la domanda di paesi avanzati sia di aree emergenti, tutti già presidiati dalle imprese del settore. È chiaro però che, a fronte dell’impegno che le aziende del comparto metteranno in questa nuova sfida, che prevede evoluzioni anche nel modello di business, occorre comunque un supporto da parte del sistema paese, penso tra gli altri a ICE Agenzia, Sace e Simest, per sostenerle nella loro attività di internazionalizzazione”, ha concluso Giuseppe Lesce.

Bettelli succede a Lesce

Nuova guida per Federmacchine Nel corso dell’assemblea dei soci di Federmacchine Bruno Bettelli è stato eletto nuovo presidente per il periodo 2023-2024 al posto di Giuseppe Lesce, giunto a fine mandato. Bettelli sarà coadiuvato da Riccardo Rosa, vicepresidente, e Alessandro Zucchi, vicepresidente vicario. Classe 1968, il neopresidente è cofondatore, presidente e CEO di I-Tech e membro del consiglio della federazione in rappresentanza di Acimac (l’associazione dei costruttori italiani di macchine e attrezzature per la ceramica). Perito tecnico con

un executive master di Lenovys conseguito nel 2018, Bruno Bettelli è sposato e ha un figlio. Riccardo Rosa e Alessandro Zucchi sono aderenti rispettivamente a Ucimu-Sistemi per Produrre (l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione) e Acimit (l’associazione dei costruttori italiani di macchinari per l’industria tessile). Alfredo Mariotti, direttore generale di Ucimu-Sistemi per Produrre, infine, è stato confermato segretario generale della federazione.

Il nuovo presidente di Federmacchine, Bruno Bettelli: guiderà la federazione per il biennio 2023-2024.

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| MARKETING

Le macchine per imballaggio e confezionamento battono sé stesse Più 3,6% del comparto rispetto al 2021, che pure era stato un anno record. Grande la soddisfazione del presidente di Ucima, Riccardo Cavanna: “Fatto qualcosa di straordinario, ma investimenti frenati da più parti”.

I

l settore delle macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio ha segnato un nuovo traguardo storico: nel 2022 il comparto ha registrato un fatturato totale pari a 8 miliardi e 537 milioni di euro, migliorando del 3,6% il precedente record del 2021. Se si considera il periodo 20192022, il giro d’affari del settore è cresciuto di circa mezzo miliardo in appena quattro anni: l’andamento è maturato nonostante sia intervenuta la pandemia, con le relative conseguenze negative su scala mondiale. Sono questi i dati contenuti nell’undicesima indagine statistica nazionale del Centro Studi Mecs-Ucima, che ogni anno fotogra-

fa l’andamento del comparto, presentata nel corso dell’ultima assemblea annuale dei soci di Ucima, l’unione dei costruttori italiani di macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio.

Mercato internazionale e nazionale La spiccata vocazione alle esportazioni dei produttori italiani di tecnologie e soluzioni per il packaging è stata confermata anche nel 2022, con il fatturato estero che ha inciso per il 77% su quello totale, per una cifra pari a 6,57 miliardi (+1,7% sul 2021). Il podio delle aree geografiche è rimasto immutato: con 2,52 miliardi di ricavi l’Unione Europea si è confermata la principale area di destinazione delle macchine made in Italy e ha assorbito il 38,4% delle intere esportazioni; di seguito si è piazzata l’Asia con 1,23 miliardi di euro di giro d’affari, pari al 18,8% del totale delle prestazioni internazionali del settore; sul terzo gradino è salito il Nord America, con 1,14 miliardi. La classifica è stata completata dall’Europa extra-UE (650 milioni di euro), dal Sud America (456 milioni di euro) e dall’Africa e dall’Oceania (565 milioni di euro). Notevole balzo per il mercato interno, con una crescita pari al 10,6% rispetto al 2021 che traina i costruttori italiani fino a sfiorare i due miliardi di euro tra le mura domestiche: in dettaglio, 1,96 miliardi di euro il consuntivo finale, con una percentuale sul fatturato totale pari al 23%. “Abbiamo sfondato per la prima volta il tetto degli otto miliardi e mezzo”, ha dichiarato il presidente di Ucima, Riccardo Cavanna, nell’esprimere la propria soddisfazione per l’anno record messo a segno dall’associazione dei costruttori italiani di macchine automatiche per il packaging e il confezionamento.

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Ancora record per Ucima


I produttori di tecnologie e soluzioni per l’imballaggio hanno dimostrato ancora una volta una spiccata vocazione alle esportazioni, con un fatturato estero pari al 77% di quello totalizzato nel 2022.

Dal punto di vista dei settori clienti la suddivisione tra industria alimentare e delle bevande e industrie non alimentari è rispettivamente del 56,7% e del 43,3%. In dettaglio: nel 2022, l’industria alimentare è risultata il primo settore cliente, assorbendo il 31,9% del fatturato totale con i suoi 2,72 miliardi di euro. Il comparto delle bevande si colloca al secondo posto, con il 24,8% del fatturato totale, per un valore assoluto di 2,11 miliardi di euro e una crescita di otto punti percentuali. Terzo gradino del podio per l’industria tessile e affini con 1,59 miliardi di euro (18,6% del totale), in rialzo del 6% (considerevole l’incremento nel mercato domestico, pari al +27,8%). Seguono i settori farmaceutico, cosmetico e chimico e dei prodotti per la casa. La famiglia delle macchine per il packaging primario resta preponderante, con il 50,2% della distribuzione del fatturato (4,28 i miliardi di euro derivanti dalla vendita di tali tecnologie), seguita dal segmento del fine linea, dell’etichettatura e delle attrezzature ausiliarie (28,4%) e dal packaging secondario (che assorbe il rimanente 21,4%).

Struttura produttiva e occupazionale Le aziende che producono macchinari per il confezionamento e l’imballaggio si concentrano principalmente lungo l’asse della via Emilia - cosiddetta “packaging valley” - ma i distratti produttivi si distribuiscono anche in Lombardia, Piemonte, Veneto e Toscana. La dislocazione geografica delle imprese conferma, quindi, una prevalenza della regione Emilia-Romagna in termini di numero di aziende, addetti e fatturato. In Emilia-Romagna risiedono 222 aziende (36% del totale) che occupano 21.946 addetti (58,1% del totale) e generano il 62,6% del fatturato totale pari a 5,34 miliardi di euro. Seguono, in ordine, Lombardia, Veneto e Piemonte. Tra le province, Bologna e Milano superano Parma (terza) e Vicenza (quarta) per numero di aziende di macchine per packaging. Ma se si guarda alla distribuzione di occupazione e fatturato il predominio dell’Emilia resta netto: Bologna, Parma, Reggio Emilia, Modena e Rimini sono ai primi cinque posti, mentre Vicenza, Bergamo e Milano si piazzano rispettivamente al sesto, settimo e ottavo posto. L’analisi del comparto per classe di fatturato evidenzia una netta preponderanza numerica di aziende di piccole dimensioni (quelle appartenenti alle prime due classi - fino a 5 milioni di euro - costituiscono il 64,1% del totale), le quali, tuttavia, contribuiscono al fatturato di settore solo per il 7,6%. Sono appena il 9%, invece, le realtà aziendali con fatturato superiore ai 25 milioni di euro, pur rappresentando la quota più significativa (72,8%) del volume complessivo. Il settore è composto da 616 aziende che occupano 37.753 addetti, in crescita del 3,9% sul 2021: in un anno l’intero comparto ha assunto 1.402 addetti in più. n. 397 - Ottobre/Novembre 2023 | MACPLAS

Etipack

Settori clienti e fatturato

Le aspettative per l’anno in corso Per il 2023, il Centro Studi Mecs-Ucima ha rilevato aspettative di ulteriore crescita da parte del 47% delle aziende intervistate. Il 41,7% prevede un proseguo di anno stabile, mentre il 10,3% teme invece un calo. “Se ci si guarda indietro, abbiamo davvero fatto qualcosa di straordinario”, ha dichiarato il presidente di Ucima, Riccardo Cavanna. “Il 2022 ha vissuto di alti e bassi e di forti tensioni internazionali, dalla supply chain all’incremento dei costi al conflitto in Ucraina, ma siamo ugualmente riusciti a crescere, sfondando per la prima volta il tetto degli otto miliardi e mezzo. È segno di una indubbia posizione di riferimento che i mercati esteri ci continuano ad accreditare ed è l’ennesima prova dell’ottima capacità di reazione delle nostre aziende, che per inventiva e ingegno in situazioni di stress non sono seconde a nessuno. Questo consuntivo è un risultato di cui andiamo orgogliosi e che speriamo di mantenere in questo 2023, ma non sarà affatto facile”. “Per la seconda parte dell’anno, infatti, gli indicatori a nostra disposizione delineano un rallentamento della domanda globale. Inoltre”, ha concluso Cavanna, “ciò che desta preoccupazione per il futuro prossimo deriva da alcuni freni agli investimenti: il nuovo regolamento europeo degli imballaggi (che non ci convince) e il suo iter di approvazione, l’aumento dei tassi di interesse, l’incertezza che ancora insiste in alcune aree del mondo e la mancanza di nuove politiche di 4.0. Sono tutte minacce alla nostra posizione di leadership, minacce che non potremo disinnescare da soli”.

Carlo Bonomi (a destra), presidente di Confindustria, intervenuto all’ultima assemblea annuale dei soci di Ucima.

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| MARKETING NEWS Industria gomma plastica

Italia seconda in Europa trainata dalla Lombardia L’Italia è il secondo Paese europeo più rilevante nell’industria della gomma e della plastica, preceduto solo dalla Germania, per numero di unità locali, fatturato e valore aggiunto, mentre la Lombardia è il territorio nazionale più importante nel settore, incidendo per circa un terzo delle unità locali (3.700 nel 2020) e degli addetti (60.700 nel 2020) sul totale italiano. Lo mostra l’indagine realizzata da Assolombarda e Federazione Gomma Plastica presentata nel corso del convegno “Industrie che modellano il futuro - Il valore della Gomma e della Plastica e delle rispettive filiere in Lombardia e negli scenari di crescita italiana ed europea”, tenutosi presso la sede di Assolombarda a Milano a fine settembre. Il peso della regione sale ulteriormente se si considera il valore economico generato, in quanto il settore lombardo nel 2021 ha generato 22,3 miliardi di euro di fatturato (40% del dato nazionale) e 5,5 miliardi di valore aggiunto (39%). Il peso della gomma e della plastica lombarda, mostra la ricerca, non emerge soltanto a livello nazionale, ma anche a livello europeo. La Lombardia è la prima regione europea per numero di unità locali e quarta (dopo Renania-Westfalia, Bayern e Baden-Württemberg) per numero di addetti, mentre tra le principali regioni europee è l’unica, insieme alla Renania, ad aver registrato un aumento di addetti tra il 2012 e il 2020, sintomo di un settore tuttora in espansione. Per comprendere appieno la rilevanza dell’industria della gomma e della plastica è necessario allargare l’analisi includendo gli altri settori che compongono la filiera, dalla creazione delle mescole a partire dai polimeri alla loro trasformazione in prodotto finito, fino al riciclo del prodotto a fine vita. Una filiera che in Lombardia occupa oltre 74.000 addetti in circa 4.400 unità locali (33-34% del totale italiano) e genera 30,9 miliardi di euro di fatturato e 7,4 miliardi di euro di valore aggiunto (43-44% del totale italiano). L’importanza della Lombardia è confermata anche dalle vendite all’estero: nel 2022 il 37% delle esportazioni italiane del settore proveniva dalla Lombardia, per un valore di 7,6 miliardi di euro, rappresentando la principale regione

esportatrice italiana e la seconda a livello europeo, dietro alla Renania-Vestfalia (9,5 miliardi). Esportazioni lombarde che sono cresciute del 61% nel decennio 2012-2022. “I dati della ricerca dimostrano quanto il comparto della gomma-plastica sia oggi un settore trainante della nostra economia”, ha dichiarato il direttore generale di Assolombarda, Alessandro Scarabelli. “Dai trend ricavati dall’attività di indagine emerge che la Lombardia è la prima regione in Europa per numero di unità locali e la quarta per numero di addetti. Tali evidenze restituiscono una corretta narrazione della nostra industria, testimoniando quanto sia risorsa preziosa dei territori. Certo, permangono ombre che non ci lasciano affatto sereni sulla congiuntura economica. È innegabile, infatti, che il conflitto russo-ucraino e le tensioni geopolitiche su larga scala continuino a rappresentare un fattore di instabilità. In questo scenario, la presentazione del rapporto ci permette di confrontarci sul futuro del settore con evidenze chiare e puntuali, avvalendoci di una virtuosa collaborazione tra associazioni territoriali e di categoria. Una circostanza che dimostra quanto le rispettive mission siano complementari nella grande famiglia di Confindustria”. “I dati elaborati dal Centro Studi Assolombarda sono la conferma del peso delle nostre due industrie nell’economia europea e nazionale e della loro presenza qualificata e capillare sul territorio italiano oltre che del valore che portano alle altre industrie manifatturiere del Paese”, ha commentato Marco Do, presidente di Federazione Gomma Plastica. “Ce l’hanno confermato i colleghi delle filiere delle bevande, della cosmetica e della farmaceutica, ma sono molte altre le filiere industriali che beneficiano dei prodotti in gomma e in plastica in termini di qualità e sostenibilità. L’auspicio è che il legislatore, italiano ed europeo, non penalizzi le nostre industrie e in generale la manifattura nazionale con provvedimenti talvolta più mossi da ideologia ambientalista che da volontà di una vera sostenibilità ambientale, economica e sociale”.

Il fatturato generato dalla Lombardia nel comparto gomma plastica rappresenta quasi il 40% di quello nazionale: 22,3 miliardi di euro sul totale di 56 miliardi di euro.

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A Coim il 100% di Neoflex

Espansione negli adesivi poliuretanici Il produttore italiano di specialità chimiche Coim ha acquisito il 100% delle quote della società spagnola Neoflex, di cui era già socio di maggioranza dal 2021. L’acquisizione della quota di controllo avvenuta nel 2021 aveva consentito a Coim di rafforzare la propria presenza nel mercato degli adesivi poliuretanici, integrando a valle i propri poliesteri e sfruttando numerose sinergie con Neoflex, anche nell’ambito dello sviluppo di soluzioni a basso impatto ambientale. Con il completamento dell’acquisizione l’azienda prevede di dare ulteriore slancio ai numerosi progetti sia commerciali che tecnici aperti a livello globale.

“Desidero ringraziare la famiglia Escobar, alla guida di Neoflex dal 1975, per la fruttuosa collaborazione che ha reso possibile questo successo. Coim crede fortemente nelle prospettive di sviluppo del settore degli adesivi. L’acquisizione del 100% delle quote di Neoflex rappresenta la prima fase di un piano di crescita che ci vedrà impegnati anche nei prossimi anni con importanti investimenti in questo ambito”, ha dichiarato a tale proposito Giuseppe Librandi, presidente e CEO di Coim. Neoflex, nata a Elche, in Spagna, nel 1969, è specializzata nel settore degli adesivi poliuretanici monocomponente, bicomponente e Reactive Hot Melt per applicazioni industriali. I suoi

prodotti trovano impiego in numerose lavorazioni, in particolare nei settori del legno, dell’arredamento, delle costruzioni, del tessile e dell’auto. Approccio globale e attenzione locale fanno di Coim un gruppo in grado di soddisfare molteplici esigenze applicative in cinque diversi continenti.

Eigenmann & Veronelli acquisisce Imea Technologies

Crescere in Africa, Medio Oriente e India L’intero capitale sociale di Imea Technologies, distributore di specialità chimiche con sede negli Emirati Arabi Uniti, è stato acquisito da Eigenmann & Veronelli, distributore italiano di specialità chimiche (oltre a ingredienti alimentari). Con l’operazione, l’acquirente cresce ulteriormente sul mercato internazionale delle specialità chimiche, in particolare nel subcontinente indiano, in Medio Oriente e in Africa, e consolida il portafoglio di soluzioni innovative e tecnologiche avanzate, completando la sua attuale offerta. Imea Technologies, fondata nel 2011, a Sharjah (Emirati Arabi Uniti), offre un’ampia gamma di soluzioni destinate ai mercati di materie plastiche, vernici, sigillanti e adesivi, oil & gas, inchiostri, trattamento dell’acqua, detergenza, cosmetica e altre applicazioni. Con sede a Sharjah (Emirati Arabi Uniti), uffici e magazzini negli Emirati Arabi Uniti e in India, la società assicura una vasta copertura del mercato mediorientale e africano, e nel 2022 ha raggiunto un fatturato di circa 17,7 milioni di euro. Imea Technologies come società del Gruppo Eigenmann & Veronelli continuerà ad essere guidata dal suo n. 397 - Ottobre/Novembre 2023 | MACPLAS

attuale management. “In linea con la nostra visione strategica volta ad affermarci come fornitore internazionale di specialità chimiche e ingredienti alimentari, siamo lieti di accogliere Imea Technologies all’interno del Gruppo Eigenmann & Veronelli. Questa acquisizione rafforza la presenza internazionale di Eigenmann & Veronelli e ci consente di presentare una proposta di grande valore”, ha commentato Gabriele Bonomi, amministratore delegato del Gruppo Eigenmann & Veronelli.

“Entrare a far parte del Gruppo Eigenmann & Veronelli, player di riferimento nel settore, segna un passo di straordinaria importanza nell’evoluzione della nostra società. Ci accomunano visione e cultura, sono convinto che Imea Technologies continuerà a prosperare come parte del gruppo, consolidando le proprie relazioni di lungo termine con importanti fornitori e clienti”, ha aggiunto Ayoob Chekkintakath, direttore generale di Imea Technologies.

Con l’acquisizione di Imea Technologies, Eigenmann & Veronelli intende completare e consolidare il suo portafoglio di soluzioni innovative per crescere nel mercato africano, mediorientale e indiano delle specialità chimiche.

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| MARKETING NEWS Nuovo CEO in Azelis

Giro di poltrone rosa Dal primo gennaio 2024 Anna Bertona diventerà la nuova di CEO di Azelis al posto di Joachim Müller, che ricopriva la carica da oltre dieci anni e che alla fine del 2023 andrà in pensione. Anna Bertona libererà così la funzione di CEO Emea, che verrà assunta da Evy Hellinckx. Anna Bertona porterà con sé una vasta esperienza nel settore e una profonda conoscenza di Azelis, dove ha iniziato a lavorare nel 2013 come direttrice della strategia prima di diventare CEO e presidente Emea nel 2016. In questo ruolo ha rafforzato le relazioni con i committenti e ha investito in capacità di innovazione, facendo crescere la divisione dai 749 milioni di euro di fatturato del 2016 ai 1.812 milioni di euro del 2022 grazie a una combinazione di crescita organica e acquisizioni. Evy Hellinckx ricopre ruoli di leadership strategica in Azelis dal 2016 e nel suo attuale ruolo di amministratore delegato di Azelis Benelux ha ampliato significativamente la presenza dell’azienda nella regione. Prima di questa funzione era stata direttrice della strategia e dello sviluppo aziendale per

l’Emea, con la responsabilità della gestione di tutti i segmenti di attività nella regione, dove ha contribuito allo sviluppo e all’implementazione di programmi chiave.

A sinistra, Anna Bertona, prossima CEO di Azelis, a destra, Evy Hellinckx, che la sostituirà come CEO Emea.

Distretti industriali di Intesa Sanpaolo

La gomma meglio del prosecco In base al XV rapporto “Economia e finanza dei distretti industriali” di Intesa Sanpaolo, al primo posto dei migliori distretti industriali italiani per crescita, esportazioni, profili e solidità finanziaria nel 2022 troviamo quello della gomma del Sebino bergamasco, seguito sul podio da quelli del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene e dei vini e distillati del FriuliVenezia Giulia. Le aziende del distretto della gomma del Sebino bergamasco guidano la classifica grazie, in particolare, a marginalità, patrimonializzazione e crescita del fatturato. Il distretto della gomma del Sebino bergamasco si colloca al primo posto anche dal punto di vista della diffusione delle imprese “champion” con il 33,7%. Un quarto posto di tutto rispetto anche quello delle materie plastiche di Treviso, Vicenza e Padova, soprattutto grazie alla crescita del fatturato rispetto al 2019 e il margine Ebitda nel 2021. Il distretto degli gli articoli in gomma e materie plastiche di Varese si è invece piazzato al 24° posto per crescita del fatturato tra il 2019 e il 2021. Il rapporto evidenzia come la gomma si stata impattata marginalmente dal rialzo dei prezzi del 2022, con la dinamica delle importazioni poco influenzata e la crescita dell’1% in valore nei primi dieci mesi del 2022. Le importazioni, secondo la classificazione BEC, possono essere ricondotte per oltre l’80% ai beni intermedi, destinati a rifornire il processo produttivo del nostro Paese. L’Europa Occidentale costituisce il principale bacino di approvvigionamento con una quota (45,2%) in espansione nel 2022 di oltre il 4% ma Intesa Sanpaolo

La gomma del Sebino bergamasco guida la classifica 2022 dei distretti industriali di Intasa Sampaolo per crescita, esportazioni, profili e solidità finanziaria: meglio del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene e dei vini e distillati del FriuliVenezia Giulia.

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che non chiude ancora il divario con il pre-Covid. La Germania si conferma come primo Paese fornitore, ma quote importanti sono detenute da Francia e Spagna, con l’Irlanda che avanza. L’Asia, da cui sopraggiungono la maggior parte dei prodotti finiti in gomma importati, è il secondo bacino di rifornimento, con il 32,2% (-5,7%) dopo il forte balzo dell’immediato postCovid (+10,7% nel 2019-2021). Dalla Malesia, terzo paese di approvvigionamento, giungono grandi quantitativi di guanti in gomma vulcanizzata non indurita per uso non chirurgico, bene fortemente richiesto in periodo Covid. Più stabili i nuovi Paesi UE, Polonia, Romania e Repubblica Ceca in primis. Salgono le quote del resto d’Europa e del Nafta, seppure su livelli molto più contenuti, le cui tendenze vengono tracciate da Turchia e Stati Uniti. Il settore della plastica nel 2022 incorpora un rialzo dei prezzi leggermente superiore alla media del manifatturiero, che nei primi 10 mesi del 2022 ha contribuito a determinare una crescita delle importazioni del 26,1%, che resta a doppia cifra anche misurata sulle quantità. I prodotti in plastica di importazione sono catalogabili quasi interamente come beni intermedi destinati a ulteriore trasformazione dalla nostra manifattura. Circa il 60% dei beni importati proviene dall’Europa Occidentale. La Germania nel 2022 conferma la propria posizione con un lieve rialzo del proprio peso, come avviene anche per il Belgio (quarto posto), mentre Francia (terza) e Spagna (quinta) cedono lievemente le loro quote. Resta stabile l’Asia, con una quota del 17,7% quasi interamente di pertinenza della Cina, che si conferma il secondo Paese di approvvigionamento del settore. I nuovi Paesi UE consolidano la quota di mercato (13,5%) con la presenza di Polonia, Ungheria, Romania, Repubblica Ceca e Slovenia. MACPLAS | Ottobre/Novembre 2023 - n. 397



| PLASTICA E AMBIENTE

Un tema tra opportunità di business e obblighi di sistema

Come ti porto la sostenibilità in azienda Economia e ambiente possono e devono andare d’accordo. Lo sanno bene gli imprenditori che decidono di implementare la sostenibilità in azienda in un’ottica di trasparenza e lungimiranza in quanto la cura di tali aspetti costituisce oggi la condizione sine-qua-non per far crescere la propria attività e rimanere appetibili sul mercato. DI MARIA VITTORIA SELMI, GIROLAMO DAGOSTINO E DAVID GIRALDI

P

arlare oggi di sostenibilità non sorprende, dato che, trattandosi di una tematica talmente trasversale che incrocia tutti i livelli della società contemporanea, è un argomento che raggiunge anche i non addetti ai lavori. Anche nell’ambito della fiera Plast 2023, svoltasi a Fiera Milano di Rho (Milano) dal 5 all’8 settembre scorsi,

l’argomento è stato ampiamente dipanato attraverso gli eventi collaterali alla manifestazione, che hanno proposto vari approfondimenti dove la parola sostenibilità è comparsa sempre, declinata in abbinamento alla circolarità dei materiali, all’innovazione, ai biopolimeri, al fine vita degli articoli in plastica e a tutti quegli approcci che hanno come riferimento uno sviluppo che “soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”; uno sviluppo che tenga in debita considerazione obiettivi di carattere sociale, economico e ambientale, in maniera interdipendente e con mutuo supporto. Lo sviluppo sostenibile, i cui i tratti salienti sono stati appena richiamati, ha rappresentato il leitmotiv di Plast 2023 e ha coinvolto anche le aziende, confermandosi un aspetto ormai entrato a pieno titolo nel quotidiano dell’imprenditore. Non a caso uno studio del maggio 2022

a cura di IBM (“Own your path: Practical pathways to transformational sustainability”) mostra che il 48% dei CEO ritiene la sostenibilità una delle massime priorità per lo sviluppo aziendale, con una percentuale in netto aumento rispetto al 37% della precedente ricerca del 2021. Il bisogno di sostenibilità pervade le filiere produttive e gli organi di governo dell’azienda. In questa direzione, sempre in base al suddetto studio, si evince che il 79% dei CEO sente la pressione più forte da parte del consiglio di amministrazione e dagli investitori (67%) a conferma del fatto che l’assenza di sostenibilità è vissuta oggi come un fattore che determina un maggior rischio finanziario di impresa. Ambiente, società di consulenza ambientale attiva dagli anni Ottanta, in collaborazione con Amaplast, l’associazione nazionale dei costruttori di machine e stampi per materie plastiche e gomma, nonché organizzatore di Plast attraverso la sua società di gestione Promaplast, ha

I relatori del convegno “Sostenibilità tra opportunità di business e obblighi di sistema: esperienze a confronto”, parte del programma di eventi collaterali di Plast 2023: Maria Vittoria Selmi e David Giraldi, entrambi di ambiente.

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Il convegno sulla sostenibilità è stato animato dagli interventi di Massimo Margaglione (primo a sinistra), di Gefit e presidente di Amaplast, Giovanna Franceschetti (seconda da sinistra), di Gefran, Ilaria Scalco (seconda da destra), di Piovan, e Antonio Morona (primo da detsra), di Amut.

voluto trattare la sostenibilità dal punto di vista delle imprese, approfondendo la materia durante il convegno “Sostenibilità tra opportunità di business e obblighi di sistema: esperienze a confronto”, il cui focus è stato l’azienda che si trova a dover gestire gli obblighi di legge, che impongono, per esempio, la produzione di documenti di rendicontazione che evidenzino l’impegno in tema di sostenibilità nell’ottica di garantire il diritto di trasparenza ai soggetti che rimettono i propri interessi sull’azienda. A fianco di quello normativo, il secondo driver è il mercato, che impone l’allineamento ai principi della sostenibilità quale passaggio obbligato per essere appetibile come partner di business. Come gestire questi driver? Quale strumento scegliere nel panorama infinito di certificazioni, dichiarazioni, rendicontazioni che hanno lo scopo di implementare la sostenibilità in azienda? Qual è il percorso ottimale per approcciare una nuova forma mentis manageriale rivolta alla sostenibilità? Queste le domande a cui i relatori di ambiente e gli ospiti intervenuti al convegno hanno cercato di dare risposta.

Dai contributi convegnistici di ambiente è risultato evidente che l’azienda che intende portare in casa la sostenibilità, oltre a “guardarsi dentro” per sviluppare una coscienza rispetto al proprio posizionamento interno sulle tematiche ESG (Environment, Social, Governance), deve “guardare fuori” per acquisire quelle informazioni utili per gestire le aspettative del mercato. Nell’assenza di protocolli predeterminati, quindi, integrare la sostenibilità nel proprio modello di business inizia dal percepire e recepire i bisogni del mercato e dei portatori di interesse. Risulta evidente come non sia così immediato impostare una strategia di sostenibilità e come questa sia dinamica e malleabile in considerazione di come evolvono il mercato di riferimento, il territorio e la società. Questi ultimi due elementi, territorio e società, introducono un aspetto della sostenibilità che si affianca agli imperativi di natura ambientale, il cui rispetto da parte dell’azienda è ormai dato per scon-

tato. Si tratta della cura degli aspetti sociali, legati alle persone, ai lavoratori e al territorio. Non a caso crescono le aziende che danno evidenza del loro impegno “sociale” attuando programmi di welfare per i propri dipendenti, affrontando il tema della parità di genere in maniera strutturata, dando evidenza del rispetto dei diritti umani (che sembra essere un aspetto ormai raggiunto in occidente ma non così scontato altrove, soprattutto in un mondo globalizzato dove la catena di fornitura non ha confini). Ma come conciliare aspetti che sembrano più vicini ad attività filantropiche con un certo cinismo proprio del mercato e dell’attività economico-produttiva? La risposta, paradossalmente, arriva da un’ormai storica dichiarazione di Larry Fink, CEO e fondatore di BlackRock, uno dei più importanti fondi di investimento del mondo, il quale, interrogato sull’importanza assunta oggi dalla sostenibilità nel settore del business ha dichiarato: “Ci concentriamo sulla sostenibilità non

Un momento del convegno: il tema dell’ambiente è oggi capace di attrarre trasversalmente l’interesse degli operatori industriali.

A misura d’azienda Oggi la sostenibilità in azienda va costruita muovendosi in un contesto dove non esiste un protocollo standard per affrontare l’argomento, tantomeno indicazioni precise da parte del legislatore che lascia volutamente agli operatori economici il giusto spazio decisionale in un panorama che, tranne per alcuni aspetti legati agli obblighi di rendicontazione (un esempio è il cosiddetto bilancio di sostenibilità), è mosso dalle specificità aziendali e dalle dinamiche di mercato. n. 397 - Ottobre/Novembre 2023 | MACPLAS

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Ambienta era presente a Plast 2023 con un proprio stand informativo; nella foto, David Giraldi (a sinistra) e Girolamo Dagostino, responsabile per le tematiche ambientali in Amaplast, l’associazione nazionale dei costruttori di macchine e stampi per materie plastiche e gomma che da circa due anni si avvale della collaborazione della società di consulenza toscana.

perché siamo ecologisti, ma perché siamo capitalisti”. Emerge una visione estremamente pragmatica, lontana da aspetti di tipo etico, che tuttavia persegue la visione di un’economia che deve andar d’accordo con la cura di aspetti apparentemente lontani dal proprio mondo. Il rischio climatico e il rischio di sostenibilità sono rischi di investimento e come tali devono essere gestiti. Approcci che evidenziano una base etica e un sentire ideologico come parte della mission aziendale si mischiano a valutazioni “meramente” opportunistiche di carattere finanziario che vedono la sostenibilità come parte di un contesto capitalistico che ne ha fatto un driver strategico e di business. L’esigenza di sostenibilità tocca quindi le corde dell’imprendito-

re in vario modo. L’evidenza arriva dalle esperienze portate dalle aziende intervenute al convegno (Amut, Gefit, Gefran e Piovan), attualmente pienamente coinvolte dal tema della sostenibilità. Anche le aziende finora non obbligate per legge a intraprendere un percorso di sostenibilità, condividono comunque la necessità di un posizionamento in termini ESG per poter mantenere la quota di mercato. Ma in tutti i casi, e probabilmente questo è vero un po› per tutte le aziende del tessuto produttivo italiano, ogni impresa, magari senza rendersene pienamente conto, porta avanti delle iniziative che possono configurarsi a pieno titolo come “sostenibili” (installazione di pannelli fotovoltaici, adozione di piani di welfare aziendali, certificazioni am-

bientali ecc.) dal momento che garantiscono un contributo positivo per tutta la società. È pertanto importante prendere coscienza del proprio posizionamento ESG così da poterlo meglio sviluppare e valorizzare. È altrettanto chiaro, in primis per le aziende che investono in sostenibilità, che un percorso di sviluppo sostenibile richiede di allocare risorse e dedicare del tempo aziendale. A fronte dell’impegno profuso, non sempre il mercato ha risposto in passato con altrettanta attenzione. Ma oggi, e sempre di più nel prossimo futuro, tutti gli stakeholders (clienti, azionisti, finanziatori ecc.) valorizzano quelle aziende che sanno incorporare la sostenibilità nel proprio business, comunicandola in maniera efficace.

Nomen omen

Da quarant’anni al servizio dell’ambiente

La sede storica di ambiente si trova a Carrara, in Toscana, ma la società oggi è presente anche a Milano, Roma, Firenze e Taranto

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Ambiente è un’azienda italiana di consulenza e ingegneria ambientale nata quasi quarant’anni fa, in un periodo in cui l’ambiente e la sostenibilità ambientale non erano tra i principali punti dell’agenda economica, né erano percepiti come un possibile motore di sviluppo economico e sociale. Oggi l’azienda può contare su oltre 180 dipendenti con competenze specifiche

in tutte le tematiche della sostenibilità ambientale e sociale e su più sedi che coprono l’intero territorio nazionale: a quella storica di Carrara, si sono aggiunte negli anni le sedi di Milano, Roma, Firenze e Taranto. Ogni sede è organizzata in team multidisciplinari in grado di dialogare per le specifiche competenze con gli enti e le autorità di controllo in campo ambientale e portare a soluzione gli iter autorizzativi richiesti. Da quando esiste, ambiente ha posto come anima del proprio lavoro la sostenibilità, in particolare quella ambientale. Supportare aziende e organizzazioni nel loro percorso verso la sostenibilità è stato da sempre l’oggetto delle attività aziendali e naturalmente la soddisfazione nel farlo oggi, rispetto a un passato in cui il tema era ben lontano dalle politiche aziendali della maggior parte delle organizzazioni, è ampiamente gratificante. Nel 2021 ambiente ha ampliato le sue collaborazioni attraverso un accordo

con Amaplast, Acimac e Ucima, associazioni di categoria i cui membri sono supportati a 360 gradi in tutti i percorsi di transizione ecologica, grazie a un approccio multidisciplinare e interdisciplinare finalizzato a implementare la sostenibilità in azienda. Alcuni dei principali servizi per la sostenibilità che offre l’azienda sono: sviluppo del piano di sostenibilità e strategica ESG; bilancio di sostenibilità; formazione ESG; Gap Analysis ESG; calcolo dell’impronta di carbonio di organizzazione e di prodotto; percorsi di neutralità climatica; analisi del ciclo di vita (LCA-EPD); valutazione DNSH secondo la tassonomia europea; valutazione di impatto sulla biodiversità; misurazione della circolarità; progettazione e implementazione di sistemi di gestione (per l’economia circolare, dell’ambiente, della salute e della sicurezza del lavoro, dell’energia, per la parità di genere, della diversità e inclusione ecc.).

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Magda Ehlers da Pexels

Relazione generale consuntiva di Conai

Nel 2022 riciclato il 71,5% dei rifiuti di imballaggio Seconda vita per 10 milioni e 400 mila imballaggi. Recupero totale all’80,5%. L’Italia supera gli obiettivi di riciclo indicati dall’Unione Europea al 2025 e al 2030. Il Ministro Pichetto Fratin: “Un importante elemento di competitività del sistema imprese del nostro Paese su scala nazionale ed internazionale”. Il presidente Conai Capuano: “L’industria del riciclo italiana è efficace ed efficiente: il nostro modello fa scuola in Europa”. A CURA DI LUCA MEI

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el 2022 in Italia è stato riciclato il 71,5% dei rifiuti di imballaggio. Su 14 milioni e mezzo di tonnellate di imballaggi immessi al consumo, 10 milioni e 400 mila hanno trovato una seconda vita. Lo ha reso noto Conai nella sua relazione generale consuntiva che, da quest’anno, adotta, in anticipo, la nuova metodologia di calcolo prevista dalla Decisione 2019/655 dell’Unione Europea, che sposta a valle il punto di misurazione dei quantitativi riciclati, eliminando dal conteggio alcuni scarti industriali legati al trattamento delle plastiche.

Italia virtuosa L’Italia ha già raggiunto gli obiettivi di riciclo complessivi che l’Unione Europea chiede agli Stati membri entro il 2025, quando ogni Paese dovrà riciclare almeno il 65% degli imballaggi ogni anno, ed entro il 2030, quando l’asticella si alzerà al 70%. Lo ha confermato anche la Commissione europea che, nella relazione di segnalazione preventiva sull’attuazione delle Direttive sui rifiuti, inserisce il nostro Paese fra i nove non a rischio per il raggiungimento degli obiettivi di riciclo. “L’attenzione al design sostenibile degli imballaggi, alla raccolta sempre più di qualità, al riciclo e alla prevenzione sono al centro delle azioni del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, anche grazie ai fondi messi a disposizione dal PNRR”, ha affermato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. “I risultati del Conai sono frutto di un’eccellenza italiana in Europa e nel mondo che è uno stimolo anche per questo governo a guardare avanti con determinazione verso un’economia circolare intelligente

e sostenibile: un importante elemento di competitività del sistema imprese del nostro Paese su scala nazionale e internazionale”. In dettaglio, hanno trovato una seconda vita 418 mila tonnellate di acciaio, 60 mila di alluminio, 4 milioni e 311 mila di carta, 2 milioni e 147 mila di legno, un milione e 122 mila di plastica e bioplastica, 2 milioni e 293 mila di vetro. Sommando ai numeri del riciclo quelli del recupero energetico, il totale di imballaggi recuperati sale a 11 milioni e 700 mila tonnellate, pari all’80,5% dell’immesso al consumo.

Un’industria che funziona “Un risultato che dimostra come l’industria del riciclo italiana funzioni e si imponga per efficacia ed efficienza”, ha commentato presidente di Conai, Ignazio Capuano. “Il nostro modello continua a fare scuola in Europa: è ormai appurato che l’Italia è uno degli Stati in cui si ricicla di più e a costi inferiori, con un altissimo livello di trasparenza. I numeri del 2022 lo confermano, nonostante un nuovo procedimento di calcolo più seve-

Il Ministro dell’Ambiente e delle Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, a destra, e il presidente di Conai, Ignazio Capuano, a sinistra.

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Iniziativa consortile

Sostegno per le imprese alluvionate

ro. Le quantità di materia riciclata e quelle di immesso al consumo si mantengono sostanzialmente stabili rispetto al 2021. Lo scorso anno, infatti, abbiamo avuto un primo semestre caratterizzato da una forte accelerazione dell’immesso e delle attività di riciclo, e un secondo semestre in frenata, soprattutto a causa della contrazione della produzione industriale nelle principali economie”. Le quasi 10 milioni e mezzo di tonnellate di imballaggi effettivamente riciclati sono un risultato raggiunto per il 47% grazie al lavoro dei consorzi di filiera del sistema Conai, per il 51% grazie agli operatori indipendenti e per il restante 2% grazie all’operato dei sistemi autonomi. L’intervento del sistema si è ridotto di circa un punto percentuale rispetto allo scorso anno, com’è normale in momenti favorevoli per il mercato: il consorzio interviene infatti in modo sussidiario al mercato, quando riciclare i materiali di imballaggio non risulta economicamente conveniente, garantendo la libera concorrenza sul mercato delle materie prime seconde. Un quadro in cui gioca un ruolo importante il lavoro svolto con i Comuni, attraverso l’Accordo Nazionale con Anci 2020-2024. Nel 2022 sono stati 7.655 i Comuni italian. 397 - Ottobre/Novembre 2023 | MACPLAS

ni che hanno stipulato convenzioni con il sistema consortile, affidandogli tutti o parte degli imballaggi provenienti dalle raccolte differenziate. Una copertura della popolazione italiana che raggiunge così il 99%. Per coprire i costi che i Comuni sostengono nel ritirare i rifiuti di imballaggio in modo differenziato, nel 2022 Conai ha riconosciuto alle amministrazioni locali italiane 688 milioni di euro, mentre 440 milioni sono stati destinati dal sistema alla copertura dei costi per attività di trattamento, riciclo e recupero. Anche nel 2022 Conai ha posto particolare attenzione alle aree del Mezzogiorno in cui la raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio è più lenta e fatica a raggiungere standard qualitativi-quantitativi. Gli interventi del consorzio in queste zone, grazie agli strumenti dell’Accordo Quadro Anci-Conai, vogliono accelerare il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata, colmando il divario tra le Regioni più virtuose rispetto a quelle più in ritardo. Nel biennio 2021-2022 i progetti territoriali per lo sviluppo di una raccolta differenziata di qualità nel Centro-Sud hanno coinvolto 18 milioni e 700 mila abitanti, di cui 4 milioni e 900 mila in Campania e 4 milioni e 800 mila in Sicilia.

Pixabay

Il riciclo in Italia nel 2022 suddiviso per tipologia di imballaggi

In accordo con i sette consorzi di filiera che fanno parte del sistema, Conai ha deciso di sostenere le imprese colpite dall’alluvione dello scorso maggio nelle province di Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini, Pesaro e Urbino, oltre ad alcuni comuni nella provincia di Firenze. Oltre alle iniziative già in essere, come l’immediata sospensione delle azioni di recupero del credito e alcuni sgravi amministrativi, per le imprese utilizzatrici di imballaggi delle aree interessate dall’alluvione sono stati messi a disposizione circa 12,4 milioni di euro per il rimborso straordinario del contributo ambientale Conai rimasto a carico di tali imprese tra maggio e agosto 2023. Il rimborso sarà riconosciuto da Conai fino a concorrenza dell’importo di contributo ambientale assolto sugli imballaggi vuoti o pieni, acquistati dal 1° maggio al 31 agosto 2023. In un’ottica di valutazione costi/benefici, è stata prevista una soglia minima di 200 euro per materiale/procedura di dichiarazione CAC, al di sotto della quale Conai non riconoscerà il rimborso (in analogia con le procedure di rimborso già previste per gli esportatori di imballaggi). Il contributo ambientale sui quantitativi di imballaggi oggetto di rimborso per il periodo maggio-agosto 2023 non potrà essere superiore a quello assolto dalla stessa impresa nel medesimo quadrimestre del 2022 e non potrà riguardare il contributo riaddebitato ai clienti dalla stessa impresa (esplicitamente o mediante incorporazione nel prezzo di vendita delle merci o degli imballaggi). Per le aziende di nuova costituzione e che non abbiano il citato quadrimestre 2022 come riferimento, il limite sarà parametrato a un terzo del CAC complessivamente assolto nei dodici mesi precedenti a quello di presentazione della domanda di rimborso. In caso di CAC assolto su imballaggi “pieni” è necessaria un’attestazione del fornitore delle merci analoga a quella già prevista per i rimborsi agli esportatori abituali. La richiesta di rimborso può essere presentata fino al 31 marzo 2024.

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Cresce il fatturato delle aziende riciclatrici Superato ampiamente il miliardo di euro, con un incremento del 18%. L’associazione nazionale dei riciclatori: “Italia eccellenza nel riciclo a livello europeo, il governo tuteli le imprese”.

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rosegue la crescita del fatturato per le aziende attive nel riciclo meccanico della plastica: la tendenza positiva (+67%) registrata nel 2021 si è consolidata anche nel corso del 2022. Il fatturato complessivo del settore nel 2022 ha superato ampiamente il miliardo di euro, attestandosi a quota 1,135 milioni di euro, segnando un incremento pari al 18% rispetto al 2021. La crescita è da ricondurre soprattutto agli aumenti dei prezzi di vendita, resisi necessari per fronteggiare l’impennata delle principali componenti di costo come l’approvvigionamento dei rifiuti, i costi energetici e di trasporto. Sono questi, in premessa, i dati che emergono dal rapporto di Assorimap, l’associazione nazionale dei riciclatori e rigeneratori di materie plastiche, realizzato da Plastic Consult, in cui si fotografa lo stato di salute dell’industria italiana del riciclo meccanico delle materie plastiche nel 2022.

Leggero calo produttivo senza conseguenze L’aumento del fatturato si rileva nonostante un leggero calo produttivo delle plastiche riciclate meccanicamente. Dopo

i numeri incoraggianti del 2021 (+17% su base annua), dovuti alla ripresa dei consumi e delle attività post-pandemia che hanno generato un aumento generale della domanda di plastica riciclata, il 2022 mostra una lieve contrazione (-1,5%) nella produzione di materie prime seconde in plastica (785 mila tonnellate) provenienti dal riciclo meccanico dei rifiuti post-consumo. Il nuovo shock economico, determinato nei primi mesi del 2022 dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ha causato nei mesi successivi pesanti ripercussioni sull’industria del riciclo meccanico, in ragione principalmente del drastico incremento dei costi energetici (gas ed elettricità, quest’ultima a livello nazionale caratterizzata in agosto 2022 da un picco di prezzo del PUN pari a +687% a confronto con i livelli della primavera 2021). Nell’attività di riciclo delle materie plastiche sono attive, nel complesso, oltre 350 aziende, inclusi raccoglitori e selezionatori di rifiuti e scarti industriali. Un calcolo dal quale sono invece escluse le società di raccolta rifiuti urbani. I produttori di materie prime seconde sono circa 200, comprendendo la lavorazione degli scarti industriali e le aziende che producono macinati, così

EVOLUZIONE IN MILIONI DI EURO DEL FATTURATO SETTORIALE DEL RICICLO MECCANICO NAZIONALE Tipo di polimero 2020 2021 2022 % ∆v 21/20 rPET 134,96 210,38 307,85 55,9 rHDPE 97,50 195,51 209,12 100,5 rPE film 229,58 372,31 395,93 62,2 rPP 53,60 75,39 90,30 40,7 rMPO 29,80 54,29 68,00 82,2 Altri 31,60 54,87 63,28 73,6 Totale 577,04 962,75 1.134,48 66,8

% ∆v 22/21 46,3 7,0 6,3 19,8 25,3 15,3 17,8

Peso % 2022 27% 18% 35% 8% 6% 6% 100%

Fonte: Plastic Consult per Assorimap

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Assorimap

Rapporto Assorimap


Hans da Pixabay

come i trasformatori di plastiche integrati a monte nel processo del riciclo. È nel Nord Ovest, in particolare in Lombardia, che si concentra la maggior parte degli impianti di riciclo meccanico censiti (poco meno del 40% del totale). Segue il Nord Est, con poco più del 30%, mentre la percentuale si attesta al 22% nel Sud e nelle Isole, e sfiora il 9% nel Centro Italia.

Approvvigionamento e destinazioni

Un settore ad alto dinamismo industriale

Il riciclo di film in polietilene e di PET sono quelli che portano la quota maggiore di fatturato al settore del riciclo meccanico.

“L’Italia deve tutelare le imprese che hanno investito nel riciclo meccanico della plastica in questi 25 anni. Queste imprese hanno consentito all’Italia di potersi allineare agli obiettivi europei con risultati eccezionali in termini ambientali, economici e sociali. Oggi tali imprese, leader mondiali per qualità delle materie prime secondarie e per tecnologie finalizzate alla trasformazione, stanno continuando a investire per restare competitive in un settore ad alto dinamismo industriale. Questo coraggio ha garantito al comparto una robusta resilienza, nonostante criticità e ostacoli derivanti dalla complessità dello scenario globale. In particolare, hanno inciso la produzione asiatica di polimeri vergini low-cost, che hanno invaso il mercato europeo, e i costi di produzione in crescita a causa dei rincari energetici. Il riciclo meccanico della plastica rappresenta quindi un fiore all’occhiello del made in Italy e il cuore dell’economia circolare: l’auspicio è che venga sostenuto dalla politica, soprattutto in ambito europeo, a partire dalla rimozione di eccessivi lacci burocratici a favore di una maggiore competitività”, ha commenta Walter Regis, presidente di Assorimap.

Montello

Le fonti per il riciclo meccanico post-consumo sono complessivamente concentrate nella filiera degli imballaggi, in particolare quelli da raccolta urbana (68% del totale). Seguono i rifiuti da imballaggio generati nel canale “commercio e industria” (23%). Il comparto agricolo contribuisce per circa il 5%, così come anche la somma delle altre filiere (RAEE, igiene, arredo urbano, casalinghi, giardino, auto, trasporti). In merito alla provenienza geografica dei rifiuti, i riciclatori meccanici nazionali hanno riciclato manufatti a fine vita raccolti e selezionati sul territorio nazionale (86% circa dei volumi). La maggior parte dei riciclati prodotti è rappresentata dal polietilene flessibile (utilizzato principalmente per gli imballaggi flessibili), con una quota del 28% del totale, seguito dal PET (bottiglie e vaschette), con il 24%, e dal polietilene rigido (flaconi), con il 19%. Le quote minoritarie si riferiscono ai materiali misti poliolefinici, al polipropilene e agli altri polimeri. Le principali applicazioni delle materie prime seconde sono diversificate, pur se con-

centrate per quasi il 40% nel settore imballaggi (rigidi al 29%, flessibili al 10%). Inoltre, vengono segnalate come applicazioni di sbocco dei riciclati i tubi (12%), il settore edilizia e costruzioni (11%) e i sacchi per la raccolta rifiuti (10%).

La maggior parte degli impianti di riciclo meccanico censiti (poco meno del 40% del totale) si concentra nel Nord Ovest, in particolare in Lombardia, seguito da Nord Est (poco più del 30%), Sud e Isole (22%) e Centro Italia (9%). n. 397 - Ottobre/Novembre 2023 | MACPLAS

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| PLASTICA E AMBIENTE NEWS I risultati del 2022

addetti. Tra i principali settori applicativi, il maggiore tasso è stato registrato ancora una volta dal monouso (piatti, bicchieri e posate) con un +23% rispetto al 2021, seguito dalle diverse tipologie di film per imballaggio (+7% per il film per applicazioni non alimentari e +3% per il film da imballaggio alimentare) e dal film agricolo con +2%. I comparti storici (sacchetti per asporto merci e ultraleggeri) sono rimasti al meglio stazionari. Guardando al futuro, dopo che la filiera delle bioplastiche compostabili ha retto l’impatto della pandemia da Covid-19 ed è riuscita a chiudere il 2022 in crescita, pur se particolarmente contenuta rispetto alla storia dell’ultimo decennio, per quanto riguarda le tendenze del mercato, risulta in buono sviluppo il monouso compostabile nel comparto HoReCa e il comparto capsule caffè e bevande. Inoltre, è attesa una ulteriore diversificazione delle applicazioni con valori in incremento in quelle oggi ancora minoritarie, quali film per imballaggio, reti, film agricolo ecc. Nel breve termine si dovrebbero registrare tuttavia diverse tendenze che rappresentano fattori critici per il settore. La contrazione complessiva dei consumi finali e la riduzione della spesa delle famiglie, schiacciate tra livelli inflattivi mai registrati negli ultimi decenni e il pesante aumento dei tassi di interesse, fa presagire per l’anno in corso una contrazione della produzione

Il presidente di Assobioplastiche, Luca Bianconi.

industriale di manufatti compostabili. Anche il monouso compostabile, che ha sostenuto il comparto lo scorso anno, è in forte difficoltà a seguito della diffusione dei piatti cosiddetti riutilizzabili in plastica convenzionale. “Sullo scenario internazionale si affacciano con sempre maggiore forza grandi Paesi che puntano ad affermarsi anche nel nostro settore. C’è il rischio che possano crearsi meccanismi di dumping”, ha sottolineato Luca Bianconi. “Di fronte a queste prospettive rilanciamo come associazione la necessità di un riconoscimento del comparto con classificazione apposita (Ateco Nace) e di difendere la filiera dalla concorrenza sleale e dall’illegalità: ricordiamo in quest’ultimo ambito la piattaforma online realizzata da Assobioplastiche, con il supporto del Consorzio Biorepack, per la segnalazione di potenziali illeciti nel settore degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile e delle frazioni similari”.

Ceplast

“La filiera delle bioplastiche compostabili ha retto l’impatto della pandemia. Ora è necessario un riconoscimento del settore con nuovi codici Ateco e una difesa del comparto da pratiche di concorrenza sleale e illegalità”, ha dichiarato Luca Bianconi, presidente di Assobioplastiche, alla presentazione del nono rapporto annuale dell’associazione italiana delle bioplastiche e dei materiali biodegradabili e compostabili. In base ai risultati dello studio, effettuato da Plastic Consult, nel 2022 in Italia il numero delle imprese è rimasto sostanzialmente invariato dopo la crescita costante degli ultimi anni, con la Lombardia in testa con 39 aziende che occupano circa 200 addetti dedicati, mentre il fatturato della filiera è notevolmente cresciuto nel corso degli ultimi dieci anni, passando da poco meno di 370 milioni di euro del 2012 a 1.168 milioni di euro del 2022, con un tasso di crescita media annua che si conferma superiore al 10%. Nel 2022 i volumi complessivi dei manufatti prodotti sono cresciuti raggiungendo le 127.950 tonnellate, con un tasso di crescita dal 2,1% rispetto al 2021 e del 226% rispetto al 2012. Le aziende del comparto di prima trasformazione (poco più di 180 nel 2022) che lavorano (anche in quota minima) plastiche compostabili, nel 2021 esprimevano un volume di affari complessivo di circa 5,32 miliardi di euro, dando occupazione diretta a oltre 13.000

Polycart

In Italia cresce l’industria delle bioplastiche

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Versalis

Corepla certificata ISCC plus

Una sempre maggiore sostenibilità ambientale, sociale ed economica Lungo il percorso di una sempre maggiore sostenibilità ambientale, sociale ed economica lungo tutta la filiera, anche Corepla ha recentemente ottenuto la certificazione volontaria ISCC Plus, configurandosi come Collecting Point all’interno della catena di approvvigionamento. In tale ambito i Centri di Selezione e Stoccaggio (CSS) si configurano invece come prima unità di stoccaggio ovvero come Point of Origin. ISCC Plus è parte dello schema di certificazione ISCC, ha natura volontaria e permette alle aziende dell’intera filiera di monitorare e dimostrare la sostenibilità e la tracciabilità di vari prodotti comprese le materie plastiche, lungo tutta la catena di

approvvigionamento, garantendo una comunicazione trasparente nei confronti degli stakeholder allo scopo di assicurare degli specifici standard ambientali e sociali. Il consorzio ritiene necessario che tutte le organizzazioni che trattano materiale sostenibile siano coperte dalla certificazione ISCC Plus e in tal senso agisce definendo una chiara catena di custodia, tramite bilancio di massa ed emettendo all’operatore successivo una dichiarazione di sostenibilità. “Questa certificazione rappresenta un risultato importante”, ha dichiarato il presidente di Corepla, Giovanni Cassuti, “soprattutto perché il nostro è tra i primi sistemi EPR ad aver conseguito quest’obiettivo. Ormai non è solo

necessario definirsi sostenibile, ma dimostrare il proprio impegno e garantire un modello di produzione inspirato ai principi dell’economia circolare. Per questo motivo abbiamo deciso di sposare la missione di ISCC Plus e garantire la sostenibilità, la tracciabilità e l’identità delle materie prime lungo questa complessa filiera. Un risultato che attesta l’impegno del consorzio e che aggiunge alle certificazioni già ottenute in questi anni - la UNI EN ISO 9001:2015, la 14001:2015, la UNI ISO 45001:2018 e l’EMAS - un altro importante tassello in termini di sostenibilità”.

Giovanni Cassuti, presidente di Corepla.

Dal FEI 50 milioni di euro

Il Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI) ha sottoscritto una partecipazione di 50 milioni di euro al Circular Plastics Fund di Infinity Recycling, fondo europeo che investe in aziende che sviluppano nuovi processi per il riciclo avanzato della plastica e che sostiene le aziende con tecnologie scalabili che necessitano di finanziamenti per l’espansione industriale e commerciale delle loro attività. Circular Plastics Fund si è posto come obiettivo lo stanziamento di 150 milioni di euro, un terzo dei quali è stato coperto dall’impegno del FEI, operazione sostenuta dal programma InvestEU e dalla Banca Europea per gli Investimenti. Tra le tecnologie avanzate sostenute dal Circular Plastics Fund rientrano i processi chimici che consentono il riciclo completo dei rifiuti di plastica a fine vita, da cui ottenere nuove materie prime seconde con proprietà equivalenti a quelle vergini da reintrodurre nella catena del valore esistente. Il fondo può quindi svolgere un ruolo attivo nella circolarità dell’industria della plastica. “La percentuale di imballaggi in plastica n. 397 - Ottobre/Novembre 2023 | MACPLAS

riciclati risulta ancora troppo bassa”, ha affermato l’amministratore delegato del FEI, Marjut Falkstedt. “Si può ottenere molto cambiando le nostre abitudini, ma l’innovazione è fondamentale per trovare nuovi modi di gestire l’uso della plastica strutturale e assicurarci di utilizzare ogni articolo in plastica il maggior numero di volte possibile. Con il sostegno del programma InvestEU, supportiamo questo tipo di innovazione”. “Per la maggior parte degli europei il riciclo è già parte integrante della vita quotidiana. La realizzazione di una vera economia circolare richiede anche soluzioni industriali che consentano di riciclare la plastica in modo completo, efficiente e molte volte”, ha commentato il Commissario per l’ambiente, gli oceani e la pesca, Virginijus Sinkevičius. “I finanziamenti odierni tramite InvestEU aiuteranno le aziende europee innovative a promuovere un’industria della plastica circolare, agendo da stimolo per la transizione verde dell’UE”. “La domanda di materiali riciclati per la produzione di plastica è in aumento, ma solo poche tecnologie avanzate di riciclo

Ian L da Public Domain Pictures

Sostegno al riciclo avanzato europeo

sono state in grado di raggiungere una produzione commerciale”, ha aggiunto Jeroen Kelder, amministratore di Infinity Recycling. “Sebbene tali tecnologie siano spesso praticabili, molte aziende non hanno le capacità specializzate di strutturazione finanziaria e di sviluppo necessarie per aumentare la produzione, reperire risorse di alta qualità e stabilire accordi di fornitura con le controparti. Questo investimento del FEI permette al Circular Plastics Fund di superare i 105 milioni di euro e di accelerare la circolarità nel settore della plastica”.

Il Circular Plastics Fund si è posto come obiettivo lo stanziamento di 150 milioni di euro da investire in aziende che sviluppano nuovi processi per il riciclo avanzato della plastica: un terzo dei quali è stato coperto dall’impegno del FEI.

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| MACCHINE E ATTREZZATURE

Nuove frontiere della calandratura

Sperimentare per superare i limiti Protagonista nella costruzione di macchinari per la lavorazione di plastica, gomma e tessuto-non-tessuto, Comerio Ercole si distingue, oltre che per l’affidabilità degli impianti, anche per la capacità di innovazione. Due laboratori aziendali dedicati a prove e sperimentazioni contribuiscono a garantire la realizzazione di sistemi sempre all’avanguardia, anche grazie alle soluzioni fornite da Johnson-Fluiten. A CURA DI LUCA MEI

C Giunto rotante tipo RHB con la descrizione di ciascuno dei suoi componenti.

on una storia lunga oltre 130 anni, Comerio Ercole dagli inizi come attività artigianale nel 1885 si è sviluppata fino a diventare uno dei principali costruttori mondali di macchine e impianti per la lavorazione di plastica, gomma tessuto-non-tessuto e altri materiali in foglie che richiedono di essere compattati, uniformati e trasformati mediante calandratura. Fra le prerogative che hanno contribuito a consolidare la reputazione dell’azienda va sicuramente ricordata l’incessante attività di ricerca e sviluppo: una sperimentazione costante nel campo

dei processi e dei materiali permette all’azienda e ai suoi clienti di raggiungere risultati sempre fortemente innovativi. Questo è possibile soprattutto grazie all’efficienza di due laboratori dedicati a prove e sperimentazioni interni all’azienda, il cui funzionamento è garantito dalla selezione di componenti all’avanguardia, tra cui i giunti rotanti forniti da Johnson-Fluiten.

Sviluppo sperimentale precompetitivo I laboratori che si occupano di ricerca e sviluppo sono dotati di impianti allo stato dell’arte per simulazioni inerenti a macchinari, processi e materiali: un team di professionisti qualificati sviluppa e coordina progetti che portano i trasformatori ad avvalersi di soluzioni competitive e mantenersi sempre un passo avanti rispetto alla concorrenza. La validità dei risultati raggiunti è comprovata dai riconoscimenti da parte del Ministero della Ricerca Scientifica e dalla Regione Lombardia. I centri di prova e sperimentazione di Comerio Ercole sono nati per creare e testare macchinari che lavorino oltre gli abituali limiti di temperatura, velocità e pressione. In questo modo è possibile verificare la fattibilità di particolari lavorazioni richieste dai clienti e, in caso di esito positivo, realizzare macchinari che permettano la produzione in scala.

Competenza e garanzia di qualità “Da molti anni Johnson-Fluiten è il nostro fornitore di riferimento per i giunti rotanti: perfetti per le macchine che compiono lavorazioni standard, si rivelano particolarmente preziosi anche

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“Da molti anni Johnson-Fluiten è fornitore di riferimento di Comerio Ercole per i giunti rotanti, perfetti per macchine che compiono lavorazioni standard e particolarmente preziosi anche per testare macchinari che offrano prestazioni eccezionali”, ha spiegato il direttore tecnico di Comerio Ercole, Simone Aicardi (nel riquadro).

quando si tratta di testare macchinari che offrano prestazioni eccezionali”, ha spiegato Simone Aicardi, direttore tecnico di Comerio Ercole. Nelle macchine tradizionali per la calandratura, i giunti Johnson-Fluiten più utilizzati sono quelli della serie R: componenti che gestiscono acqua o olio diatermico, le cui prestazioni sono state accuratamente studiate per le applicazioni di raffreddamento e riscaldamento di prodotti a base di plastica o gomma. Questi giunti standard sono inoltre progettati con l’obiettivo di ottenere il miglior rapporto costo/benefici disponibile sul mercato per questo tipo di prodotti. Ma quando si devono equipaggiare le macchine speciali presenti nei laboratori di sperimentazione, visto che le condizioni ambientali sono estreme e variano rapidamente e ripetutamente, è necessario poter contare su soluzioni ad-hoc. Per gestire temperature che raggiungono i 400 °C, necessarie per calandrare materiali come le fibre di carbonio, il grafene o altri elementi sperimentali utilizzati, Johnson-Fluiten propone il giunto rotante RHB.

La soluzione giusta per alte temperature e velocità I giunti della serie RHB sono progettati per lavorare in presenza di temperature molto elevate, raggiungibili grazie all’impiego di olio termico, nelle applicazioni che richiedono anche elevate velocità di rotazione, fino a 2.900 rpm. Tali prestazioni possono essere raggiunte utilizzando due tenute meccaniche bilanciate speciali e cuscinetti con raffreddamento a olio a circuito chiuso. Per questioni di sicurezza è assolutamente necessario evitare qualsiasi perdita del fluido di processo nell’atmosfera, condizione, questa, resa possibile grazie alle doppie tenute meccaniche con barriera pressurizzata utilizzate nei giunti RHB di Johnson-Fluiten. Tra le caratteristiche principali di questi giunti, che rappresentano un vero vantaggio per il cliente finale e che hanno permesso a Johnson-Fluiten di diventare parnter storico di Comerio Ercole, rientrano: • un ciclo di vita degli anelli di tenuta testato fino a 20.000 ore; • l’assenza di tenute a soffietto, che esclude la possibilità di perdite catastrofiche; • i cuscinetti a rulli stabilizzati termicamente, che garantiscono una lunga durata e possono sopportare elevati carichi assiali e radiali.

Quando la versatilità è essenziale Per le prove di laboratorio, Comerio Ercole ricorre prevalentemente ai giunti RHB personalizzati che soddisfano perfettamente le particolari necessità applicative richieste e che vengono forniti in tempi rapidi. “Nel laboratorio, possiamo decidere di cambiare il fluido riscaldante - da olio diatermico a vapore, per esempio - per verificare n. 397 - Ottobre/Novembre 2023 | MACPLAS

quale soluzione porta i migliori risultati, in termini di compattezza, finitura superficiale o altre caratteristiche del prodotto. Con i giunti Johnson-Fluiten non è necessario cambiare il componente per svolgere queste prove: sono perfettamente adatti per tutte le situazioni”, ha aggiunto il direttore tecnico.

Assistenza post-vendita: il fiore all’occhiello Oltre ad affidabilità e versatilità dei giunti, Comerio Ercole apprezza la capacità di offrire interventi di assistenza tecnica rapidi e risolutivi. “I giunti Johnson-Fuiten sono robusti e le disfunzioni sono rarissime, ma se occorre intervenire dobbiamo garantire la continuità della produzione al nostro cliente ovunque si trovi. E, dato che i macchinari Comerio Ercole si trovano installati in tutto il mondo, intendo dire proprio ovunque. Da questo punto di vista la capillarità della rete di assistenza di una multinazionale come Johnson-Fluiten è una garanzia”, ha concluso Aicardi. Per Comerio Ercole la partnership con Johnson-Fluiten si conferma vincente: prodotti perfettamente funzionali alle diverse esigenze e servizio di assistenza inappuntabile sono alla base di un sodalizio consolidato e destinato a durare nel tempo.

Per Comerio Ercole la partnership con Johnson-Fluiten si conferma vincente grazie a prodotti funzionali alle diverse esigenze e servizio di assistenza inappuntabile.

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Pressa della serie Potenza.

| MACCHINE E ATTREZZATURE

Elettrica, Potenza e Forza di LK IMM

Il numero perfetto per lo stampaggio a iniezione La divisione europea di LK Injection Molding Machine Co, LK IMM Europe, è una realtà giovane ma dinamica che nell’arco di un paio di anni si è affermata come fornitore di riferimento nel settore dello stampaggio a iniezione. Con numeri importanti e in crescita, grazie a tre serie di macchine con cui riesce a soddisfare anche le esigenze di mercato più particolari.

N

ei due anni trascorsi dalla sua nascita, LK IMM Europe, la divisione europea di LK Injection Molding Machine Co, ha registrato importanti progressi nell’importazione e nella distribuzione di presse per lo stampaggio a iniezione in Europa. Con un impegno che si è concentrato su qualità, affidabilità ed efficienza energetica, l’azienda in breve tempo ha installate 100 macchine e circa altre 100 sono in arrivo per soddisfare la domanda del mercato di riferimento. Inoltre, una serie di investimenti già in atto porterà LK IMM Europe ha espandersi ulteriormente in termini di esportazione e di aperture di nuove filiali europee.

Il riscontro ottenuto dai propri prodotti sta facendo da traino alla crescita della reputazione di LK IMM Europe, le cui presse sono apprezzare anche da grandi gruppi industriali. Per assecondare la richiesta di macchinari, l’azienda sta pianificando un’espansione a largo raggio che includerà nuovi uffici commerciali e centri di assistenza in tutto il Vecchio Continente, supportati da un team di ricerca e sviluppo che sta lavorando su nuovi modelli per diverse applicazioni, a dimostrazione dell’impegno costante per l’innovazione tecnologica e la personalizzazione di soluzioni adatte alle diverse esigenze di ciascun trasformatore.

La gamma di prodotti di LK IMM Europe è già ampiamente diversificata e offre una vasta selezione di modelli, frutto degli investimenti proprio in ricerca e sviluppo che consentono all’azienda di offrire soluzioni avanzate e specifiche. La capacità di personalizzazione delle macchine è diventata un tratto distintivo del marchio, capace di connotare LK IMM Europe come partner ideale per aziende in cerca di soluzioni per lo stampaggio a iniezione di alta qualità. In sintesi, LK IMM Europe è riuscita a ottenere notevoli riscontri in breve tempo ed è pronta ad affrontare le sfide future mantenendo un impegno costante nell’innovazione e nella personalizza-

La pressa Forza modello 550.

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Luigi Tondi, direttore vendite e sviluppo di LK IMM Europe.

zione per soddisfare le esigenze in continua evoluzione del settore.

Da Friedrichshafen a Bari Fakuma 2023 (Friedrichshafen, in Germania, 17-21 ottobre) e Mecspe 2023 (Bari 23-25 ottobre) sono due importanti vetrine per l’industria manifatturiera che LK IMM Europe ha utilizzato per presentare le proprie recenti innovazioni nel campo dello stampaggio a iniezione. Sulle rive del lago di Costanza l’azienda ha presentato la pressa completamente elettrica Elettrica EL130T e la macchina Potenza III con pacchetto Green. L’evento sulle coste dell’Adriatico invece è servito come opportunità unica per far conoscere le sue soluzioni avanzate in termini di efficienza e sostenibilità per l’industria manifatturiera attraverso i propri tecnici ed esperti. Elettrica: l’avanzamento tecnologico delle presse completamente elettriche La serie Elettrica rappresenta una testimonianza dell’ingegneria avanzata nel settore dello stampaggio a iniezione, concepita per le applicazioni più esigenti in ambienti di produzione delicati, come le camere bianche per dispositivi medicali, farmaceutici, cosmetici e componenti ottici/elettronici. Con forze di chiusura da 1.000 a 3.500 kN, questa serie offre un azionamento completamente elettrico altamente efficiente, con vantaggi chiave come stabilità, risposta rapida, risparmio energetico, controllo preciso e facilità d’uso. La serie Elettrica si distingue per il mantenimento del parallelismo e il sincronismo multi-asse, consentendo cicli di produzione più veloci. L’uso di celle di carico sensibili per il monitoraggio della pressione di iniezione e processori di controllo ad alta frequenza garantisce una risposta immediata. Inoltre, un sistema di controllo aperto consente l’interconnessione intelligente di tutte le unità integrate per una gestione globale del processo. Per coloro che necessitano di controllo idraulico per aln. 397 - Ottobre/Novembre 2023 | MACPLAS

cune funzioni, c’è la possibilità di equipaggiare le macchine con una centralina idraulica aggiuntiva. La serie Elettrica Hybrid offre un compromesso tra le macchine completamente elettriche e la gestione idraulica tradizionale, garantendo prestazioni ed efficienza. La personalizzazione può includere resistenze a nano-infrarossi per un ulteriore risparmio energetico. LK IMM Europe propone la serie Elettrica come un notevole passo avanti nell’evoluzione delle presse per lo stampaggio a iniezione. Con un mix di prestazioni, efficienza energetica e versatilità, queste macchine sono pronte per affrontare sfide complesse in ambienti critici, contribuendo anche alla sostenibilità ambientale. Potenza: l’evoluzione della macchina a ginocchiera servo-idraulica La serie Potenza offre modelli con forze di chiusura da 800 a 10.000 kN, che si contraddistinguono per affidabilità e prestazioni. Queste macchine utilizzano una tecnologia avanzata, inclusa una pompa a ingranaggi e servomotori a magneti permanenti per l’efficienza e la precisione. Il sistema di chiusura a ginocchiera, basato sull’analisi agli elementi finiti (FEA), garantisce resistenza e prestazioni superiori. Per affrontare le sfide ambientali, LK IMM Europe ha introdotto il modello Potenza III Hybrid, che incorpora il pacchetto Green con trafila elettrica (eDosing) e riscaldatori nano-infrarossi, riducendo i consumi energetici del 30-50%

rispetto alla tradizionale soluzione servoassistita. Questa serie all’avanguardia nell’industria dello stampaggio a iniezione promuove efficienza e sostenibilità. Forza: l’innovazione nelle macchine a due piani con trafila elettrica Progettata per le esigenze dell’industria automobilistica, la serie Forza di macchine a due piani offre un’eccellente versatilità con forze di chiusura che vanno da 4.500 a 70.000 kN, adattandosi a diverse applicazioni. La serie Forza si basa su una tecnologia avanzata che unisce un sistema a servo-pompe, trafila elettrica (eDosing) standard e uno di iniezione a cilindro singolo, garantendo notevoli vantaggi in termini di risparmio energetico e precisione. Il controllo preciso e le prestazioni di iniezione eccellenti sono resi possibili dal controllo affidato ai controller della famiglia Keba. Questa serie può essere equipaggiata con i più svariati optional offrendo prestazioni superiori anche nelle applicazioni più impegnative. Il controllo avanzato e il sistema SPC integrato assicurano risultati di alta qualità. L’attenzione all’efficienza energetica e alla sostenibilità si riflette nella tecnologia a riscaldatori a nano-infrarossi, che riducono significativamente i consumi energetici, a favore di una produzione più sostenibile. Grazie alla tecnologia ibrida e alla trafila elettrica integrata viene proposta come scelta ideale per trasformatori che cercano alte prestazioni e sostenibilità.

La pressa Elettrica modello 130 (che in versione T è stato esposto a Fakuma)

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| MACCHINE E ATTREZZATURE

Piovan lancia Condenso

Condensatore di fumi per ridurre al minimo i costi energetici Gli stessi principi di un tipico condensatore di fumi sono stati rivisti per renderne il funzionamento sostenibile ed economico, di fatto trasformando un ausiliario tradizionale in un sistema innovativo e al passo con la green economy. Di seguito vediamo come Piovan ci è riuscita.

L Una doppia veduta della deposizione di VOC.

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a legislazione europea in tema di green economy stabilisce che entro il 2025 il 25% della materia prima usata per prodotti monouso in plastica debba essere di seconda generazione, percentuale minima che nel 2030 dovrà salire al 30%. Le resine riciclate, in particolare quelle derivanti dalla selezione dei rifiuti solidi urbani, però non sono semplici da lavorare, poiché assorbono sostanze di vario genere, per esempio rilasciate dagli alimenti, e durante la deumidificazione vengono liberate nel processo come VOC (ossia composti organici volatili). A queste si aggiungono, inoltre, tutte le sostanze volatili derivanti dai processi di degradazione che la resina subisce lungo l’intero trattamento di riciclo.

Prendendo in considerazione il solo rPET, ossia il PET riciclato, derivante dal recupero di imballaggi come bottiglie e packaging alimentari, il problema diventa ancora più marcato: alcune sostanze volatili possono, infatti, modificare l’estetica (puntinatura, opalescenza, variazione del colore) e proprietà meccaniche (viscosità e resistenza) del prodotto finito e le proprietà organolettiche (odore, sapore) dell’alimento o del liquido contenuto. Un altro importante aspetto, poco considerato, è l’impatto dei VOC sulle attrezzature industriali come, per esempio, i deumidificatori per le resine. Infatti, dovendo lavorare grandi quantità di resina e processare elevate quantità d’aria, senza alcun accorgimento preventivo, il deumidificatore può essere soggetto a un arresto non pianificato e richiedere di conseguenza interventi di manutenzione. Molto spesso la condensazione non controllata dei VOC comporta intasamento dei filtri o delle condotte, blocco delle soffianti, percolazione - pericolosa per gli operatori -, e contaminazione dei setacci molecolari con compromissione del processo di deumidificazione. Questo scenario comporta che le aziende orientate all’uso di materie plastiche riciclate, per tutelare i propri stabilimenti, la salute dei propri operatori e fornire un prodotto finito in linea con le normative vigenti, debbano equipaggiare i propri impianti con strumenti sempre più adeguati e all’avanguardia per contrastare le sfide che derivano dall’operare in questo settore. MACPLAS | Ottobre/Novembre 2023 - n. 397


Il sistema Condenso.

Condenso entra in scena L’uso di semplici filtri in un sistema di deumidificazione permette tutt’al più di bloccare particelle di piccole dimensioni e, spingendosi oltre, applicando filtri ai carboni attivi, è possibile che, deumidificando resine riciclate, questi ultimi tendono a saturarsi velocemente richiedendo una manutenzione continua. La migliore soluzione, quindi, sembra essere quella di applicare un condensatore di fumi all’uscita della tramoggia di deumidificazione intercettando così i VOC sprigionati dal riscaldamento della resina. Il principio del condensatore di fumi è quello di forzare l’aria lungo un percorso opportunamente studiato e, con una serie di batterie collegate a un chiller, raffreddarla, in modo da concentrare le sostanze volatili che per gravità precipitano e vengono raccolte in un contenitore. Il condensatore di fumi, proprio per la sua elevata richiesta di energia e di acqua di raffreddamento, viene raramente preso in considerazione. Piovan ha quindi cercato di risolvere il problema dei consumi energetici, riducendoli al minimo con alcuni accorgimenti tecnologici innovativi per questo tipo di apparecchiature.

Il funzionamento Condenso sfrutta gli stessi principi di un tipico condensatore di fumi, ma a renderlo innovativo sono alcuni suoi aspetti peculiari. Il nuovo scambiatore di calore trasferisce l’energia dall’aria calda in ingresso a quella in uscita, riducendo il gap termico con il deumidificatore, riducendo i costi sia di raffreddamento che di riscaldamento. I vantaggi energetici riducono drasticamente i tempi di ritorno dell’investimento e il costo totale di possesso della macchina. Tutto l’impianto di raffreddamento è stato rivisto con batterie a elevato scambio termico che riescono a raffreddare ulteriormente l’aria con un consumo minimo di acqua ed energia. L’integrazione con il controllo del deumidificatore GenesysNext tramite uno specifico algoritmo, il rilevamento delle temperature lungo Condenso e il sistema di valvole modulabili permettono un controllo continuo e una regolazione intelligente del flusso d’acqua proveniente per esempio da PETchiller, specificatamente progettato per il settore del PET. Inoltre, è stato introdotto un opportuno separatore di gocce che favorisce la condensazione e quindi la raccolta del percolato in modo più efficace. Per una completa integrazione intelligente è possibile equipaggiare Condenso con un sistema a pompa che raccoglie il condensato e lo convoglia in taniche con celle di carico, per un monitoraggio continuo con allarmi al fine di prevenire eventuali traboccamenti. A titolo di esempio, l’uso di scaglie di PET di media qualità può generare in un mese 2-3 kg di VOC: diventa quindi indispensabile automatizzare la raccolta del liquido. n. 397 - Ottobre/Novembre 2023 | MACPLAS

La batteria di carboni attivi è stata progettata in modo che l’aria segua un percorso con la maggior superficie di scambio possibile di carboni, efficientando l’adsorbimento dei VOC e riducendo al minimo la loro presenza nell’aria in uscita. Per sfruttare al meglio la vita dei filtri a carboni attivi e limitare le manutenzioni - in particolare in quegli impianti in cui il numero di condensatori di fumi impiegati è elevato - è possibile monitorarne lo stato con il gascromatografo portatile Vulkano sviluppato da Piovan. Senza la necessità di ricorrere a laboratori esterni, con sole due misurazioni per condensatore e in meno di sei minuti, è possibile decidere se l’unità di carboni attivi ha raggiunto il suo fine vita. Uno strumento molto utile per manutenzioni su larga scala e per la tracciabilità dei processi richiesta dai sistemi qualità.

Perché sceglierlo Condenso è un ausiliario la cui capacità di recuperare parte del calore si traduce in un risparmio notevole dopo un anno di utilizzo, garantendo un rapido ritorno dell’investimento. Generalmente il condensatore di fumi è poco gradito visto il suo alto costo energetico ma in Condenso l’integrazione tra opportuni algoritmi e un’impiantistica totalmente rivista e moderna consente un monitoraggio e una modulazione intelligente dei consumi. L’abbattimento efficace dei VOC consente di preservare gli impianti riducendo i costi di manutenzione e i possibili fermi macchina. a questo si aggiunge la possibilità di garantire a valle un prodotto finito privo di difetti, assicurando affidabilità nel tempo.

In questa foto e in quella di apertura il sistema Condenso installato in un impianto di processo.

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| MACCHINE E ATTREZZATURE

Bobine CHC e generatore EPG di Atos Induction.

Tecnologia per stampaggio a iniezione ed estrusione

Riscaldamento a induzione magnetica per la plastificazione L’evoluzione tecnologica del riscaldamento nei processi industriali comporta la sostituzione dei sistemi dissipativi (resistori) obsoleti con soluzioni avanzate di risparmio energetico. Estrusori e cilindri di plastificazione con tecnologia induttiva innovano le macchine per la lavorazione della plastica aumentando produttività ed efficienza e riducendo costi operativi e di manutenzione.

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l costante aumento del costo dell’energia e la crescente consapevolezza globale dell’importanza del risparmio energetico stanno spingendo verso processi sempre più efficienti e con migliori prestazioni. Per questo motivo la tecnologia induttiva sta diventando sempre più diffusa nelle applicazioni più comuni. Per esempio, in molte abitazioni i piani cottura a induzione stanno sostituendo i comuni piani cottura a gas. L’induzione magnetica consente di trasferire energia in modo sicuro ed efficiente da una bobina a un carico costituito da un materiale ferromagnetico; l’energia trasferita al carico si trasfor-

Schema tipico di applicazione del sistema a induzione per macchine a iniezione ed estrusori.

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ma in calore generato all’interno del metallo stesso. Il trasferimento diretto di energia all’interno del metallo massimizza le prestazioni di riscaldamento rispetto a qualsiasi altro metodo, riducendo i tempi di riscaldamento e minimizzando lo spreco di energia.

Tecnologia a induzione per la lavorazione della plastica Atos Induction (società del Gruppo Atos) ha sfruttato i vantaggi dell’induzione magnetica per creare una soluzione di riscaldamento dedicata ai sistemi di plastificazione. La tecnologia induttiva applicata ai cilindri di plastificazione offre molteplici vantaggi rispetto a quelli tradizionali di riscaldamento resistivo: risparmio energetico fino al 30% sul consumo di energia per il riscaldamento; distribuzione uniforme del calore; potenza elettrica installata ridotta del 30% rispetto a una macchina equivalente con resistori; riscaldamento rapido, in meno della metà del tempo in confronto ai resistori; controllo della temperatura di alta precisione, grazie all’assenza di inerzia termica e al trasferimento istantaneo di calore della tecnologia induttiva; lunga vita operativa grazie alle ridotte sollecitazioni termiche della bobina induttiva. La soluzione progettata da Atos Induction consente di sostituire gli elementi riscaldanti nelle macchine sia nuove che esistenti, utilizzando la stessa logica di controllo temporizzata o termoregolata dei sistemi resistivi tradizionali. L’applicazione tipica è MACPLAS | Ottobre/Novembre 2023 - n. 397


Componenti e funzionamento delle bobine induttive di Atos Induction.

composta da una o più bobine, in base al numero di zone del cilindro da riscaldare, dove ogni bobina è alimentata da un generatore di corrente elettronico. L’unità centrale della macchina gestisce la termoregolazione di ogni singola zona, abilitando o disabilitando il relativo generatore di corrente in base ai feedback di temperatura. Il generatore di corrente elettronico modula autonomamente la corrente in base alle caratteristiche del materiale ferromagnetico da riscaldare, in modo da ottenere la massima efficienza in qualunque condizione di lavoro. La bobina induttiva è avvolta su materiali altamente isolanti per ridurre al minimo la perdita di calore dal cilindro nell’ambiente. Quando un’area ampia del cilindro di plastificazione lavora a una singola temperatura, le bobine induttive permettono una semplificazione dello schema di controllo della macchina e una riduzione dei componenti elettrici installati, poiché una singola bobina può coprire lunghezze fino a 700 mm. La tecnologia di costruzione modulare delle bobine induttive permette una facile installazione su cilindri di plastificazione sia raffreddati che non raffreddati: le bobine CHC-N sono proget-

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tate per l’installazione di sensori di temperatura e sono adatte per quelle zone del cilindro di plastificazione che non richiedono raffreddamento; le bobine CHC-C sono dotate di aperture per il flusso d’aria e per l’installazione di sensori di temperatura e la speciale struttura interna permette di convogliare l’aria di raffreddamento direttamente sopra il cilindro di plastificazione, garantendo un raffreddamento più rapido rispetto ai sistemi resistivi.

Soluzioni per il risparmio energetico L’attenzione all’inquinamento ambientale e l’attuale aumento dei prezzi dell’energia stanno spingendo i mercati verso tecnologie e soluzioni più efficienti. Le analisi comparative, eseguite su una macchina per lo stampaggio a iniezione della plastica da 300 tonnellate hanno mostrato che il consumo energetico delle bobine induttive è risultato inferiore del 30% rispetto ai resistori in ceramica, portando a un risparmio annuo di 28 MWh. Atos Induction fornisce tecnologie di risparmio energetico per equipaggiare con sistemi a induzione la nuova generazione di macchine a iniezione ed estrusori.

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| MACCHINE E ATTREZZATURE

Riscaldatori a infrarossi

Termoformatura efficiente e bolletta più leggera Utilizzati in vari ambiti tecnologici, i riscaldatori a infrarossi trovano nella termoformatura, metodo di trasformazione delle materie plastiche molto praticato, uno dei campi di applicazione di elezione. Migliorando il processo, e, quindi, la qualità dei prodotti finali, con benefici economici di questi tempi più che mai non trascurabili.

I La termoformatura è una tecnologia largamente diffusa per la produzione non solo di imballaggi di vario genere, ma anche di articoli tecnici e beni di largo consumo.

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riscaldatori a infrarossi Krelus di Leister vengono utilizzati in diversi settori, dove si fanno notare per controllo preciso della temperatura, tempi minimi di accensione e spegnimento e, soprattutto, elevata efficienza energetica. Questi riscaldatori sono costituiti da lamine metalliche che raggiungono temperature di circa 850 °C alla massima potenza, emettendo principalmente onde medie intorno alla lunghezza di 2,5 micrometri che li rendono particolarmente indicati per il riscaldamento di materiali che hanno il picco di assorbimento della radiazione luminosa in tale campo di

onde, tra i quali quelli plastici in primis. In particolare, nel segmento della termoformatura i riscaldatori Krelus sono apprezzati per la capacità di riscaldare in modo uniforme, rapido e preciso i semilavorati in plastica, portandoli alla temperatura specifica richiesta da tale processo di lavorazione.

Un supporto di un certo spessore I riscaldatori Krelus mostrano le loro potenzialità in termini di risparmio soprattutto nella termoformatura di articoli di spessori importanti, prodotti con macchine alimentate in maniera discontinua con foglie o lastre. A differenza delle linee in continuo, dove la necessità di calore è costante, in questo caso il campo radiante può funzionare a intermittenza, rimanendo acceso solo quando il foglio è posizionato per il riscaldamento e spegnendosi negli altri momenti. L’inerzia termica estremamente ridotta dei riscaldatori Krelus, che con grande rapidità raggiungono la temperatura di funzionamento e altrettanto velocemente si raffreddano, li rende ideali per questo tipo di lavorazioni. Fornendo calore solo nel momento in cui serve, permettono di

risparmiare energia e di rendere più efficiente il processo.

Risparmio del 50% Apparentemente i riscaldatori in ceramica usati spesso nella termoformatura possono sembrare una scelta economicamente razionale: costano poco e funzionano. È alla prova dei fatti però che la convenienza si rivela effimera. Il processo di termoformatura nelle macchine alimentate a fogli si svolge infatti con cicli di durata variabile da 30 secondi a diversi minuti. Il ciclo comprende diverse fasi, una delle quali è il riscaldamento, e qui la fonte di calore deve per forza di cose essere accesa. Ma nelle altre fasi? Un riscaldatore in ceramica impiega diversi minuti a raggiungere la temperatura d’esercizio: non è quindi pensabile spegnerlo nelle fasi in cui il calore non serve. Deve rimanere sempre acceso. Il riscaldatore Krelus si riscalda invece nel giro di pochi secondi e può quindi essere spento quando il calore non serve; in un processo con un ciclo che dura un minuto, questo vuol dire che il riscaldatore a infrarossi può rimanere acceso la metà del tempo rispetto all’analoga unità in ceramica, con un risparmio energetico del 50%. I MACPLAS | Ottobre/Novembre 2023 - n. 397


Una delle caratteristiche dei riscaldatori a infrarossi Krelus è la modularità: rettangolari o quadrati, di grandi o piccole dimensioni, possono essere utilizzati in varie combinazioni per creare campi radianti delle forme ed estensioni più diverse per adattarsi alle più ampie esigenze produttive possibile.

riscaldatori Krelus sono anche più efficienti e a parità di energia radiante usano circa il 10% in meno di elettricità, con un incremento ulteriore del risparmio.

Controllo efficiente

tori o altri dispositivi utili a rimuovere il calore dal campo radiante. A differenza di altre tipologie di emettitori a infrarossi, questi riscaldatori, grazie alla limitata inerzia termica dell’elemento radiante e alla costruzione con un importante stra-

to di materiale isolante, sono caratterizzati da basso riscaldamento della parte posteriore del modulo IR. Il che si traduce in una riduzione di complessità dell’installazione e, quindi, un risparmio sui costi accessori.

Il riscaldatore a infrarossi permette di mantenere stabile il processo grazie al preciso controllo della temperatura. Se il susseguirsi delle fasi di termoformatura è temporizzato, questo non terrà conto di aspetti come le condizioni ambientali o le caratteristiche del materiale. Legando l’evolversi del processo alla temperatura superficiale del semilavorato, è possibile esercitare un controllo molto più preciso. Inoltre, con i riscaldatori Krelus è possibile aumentare la potenza mantenendo costante la temperatura: così il riscaldamento non si limiti alla superficie, ma risulta uniforme per l’intero spessore del materiale.

Sistemi modulari Rettangolari o quadrati, di grandi e piccole dimensioni, i riscaldatori Krelus sono modulari e utilizzabili in combinazione fra loro per creare campi radianti delle più diverse forme e dimensioni. I riscaldatori, anche se inseriti nella stessa matrice, conservano la loro autonomia; quindi, è possibile controllarli individualmente per creare zone di riscaldamento separate, con temperature e tempi di irradiazione diversi. Privi di parti mobili, questi riscaldatori a infrarossi sono praticamente esenti da manutenzione. Il loro design lineare e robusto fa sì che durino a lungo e, in caso di malfunzionamenti, la struttura modulare rende comunque possibile sostituire un singolo elemento, garantendo la riparazione rapida e la ripresa dell’attività pressoché immediata. In ultimo, ma non per importanza, i riscaldatori a infrarossi Krelus non richiedono l’installazione di ventilan. 397 - Ottobre/Novembre 2023 | MACPLAS

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MACCHINE E ATTREZZATURE NEWS | Filtec soddisfatta del suo Plast

Tecnologie dalla parte della plastica Edizione di grande successo quella di Plast 2023 per Filtec, azienda italiana con un’esperienza trentennale leader nella progettazione e realizzazione di impianti per il trattamento dei materiali plastici, presente in fiera per proporre al pubblico le sue ultime innovazioni frutto delle attività di ricerca e sviluppo. Al salone internazionale milanese per l’industria della plastica, che quest’anno ha accolto a Fiera Milano di Rho (Milano) quasi 40.000 visitatori provenienti da 109 Paesi del mondo e 300 buyer internazionali coordinati da ICE - Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, Filtec ha risposto presente con uno stand dedicato a due impianti di punta della propria gamma: il Watering, sistema di taglio ad anello liquido, e l’Underwater, sistema di taglio immerso in acqua. Entrambe le proposte si sposano perfettamente con la mission aziendale che mira a creare soluzioni anche amiche dell’ambiente e del riciclo. Da sempre, Filtec si dichiara infatti dalla parte della plastica e, soprattutto, del suo buon uso e riuso, che insieme diventano preziosi alleati per la riduzione dell’inquinamento e la salvaguardia del pianeta. In questo percorso, i macchinari dell’azienda sono parte integrante della lunga e virtuosa filiera del riciclo e non solo. “Tornati a casa da questa manifestazione straordinaria”, hanno commentato il CEO di Filtec Giovanni Baracco e la responsabile commerciale e marketing Maria Elena Veronese, “vogliamo ringraziare personalmente le tantissime persone

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che hanno visitato il nostro stand: il successo di questa fiera è merito loro. Arricchiti da questa esperienza, che ci ha permesso di rafforzare legami già in essere e di allacciare nuovi contatti, continuiamo a lavorare come sempre per offrire ai nostri clienti servizi sempre più performanti e in linea con le necessità del presente, studiando soluzioni realizzate ad hoc per rispondere affermativamente ai loro bisogni specifici. Siamo pronti ad affrontare le sfide e sfruttare al meglio le opportunità che ci offre il futuro tenendo bene a mente le costanti che guidano il nostro lavoro: qualità, sostenibilità e passione”. Scegliere le soluzioni di granulazione targate Filtec significa scegliere una serie di vantaggi collaterali, a partire dalla garanzia di un partner affidabile pronto ad accompagnare il cliente in qualsiasi fase del pre e del post-vendita risolvendo in tempi rapidi ed efficienti qualsiasi problematica dovesse presentarsi. Inoltre, non meno importanti sono la grande competitività sul mercato, la totale flessibilità e personalizzazione dei prodotti e l’elevata competenza di uno staff pronto a progettare i servizi in base agli obiettivi delle aziende. Dopo il successo di Plast, l’azienda è volata a Friedrichshafen, in Germania, a Fakuma dal 17 al 21 ottobre. Al proprio stand a Plast 2023 (nella foto) Filtec ha esposto due impianti di punta della sua gamma: il sistema di taglio ad anello liquido Watering e il sistema di taglio a immersione in acqua Underwater.

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| MACCHINE E ATTREZZATURE NEWS Recenti sviluppi in casa Oerlikon HRSflow

Sistemi a canale caldo all’insegna della sostenibilità Attenzione puntata sui sistemi a canale caldo che consentono maggiori efficienza e sostenibilità nello stampaggio a iniezione di termoplastici allo stand di Oerlikon HRSflow a Fakuma (Friedrichshafen 17-21 ottobre). Oltre alle applicazioni auto orientate al futuro, i riflettori sono stati puntati sulle tecnologie innovative e sui progetti chiave per l’industria del packaging. Fra i principali vantaggi dei sistemi proposti: tempi di ciclo veloci, cambio colore rapido, elevati volumi di produzione, alta qualità delle stampate anche impiegando polimeri sostenibili. Un nuovo stack mould sviluppato per ottimizzare tempi, impiego di materiali e consumo di energia nello stampaggio di applicazioni a spessore sottile, con particolare attenzione alla sostenibilità, è stata l’attrazione principale per i visitatori dello stand dell’azienda. La nuova soluzione (in attesa di brevetto) è dotata di ugelli della nuova serie Xd e consente pressioni di riempimento elevate per una produzione che ottimizza i costi con una qualità costantemente elevata. Il principio di funzionamento dello stampo consente l’utilizzo di presse a iniezione più piccole e, grazie a un’installazione semplice e

veloce, il montaggio e la manutenzione sono semplificati e altamente efficienti, evitando lunghi e costosi tempi di inattività. Questa soluzione è adatta anche per la lavorazione di plastiche riciclate post-consumo e composti sostenibili, in linea con le esigenze dell’economia circolare. Un demo tool equipaggiato con il sistema stack mold era a disposizione dei trasformatori che vogliano testare i polimeri più difficili per applicazioni a parete sottile, mentre presso l’Oerlikon HRSflow Test Lab, era disponibile una pressa Engel e-Speed 280 - IMM - Hybrid come soluzione per la lavorazione di rPET e biopolimeri, in linea con la nuova regolamentazione UE per gli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (PPWR). L’esperienza e il know-how di Oerlikon HRSflow nel settore di tappi e chiusure invece sono stati messi in evidenza attraverso la tecnologia a canale caldo di un sistema multi-cavità progettato per la produzione simultanea di 72 tappi. La nuova serie di ugelli Vf consente tempi di ciclo da 2,2 a 3,5 secondi, garantendo allo stesso tempo la massima affidabilità di processo grazie all’eccellente controllo e al bilanciamento ottimale del processo di riempimento. Questa

soluzione tecnica, adatta per tappi per bevande gassate e non gassate e concentrati liquidi e in polvere, soddisfa i requisiti della nuova direttiva europea sulla plastica monouso, che rende obbligatorie le chiusure vincolate (tethered) per tutti i contenitori per bevande fino a tre litri di capacità. Sviluppati appositamente per tappi e chiusure in HDPE, gli ugelli Vf della nuova linea multi-cavità sono adatti per applicazioni con pesi da 0,5 a 8 g e garantiscono produzioni affidabili e di qualità, cambi di colore rapidi ed efficienti riavvii del sistema. Un puntale speciale, montato sull’ugello, consente un controllo ottimale nell’area del punto di iniezione e migliora il tempo ciclo. La sua sostituibilità rende la manutenzione particolarmente rapida ed economica. Geometrie reologicamente ottimizzate dei canali caldi ottimizzano il sistema, mentre inserti speciali minimizzano il tempo del cambio colore mantenendo bassa la percentuale degli scarti, rendendo così la produzione sostenibile anche con colori particolarmente critici. Oltre a tali soluzioni su misura per il packaging, la tecnologia FLEXflow di Oerlikon è stata presentata a Fakuma 2023 come soluzione specifica per lo stampaggio di applicazioni complesse. Il sistema a otturazione servo controllata è combinato con un’unità di controllo avanzata a programmazione flessibile, configurazione che permette un controllo preciso e indipendente di forza e corsa di ogni singolo ugello durante le fasi di apertura e chiusura nell’iniezione. Le sue potenzialità sono state sviluppate anche in funzione di tendenze future come la retro-iniezione su film, superfici automobilistiche intelligenti e articoli per illuminotecnica. Soprattutto il suo utilizzo negli stampi famiglia consente un notevole risparmio economico rispetto all’iniezione separata dei singoli pezzi, anche se prodotti in cavità di dimensioni molto diverse. La gamma di prodotti del sistema multicavità: equipaggiato con la nuova serie di ugelli Vf, consente tempi ciclo molto brevi da 2,2 a 3,5 secondi.

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MACPLAS | Ottobre/Novembre 2023 - n. 397


Il riciclo secondo Gneuss

Recupero a circuito chiuso di PS, poliolefine e PET post-consumo Con i suoi sistemi della serie Omni per il riciclo, Gneuss ha presentato a Plast 2023 soluzioni efficienti per le esigenze di riciclo che guardano al presente e al futuro. Tali sistemi si basano sulle macchine del portafoglio del costruttore personalizzate per materiali e applicazione specifici, anche con l’ausilio delle sue tecnologie di volatilizzazione e filtrazione. La linea Omni è composta da alimentatore rotante 3C, sistema di estrusione MRS, dispositivo di filtrazione della massa fusa RSFgenius completamente automatizzato, viscosimetro online VIS e apparecchiature a valle. Il recupero di rifiuti di fibre, film sottili o di altro tipo a bassa densità apparente viene avviato con l’immissione nell’alimentatore rotante 3C. I rifiuti postconsumo e post-industriali in PET non richiedono un pretrattamento termico. Un nastro trasportatore introduce il materiale nell’alimentatore rotante 3C, che lo taglia, compatta, condiziona e alimenta direttamente nell’estrusore MRS. L’estrusore MRS installato nella linea

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di riciclo Omni si basa sulla tecnologia mono-vite convenzionale, ma dotata di una sezione di degasaggio multivite, costituita da un cilindro mono-vite allargato con una serie di viti satellite che ruotano nella direzione opposta a quella di estrusione, creando una superficie di fusione molto ampia e garantendo uno scambio superficiale molto rapido. Ciò fornisce prestazioni di degasaggio in fase di fusione senza precedenti, con il minimo stress del materiale. Dopo aver attraversato l’estrusore MRS, la massa fusa viene filtrata dal sistema RSFgenius ad alta efficienza con funzione autopulente, che assicura una filtrazione senza variazioni di pressione o di flusso e con perdite minime di polimero, anche a livelli di contaminazione elevati. RSFgenius funziona con un sistema di retro-lavaggio integrato per l’autopulizia dei filtri nelle applicazioni molto impegnative e che richiedono standard di massima qualità. Se il materiale da trattare richiede livelli di decontaminazione e degasaggio particolarmente elevati, viene proposto il sistema di riciclo OMNImax dotato

di estrusore MRSjump. Quest’ultimo dispone di una sezione multi-vite più lunga e modificata per garantire sia un tempo di permanenza più lungo del materiale sia una superficie di scambio più ampia sottovuoto. Il sistema di riciclo OMNIboost invece è specificamente progettato per riciclare i rifiuti di PET, nel quale il polireattore integrato Jump porta il valore di viscosità intrinseca (IV) al livello desiderato in pochi minuti. Dopo aver lasciato l’estrusore MRS, il polimero scorre direttamente nel reattore durante la fase di fusione e la viscosità del fuso viene strettamente tenuta sotto controllo. La viscosità viene regolata al valore desiderato controllando il vuoto, il tempo di permanenza e la velocità di scambio superficiale nel contenitore del reattore. Con una viscosità costante impostata, la massa fusa può quindi essere immessa direttamente nel processo di produzione. Sistema di riciclo OMNIboost con alimentatore rotante 3C, estrusore MRS e polireattore Jump.

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| MACCHINE E ATTREZZATURE NEWS Direttiva UE 904/2019: Gefit è pronta

Innovazioni per tappi tethered A Plast 2023 Gefit ha presentato le ultime soluzioni sviluppate sia per le macchine sia per gli stampi secondo quanto previsto dalla Direttiva europea UE 904/2019, che entrerà in vigore a luglio 2024 e imporrà l’adozione di tappi e chiusure tethered (ossia che non si staccano) per bottiglie e contenitori allo scopo di ridurre la dispersione di plastica nell’ambiente. A tale riguardo, le “slitting machine” con orientamento angolare per prodotti tethered sono state sviluppate per vincolare il tappo alla bottiglia ma allo stesso tempo fare in modo che ciò non interferisca con il versamento della bevanda. L’azienda ha studiato e progettato chiusure tethered orientate di ultima generazione con un particolare finecorsa del tethered che impedisce la rotazione in una posizione indesiderata; la tecnologia Gefit va oltre le attuali macchine da taglio, che eseguono quest’ultimo senza tener conto della filettatura o della posizione di fine corsa stessa. Per supportare i produttori di tappi e chiusure tethered innovativi, Gefit ha messo a punto anche un banco di prova dedicato al taglio orientato, facilmente adattabile e riattrezzabile per diverse tipologie di chiusure e profili di taglio. Tra le novità proposte dal costruttore, disponibile a richiesta su ogni macchina di assemblaggio e stampo, rientra Gefdata, un’applicazione basata sul web e sviluppata per visualizzare i dati di produzione direttamente su PC, smartphone o tablet tramite ID e password. L’interfaccia di Gefdata consente

verifiche tempestive e analitiche e rende disponibili una notevole quantità di dati sia nel breve che nel lungo periodo, quali, per esempio, dettagli di produzione, analisi degli scarti, allarmi, consumi energetici e di materiale, interventi di manutenzione ecc. Nuovi anche gli “smart mould” progettati per essere completamente conformi ai requisiti richiesti dall’Industria 4.0: l’applicazione di micrometri, accelerometri triassiali, sensori laser di posizionamento e di allineamento, sensori digitali di pressione e di temperatura, posizionati in punti strategici all’interno dello stampo e collegati a un software per la gestione e la registrazione dei dati, permette di aumentare non solo la qualità e la quantità produttiva degli stampi, ma la vita stessa dell’impianto, con il relativo crollo dei costi dovuti a interventi imprevisti di manutenzione. Il lavoro in parallelo dei sensori mantiene l’intero processo sempre sotto controllo, dalla temperatura alla pressione, dall’allineamento tra la parte calda e parte fredda dello stampo a ogni singolo movimento di espulsione. In questo modo vengono monitorate le varie fasi di stampaggio, tra cui il conteggio automatico delle stampate e del tempo di ciclo, registrando le informazioni in caso di non conformità sulla base di precisi parametri preimpostati. Altre caratteristiche aggiuntive prevedono sistemi di controllo da remoto, come sulle macchine di assemblaggio e il monitoraggio continuo dei processi.

A luglio 2024 entrerà in vigore la Direttiva europea UE 904/2019 che imporrà l’utilizzo di tappi e chiusure di tipo tethered per bottiglie e contenitori. Le ultime innovazioni di Gefit per le macchine e per gli stampi per produrre i tappi tethered sono state guidate da tale scadenza, così da farsi trovare tecnologicamente pronta.

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Il nuovo supercomputer di cui sta per dotarsi Moretto porterà la capacità di calcolo per supportare l’innovazione del reparto di ricerca e sviluppo dell’azienda di Massanzago da 22.000 miliardi a un milione di miliardi di operazioni al secondo.

Novità e soddisfazione in casa Moretto

Supercomputer per l’innovazione tecnologica

Un milione di miliardi di operazione al secondo. A tanto arriverà la capacità di calcolo del nuovo supercomputer di cui sta per dotarsi Moretto per sostituire Leonardo, quello attualmente in funzione dal 2015 nel suo reparto ricerca e sviluppo, le cui 22.000 miliardi di operazioni al secondo non sono più sufficienti per supportare l’innovazione tecnologica del costruttore padovano. Lo ha annunciato Renato Moretto durante l’incontro con la stampa nel giorno di apertura di Plast 2023. Il nuovo supercomputer, il cui acquisto è in fase di completamento in questi mesi, richiederà un investimento attorno ai due milioni di euro ed entrerà in funzione a inizio 2024. Un impegno economico che segue la filosofia di Moretto, che fa della ricerca e sviluppo a sostegno dell’innovazione uno dei pilastri portanti della propria attività e nella quale reinveste annualmente circa il 6% del proprio fatturato. Una volta in funzione il nuovo supercomputer, quello attuale verrà destinato alla computer grafica e alla simulazione negli stessi reparti dell’azienda. In casa Moretto soddisfazione anche per la recente definitiva conferma da parte dello European Patent Office (EPO) dell’unicità e dell’esclusività del sistema Dry Air, brevettato dal costruttore veneto nel 2005 ma da allora oggetto di opposizione da parte di due concorrenti. Dopo 18 anni tra iter di concessione e di opposizione, EPO ha confermato il brevetto internazionale per tale sistema, riconoscendone il carattere inventivo e distintivo. Dry Air è un deumidificatore a doppia torre auto-rigenerante basato sulla tecnologia in zeolite. Funziona ad aria compressa e consente la regolazione del flusso d’aria inviato alla tramoggia. Le dimensioni contenute rendono il sistema installabile direttamente sulla bocca della macchina di processo per il trattamento di polimeri tecnici quali, per esempio, PA 6, PBT e PEEK utilizzati in settori esigenti tra cui medicale, ottico, elettronico e telecomunicazioni. Si tratta, infatti, di materiali in continua evoluzione che richiedono trattamenti spinti per garantire prodotti finiti in grado di soddisfare i severi standard dei rispettivi settori. Dotazioni standard della gamma sono il sistema antistress, che previene la sovra-deumidificazione del polimero, e l’utilizzo della tramoggia OTX, che aumenta e completa le prestazioni dell’unità dryer, realizzando una soluzione dall’eccellente efficienza energetica. MACPLAS | Ottobre/Novembre 2023 - n. 397


In Friul Filiere l’estrusione è sostenibile

Profili leggeri per la rottura del ponte termico In occasione della fiera Plast 2023, andata in scena a Fiera Milano dal 5 all’8 settembre, Friul Filiere ha lanciato ufficialmente la sua nuova tecnologia per l’estrusione di profili leggeri destinati alla rottura del ponte termico negli infissi in alluminio per finestre. La linea completa consente, grazie a un know-how di processo e a un corredo di attrezzature sviluppate dalla stessa azienda friulana, di produrre contemporaneamente fino a otto profili in PA 6.6 rinforzata con il 25% di fibra di vetro, alla velocità di due metri al minuto con tolleranze estremamente ridotte. I profili in questione si caratterizzano per una densità di 0,9 kg/m3, ridotta circa del 35% rispetto a quella dei profili tradizionali realizzati in precedenza, pari a 1,4 kg/m3. Questo risultato è stato raggiunto grazie allo sviluppo di un sistema integrato in linea che inietta

gas naturale inerte all’interno dei profili stessi, provocandone l’espansione e il conseguente alleggerimento. Ne conseguono due immediati benefici: da un lato, la riduzione della quantità di materiale impiegato e dei costi di produzione; dall’altro, il miglioramento delle proprietà isolanti dei profili

determinato dagli spazi vuoti generati dall’espansione. A questo si aggiunge la completa riciclabilità dei profili a fine vita, poiché le caratteristiche dei materiali, data l’assenza di qualsiasi espandente chimico, non subiscono alterazioni di nessun tipo.

La linea sviluppata da Friul Filiere per estrudere fino a otto profili in PA rinforzata destinati alla rottura del ponte termico negli infissi per finestre.

Termoformatrice Eidos SE di CMS

Semplicità ed efficienza binomio vincente Soddisfare le più avanzate applicazioni della termoformatura. Questo l’intento che ha guidato CMS nello sviluppo della nuova termoformatrice Eidos SE, che il costruttore ha presentato a Plast 2023. La nuova macchina trova nel binomio semplicità di utilizzo ed efficienza il suo

punto di forza. In tale ottica, tra i principali vantaggi per gli utilizzatori rientra anzitutto la riduzione del 30% del tempo necessario per il cambio di produzione, grazie al software ThermoActive, sviluppato sempre da CMS, con

funzionalità specifiche per il processo di termoformatura e per l’accesso alle risorse cloud fornite da CMS Connect. Il nuovo sistema di ventilazione con bocchette mobili programmabili contribuisce all’elevata produttività della macchina riducendo fino al 31% il tempo necessario al raffreddamento del pezzo formato. La funzione di “tilting”, inoltre, permette una distribuzione regolare dell’effetto refrigerante. La tolleranza nel posizionamento del pallet nella stazione di carico automatico risulta infine accresciuto del 40% grazie al nuovo sistema flottante per la raccolta delle lastre. Questo permette di svolgere tutte le operazioni di centratura in tempo mascherato per ogni singola lastra, mantenendo il pallet a livello del terreno per la rapida sostituzione in massima sicurezza. Un dettaglio della nuova termoformatrice Eidos SE sviluppata da CMS, che l’ha presentata anche a Plast 2023.

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| MACCHINE E ATTREZZATURE NEWS Soffiatrice per contenitori in PET

Alta velocità per grandi formati Vista dell’interno della nuova soffiatrice EvoBlow XL, disponibile come unità autonoma o in versione Combi integrata.

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La nuova soffiatrice EvoBlow XL è stata sviluppata da Sidel per la produzione ad alta velocità di contenitori in PET di grandi dimensioni con capacità fino a 10 litri per alimenti e bevande. Con questa macchina, che condivide il 75% dei componenti con l’esistente linea EvoBlow, il costruttore intende offrire una soluzione che abbini elevati livelli

di flessibilità e di efficienza produttiva in termini di qualità e sostenibilità del packaging, ulteriormente accresciuti con la connettività alla suite software EvoON, sviluppata per ottimizzare le linee produttive. Disponibile come unità autonoma o in versione Combi integrata, EvoBlow XL è una soffiatrice è adatta alla produzione di una vasta gamma di bottiglie con capacità fino 10 litri. La macchina consente configurazioni flessibili del forno, con un’ampia scelta di dimensioni del collo, per gestire molteplici tipologie di bottiglie di grandi dimensioni. La produttività arriva a 18.000 bottiglie all’ora con un OEE (Overall Equipment Effectiveness) del 98%. Grazie a un sistema ergonomico integrato per la movimentazione degli stampi, il posizionamento degli stampi e il cambio formato risultano semplici e sicuri. Inoltre, l’unità di stoccaggio mobile permette di accedere agli stampi velocemente e in sicurezza accanto alla

macchina. EvoBlow XL può anche essere facilmente integrata con altre soluzioni Sidel, come il sistema di cambio formato ultrarapido Bottle Switch. EvoBlow XL è in grado di lavorare materiale tanto vergine quanto riciclato fino al 100% e consente l’alleggerimento delle bottiglie così da ridurre i costi di produzione legati al consumo di materiale e le emissioni di CO2 conseguenti al processo produttivo. Ulteriori benefici in termini di riduzione dell’impatto ambientale derivano dal nuovo design delle valvole e dei circuiti di soffiaggio, concepiti per abbattere i consumi energetici. Un nuovo circuito e nuove valvole di soffiaggio di grande potenza permettono infatti di ottenere una curva di soffiaggio e un processo ottimizzati, che assicurano la perfetta distribuzione del materiale alla massima velocità di 1.500 bottiglie all’ora per stampo, garantendo al contempo una bassa pressione di soffiaggio, a tutto vantaggio della qualità delle bottiglie.

MACPLAS | Ottobre/Novembre 2023 - n. 397


Due linee Starlinger a Dentis Recycling Italy

Bottle-to-bottle per rPET alimentare Con due linee recoStar PET di Starlinger per il riciclo bottle-to-bottle, la società piemontese Dentis Recycling Italy ha ampliato il proprio portafoglio prodotti e ora offre pellet di rPET per uso alimentare, oltre a scaglie di bottiglie in PET lavate a caldo. Nel 2021, quello che è uno dei maggiori riciclatori italiani di bottiglie in PET post-consumo aveva avviato un nuovo progetto per ampliare la propria capacità produttiva di rPET e acquistato due sistemi di riciclo recoStar PET 330 HC iV+. Le nuove linee riciclano bottiglie di PET usate in granuli di rPET di alta qualità che vengono commercializzati con il nuovo marchio Repeter. Con una capacità produttiva combinata di 6,6 tonnellate all’ora, la produzione totale annua delle linee ammonta a 50.000 tonnellate di pellet di rPET di elevata qualità. Per Dentis quest’anno si realizza un importante obiettivo del progetto:

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il riciclo complessivo di 80.000 tonnellate di bottiglie in PET postconsumo raccolte attraverso i sistemi di raccolta italiani gestiti da Corepla e Coripet. Dopo che nel 2024 sarà stato completato l’ampliamento della capacità di riciclo, il sito piemontese sarà in grado di riciclare circa 130.000 tonnellate di bottiglie in PET postconsumo all’anno. “Vogliamo sostenere la transizione da un’economia lineare a un’economia circolare”, ha dichiarato Roberto Dentis, co-proprietario di Dentis Recycling Italy. “Con la tecnologia di Starlinger possiamo essere certi che il PET riciclato che produciamo soddisfi gli elevati standard dei nostri clienti nel settore degli imballaggi per alimenti e bevande. Producendo pellet di PET riciclato di alta qualità per uso alimentare, siamo in grado di mantenere un ciclo chiuso per le bottiglie in PET e di contribuire

efficacemente al raggiungimento degli obiettivi europei di riciclo, facendo sì che gli imballaggi in plastica postconsumo non siano più un rifiuto da smaltire, ma si trasformino in un’importante risorsa per imballaggi di alta qualità”. I pellet di rPET per uso alimentare prodotti dalle linee Starlinger e commercializzati con il marchio Repeter sono disponibili in diversi colori. Oltre alle approvazioni per l’uso negli imballaggi alimentari da parte di numerosi grandi marchi, il processo di riciclo del PET di Starlinger ha ricevuto pareri positivi dall’autorità europea per la sicurezza alimentare EFSA e dalla statunitense FDA (Food and Drug Administration). Dentis fornisce i granuli di rPET per uso alimentare a importanti marchi dell’industria alimentare e delle bevande, nonché a produttori locali di imballaggi in plastica.

Veduta dell’impianto con le linee recoStar installate.

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| MATERIALI E APPLICAZIONI

A colloquio con Wilfried Debus di Domo Chemicals

Il punto di vista di un testimone della lotta al cambiamento climatico Per rispettare le direttive europee su decarbonizzazione e riduzione di emissioni di gas serra, Domo Chemicals propone soluzioni che l’ambiente ormai da tempo richiede. Novità e progetti di ampio respiro, presentati in occasione di Plast 2023, che collocano la multinazionale tra i protagonisti della “questione ambientale”, con lo sguardo rivolto in particolare verso i Paesi in via di sviluppo, i cui ritmi di crescita richiedono una sempre maggiore attenzione da parte del mondo imprenditoriale. DI GIAMPIERO ZAZZARO

I

l produttore di materie prime belga Domo Chemicals ha recentemente pubblicato il suo secondo report annuale sulla sostenibilità, che segna l’ingresso dell’azienda in una nuova fase della propria ricerca e sviluppo in merito alla decarbonizzazione e verso la riduzione delle emissioni di gas serra. La multinazionale può essere inclusa a buon diritto tra i protagonisti della “questione ambientale” e per affrontarla ha in essere novità e progetti, presentati anche alla recente fiera Plast 2023 di Milano, che rivolgono lo sguardo verso i Paesi in via di sviluppo, che se da un lato possono essere considerati come una opportunità di mercato dall’altro richiedono una crescente attenzione e un certo pragmatismo da parte delle imprese. A questo riguardo abbiamo rivolto qualche domanda a Wilfried Debus, che da testimone diretto della questione ambientale e della lotta al cambiamento climatico, in qualità di Chief Corporate Development Officer di Domo Chemicals, ha il polso della situazione su entrambi i fronti e ha descritto con particolare enfasi e dovizia di particolari le iniziative in atto e gli obiettivi futuri

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del gruppo, che si propone l’ambiziosa missione di “tutela e salvaguardia del pianeta”.

Entrando subito nel vivo, quali sono i principali punti salienti del programma di Domo Chemicals per la decarbonizzazione e che tipo di iniziative avete implementato nel vostro percorso verso la neutralità carbonica? “La decarbonizzazione rappresenta un pilastro centrale della nostra strategia “Planet Care” per la sostenibilità e siamo felici di constatare che questo impegno abbia portato a un netto progresso nella riduzione delle nostre emissioni di gas serra Scope 1 e 2 nell’ultimo anno rispetto ai valori registrati nel 2019, anno in cui abbiamo ridotto del 27% le emissioni di gas serra Scope 1 e 2 e compiuto progressi significativi verso il nostro obiettivo di un abbattimento del 40% entro il 2030 e della neutralità carbonica entro il 2050, incrementato al 12% la quota di elettricità MACPLAS | Ottobre/Novembre 2023 - n. 397


Wilfried Debus, Chief Corporate Development Officer di Domo Chemicals.

rinnovabile in tutte le attività, tagliato del 24% i rifiuti e ridotto del 4,5% il prelievo di acqua. Nel 2022, inoltre, abbiamo compiuto un passo avanti con l’implementazione di vari progetti per l’efficienza energetica, tra cui l’installazione di uno scambiatore di calore e di un tamburo di separazione liquido/gas a Belle-Étoile (Francia), il recupero del calore per la produzione di vapore nel nostro sito di Leuna (Germania), il miglioramento del recupero della condensa di vapore attraverso un isolamento termico più efficiente (Blanes) e l’aumento della quota di elettricità verde. L’efficienza energetica è sempre stata e rimane una delle nostre priorità: il 2022 è stato anche un anno in cui abbiamo varato nuovi progetti dedicati all’efficienza energetica per contrastare l’impatto della crisi. Nel 2022 abbiamo avuto anche l’occasione per dimostrare il nostro impegno concreto nel percorso verso la transizione energetica, grazie al significativo aumento della quota verde dei nostri approvvigionamenti di elettricità. Speriamo, e ci aspettiamo, che i progetti presentati nel nostro report sulla sostenibilità di quest’anno ci consentano di continuare a progredire verso i nostri obiettivi di riduzione del 40% delle emissioni di gas serra entro il 2030 e di neutralità carbonica entro il 2040, con un ulteriore abbattimento dei gas serra anche a breve termine. Per quest’anno, stiamo consolidando la roadmap dei nostri stabilimenti a conferma dei progetti e delle iniziative che supporteranno i nostri obiettivi 2030”.

Ci dice qualcosa di più sulla tecnologia di depolimerizzazione dei rifiuti di PA 6 di cui si parla nel vostro report annuale sulla sostenibilità? “In generale, la poliammide è un materiale totalmente riciclabile. Stiamo lavorando a stretto contatto con i nostri fornitori,

clienti e partner per sviluppare e implementare modelli di business ed ecosistemi circolari che consentano la riduzione dei materiali e il loro riciclo, compresa la depolimerizzazione. Dedichiamo il 25% delle nostre risorse di ricerca e sviluppo al miglioramento del riciclo come fattore chiave del nostro programma generale per la sostenibilità. Riguardo alla PA 6, continuiamo a sviluppare e promuovere la nostra gamma di prodotti Technyl 4Earth, concepita per ridurre l’impatto ambientale dei prodotti in poliammide utilizzando una tecnologia di riciclo leader del settore, al fine di fornire una poliammide con contenuto di fibra di vetro o carbonio fino al 50%. Negli ultimi tempi, per far progredire ulteriormente i nostri sforzi di ricerca e sviluppo nell’ambito delle soluzioni circolari, abbiamo rivolto la nostra attenzione allo sviluppo delle capacità di riciclo chimico. In particolare, nel corso del 2022 abbiamo studiato tre tecnologie principali per dare impulso a questo metodo: depolimerizzazione dei rifiuti di PA 6, dissoluzione chimica dei rifiuti di poliammide e miglioramento della separazione di poliammide e silicone per gestire in modo specifico le materie prime dai rifiuti di airbag, compresi i flussi di rifiuti post-consumo. Domo ha deciso di continuare a investire nel riciclo meccanico delle materie prime post-consumo e post-industriali e nella depolimerizzazione rispetto ad altre tecnologie. Nel 2022 abbiamo investito molto tempo e risorse confrontandoci su questi temi con aziende e istituti di ricerca. La depolimerizzazione della PA 6 ha il vantaggio di recuperare le prestazioni originali del polimero. Per raggiungere i nostri obiettivi di riciclo chimico, stiamo lavorando con operatori attivi nella raccolta dei rifiuti, produttori di rifiuti e riciclatori chimici, nonché con i nostri partner, al fine di sviluppare capacità di selezione, pulizia, preparazione e filtrazione dei rifiuti. Continuiamo inoltre a valutare nuove partnership. Nei prossimi mesi potremo annunciare i nuovi sviluppi

La gamma di prodotti Technyl 4Earth è concepita per ridurre l’impatto ambientale dei prodotti in poliammide utilizzando una delle principali tecnologie di riciclo del settore, al fine di fornire un materiale con contenuto di fibra di vetro o carbonio fino al 50%. n. 397 - Ottobre/Novembre 2023 | MACPLAS

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| MATERIALI E APPLICAZIONI

Una panoramica dell’impianto Domo Chemicals a Leuna (Germania)

dei nostri progetti, tuttavia, dal momento che sono coinvolti più partner, non siamo per ora in grado di svelare i dettagli”.

Per quanto riguarda il caprolattame, avete trovato una valida soluzione per ridurne l’impatto ambientale? Se sì, potrebbe descrivere in cosa consiste? “La produzione del caprolattame nel sito di Leuna (Germania) è iniziata 80 anni fa. Negli ultimi vent’anni abbiamo gradualmente ampliato l’impianto di caprolattame e aumentato significativamente i volumi di produzione. Oggi, l’attenzione è chiaramente rivolta all’aumento dell’efficienza e al risparmio energetico. Abbiamo allineato la nostra strategia sulle emissioni di gas serra alle attuali iniziative nel quadro del Green Deal dell’Unione Europea e apportato miglioramenti significativi nel campo dell’efficienza energetica, delle acque reflue e della gestione dei rifiuti, solo per citare alcune misure. Infatti, da quando il Gruppo Domo ha rilevato gli impianti di caprolattame nel 1994, la tecnologia e i processi sono stati continuamente sviluppati e migliorati. La nostra azienda è inoltre riuscita a ridurre il consumo specifico di energia del 30% per il vapore a media pressione e del 40% per il vapore a bassa pressione. Nei prossimi mesi renderemo noti i dati aggiornati sull’impronta di carbonio dei nostri prodotti PA 6 tenendo conto degli ultimi risultati riguardo all’uso di materie prime sostenibili e di elettricità da fonti rinnovabili”.

Quali prodotti avete esposto alla recente fiera Plast 2023 di Milano? Campioni di Technyl 4Earth nelle colorazioni rosso, bianco e nero.

“Domo ha partecipato a Plast 2023 con diversi dei suoi distributori. L’ultima aggiunta alla famiglia dei prodotti sostenibili è la nuova variante del grado resistente ai refrigeranti Technyl 4Earth A 218 V30 BK 34NG, concepita su misura delle nuove esigenze della mobilità elettrica. Per il mercato elettrico ed elettronico,

abbiamo presentato le poliammidi Technyl 4Earth ignifughe e senza alogeni, disponibili nei colori grigio e bianco, basate su materie prime di riciclo con ridotte emissioni di CO2 rispetto alle alternative vergini. Grazie a questa nuova soluzione, siamo il primo fornitore a ottenere la classe elettrica UL RTI per una poliammide da riciclo meccanico. Il nuovo UL Card File E44716 è stato pubblicato il 24 aprile e certifica un valore RTI di 130 °C da 0,74 a 3 mm (tutti i colori) per Technyl 4Earth A1E 60G1 V30, una PA 66 di riciclo senza alogeni rinforzata al 30% con fibre vetro, classificata UL 94V0 @0.75”.

Considerando che Domo Chemicals ha diverse filiali in tutto il mondo, in quali Paesi avete incontrato maggiori difficoltà nel portare avanti i vostri progetti di sostenibilità? A questo proposito, pensate che le misure ambientali dei BRICS siano in sintonia con i regolamenti dell’Unione Europea? “Gli ostacoli all’implementazione di progetti di sostenibilità nell’industria chimica possono variare da Paese a Paese in base a una serie di fattori, come ad esempio il quadro normativo, le condizioni economiche, l’approccio culturale, le infrastrutture tecnologiche e altro ancora. Osserviamo che i Paesi in via di sviluppo mostrano un livello di maturità molto eterogeneo in termini di iniziative di sostenibilità e regolamentazione. Sebbene lo scenario generale non sia paragonabile al contesto dell’Unione Europea, alcuni Paesi in cui siamo presenti, come la Cina e l’India, hanno ambizioni elevate in termini di sostenibilità. In Cina, stiamo dimostrando di essere all’altezza rispetto a queste ambizioni, dal momento che parte dell’energia utilizzata dal nuovo impianto di Haiyan viene fornita dai pannelli solari installati sul tetto dello stabilimento. Inoltre, l’impianto implementerà tecnologie avanzate per il trattamento dell’acqua e dell’aria”.

Per concludere, quali sono stati i vostri risultati nel 2022 e quali sono le aspettative per il 2023? “Nel complesso, i nostri progetti chiave si tradurranno in una riduzione delle emissioni assolute di gas serra Scope 1 e Scope 2 nel 2023. Inoltre, attendiamo un impatto ancora maggiore sulle nostre emissioni di CO2 nel momento in cui nostri impianti torneranno alla piena operatività. Per quanto riguarda i nostri prodotti sostenibili, l’obiettivo è quello di aumentare la quota di vendite di poliammide sostenibile. Ci impegniamo affinché i gradi Technyl 4Earth arrivino a coprire il 20% delle nostre vendite totali entro il 2030. I dati del 2023 sono finora molto incoraggianti e al di sopra delle aspettative, tanto che potremmo uguagliare, e forse superare, i risultati del 2022”.

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MATERIALI E APPLICAZIONI NEWS | Laborplast guarda al futuro

Nuova vita al PVC: l’impegno per la sostenibilità La responsabilità d’impresa ha una parte importante nel modo di operare di Laborplast, per la quale ogni azione si basa sull’equilibrio tra competitività e sostenibilità. Il valore aggiunto è dato dalla natura dell’attività aziendale: Laborplast, fondata nel 1958, da 65 anni è attiva in Italia e in Europa nella rigenerazione di PVC rigido. L’azienda, con i suoi stabilimenti di Magnago e Busto Arsizio (Varese), copre una superficie di 32.000 metri quadri e nei suoi siti produttivi lavorano oltre 60 dipendenti, impiegati in 12 linee di produzione che processano ogni anno circa 30.000 tonnellate di materiale. Nel complesso, Laborplast produce oltre il 70% della gamma dei suoi prodotti con materiale riciclato. Il futuro per Laborplast è frutto di un progetto che concepisce la sostenibilità in un’accezione sistemica che coinvolge direttamente lo sviluppo ambientale, sociale ed economico, nota come “Strategia 3P”, o “Triple Bottom Line”. In quest’ottica Laborplast redige su base volontaria il Bilancio di Sostenibilità, documento importante per condividere con dipendenti, clienti e fornitori percorso intrapreso, traguardi raggiunti e progetti futuri in ottica ESG. Nel 2023 l’azienda ha inoltre pubblicato lo studio LCA per valutare l’impronta ambientale dei propri prodotti lungo il loro intero ciclo di vita. L’analisi condotta in accordo ai requisiti delle norme internazionali per la valutazione del ciclo di vita attualmente in vigore: UNI EN ISO 14040:2021 “Gestione ambientale - Valutazione del ciclo di vita - Principi e quadro di riferimento” e UNI EN ISO 14044:2021 “Gestione ambientale - Valutazione del ciclo di vita - Requisiti e linee guida” - ha permesso di esaminare gli impatti legati alla produzione ed evidenzia come l’utilizzo di PVC riciclato anziché vergine nella produzione di compound e anime riduca rispettivamente fino all’83% e al 79% le emissioni di CO2 nell’atmosfera. Su questo fronte Laborplast ha ricevuto numerose certificazioni, riscontro tangibile dell’impegno quotidiano verso l’ambiente e la promozione di n. 397 - Ottobre/Novembre 2023 | MACPLAS

una cultura dell’economia circolare. Da sempre la sostenibilità è un elemento Una gamma di anime prodotte La società è tra le prime realtà in Italia imprescindibile del DNA di Laborplast da Laborplast che operano nella produzione di anime e ne rappresenta il tratto distintivo. Il in PVC riciclato, e compound in PVC riciclato ad aver riciclo per l’azienda è non solo il cuore la cui lavorazione ottenuto la certificazione CSI Recycled delle attività ma una vera e propria riduce fino al 79% Plastic. Conferita da CSI, centro di mission con cui si impegna a fare la le emissioni di CO2 certificazione e analisi comportamentale propria parte per un business sostenibile in atmosfera. polivalente del Gruppo IMQ (Istituto che rispetti il pianeta e chi lo abita. Italiano del Marchio di Qualità), attesta la presenza Pipe bends & Couplings di un contenuto minimo di plastica riciclata, pari al 30% per i compound e al 40% per le anime di Laborplast. È di questi ultimi mesi anche l’ottenimento della certificazione Plastica Seconda Vita - Mix Eco, conferita dall’Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo (IPPR) e che identifica quei prodotti ottenuti da miscele di materiali derivanti da stainless steel pipe bends and aluminium couplings raccolta differenziata e/o suitable for vacuum and pressure conveyors da scarto industriale che stainless steel pipe bends in all common pipe dimensions abbiano un contenuto from 38.0 x 1.5 mm till 204.0 x 2.0 mm; radii: 75, 250, minimo di materie plastiche 300, 500, 800, 1.000, 1.200 and 1.500 mm (AISI 304) da riciclo pari al 30%. highly wear-resistant pipe bends: glass pipe bends Nello specifico, l’azienda and HVA NIRO® stainless steel pipe bends garantisce le seguenti percentuali: 30% per - immediately, from stock compound UPVC-PR-EPI, UPVC-PR-EPR, UPVC-PR-INJ; HS Umformtechnik GmbH 40% per anime classificate D-97947 Grünsfeld Germany 1-T-RI e per i compound Phone +49 (0) 93 46 / 92 99-0 UPVC-RI-EPI; 50% per Fax +49 (0) 93 46 / 92 99-200 compound UPVC-RI-EPR, www.hs-umformtechnik.de UPVC-RI-INJ.

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MATERIALI E APPLICAZIONI NEWS | Marfran misura l’impronta di carbonio

L’impatto ambientale dei TPE Negli ultimi anni, Marfran ha progressivamente migliorato le prestazioni ambientali dei propri TPE e, per contribuire a contrastare il cambiamento climatico, si è impegnata nella formulazione di nuovi compound a ridotto impatto climalterante, validandoli attraverso la misurazione dell’impronta di carbonio di ognuno di essi. Lo strumento dell’impronta di carbonio risulta essere il più avanzato ed efficacie attualmente disponibile per stimare la quantità di gas generati in seguito alla realizzazione di ogni singolo prodotto da parte di un’azienda, un fornitore di servizi, un’organizzazione, un evento ecc. Tale valore viene espresso in chili di CO₂ equivalente ed è supportato da dati oggettivi, che sono condivisi a livello internazionale. La valutazione eseguita da Marfran ha considerato, adottando un approccio di ciclo di vita, l’impatto provocato dalle emissioni climalteranti derivanti dai prodotti analizzati. In particolare, l’azienda si è focalizzata sullo studio delle attività nel perimetro cosiddetto “cradle to gate” (“dalla culla al cancello”), partendo cioè dalla fase di estrazione delle materie prime fino al momento in cui il prodotto esce dalla

sua sede e viene infine distribuito ai clienti. Nella fattispecie, Marfran ha misurato la quantità di emissioni di gas serra legate alle famiglie di TPE e per ogni singola famiglia analizzata ha calcolato la quantità di CO₂ emessa in relazione alle diverse fasi del ciclo di vita dei prodotti. Per quanto riguarda i materiali analizzati, sono state scelte le categorie di prodotti Shore A e Shore D, utilizzate come materie standard durante la misurazione. Durante la valutazione, sono state calcolate le emissioni di gas climalteranti risparmiate nel caso in cui, per realizzare il prodotto, invece che il materiale standard venissero utilizzate le formulazioni appositamente sviluppate da Marfran per ridurre le emissioni di CO₂ equivalente associata. Un esempio concreto di calcolo dell’impronta di carbonio e i risultati che sono stati registrati dall’azienda illustrano al meglio il concetto. Le riduzioni di CO₂ equivalente ottenute qualora vengano utilizzati materiali alternativi Marfran 2150 MB (Mass Balance) e Marfran 2150 PCR rispetto allo standard di riferimento Marfran 2150 possono raggiungere il 40% nel caso del materiale MB e del 23% nel caso del materiale PCR (tabella 1).

Nell’ambito della propria analisi, l’azienda ha analizzato anche le percentuali relative alla quantità di anidride carbonica prodotta durante le singole fasi di vita dei propri TPE, in modo da capire quale fosse la fase di maggiore impatto in termini di emissione di gas climalteranti tra l’approvvigionamento delle materie prime, gli imballaggi, i trasporti, la produzione, le manutenzioni e i rifiuti generati. Analizzando i dati si osserva che le emissioni derivano per l’83,6% dall’estrazione e dal trattamento delle materie prime, per lo 0,9% dagli imballaggi, per il 3,5% dal trasporto a monte, per l’11% dai consumi generati all’interno dello stabilimento, per lo 0,002% dalle manutenzioni e, infine, per l’1% dai rifiuti prodotti (tabella 2). La fase maggiormente impattante a livello climatico è quella legata all’estrazione e al trattamento delle materie prime. Infatti, tale tendenza è stata registrata su tutti i calcoli di impronta di carbonio effettuati fino a qui. Ciò dimostra che, essendo identiche le fasi del processo produttivo, la differenza in termini di emissioni è dovuta alla materia prima che si sceglie di utilizzare.

TABELLA 1 Diminuzione della percentuale di CO₂ equivalente

Marfran 2150 MB vs Marfran 2150 STD 40%

TABELLA 2 Grado Marfran 2150 STD

Trasporto in entrata 3,5%

Materia prima 83,6%

Imballaggi PF 0,9%

Marfran 2150 PCR vs Marfran 2150 STD 23%

Consumi di stabilimento 11%

Manutenzioni 0,002%

Rifiuti di stabilimento 1%

Granuli Marfran

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| MATERIALI E APPLICAZIONI NEWS Additivo AA Scavenger 0846 di Ampacet

Controllare la migrazione di acetaldeide dal PET all’acqua Il nuovo additivo AA Scavenger 0846 è stato sviluppato da Ampacet per ridurre il livello di acetaldeide nelle bottiglie in PET ed rPET e preservare le proprietà organolettiche dell’acqua in esse contenute. Uno dei materiali termoplastici più

diffusi al mondo, il PET è ampiamente utilizzato per produrre bottiglie, contenitori, vaschette e altri imballaggi di vario genere per bevande e alimenti più o meno liquidi. Un inconveniente cui si incorre quando tale polimero viene utilizzato per produrre imballaggi per l’acqua, tuttavia, è rappresentato dal rischio di contaminazione di quest’ultima da parte dell’acetaldeide (AA), un sottoprodotto della degradazione termica del PET stesso che può essere liberata in seguito all’estrusione o allo stampaggio a iniezione. L’additivo AA Scavenger 0846 messo a punto agisce come “pulente”, consentendo ai trasformatori di ridurre

e controllare il livello di acetaldeide presente nelle pareti degli imballaggi e di proteggere il contenuto da contaminazioni e sapori sgradevoli. Con un tasso di aggiunta estremamente basso, AA Scavenger 0846 riduce fino all’80% la migrazione dell’acetaldeide, consentendo di preservare la qualità del prodotto e preservare la reputazione del marchio. Controllando la migrazione dell’acetaldeide, AA Scavenger 0846 contribuisce anche alle iniziative di economia circolare, permettendo l’impiego di percentuali più elevate di PET riciclato nelle preforme e nelle bottiglie, senza oltretutto influire sul gusto del prodotto finale.

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Ridurre il livello di AA nelle bottiglie in PET ed rPET, preservando le proprietà organolettiche dell’acqua; contribuire all’economia circolare consentendo l’uso di percentuali più alte di PET riciclato nelle preforme e nelle bottigli. Sono questi i due obiettivi concomitanti dell’additivo AA Scavenger 0846 senza che esso influisca sul gusto del prodotto finale.

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Niklas Elmehed - Nobel Prize Outreach

Nobel per la Chimica 2023

Premiati i punti quantici, i più piccoli componenti delle nanotecnologie Moungi Bawendi, Louis Brus e Alexei Ekimov sono gli scienziati vincitori del Premio Nobel per la Chimica 2023 per la scoperta e la sintesi dei punti quantici, nanoparticelle così piccole le cui dimensioni ne determinano le proprietà. Si tratta delle più piccole componenti delle nanotecnologie con peculiarità che la ricerca ha utilizzato soprattutto per creare luce colorata e sono impiegate negli schermi dei televisori e nelle lampade LED, per catalizzare reazioni chimiche o illuminare i tessuti tumorali da rimuovere. In futuro potrebbero contribuire a sviluppare elettronica flessibile, minuscoli sensori, celle solari più sottili e sistemi di comunicazione quantistica crittografata. Le proprietà di un elemento chimico sono governate dal suo numero di elettroni, ma quando la materia si riduce a dimensioni nanometriche, come in questo caso, si generano fenomeni quantistici governati dalle dimensioni stesse. Ed è quello che sono riusciti a ottenere i tre scienziati premiati. Nei primi anni Ottanta, Ekimov riuscì a creare effetti quantistici dipendenti dalle dimensioni nel vetro colorato, dimostrando che le dimensioni delle particelle ne influenzavano il colore attraverso effetti quantici. Si mise a produrre sistematicamente vetro colorato, scaldandolo a temperature tra 500 e 700 °C e variando il tempo di riscaldamento tra una e 96 ore. Raffreddando il vetro ai raggi X si accorse che

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si formavano nano-cristalli, che il processo di manifattura influiva sulle loro dimensioni e che l’assorbimento della luce da parte del vetro era influenzato dalle dimensioni delle particelle. In seguito, Brus fu il primo a dimostrare effetti quantistici dipendenti dalle dimensioni in particelle che fluttuavano liberamente in un fluido. Lavorando con particelle di solfuro di cadmio con l’obiettivo di scatenare reazioni chimiche a partire dalla luce solare si accorse che, dopo essere rimaste immerse in una soluzione, le loro proprietà ottiche mutavano. Ritenendo che ciò fosse dovuto a un cambio di dimensioni, produsse particelle di 4,5 nanometri e le confrontò con quelle originali di 12,5 nanometri e, mentre le più grandi assorbivano luce alle stesse lunghezze d’onda del solfuro di cadmio, le più piccole assorbivano soprattutto luce blu. Le proprietà degli elementi non erano più influenzate solo dal numero di elettroni nello strato più esterno dell’atomo ma anche dalle dimensioni quando queste diventavano nanometriche. Infine, nel 1993 Bawendi rivoluzionò la produzione chimica di punti quantistici. Il suo merito è stato quello di rendere la produzione di nano-cristalli precisa e ripetibile, permettendo a sempre più scienziati di indagare le proprietà dei punti quantici e di lavorare con le nanotecnologie.

Da sinistra: Moungi Bawendi, Louis Brus e Alexei Ekimov

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MACPLAS n. 383 - Giugno/Luglio MACPLAS | Ottobre/Novembre 2023 - n.2021 397 MACPLAS MACPLAS n.n.383 383 Giugno/Luglio 2021 MACPLASn. 383---Giugno/Luglio Giugno/Luglio2021 2021


IL MONDO DELLA GOMMA

LA RIVISTA DI


| DALL’ASSOCIAZIONE Assogomma interviene sui PFAS

La reazione del settore gomma alla proposta di ECHA Con il contributo di Confindustria Bergamo e dell’associazione delle guarnizioni del Sebino, Assogomma ha guidato il tavolo del settore gomma finalizzato a fornire una risposta unitaria alla consultazione pubblica aperta da ECHA sulla restrizione delle sostanze poli e per-fluoroalchiliche (PFAS), avanzata lo scorso gennaio dalle autorità di Germania, Norvegia, Svezia, Danimarca e Paesi Bassi.

Il loro costo elevato rende i fluoroelastomeri materiali di nicchia, utilizzati solo laddove le condizioni operative particolarmente critiche sarebbero insostenibili dagli elastomeri o dai polimeri tradizionali.

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Definito dalla stessa ECHA (European Chemicals Agency) come la più ampia restrizione della storia, il nuovo provvedimento intenderebbe porre al bando circa 10.000 PFAS, provocando un impatto negativo non solo sul settore della gomma ma su svariati comparti a valle con importanti riflessi negativi per la competitività dell’industria italiana ed europea. La restrizione si applica infatti a tutti i PFAS così come definiti dall’OECD in un articolo del 2021: una definizione basata su semplici criteri strutturali (la presenza di un gruppo -CF2- o -CF3), concepita per permettere anche ai non esperti di identificare facilmente un PFAS sulla base della sola struttura molecolare e non per essere usata come criterio di raggruppamento, con l’obiettivo di pianificare misure di intervento, normative o anche solo volontarie, come i suoi autori si preoccupano di sottolineare. Una classe così ampia di composti, accomunati dalla sola presenza di una unità strutturale, non può infatti che contenere sostanze con caratteristiche chimico-fisiche e tossicologiche estremamente diverse. Certamente fra queste ci sono alcune sostanze pericolose, che hanno dato luogo in passato a episodi critici e in questi casi il principio precauzionale può avere una ragion d’essere. Tuttavia, associare la pericolosità di queste sostanze alla semplice presenza di un gruppo -CF2- o -CF3 - nella loro struttura molecolare costituisce un approccio a dir poco semplicistico, non scientificamente fondato, che porta a conclusioni drastiche del tutto ingiustificate. Il provvedimento colpirebbe infatti anche i fluoroelastomeri e in generale tutti i fluoropolimeri. Questi materiali non sono pericolosi, non sono tossici, non sono biodisponibili né bioaccumulabili e sono chimicamente inerti. Naturalmente una valutazione corretta deve tenere conto

dell’intero ciclo di vita di questi materiali, valutando possibili emissioni di sostanze potenzialmente pericolose in fase di produzione, utilizzo e recupero o smaltimento a fine vita. In fase di utilizzo i fluoropolimeri non evidenziano alcuna criticità: basti ricordare che essi soddisfano i criteri necessari per essere classificati come “Polymers of Low Concern”. Per quanto riguarda il fine vita, la maggior parte di essi sono destinati a incenerimento che diversi studi dimostrano comportarne la completa decomposizione, senza emissioni di PFAS nell’ambiente. Sono invece le fasi di produzione, come noto, quelle storicamente più critiche, a causa dell’utilizzo di tensioattivi fluorurati come agenti di processo nella polimerizzazione di alcuni tipi di fluoroelastomero. Va inoltre sottolineato che i fluoroelastomeri hanno proprietà chimico-fisiche uniche che li portano a essere la scelta migliore in innumerevoli applicazioni tecnologiche. Il loro costo elevato li rende materiali di nicchia, utilizzati solo laddove le condizioni operative particolarmente critiche (temperatura, aggressività chimica ecc.) sarebbero insostenibili dagli elastomeri o dai polimeri tradizionali. Il ricorso crescente a questi materiali è dato dallo sviluppo tecnologico che le politiche green degli ultimi decenni hanno contribuito a promuovere come nel caso dell’automotive in cui il rispetto di standard di emissioni più stringenti ha comportato lo sviluppo di motori sempre più compatti e caratterizzati da condizioni di esercizio sempre più critiche, gestibili solo facendo ricorso ai fluoroelastomeri. Lo sviluppo di motori sempre più affidabili, che richiedono interventi di manutenzione sempre meno frequenti, è d’altra parte stato possibile anche grazie ai fluoroelastomeri, con ulteriori riflessi positivi anche sul piano ambientale. Anche la transizione alla mobilità elettrica, prevista dalla pianificazione economica della UE, necessiterà dei fluoropoliMACPLAS | Ottobre/Novembre 2023 - n. 397


DALL’ASSOCIAZIONE |

meri, utilizzati in diverse componenti essenziali come per esempio le batterie. L’uso di questi materiali ha inoltre consentito di incrementare gli standard di sicurezza anche in settori ancora più critici sotto questo punto di vista, come quello aeronautico, dove i fluoroelastomeri trovano ampio utilizzo nelle coperture dei cavi elettrici. Un altro settore di applicazione è quello dell’energia, dove questi materiali sono impiegati non solo nelle tradizionali applicazioni oil&gas, ma anche in quelle connesse alle energie alternative, come le celle solari. L’inerzia chimica e la purezza dei fluoroelastomeri, ovvero la capacità di garantire bassissimi livelli di contaminazione, rende questi materiali la scelta ideale anche in determinate applicazioni industriali a contatto con gli alimenti o in settori con standard ancora più stringenti come il medicale e il farmaceutico. Pertanto, il divieto prospettato da ECHA priverebbe non solo l’industria della gomma, ma tutta l’industria europea, di una serie di materiali fondamentali in numerose tecnologie, molte delle quali indispensabili per raggiungere gli obiettivi di transizione ecologica e digitale imposti dalle politiche UE. Per queste ragioni l’intero settore italiano della gomma sostiene con forza e determinazione la necessità di escludere i fluoroelastomeri - e più in generale i fluoropolimeri - dal campo di applicazione della restrizione, come peraltro è già stato recentemente previsto dall’Health and Safety Executive (HSE), l’equi-

valente di ECHA nel Regno Unito. Assogomma sta seguendo e continuerà Il divieto prospettato da ECHA priverebbe non solo a porre una grande l’industria della gomma, attenzione su questo ma tutta l’industria europea, tema che si trova a uno di una serie di materiali stadio del tutto embriofondamentali in numerose nale. Infatti, si tratta di un tecnologie. documento sottoposto a inchiesta pubblica che si è chiusa alla fine di settembre 2023 con più di 5.000 risposte che saranno valutate dai comitati consultivi di ECHA. Successivamente gli stessi dovrebbero elaborare una proposta da sottoporre alla Commissione Europea, ma allo stato attuale, non è escluso che questa possa essere ridimensionata drasticamente e/o addirittura ritirata. Peraltro, la proposta elaborata dagli Stati Membri sopra citati è già stata messa in discussione dal loro Paese capofila, la Germania. In conclusione, non esiste, allo stato attuale, alcuna limitazione all’impiego di prodotti a base di fluoroelastomeri e/o fluoropolimeri né sussistono studi che ne affermino la pericolosità.

I fluoroelastomeri hanno proprietà chimico-fisiche uniche che li portano a essere la scelta migliore in innumerevoli applicazioni tecnologiche. n. 397 - Ottobre/Novembre 2023 | MACPLAS

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| CERISIE RISPONDE Le proprietà di combustione della gomma

Mescole ignifughe ecologoche ad alte prestazioni L’attenzione alla protezione dell’ambiente ha influenzato la progettazione dei materiali basati su fonti e processi sostenibili

Introduzione Le gomme, e più in generale gli elastomeri, svolgono ruoli insostituibili in pneumatici, ammortizzatori, elementi di sospensione e altre applicazioni. Le loro prestazioni complessive uniche le rendono indispensabili nella vita quotidiana, nei trasporti e nei sistemi industriali. Tuttavia, poiché alcune mescole in gomma utilizzate possono essere infiammabili, negli ultimi decenni l’attenzione si è focalizzata sulla loro velocità di combustione; se sottoposte alla fiamma diretta, possono mostrare proprietà molto differenti tra loro. Tali comportamenti dipendono sia dalla tipologia della gomma sia dalla natura dagli additivi, pertanto, la formulazione della mescola nella sua totalità può influire significativamente sul comportamento degli articoli in gomma quando esposti all’azione del fuoco.

Gli elastomeri e le loro proprietà di combustione Alcuni elastomeri, come per esempio la gomma SBR (stirene-butadiene) e la gomma EPDM (etilene-propilene-diene) sono infiammabili, mentre altri come il NBR (nitrile-butadiene) lo sono in misura minore, pur rientrando nella categoria degli elastomeri infiammabili. La gomma CR (cloroprene) possiede invece la caratteristica di essere autoestinguenti in presenza di fiamma. La gomma siliconica per sua natura non prende fuoco facilmente ma, una volta innescata, continua a bruciare. Presenta comunque il vantaggio di generare poco fumo e, soprattutto, poche sostanze tossiche o asfissianti durante la combustione. La gomma naturale (NR) o la sua versione da sintesi (IR) con le loro relative mescole, possiedono una grande importanza strategica in quanto è uno dei più importanti biopolimeri con caratteristiche uniche quali elasticità, resistenza all’abrasione, resistenza all’impatto e malleabilità a basse temperature. Per soddisfare i severi requisiti dell’industria della gomma in via di sviluppo, vengono studiate sempre nuove formulazioni di molecole. Di particolare interesse è l’additivo intumescente a grafite espandibile (EG) per le mescole in gomma naturale, grazie alla sua elevata efficienza come ritardante di fiamma e alla sua natura rispettosa dell’ambiente,

dovuta all’assenza di alogeni. Formulando in maniera attenta le mescole in gomma naturale, è comunque possibile renderle auto-estinguenti e conformi alle normative UL94 classe V0 o NF16101, grazie all’impiego di ossidi e idrossidi metallici. La rinuncia all’uso di prodotti antifiamma alogenati, che liberano gas tossici durante la combustione, permette di tenere in considerazione anche l’impatto sull’ambiente. Esistono inoltre prodotti speciali che vetrificano la superficie e proteggono la gomma sottostante. Questi prodotti vengono impiegati soprattutto per il rivestimento dei cavi permettendo di assicurare, oltre a una buona resistenza alla fiamma, anche l’isolamento in modo efficace (e quindi funzionante) della cablatura. Questi materiali possono infatti ‘ceramizzare’ durante la combustione, proteggendo e isolando elettricamente con una “guaina” rigida la parte conduttiva. Nelle applicazioni in cui la resistenza alla combustione è un requisito essenziale, bisognerà quindi prevedere un’accurata messa a punto della formulazione per conferire al manufatto finale le caratteristiche di sicurezza necessarie. Questo è il caso delle mescole a base di gomma SBR impiegate nella costruzione di nastri trasportatori e di quelle a base EPDM utilizzate nei componenti per autoveicoli o per costruzioni.

Negli ultimi decenni l’attenzione si è focalizzata sulla velocità di combustione di alcune mescole che, se sottoposte alla fiamma diretta, possono mostrare proprietà molto differenti tra loro.

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CERISIE RISPONDE |

Prova di combustione orizzontale per la classificazione HB 100 ± 1 mm 25 ± 1 mm campione

45 ± 2° 10 ± 1 mm

Garza metallica

circa. 45°

Garza metallica

20F

Nelle applicazioni in cui la resistenza alla combustione è un requisito essenziale, bisognerà prevedere un’accurata messa a punto della formulazione per conferire al manufatto finale le caratteristiche di sicurezza necessarie.

Additivi antifiamma Gli additivi antifiamma agiscono sui diversi processi necessari al mantenimento della combustione quali il polimero combustile stesso che, con le sue proprietà, è più o meno inerte alla combustione. Tra gli additivi più utilizzati, segnaliamo le cloroparaffine, che possono contenere dal 40% al 70% di alogeno e agiscono mediante un meccanismo chimico che sfavorisce la reazione di combustione. Sono prodotti poco costosi e in grado di svolgere anche la funzione di plastificante; lo svantaggio è dato dal fatto che alcune cloroparaffine sono soggette a restrizioni d’uso secondo il Regolamento REACH. Il borato di zinco mostra un’efficacia anche come inibente nei confronti della formazione di fumo e incandescenza, mentre l’ossido di antimonio ha un’azione sinergica con gli alogeni presenti e interviene rallentando la velocità di combustione nella fase gas. I composti del fosforo rallentano la velocità di combustione formando acido fosforico, mentre l’idrossido di alluminio e l’idrossido di magnesio (costoso ma più efficace) si decompongono in acqua e ossido metallico a circa 300°C, provocando una riduzione del calore prodotto. Da ultimo è presente il carbonato di calcio, che ha il vantaggio di essere economico ma meno adeguato rispetto agli altri additivi antifiamma citati.

Prove di combustione I laboratori di Cerisie sono attrezzati per effettuare prove di combustione più comuni su provini di piccole dimensioni; solitamente si tratta di piastre rettangolari stampate in laboratorio oppure rican. 397 - Ottobre/Novembre 2023 | MACPLAS

vate, quando possibile, direttamente dai manufatti. In particolare, segnaliamo i test secondo le norme UL 94 V0, V1, V2 per la velocità di combustione verticale, mentre la UL 94 HB identifica la velocità di combustione orizzontale. Similari alla UL 94 HB, possiamo indicare le norme FWVSS 302 e la ISO 3795. Altre prove, anche se meno frequenti, vengono eseguite in accordo alla ISO 11925 e alla ISO 340. Dalle prove eseguite secondo una qualsiasi delle normative citate si possono ottenere informazioni che supportano analisi di formulazioni. Tali prove consentono quindi di valutare il materiale, ma non permettono con esattezza di stabilire se il manufatto finale sia o meno sicuro. Per quanto riguarda i manufatti in gomma destinati al settore automobilistico, viene usualmente richiesto un valore controllato della velocità di combustione che, a seconda della funzione del componente, deve essere valutato con un test in cui il provino viene mantenuto verticale oppure orizzontale.

Conclusione Le mescole in gomma possono quindi avere differenti proprietà di combustione, e in alcuni casi possono essere ignifughe. Le loro proprietà in presenza di fiamma dipendono sia dal tipo di elastomero sia dagli additivi sui quali vi è un continuo lavoro di ricerca per selezionarne di più adeguati. Da sempre interessato e coinvolto in queste problematiche, Cerisie mette a disposizione le proprie capacità ed esperienza per effettuare prove di combustione su materiali seguendo le principali normative in vigore.

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| STAMPA ESTERA DI SETTORE Più di dieci riviste esaminate

Rassegna internazionale di scienza e tecnologia Ventottesima puntata della rubrica dedicata agli articoli di stampa estera selezionati dal comitato di redazione di Elastica, composta da Fabio Bacchelli, Rino Gilotta e dal team di Cerisie, coordinati da Maurizio Galimberti.

TEST DI VALIDAZIONE DEL PRODOTTO Testata: Rubber World, 12 (2022) Titolo originale: Product validation testing Autori: Ben Chouchaoui, Windsor Industrial Development Laboratory A CURA DI ROSARIO GILOTTA

Per approfondire le varie fasi coinvolte nello sviluppo di polimeri e prodotti polimerici dal punto di vista della progettazione e della produzione, è stata programmata una serie di interviste con il dottor Ben Chouchaoui del Windsor Industrial Development Laboratory di Windsor, Ontario, Canada. La prima intervista (pubblicata nel numero di febbraio 2022 di Rubber World) ha presentato una panoramica del moderno processo di sviluppo del prodotto, concentrandosi sui polimeri e sui prodotti polimerici; la seconda (di aprile 2022) si è focalizzata sullo sviluppo e la caratterizzazione dei polimeri per lo sviluppo polimerico con modelli al computer; la terza (di giugno 2022) ha mostrato i parametri necessari per guidare lo sviluppo del prodotto; la quarta (di agosto 2022) ha evidenziato la progettazione, l’analisi e l’ottimizzazione dei prodotti polimerici utilizzando l’analisi dei prodotti finiti; la quinta (di ottobre 2022) si è concentrata sulla fluido-dinamica computazionale (CFD), nella simulazione della lavorazione dei polimeri in prodotti polimerici attraverso stampaggio, estrusione e termoformatura. Questa intervista finale descrive in dettaglio i test di convalida, con le correlazioni dei risultati dei test in relazione alle previsioni e si chiude con una previsione sull’evoluzione dello sviluppo di nuovi prodotti e le sue implicazioni a beneficio del settore polimerico.

Quali sono i vari tipi di test? C’è spesso confusione tra il test del prodotto in un laboratorio e quello effettuato durante un’ispezione. Sebbene entrambi abbiano l’obiettivo comune di garantire la qualità, la sicurezza e la conformità dei prodotti, essi differiscono in modo significativo. Infatti, durante ogni fase della produzione, un prodotto deve es-

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sere testato per garantire che sia conforme a una serie diversificata di standard. I test utilizzati dipendono dagli standard del prodotto da valutare. In generale, la maggior parte dei test su un prodotto appartiene a due grandi categorie: • prove di laboratorio • esame del prodotto: i test di laboratorio vengono utilizzati per valutare un prodotto rispetto alle specifiche stabilite o per verificare se è conforme agli standard obbligatori imposti dal Paese o dalla regione in cui deve essere venduto. Nel frattempo, l’ispezione del prodotto viene utilizzata per garantire che un prodotto sia conforme alle specifiche del produttore, alle aspettative del cliente e ai livelli di lavorazione richiesti. La convalida del prodotto è sufficiente per garantire la rispondenza ai vari requisiti richiesti? La validazione del prodotto è la seconda verifica condotta su un prodotto finale implementato o integrato. Mentre la verifica dimostra se il prodotto è stato composto correttamente, la convalida se è stato fabbricato in modo giusto. In altre parole, la verifica fornisce prove oggettive che ogni requisito del documento o della specifica è stato soddisfatto; mentre la convalida viene eseguita a beneficio dei clienti e degli utenti per garantire che il sistema funzioni nel modo previsto quando collocato nell’ambiente previsto. Ciò si ottiene esaminando i prodotti del sistema a ogni fase della struttura del prodotto e confrontandoli con le aspettative degli interessati per quel livello. Un processo di validazione ben strutturato può garantire un risparmio su costi e tempistiche, pur rispettando i requisiti previsti. Le richieste dei consumatori e le normative governative continuano a inasprirsi, costringendo i produttori a spostare la loro attenzione su prodotti più ecologici, più intelligenti e più sicuri. E con l’emergere di nuovi concorrenti capaci, soddisfare queste esigenze con velocità ed efficienza è fondamentale. I metodi e gli strumenti di sviluppo tradizionali non sono più sostenibili per le aziende che cercano posizioni di vertice nella corsa a produrre i prodotti di domani. Non ci sono scorciatoie, MACPLAS | Ottobre/Novembre 2023 - n. 397


STAMPA ESTERA DI SETTORE |

ma vantaggi per i produttori capaci di continue verifiche e validazioni. Ancora meglio, i test dovrebbero essere completati per ultimi e solo su materiali, progetti e processi ottimizzati attraverso combinazioni di caratterizzazione dei materiali e simulazioni al computer. Le correlazioni dei risultati dei test alle simulazioni numeriche consentono di adattare la” modellazione” e creare fiducia in essa per il futuro.

I test sono utili per l’ottimizzazione del prodotto? Nel corso delle attività quotidiane, i produttori sono particolarmente tenuti a campionare e testare prodotti o processi. Spesso ciò comporta la raccolta di quelli che sono noti come dati variabili continui/quantitativi relativi a temperatura, pressione, efficienza e così via. Per loro natura, tali registrazioni mostrano un’invidiabile precisione nella misurazione; pertanto, il pregio del campione di piccole dimensioni senza una concomitante perdita di potere statistico, ha l’obiettivo di ridurre al minimo il rischio di prendere una decisione sbagliata riguardo a un prodotto di prova. Tuttavia, molto spesso, il personale addetto allo sviluppo del prodotto è chiamato a campionare e testare un prodotto o un processo in cui l’unica informazione raccolta è se soddisfa uno dei due possibili risultati, come il superamento o il fallimento di un test. Questa categoria di informazioni diventa improvvisamente discontinua, con conseguente assegnazione di valori discreti che sono di ben poca utilità per comprendere le prestazioni di un prodotto o la sua elaborazione per il miglioramento, per non parlare dell’ottimizzazione.

Quanto è costosa la convalida del prodotto? Il nuovo processo di sviluppo del prodotto richiede attrezzature di laboratorio per caratterizzare i materiali per la definizione del modello al “tempo zero” o al momento della produzione. Per FEA (analisi agli elementi finiti), un set base di hardware include un dinamometro con estensimetro e probabilmente una camera termostatica-ambientale, un misuratore di densità e di caratteristiche di raffreddamento o invecchiamento.

Come si possono ridurre al minimo i test di convalida? I test di convalida sono ridotti al minimo testando solo i prodotti risultanti dall’ottimizzazione dei materiali, dei progetti e dei processi di produzione (utilizzando FEA e CFD). n. 397 - Ottobre/Novembre 2023 | MACPLAS

Rosario Gilotta, esperto di formulazione delle mescole elastomeriche, processi di trasformazione e controllo qualità.

È ancora possibile accelerare i test di convalida sui prototipi funzionanti? Ulteriori accelerazioni al collaudo potrebbero includere sollecitazioni eccessive senza indurre sollecitazioni che non sarebbero possibili nelle normali condizioni di servizio.

In che modo le piccole aziende possono ottenere una convalida dettagliata? Le aziende più piccole sono le migliori per costruire relazioni di fiducia con una o poche fonti per sviluppare capacità di convalida del prodotto, poiché probabilmente non possono giustificare l’investimento in attrezzature di laboratorio, software e hardware e personale specializzato per tali fini.

I test di convalida si stanno evolvendo? Sì. L’analisi della durata tradizionale si basa sui dati relativi al tempo al guasto in condizioni di servizio normali. In molte situazioni, tali dati sulla vita sono difficili da ottenere, se non impossibili, per la complessità dei prodotti odierni, i brevi periodi di tempo tra progetti e rilasci e le sfide dei test in condizioni normali (in tempo reale). La tecnologia si sta evolvendo verso test di vita accelerati per i dati di affidabilità, come la probabilità che un prodotto si guasti, la sua vita media in condizioni d’uso e i suoi resi previsti e i costi

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| STAMPA ESTERA DI SETTORE

di garanzia. I dati di affidabilità valutano anche le prestazioni di rischio, la progettazione, l’elaborazione, ecc. I test di vita accelerati possono assumere la forma del tasso di utilizzo o dell’accelerazione del sovraccarico. Tuttavia, le “sollecitazioni” e i “livelli di sollecitazione” dei test di vita accelerati dovrebbero accelerare le modalità di guasto in esame; tuttavia, non dovrebbero introdurre modalità di guasto che non si verificherebbero mai in service.

modelli computerizzati; migliore comprensione delle funzionalità e della produzione del prodotto; raccolta di informazioni da utilizzare nei programmi futuri; assistenza nel dimostrare simulazioni su cui fare più affidamento nelle nuove applicazioni; tempi ridotti per lo sviluppo delle pianificazioni e il lancio dei programmi; riduzione delle spese nello sviluppo di applicazioni; risparmio di materiali e riduzione dei costi per nuovi prodotti.

Qual è l’obiettivo finale dei test di convalida?

Come si intrecciano simulazione e test?

L’obiettivo finale dei test di convalida è supportare lo sviluppo del prodotto. Lo sviluppo di prodotti moderni dovrebbe eliminare tentativi ed errori, pur continuando ad adottare sviluppi in diversi ambiti quali: caratterizzazione dei materiali; definizione dei parametri di progetto; simulazione al computer (FEA e CFD); prototipazione e collaudo.

Quali sono i principali vantaggi tangibili dei test dettagliati? Alcuni dei vantaggi dei test dettagliati rispetto alle valutazioni “passa o fallisce” includono: risparmio di tempo e corretto utilizzo dei macchinari di prova; riduzione dei tempi di consegna per elaborare nuove idee; sviluppo di dati per supportare

Cambiamenti significativi nei ruoli della simulazione e dei test fisici si sono verificati in diversi settori, man mano che vengono ulteriormente integrati nel ciclo di sviluppo del prodotto. Il coinvolgimento della simulazione meccanica (CAE o ingegneria assistita da computer) con CAD (progettazione assistita da computer) ha contribuito a creare simulatori FEA, che ora si espandono a materiali non lineari come i polimeri flessibili. Tuttavia, una grande sfida rimane quella di convincere i dipartimenti non coinvolti nella simulazione ad accettare le previsioni come base per le decisioni ingegneristiche. È qui che la correlazione FEA ai test fisici può aiutare a costruire la credibilità della simulazione. Anche presso le aziende che eseguono FEA, i test fisici sono stati tradizionalmente utilizzati a valle del processo di sviluppo del prodotto come filtro positivo o negativo prima che un prodotto venga rilasciato alla produzione.

Un processo di validazione ben strutturato può garantire un risparmio su costi e tempistiche rispettando i requisiti previsti.

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Ambiente e sostenibilità Sostenibilità nel settore dei beni strumentali: dall’ABC alla redazione del bilancio 14 e 15 marzo (9.30-12.30) online La sostenibilità sociale: tappa imprescindibile nella roadmap ESG 5 giugno (9.00-13.00) online Il calcolo dell’impronta carbonica nel percorso verso la neutrlità 9 luglio (9.00-13.00) online

NOTA: Il calendario delle attività è in costante aggiornamento sul sito: www.scuolabenistrumentali.it MACPLAS | Ottobre/Novembre 2023 - n. 397


Da SBS un focus sulla plastica

Un percorso formativo per i professionisti del settore Nove moduli per altrettanti argomenti trattati da febbraio a maggio 2024: questo il percorso formativo Focus Plastica offerto da SBS-Scuola Beni Strumentali ai professionisti dell’industria delle materie plastiche e della gomma. Partendo dalle tipologie di materiali polimerici, proseguendo attraverso le tecnologie per la loro lavorazione e approdando alla normativa tecnica per concludere con un approfondimento sui mercati internazionali, verrà offerta una panoramica a 360° sull’industria del settore, senza tralasciare la sostenibilità, che in termini di innovazione tecnologica si traduce nei processi di riciclo e nello sviluppo di bioresine. Il corso si rivolge a tutti i professionisti che operano nel mondo delle materie plastiche e della gomma e sentono la necessità di migliorare le rispettive conoscenze del settore. I destinatari sono identificati in particolare nei tecnici (anche di nuova assunzione) che necessitano di avere una visione più vasta e meno specialistica del settore dove l’azienda opera, negli addetti alla vendita per cui è importante la conoscenza dell’attività dei clienti finali al fine di offrire loro la soluzione più idonea e nelle figure apicali che intendano aggiungere spessore tecnico/tecnologico al ruolo ricoperto nella relazione con il cliente. Il programma si strutturerà in nove moduli fruibili anche singolarmente, alcuni in versione online altri in presenza. Eccoli in dettaglio: • Polimeri: proprietà, caratteristiche e principali famiglie polimeriche - Le nozioni di base per conoscere e comprendere le caratteristiche dei materiali plastici e le principali applicazioni possibili attraverso una corretta valutazione delle loro caratteristiche - 20 e 22 febbraio dalle 9.00 alle 13.00 online. • Gli elastomeri - Le nozioni base sulle gomme vulcanizzabili (elastomeri): proprietà, tecniche di lavorazione, mescole ecc. - 4 marzo dalle 9.00 alle 13.00 online. • Gli elastomeri termoplastici - Le nozioni base sulle gomme termoplastiche, le tipologie di famiglie, le caratteristiche generali - 6 marzo dalle 9.00 alle 13.00 online n. 397 - Ottobre/Novembre 2023 | MACPLAS

• Le tecnologie di trasformazione delle materie plastiche - Ampia panoramica per una base di conoscenza trasversale, utile a comprendere con cognizione di causa, l’origine dei principali prodotti realizzabili con i materiali plastici - 19 e 21 marzo dalle 9.00 alle 16.00 in presenza (Assago, Milano). • Le tecnologie di trasformazione della gomma - Panoramica tecnologica sulle diverse tipologie di lavorazione della gomma - 4 aprile dalle 9.00 alle 13.00 in presenza (Assago, Milano). • I biopolimeri e la loro lavorabilità - Le principali caratteristiche dei biopolimeri dal punto di vista teorico e tecnico-pratico - 11 aprile dalle 9.00 alle 13.00 online. • Il riciclo e la sostenibilità - Plastica e ambiente: un connubio “sostenibile” - 18 aprile dalle 9.00 alle 13.00 online. • Aggiornamento normativo - Il Nuovo Regolamento Macchine e le norme di sicurezza per il settore - 15, 16 e 17 maggio dalle 9.00 alle 13.00 online. • Approccio ai mercati internazionali - Gli strumenti più efficaci: cosa ci dicono i dati, le azioni di marketing, le fiere, la rete commerciale - 23 maggio dalle 9.00 alle 16.00 in presenza (Assago, Milano). La docenza sarà affidata a esperti e testimonial con una pluriennale esperienza in aziende del settore, centri di ricerca e tavoli di lavoro a livello internazionale. Per qualsiasi informazione e per le iscrizioni è possibile consultare la pagina dedicata nel sito internet di SBS (https:// www.scuolabenistrumentali.it/corso/ focus-plastica/) oppure scrivere a formazione@scuolabenistrumentali.it.

Noi sviluppiamo le soluzioni di domani – dal 1969. C’è molto di più in ciò che vedi. Quando la vita di un oggetto è alla fine può iniziare il ciclo di un nuovo prodotto. Il processo tecnologico di Vecoplan per il settore plastico è la soluzione ideale per la gestione di questo materiale - ieri, oggi e domani. Guarda al futuro!

Venite a trovarci a ECOMONDO 07.–10.11. 2023 Padiglione A2 | Stand 033

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LO SAPEVI CHE UNA VASCHETTA PER IL GELATO PUÒ ESSERE SIA RICICLABILE CHE COMPOSTABILE? Si tende sempre di più all’utilizzo di materie prime biodegradabili e compostabili ottenute da fibre naturali per la produzione di contenitori per alimenti.Questa grande opportunità, unita alle elevate possibilità di riciclo totale dei polimeri più utilizzati, conferisce alla trasformazione delle materie plastiche la leadership nella produzione a basso impatto ambientale di contenitori per uso alimentare e medicale.

eKW HP, la nuova serie di macchine BMB, una perfetta sinergia di velocità e precisione.

ULTRA HIGH INJECTION SPEED. In un mondo che ha sempre più bisogno di conservare e trasportare grandi quantità di cibo e medicinali ovunque, BMB ha creato la macchina ad alta produttività per eccellenza. La natura ibrida della serie HP ne favorisce i consumi ridotti grazie agli azionamenti elettrici con motori diretti e contemporaneamente offre iniezioni molto potenti, controllate da servovalvola sotto accumulatore. Pressioni specifiche di 2500 kg/cm2 e velocità di iniezione di oltre 1500 mm/s sono la garanzia di alta produttività e grande qualità per i contenitori a parete sottile, talvolta profondi e difficili da iniettare, come i contenitori per uso alimentare o del settore medicale.

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